Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 31 luglio 2025

Sul collasso morale dell'Occidente

A meno che non si ritrovi il posto di Dio e la necessaria relazione con Lui. La riflessione è interessante ma ha stimolato alcune chiose in linea con la premessa.

Sul collasso morale dell'Occidente

L'Occidente è un concetto strano, recente e spurio.

Con "Occidente" si intende in effetti una configurazione culturale che emerge con l'unificazione mondiale dell'Europa politica e di quello che dal 1931 prenderà il nome di "Commonwealth" (parte dell'impero britannico). Questa configurazione raggiunge la sua unità all'insegna del capitalismo finanziario, a partire dal suo emergere egemonico negli ultimi decenni del '900.

L'Occidente non c'entra nulla con l'Europa culturale, le cui radici sono greco-latine e cristiane.
L'Occidente è la realizzazione di una politica di potenza economico-militare, che nasce nell'Età degli Imperi, che sfocia nelle due guerre mondiali e che riprende il governo del mondo verso la metà degli anni '70 del '900.

Un cristiano dovrebbe essere un “restauratore”?

Nella nostra traduzione da substack.com. L'autore, Padre Thomas Crean, OP. è frate domenicano della Provincia Inglese dal 1995 e vive presso il Priorato di San Domenico a Londra. Ha scritto ampiamente su questioni teologiche, ad esempio "Lettere da quella città: una guida alla Sacra Scrittura per studenti di teologia"; "Vindicating the Filioque: i Padri della Chiesa al Concilio di Firenze" ; e commentari ai Vangeli di San Marco e San Luca. Attualmente insegna online presso l'Holy Apostles College and Seminary in Connecticut.

Un cristiano dovrebbe essere un “restauratore”?
La tendenza a pensare che il passato sia superiore al presente e quindi possa rappresentare un modello per il futuro è un atteggiamento legittimo o sano?

Cristianesimo e Restaurazione
Un cristiano dovrebbe essere un "restaurazionista"? Naturalmente, dipende da cosa si intende. Definiamo il restaurazionismo come la tendenza a pensare al passato come superiore al presente e quindi come modello per il futuro. È un atteggiamento legittimo o sano per un cristiano?

Seguendo il buon senso della didattica, possiamo iniziare con alcune argomentazioni contrarie.

Obiezione 1. L'Ecclesiaste sembra respingere questa posizione. Non dire: "Quale pensi che sia la causa per cui i tempi antichi erano migliori di quelli attuali?". Perché questo tipo di domanda è stolto (Eccl. 7:11).

La “T” del Te Igitur

Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement. Si riallaccia ai precedenti: Il Suscipe sancte Pater qui - qui ; L'offerimus tibi Domine qui ; In spiritu humilitatis qui ; Il Lavabo qui ; Il Suscipe Sancta Trinitas qui ; L'Orate fratres e Suscipiat qui ; La Secreta qui ; Il dialogo introduttivo al Prefatio qui ; Il Sanctus qui. Conosciamo più a fondo un'altra delle sublimi formule della Messa dei secoli e gli elementi che ne fanno un unicum irreformabile. Ogni semplice sfumatura è densa di significati per nulla scontati a prima vista. Minuzie, patrimonio del passato, da custodire. Conoscerle non è ininfluente per una fede sempre più profonda e radicata. Grande gratitudine a chi ce le offre con tanta generosa puntualità.

La “T” del Te Igitur

Te ígitur, clementíssime Pater, per Iesum Christum Fílium tuum Dóminum nostrum, súpplices rogámus, ac pétimus (osculátur Altare et iunctis mánibus ante pectus, dicit) uti accépta hábeas, et benedícas (sígnat ter super hóstiam et cálicem simul, dícens) hæac ✠ dona, hæc ✠ múnera, hæc ✠ sancta sacrifícia illibáta (exténsis mánibus proséquitur) Te dunque, o clementissimo Padre, per Gesú Cristo tuo Figlio nostro Signore, noi supplichiamo e preghiamo (bacia l’Altare e, congiunte le mani davanti al petto, prosegue) di aver grati e di benedire (fa tre segni di croce sull’ostia e sul calice, dicendo) questi ✠ doni, questi ✠ regali, questi ✠ santi ed illibati sacrificî (allargate le mani, prosegue)

Il De defectibus Missae, pubblicato da papa san Pio V e incluso in ogni Messale tridentino d’altare, elenca non solo i difetti che rendono una Messa invalida (come l’uso di materia, forma o intenzione sbagliate), ma anche quelli che la rendono meno che ideale, ad esempio celebrare la Messa: in un luogo non consacrato; senza almeno un chierichetto; senza calice d’oro o d’argento; o senza un “Messale presente, anche se il sacerdote conosce a memoria la Messa che intende celebrare” (X.31).

Quest’ultima prescrizione indica indirettamente che, per la Chiesa, il Messale non è un semplice “promemoria” o un primitivo "gobbo" [suggeritore] per aiutare il celebrante a ricordare le sue battute, ma fa parte integrante dell’azione liturgica stessa. Le rubriche ne regolano il posizionamento e i movimenti nel corso della liturgia; inoltre, quando il sacerdote deve chinare il capo al menzionare un nome santo, talvolta lo fa verso il Messale, come simbolo più vicino di Cristo. Gli mostra una riverenza simile a quella che riserva all’altare. Nel Messale del 1962, “alla fine del Vangelo, il sacerdote solleva il Messale con entrambe le mani e si inchina per baciarlo nel punto in cui ha tracciato il segno di croce, dicendo Per evangélica dicta”. Una rubrica quasi identica è presente nel Messale del 1970: “Poi venera il libro con un bacio, dicendo privatamente Per evangelica dicta” (OGMR, n. 175).

mercoledì 30 luglio 2025

Il Cristo "addomesticato": "The Chosen" e la deformazione narrativa del mistero

L'efficace riflessione di Trabucco mostra l'aderenza della fiction attuale allo spirito del concilio.
Il Cristo "addomesticato":
"The Chosen" e la deformazione narrativa del mistero


Alcuni amici di Facebook, già da alcuni mesi, mi avevano scritto per chiedere un breve commento sulla serie televisiva "The Chosen", la quale narra la vita di Cristo. Premesso che non sono né un esperto cinematografico, né un teologo, guardando diverse puntate mi sono fatto questa idea, del tutto personalissima, che desidero condividere con voi. Questa mattina, sveglio all'alba, mi sono sentito di scrivere alcune riflessioni, parlandone anche con colleghi che lavorano nel mondo della televisione:

La serie televisiva "The Chosen", acclamata da molti per la sua capacità di rendere accessibile e "umana" la figura di Gesù Cristo, merita un’analisi più approfondita e rigorosa, capace di andare oltre l’entusiasmo emotivo e l’efficacia narrativa. Essa si presenta come un’opera ispirata ai Vangeli canonici, ma non vincolata a una fedeltà stretta né alla lettera, né allo spirito della Tradizione ecclesiale.

Miracoli nel mondo medievale. E nel mondo moderno?

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis
Miracoli nel mondo medievale.
E nel mondo moderno?


Ho iniziato il post di domenica [qui] con riflessioni sulla sorprendente – per uno come me, semplicemente sconcertante – abbondanza di miracoli nel racconto di Gregorio Magno sulla vita di San Benedetto. A quanto pare non sono l'unico ad essersi interrogato su questo. Nel quarto volume di "Italy and Her Invaders", Thomas Hodgkin (m. 1913), un illustre storico dell'Alto Medioevo, introdusse una sezione su San Benedetto con un tentativo – sincero e rispettoso, ma a mio avviso in gran parte fallimentare – di conciliare i Dialoghi di Gregorio con il mondo come lo viviamo e lo percepiamo oggi:
Gli eventi soprannaturali occupano un posto importante nella narrazione e ci troviamo subito di fronte a uno di quei problemi relativi alla crescita della fede che spesso lasciano perplessi gli storici del Medioevo.
Diamo merito a Hodgkin per aver descritto questo come un "problema" "sconcertante" anziché liquidare la letteratura medievale come una rete intricata di pie fantasie.

martedì 29 luglio 2025

Colligite Fragmenta: VII Domenica dopo Pentecoste

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la meditazione settimanale di p. John Zuhlsdorf, sempre nutriente e illuminante, che ci consente di approfondire, durante l'ottava, i doni spirituali della domenica precedente qui

Colligite Fragmenta:
VII Domenica dopo Pentecoste


I testi di questa settima domenica dopo Pentecoste nel Missale Romanum del 1962, il Vetus Ordo, ci sfidano a esaminare la coerenza tra la professione della nostra fede e il frutto effettivo che porta nelle nostre vite. "Dai loro frutti li riconoscerete", dice il Signore nel Vangelo di oggi (Matteo 7:15-21). Questo è uno specchio dell'anima offerto, uno strumento diagnostico divino. Il formulario si dispiega come una TAC spirituale, rivelando, se mi è consentito usare altre metafore, se l'albero della nostra anima sta producendo buoni frutti o se nasconde marciume sotto le foglie verdi.

Il mistero dei miracoli nella vita cristiana

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis
Il mistero dei miracoli nella vita cristiana
Reimmaginare il miracoloso, con l'aiuto della cultura premoderna

Qualche tempo fa ho dedicato un paio di articoli alla vita di San Benedetto e alle qualità letterarie del documento che ne racconta la vita, ovvero i Dialoghi di San Gregorio Magno. Un aspetto che non ho sottolineato quando ho discusso della vita di Benedetto o del libro di Gregorio è la schiacciante quantità di miracoli. Basta scorrere i titoli dei capitoli per suscitare una ribellione nelle regioni più scientifiche e razionaliste della mia psiche:
  • “come Benedetto rese intero e sano un setaccio rotto”
  • “come Benedetto, col segno della santa croce, ruppe in pezzi un bicchiere”
  • “di una fontana che scaturì sulla cima di una montagna, per le preghiere dell'uomo di Dio”
  • “come Mauro [al comando di Benedetto] camminò sulle acque”
  • “come il venerabile Benedetto, con la sua preghiera, rimosse un’enorme pietra”
  • “come il venerabile Benedetto riportò in vita un fanciullo, schiacciato a morte dalla rovina di un muro”
  • “come il santo Benedetto guarì un ragazzo dalla lebbra”
E così via.

lunedì 28 luglio 2025

Femminicidio: un reato-simbolo tra ipertrofia penale e deriva antiegualitaria

Dunque le vite umane non sono uguali davanti alla legge. Se infatti la vita umana è il bene giuridico protetto dalla norma penale, ma la pena per l' uomo che uccide una donna è più grave della pena per la donna che uccide un uomo, ne deriva, logicamente e oggettivamente, che la vita di un uomo è un bene giuridico che vale meno della vita di una donna. Quindi viene introdotta una discriminazione di genere più grave di quella che si vuole punire. (Aloisius) Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.

Femminicidio: un reato-simbolo
tra ipertrofia penale e deriva antiegualitaria

L’approvazione da parte del Senato della Repubblica del disegno di legge n. 1433, volto a introdurre nel Codice penale italiano il nuovo reato autonomo di femminicidio, configura l’ennesima manifestazione di un diritto penale a funzione prevalentemente simbolica, in cui la normazione non si misura più con l’esigenza di sanzionare condotte effettivamente prive di copertura giuridica, bensì con la pretesa ideologica di costruire paradigmi valoriali attraverso l’imposizione legislativa.
Il testo, che ha ricevuto voto unanime a Palazzo Madama e ora è all’esame della Camera dei Deputati, istituisce l’articolo 577-bis del Codice penale, prevedendo la pena dell’ergastolo per chi cagiona la morte di una donna «in quanto donna», ossia per ragioni connesse a discriminazione, dominio, possesso, rifiuto di instaurare o proseguire un rapporto affettivo, o come forma di limitazione della libertà individuale della vittima. A ciò si aggiungono disposizioni di natura aggravante per reati già coperti dal cosiddetto "Codice rosso" (stalking, maltrattamenti, violenza sessuale, revenge porn), misure procedurali rafforzate, obblighi di informazione, confisca obbligatoria dei beni, e la previsione di un periodo minimo di osservazione scientifica della personalità del condannato ai fini dell’accesso a benefici penitenziari.

Card. Müller. Senza Cristo non ci sarà una nuova Europa

Nella nostra traduzione da Infovaticana.com
Il cardinale Müller: "Senza Cristo non ci sarà una nuova Europa"
CONFERENZA DI CHIUSURA DEL CORSO ESTIVO ISSEP

Presso l'imponente Monastero di San Lorenzo di El Escorial, e come solenne discorso di chiusura della Scuola Estiva ISSEP, Sua Eminenza il Cardinale Gerhard Ludwig Müller ha tenuto domenica scorsa, 20 luglio, una relazione intitolata "Orientamenti Cristiani per una Nuova Europa". In essa, il Prefetto emerito della Congregazione per la Dottrina della Fede ha affrontato con fermezza teologica e chiarezza filosofica la crisi spirituale, morale e culturale che l'Europa sta attraversando, e ha proposto il Cristianesimo come unica bussola affidabile per la sua rigenerazione.

Davanti a un pubblico attento, Müller ha denunciato lo svuotamento antropologico delle ideologie post-umaniste, la colonizzazione nichilista del pensiero europeo e l'abbandono dell'anima cristiana del continente. Lungi dal limitarsi a un lamento nostalgico, il suo intervento è stato un appello a recuperare il fondamento trascendente della dignità umana: la persona creata a immagine di Dio e redenta da Cristo. Il Cardinale ha riaffermato la missione profetica della Chiesa in mezzo a una civiltà frammentata e ha ammonito che l'Europa, se desidera sopravvivere come civiltà libera e umana, deve riconciliarsi con le sue radici cristiane. Con la lucidità di chi ha contemplato il cuore del Vangelo, Müller ha ricordato che senza Gesù Cristo – Via, Verità e Vita – non ci sarà vero futuro per l'Europa.
Di seguito potete leggere la conferenza completa:

Cogliere i fiori dal giardino: il significato mistico delle cerimonie della Messa

Nella nostra traduzione da Tradizione & Sanità, Peter Kwasniewski: Il rito romano tradizionale non contiene “nulla di superfluo” – come ha visto così bene Jean-Jacques Olier, venerato fondatore dei Sulpicisti e maestro della scuola francese nel suo commento alla Messa. Leggete di seguito gli estratti da lui scelti.

Cogliere i fiori dal giardino: il significato mistico delle cerimonie della Messa

Casula nel priorato di San Domenico, Newcastle (foto: Padre Lawrence Lew OP )

Il famoso Catechismo del Concilio di Trento, la cui autorità, tra l’altro, è stata riaffermata da Papa Giovanni Paolo II al momento della promulgazione del suo Catechismo della Chiesa Cattolica, quindi non è affatto un documento “superato”, contiene un magnifico passaggio che non verrà mai citato abbastanza spesso:
Il Sacrificio [della Messa] viene celebrato con molti riti e cerimonie solenni, nessuno dei quali deve essere ritenuto inutile o superfluo. Al contrario, tutti tendono a mostrare la maestà di questo augusto Sacrificio e a stimolare i fedeli, nella contemplazione di questi misteri salvifici, a contemplare le realtà divine nascoste nel Sacrificio eucaristico.
Sorprendente, vero? Non c'è nulla di superfluo nel Rito Romano della Messa, cioè nel rito tridentino (perché è di questo, ovviamente, che parla questo catechismo tridentino). Qualcuno avrebbe dovuto trasmettere il messaggio ai "riformatori" liturgici, sempre indaffarati, le cui tre attività preferite erano tagliare, sminuzzare e scindere, il tutto in nome della rimozione di aggiunte superflue e ripetizioni inutili che non c'erano. Non è questo il luogo per rispondere alle loro argomentazioni "da dieta dimagrante"; è quello che faccio in due dei miei libri, Turned Around. e chiudiamo il seminario. Tornando ora al Catechismo di Trento, continua in modo simile alla mia ultima frase:

domenica 27 luglio 2025

Omelia del Card. Sarah nella Messa pontificale a Sant'Anna d'Auray

La profonda omelia del Cardinal Robert Sarah, inviato speciale da Papa Leone XIV, ieri al santuario di Sant’Anna d’Auray in Bretagna (Francia), di fronte a 30.000 fedeli. Traduzione da fr.Aleteia.org.

Omelia del Card. Sarah nella Messa pontificale a Sant'Anna d'Auray

«Carissimi fratelli della Bretagna e della Francia, saluto con rispetto le autorità civili qui presenti in occasione del quattrocentesimo anniversario delle apparizioni di sant’Anna in questi luoghi. Papa Leone XIV mi ha delegato presso di voi come suo inviato straordinario in questo santuario di Sant’Anna d’Auray. Con questo gesto, il Santo Padre vuole sottolineare l’importanza che attribuisce al vostro pellegrinaggio. Vi porto dunque, a tutti voi, pellegrini di sant’Anna, i saluti e la benedizione da parte del nostro amato Papa Leone XIV.

Il Papa prega per voi in questo giorno. Con il suo inviato, vi testimonia il suo affetto paterno. A suo nome, saluto con grande cordialità Monsignor Raymond Centène, vescovo di Vannes, che tanto ama sant’Anna. Saluto gli altri vescovi, i padri abati e i superiori delle comunità qui presenti, i sacerdoti venuti dalla Bretagna e da altri luoghi, e voi, cari pellegrini di sant’Anna, che siete giunti in questo santuario per rispondere alla chiamata di sant’Anna e, soprattutto, per adorare Dio.

Domenica VII dopo la Pentecoste (Omnes gentes plaudíte mánibus)

Come ogni settimana percorriamo l'Anno liturgico soffermandoci sulla Liturgia domenicale e i misteri divini che ci trasmette per mantenere e aumentare il nostro fervore spirituale. Qui trovate l'ordinario e qui il proprio della Santa Messa di oggi.

Domenica VII dopo la Pentecoste

Intróitus
Ps.46, 2 - Omnes gentes, plaudíte mánibus: iubiláte Deo in voce exsultatiónis.
Ps. 46, 3 - Quóniam Dóminus excélsus, terríbilis: Rex magnus super omnem terram. 
Glória Patri

Ps.46, 2 - Omnes gentes, plaudíte mánibus…
Introito
Sal. 46, 2 - O popoli tutti, applaudite: lodate Iddio con voce di giubilo.
Sal. 46, 3 - Poiché il Signore è l’Altissimo, il Terribile, il sommo Re, potente su tutta la terra. Gloria al Padre…
Sal. 46, 2 - O popoli tutti, applaudite…

Il ciclo domenicale del Tempo dopo la Pentecoste completa oggi il suo primo settenario. Prima della traslazione generale che dovettero subire le letture evangeliche in questa parte dell'anno, il Vangelo della moltiplicazione dei sette pani dava il suo nome alla settima Domenica e il mistero che esso racchiude ispira ancora in vari punti la liturgia di questo giorno.

La sapienza divina.
Ora, questo mistero è quello della consumazione dei perfetti nel riposo di Dio, nella pace feconda dell'unione divina. Salomone, il Pacifico per eccellenza, viene ad esaltare oggi la Sapienza divina, e a rivelare le sue vie ai figli degli uomini. Negli anni in cui la Pasqua tocca il punto più alto in aprile, la settima Domenica dopo la Pentecoste è infatti la prima del mese di agosto, e la Chiesa vi inizia, nell'Ufficio della notte, la lettura dei libri Sapienziali. Diversamente continua, è vero, quella dei libri storici, che può seguitare così ancora per cinque settimane; ma anche allora la Sapienza eterna conserva i suoi diritti su quella Domenica che il numero settenario le consacrava già in una maniera così speciale. Infatti, in mancanza delle istruzioni ispirate dal libro dei Proverbi, vediamo Salomone in persona dare il buon esempio nel terzo libro dei Re, preferire la Sapienza a tutti i tesori, e farla assidere con sé come la sua ispiratrice e la sua nobilissima Sposa sul trono di David padre suo.

sabato 26 luglio 2025

V Pellegrinaggio Nostra Signora della Cristianità Oviedo-Covadonga (Asturie-Spagna)

Ne davamo notizia, anche per chi avesse voluto partecipare qui, posto che i ragazzi di S. Anna al Laterano hanno organizzato il Capitolo italiano intitolato alla Salus Populi Romani che parteciperà al V Pellegrinaggio a Nostra Signora di Covadonga. Centinaia di fedeli cammineranno per tre giorni per la fede cattolica nel nord della Spagna, in un pellegrinaggio tradizionale ispirato a quello di Chartres qui.

V Pellegrinaggio Nostra Signora della Cristianità
Oviedo-Covadonga (Asturie-Spagna) 26-28 luglio 2025


Nell'immagine i pellegrini si radunano davanti alla Cattedrale del Salvador di Oviedo per l'inizio del pellegrinaggio.

Il pellegrinaggio della Madonna della Cristianità è una delle più importanti manifestazioni pubbliche di fede dell'estate cattolica in Spagna. Quest'anno si terrà dal 26 al 28 luglio 2025 e riunirà ancora una volta centinaia di fedeli che, organizzati in capitoli, percorreranno diverse tappe per raggiungere il Santuario di Nostra Signora di Covadonga, cuore spirituale delle Asturie e simbolo del cristianesimo ispanico.
Ispirata dallo storico pellegrinaggio a Chartres, in Francia, che ha riunito migliaia di cattolici per oltre quarant'anni, l'iniziativa spagnola mira a ristabilire l'ordine cristiano attraverso la preghiera, la penitenza e la liturgia tradizionale. Per tre giorni, i pellegrini partecipano alla Santa Messa secondo il tradizionale rito romano, recitano il Rosario, cantano inni e ricevono meditazioni spirituali lungo il cammino.
Il pellegrinaggio è aperto a uomini e donne di tutte le età, comprese famiglie, giovani e adulti. Ogni gruppo avanza come parte di un "capitolo" – il nome dato ai gruppi di pellegrini con un particolare santo patrono o una particolare regione – accompagnato da cappellani, seminaristi e guide laiche. Il tono del viaggio è spiccatamente spirituale, austero e incentrato sul sacrificio personale e sulla comunione fraterna.
Il percorso si caratterizza anche per la sua organizzazione disciplinata, la sua ricchezza dottrinale e la sua testimonianza pubblica della fede cattolica in un contesto secolarizzato. La meta non è solo fisica: il pellegrinaggio è vissuto come un cammino di conversione e rinnovamento interiore.

Mons. Agostini, uno dei cerimonieri del S. Padre, anche lui - a piedi per tutto il percorso - al pellegrinaggio di Covadonga di Nuestra Señora de la Cristiandad - la cui Messa tradizionale conclusiva, non trovando, a quanto consta sinora, accoglienza nel Santuario, dovrà essere celebrata all'aperto. 

Insieme a lui il Capitolo italiano 'Salus populi romani' promosso dai giovani di Sant'Anna al Laterano. composto da 30 persone. Di seguito la foto della partenza.

L’indignazione pavloviana degli ignavi

Quando sono i media ad accendere e dirigere la "pietà" delle masse. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
L’indignazione pavloviana degli ignavi

Senza informazione non c’è democrazia, il che dovrebbe essere ovvio: se il “popolo sovrano” non ha gli elementi per capire e comprendere ciò che gli accade intorno come può concedere o negare il proprio consenso a chi lo politicamente lo rappresenta? Ma è altrettanto ovvio che quando l’informazione non è libera ma pilotata o ideologicamente orientata la democrazia immediatamente si trasforma in dittatura o totalitarismo. Del resto è ormai storicamente assodato che la prima cosa su cui un qualsiasi regime mette le mani sono i mass media, che da strumenti di informazione si trasformano in megafono della propaganda; che non necessariamente deve distorcere i fatti, basta anche soltanto ignorarli.

Imparare il latino liturgico, lezione 3

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis continuiamo ad approfittare del lavoro di uno dei tanti appassionati studiosi d'oltreoceano. Per chi fosse completamente digiuno di latino e abbia interesse a colmare questa lacuna, così diffusa nelle ultime generazioni — e purtroppo anche tra i sacerdoti —, può trovare i rudimenti indispensabili per comprendere il latino ecclesiastico e porre le basi di un maggiore approfondimento in genere favorito dalla frequentazione della liturgia dei secoli. Un piccolo inconveniente è dato dalla taratura per lettori anglofoni, ad esempio riguardo alla pronuncia; ma penso agevolmente colmabile dall'efficacia del metodo. Qui l'indice degli articoli dedicati alla Latina Lingua.

Imparare il latino liturgico, lezione 3


Sostantivi di prima declinazione!

Lezione 1 : pronuncia | vocabolario affine | casi nominali qui
Lezione 2 : vocali lunghe e brevi, accento sillabico | le otto parti del discorso (latino) con panoramica grammaticale | commenti sul vocabolario e primo elenco di vocaboli qui

Nomi della prima declinazione ( Maria, cena, gloria, ecc.)
Siamo pronti a studiare la nostra prima declinazione del sostantivo. Quello che vedete qui sotto è chiamato paradigma, ovvero una tabella di forme flesse che funge da modello per altre parole della stessa categoria grammaticale. Useremo la parola cena per questo paradigma.


Nominativo
Genitivo
Dativo
Accusativo
Ablativo
Singolare
cena
cenae
cenae
cenam
cena
Plurale
cenae
cenarum
cenis
cenas
cenis

Questo è un paradigma per i nomi di prima declinazione. Questi nomi hanno la desinenza -a al nominativo singolare e sono quasi tutti femminili (se non avete familiarità con il concetto di genere grammaticale, questa panoramica potrebbe esservi utile). Un'eccezione degna di nota è papa ("papa"), che è un nome maschile di prima declinazione.

venerdì 25 luglio 2025

Un singolo rifiuto di dare la Comunione ha fatto eco in tutto il mondo

Val la pena questa ulteriore riflessione su un caso già esaminato qui.
Un singolo rifiuto di dare la Comunione ha fatto eco in tutto il mondo

C'è un tragico scenario che si ripete costantemente ovunque. L'aborto, il "matrimonio" omosessuale o la legislazione sul suicidio assistito avanzano nei parlamenti di tutto il mondo. I vescovi rilasciano deboli dichiarazioni contro queste misure. I politici cattolici “liberal” votano a favore di queste leggi immorali, ma continuano poi a godere di buona reputazione nelle loro parrocchie, ricevendo la Santa Comunione.

Tuttavia, gli esponenti della Chiesa si chiedono perché la devozione all’Eucaristia stia diminuendo.

È un copione vecchio, logoro, che scandalizza innumerevoli cattolici e trasmette il messaggio che gli atti pubblici malvagi non hanno conseguenze. Tratta la Santa Comunione come una mera pratica, senza alcun riguardo per la Presenza Reale di Nostro Signore Gesù Cristo.

Una nuova fuga di notizie sfida (ancora una volta) la narrazione vaticana

Nella nostra traduzione da OnePeterFive. Si fanno delle ipotesi sulla sorte della Messa antica. Qui l'indice degli articoli sulla Traditionis custodes e restrizioni siccessive.

Una nuova fuga di notizie sfida (ancora una volta) la narrazione vaticana

In tutti gli anni di Papa Francesco, devo credere che ci siano stati molti uomini buoni a Roma che hanno cercato di fare il possibile. Per esempio, la nota anonima del Cardinale Pell al Cardinalato [qui] in cui denunciava il pontificato di Francesco [qui denunciava incubo tossico]. Come ho già detto, un vescovo mi ha detto al Congresso Eucaristico di Indianapolis, negli Stati Uniti, che il movimento Tradizionalista gode in realtà di un ampio sostegno tra i vescovi. Ma questi uomini buoni sono o codardi, o astuti come serpenti, e giocano le loro carte al momento giusto nel pantano della politica vaticana.

Leone XIV approva la messa antica in una diocesi del Texas

Nella nostra traduzione da OnePeterFive. Eppur, qualcosa,  si muove... ma non siamo ancora certi di nulla!

Leone XIV approva la messa antica in una diocesi del Texas

Fin dalla festa dell'Apparizione di San Michele (pre-55), quando fu eletto Papa Leone XIV, la comunità tradizionalista mondiale  si è chiesta, facendo riferimento a lui, cosa avrebbe fatto dell'antico Rito Romano, la liturgia apostolica della città di Roma. In particolare, Papa Leone XIV canta e celebra la sua Messa (entrambe cose che Papa Francesco non ha mai fatto o ha fatto raramente) e il latino del Santo Padre è superbo. Circolavano voci secondo cui il Cardinale Prévost stesso celebrasse la Messa in latino, ma non ho mai visto queste voci confermate (se ciò avvenisse, vi prego di farmene conoscere una fonte attendibile).

Invece, Papa Leone ha dichiarato esplicitamente di voler proseguire i progetti cari a Papa Francesco, inclusa la "sinodalità" (qualunque cosa significhi per Sua Santità: lo dirà il tempo). Ma non ha fatto nulla di esplicito riguardo alla Traditionis Custodes ... fino ad ora.

giovedì 24 luglio 2025

Caso Georgiev. Alla guerra come alla guerra!

Qui l'indice degli articoli sulla guerra in Ucraina.
Caso Georgiev. Alla guerra come alla guerra!

Vogliamo ancora una volta scivolare dalla montagna del sapone e pensare che quel che ci viene venduto non siano infatti solo bolle di sapone? Picierno, Maggi e tutti quegli altri figuranti che si sono affrettati a sottoscrivere la petizione contro il grande direttore d’orchestra Georgiev sono le truppe cammellate di quel potere che si è impossessato dell’Europa e che per logiche estranee a qualsiasi buon senso se non a quello della perversa quanto cogente determinazione di interessi afferenti al mondo del capitale finanziario a forte trazione globalista, lavora perché la Russia sia ridotta a frantumi. Perché così deve essere.

I Cattolici, la Verità e il fine vita

Espunta la dimensione spirituale dell'essere umano, si cercano soluzioni puramente psicologiche a problemi che sono prima di tutto morali e spirituali. Chi vive senza Dio, chi non ha la preghiera come rifugio, chi non sa che ogni croce ha un significato nell'economia della salvezza, è inevitabilmente più esposto alla disperazione quando arrivano le prove. La prevenzione del suicidio dovrebbe partire proprio da qui: dal riportare Cristo al centro delle nostre vite, dal riscoprire il valore sacro dell'esistenza umana, dal capire che ogni dolore può diventare partecipazione alla passione di Gesù. Invece assistiamo a una società che ha espulso Dio dalla quotidianità e poi perde il senso della vita. Precedente quiQui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.

I Cattolici, la Verità e il fine vita

“L’obbedienza del cattolico si è tramutata in un’infinita docilità a tutti i venti del mondo”. Così Nicolás Gómez Dávila ha brillantemente sintetizzato la contemporanea deriva al ribasso dei cattolici che invece di seguire l’eterno preferiscono adattarsi alle mode e alle ideologie del mondo. I cattolici, in sostanza, sono sempre più propensi a seguire in discesa il mondo anziché faticosamente inseguire in salita la verità. Del resto, il fatto in sé non è di certo nuovo: dei dodici apostoli soltanto uno si ritrovò in ginocchio ai piedi della verità crocifissa, mentre gli altri in un modo o in un altro, anche se temporaneamente, si dileguarono. Il canovaccio ritorna quanto mai attuale sul tema del fine vita in approdo al Senato, per il quale larga parte dell’associazionismo cattolico milita in senso favorevole sull’assunto che sarebbe meglio una legge del centrodestra, piuttosto che una peggiore proposta dal mondo progressista. Sul punto alcune osservazioni. Posto che l’esistenza degli orrori progressisti non è di per sé legittimante per gli errori di tutti gli altri, ci sono specifici motivi di ordine dottrinale, magisteriale e logico per cui i cattolici dovrebbero opporsi ad una legge sul fine vita invece di assecondarla.

Nel feudalesimo il sistema economico della cristianità era molto più di un sistema economico

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis
Chesterton sul vero cuore del feudalesimo
Il sistema economico della cristianità era molto più di un sistema economico

La "Panoramica sull'IA" di Google fornisce un'ottima sintesi di tutti gli aspetti negativi del feudalesimo, insieme a un elenco di fonti (Unacademy, Fiveable, Brainly e Quora) che potrei usare come esempio quando insegno ai miei studenti come non condurre mai e poi mai una ricerca seria. Ciò che l'IA di Google (che sta per "anti-intelligenza") sembra non capire è che le argomentazioni non sono efficaci se costruite sui presupposti vacillanti e sulle banalità decadenti dell'Occidente moderno e laico.

" Gli individui erano in gran parte confinati nella classe sociale in cui erano nati, ostacolando l'innovazione e lo sviluppo economico ": così generica da non significare nulla, questa affermazione presuppone anche che "l'innovazione" sia intrinsecamente positiva e implica che la prosperità richieda "sviluppo" piuttosto che stabilità. I popoli medievali, liberi dall'impero delle menzogne del consumismo, comprendevano più facilmente che le cose che ci rendono veramente felici – la fede, la liturgia, la musica, la poesia, la comunità, la famiglia, l'amore coniugale, il buon cibo, i prati verdi, i cieli stellati – sono vecchie come il mondo e non richiedono innovazione. Anzi, è sempre più chiaro che l'innovazione minaccia e distrugge queste cose.

mercoledì 23 luglio 2025

Paolo VI giocava su due tavoli

Paolo VI giocava su due tavoli

Il padre Louis Bouyer, pastore protestante convertito alla Chiesa cattolica VS il vescovo Annibale Bugnini, mandarino subdolo e protetto di Montini, Paolo VI, distruttore della Santa Messa gregoriana.
Paolo VI giocava su due tavoli, fingendo di difendere la Santa Messa, mentre dava tutta l'autorità a Bugnini. Che fosse o meno un mandilone è irrilevante, gli effetti sono stati disastrosi.

Padre Bouyer racconta:
«Ho scritto al Santo Padre, Paolo VI, per presentargli le mie dimissioni da membro della Commissione incaricata della riforma liturgica. Il Santo Padre mi ha convocato immediatamente:

PAOLO VI: Padre, lei è un'autorità indiscutibile per la sua profonda conoscenza della liturgia e della Tradizione della Chiesa, e uno specialista in questo campo. Non capisco perché presenti le sue dimissioni, dato che la sua presenza non solo è preziosa, ma indispensabile.

Leone XIV parla con Netanyahu. Confronto tra Israele e la Santa Sede.

Qui l'indice degli articoli sulla questione mediorientale.
Leone XIV parla con Netanyahu.
Confronto tra Israele e la Santa Sede.

Leggo sul Corriere che papa Leone XIV ha parlato al telefono con Netanyahu con "toni irritati". Si accenna all'incubo che il Medio Oriente diventi l'epicentro di tutti i conflitti.

Ma quel ch'è ancora più interessante e significativo è il successivo intervento di Parolin, chiaramente concordato parola per parola col Pontefice; il che, nel certificare che la telefonata non basta a cancellare quanto è avvenuto negli ultimi giorni e mesi, segna anche il recupero della Segreteria di Stato vaticana come cuore del governo della Santa Sede dopo gli anni convulsi di Francesco, confermando una lettura condivisa e coordinata della strategia mediorientale. Ed anche il giudizio netto e duro dopo il bombardamento israeliano della chiesa cristiana della Sacra Famiglia a Gaza.

La lingua della Santa Comunione nell'Inghilterra medievale insegna la loro fede eucaristica

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis riflettiamo una volta in più sul senso autentico dell'Eucaristia. Gli esempi e le espressioni linguistiche destinate a lettori anglofoni non sminuiscono il fascino e l'interesse del discorso oggettivo che alimenta la nostra riflessione. Amo l'Autore proprio per questo. Il linguaggio e il nostro esprimerlo ci forma, ci trasforma e forgia la realtà che viviamo. Ed è lo strumento di cui abbiamo bisogno per impadronirci e interiorizzare nella loro autentica ricchezza i tesori della nostra fede.

La lingua della Santa Comunione nell'Inghilterra medievale
Le loro parole eucaristiche ci insegnano la loro fede eucaristica

Ultimamente abbiamo riflettuto sulla lingua dell'Inghilterra anglosassone. Con l'aiuto di una mappa metaforica, abbiamo esplorato i pensieri e le percezioni dei cristiani dell'alto medioevo, esaminando singole connessioni metaforiche [qui] e tendenze metaforiche nell'inglese antico [qui]. Vorrei continuare questo esercizio di studio approfondito della lingua, concentrandoci però su un aspetto specifico e altamente significativo della vita nell'Inghilterra medievale: la Santa Eucaristia. Cosa possiamo imparare dalle parole e dalle frasi che gli inglesi del Medioevo usavano quando parlavano, scrivevano e riflettevano su questo sacramento meraviglioso e misterioso?(1)

La devozione eucaristica in Occidente è cambiata parecchio nel corso dei secoli, e sebbene gran parte di ciò mi sembri la sana e graduale maturazione caratteristica degli esseri viventi, non è così per tutti. E oltre alla crescita, c'è stato anche un declino. In effetti, se le statistiche sono attendibili, la situazione che circonda la fede nella Santa Eucaristia è disastrosa. L'uso del linguaggio ha giocato un ruolo in questo, e credo che il linguaggio eucaristico dell'Alto e Alto Medioevo sia un rimedio che ci aiuta a rinnovare la nostra comprensione e il nostro rapporto con il sacramento del Corpo e del Sangue di Cristo.

martedì 22 luglio 2025

Attualità / Due considerazioni a margine dell'inchiesta per corruzione a Milano

Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
Due considerazioni a margine
dell'inchiesta per corruzione a Milano


Penso che dica bene l’architetto Maurizio Lai quando sostiene che l’urbanizzazione intensiva di Milano è stata più che un’operazione utile ai cittadini una grande manovra speculativa tesa a portare la città a un totale svuotamento. Una città secondo l’architetto, diventata una fabbrica espansa a livello urbano, che funziona dal lunedì al venerdì.

Una città senz'altro interessante per aziende, operatori, interessi di persone che arrivano da ogni parte del mondo e tutti gli ammiratori della “global city”, ma sicuramente ostica, forse meglio dire meglio ostile, alla comune popolazione, che non a caso è andata via (espulsa).

Liberalmente corretto/ Il suicidio della scuola italiana

Precedente qui. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
Liberalmente corretto/ Il suicidio della scuola italiana

Ai tanti primati italiani tocca aggiungerne un altro: l’egualitarismo più estremo. La dottrina politica aveva già partorito la brillantissima idea che l’uguaglianza dei diritti e dei doveri fosse poca cosa e di rilevanza solo “formale”, sicché fosse necessario livellare il reddito di tutti, al fine di pervenire all’uguaglianza “sostanziale”. Inutile precisare che a siffatta uguaglianza utopistica non si è pervenuti in alcun contesto storico-politico, malgrado dosi sempre più massicce di autoritarismo siano state impiegate per realizzare la “livella”.

Mons. Strickland: «Il voto sull’aborto nel Regno Unito. Un massacro legalizzato»

Dichiarazione del vescovo Joseph E. Strickland sul voto della Camera dei Comuni del Regno Unito per consentire l’aborto fino alla nascita. Il degrado del nostro tempo si diffonde in maniera esponenziale. Qui l'indice dei precedenti.

Mons. Strickland: «Il voto sull’aborto nel Regno Unito. Un massacro legalizzato»

Con profonda indignazione, condanno il voto della Camera dei Comuni del Regno Unito che consente l’aborto fino al momento della nascita: una decisione così barbara, così priva di coscienza, che sfida la nozione stessa di civiltà.

Questa non è legislazione, è un massacro legalizzato. È il freddo e calcolato permesso di strappare bambini innocenti dal grembo materno alle soglie della vita. Che tipo di nazione, che tipo di popolo, considera un bambino completamente formato e lo definisce sacrificabile? Che tipo di parlamento dichiara aperta la caccia ai più vulnerabili e lo definisce «scelta»?

Colligite Fragmenta / VI Domenica dopo Pentecoste

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la meditazione settimanale di p. John Zuhlsdorf, sempre nutriente e illuminante, che ci consente di approfondire, durante l'ottava, i doni spirituali della domenica precedente qui

Colligite Fragmenta / VI Domenica dopo Pentecoste

La sesta domenica dopo Pentecoste offre la ricchezza della Lettera ai Romani e del Vangelo di San Marco. Il Missale Romanum del 1962 presenta queste letture non isolatamente, ma come un'unità liturgica, rivelando la profondità della vita cristiana nella sua dimensione pasquale: morire e risorgere in Cristo, ed essere nutriti nel deserto dalla Sua mano misericordiosa.

Una nota personale. Provo grande soddisfazione nello scrivere questi saggi. Mi dà molto da imparare preparandoli. Sant'Agostino, commentando il Vangelo di questa domenica ( s. 95), che descrive la seconda [moltiplicazione  dei pani e dei pedci] alimentazione delle moltitudini, i 4000, dice:

lunedì 21 luglio 2025

Giusto bloccare l’OMS, ma attenzione alle vie traverse e subdole dell'Unione Europea

Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
Giusto bloccare l’OMS, ma attenzione
alle vie traverse e subdole dell'Unione Europea


Il recente rigetto, da parte del Governo Meloni, degli emendamenti proposti al Regolamento Sanitario Internazionale (RSI) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) rappresenta, sul piano politico, un atto di resistenza meritevole di apprezzamento.
In un contesto nel quale le organizzazioni sovranazionali spingono per un incremento delle proprie competenze in materia sanitaria, a scapito dell’autonomia decisionale degli Stati, la posizione assunta dall’Italia riafferma un principio essenziale: la salute pubblica, quale espressione della sovranità nazionale, deve essere disciplinata nel rispetto dei diritti costituzionalmente garantiti e del principio democratico.

Imparare il latino liturgico, lezione 2

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis, continuiamo ad approfittare del lavoro di uno dei tanti appassionati studiosi d'oltreoceano Per chi è completamente digiuno di latino e ha interesse a colmare questa lacuna, così diffusa nelle ultime generazioni — e purtroppo anche tra i sacerdoti —, può trovare i rudimenti indispensabili per comprendere il latino ecclesiastico e porre le basi di un maggiore approfondimento in genere favorito dalla frequentazione delle liturgia dei secoli. Un piccolo inconveniente è dato dalla taratura per lettori anglofoni, ad esempio riguardo alla pronuncia; ma penso agevolmente colmabile dall'efficacia del metodo. Qui l'indice degli articoli dedicati alla Latina Lingua.

Imparare il latino liturgico, lezione 2

Pronuncia
La settimana scorsa [qui] ho trattato gran parte di ciò che volevo dire sulla pronuncia, ma c'è un altro dettaglio di cui dobbiamo discutere. A volte vedrete il latino scritto con linee orizzontali sopra alcune vocali. Ecco un esempio tratto dall'elenco del vocabolario di base del Dickinson College :

Queste linee orizzontali sono chiamate macron [una linea orizzontale posta sulla vocale che indica la vocale lunga. Nell'immagine, esempio: coniugazione di fare -ndT] e indicano se la vocale è "lunga" o "breve" (questa è la terminologia standard, sebbene la differenza non riguardi solo la durata del suono vocalico). Tuttavia, se date un'occhiata alla guida alla pronuncia che ho menzionato la settimana scorsa, non troverete nulla sulle vocali lunghe e brevi; "a" è sempre come "a" in "father", "i" è sempre come "i" in "machine", ecc. Cosa succede? Il latino classico aveva vocali lunghe e brevi. Il latino ecclesiastico può, in teoria, avere vocali lunghe e brevi, ma per quanto ne so, la distinzione viene ignorata in contesti di vita reale come la liturgia. Infatti, Padre Michael De Angelis ha affermato che non esiste alcuna distinzione di lunghezza vocalica nel latino ecclesiastico:

domenica 20 luglio 2025

Mons. Viganò 'Solve et coagula' / Stephen Kokx intervista l'Arcivescovo Viganò

Qui l'indice dei precedenti e correlati.
2025, Interviste
Mons. Carlo Maria Viganò
Solve et coagula
Stephen Kokx intervista l'Arcivescovo Viganò

Tutte le domande e le risposte dell’intervista saranno pubblicate su questa pagina man mano che verranno pubblicate da Kokx News, che ne detiene i diritti esclusivi. Per ogni puntata viene indicato anche il link originale.

Domanda 1
Pubblicata su KokxNews il 18 Luglio 2025

Link
Stephen Kokx – Eccellenza, molte delle decisioni di Prevost indicano che egli desidera continuare sulla strada eretica dei suoi predecessori, in particolare il percorso sinodale tracciato da Jorge Bergoglio. Molti sembrano credere che sia necessario “concedergli tempo” e “nutrire speranza” che le cose migliorino. Allo stesso tempo, sembra che l’agenda di Prevost sia piuttosto chiara e che il silenzio o il “concedergli il beneficio del dubbio” – pur dando un’immagine più positiva del suo regno – possa essere un’occasione di scandalo di omissione e/o di false speranze. Cosa ne pensate di queste argomentazioni e come dovrebbero considerare i cattolici questo “pontificato” a poco più di due mesi dall’inizio?

Marcello Veneziani/ E l’Italia perduta fu ritrovata a Fiume

L'articolo risale al 2019, ma quanto è più in tema oggi che la nostra identità e la nostra storia sono sempre più misconosciute anche da chi speravamo le difendesse. Basti pensare ad Amatrice (e dintorni), dopo anni, ben lontana dalla rinascita e a 10 miliardi, ennesimo stanziamento per l'Ucraina. Ma purtroppo questa è solo la punta dell'iceberg di un eurocentrismo tecnocratico anticristiano e dunque antiumano.

E l’Italia perduta fu ritrovata a Fiume

Chiamateli pazzi, ridicoli, anacronistici. Chiamateli neofascisti, come hanno già fatto le tv e i croati, per prendere le distanze e sentirsi a posto con la coscienza. Ma quei tre ragazzi fermati a Fiume, perché hanno innalzato la bandiera italiana sul Palazzo del Governatore, nel centenario dell’impresa dannunziana di Fiume, a me fanno simpatia, forse invidia. Anzi ammirazione. Ho incerte notizie sull’accaduto, non so nulla di loro, ma ne avessimo di ragazzi pronti a rischiare per una causa persa, e nobile; non per i soldi, non per i selfie, ma per quel pazzo amore che è l’amor patrio, per memoria storica e gloria letteraria. Ne avessimo di ragazzi fuori formato, anzi extra format.

Domenica VI dopo la Pentecoste (Dóminus fortitúdo plebis suae)

Qui trovate l'Ordinario e qui il proprio della Santa Messa. Meditiamo sulla Liturgia del giorno con dom Prospero Guéranger, quasi come una lectio divina e assimilandone anche il valore pedagogico. Lo ripropongo perché dà l'opportunità di approfondire per chi già conosce o di conoscere per chi leggesse solo ora.

Dominica VI post Pentecosten
("Dóminus fortitúdo")

Intróitus
(Ps 27:8-9) - Dóminus fortitúdo plebis suæ, et protéctor salutárium Christi sui est. Salvum fac pópulum tuum, Dómine, et bénedic hereditáti tuæ, et rege eos usque in sæculum.
(Ps.27:1) - Ad te, Dómine, clamábo, Deus meus, ne síleas a me: nequándo táceas a me, et assimilábor descendéntibus in lacum. Glória Patri… V Gloria Patri, et Filio, et Spiritui Sancto. Sicut erat in principio, et nunc, et semper, et in sæcula sæculorum. Amen.
Dóminus fortitúdo (usque ad Ps.).
Introito
(Sl 27:8-9) - Il Signore è la forza del suo popolo, e presidio salutare per il suo Unto: salva, o Signore, il tuo popolo, e benedici i tuoi figli, e govérnali fino alla fine dei secoli.
Sl 27:1 - O Signore, Te invoco, o mio Dio: non startene muto con me, perché col tuo silenzio io non assomigli a coloro che discendono nella tomba. V. Gloria al Padre, e al Figlio, e allo Spirito Santo. R. Come era nel principio e ora e sempre nei secoli dei secoli. Amen.
- Il Signore è la forza del suo popolo...

Il peccato di David.
L'Ufficio della sesta Domenica dopo la Pentecoste si apriva ieri sera con l'esclamazione vibrante d'un profondo pentimento. David, il re-profeta, il vincitore di Golia, vinto a sua volta dall'attrattiva dei sensi e da adultero divenuto omicida, esclamava sotto il peso del suo duplice delitto: "Ti prego, o mio Dio, perdona l'iniquità del tuo servo poiché ho agito come un insensato!" (Antifona dei Vespri).
Il peccato, quali che siano il colpevole e la colpa, è sempre debolezza e follia. L'orgoglio dell'angelo ribelle o dell'uomo decaduto non impedirà mai che la putredine di queste due parole si applichi, come una stigmata umiliante, alla ribellione contro Dio, all'oblio della sua legge, a quell'atto insensato della creatura che, chiamata ad elevarsi nelle serene sfere dove risiede il suo autore, si sottrae e fugge verso il nulla, per ricadere più in basso ancora di quel nulla da cui era uscita. Follia volontaria tuttavia, e debolezza inescusabile, poiché se l'essere creato non possiede nel suo intimo che tenebre e miseria, la somma bontà mette a sua disposizione, mediante la grazia che non manca mai, la forza e la luce di Dio.

sabato 19 luglio 2025

Immagini da Gaza di un vero Pastore

Immagini da Gaza di un vero Pastore

il card. Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, accanto ai suoi fedeli, gravemente colpiti dal raid - frutto di un presunto errore, quanto piuttosto di un vero odio anticristiano - dell'unica parrocchia latina di Gaza.

* * *

Nella Parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza
si prega il Rosario col card Pizzaballa

L’Ave Maria sussurrata tra le rovine, sgranata con mani piccole e forti.
Nel cuore martoriato della Striscia di Gaza, non c’è rumore che possa spegnere il silenzio della preghiera.
Accanto ai bambini, ai sacerdoti, alle famiglie provate da mille dolori, la Chiesa si inginocchia e spera.
Il Cardinale, seduto tra i piccoli, non guida: accompagna. Non impone: partecipa.

In quel Rosario, non solo le parole della fede, ma anche le lacrime del mondo.
“Prega per noi, adesso e nell’ora della nostra morte.”
E per chi non ha avuto neanche il tempo di dire “adesso”.
Ma questa presenza non è stata solo spirituale.
Il Cardinale Pizzaballa e il Patriarca ortodosso Teofilos III hanno attraversato una zona normalmente isolata, portando centinaia di tonnellate di aiuti: 500 tonnellate di cibo, medicinali, kit di primo soccorso ed equipaggiamenti medici urgenti, oltre ad aver coordinato l’evacuazione dei feriti verso strutture sanitarie fuori Gaza.
Mentre fuori piovono bombe, questi aiuti sono tonnellate di speranza concreta per il popolo, cristiani e musulmani, che vive tra le macerie.
Tuttavia, non basta.
Nel nome di Dio, tacciano le armi.
Nel nome dell’umanità, si fermi l’odio.
Nel nome della Chiesa, diciamo con chiarezza: nessuna ragione può giustificare l’annientamento dei più deboli. Israele, torna alla giustizia.
Palestina, conserva la speranza.
E noi, coro umile ma insistente, continuiamo a dire: Ave Maria,
per ogni lacrima, ogni bambino senza casa, ogni speranza calpestata.
don Mario Proietti

Il potere di Dio che rende verde

Nella nostra traduzione da Substack.com. All'inizio sono stata presa dall'interesse e dal fascino del testo, che ha il suo valore. Andando avanti mi sono resa conto di un tipo di conservatorismo che richiedeva alcune chiose, alle quali rimando. Precedenti, su Ildegarda di Bingen, a partire da qui

Il potere di Dio che rende verde

Viriditas II: Il Germoglio
"La Parola è vivente, essere, spirito, ogni verde, ogni creatività. Questa Parola si manifesta in ogni creatura." - Sant'Ildegarda di Bingen
Dio come giardiniere
Nella prima parte di questa serie, ho raccontato il mio viaggio dalla desolazione spirituale, attraverso il paganesimo e l'occulto, fino al riposo nel cuore di Cristo. Ho raccontato questa storia per poter testimoniare come sono stato guarito dalla grazia di Dio, che mi ha condotto all'Eucaristia con sapiente pazienza. Ha operato attraverso il mio amore per la bellezza e la terra, e attraverso il mio amore per i rituali e la magia, conducendomi infine all'amore di Cristo, l'Uomo Verde.

Tutto nella mia vita è cambiato in Cristo e nella Sua Sposa. Tutte le strane ricerche della mia esplorazione mi hanno condotto a casa, a una vocazione e a una vita che mi riempiono di gioia e significato. Ogni tana di coniglio che ho seguito mi ha condotto alla stessa grotta delle meraviglie. Ogni sofferenza mi ha condotto alla Croce.

Perché i religiosi della Chiesa dovrebbero tornare alla liturgia tradizionale

Nella nostra traduzione da New Liturgical MovementScrive Peter Kwasniewski: "Una volta ho ricevuto una lettera da un superiore religioso che spiegava che la sua comunità stava tranquillamente integrando la messa tradizionale latina nella sua vita, con diversi membri più giovani che imparavano la messa e iniziavano ad approfondire il breviario. Tutti ne traevano beneficio, ma sentivano di avere molto altro da imparare. Mi ha chiesto consigli e consigli di lettura. Ha anche notato che, mentre alcuni prelati li avevano incoraggiati a imparare il TLM, altri li avevano fortemente scoraggiati, e mi hanno chiesto perché pensassi che ci fosse una divisione così netta tra i prelati. Ecco cosa ho risposto." 

Perché i religiosi della Chiesa
dovrebbero tornare alla liturgia tradizionale


Caro Padre,
grazie per la sua lettera così gentile e incoraggiante.

Le questioni che solleva sono enormi e anche molto delicate. Il problema è che, per dirla con franchezza, quando si inizia ad addentrarsi nella grande tradizione liturgica, non si può fare a meno di notare tutti i modi in cui essa è ovviamente superiore, dal punto di vista dell'offrire degnamente adorazione e lode a Dio, nel coltivare le giuste disposizioni interiori ed esteriori e nell'edificare tutti coloro che vi partecipano. L'antica liturgia si è lentamente sviluppata come un grande inno di gloria al Dio onnipotente, all'umanità del Salvatore e all'opera invisibile dello Spirito Santo. È flessibile, generosa, meditativa, profonda e poetica. (Parlo ora sia della Messa che dell'Ufficio, e in effetti di tutti i riti sacramentali e delle benedizioni).

venerdì 18 luglio 2025

VARIAZIONE dell’orario della Santa Messa di domenica 20 luglio a Bergamo

Qui il calendario del mese.
Carissimi amici in Cristo,
vi comunico che la Santa Messa di domenica 20 luglio (VI domenica dopo Pentecoste) sarà anticipata alle ore 9:00 per evitare la sovrapposizione con la celebrazione parrocchiale.
Un saluto nel Signore.
Comitato Summorum Pontificum di Bergamo

No ad una legge sul suicidio assistito. Votare per una legge ingiusta significa accettare l’ingiustizia

Volentieri pubblico l'articolo che segue, dell'Osservatorio card. Van Thuân, segnalato da prof. Stefano Fontana.
No ad una legge sul suicidio assistito.
Votare per una legge ingiusta significa accettare l’ingiustizia


Il 17 luglio inizia in Senato la discussione del disegno di legge (ddl) sul “suicidio assistito” proposto dalla maggioranza. Molti sostengono che una legge su questo argomento e in presenza di alcune limitazioni possa e debba essere votata anche da un parlamentare cattolico che voglia rifarsi sia ai dettami della sua fede che ai principi della ragione. A questo fine si sostiene, da un lato, che si tratti di un dovere del Parlamento, dopo che la Corte costituzionale ha depenalizzato la fattispecie e ha rimandato al Parlamento il compito di legiferare nella nuova situazione così creatasi. Dall’altro, si pensa che il ddl in questione sia la proposta legislativa più rispettosa dei principi etici e che ponga più paletti agli abusi rispetto ad altre proposte di legge molto più spinte.
Il nostro Osservatorio è contrario a questa visione delle cose e ritiene che tale legge non possa, in retta coscienza, essere votata da un parlamentare cattolico né da nessuno di buona volontà.