Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 17 aprile 2020

Fase 2 e le Sante Messe. Vescovi arrendevoli e fedeli che non si rassegnano

Molti stanno diffondendo con entusiasmo l'esternazione odierna di Bergoglio, che viene fuori solo alcuni giorni dopo la Pasqua più squallida di due millenni di cristianesimo. Squallida esteriormente, ma non nei cuori dei fedeli e nella Chiesa corpo mistico di Cristo. Perché surrexit Dominus vere, Alleluia e resta con noi fino alla fine dei tempi!
sostituisco la precedente immagine, censurata...
(ANSA) - CITTÀ DEL VATICANO, 17 APR - Celebrare la messa senza popolo "è un pericolo", queste modalità a distanza sono legate "al momento difficile" ma "la Chiesa è con il popolo, con i sacramenti". Non si può "viralizzare la Chiesa, i sacramenti, il popolo". "È vero che in questo momento" occorre celebrare a distanza ma "per uscire dal tunnel, non per rimanere così" perché la Chiesa "è familiarità concreta con il popolo". "Questa non è la Chiesa, è una Chiesa in una situazione difficile". Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia della messa a Santa Marta.
E mentre non dimentichiamo il giallo degli inizi [qui], notiamo come non si accorgono che dietro la giusta riaffermazione della concretezza della vita sacramentale c'è il diniego del valore assoluto della Messa quando è celebrata sine populo
Il culto è pubblico anche se a celebrarlo è il solo sacerdote, la messa ha sempre lo stesso valore anche se il sacerdote la celebra da solo. Tuttavia non è indifferente che il popolo non sia presente al culto: la celebrazione è necessaria ai fedeli stessi ma soprattutto quando il fedele professa pubblicamente la fede nel culto ufficiale della Chiesa, in quel momento, oppone una barriera alle forze del Male.
Per di più Bergoglio dichiara ciò che avrebbe dovuto essere scontato fin dall'inizio e lo fa proprio nel momento in cui i vescovi stanno inopinatamente "trattando" col governo. Ma come mai non ha affermato queste cose fin dalla prima domenica senza sacramenti e soprattutto per la Settimana Santa e per la Pasqua con tutte le sofferenze spirituali e le conseguenze di ordine metafisico che tutto ciò ha comportato? Non vi fa pensare ad una strategia mediatica, posto che i fedeli hanno reagito con vigore e non con rassegnazione all'assurda resa dei vescovi?
Tra l'altro, in virtù dell’autonomia della Chiesa nei confronti dello Stato, la CEI non dovrebbe sottoporsi ad alcuna "trattativa", ma esigere e riaffermare ciò che le è proprio, e cioè non solo rivendicare la libertà di accesso ai luoghi di culto e ai sacramenti, ma soprattutto insistere con forza sulla libertà - pur con tutte le cautele necessarie - della celebrazione del culto che è il culto pubblico, ius divinum prima che di ogni credente, funzione essenziale teandrica (divino-umana) assegnatale dal mandato di Cristo, propria de La Catholica (Ecclesia = comunità, assemblea, adunata). La fede non è un fatto privato e non può essere relegata alla sfera privata. Lo esige la concretezza dell'Incarnazione. Ed è stata questa la privazione maggiore che ha rappresentato e rappresenta anche uno scandalo senza precedenti, oltre che la violazione di un diritto fondamentale.
Infatti i cristiani, oltre al bisogno di pregare in Chiesa perché è lì che è Presente il Signore Gesù vivo e vero, in Corpo, Sangue, Anima e Divinità, hanno il bisogno di nutrirsi del cibo dell'anima che è l'Eucaristia, ma hanno anche il compito di testimoniarne erga omnes gli effetti. 
E dunque i vescovi non devono concordare con le autorità governative una “strategia comune” ma porre fine all'incoerenza che sia consentito entrare in un luogo di culto e venga invece impedito che, con le stesse precauzioni, i fedeli presenti in chiesa possano assistere a una Messa. Compete ai vescovi e non allo Stato decidere che cosa avviene nella chiesa. E sarà compito del sacerdote designato assumersi la responsabilità che non si creino assembramenti, mentre le precauzioni del caso sono agevolmente gestibili negli spazi ampi della maggior parte delle chiese, purtroppo ormai già non così affollate... 
Del resto la Chiesa cattolica non è un soggetto estraneo allo Stato, ma esistono accordi che regolano le intese tra Stato e CEI. In ogni caso, se è vero che la docilità, frutto di ragionevolezza immune da squilibri, è prerogativa dei cattolici a nessuno è lecito abusarne scambiandola per arrendevolezza. 

30 commenti:

Anonimo ha detto...

Infatti tante ubbidienze all'autorità non erano e non sono che egoistico scansare grane. Così è per la chiesa, così per lo stato, cosi in campo di unione europea...

Le pezze d'appoggio a posteriori vanno a pennello per la confusione globale, così chi vuol vedere la chiesa conforme allo stato, la vede; chi vuol vedere la chiesa conforme a se stessa, la vede. Nel mentre lo smantellamento della chiesa procede a marce forzate.

Tutti costoro devono andare a casa. Ormai sembra che le maschere siano cadute a tutti. A chi è rimasto un briciolo di dignità prepari le sue valigie e vada. Buon viaggio.

tralcio ha detto...

Questa strana Quaresima senza la possibilità di ricevere la Ss.ma Eucaristia è stata propizia almeno per coloro che hanno avuto modo di rendersi conto di quale immenso dono essa è. Un dono, che non è un diritto e che richiede la grazia di Dio. Non potendoci confessare da tanto tempo, dovremo esaminarci molto bene per dire se siamo/saremo in condizione di poterci accostare al SS.mo Sacramento quando ne avremo l'opportunità.

La Santa Messa in streaming è stata un'opportunità da diversi punti di vista: per esempio di fare confronti tra la forma ordinaria e quella straordinaria. Vedere come si celebra sine populo ha aperto gli occhi su come si celebra cum e soprattutto verso chi è rivolta la celebrazione.

Il Triduo Pasquale ha ulteriormente costituito un'occasione preziosa per comprendere ancor più in profondità la separazione del sangue dal corpo, ovvero l'atto sacrificale con cui il Signore si è immolato come Agnello di Dio, in luogo del capro espiatorio. In questo grande mistero, che si apre con l'umiltà della lavanda dei piedi dei discepoli e la prefigurazione del sacrificio e si completa nella vittoria sulla morte, Il Signore Gesù si presenta come Sacerdote e istituendo il sacerdozio pone ogni sacerdote nella condizione di ripresentare lo stesso sacrificio, a scopo di culto a Dio (ringraziamento e adorazione) e di azione verso l'uomo (espiazione e impetrazione di grazie). Tutto questo avviene nella Santa Messa, in ogni Santa Messa, anche senza il concorso di popolo.

Bisogna vedere se ci si crede ancora. Se ci crede chi celebra e se ci crede chi va alla Messa, altrimenti ridotta a festa della comunità, ad assemblea, non con un altro Cristo, ma con un presidente. Non con un sacrificio, ma solo con una cena. Non con Dio presente, ma solo con un vago ricordo, mentre i soli presenti siamo noi.

Infine un problema prossimo venturo: tornando a Messa, se saremo in grazia di Dio per poterlo fare, probabilmente a chi si comunicherà sarà imposto di dover ricevere il SS.mo Sacramento nelle mani. Beh, se dovesse essere obbligatorio e se dovesse comportare polemiche e discussioni, forse sarà meglio continuare nel digiuno eucaristico, restandosene al proprio posto e facendo la comunione spirituale.

Governo si o governo no, carabinieri si o no, volontari schierati per il distanziamento etc etc, la questione è innanzitutto interna alla Chiesa. E con questo contesto non sarà meno problematica di aver a che fare con i permessi altrui.

Anonimo ha detto...

Il giudice Mantovano a La Nuova Bussola Quotidiana: «Libertà di culto limitata, non è tra le priorità del Governo». DPCM incoerente: «Consente l'accesso in chiesa, ma non compete allo Stato decidere che cosa si fa dentro». Appello ai vescovi: «Le Messe devono tornare». Sui rapporti tra Stato e Chiesa «non si può superare la Costituzione con un decreto». E sui blitz della Polizia in chiesa «c'è stato un eccesso di zelo, certi questori e prefetti provano fastidio per la religione».

Anonimo ha detto...

https://www.radiospada.org/2020/04/quei-pericoli-nascosti-nellappello-di-bergoglio-per-la-riapertura-delle-chiese/
[…]
Boati di giubilo hanno accolto queste parole.
Fuori dal coro come al solito, ci permettiamo di eccepire alcune cose.
Anzitutto non è affatto fonte di gioia che il rito montiniano, che l’epidemia ha per eterogenesi dei fini sottratto al popolo nel cinquantesimo anniversario della sua invenzione ed imposizione, venga nuovamente e massivamente riproposto ai fedeli, vista la sua scarsa affinità con il Cattolicesimo Romano.
In secondo luogo, il discorso di Bergoglio, che ha pure i suoi punti condivisibili e giusti: effettivamente la partecipazione fisica all’offerta del Sacrificio è sostanzialmente differente rispetto alla pia assistenza a funzioni trasmesse in streaming e sebbene Dio dia sempre la grazia sufficiente i Sacramenti sono di estrema e vitale importanza; nasconde velenosissime insidie. Infatti non è nient’altro che la riproposizione di quel “comunitarismo”, quell’ “assemblearismo” che è alla base della nuova visione conciliare e postconciliare (che poi è un misto fra Lutero e Calvino) della messa come Cena del Signore celebrata dal popolo.
Per questo il popolo è importante: perché il popolo è il celebrante e non già l’assistente che offre spiritualmente il Sacrificio.
Per questo non va bene la messa sine populo: non perché il culto pubblico dei cristiani è una forza che si oppone alle forze del male, ma perché senza il popolo non si fa famiglia, comunità e la messa non è sostanzialmente tale.
Tutte idee condannate pesantemente da Pio XII nella sua Mediator Dei:

Anonimo ha detto...

Beh, se dovesse essere obbligatorio e se dovesse comportare polemiche e discussioni, forse sarà meglio continuare nel digiuno eucaristico, restandosene al proprio posto e facendo la comunione spirituale.
Meglio cercare Messe Tridentine.

Ireneo ha detto...

Per Anonimo 14:44

A me queste Eccellenze, i Vescovi, che trattano della Santa Messa col Governo, e sono sufficientemente sicuro che faranno il 99% di quello che gli viene raccomandato, perchè è da anni che si piegano e si genuflettono, se insomma non deve essere un atto di riparazione alla offesa gravissima a Nostro Signore, (penso per esempio che si è permesso financo di fermare Sante Messe, un atto per il quale l'Eccellenza Bassetti doveva chiamare la sig.ra Ministro Lamorgese e farla nuova di zecca) ma una cauta, timida, timorosa piccolissima apertura,.......molto meglio la tua soluzione. Restiamo puniti, ma con dignità.

Anonimo ha detto...

Sempre che, anche nel caso di Messe Tridentine, un obbligo imposto su tutto il territorio nazionale in presenza di fedeli rendesse impossibile (per legge) la comunione in bocca.
Se invece fosse data facoltà di scelta, sicuramente almeno in quel caso (ma forse anche in qualche luogo dove si celebra con il nuovo rito) agirebbero per contemperare le giuste precauzioni e il rispetto dovuto all'Eucaristia.

Anonimo ha detto...

La Chiesa è con il popolo con i sacramenti….Come sempre bisogna intendersi sulle parole e cercare di capirne il senso .Essere con il popolo significa che alla celebrazione della messa è bene che siano presenti i fedeli ,perché i fedeli hanno bisogno di assistervi tutte le domeniche e le altre feste di precetto?Oppure essere con il popolo vuol dire che senza la presenza del popolo(termine abusato ed ormai equivoco)la messa perde di valore?

Anonimo ha detto...

Alle Sante Messe "clandestine" alle quali mi è capitato di partecipare, il celebrante ha invitato a prelevare la particola dalla pisside. Lo ha fatto esclusivamente in questo contesto di pericolo di contagio; da intendere, voglio credere, come contagio possibile dalle mani del sacerdote, e non mediato dal Sacramento. Durante la Veglia di Pasqua ha porto anche il calice, nel quale il comunicando doveva intingere la particola. Immagino che qualcuno griderà allo scandalo. Però il coraggioso celebrante ha deciso in questa maniera. È scusabile questo modo di procedere? I "puristi" direbbero di no.

mic ha detto...

Oppure essere con il popolo vuol dire che senza la presenza del popolo (termine abusato ed ormai equivoco)la messa perde di valore?

Se avesse letto l'articolo avrebbe visto che, oltre alle perplessità dettate dell'atteggiamento dei vescovi, l'appunto alla dichiarazione di Bergoglio è proprio questo.

Un lettore del sito ha detto...

Quoto in tutto Tralcio.
La brutta situazione ha offerto e offre grande opportunità, per noi e per la Chiesa gerarchica.
Oggi è offerta l'opportunità di ribadire la Presenza Reale nell'Eucaristia (ed è una sottolineatura di cui oggi c'è bisogno).
Come c'è la necessità di ribadire che per accostarsi fruttuosamente all'Eucaristia, affinché sia Cibo di Vita Eterna e non il mangiare e bere la propria condanna, cè bisogno di riconoscersi peccatori. E il riconoscersi peccatori non lo si deve fare "luteranamente" da soli, ma nel Sacramento della Confessione. Debitamente Confessati ci si accosti alla Santa Eucaristia. Ma temo, e mi auguro di essere smentito, una corsa solo alla Messa e all'Eucaristia senza passare per il Sacramento della Confessione. E questo, spero di non essere temerario, avverrà col complice silenzio deila Chiesa gerarchic, che probabilmente nessun richiamo farà alla necessità della Confessione sacramentale.
N'zomma, si torna a prima...
Senza pensare che, forse, è a causa di quel "prima", l'avvenire di certe cose...

Concordo anche sulla prosecuzione del digiuno eucaristico volontario.
In ultimo mi preme dire a Tralcio che è degno di umana lode quel suo:
"Un dono, che non è un diritto e che richiede la grazia di Dio.".
Grazie!

Anonimo ha detto...

https://www.olir.it/focus/giulia-kakavas-le-limitazioni-del-culto-introdotte-in-grecia-per-far-fronte-alla-pandemia-da-covid-19/

EquesFidus ha detto...

La trappola più grande insita nella riapertura delle chiese ai sacramenti è essenzialmente una, cioè che oltre alla possibilità di recarsi in chiesa per le sacre funzioni dovrà essere anche garantita la libertà di spostamento nella stessa provincia e non solo nel comune di residenza o si dovrà evitare, eventualità ancora peggiore, di costringere i fedeli ad andare alla Messa nella chiesa più vicina al loro domicilio. Questo per un motivo semplice: purtroppo, il Santo Rito tridentino-gregoriano è ancora troppo poco diffuso nelle varie diocesi italiane, e molte città o anche interi Comuni ne sono prive. Chi appartiene alle comunità che celebrano secondo tale rito, siano esse Istituti o Fraternità o “semplici” sacerdoti diocesani, ha la necessità di spostarsi il più delle volte, dato che logicamente spesso si trovano in altre città o persino in altre province (il caso più eclatante è la Sicilia, con mons. Lorefice che ha letteralmente ed abusivamente proibito di celebrare la S. Messa tridentino-gregoriana in tutta la diocesi di Palermo, costringendo chi voglia parteciparvi a recarsi a Catania o Messina). Non è sufficiente, quindi, permettere di nuovo il concorso di popolo alla Santa Messa, ma è necessario anche, almeno per la celebrazione, garantire la possibilità ai fedeli di spostarsi quantomeno, lo ripeto, all’interno della stessa provincia di residenza se non regione. Purtroppo, temo che questo non sarà affatto garantito, anzi magari esplicitamente vietato: questo comporterà che noi, fedeli al rito pre- (ed anti-) rivoluzione liturgica saremo purtroppo costretti, per assolvere al precetto festivo, ad andare alle Santa Messe bugniniane che vengono celebrate, sventuratamente escludendo il Vetus Ordo, nella grande maggioranza delle parrocchie. Si tratta, a tutti gli effetti, di una violenza, dato che ho, come cittadino italiano ma soprattutto come cattolico e come libero figlio adottivo di Dio, diritto di appartenere alla comunità religiosa più indicata per me e di seguire il rito della Messa che voglio, fermo restando l’osservanza delle prescrizioni della Chiesa in materia liturgica nonché di quelle norme igieniche basilari necessarie in queste circostanze straordinarie che stiamo vivendo. Poi, si può discutere se limitare tale diritto alla sola provincia o estenderlo a tutta la regione di residenza, quanta distanza può essere lecitamente percorsa e quali norme debbano essere adottate, tuttavia è un fatto che a noi fedeli che seguono e vivono la Santa Messa tridentino-gregoriana deve essere garantito l’accesso a questo genere di celebrazioni, anche qualora si svolgano in città o Comuni diversi da quello di residenza. Una soluzione alternativa, ma che io vedo sinceramente poco applicabile non tanto per la scarsità di preti che celebrano ancora secondo il Vetus Ordo, quanto per l’ostruzionismo ed il rancore che certo clero può ben manifestare (e purtroppo è noto che ciò è accaduto e continua ad accadere) verso i propri confratelli che ancora si vestono come preti e celebrano la Santa Messa autenticamente cattolica in tutti i suoi aspetti, è la possibilità, se non il dovere di garantire la Santa Messa tridentina quantomeno in ogni Comune, dando la possibilità a qualsiasi cattolico lo desideri di parteciparvi senza comportare spostamenti.

mic ha detto...

"Un dono, che non è un diritto e che richiede la grazia di Dio.".

Sono naturalmente d'accordo sul dono. Quando si parla di diritto, ovviamente non è nei confronti di Dio ma nei confronti degli uomini, in questo caso del diritto al culto (che oltretutto implica il giusto onore da rendere a Dio) da far valere anche nei confronti delle autorità statali nonché delle gerarchie dei vescovi lapsi

Per quel che mi consta . ha detto...

Per 17 aprile 2020 16:10
Nonostante le varie contraddizioni insite in questo documento , e' proprio "vietato"comunicarsi da se' " per intinzione " , leggasi le disposizioni impartite per la ricezione della Santa Comunione
http://www.vatican.va/roman_curia/congregations/ccdds/documents/rc_con_ccdds_doc_20040423_redemptionis-sacramentum_it.html

[94.] Non è consentito ai fedeli di «prendere da sé e tanto meno passarsi tra loro di mano in mano»[181] la sacra ostia o il sacro calice. In merito, inoltre, va rimosso l’abuso che gli sposi durante la Messa nuziale si distribuiscano in modo reciproco la santa Comunione.

[104.] Non si permetta al comunicando di intingere da sé l’ostia nel calice, né di ricevere in mano l’ostia intinta. Quanto all’ostia da intingere, essa sia fatta di materia valida e sia consacrata, escludendo del tutto l’uso di pane non consacrato o di altra materia.

Anonimo ha detto...

(il caso più eclatante è la Sicilia, con mons. Lorefice che ha letteralmente ed abusivamente proibito di celebrare la S. Messa tridentino-gregoriana in tutta la diocesi di Palermo, costringendo chi voglia parteciparvi a recarsi a Catania o Messina).
O a rivolgersi alla FSSPX .

Anonimo ha detto...


Una cosa non è mai stata chiara: il divieto ad assembrarsi nei luoghi di culto, vale anche per i musulmani? Le loro preghiere del Venerdì nelle moschee sono state sospese, o no?

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=RHYicrFeWjU

mic ha detto...

I musulmani sembrano spariti dalla circolazione... non so nulla delle moschee. A rigore le direttive devono valere anche per loro.

Anonimo ha detto...

@ mic delle 16,44
Lei ha perfettamente ragione ma quel modo di esprimersi mi fa letteralmente uscire dai gangheri.Quelle frasi problematiche ed al tempo stesso pronunciate in modo strascicato ed assertivo,professando grandissima umiltà subito smentita dal volto corrucciato e minaccioso mi fanno sempre pensare ad una ferita che viene inferta alla Chiesa.E poiché la tastiera è a portata di mano batto i tasti furiosamente non potendo fare altro.

Ad Superna semper intenti ha detto...

"Questa non è la Chiesa, è una Chiesa in una situazione difficile". Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia della messa a Santa Marta.

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Le parole di Bergoglio qualificano il personaggio e la sua impreparazione teologica. Non meraviglia che persone come lui non amino la vita claustrale e monastica perché è vita solitaria quindi non rappresenta veramente la Chiesa che è popolo radunato, per costoro.

La visione sociale ha il sopravvento su quella ecclesiale. Nella visione ecclesiale la Chiesa è una società intimamente unita attraverso il Cristo anche se fosse composta da due fedeli, uno in Europa e uno in Australia! Chi assicura l'unità sociale di questa Chiesa è, appunto, la comunione invisibile con il Cristo e attraverso Lui con tutti i defunti.

Per questa gente, invece, è NECESSARIA la presenza FISICA e VISIBILE della comunità radunata perché ciò che conta è il dato visibile, contabile, registrabile. La comunione attraverso il Cristo sembra non interessar loro. Ciò che è importante è la comunione sociale tra i membri di quella che, nella loro visione, non è più la Chiesa fondata da Cristo. Sì, gratta gratta, sono atei e lo è pure l'Argentino biancovestito che li comanda a bachetta.

D'altra parte se quest'ultimo si è permesso di dire che "la Trinità baruffa a porte chiuse mentre davanti al mondo si fa vedere in accordo", allora è tutto possibile. Questa è una vera e propria bestemmia presentata come se fosse una simpatica trovata da bettola sudamericana. Una bestemmia perché rivolgendo il pensiero a Dio si deve amare e tremare, non fare affermazioni bestiali come quelle che si permette di fare Bergoglio, oramai chiaramente FALSO PAPA.

tralcio ha detto...

Premetto che vorrei evitare due polemiche e di incorrere nel peccato del giudizio temerario. Condivido i dubbi su quanto ha affermato Papa Francesco a proposito della Chiesa al tempo del Covid e convengo che generalmente le celebrazioni vetus ordo sono meglio orientate di quelle novus per aiutare a (ri)comprendere il senso della Santa Messa, ma non è questo il punto.

Che è: la fede del singolo fedele cattolico e l'accesso ai sacri misteri che sarà consentito. La situazione creatasi a mio parere consta di questi aspetti:
-i pastori hanno mostrato di assecondare frettolosamente l'idea che i sacramenti sono superflui
-non hanno costellato il periodo di digiuno da essi facendo di tutto per dirli essenziali
-ora che timidamente chiedono il permesso di amministrarli, pare che il solo problema sia il contagio
-le modalità liturgiche già in atto prima della sospensione sono ispirate da un'ide(ologi)a di chiesa (volutamente minuscolo) prima che da una logica sanitaria e di fede;
-il popolo di Dio non accede ai confessionali mediamente da almeno due mesi;
-discutendo della facoltà di accedere ai sacramenti, è portato a farne un diritto;
-non potendosi muovere liberamente ci si dovrà recare nella chiesa più vicina, prendere o lasciare;
-rischiamo di comunicarci senza essere confessati da mesi e non pensarci nemmeno;
-rischiamo di vivere messe che saranno ancora di più la festa della komunità (con la K);
-rischiamo di vederci imposta la comunione sulla mano;
-rischiamo litigi, polemiche e di passare per degli emeriti rompiscatole o denunciati;
-oppure di rimanere volontariamente senza comunione sacramentale, come adesso;
-inoltre, per assolvere il precetto, tornando ad esistere la possibilità di farlo, dovremo obbligatoriamente andare a queste Messe.

Chi pensa che la chiesa sia un'assemblea riunita per celebrare innanzitutto se stessa, tra profluvi di parole e di Parola, ma senza una Presenza Reale, avvertita e testimoniata da comportamenti che mostrino esteriormente ciò che ognuno ha nel cuore...
Chi pensa che il problema sia solo di ridare l'opportunità di trovarci insieme dopo tanto tempo che non ci vediamo, per tornare a rifare tutto esattamente come prima, perché tutto andava bene e la Chiesa (volutamente C) "non era mai stata così bene"...
Ecco, chi la pensa così tra poco riceverà un nulla osta governativo e si ingegnerà con dei solerti "animatori liturgici" provvisti delle insegne della protezione civile, a garantire celebrazioni secondo gli stilemi del distanziamento sociale. Ancora una volta il rischio sarà che al centro non ci sia Lui, al quale dovremmo essere rivolti esaminando la nostra coscienza, per adorarLo e chiederGli le grazie mentre si rinnova il sacrificio espiatorio che ci ha guadagnato la redenzione.

In questo contesto tornare a fare "come prima" non è possibile: sarà possibile fare peggio.

Ma come frettolosamente si è detto stop, tanto non è essenziale, adesso si rischia di dire go in modo banale. Amareggia che in generale, ci sono lodevoli eccezioni e soprattutto c'è chi da anni insegna altro, educando a cogliere Altro, i pastori non abbiano ancora colto l'occasione di dare un senso differente a chiusure ed aperture. E molti fedeli con loro.
Sarà l'ide(ologi)a di chiesa che abita le anime... Comunque la prova non sta per finire.
Che questa croce ci purifichi ad essere degni della Divina Misericordia.

Anonimo ha detto...

"...In questo contesto tornare a fare "come prima" non è possibile: sarà possibile fare peggio..."

Bravo!

Anonimo ha detto...

... dopo aver passato 15 anni nella Rivoluzione atea sessuale comunista nichilistica, e aver ricevuto la grazia e il miracolo, e sono tornato in Parrocchia, sono rimasto stupefatto che preti, catechisti, monsignori, giovani e vecchi dicessero praticamente le stesse cose che dicevamo noi comunisti e sessantottini ... l'unica differenza rimaneva allora la legge sull'aborto, ma negli ultimi 30 anni anche quella legge è stata digerita e normalizzata anche nei CAV di cui ho fatto parte ... digeriscono tutto ... già a inizio anni 80 erano tutti favorevoli agli anticoncezionali in facoltà e in parrocchia e nei movimenti cattolici giovanili ...

tralcio ha detto...

Per anonimo delle 11:53 (e non solo lui)

Secondo la dichiarazione dei diritti dell'uomo all'articolo 1 stabilisce che "Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza".

Fino a qui potremmo essere d'accordo tutti, credenti e atei, sessantottini e post-tali.
Ho usato il potremmo perché la teoria deve scontare quella brutta bestia del saeculum.
Innanzitutto ci sono luoghi dove non nasci pur essendo ormai a tutti gli effetti un essere umano (se non lo si sapeva negli anni ottanta, ora non ci sono dubbi): chi tutela l'orso bianco ai poli o il gorilla all'equatore, vanta come diritto l'eliminazione fisica del nascituro, ridotto a "grumo di cellule", eliminato anche clandestinamente con pompe di bicicletta da persone di alto rango, lodate pubblicamente come benefattrici dell'umanità.
Ma se nasci, dipende da dove, sia come dignità che come diritti...

Diciamo allora che possiamo concordare che si nasce vivi, come un dono ricevuto.
E non "tutti uguali", per tante ragioni.

E poi: "Devono agire in spirito di fratellanza": preoccupante il devono, piazzato subito senza spiegare che cosa sia la fratellanza di ci si parla. Anche perché mio fratello o mia sorella, quelli in casa, li hanno già eliminati con il precedente diritto descritto.

La cosa divertente è che chi persegue l'ugualitarismo è arrivato a farlo con Dio: in fondo Dio è uno e tutti adorano lo stesso Dio. Mica vorrai fare tante distinzioni... Verrebbe meno la fratellanza come dovere... Non sia mai.

Come amerebbe dire il compianto Mons. Livi, il dogma fa la differenza. L'esistenza dell'io come soggetto e degli altri come propri simili (fratelli è una parola grossa...) passa attraverso una legge morale naturale per rapportarsi al prossimo con responsabilità. In questo ambito c'è Dio, come fondamento della realtà, prima Causa e Ultimo fine.

Salto qualche passaggio della Rivelazione e concludo: mentre siamo tutti creature umane, e siamo tutti portatori del peccato originale, l'essere battezzati o meno introduce una grande differenza (il proselitismo, se battezzare fosse questo, non è una grande sciocchezza). Ci sono battezzati e non: tra battezzati, parlare di fratelli ha senso.

Ed eccoci a oggi: anche l'Eucaristia dice una grande differenza. Oggettivamente il pane eucaristico è un prodotto da forno. L'ateo o il non cattolico/ortodosso giustamente vede solo quello. Nella Santa Messa viene transustanziato, come il vino.
Chi non vede e non crede questo miracolo e questa differenza, per fede, non può che accontentarsi della messa riunione.

Allora i "fratelli", dotati solo di ragione, ma di un'altra fede, possono dirla non essenziale. Il problema però, primariamente, è dei battezzati che credono o no al dogma.

Un lettore del sito ha detto...

Stra-stra-straquoto Tralcio 18 aprile 2020 08:35

La "corsa" a tornare a fare quel che si faceva prima.
E, sperando di non incorrere nel peccato del giudizio temerario, senza capire che è a causa di quel "prima" che siamo a quello di oggi.
Cioè alla "festa" dove sembra scortese non comunicarsi, "e sennò che siamo venuti a fare", dimenticandoci a Chi ci si Comunica; dimenticandosi che sono richieste debite disposizioni, che esiste un "peccato" e che per "assolverlo" c'è bisogno della Confessione.
Nel mentre il prete continuerà a dire "riconosciamo le nostre fragilità".
E punto e da capo.

Anonimo ha detto...

"La trappola più grande insita nella riapertura delle chiese ai sacramenti è essenzialmente una, cioè che oltre alla possibilità di recarsi in chiesa per le sacre funzioni dovrà essere anche garantita la libertà di spostamento nella stessa provincia e non solo nel comune di residenza ..."

Riaprendo alle celebrazioni religiose, considerando che oltre al culto cattolico vi sono altri gruppi e culti religiosi, che comportano molto spesso il trasferimento fisico da una località all'altra, credo che le "esigenze di culto" verranno comprese fra i motivi particolari di spostamento autorizzato (secondo l'attuale modulo di autodichiarazione).

Sul set di sister ACT . ha detto...

Chi puo' spostarsi si sposta , chi non puo' spostarsi e' condannato ad assistere alle Messe dei "creativi".
Sono circondata da almeno 10 parrocchie tutte un po' lontane raggiungibili con i mezzi pubblici tutte " creative ", come la mia Parrocchia . Quando potevo ne ho testate 7 : una piu' creativa dell'altra ! Ricordo l'ultima a cui ho partecipato tenuta dai seguaci di Don Bosco . In tutta la mia vita non avevo mai partecipato alla Messa delle ore 12 , la seconda Domenica di Quaresima ho dovuto partecipare a quella perche' ho un familiare malato . Gia' entrando mi sono stupita che vi fosse ancora il solito gruppetto di giovani con chitarre ecc.ecc-.( mi son detta : anche a quest'ora ?), poi e' iniziata la Messa con due Preti e un signore "non so che ", son passati davanti al Tabernacolo laterale all'altare senza una genuflessione ne' un inchino del capo. Boh !?! Salgono i larghi gradini che conducono all'altare , lo baciano e il complessino inizia il canto di ingresso con relativa proiezione delle parole della canzone sul soffitto sicche' tutti i colli sono voltati a sinistra e gli occhi puntati verso l'alto per leggere le parole della canzone (il complessino era dall'altro lato breve dell'altare controlaterale al Tabernacolo ). Il Prete non fa in tempo a iniziare "Nel nome del Padre, del Figlio , dello Spirito Santo." che il complessino attacca un altro canto non piu' il "Confesso " che evidentemente e' passato di moda ,ma "Signore pieta' ecc ";. Lettura dell'Epistola e canto , lettura del Vangelo e canto , omelìa al centro con microfono in mano di cui niente mi e' rimasto , poi l'intervento di una tizia dell'Unitalsi per l'acquisto delle piantine di ulivo per autofinanziarsi , poi l'intervento di un ex carcerato per l'acquisto di alcuni libri per autofinanziarsi , poi l'intervento del Parroco ( vestito casual ) che informa che la Comunione sara' distribuita tassativamente sulla mano ! Finalmente inizia la Consacrazione . Con il canto del complessino e relativa proiezione viene distribuita l'Eucaristia : si formano tre lunghe file e i due Preti piu' quell'altro " non so che "scendono dall'altare e.. splat, splat, splat, spiattellano Gesu' Vivo e Vero sulle mani e siccome s'e' fatta una certa..... Benedizione e rientro dei Preti con canto e ri- proiezione finale.
Questa Messa della serie " Vi stupiremo con effetti speciali "non mi vedra' piu' !
Preferisco seguirla in streaming almeno potro' raccogliermi e non vedro' dileggiato NSGC trattato come un prodotto da forno .
Esco dispiaciuta , addolorata, affranta , con la sensazione di aver perso tempo .

Signora vuole acquistare qualche piantina di ulivo per finanziare...?
Nooo !

Anonimo ha detto...

Chiediamo perdono perche' nessuno lo chiede piu'
https://www.youtube.com/watch?v=nml9lHd0PrI
19 Aprile ore 15

Ci saro' se Dio vorra' , in primis per me !

Anonimo ha detto...

https://www.cremonaoggi.it/2020/04/19/parroco-gallignano-celebra-messa-davanti-ai-fedeli-arrivano-carabinieri-va-avanti-lo/