Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 26 aprile 2020

La morale capovolta e l’eutanasia ecclesiale - don Elia

Deus, converte nos, et ostende faciem tuam, et salvi erimus (Sal 79, 4).
«Convertici, o Dio; mostra il tuo volto e saremo salvi».
Teshuvah (conversione)
 Nella mia vecchia formazione modernista, da cui la Madre celeste mi ha miracolosamente disintossicato, sentivo ripetere insistentemente che il concetto di conversione era espresso, nell’Antico Testamento, con un verbo ebraico (šub - teshuvah = conversione) che designa l’inversione di marcia, nel Nuovo con un verbo greco che significa il cambiamento di mentalità (metanoeîn). Entrambe le osservazioni sono in sé vere, purché il loro contenuto implicito non venga confinato in un’interpretazione esistenzialistica, escludendo a priori la necessaria adesione ad una dottrina di fede e di morale, con il conseguente impegno di correggere abitudini e comportamenti ad essa contrari. Non per nulla la Vulgata, poi seguita dalla liturgia, traduce il verbo greco con il latino paenitentiam agere: ogni conversione genuina conduce inevitabilmente alla penitenza, mirante sia ad espiare i peccati commessi, di cui si è sinceramente contriti, sia ad evitarne di futuri. Nella tradizione cattolica, dunque, si tratta di una prassi concreta, piuttosto che di un’esperienza soggettiva legata a determinati sentimenti ed emozioni (i quali, ovviamente, nelle vere conversioni non sono assenti, ma non ne costituiscono l’elemento determinante).

Negli ultimi decenni, la sistematica omissione dell’insegnamento morale, in seminari, conventi e parrocchie, ha invece prodotto una situazione paradossale. Oggi molti – chierici o fedeli – rendono testimonianza a pretese conversioni che, dopo l’iniziale tocco della grazia, non giungono poi a piena maturazione con una radicale revisione di vita e un definitivo abbandono del peccato mortale. A un sacerdote può così accadere di ricevere confidenze di persone – giovani o meno giovani – che, pur asserendo di essersi convertite, dichiarano candidamente di trasgredire abitualmente la legge divina in materia grave perché, a loro parere, non sarebbe peccato. Quando c’è l’amore… Che si tratti di rapporti prematrimoniali, di commerci sodomitici o di convivenze adulterine, tutto è considerato non solo lecito, ma addirittura quasi sacro per via del fatto che ci si vuole bene. Se poi si frequenta la parrocchia e vi si presta pure servizio nel catechismo, in oratorio o nella Caritas, si può perfino venir scambiati per santi di imminente canonizzazione. Chi avesse qualcosa da ridire non sarebbe altro che un vile fariseo, legalista e duro di cuore.

È così che quanti vivono stabilmente in peccato mortale non soltanto sono tranquillamente ammessi ai Sacramenti (commettendo in tal modo sacrilegi senza numero), ma assurgono addirittura, quali esempi viventi del grado cui può giungere la misericordia divina, a modelli di vita evangelica da elogiare pubblicamente e da proporre all’imitazione dei comuni fedeli, pedissequamente ligi ai Dieci Comandamenti. La misericordia, qui, non consiste più nell’offrire incessantemente al peccatore mezzi e occasioni per ravvedersi e cambiare vita, ma nell’aver dichiarato una volta per tutte un’amnistia generale e, contestualmente, derubricato ogni peccato… e pensare che ci son voluti ben duemila anni per capire il vero significato del Vangelo! Le rare coppie irregolari che, in ossequio al Magistero, hanno optato per la continenza, così da poter esser riammesse alla vita sacramentale, sono invece guardate, con diffidenza e sospetto, come pericolosi cospiratori criptotradizionalisti, per non parlare di quegli integralisti di preti che le hanno insensatamente indotte a tale scelta disumana, oppure le incoraggiano a perseverarvi quando, in realtà, non ce n’è più alcun bisogno.

Questo ribaltamento etico sta venendo in piena luce nell’attuale emergenza sanitaria. Grazie a Dio, non mancano sacerdoti che rimangano sulla breccia, continuando a confessare e comunicare i fedeli che ne facciano richiesta per non abbandonare al suo destino chi ha bisogno di assistenza spirituale. Per molti altri, invece, la più alta virtù sacerdotale sembra diventata l’incondizionata acquiescenza ai decreti governativi, con la volontaria reclusione in isolamento totale e il completo abbandono delle anime a sé stesse. Nella morale capovolta ormai imperante, d’altronde, a che servono ancora i Sacramenti, la predicazione e la guida pastorale? Ognuno può far tutto da sé – anzi, è bene che faccia così in nome del sacerdozio comune di tutti i fedeli, tanto a lungo negletto e conculcato… Quando l’epidemia, a Dio piacendo, sarà cessata, quanti sentiranno ancora il bisogno di andare in chiesa, visto che se ne può – e se ne deve – fare tranquillamente a meno? A quanti mancheranno le prediche del parroco, se si può ascoltare comodamente in streaming chi si vuole?… per non dire che, spesso, non sono altro che insopportabili risonanze della propaganda mondana. Chi continuerà a mandare i figli a un “catechismo” da cui scappavano terribilmente tediati perché non vi imparavano nulla? Chi sarà ancora disposto a far da comparsa nelle stomachevoli parodie “liturgiche” che si trascinavano penosamente per mera abitudine o convenienza?

Quasi a voler dare il colpo di grazia di quest’eutanasia ecclesiale, i pochi sacerdoti che, fedeli al loro mandato, celebrano a porte aperte sono denunciati e multati dalle forze dell’ordine come criminali irresponsabili – senza alcun appoggio, anzi con il biasimo del proprio vescovo, dei confratelli e dei parrocchiani – mentre invece è proprio chi interrompe una cerimonia religiosa a commettere un reato penale, calpestando per giunta la Costituzione e il Concordato. È fuor di discussione che vada evitata ogni forma di imprudenza o temerarietà, ma non viola in alcun modo le norme chi, prendendo tutte le precauzioni del caso, assicura il culto a beneficio dei vivi e dei defunti. Il personale sanitario non corre forse e non fa correre dei rischi? Eppure nessuno si sogna di biasimarlo; al contrario, medici e infermieri sono giustamente considerati eroi. Ma la salute dell’anima non è ben più importante di quella del corpo? Da essa dipende l’eternità; la sua cura non può essere rimandata sine die, specie in circostanze in cui più alta è la probabilità di dover lasciare questo mondo e render conto della propria esistenza al Creatore. Il ministero sacerdotale, dunque, è ancor più urgente e necessario delle cure mediche. Che ciò non venga riconosciuto da istituzioni laiciste è pur comprensibile (astrazion fatta delle leggi vigenti); che non lo sia da parte di chi è stato espressamente consacrato per la salvezza delle anime, lascia sgomenti. Il capovolgimento della morale, del resto, conduce inevitabilmente a un capovolgimento ontologico: se la legge umana è più vincolante di quella divina, lo Stato prevale sulla Chiesa, la salute fisica sulla salvezza eterna, l’ordine temporale su quello spirituale… e quel che sta sotto, a lungo andare, finisce col perdere ogni valore. Che bisogno c’è ancora della religione? L’unica realtà che rimane è una struttura ecclesiastica completamente sottomessa al potere e, grazie alla capillare distribuzione territoriale, utile ai suoi scopi, con un culto secolarizzato funzionale alla propaganda del regime… qualcosa di molto simile al modello anglicano. Questa è la sorte di chi rigetta la liturgia trasmessa dalla Tradizione per crearsene un’altra a gusto suo; la nuova Messa, non per nulla, assomiglia terribilmente a quella di Cranmer [qui]. Modificato il culto, però, cambia pure la fede e la morale: chi fa la volontà divina viene punito, chi se la mette sotto i piedi premiato. Per un soldato di Gesù Cristo, tuttavia, è un onore il sostenere opposizioni per Lui e per le anime acquistate col Suo Sangue prezioso: siamo ministri e discepoli di un Dio crocifisso.

Se davvero vogliamo essere salvati, in conclusione, bisogna che il Signore ci mostri il Suo volto, cioè ci conceda il Suo favore; ma, per poterlo vedere, è necessario che, con l’aiuto della Sua grazia, ci voltiamo verso di Lui. Ecco allora l’urgenza dell’inversione di marcia (per abbandonare la via del peccato) e del cambiamento di mentalità (per smettere di considerarlo normale). Solo così il nostro popolo può sperare di esser liberato e dal virus e dalla dittatura. A nome di tutti i nostri concittadini, imploriamo il dono in questo momento più urgente: per noi, un perfezionamento della conversione; per gli altri, una conversione piena, autentica e sincera. Chiediamo alla Vergine Maria, quale canale delle grazie, di riversarle su tutti e ciascuno in virtù della consacrazione al Suo Cuore Immacolato che abbiamo di recente compiuto nonché dell’atto di affidamento che sarà effettuato dai Vescovi il 1° maggio. Ci sono momenti storici in cui una ventata può spazzare via d’un tratto le costruzioni umane, lasciando in piedi solo ciò che è fondato sulla roccia: che se ne rendano conto anch’essi e ne traggano le conseguenze! Noi, ben abbarbicati ad essa, non smettiamo un istante di ringraziare il Risorto per questa grazia immensa, chiedendogli al tempo stesso di mantenerci saldamente radicati in Lui per la salvezza nostra, di tutto il Paese e del mondo intero. Vieni, Signore Gesù!

38 commenti:

Anonimo ha detto...

"Non è impedendo al popolo di pregare che si fa il bene del popolo, ma mettendolo nelle condizioni di pregare. Perché se certamente Dio possiamo trovarlo ovunque e possiamo pregarlo ovunque, è ugualmente certo che l'uomo è composto di un'anima e di un corpo: perché siamo dei cattolici e non degli gnostici. E quindi essere in un certo luogo aiuta la nostra preghiera, ci dispone a pregare ... E se la città terrena non ci avvicina a Nostro Signore Gesù Cristo anzi ce ne allontana, arrogandosi dei diritti che non le competono, ecco che allora non è più una città terrena giusta, ma una città terrena ingiusta"

(Don Giovanni Caruso Spinelli FSSPX, Omelia per la festa di San Marco, 25 aprile 2020)

Anonimo ha detto...

Il Presidente della CEI Gualtiero Bassetti al Governo:

"E' arrivato il tempo di riprendere la celebrazione dell'Eucarestia domenicale e dei funerali in Chiesa, oltre ai Battesimi e a tutti gli altri Sacramenti, naturalmente seguendo quelle misure necessarie a garantire la sicurezza in presenza di più persone nei luoghi pubblici": a dirlo è il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei e arcivescovo di Perugia nella "lettera settimanale di collegamento" alla comunità diocesana. "Lo dico in coscienza a tutte le istituzioni" sottolinea il porporato.

"Non appena ci si è accorti che anche in Italia il pericolo di contagio era più che reale - ha ricordato il cardinale Bassetti -, abbiamo dovuto sospendere ogni attività pubblica, inclusa la celebrazione dell'Eucarestia con la presenza dei fedeli". "Ma 'guardare' la Messa - ha sottolineato il presidente della Cei -non è celebrarla. Messe senza popolo, popolo senza Messa"

https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2020/04/23/bassetti-torni-eucarestia-domenicale_1b41ecab-ac96-438b-9227-43d3b7c56096.html

N.B. NON NE PARLA NESSUN QUOTIDIANO

Anonimo ha detto...

Don Mario Pieracci:
“Questo esecutivo anti cristiano vuole ridurre la Chiesa ad un fatto privato, eliminandola come fenomeno pubblico, una Chiesa del silenzio, stile Cina”.

“Mi sembra elementare che dopo questa pandemia la Chiesa in Italia non sarà quella di prima. Tutto ciò è stato causato, me ne assumo le conseguenze, dalla totale incapacità di chi guida la Cei a farvi fronte. Colui che la comanda ha accettato ogni cosa supinamente, senza colpo ferire, una Chiesa talmente silenziosa che nessuno ormai la ascolta, asservita al Governo. Noi non chiediamo nulla di particolare, solo di essere preti, di fare liberamente i preti . Il Governo ha concesso la celebrazione del 25 Aprile, ma non le messe col popolo. Noi ce ne ricorderemo, però la colpa non è dei partigiani, ma della Cei che non ha alzato la voce e non si è fatta valere. E abbiamo avuto due pesi e due misure”.

Secondo don Pieracci “La gente ha diritto alla messa e ad andare in Chiesa senza trovare ostacoli. Qui stiamo assistendo, poco alla volta, alla soppressione della Chiesa cattolica da parte del governo e di una legislazione autoritaria che ci toglie le facoltà e le libertà, ma noi non protestiamo, ci stiamo abituando. Dal canto suo, la Chiesa ha smarrito qualsiasi autorità morale, la Cei ha accettato tutto passivamente e sottomessa qualsivoglia determinazione. Mi domando: perché è possibile fare la coda al supermercato e dunque un assembramento, però dieci persone in chiesa non possono stare?”.
Da l'Informazione cattolica

Viator ha detto...

Sono giovani e famiglie da tutta Europa: persone disposte a rispettare le regole, ma determinate a non farsi usurpare oltremisura i sacramenti e la partecipazione a ciò che conta di più.

«Dateci la Messa». Appelli video da Francia, Germania, Austria e Spagna

Si rivolgono soprattutto ai vescovi chiedendo di poter tornare a messa nel rispetto delle regole per l’emergenza sanitaria da Covid-19. Lo fanno dalla Francia, dalla Germania, dall’Austria e dalla Spagna affidando il loro appello a un video.
http://www.iltimone.org/news-timone/dateci-la-messa-appelli-video-francia-germania-austria-spagna/

Anonimo ha detto...

ROMA , 25 aprile, 2020 / 5:00 PM (ACI Stampa).- 

E’ sempre più pressante la richiesta di permettere di nuovo ai fedeli la partecipazione alla messa nel rispetto delle norme di sicurezza per evitare il contagio da Covid-19.

Arriva anche l’appello del Comitato Valori e Identità Religiose di «Lettera 150».

“L’attivazione dei canali previsti dagli Accordi con le Confessioni, nonché l’apposita Commissione governativa sulla libertà religiosa, consetirebbe di concordare con tutte le religioni modalità utili per l’effettuazione dei riti collettivi sull’esempio di ciò che avviene in Polonia ed in Sassonia” scrivono in una nota diffusa alla stampa

“L’impatto delle misure di contrasto al Covid-19 sulla libertà di culto, definita da Alexis de Tocqueville “la prima, la più santa, la più sacra di tutte le libertà umane”, è stato estremamente duro” si legge nel testo che ricorda che “la Corte Costituzionale della Repubblica Federale Tedesca ha recentemente ribadito il primato della protezione dai “pericoli per il corpo e la vita”, ma ha allo stesso tempo riconosciuto che il divieto di riunione nei luoghi di culto costituisce una “grave limitazione dell’esercizio della libertà religiosa””.

Si accenna anche al tentativo di interruzione della celebrazione eucaristica e con le multe comminate ai presenti a Cremona e che “la situazione di “lockdown” della libertà di culto si ripercuote anche sulle altre confessioni religiose presenti in Italia, che si trovano costrette ad una compressione notevole della loro esperienza di fede. E’ qui in gioco non soltanto la libertà di culto, ma il principio della libertà dell’individuo. Si segnala inoltre che alcune forme di esercizio della libertà religiosa sono protette dalla normativa di derivazione pattizia e, quindi, sottratte alla potestà legislativa unilaterale dello Stato”.

La proposta è quella di concordare “modalità concrete di esercizio della libertà di culto tali da garantire la sicurezza e la salute dei fedeli, senza rischi per la salute pubblica”.

Inoltre l’appello afferma che “dovrebbe poi essere naturale il concedere, ai sacerdoti che lo desiderino, l’autorizzazione sottraendoli all’obbligo di autocertificazione a recarsi presso le abitazioni dei malati con appositi presidi e dispositivi per somministrare, laddove richiesto e laddove possibile, i sacramenti. Si chiede Inoltre come ad esempio in Svizzera, di ripristinare la possibilità di celebrare i riti funebri «nella stretta cerchia familiare», ovviamente con l’uso dei medesimi presidi di protezione”.

berni /exodus ha detto...

Una delle più belle omelie di Don Giovanni Caruso Spinelli FSSPX distretto Italia (l'ho ascoltata nella S.Messa di ieri, festa di S.Marco Evangelista) tramite you-tube.. Vorrei che cosi parlassero tutti i Sacerdoti, richiamassero le Autorità civili e soprattutto religiose ad essere vere Autoritas e forse le Chiese non solo non resterebbero chiuse come non lo furono per decine di pandemie del passato, ma i fedeli, i Cattolici, potessero avvicinarsi al Santo Sacrificio come Gesù ha chiesto... ma ricordo alla CEI ed a tutta la gerarchia che il seme Dio ce lo ha lasciato e forse anche molto buono e quelo cattivo finito sulla roccia o tra le spine sparirà come ci dice la parabola.....

Anonimo ha detto...

"Ma 'guardare' la Messa - ha sottolineato il presidente della Cei -non è celebrarla. Messe senza popolo, popolo senza Messa" (cardinale Bassetti)

Secondo lui tutti sono concelebranti, anche il popolo (il sacerdote presiede soltanto).
Siccome, non essendo presente, non può concelebrare, il popolo è senza Messa.

Una simile concezione di Messa è forse da sostenere e diffondere?

Anonimo ha detto...

Gesù appare nel cenacolo dove gli undici sono rimasti, forse, in preghiera.
Ci sembra assai probabile, anzi quasi certo, che l’evangelista abbia voluto insegnarci che è nell’assemblea liturgica che il Cristo si fa ora soprattutto presente.

Certo, il Risorto è libero e può apparire quando vuole e come vuole: per strada, sulle rive del lago, nel giardino. Tuttavia anche l’apparizione a più di cinquecento fratelli, di cui scrive Paolo nella lettera ai Corinzi, l’apparizione sul monte della Galilea, dove ha conosciuto i Suoi discepoli (nel Vangelo di Matteo), l’apparizione sulle rive del lago (nel Vangelo di Giovanni) hanno un carattere liturgico.
È sempre “in mezzo” all’assemblea dei discepoli che Egli si fa presente e appare.

Nel Vangelo di Marco e di Matteo nulla sembra più solenne della convocazione fatta dagli angeli in nome del Risorto. I discepoli debbono andare nella Galilea, là Lo vedranno.
Le apparizioni individuali sono appena accennate, le “vere” apparizioni del risorto avvengono nella comunità di discepoli.

È anche opportuno notare come in quasi tutte queste apparizioni si parla di una manducazione.
Così, nell’apparizione ai discepoli di Emmaus, Egli si fa riconoscere nello spezzare il pane; altre volte chiede Egli stesso di mangiare.
Più significativo è quanto scrive il quarto evangelista: nell’apparizione di Gesù sulle rive del lago, il Risorto chiede il pesce, ma è poi Egli stesso che prepara il banchetto e invita i discepoli. Egli stesso dà loro da mangiare.

Vi è dunque un rapporto fra la celebrazione Eucaristica e l’apparizione del Cristo. Quando i discepoli si riuniscono insieme, Egli si fa presente in mezzo a loro ed essi Lo vedono, ne ascoltano le parole.
Di più: il banchetto che il Risorto prepara, al quale Egli invita, è un banchetto nuziale. È proprio durante il banchetto che Egli finalmente, dopo aver dimostrato il Suo amore, chiede ora in risposta l’amore.
(don D. Barsotti)

Concordo con quanto riportato da 26 aprile 2020 07:33 ha detto...

La Cei e' in un vicolo cieco , ha messo tutta la Chiesa cattolica in un vicolo cieco da cui sara' difficilissimo uscire , la sua voce e' la voce di un gattino . Dei Vescovi si e' persa la traccia , sono spariti , e ognuno si dovra' difendere da se'. Non c'e' piu' la Chiesa Cattolica come la conoscevamo e' stata ridotta ad un sindacato , l'ennesimo . Pavento che da ora in poi chi ha conservato la fede , chi e' riuscito per grazia ricevuta a rimanere fedele , dovra' gettare alle ortiche ogni timidezza e cercarsi i 72 inviati due a due rimasti per grazia di Dio fedeli perche' a me sembra che il tiro al piccione sia gia' iniziato con le varie delazioni . Questi mezzi per un verso stanno aiutando la Provvidenza a mostrare a tutti i credenti ,i tiepidi e i non credenti come la creatura deve onorare Il Salvatore , ma , come ben sappiamo dove va il Bene subito accorre il Male per strapparGli le anime ..

Appunto , e' quello che mi domando : "Chi c'e' dietro a tutto questo "? ha detto...

Sentenza interessante, per vari motivi. Si apprende che Macron e il suo ministro avevano vietato l’uso della idrossiclorochina (e alle farmacie il divieto di venderla) in qualche modo alla chetichella, con un inghippo, la decretazione, che il governo Conte usa e abusa in modo plateale, senza passare per il Parlamento; ma da noi non esiste un giudice a cui fare appello.

https://www.zinfos974.com/Hydroxychloroquine-Une-victoire-paradoxale–malgre-le-rejet-de-la-requete-pour-exces-de-pouvoir_a153466.html

Da noi esistono invece processi fatti in tv contro quei medici che, arrabattandosi sulla prima linea, hanno scoperto l’errore di diagnosi che ha condannato a morte centinaia (migliaia) di ventilati e intubati, giudicati bugiardi dal “virologo Burioni” perché hanno diffuso le loro scoperte via Whatshapp, comunicando tra loro le loro esperienze ed insuccessi, poi affinando insieme le soluzioni terapeutiche, fino a formare quel “Protocollo” fai da te che sta svuotando le terapie intensive e rendendo inutili le (migliaia?) di ventilatori acquistati – senza che i media lo dicano. I media ufficiosi, come il governo, impongono la repressione sanitaria: non uscite finché non arriva il vaccino! – gli elenchi dei cittadini multati perché sorpresi fuori stanno sostituendo l’elenco dei morti per virus, e la Rai li dà con il godimento malcelata con cui dava i primi. E’ pur sempre terrore, da diffondere. 25 aprile:...

In questi giorni abbiamo visto una “Scienza” che si appoggia al potere e ne è appoggiata, venerata dai media e che ricorre ai giudici e alle querele. Che strana Scienza, che ha bisogno di chiamare la polizia:..
https://www.maurizioblondet.it/clorochina-i-medici-hanno-strappato-il-diritto-di-usarla/

Ireneo ha detto...

Sembrerebbe illogico, ma per il Vertice della Piramide l'obiettivo principe di tutta la costruzione posticcia dell'emergenza coronavirus è proprio la sospensione della Santa Messa.
E poichè il mezzo di comunicazione dei suoi ordini è il mainstream, si vede a occhio nudo l'estrema ritrosia a far riprendere le celebrazioni.
A chiarificazione, il CoronaGates-virus induce disperazione, allontana da Dio - quanti milioni oggi sono disperati perchè non vedono un futuro!- se riprendono le S. Messe, e la gente torna ad assistervi, Satana cosa ne ha ricavato da codesta messinscena?
Chiaro che i Suoi mezzi di dis-informazione sono molto riluttanti. Cercheranno di mettere condizioni ferree ed angoscianti per fare passare la voglia di andare.
P.s.: personalmente mi risulta chiarissima la Satanica Operazione di riduzione in perpetua servitù dell'umano che si sta conducendo con il coronagates, guardate la mistificazione delle mascherina, si toglie alle persone il loro tratto più divino, il volto, per ridurle peggio che bestie. Vedo su questo blog non molti che sottolineino l'estrema Satanicità di tutta l'operazione Coronavirus e l'estrema sfida che si sta portando all'uomo quale creatura preferita del Signore. Pensateci bene, perchè è agghiacciante quello che hanno architettato e stanno cercando di portare a compimento.

mic ha detto...

Guardate i due video: da piangere, in Spagna
Come viene trattato un sacerdote cattolico
https://vimeo.com/411816552

E come viene trattato un imam
https://vimeo.com/411792640

Per dirla come va detta ha detto...

La Messa interrotta

Avete costruito a tavolino un rito talmente umano che riuscire a pregare la domenica è un impresa.
Bisogna sopportare le chitarre, le chiacchiere, le risate, i saluti e le frasette continue del prete, costretto al protagonismo dal fatto di essere guardato continuamente dai fedeli.
Ci sono messe con omelie all'inizio per introdurre, al centro per spiegare e alla fine perché il celebrante si era dimenticato di dire qualcosa. La Messa nuova si può interrompere in qualunque momento: la spiegazione di qualcosa, un segno comunitario, la testimonianza di 40 minuti dell' ex tossico etc etc... Quando finalmente si conclude e il prete concede un po' a malincuore quel: "la Messa é finita andate in pace" (che potrebbe durare anch'esso dai due ai tre minuti, se al prete viene in quel momento in testa qualche profonda spiegazione sul termine "pace"), il "rendiamo grazie a Dio" di risposta, è un grido di liberazione collettivo come non ci fu neanche alla vittoria di Lepanto.
La Messa nuova è un rito fatto per essere interrotto. Anzi a dire il vero, la Messa nuova ha interrotto la Messa vera, perché voleva interrompere la fede. Ed ecco che adesso viene interrotto.
Scusate l'interruzione.

tralcio ha detto...

Vorrei condividere lo stato d'animo che provo. Non perché Dio non mi abbia già dato tante grazie nel circondarmi di consolazioni, persone buone e tante opportunità che a molti mancano a cominciare dalla salute e dalla fede. Non scrivo da disperato, né da ingrato. Però scrivo dello sbandamento che si prova nel venir meno di tante realtà, anche sottovalutate quando c'erano, che aumentano un senso di vuoto, da riempire di speranza, ma non senza la fatica di un passaggio che richiede un cuore puro, che adesso in me non c'è.

Emmaus, pochi chilometri da Gerusalemme, pomeriggio del primo giorno della settimana...
Un discepolo, che potrei essere io, discute dei fatti accaduti. Cronaca. Freschissimi.
E' già nota anche la news, di pochissime ore prima. Non c'erano i registratori e nemmeno internet, non c'era l'informazione acca24, non c'era la retorica della libertà di stampa, eppure le cose si sapevano, anche se già circolavano le fake news (guardie addormentate).
Il problema non è solo di conoscere le informazioni: il problema sono gli occhi. Il mio problema è non avere il cuore puro. Non per il sesto comandamento, ma perché ogni peccato oscura, anche quello di rabbia, di polemica, di rancore, di sdegno, di mormorazione...

Gesù passa accanto e ti interroga, sul perché di quel subbuglio, discutendo animatamente.
Non può che vedere tristezza nei miei occhi... Adesso non è perché lo hanno condannato e crocifisso. No: è per come ci siamo ridotti noi che sappiamo che è risorto! Come è ridotta la Chiesa. Come è ridotta questa nostra povera Italia, con i pastori che si ritrova.
Quando mi interroga sul perché io sia triste, non posso ribattere a Gesù che è talmente "forestiero" in questa nostra città da stupirmi che non sappia nulla. Il fatto è che, pur credendo in Lui, mi amareggia vedere così tanto disprezzo, pubblico e privato. E ora, che il diavolo mi ha portato a concedergli qualche soddisfazione nel giudizio contro questo e quello, che ho detto cose dure e cattive su molti, che ho perso le staffe, non posso nemmeno accostarmi a lui nel confessionale e chissà quando potrò riavvicinarmi all'Eucaristia.


... segue

tralcio ha detto...

...

E' il terzo giorno: cioè è solo domenica pomeriggio e il disastro è del venerdì... Umanamente è proprio un tempo breve. Eppure pare un'eternità. Come i quasi duemila anni trascorsi, per ridurci così quasi in un attimo, in questi ultimi anni.
Eppure le donne, le meno credibili come testimoni, il genere che Dio promise essere letale per Satana fin dai tempi dell'Eden, la cui capofila è nostra corredentrice, madre e regina,
sono venute a dire che hanno avuto visioni di angeli e che Cristo è risorto!

La luce si muove a 300000 chilometri al secondo. Per Dio un giorno sono come mille anni, ovvero un giorno dei suoi sono 365000 dei nostri. Il tempo di Dio è rapido come la velocità della luce.
Sono io a muovermi lentamente, credendo che il tempo sia superiore allo spazio e non capendo che sono semplicemente sintonizzato sulla frequenza del mondo, mentre Tu sei qui vicino, ma continuiamo ad ascoltare solo le stazioni della Via Crucis.

Ha ragione Gesù: sono uno stolto. Dimostro una ridotta capacità mentale e intellettuale, e quindi, spesso, una grossolana ingenuità; credendomi più pratico e più concreto, manco esattamente del senso pratico: e finisco con il mostrarmi sciocco e indisponente, ricco solo di una stolta presunzione.

Gesù a Emmaus disse "Stolti e lenti di cuore a credere in tutto ciò che hanno detto i profeti! Non bisognava che il Cristo patisse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?". Ecco: lo so di essere così. E ora mi manca anche di poter riconoscere e frequentare, non solo via streaming, il mistero del memoriale del sacrificio della croce.

Il mistero per cui, riconoscendoti vivo e presente, tu Gesù sparisci alla vista. Sembra che ti sappia vedere solo in balia di tutti quelli che ti disprezzano e ti tradiscono. E lamentandomi di loro, divento come loro. Possa la tua mamma aiutarmi, adesso. Così posso tornare nella città degli uomini che adesso quasi mi provoca allergia. Nel tuo nome.

Stiamo vicini ai Pastori e difendiamoli non lasciamoli soli . ha detto...

Mi piange il cuore a scrivere questo : e' arrivato il tempo della testimonianza !
Chi e' con la Verita' e chi e' contro la Verita' .
Come nel gioco delle quindici caselle numerate messe in disordine soltanto la SS.Trinita' e la Santa Madre potra' rimettere ordine . La Chiesa Cattolica e' Una ? E allora pensi a riunificare prima di tutto se' stessa ! Oggi , nella ricorrenza del Buon Pastore ho ascoltato( e l'invito lo estendo a voi tutti dal minuto -24:30 circa ) la fantastica omelìa di Don Giorgio Lenzi IBP che partendo appunto dall'esempio del Buon Pastore ricorda a tutti i pastori , secondo l'ordine e il grado , la condotta da tenere invitando al contempo tutti i fedeli a fare altrettanto . Piu' tardi sarà meglio che mi prenda un appunto pro memoria .

26 Aprile 2020 S.Messa della Domenica detta del Buon Pastore (II dopo Pasqua)
https://www.youtube.com/watch?v=MyD4LE81IBE

Anonimo ha detto...

@mic 11:10

La verità è che la polizia non tocca i Muslim perché "ha paura" di "reazioni violente e sommosse". A noi ci prendono a calci in culo e ancora ringraziamo. Perché ci vogliamo ammoccare il cristianesimo mieloso e zuccherino, e poi ci dimentichiamo che quando è stato "dissacrato" il Tempio, pure Cristo ha reagito male frustando i mercanti... Ci dimentichiamo che pure l'antico testamento è tutto costruito facendo il culto a Dio, prima con le armi e poi con la consacrazione e la preghiera. Ma giustamente a noi cosa tocca?

Pietro (NON del Cammino) ha detto...

La cosa che più sconvolge nella società di oggi è che nessuno, mai, pensa alla salvezza della propria anima.
La stessa evangelizzazione viene intesa più come un far conoscere la propria esperienza psicologica, magari di gruppo, cosa che non va negata ma non è l'essenziale, che annunciare la SALVEZZA dell'anima, con tutto ciò che ne consegue.
Non voglio affatto negare che è importante anche l'impegno sociale, anzi è fondamentale. Ma insistere oggi, in cui tutto si traduce in attivismo, sull'impegno sociale senza MAI parlare di morale e spiritualità, è come insistere con una persona anoressica sull'importanza del digiuno, invece di dire che il suo digiuno dovrebbe consistere nell'incominciare a mangiare qualcosa.
E' vero, forse mai come oggi tra gli uomini ci sono disparità economi e ingiustizie sociali, ma questo non fa altro che dimostrare che se si fissa sul sociale e non sulla morale, alla fine si ottiene l'effetto contrario. Come accelerare per far partire l'auto che ha il radiatore che perde: l'unico risultato che si ottiene è la fusione della testata.
Una volta, in cui i ricchi arano in prima fila alla Messa, era ovvio ricordare la giustizia sociale, cosa che i santi hanno sempre fatto con decisione ben prima dei prelati progressisti (e a volte viziosi di lussi e comodità). Oggi, senza dimenticare la solidarietà, occorre tornare a parlare di peccato e di conversione, il resto è una conseguenza.
Oggi nessuno parla più dei Primi 9 venerdì del mese, forse perché dell'anima non ci si interessa, o perché si dà per scontata la salvezza, o perché si è persa la fede.

Anonimo ha detto...

Covid 19 - Ripartizione dei contagiati per provincia al 25/04/2020
ore 17

Lombardia:

Bergamo 11.047
Brescia 12.540
Como 2.942
Cremona 5.906
Lecco 2.157
Lodi 2.903
Monza Brianza 4.417
Milano 17.908
Mantova 3.082
Pavia 4.036
Sondrio 1.130
Varese 2.407
altro/in fase di verifica 1.494

Wikipedia:

Bergamo:Economia
Un proverbio inserito in alcuni testi del Cinquecento indica la presenza di numerose attività a Bergamo e nel suo territorio: ...nec passerem avem, neque Bergomatem hominem ulli provinciae deesse, diventato poi Ne uccel passero, ne uom bergamasco manca ad alcun paese.[51]
Come gran parte dell'economia del nord Italia, il complesso bergamasco è costituito soprattutto da piccole-medie imprese, con la presenza di grandi industrie, che vanno dal settore alimentare a quello metalmeccanico.

Agricoltura
Gli spazi agricoli rimasti nell'area del comune di Bergamo sono pochi, e prevalentemente dedicati alla produzione di mais e di foraggio. Sono presenti alcune aziende di apicoltura.

Artigianato
Sono presenti in città alcuni artigiani del legno, del ferro, e dei tessuti.

Industria
In passato, nel comune di Bergamo avevano sede numerose industrie, ora quasi tutte trasferite nel circondario. La maggior parte si basava sull'uso dell'acqua delle rogge per la produzione tessile, installate in città nel periodo austroungarico (1814-1859).
Le aziende principali residenti in città sono:
Italcementi SpA, quartier generale della quinta azienda a livello mondiale per la produzione di materiali da costruzione, in particolare cemento e derivati.
Gruppo UBI, ex BPU e Banca Popolare di Bergamo - Credito Varesino, quartier generale del quarto gruppo bancario italiano per importanza.
Brembo, quartier generale e stabilimenti di produzione di impianti frenanti per veicoli ad alte prestazioni.
Gewiss, società che opera a livello internazionale nella produzione di sistemi e componenti per la domotica, l'energia e l'illuminotecnica.
Tenaris, produzione e fornitura di tubi e servizi per l'esplorazione e la produzione di petrolio e gas.
ABB SpA, produzione di interruttori industriali.

Servizi
Negli ultimi quaranta anni è aumentata l'importanza dei settori bancario, commerciale e della comunicazione. Il settore dei servizi è trainante in città, come in ogni economia del terziario avanzato.

Turismo
L'attrattività turistica della città ha fortemente beneficiato del boom del vicino aeroporto di Bergamo-Orio al Serio grazie alle compagnie low-cost (Ryanair), pertanto i flussi turistici, pressoché di transito per le grandi mete del nord Italia, si caratterizzano per un target medio.
Considerando i redditi dichiarati nel 2010, Bergamo è risultata essere la seconda città più ricca d'Italia, dopo Milano.

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Anonimo ha detto...

Brescia:Economia
L'economia provinciale e cittadina si divide tra industria, commercio, artigianato, servizi, agricoltura e turismo.
Come gran parte dell'economia del nord Italia, il complesso bresciano è costituito soprattutto da piccole-medie imprese, con la presenza di grandi industrie, che vanno dal settore alimentare a quello metalmeccanico.

Agricoltura:
La viticoltura è considerata il comparto agricolo più importante del sistema agroalimentare bresciano. Il territorio comunale di Brescia rientra nella zona di produzione di diversi vini: una tipologia a denominazione di origine controllata e garantita, ovvero il Franciacorta[157], tre vini DOC (Botticino[158], Cellatica[159] e Curtefranca[160]) e un vino IGT (Ronchi di Brescia[161]). Inoltre, nel centro storico della città, lungo il versante settentrionale del Colle Cidneo, si estende il vigneto urbano più grande d'Europa, chiamato Vigneto Pusterla[162], caratterizzato dalla coltivazione dell'Invernenga, vitigno autoctono a bacca bianca presente a Brescia fin dall'epoca romana[163].
Nel resto della provincia sono prodotti altri sei vini DOC e quattro tipologie IGT[164]
Un altro settore molto importante in provincia è quello dell'olivicoltura, in cui la zona del Garda gioca un ruolo importante, coinvolgendo un gran numero di imprese tra raccolta, lavorazione, conservazione e commercializzazione dei prodotti. Al momento sono state registrate, in sede europea, due DOP degli oli extravergini d'oliva, e sono: l'olio Garda e Laghi lombardi. Dato l'elevato grado di redditività del settore sono previsti rigidi regolamenti per la pratica di questa attività[165].
Proprio a Brescia sorge uno dei più stimati istituti del nord Italia: l'Istituto tecnico agrario statale Pastori che indirizza numerosi studenti all'attività agricola con il diploma di Perito agrario.

Industria:
La Confindustria locale, l'Associazione Industriale Bresciana (AIB), è stata la prima associazione industriale fondata in Italia il 14 aprile 1897[166]. Le imprese attive in provincia di Brescia, molte delle quali operano nell'area urbana, sono 90.000[167]. Le principali attività industriali sono quelle meccaniche, specializzate nella produzione e distribuzione di macchine utensili, centralizzate intorno alla Val Trompia.
Importante è anche la produzione di mezzi di trasporto, una su tutte l'OM, che ha sede sul territorio cittadino e produce i camion Iveco; vi si aggiunge, inoltre, la produzione di armi, tra cui ricordiamo la Beretta e la Tanfoglio di Gardone Val Trompia e la Perazzi di Botticino.
Molto importante l'industria metallurgica, che dagli anni 1970 ha visto salire alla ribalta il cosiddetto Distretto del tondino, che comprendeva i territori della bassa Val Trompia, e più precisamente quelli di Lumezzane e Sarezzo, e che oggi è ancora attivo con numerose aziende sparse per tutta la provincia. Famosa la Redaelli, società leader nelle funi e cavi di acciaio (funivie, sollevamento, offshore, etc.) di Gardone Val Trompia BS. Importante il distretto di Odolo in Valle Sabbia, che fino agli anni novanta produceva il 30% del tondino nazionale.
Nella periferia cittadina, rispettivamente lungo la Tangenziale Sud e la Tangenziale Ovest, sono presenti due acciaierie l'Alfa Acciai e la Ori Martin. In città hanno inoltre sede diversi gruppi industriali, tra cui possiamo ricordare il Gruppo Lucchini, la Feralpi e la Camozzi Group. La produzione di posate e di rubinetti, concentrata nella zona lumezzanese, insieme al comparto tessile, calzaturiero e d'abbigliamento, concentrati nella zona di Rezzato, costituiscono settori cruciali per l'industria bresciana, così come la produzione di materiali per l'edilizia, e laterizi, che vanno ad alimentare il settore delle costruzioni – in forte espansione, date le riqualificazioni urbanistiche in atto.

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Anonimo ha detto...

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Degna di nota è la fabbrica di birra più antica d'Italia, la Wührer.
Come nel resto d'Italia, molte aziende bresciane sono di dimensioni medio-piccole e a conduzione familiare; negli ultimi anni sono arrivate anche imprese di grande rilevanza e filiali importanti (soprattutto straniere), sia nel territorio della città sia nei maggiori centri industriali della provincia.
La provincia di Brescia ha un PIL di circa 37 miliardi di euro


segue con Milano

Anonimo ha detto...

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Milano:Economia
Generalità,
Durante la sua storia, Milano ha spesso anticipato le linee di tendenza dell'economia della penisola: una robusta agricoltura e un diffuso artigianato con scambi commerciali intensi fin dal Medioevo e nel Rinascimento, sfruttamento delle risorse idriche e sviluppo delle comunicazioni nel periodo protoindustriale e diffusione spinta delle attività manifatturiere, anche le più pesanti, durante l'industrializzazione, con una particolare attenzione alle attività bancarie e finanziarie.
Dalla seconda metà del secolo scorso ha anticipato il processo di terziarizzazione dell'economia nazionale puntando sul prevalere sempre più marcato di un terziario avanzato in diverse direzioni, dalle tradizionali alle innovative: finanza, commerci nazionali e internazionali, direzioni aziendali, editoria, design industriale, pubblicità, intrattenimento, ricerca scientifica, biotecnologia, informatica, attività universitarie, moda, design, editoria, società di marketing e media televisivi.
Milano, sede della Borsa Italiana, quinta in Europa e nona al mondo, è il principale centro finanziario e il più importante polo economico del Paese vantando il reddito pro capite più alto d'Italia: circa 30 000 euro[2]. Il prodotto interno lordo totale generato dalla città di Milano si attesta invece a 39 miliardi di euro[2].
Turismo
Nelle classifiche delle città più visitate del mondo nel 2018 Milano si conferma al quinto posto in Europa per numero di turisti internazionali. Secondo La classifica di Global Destination Cities di Mastercard relativa alle presenze di turisti e lavoratori, Milano si attesta a circa 9,1 milioni di presenze, come 16ª città più visitata al mondo, 5ª d'Europa e 2ª d'Italia dopo Roma[184]. Secondo una classifica che si basa invece sugli international tourist arrivals[185], Milano, a livello internazionale, si attesta alla 24ª posizione seguendo Roma alla 14ª.
La sua attrattiva è data dal suo essere un importante centro economico dell'editoria, della ricerca, della moda e del design e dal suo patrimonio architettonico e artistico che si mescola alla modernità: monumenti, chiese, palazzi storici, grattacieli, shopping, moda ed eventi di vario genere contribuiscono alla vocazione internazionale della metropoli. Milano è inoltre posizionata a circa 50 km dai grandi laghi lombardi (Lago di Como, Lago Maggiore, Lago di Lugano), la cui bellezza paesaggistica gode di rinomanza mondiale.
Storicamente, i grandi nomi della musica e della letteratura romantica italiana (tra cui Gioachino Rossini, Vincenzo Bellini, Giuseppe Parini, Alessandro Manzoni, Giuseppe Verdi, ecc.) erano soliti soggiornare sui laghi durante la loro permanenza a Milano, spesso ospiti nelle ville dei nobili milanesi, contribuendo così allo sviluppo di un turismo culturale che a partire dal Settecento legò la grande città alle vicine bellezze naturali.

Anonimo ha detto...

Ora vista l'incidenza dei contagiati, in particolare, nelle città più colpite Bergamo, Brescia, Milano vengono spontanee alcune considerazioni:
Il contagio è dipeso da una maggiore densità di popolazione. Questa densità si spiega con il grande lavoro che vi si svolge. Il virus in un sol colpo ha dunque steso la popolazione, il suo lavoro e la sua ricchezza, che nasce dal lavoro delle persone. Per capire come stanno le cose bisognerebbe conoscere le intenzioni del virus ma, un virus non ha intenzioni. Le intenzioni le hanno solo gli uomini.

Anonimo ha detto...

Gentile Signor Tralcio ,
forse Mons. Nicola Bux nell'omelìa del Vangelo del giorno sec Luca dara' risposta al suo cuore contuso :
Dal minuto 18:48 circa
https://www.facebook.com/ilpensierocattolico/videos/vb.134491457274555/300636394259440/?type=2&theater

Pietro (NON del Cammino) ha detto...

La misericordia divina proposta oggi da tanti nella Chiesa di divino non ha forse nulla, ma solo di umano.
Si teme che qualcuno possa sentire il "senso di colpa".
San Paolo parla di due specie di senso di colpa, uno che allontana da Dio, e questo è tremendo e va combattuto e per questo occorrono bravi confessori, e uno che avvicina a Dio. Questo secondo senso di colpa è sano perché risponde esattamente alla verità: se siamo in colpa lo siamo e basta. La misericordia è che Dio perdona sempre.
Oggi invece perfino tanti Vescovi, per la smania del dialogo e di cominciare da ciò che unisce, parlando di coppie conviventi, perfino di coppie omosessuali, si sbrodolano nel lodare i loro pregi umani, quali la fedeltà (che danno per scontata).
Non che la "tattica" sia sbagliata, ma se si parte da ciò che unisce, si deve poi arrivare a ciò che "divide", non per restare divisi, ma per convertire.
Paradossalmente tra una persona umanamente buona ed equilibrata, che convive senza essere sposata nella fedeltà, e un dongiovanni compulsivo che, però, dopo ogni avventura si pente veramente e si confessa col proposito di non peccare più, la situazione migliore è proprio di quest'ultimo.
Umanamente sarà inaffidabile, ma non vive in perenne stato di peccato, che spesso comporta un'assuefazione e perciò anche il trovare una giustificazione a una situazione sbagliata.
Se, per assurdo, si fosse obbligati a scegliere tra i due stati, personalmente, senza ombra di dubbio, sceglierei quello dell'inaffidabile che si pente sempre.
Perché la misericordia non consiste nel far finta che chi vive in stato di peccato mortale è come se non vi vivesse, ma nel fatto che Dio perdona sempre e che il peccatore può sperare e chiedere sempre il perdono (naturalmente col proposito di non peccare più).

mic ha detto...

INTROITO GREGORIANO Messa II Domenica dopo Pasqua:
Misericórdia Dómini plena est terra, allelúja
https://vimeo.com/40870650

Ireneo ha detto...

Conte avrebbe deciso, lo hanno anticipato coloro che sanno tutto in anticipo.
Sante Messe è ancora presto,
Funerali sì.
Prima che si decidano a mollare l'osso per "loro" più succulento, ce ne vorrà.
Sarebbe solo la conferma di chi controlla tutta questa gigantesca costruzione.

Anonimo ha detto...

GIUSTO PER COMPRENDERE COSA SIA IL CULTO PER NOI CATTOLICI

“La sacra Liturgia è pertanto il culto pubblico che il nostro Redentore rende al Padre, come Capo della Chiesa, ed è il culto che la società dei fedeli rende al suo Capo e, per mezzo di Lui, all’Eterno Padre: è, per dirla in breve, il culto integrale del Corpo mistico di Gesù Cristo, cioè del Capo e delle sue membra” (Mediator Dei, Pio XII)
Quanto ancora possiamo privarci di dare culto esterno, oltrechè interno, a Dio senza attirare su di noi la giusta sua ira?

mic ha detto...

I funerali sono attività economica e produttiva, le Messe no.
La libertà religiosa è davvero a rischio.

Anonimo ha detto...

Giulietto Chiesa è morto oggi per un infarto.

Anonimo ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/arrivederci-colonnello-a-presto/

Arrivederci, colonnello. A presto.
Maurizio Blondet 26 Aprile 2020 88 commenti

Non siamo mai stati amici, ma qualcosa che fra uomini conta di più: commilitoni. Lui di grado più elevato, presidiava con la ruvida verità il settore più indifeso, traforato da disertori impuniti e minato da traditori ripugnanti, quello della sinistra.
Ora senza di lui c’è una breccia in più, ma tant’è. Io ho quattro anni meno di te, colonnello, tanto presto ci rivediamo. Molti dal mio settore stanno pregando per te forse con tua sorpresa. Io che prego per i miei nemici, figurati se non mi unisco alla preghiera. Me ne suggeriscono una che Templari dedicavano al valoroso alleato, fosse o no infedele.

“Il giusto sarà ricordato in eterno,

né avrà da temere cattiva fama.

A lui dunque perdona, o Dio. Riposi in pace. Amen.

Ireneo ha detto...

Conferma che questa emergenza coronavirus è gestita da chi non desidera celebrazioni di sante Messe, il nemico si svela sempre come Colui che odia Gesù Eucarestia. Complimenti al Governo Conte che per le Sante Messe se la tirerà più a lungo che potrà, il suo Comitato Tecnico-Scientifico ovviamente considera l'anima eterna una superstizione di illusi. Mattarella, capo dello stato, custode della Costituzione, e quindi della vigenza dei Patti lateranensi, cosa dice? Silenzio? Art. 19 della Costituzione non pervenuto?

tralcio ha detto...

Per anonimo 17:44
Grazie!

Anonimo ha detto...

Ma poiché non viviamo nel paese di Biancaneve e i Sette Nani e certe cose non ce le possono raccontare nemmeno per scherzo, resta il fatto che qualcuno sta investendo un mucchio di soldi per esortarci ad essere più buoni, più accoglienti, più generosi, nonostante il fatto evidente che noi tutti ci stiamo spaventosamente impoverendo, le classi medie sono praticamente sparite, il piccolo commercio e la piccola impresa sono sull’orlo dell’ultima disfatta nell’impari lotta contro le multinazionali, e per giunta siamo segregati in casa, terrorizzati dal governo e dai mass-media e minacciati di sanzioni se appena osiamo metter fuori il naso senza una ragione più che valida.
http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/mondo-donna/8810-il-totalitarismo-della-bonta

Il mercato della bonta' ?

Anonimo ha detto...

Siccome questi fanno orecchie da mercante, costringono a cercare modi diversi di intervento. Uomo avvisato, mezzo salvato.

Anonimo ha detto...

Quiz aperto a tutti:

https://www.youtube.com/watch?v=y0BwYCcgVhs

Conte e il mistero della mano sinistra sotto il tavolo durante conferenza sua "Fase 2": perché?

Da ribadire sempre ha detto...

PERCHE' SONO CATTOLICO

«Quando la gente chiede a me, o a qualsiasi altro: Perché vi siete unito alla Chiesa di Roma? La prima risposta essenziale, anche se in parte incompleta, è: Per liberarmi dai miei peccati. Poiché non v’è nessun altro sistema religioso che dichiari veramente di liberare la gente dai peccati. Ciò trova la sua conferma nella logica, spaventosa per molti, con la quale la Chiesa trae la conclusione che il peccato confessato, e pianto adeguatamente, viene di fatto abolito, e che il peccatore comincia veramente di nuovo, come se non avesse mai peccato. […] Orbene, quando un cattolico ritorna dalla confessione entra veramente, per definizione, nell’alba del suo stesso inizio, e guarda con occhi nuovi attraverso il mondo, ad un Crystal Palace che è veramente di cristallo. Egli sa che in quell’angolo oscuro, e in quel breve rito, Dio lo ha veramente rifatto a Sua immagine. Egli è ora un nuovo esperimento del Creatore. È un esperimento nuovo tanto quanto lo era a soli cinque anni.
Egli sta, come dissi, nella luce bianca dell’inizio, pieno di dignità, della vita di un uomo. Le accumulazioni di tempo non possono più spaventare. Può essere grigio e gottoso, ma è vecchio soltanto di cinque minuti»

Gilbert K. Chesterton
(Autobiografia, Lindau).

Anonimo ha detto...

Nella Bibbia Ebraica l'espressione indicata si trova nel sal 80,19. Il verbo è un imperativo hifil e significa "facci tornare". Non indica quindi soltanto un cambiamento di mentalità, ma più specificamente un ritorno ad uno stato precedente. Ancora più significativo per una situazione in cui le guide della Chiesa si sono allontanate dalla retta dottrina e dalla retta fede.