Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 13 novembre 2025

Don Claude Barthe. Infallibilità e sinodalità

Ringraziamo Res Novae – Perspectives romaines per la segnalazione dell'articolo che segue.
Infallibilità e sinodalità

Nella sua catechesi del 27 settembre, papa Leone XIV ha affermato: «I piccoli intuiscono. Hanno il sensus fidei, che è come un “sesto senso” delle persone semplici per le cose di Dio. Dio è semplice e si rivela ai semplici. Per questo c’è un’infallibilità del Popolo di Dio nel credere, della quale l’infallibilità del Papa è espressione [nostro corsivo] e servizio». Quale portata attribuire a queste parole?

Conviene dare uno sguardo nello specchietto retrovisore teologico a ciò che veniva tradizionalmente insegnato a proposito delle differenti istanze di infallibilità ed anche considerare il contesto attuale della sinodalità.

mercoledì 12 novembre 2025

Il vescovo Athanasius Schneider risponde alla nuova Nota dottrinale del Vaticano sui titoli mariani di “Corredentrice” e “Mediatrice di tutte le Grazie”

Nella nostra traduzione da Substack,com, un articolo di Diane Montagna che riporta le affermazioni del Vescovo Schneider sulla recente Nota vaticana: “I Santi, i Dottori e il Magistero ordinario della Chiesa non potevano sbagliarsi.”. Qui l'indice dei precedenti.

Il vescovo Athanasius Schneider risponde alla nuova Nota dottrinale del Vaticano sui titoli mariani di “Corredentrice” e “Mediatrice di tutte le Grazie”

ROMA, 10 novembre 2025 — Il vescovo Athanasius Schneider si esprime in merito alla nuova nota dottrinale del Vaticano sui titoli mariani, affermando che non è possibile che i santi, i dottori e i papi della Chiesa abbiano per secoli “sviato i fedeli attraverso un uso costantemente inappropriato” dei titoli “Corredentrice” e “Mediatrice di tutte le Grazie”.

La nota dottrinale, pubblicata il 4 novembre dal Dicastero per la Dottrina della Fede e intitolata Mater Populi Fidelis, afferma riguardo all’uso del titolo mariano “Corredentrice”:

Leone XIV annuncia un Concistoro straordinario

Si può sperare che con il preannunciato Concistoro straordinario inizi finalmente, nel bene, il pontificato di papa Leone XIV e si assista al ritiro dell'alluvione Bergogliana?
Leone XIV annuncia un Concistoro straordinario

Apprendiamo che Leone XIV ha indetto un concistoro che di terrà il 7 e 8 gennaio 2026, chiamando a raccolta i cardinali da tutto il mondo. Dovrebbe essere un concistoro straordinario, cioè un incontro destinato a discutere «questioni di particolare gravità» o «particolari necessità della Chiesa», del quale non è ancora noto l'ordine del giorno.

La decisione sembra rispondere all'esigenza di molti porporati, espressa durante l’ultimo conclave, di essere maggiormente coinvolti nella vita e nella guida della Chiesa universale; il che si era sempre più diradato fino ad interrompersi nel precedente pontificato, in parte sostituito dal lavoro del cosiddetto “C9” l'innovativo gruppo ristretto di cardinali che affiancava direttamente il Pontefice nel governo della Chiesa (vedi).

Colligite Fragmenta: Dedicazione di San Giovanni in Laterano

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la consueta meditazione settimanale di p. John Zuhlsdorf che, nell'ottava, ci aiuta ad approfondire i doni spirituali della Messa della Domenica precedente qui.

Colligite Fragmenta:
Dedicazione di San Giovanni in Laterano


Domenica si celebra la Festa della Dedicazione dell’Arcibasilica Papale del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista, che noi conosciamo come San Giovanni in Laterano.

Papa Benedetto XVI, in un’omelia per questa festa, ha scritto:
In questo tempio di pietra vediamo riflesso il tempio spirituale che è la Chiesa, composta di pietre vive, uomini e donne santificati dalla grazia di Cristo… La dedicazione di una chiesa è per eccellenza una festa della fede; ci ricorda che la casa di Dio non è semplicemente un edificio, ma che noi stessi siamo il tempio dello Spirito Santo.
La Cattedrale di Roma fu solennemente consacrata il 9 novembre 324.

martedì 11 novembre 2025

Mons. Viganò. 'Fremet et tabescet' /A proposito della scandalosa Nota dottrinale “Mater populi fidelis”

Titolo: citazione dal Salmo 111 [qui]. Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati. 
Mons. Carlo Maria Viganò
Fremet et tabescet
A proposito della scandalosa Nota dottrinale “Mater populi fidelis

La Nota Dottrinale presentata nei giorni scorsi in Vaticano con il solo incipit in latino, Mater populi fidelis (qui), costituisce l’ennesimo, scandaloso affronto di una Gerarchia traditrice e deviata, che da oltre sessant’anni, in un inarrestabile crescendo usa la propria autorità per imporre speciosamente ai Cattolici le proprie deviazioni dottrinali e morali, allo scopo di smantellare la Chiesa Cattolica e perdere le anime. La fretta – si direbbe quasi la furia – di distruggere è tale, da rendere evidenti anche le contraddizioni esistenti all’interno della stessa compagine sinodale, affetta da un significativo bipolarismo patologico: da una parte essa dichiara improprio il titolo mariano di Corredentrice attribuito alla Vergine Maria, e dall’altra promuove doctor Ecclesiæ John Henry Newman, che quel titolo aveva difeso contro gli Anglicani dopo il loro attacco al dogma dell’Immacolata Concezione.

L'intuizione artistica di Tintoretto sul dono supremo di Cristo nella Santa Eucaristia

Nella nostra traduzione da Substack.com. Una straordinaria rappresentazione dell'Ultima Cena.
L'intuizione artistica di Tintoretto
sul dono supremo di Cristo nella Santa Eucaristia


Jacopo Robusti, altrimenti noto come Tintoretto (1519–1594), potrebbe non essere un nome familiare come Rembrandt o Van Gogh, ma, come nel caso di tanti grandi artisti, dovrebbe esserlo, soprattutto per i credenti che possono gioire e imparare dalla sua squisita arte, messa al servizio dei misteri della fede cristiana.

Tintoretto fu allievo di Tiziano a Venezia, sebbene per breve durata. Si racconta che il vecchio Tiziano riconobbe rapidamente il talento del suo allievo e, nello spirito competitivo delle botteghe rinascimentali, lo cacciò via per timore che imparasse troppi segreti del maestro e potesse rivaleggiare con lui. La precauzione fu vana, poiché l'allievo era in grado di imparare da solo.

Papa Leone e la sacra Liturgia: cosa farà?

Nella nostra traduzione da The Catholic Herald Dom Alcuin Reid (per saperne di più su di lui qui) dice la sua sulle nostre aspettative in ordine al nuovo pontificato e ci offre molti spunti interessanti. 

Papa Leone e la sacra Liturgia: cosa farà?

Quando il neoeletto Papa Leone si è presentato al balcone di San Pietro con il tradizionale abito cerimoniale papale (mozzetta rossa, rocchetto e stola, ecc.), si sono susseguiti molti commenti. Alcuni si sono chiesti se questo indichi un programma più "tradizionale", in particolare in campo liturgico. Altri hanno manifestato speranza o preoccupazione, a seconda della propria sensibilità; si è trattato di un sottile ripudio pubblico del precedente pontificato.

Sembra che non sia stato né l'uno né l'altro. L'elezione di un papa è un rito liturgico con direttive prestabilite. Il nuovo Papa ha semplicemente seguito quanto stabilito, con quella calma dignità con cui siamo abituati a vederlo svolgere i doveri del suo ufficio, in particolare nella celebrazione della Sacra Liturgia. Non ha fatto altro che quanto richiesto.

lunedì 10 novembre 2025

Il piano di Papa Leone include la messa in latino

Paix Liturgique, nella Lettera 1302 dell'8 novembre 2025, riporta un articolo di Massimo Franco dal Corriere della sera del 2 novembre. L'intento è quello di riprendere gli echi di stampa del Pellegrinaggio Summorum Pontificum. La riporto – ritradotta dal francese perché l'originale è leggibile solo per gli abbonati – visto che fa emergere con nitidezza la visuale laica progressista, in chiave politico-idelogica, che coincide con quella della Chiesa modernista.

Il piano di Papa Leone include la messa in latino
Di Massimo Franco

"Alcuni cattolici pro-Trump sostengono che Prévost abbia incontrato il cardinale Burke e gli abbia detto che apprezzava la messa in latino e che tutto sarebbe andato bene, ma è falso. La sua elezione è stata truccata..." Steve Bannon, l'ideologo di Donald Trump, stava già attaccando violentemente Leone XIV il 10 maggio 2025. Affermava che un papa americano era perfettamente allineato con l'odiato Francesco d'Argentina, la bestia nera dei tradizionalisti americani. Prevedeva uno scontro spietato dopo la sua elezione in conclave. Eppure, il 25 ottobre 2025, nella Basilica di San Pietro, il cardinale Raymond Leo Burke, fervente difensore del tradizionalismo cattolico americano, ha celebrato la prima messa in latino dopo anni di tensioni con il precedente pontificato. Lo ha fatto col permesso di Leone XIV, riducendo a nulla gran parte dell'argomentazione che il trumpismo trionfante cercava di giustificare, frustrato dal fatto che il successore di Jorge Mario Bergoglio non fosse un ultraconservatore, contrariamente alle preferenze della Casa Bianca.

La preghiera 'Memento etiam ipsis, Domine'

Conosciamo più a fondo le sublimi formule della Messa dei secoli e gli elementi che ne fanno un unicum irreformabile. Ogni semplice sfumatura è densa di significati per nulla scontati a prima vista. Minuzie, patrimonio del passato, da custodire nel presente e per il futuro. Conoscerle non è ininfluente per una fede sempre più profonda e radicata. Grande gratitudine a chi ce le offre con tanta generosa puntualità. Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement oggi ci soffermiamo sul Memento etiam ipsis, Domine. Qui l'indice degli articoli sulle formule del latino liturgico.

La preghiera 'Memento etiam ipsis, Domine'

Dopo il Supplices te rogamus [qui], il sacerdote prega:
Memento etiam, Dómine, famulórum famularumque tuárum N. et N. qui nos praecessérunt cum signo fídei, et dormiunt in somno pacis.
Ipsis, Dómine, et ómnibus in Christo quiescéntibus, locum refrigerii, lucis et pacis, ut indúlgeas, deprecámur. Per eundem Christum Dóminum nostrum. Amen.
Che traduco come:
Ricordati anche, o Signore, dei tuoi servi e delle tue serve N. e N. , che ci hanno preceduto con il segno della fede e riposano nel sonno della pace.
Ti preghiamo, Signore, di concedere a questi e a tutti coloro che riposano in Cristo un luogo di ristoro, luce e pace. Per Cristo nostro Signore. Amen.
Il linguaggio rispecchia quello della preghiera cattolica standard per i fedeli defunti: "L'eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace". Ciò che l'Ipsis, Domine in particolare aggiunge è il concetto di refrigerio o refrigerium, un termine su cui ci soffermeremo a lungo in questo saggio.

Sette lezioni dal pellegrinaggio di Ad Petri Sedem

Nella nostra traduzione da El Wanderer. Col nostro Post Scriptum.
Sette lezioni dal pellegrinaggio Ad Petri Sedem

Il 24 ottobre 2025 si è svolto presso l' Augustinianum di Roma il decimo incontro di Pax Liturgica, nell'ambito del quattordicesimo pellegrinaggio Summorum Pontificum ad Petri Sedem. Dal 2011, questi eventi riuniscono fedeli da tutto il mondo che desiderano rendere omaggio a Papa Benedetto XVI, che, dopo tanti conflitti, ha dato inizio alla pace liturgica con la pubblicazione del suo motu proprio Summorum Pontificum. Oggi presentiamo sette insegnamenti che possiamo trarne.

Lezione 1: Giovani e numeri
"Le piazze delle città si riempiranno di giovani uomini e donne". Zaccaria 8:5
Mai prima d'ora gli organizzatori dell'incontro Pax Liturgica e del pellegrinaggio Summorum Pontificum avevano dovuto gestire un tale afflusso. Dalla Basilica di San Lorenzo in Lucina alla Basilica di San Pietro, molti fedeli hanno faticato a farsi strada tra la folla e, all'interno della basilica, alcuni hanno dovuto sedersi per terra. Le foto della processione di sabato 25 ottobre, lungo Via della Conciliazione, mostrano la giovane età dei partecipanti. Mentre Mikael Corre, corrispondente permanente di La Croix a Roma, parla di circa mille fedeli (la polizia italiana, da parte sua, stima il numero dei pellegrini in tremila), non nega la giovane età di questa folla. 

domenica 9 novembre 2025

L’anima delle pietre: la verticalità perduta dell’Europa

Le cattedrali e i borghi d’Europa raccontano l’anima di un continente che guardava in alto. Oggi, nel trionfo del vetro e del cemento, quella verticalità spirituale sembra smarrita. L’articolo esplora il valore simbolico e culturale dell’architettura europea, dalle cattedrali gotiche ai borghi medievali, come espressione di un’anima che tendeva verso l’alto. La modernità, sostituendo la verticalità con la funzionalità, ha spento il dialogo tra l’uomo e il divino. Solo riscoprendo il senso spirituale delle pietre l’Europa potrà ritrovare sé stessa. Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.

L’anima delle pietre: la verticalità perduta dell’Europa

L’anima che parlava nelle pietre
Ogni pietra d’Europa racconta una storia. Non serve leggere un libro o citare un trattato: basta camminare in una piazza medievale o entrare in una cattedrale per sentire che quelle architetture non furono costruite solo per abitare, ma per elevare.
Le pietre erano preghiere scolpite, silenzi che parlavano al cielo. Ogni arco, ogni campanile, ogni prospettiva era parte di una pedagogia della bellezza, nata per ricordare all’uomo che la sua vita non finisce dove tocca il suolo.
L’Europa aveva imparato a costruire non per l’utile, ma per il senso.
Le città si ergevano come organismi spirituali, ordinate secondo gerarchie simboliche: la cattedrale al centro, poi la piazza, il mercato, le case. Tutto respirava un’armonia tra la fede, l’arte e la comunità. Era un linguaggio condiviso, in cui l’architettura diventava una catechesi di pietra.

Domenica 9 novembre 2025. Dedicazione dell'Arcibasilica del Santissimo Salvatore

San Giovanni in Laterano, "Omnium Urbis et Orbis Ecclesiarum Mater et Caput". Vedi anche qui. Questa domenica è la 22ª domenica dopo Pentecoste, ma anche la festa della Dedicazione dell'Arcibasilica del Santissimo Salvatore, che è una festa di seconda classe. Secondo le rubriche utilizzate con il Missale Romanum del 1962, le domeniche dopo Pentecoste cedono il passo alle feste di prima classe e alle feste di Cristo di seconda classe. Pertanto, i testi propri di questa domenica sono tratti dalla festa, e i testi propri della festa. Trovate qui l'Ordinario e qui il proprio della Santa Messa.

9 Novembre 2023: Dedicazione dell'Arcibasilica del Santissimo Salvatore
Doppio di II classe. Paramenti bianchi.
   
La dedicazione nel IV secolo.
Nel IV secolo dell'era nostra con la fine delle persecuzioni, il mondo ebbe l'impressione di pregustare la gioia dell'ingresso nella città della pace senza fine, e il contemporaneo Eusebio, all'inizio del decimo e ultimo libro della sua Storia, esclama: "Gloria all'Onnipotente, gloria al Redentore delle anime nostre". Egli va descrivendo da teste oculare l'ammirabile spettacolo delle dedicazioni delle nuove chiese sorte dappertutto. Di città in città si radunavano i vescovi e si raccoglievano le folle. Da popolo a popolo una benevolenza di mutua carità, di fede comune, di raccolta allegrezza armonizzava i cuori e l'unità del corpo di Cristo si rendeva evidente in una moltitudine animata dal soffio dello Spirito Santo, in cui si compivano le antiche profezie annunzianti una città vivente del Dio vivente in cui ogni sesso e ogni età avrebbe esaltato l'autore di tutti i beni. Come apparvero augusti allora i riti della Chiesa! La perfezione accurata che vi spiegavano i Pontefici, lo slancio della salmodia, le ispirate letture, la celebrazione dei Misteri formavano un insieme divino.

sabato 8 novembre 2025

Ultimo giorno di ottavario dei defunti/ 8 novembre: " Il fuoco che fa Dio"

Ultimo giorno di ottavario dei defunti/
8 novembre: " Il fuoco che fa Dio"

dal cap. XI–XIV del Trattato del Purgatorio: Il fuoco che divinizza, la gioia e il dolore perfetti, e l’esortazione ai viventi

L’ultimo passo dell’Ottavario è una contemplazione luminosa: l’amore di Dio che purifica è lo stesso che divinizza. Caterina, ormai totalmente trasformata dal fuoco interiore, comprende che la pena non è altro che un atto d’amore spinto fino alla fine. Nel Purgatorio, l’anima non solo viene mondata da ogni imperfezione, ma diventa conforme a Dio, partecipando del suo stesso modo di amare. È il compimento della beatitudine preparata dal Sangue di Cristo, che “lava e trasfigura”. In queste pagine, la Santa si fa voce della speranza universale: nulla di ciò che è toccato da Dio resta imperfetto.

Caterina scrive: «Vedo sì gran conformità di Dio con l’anima, che quando la vede in quella purità nella quale Sua Maestà le creò, le dà un certo modo attrattivo d’affocato amore... Dio la tiene tanto al fuoco, che le consuma ogni imperfezione e la conduce alla perfezione di ventiquattro carati. Quando è purificata resta tutta in Dio, senza alcuna cosa in sé propria, e il suo essere è Dio. [...] Le anime in Purgatorio hanno contento grandissimo e pena grandissima, e l’una cosa non impedisce l’altra.» (Trattato del Purgatorio, cap. XI–XIV).

Imparare il latino liturgico, lezione 17

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis proseguono le lezioni settimanali sul latino liturgico. Clicca qui per l'elenco di tutte le lezioni precedenti.

Imparare il latino liturgico, lezione 17
Et ecce vir nomine Zachaeus


Clicca qui per l'elenco di tutte le lezioni precedenti.

La lezione della scorsa settimana [qui] ha presentato molte nuove informazioni sui verbi latini. Ora abbiamo familiarità con le coniugazioni del presente, del modo indicativo e della forma attiva per i verbi di tutte e quattro le coniugazioni, e nella lezione di oggi voglio continuare questo argomento molto importante. Più specificamente, voglio rafforzare le coniugazioni che abbiamo imparato, mostrandovi anche che queste coniugazioni del presente, del modo indicativo e della forma attiva possono aiutarvi a comprendere le frasi latine anche quando i verbi non sono al presente, al modo indicativo o alla forma attiva.

Per fare questo, discuteremo alcuni verbi presenti nella Messa di questa domenica, che è la 22ª domenica dopo Pentecoste, ma anche la festa della Dedicazione dell'Arcibasilica del Santissimo Salvatore [Quella a cui ci prepariamo vedi -ndT], che è una festa di seconda classe. Secondo le rubriche utilizzate con il Missale Romanum del 1962, le domeniche dopo Pentecoste cedono il passo alle feste di prima classe e alle feste di Cristo di seconda classe. Pertanto, i testi propri di questa domenica sono tratti dalla festa, e i testi propri della festa sono i testi che useremo in questa lezione.

venerdì 7 novembre 2025

Mons. Strickland. Lettera pastorale sulla Beata Vergine Maria, Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie

Il grande Vescovo J. Strickland DIFENDE, con estrema chiarezza, Maria Corredentrice e Mediatrice. Qui l'indice dei numerosi precedenti. A partire da qui e qui precedenti su Maria Corredentrice

Lettera pastorale sulla Beata Vergine Maria,
Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie


Cari fratelli e sorelle in Cristo,
il 4 novembre 2025 la Santa Sede ha pubblicato una Nota dottrinale attraverso il Dicastero per la Dottrina della Fede (DDF) intitolata Mater Populi Fidelis, firmata dal Prefetto della Dottrina della fede, Cardinale Victor Manuel Fernandez.

Nel documento, il cardinale Fernandez dichiara che «non sarebbe appropriato usare il titolo di “Corredentrice” per definire la cooperazione di Maria». La ragione addotta è che tale titolo «rischia di oscurare l'unicità della mediazione salvifica di Cristo e può quindi creare confusione e uno squilibrio nell'armonia delle verità della fede cristiana...» (paragrafo 22).

Poiché molti fedeli sono turbati da queste parole e poiché l'amore per la Beata Vergine è il cuore pulsante dell'autentica fede cattolica, mi sento in dovere, come successore degli Apostoli, di riaffermare l'insegnamento perenne della Chiesa riguardo alla singolare cooperazione della Madonna nella Redenzione.

Pio X. Preghiera di riparazione alla beata Vergine Maria, Corredentrice

Preghiera di riparazione alla Beata Vergine Maria Corredentrice di San Pio X nel 1914 (con l'indulgenza). L'immagine mostra la statua di marmo della Madonna Corredentrice del Genere Umano, situata nella chiesa di San Giorgio al Velabro a Roma. La statua, realizzata dallo scultore romano Giuseppe Tonnini, è stata commissionata dal cardinale Francesco Marchetti Selvaggiani nel 1941.

INDULGENTIA C DIERUM CONCEDITUR CERTAM PRECEM B. MARIAE VIRGINI, REPARATIONIS CAUSA, RECITANTIBUS. 
Preghiera di riparazione alla beata Vergine Maria.

Vergine benedetta, Madre di Dio, volgete benigna lo sguardo dal cielo, ove sedete regina, su questo misero peccatore, vostro servo. 
Esso, benché consapevole della sua indegnità, a risarcimento delle offese a voi fatte da lingue empie e blasfeme, dall'intimo del suo cuore vi benedice ed esalta come la più pura, la più bella e la più santa di tutte le creature. 
Benedice il vostro santo nome, benedice le vostre sublimi prerogative di vera Madre di Dio, sempre Vergine, concepita senza macchia di peccato, di corredentrice del genere umano.
Benedice l'eterno Padre, che vi scelse in modo particolare per Figlia, benedice il Verbo incarnato, che vestendosi dell'umana natura nel vostro purissimo seno vi fece sua Madre; benedice il divino Spirito che vi volle sua Sposa. 
Benedice, esalta e ringrazia la Trinità augusta che vi prescelse e predilesse tanto da innalzarvi su tutte le creature alla più sublime altezza. 
O Vergine santa e misericordiosa, impetrate il ravvedimento ai vostri offensori e gradite questo piccolo ossequio dal vostro servo, ottenendo anche a lui, dal vostro divin Figlio, il perdono dei propri peccati. Amen - Fonte (pag,108-109)

Norcia rinasce, a partire dalla basilica benedettina. Ma come?

Leggo che finalmente a Norcia dopo nove anni risorge dalle macerie la bella basilica eretta sui resti della casa natale di San Benedetto e Santa Scolastica. 
In meno di quattro anni l'edificio è stato ricostruito interamente con tutte le attenzioni filologiche richieste dal materiale che è stato recuperato, catalogato, ricollocato (mattone per mattone) con l'aggiunta delle migliori tecnologie disponibili, per garantire la sicurezza antisismica dell'intera costruzione.
Tutto lascerebbe pensare ad un segnale di speranza e rinascita del sacro e non solo...
Poi però leggo anche che Il simbolo di fede, cultura e identità collettiva che per secoli ha custodito le radici spirituali dell’Europa benedettina, oggi si mostra in una veste nuova e mi imbatto in una foto dell'interno, che contrasta con la facciata che mi pare reintegrata. 

E dunque è solo un fatto di facciata: la foto è quella del nuovo "altare" della basilica e zona limitrofa (Horribilis est locus iste)...  e immagino il resto, liturgia compresa.

Con l'aria che tira sia sotto l'aspetto liturgico che sotto quello dottrinale!
Infatti la sacralità non risiede solo nei dettagli  architettonici: risiede soprattutto in un culto adeguato. Il Vaticano, dal 2021 con Traditionis Custodes, ha imposto restrizioni severe all'usus antiquior della Santa Messa. In tale contesto, ecco che un ambizioso restauro liturgico può includere esplicitamente l’adozione del rito antico come riferimento o come opzione privilegiata — specialmente in un luogo dall’intensa tradizione monastica come Norcia. Se non si pone una croce alta, un altare orientato, se tutto è pensato per la partecipazione moderna, è arte senza culto, monumento senza spirito. Che si riveli a chiare lettere se l’ordo liturgico (non solo l’architettura) sarà conforme allo spirito del Rito antiquior se Norcia si appresta ad essere un tempio dell’autoadattamento liturgico moderno. Chi ama la liturgia tradizionale — non per nostalgia, ma per fedeltà — vigili. Non basta ricostruire pietre: occorre ricostruire il culto.

giovedì 6 novembre 2025

Indice articoli su Maria Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie

 Indice articoli su Maria Corredentrice e
Mediatrice di tutte le grazie
A partire dalle recenti negazioni e
completato con ricorrenti ed esplicite affermazioni
assimilate nella Tradizione nel corso dei secoli
Sed contra (precedenti presenti nella tradizione)

Mons. Viganò. 'Humilitas' /Omelia nella festa di San Carlo Borromeo

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Mons. Carlo Maria Viganò
Humilitas
Omelia nella festa di San Carlo Borromeo

Distrutto il fondamento, crolla e rovina tutto ciò che sopra ci venne innalzato.
San Carlo Borromeo
In queste ultime settimane le vicende che hanno interessato il corpo ecclesiale ci hanno colmato di grande dolore, perché ciò che temevamo sin dai primissimi interventi di Leone ha preso corpo ben oltre ogni peggiore previsione. Abbiamo assistito al “pellegrinaggio giubilare” di attivisti LGBTQ, promosso dal loro cappellano, il gesuita James Martin e celebrato dal Vicepresidente della CEI Francesco Savino. Abbiamo visto Prevost benedire un blocco di ghiaccio e predicare la conversione ecologica per ratificare e propagandare la fantomatica emergenza climatica. Abbiamo visto il capo della chiesa d’Inghilterra ricevuto in Vaticano con tutti gli onori – e con la di lui “moglie” concubinaria – per dare nuovo impulso all’impegno per gli obiettivi sostenibili dell’Agenda globalista. Durante quella visita, la Cappella Sistina e la Basilica di San Paolo fuori le Mura sono state profanate dalla communicatio in sacris con pseudo-ministri di una setta scismatica, eretica e priva di Successione Apostolica. Abbiamo assistito al pontificale tridentino di Summorum Pontificum con i cardinali Zuppi e Burke acclamati dai conservatori e pseudo-tradizionalisti, mentre la CEI pubblicava un documento per la promozione delle persone LGBTQ e la normalizzazione della sodomia. Abbiamo udito Leone tenere un’omelia per il pellegrinaggio giubilare delle “équipe sinodali e degli organi di partecipazione” (si noti il lessico da komintern) nella quale egli afferma che «nessuno possiede la verità tutta intera», di fatto sconfessando il Papato Romano e la Chiesa Cattolica. E ancora: sempre sulla scia del mai abbastanza deprecato ecumenismo conciliare, lo scorso 28 ottobre Leone ha preso parte al Meeting Internazionale per la Pace organizzato dalla Comunità Sant’Egidio nello “spirito di Assisi” dinanzi all’Arco di Costantino, proprio nel giorno in cui nell’anno 312 dell’era cristiana l’Imperatore ottenne la vittoria di Ponte Milvio sui pagani, dopo aver posto sui labari la croce di Cristo. Nel pomeriggio dello stesso giorno Leone ha presenziato nell’Aula Paolo VI all’evento di commemorazione della Dichiarazione Conciliare Nostra Ætate: più di due ore di abominevoli spettacoli pagani, esoterici e cabalistici.

Mons. Viganò 'Cum Sanctis tuis in æternum' /Omelia nella festa di Ognissanti

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati.
Mons. Carlo Maria Viganò
Cum Sanctis tuis in æternum
Omelia nella festa di Ognissanti

Vos, purpurati martyres,
Vos candidati præmio
Confessionis, exsules
Vocate nos in patriam.
Rabano Mauro,
Inno Placare, Christe

Dopo la solenne celebrazione della Regalità di Nostro Signore Gesù Cristo, nell’ultima Domenica di Ottobre, il primo Novembre è dedicato a coloro che con Cristo hanno combattuto il bonum certamen, meritando di trionfare con Lui nella vittoria sfolgorante sul demonio. Il giorno seguente, 2 Novembre, viene ricordato un altro sterminato esercito di anime sante: quelle di coloro che il fuoco del Purgatorio purifica, come l’oro nel crogiuolo, per renderle degne di essere ammesse alla gloria della contemplazione della Maestà divina. Il Re, i Suoi più valorosi compagni d’arme, i Suoi soldati, e un’infinità di Santi sconosciuti. Profeti, Apostoli, Martiri, Confessori, Vergini e Vedove; Papi, Vescovi e Abati; Re e Sovrane. E la Regina di tutti costoro, la Condottiera delle Milizie, la Beatissima Semprevergine Maria. E le schiere angeliche: Serafini, Cherubini, Troni; Dominazioni, Virtù, Potestà; Principati, Arcangeli e Angeli. Miriadi di anime illuminate come un mistico firmamento dalla luce sfolgorante del Sol Justitiæ, Nostro Signore Gesù Cristo, Re e Pontefice.

Paolo Pasqualucci : Riflessioni su diritto e giustizia

Paolo Pasqualucci : Riflessioni su diritto e giustizia

Sommario : 1. Non esistono diritti senza doveri. 2. La giustizia secondo Platone: fare il proprio dovere. 2.1 È ingiusto rispondere con l’ingiustizia all’ingiustizia. 2.2 Le Leggi spiegano a Socrate perché sarebbe ingiusto sottrarsi alla pena, anche se inflitta ad un innocente. 3. La giustizia èfare ciò che è proprio di ciascuno”. 4. Il nesso tra diritto e giustizia.
1.Non esistono diritti senza doveri
Il concetto della giustizia sembra oggi invocato soprattutto nel senso di giustizia sociale oppure in connessione ai cosiddetti “diritti umani”, termine che ha sostituito quello di “diritti naturali”. In ogni caso, in relazione all’idea di un diritto da soddisfare, da proteggere. Ma esiste anche una stretta relazione tra l’idea della giustizia e quella del dovere. Oggi si fa un gran parlare dei “diritti”, soprattutto dei “diritti umani”. Ma dei doveri non si parla mai o quasi. Sui media veniamo bombardati quasi ogni giorno da denunce e perorazioni in favore, in particolare, dei “diritti delle donne”, dei “migranti”, delle “minoranze”, soprattutto quelle dei cosiddetti diversi. L’idea del dovere viene impiegata principalmente per indicare il dovere dello Stato di soddisfare tutti i “diritti umani” che si fanno oggi valere, a cominciare, appunto, da quelli delle donne, dei “diversi”, dei “migranti”, delle “minoranze”, tutte categorie che si considerano per principio “oppresse”. Sembra che esistano soggetti che hanno solo diritti di contro ad altri che hanno solo doveri, a cominciare dallo Stato, il Soggetto pubblico per eccellenza, il cui fine istituzionale è il bene comune.

mercoledì 5 novembre 2025

La Beata Vergine Maria: "Corredentrice" no?

Interessante la riflessione di Daniele Trabucco sul nuovo documento Mater Populi Fidelis. Tuttavia, in soldoni, emettendo questo chiarimento, il Vaticano cerca di promuovere la comprensione ecumenica con altre comunità cristiane che da tempo vedono tali titoli come ostacoli all'unità — non più in Cristo-Verità possesso della Chiesa nei secoli — ma nelle buone volontà umane:  una Chiesa sempre più ecumenica e sinodale, dunque sempre meno cattolica. Non più cristocentrica, sempre più antropocentrica, compreso l'impoverimento del linguaggio che porta con sé la scomparsa dei contenuti.

La Beata Vergine Maria: "Corredentrice" no?

La recente Nota del Dicastero per la Dottrina della Fede, "Mater Populi Fidelis", datata 4 novembre 2025, affronta la questione dei titoli mariani connessi alla cooperazione della Vergine all’opera della salvezza, dichiarando improprio l’uso del titolo di "Corredentrice". Il documento argomenta che tale appellativo, sebbene nato da un’intenzione devota, genera confusione e squilibrio nell’armonia delle verità cristologiche, poiché rischierebbe di attribuire a Maria un ruolo redentivo autonomo o parallelo a quello del Figlio.

Si richiama la centralità assoluta della mediazione di Cristo, l’unico Redentore del genere umano, richiamando l’autorità di Atti 4,12: "In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati". A ciò si aggiunge la considerazione storico-patristica, secondo la quale il titolo "Corredentrice" non appartiene al linguaggio dei Padri e si è affermato tardivamente nella teologia post-tridentina, risultando pertanto, a giudizio della Nota, teologicamente immaturo e pastoralmente inopportuno, oltre che problematico sul piano ecumenico.

Questa sinodalità farà morire la Dottrina sociale della Chiesa

Riprendiamo dall'Osservatorio Card. Van Thuân Tutto dipende dal cambio di paradigma instaurato dal Vaticano II: la dottrina non precede e non fonda più la prassi. Qui l'indice dei precedenti.
Questa sinodalità farà morire la Dottrina sociale della Chiesa

Vedremo se la sinodalità così come è stata impostata da Francesco e sta continuando, almeno per il momento, con Leone, prenderà pienamente piede nella vita della Chiesa, o se troveranno adeguato modo di esprimersi delle opposizioni significative per rallentare o bloccare il processo. Fin da ora però una cosa possiamo dire: se prevarrà l’attuale linea non ci sarà più posto per la Dottrina sociale della Chiesa come l’abbiamo conosciuta almeno fino a Benedetto XVI.

Nella “vecchia” Dottrina sociale la prassi non assumeva il primo posto. Certamente, l’impegno di qualche vescovo e di laici nella società moderna per fronteggiare la nuova “questione sociale” si era verificato già prima della pubblicazione della Rerum novarum, ma non si può dire che ne sia stata la causa. L’iniziativa della prima enciclica sociale è stata di papa Leone XIII, che ha agito consapevole di farlo come Papa, la pienezza dei suoi contenuti sono quelli della dottrina e della tradizione. Certamente, per tornare alla prassi, essa non solo ha preceduto ma poi fatto seguito al magistero sociale, ora in modo coerente ora meno, ma anche in questi casi non ne è stata all’origine, ma si intendeva come applicativa.

martedì 4 novembre 2025

Leone XIV ufficializza in una nota dottrinale la negazione di "Maria corredentrice"

Questo è molto triste. Oggi, martedì 4 novembre, il Dicastero Vaticano per la Dottrina della Fede ha pubblicato una Nota dottrinale "Mater Populi Fidelis" qui presentata come frutto di un lungo lavoro  collegiale: i frutti  marci della collegialità [vedi]. Il documento è approvato da Leone XIV e firmato dal cardinale Víctor Manuel "Tucho" Fernández (vedi nota in calce e relativi link), dichiarando erroneamente che il titolo Co-Redemptrix è "inappropriato" e dichiarando anche che "La Nota sottolinea che l’espressione biblica riferita alla mediazione esclusiva di Cristo «è perentoria»". Inoltre "Si richiede speciale attenzione anche per “Mediatrice di tutte le grazie”".

Colligite Fragmenta / XXI Domenica dopo Pentecoste

Nella nostra traduzione da OnePeterFive la consueta meditazione settimanale di p. John Zuhlsdorf che, nell'ottava, ci aiuta ad approfondire i doni spirituali della Messa della Domenica precedente qui.

Colligite Fragmenta / XXI Domenica dopo Pentecoste

Mentre l'anno liturgico volge al termine, la voce della Chiesa assume una gravità autunnale. Le domeniche dopo Pentecoste volgeranno il nostro sguardo verso la mietitura finale, quando il Signore prenderà ogni cosa per sé. La Colletta, l'Epistola e il Vangelo di questa domenica formano un'unica meditazione su misericordia e giudizio, protezione e pericolo, la famiglia divina custodita dalla grazia ma sottoposta alla prova dal fuoco. 
La Colletta, già presente nel Liber Sacramentorum Gellonensis, è elegante nella sua semplicità:
Familiam tuam, quaesumus, Domine, continua pietate custodi: ut a cunctis adversitatibus, te protegente, sit libera; et bonis actibus tuo nomini sit devota.
“Custodisci la tua famiglia, ti preghiamo, o Signore, con continua misericordia,
affinché, protetta da te, 
sia libera da ogni avversità e dedita al tuo nome nelle buone opere.”
Qui intravediamo già il dramma della fine dell'anno. La familia Dei è circondata dai nemici. Solo la pietas di Dio, la sua incrollabile misericordia, può preservarla. Familia in latino significava non solo genitori e figli, ma l'intera famiglia, servi inclusi. Così, quando il Canone prega Memento Domine famulorum famularumque tuarum, ricorda l'intera famiglia dei fedeli. Siamo dipendenti di Dio, sotto il suo governo paterno.

Il 'Supplices Te rogamus'

Conosciamo più a fondo le sublimi formule della Messa dei secoli e gli elementi che ne fanno un unicum irreformabile. Ogni semplice sfumatura è densa di significati per nulla scontati a prima vista. Minuzie, patrimonio del passato, da custodire nel presente e per il futuro. Conoscerle non è ininfluente per una fede sempre più profonda e radicata. Grande gratitudine a chi ce le offre con tanta generosa puntualità. Nella nostra traduzione da New Liturgical Movement oggi ci soffermiamo sul Supplices Te rogamus. Ne approfitto per aggiungere, con una nota in calce, uno stralcio di mie riflessioni che credo integrino bene questo mirabile testo. Qui l'indice degli articoli sulle formule del latino liturgico.

Il 'Supplices Te rogamus'

Dopo la Supra quae propitio [qui], il sacerdote prega:
Súpplices te rogámus, omnípotens Deus, jube hæc(*) perférri per manus sancti Angeli tui in sublíme altáre tuum, in conspéctu divínæ majestátis tuæ: ut quotquot ex hac altáris participatióne sacrosánctum Fílii tui Corpus et Sánguinem sumpsérimus, omni benedictióne cælésti et grátia repleámur. Per eúndem Christum Dóminum nostrum. Amen.
Che traduco come:
Supplici ti chiediamo, Dio onnipotente: comanda che queste cose siano portate dalle mani del tuo santo angelo fino al tuo altare innalzato in alto, al cospetto della tua divina Maestà, affinché quanti di noi avranno assunto il sacrosanto Corpo e Sangue del tuo Figlio mediante questa partecipazione all'altare possano essere ricolmi di ogni benedizione e grazia celeste. Per Cristo nostro Signore. Amen.

lunedì 3 novembre 2025

Perché il nostro destino eterno è determinato dal nostro stato al momento della morte?

Nella nostra traduzione da Substack.com riprendiamo un articolo di Peter Kwasniewski del 2 novembre 2023, ripubblicato in onore della Commemorazione di tutti i fedeli defunti (celebrata oggi nelle comunità di antico rito) e del Mese delle Anime Sante. "Come l'essere nel tempo, la misericordia di Dio e l'opportunità di un dono finale e (finalmente!) totale di sé lavorano insieme."

Perché il nostro destino eterno è determinato
dal nostro stato al momento della morte?


Da mille anni ormai – da quando Sant'Odilone di Cluny (c. 962-1049) introdusse l'usanza della Commemorazione dei Defunti nel grande monastero di Cluny, da dove si diffuse rapidamente – la Chiesa latina ha scelto questo giorno per ricordare e pregare per le anime cristiane che ci hanno "preceduto con il segno della fede", per le quali imploriamo "un luogo di refrigerio, luce e pace" (come dice il Canone Romano). Ricordiamo specificamente i battezzati, cioè i fedeli: per questo preghiamo "che le anime dei fedeli defunti riposino in pace".(1) In altre parole, preghiamo per le Anime Sante del Purgatorio, che sono entrate nella vita eterna – sanno di essere salvate e vedranno Dio faccia a faccia – ma stanno ancora pagando il debito della pena temporale per i loro peccati già perdonati.

2/3 Novembre / Commemorazione dei defunti

Quest'anno la commemorazione dei fedeli defunti cade di Domenica. Tuttavia nel rito antico la Commemorazione dei defunti non prevale sulla domenica ma si trasferisce al giorno seguente. Dunque la meditiamo oggi. Qui trovate l'Ordinario; qui il Proprio della Santa Messa.
La riforma cluniacense, nel 998, (vedi nel testo sant'Odilone) stabilì che le campane dell'abbazia fossero fatte suonare con rintocchi funebri dopo i vespri del 1º novembre per celebrare i defunti, e il giorno dopo l'eucaristia sarebbe stata offerta pro requie omnium defunctorum; successivamente il rito venne esteso a tutta la Chiesa cattolica. Ufficialmente la festività, chiamata originariamente Anniversarium Omnium Animarum, appare per la prima volta nell'Ordo Romanus del XIV secolo. La Solennità è collegata alla verità di fede nella comunione dei santi, nella remissione dei peccati e nella resurrezione della carne come affermati sin dai tempi del Credo Apostolico.

2 Novembre
Commemorazione dei Defunti


Intróitus
IV Esdrae 2, 34 et 35 - Réquiem aetérnam done eis, Dómine: et lux perpétua lúceat eis.
Ps. 64, 2-3 - Te decet hymnus, Deus, in Sion, et tibi reddétur votum in Ierúsalem: exáudi oratiónem meam, ad te omnes caro véniet. IV Esdrae 2, 34 et 35 - Réquiem aetérnam done eis, Dómine: et lux perpétua lúceat eis.
Introito
IV Esdra 2, 34 e 35 - L’eterno riposo dona loro, o Signore: e splenda ad essi la luce perpetua. Sal. 64, 2-3 - A Te si conviene l’inno in Sion, o Dio, e a Te si scioglie il voto in Gerusalemme: a Te viene ogni carne, esaudisci la mia preghiera. IV Esdra 2, 34 e 35 - L’eterno riposo dona loro, o Signore: e splenda ad essi la luce perpetua

Non vogliamo, o fratelli, che ignoriate la condizione di quelli che dormono nel Signore, affinché non siate tristi come quelli che non hanno speranza (I Tess. 4, 12). La Chiesa ha oggi lo stesso desiderio che aveva l'Apostolo quando scriveva ai primi cristiani. La verità a riguardo dei morti mette in mirabile luce l'accordo della giustizia e della bontà in Dio, sicché anche i cuori più duri non resistono alla caritatevole pietà che questo accordo ispira, e, nello stesso tempo, offre la più dolce delle consolazioni al lutto di quelli che piangono. Se la fede ci insegna che esiste un purgatorio dove i peccati da espiare costringono i nostri cari, ci insegna anche che noi possiamo essere loro di aiuto (Concilio di Trento, Sess. XXV) ed è teologicamente certo che la loro liberazione, più o meno sollecita, è nelle nostre mani. Ricordiamo qui qualche principio di natura, per chiarire la dottrina.

Imparare il latino liturgico, lezione 16

Nella nostra traduzione da Via Mediaevalis proseguono le lezioni settimanali sul latino liturgico. Clicca qui per l'elenco di tutte le lezioni precedenti.

Imparare il latino liturgico, lezione 16
caeci vident, claudi ambulant, leprosi mundantur, surdi audiunt

Clicca qui per un elenco di tutte le lezioni precedenti.

Coniugazioni del presente
Finora abbiamo studiato le coniugazioni del presente, del modo indicativo e della forma attiva solo per i verbi di prima coniugazione ( -are ). Oggi voglio aggiungere le altre tre coniugazioni alla nostra collezione in continua crescita di conoscenze grammaticali latine. Ecco cosa abbiamo già imparato:


Prima persona
Seconda persona
Terza persona
Singolare
-o
-as
-at
Plurale
-amus
-atis
-ant

Se applichiamo queste desinenze a orare ("pregare"), le forme coniugate appaiono così:

domenica 2 novembre 2025

Un bambino che canta con gli angeli: il funerale non funebre

Una meditazione di John Mac Ghlionn sulla morte di un bambino battezzato, celebrata secondo il rito romano (e sì, intendo proprio "celebrata", per ragioni che diventeranno chiare). Quante ricchezze abbiamo perso e dobbiamo cercare di riconquistarle!

Un bambino che canta con gli angeli:
il funerale non funebre

Peter Kwasniewski 31 ottobre

Oggi, il mio amico e collaboratore Kennedy Hall, con la sua famiglia, dà l'ultimo saluto al corpo di suo figlio Gabriel, nato il 24 ottobre e vissuto solo due ore. Durante quel breve periodo, è stato battezzato, cresimato e accolto dai suoi sei fratelli e dai nonni. Kennedy ha scritto su Substack : "Ora è un santo in Paradiso. Dolce Gabriel, ti prego di intercedere per noi affinché possiamo riunirci tutti in un luogo dove non ci siano più lacrime e dove possiamo lodare Dio per tutta l'eternità".

Kennedy e famiglia, vi promettiamo le nostre preghiere e le nostre condoglianze. Anche sapere che Gabriel è in cielo non rende la morte di un figlio più facile per un mortale, soprattutto per i genitori. Possa la Madonna, che ha saputo cosa significasse perdere un figlio, ottenervi la più profonda consolazione e un rinnovato spirito di speranza nel Signore che non delude mai.

Domenica XXI dopo Pentecoste ('In voluntáte tua')

Quest'anno la Domenica coincide con la commemorazione dei fedeli defunti; tuttavia  nel rito antico la Commemorazione dei defunti non prevale sulla domenica ma si trasferisce al giorno seguente. Trovate l'Ordinario della Santa Messa qui. Il Proprio qui.

Domenica XXI dopo la Pentecoste 

Intróitus
Esth. 13, 9 et 10-11 - In voluntáte tua, Dómine, univérsa sunt pósita, et non est qui possit resístere voluntáti tuae: tu enim fecísti ómnia, coelum et terram, et univérsa quae coeli ámbitu continéntur: Dóminus universórum tu es.
Ps. 118, 1 - Beáti immaculáti in via: qui ámbulant in lege Dómini.
Glória Patri…

Esth. 13, 9 et 10-11 - In voluntáte tua, Dómine,
Introito
Ester 13, 9 e 10-11 - Nel tuo dominio, o Signore, sono tutte le cose, e non vi è chi possa resistere al tuo volere: Tu facesti tutto, il cielo, la terra e tutto quello che è contenuto nel giro dei cieli: Tu sei il Signore di tutte le cose.
Sal. 118, 1 - Beati gli uomini di condotta íntegra: che procedono secondo la legge del Signore. Gloria al Padre…
Ester 13, 9 e 10-11 - Nel tuo dominio, o Signore,…

Ufficio. 
Le domeniche che seguono sono le ultime del Ciclo annuale, ma la distanza dalla fine di esso varia ogni anno, in relazione allo spostamento della Pasqua. Tale spostamento impedisce la ricerca di un preciso accordo tra la composizione delle loro Messe e le lezioni dell'Ufficio della notte che, come abbiamo detto, dopo il mese di Agosto sono fisse (VII Domen. dopo la Pentecoste). I fedeli devono ricordare che in ottobre si legge il libro dei Maccabei, che ci anima agli ultimi combattimenti, e in novembre quello dei profeti, che annunziano il giudizio di Dio, per poter trarre dalla santa Liturgia un'istruzione completa e capire bene, come è necessario, la preoccupazione della Chiesa in queste ultime settimane.

sabato 1 novembre 2025

Terapia per l'anima: il sacramento della penitenza

Nella nostra traduzione da Substack.com
Terapia per l'anima: il sacramento della penitenza
Come vivere una bella vita senza "psicoterapia"

Nell'immagine: David Wilkie (1785–1841), Il confessionale 

La chiamata universale alla penitenza
Il fine ultimo della nostra vita è, senza dubbio, il mondo vero: il Regno dei Cieli. La condizione per l'"ammissione" in questo aldilà è unica: la penitenza . Ecco perché, quando si tratta di esprimere il Vangelo in una sola parola, breve e chiara, non abbiamo dubbi. È la stessa parola che fin dall'inizio è stata associata alla missione dell'araldo del Signore, San Giovanni Battista:
Fate penitenza, perché il regno dei cieli è vicino (Matteo 3:3).
Allo stesso modo, una volta che il nostro Signore Gesù Cristo iniziò il Suo ministero pubblico, incontriamo ripetutamente la stessa chiamata, sottolineata con insistenza. Ad esempio, ai Suoi connazionali, inorriditi dall'uccisione di alcuni Galilei da parte di Pilato, il Salvatore rispose interrogandoli e ammonendoli:

1 Novembre Festa di tutti i Santi

Precedenti : qui - qui - qui - qui - qui. Vedi anche: Litanie dei Santi (Messale Romano Antico) [qui]. Regina Sanctorum omnium, intercede pro nobis!.
Ordinario della Santa Messa qui; Proprio qui.

1 Novembre
Festa di tutti i Santi

Intróitus
Gaudeámus omnes in Dómino, diem festum celebrántes sub honóre Sanctórum ómnium: de quórum solemnitáte gáudent Ángeli et colláudant Fílium Dei. Ps. 32, 1 - Exsultáte iusti, in Dómino: rectos decet collaudátio. Glória Patri… Gaudeámus omnes in Dómino,…
Introito
Godiamo tutti nel Signore, celebrando questa festa in onore di tutti i Santi, della cui solennità godono gli Angeli e lodano il Figlio di Dio. Sal. 32, 1 - Esultate nel Signore, o giusti: ai retti si addice il lodarLo. Gloria al Padre… Godiamo tutti nel Signore,…

La festa della Chiesa trionfante.
Vidi una grande moltitudine, che nessuno poteva contare, d'ogni nazione, d'ogni tribù, d'ogni lingua e stavano davanti al trono vestiti di bianco, con la palma in mano e cantavano con voce potente: Gloria al nostro Dio (Apoc. 7, 9-10). Il tempo è cessato e l'umanità si rivela agli occhi del profeta di Pathmos. La vita di battaglia e di sofferenza della terra (Giob. 7, 1) un giorno terminerà e l'umanità, per molto tempo smarrita, andrà ad accrescere i cori degli spiriti celesti, indeboliti già dalla rivolta di Satana, e si unirà nella riconoscenza ai redenti dell'Agnello e gli Angeli grideranno con noi: Ringraziamento, onore, potenza, per sempre al nostro Dio! (Apoc. 7, 11-14).
E sarà la fine, come dice l'Apostolo (I Cor. 15, 24), la fine della morte e della sofferenza, la fine della storia e delle sue rivoluzioni, ormai esaurite. Soltanto l'eterno nemico, respinto nell'abisso con tutti i suoi partigiani, esisterà per confessare la sua eterna sconfitta. Il Figlio dell'uomo, liberatore del mondo, avrà riconsegnato l'impero a Dio, suo Padre e, termine supremo di tutta la creazione e di tutta la redenzione, Dio sarà tutto in tutti (ibid. 24-28).

venerdì 31 ottobre 2025

Tra la maschera e la luce: la notte di Halloween e la solennità dei Santi

Tra la maschera e la luce:
la notte di Halloween e la solennità dei Santi


Nel mondo contemporaneo, la diffusione di Halloween rappresenta molto più che un innocuo divertimento stagionale. Essa si presenta come una vera e propria espressione del mutamento simbolico e culturale che attraversa l’Occidente post-cristiano: la sostituzione della dimensione della luce con quella della maschera, della comunione con la trascendenza con la fascinazione del macabro.
Ciò che appare, a uno sguardo superficiale, come una festa della spensieratezza, dell’ironia o del folklore, nasconde in realtà un paradigma antropologico e metafisico profondamente diverso da quello che anima la solennità cristiana di Tutti i Santi.

Novembre 2025. Calendario Sante Messe antiquior a Pavia

Care Amiche, cari Amici,
vi inviamo il consueto calendario delle celebrazioni nel rito antico che si tengono nella chiesa di San Luca, in corso Garibaldi 59 a Pavia.
  • Sabato 1: Tutti i Santi - ore 10,00: Santa Messa cantata 
  • Domenica 2: XXI dopo Pentecoste - ore 10,00: Santa Messa 
  • Lunedì 3: Commemorazione dei fedeli defunti - ore 18,00: Santa Messa
    NB: nel rito antico la Commemorazione dei defunti non prevale sulla domenica ma si trasferisce al giorno seguente.
  • Venerdì 7: Primo venerdì del mese - ore 18,15: Santa Messa
  • Domenica 9: Dedicazione dell'Arcibasilica Lateranense - ore 10,00: Santa Messa
  • Domenica 16: XXIII dopo Pentecoste - ore 10,00: Santa Messa
  • Domenica 23: XXIV ed ultima dopo Pentecoste - ore 10,00: Santa Messa
  • Martedì 25: S. Caterina d'Alessandria v. e m. - ore 18,15: Santa Messa (foglietto non disponibile) 
  • Domenica 30: I di Avvento - ore 10,00 Santa Messa
Ordinario della Santa Messa
Cordiali saluti nel Signore, 
don Fabio e don Marino

L'unità impossibile: l'Europa come contraddizione giuridica del moderno

Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica.
L'unità impossibile: l'Europa come contraddizione giuridica del moderno

L’Unione Europea rappresenta il tentativo più audace, e al tempo stesso più fragile, di fondare un ordine politico sull’assenza di fondamento. Essa pretende di costituire una "unitas" senza "unum", una comunione giuridica priva di principio unificante, un corpo politico che esclude deliberatamente la propria anima.
L’unità, nella sua dimensione autentica, non è il risultato di un accordo, né la somma di volontà convergenti, ma la manifestazione di una misura intrinseca dell’essere.
L’Europa istituzionale, invece, nasce dal postulato contrario: che la verità sia divisiva, che il bene comune sia un concetto obsoleto, che l’ordine possa derivare dalla sola procedura. Così l’Unione si proclama "comunità di diritto", ma è, in realtà, comunità del formalismo, dove il diritto non esprime la giustizia, bensì la sua eclissi razionalmente codificata.
Nel pensiero classico, l’ordine politico è ordinamento dell’essere: "ordo ad bonum commune". L’unità è il riflesso di una realtà superiore che informa la molteplicità e la dispone secondo un fine condiviso. In assenza del fine, l’ordine si dissolve nella mera coordinazione di forze e la molteplicità si fa frammento. L’Unione Europea incarna precisamente questa deriva: è il tentativo di ottenere la concordia senza l’idea di bene, di stabilire l’eguaglianza senza il riconoscimento della giustizia.