Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 25 aprile 2020

Perché non celebro il 25 aprile

Non celebro il 25 aprile per sette motivi.
  1. perché non è una festa inclusiva e nazionale, ma è sempre stata la festa delle bandiere rosse e del fossato d’odio tra due italie.
  2. perché è una festa contro gli italiani del giorno prima, ovvero non considera che gli italiani fino allora erano stati in larga parte fascisti o comunque non antifascisti e dunque istiga alla doppiezza e all’ipocrisia.
  3. perché non rende onore al nemico ma nega dignità e memoria a tutti coloro che hanno dato la vita per la patria, solo per la patria, pur sapendo che si trattava di una guerra perduta.
  4. perché l’antifascismo finisce quando finisce l’antagonista da cui prende il nome: il fascismo è morto e sepolto e non può sopravvivergli il suo antidoto, nato con l’esclusiva missione di abbatterlo.
  5. perché quando una festa aumenta l’enfasi col passare degli anni anziché attenuarsi, come è legge naturale del tempo, allora regge sull’ipocrisia faziosa e viene usata per altri scopi; ieri per colpire Berlusconi, oggi Salvini.
  6. perché è solo celebrativa, a differenza delle altre ricorrenze nazionali, si pensi al 4 novembre in cui si ricordano infamie e orrori della Grande Guerra; invece nel 25 aprile è vietato ricordare le pagine sporche o sanguinarie che l’hanno accompagnata e distinguere tra chi combatteva per la libertà e chi voleva instaurare un’altra dittatura.
  7. perché celebrando sempre e solo il 25 aprile, unica festa civile in Italia, si riduce la storia millenaria di una patria, di una nazione, ai suoi ultimi tempi feroci e divisi. Troppo poco per l’Italia e per la sua antica civiltà.
Quando avremo una memoria condivisa? Quando riconosceremo che uccidere Mussolini fu una necessità storica e rituale per fondare l’avvenire, ma la macelleria di Piazzale Loreto fu un atto bestiale d’inciviltà e un marchio d’infamia sulla nascente democrazia. Quando riconosceremo che Salvo d’Acquisto fu un eroe, ma non fu un eroe ad esempio Rosario Bentivegna con la strage di via Rasella. Quando ricorderemo i sette fratelli Cervi, partigiani uccisi in una rappresaglia dopo un attentato, e porteremo un fiore ai sette fratelli Govoni, uccisi a guerra finita perché fascisti. Quando diremo che tra i partigiani c’era chi combatteva per la libertà e chi per instaurare la dittatura stalinista. Quando distingueremo i partigiani combattenti sia dai terroristi sanguinari che dai partigiani finti e postumi, che furono il triplo di quelli veri. Quando onoreremo con quei partigiani chiunque abbia combattuto lealmente, animato da amor patrio, senza dimenticare “il sangue dei vinti”. Quando celebrando le eroiche liberazioni, chiameremo infami certi suoi delitti come per esempio l’assassinio del filosofo Giovanni Gentile, dell’archeologo Pericle Ducati o del poeta cieco Carlo Borsani. Quando celebrando la Liberazione ricorderemo che nel ventennio nero furono uccisi più antifascisti italiani nella Russia comunista che nell’Italia fascista (lì centinaia di esuli, qui una ventina in vent’anni); che morirono più civili sotto i bombardamenti alleati che per le stragi naziste; che ha mietuto molte più vittime il comunismo in tempo di pace che il nazismo in tempo di guerra, shoah inclusa. Quando sapremo distinguere tra una Resistenza minoritaria che combatté per la patria e la libertà, cattolica, monarchica o liberale, come quella del Colonnello Cordero di Montezemolo o di Edgardo Sogno, e quella maggioritaria comunista, socialista radicale o azionista-giacobina che perseguiva l’avvento di un’altra dittatura. I comunisti, che erano i più, non volevano restituire la patria alla libertà e alla sovranità nazionale e popolare ma volevano una dittatura comunista internazionale affiliata all’Urss di Stalin.

Da italiano avrei voluto che la Resistenza avesse davvero liberato l’Italia, scacciando l’invasore. Avrei voluto che la Resistenza fosse stata davvero il secondo Risorgimento d’Italia. E avrei voluto che il 25 aprile avesse unito un’Italia lacerata. Sarei stato fiero di poter dire che l’Italia si era data con le sue stesse mani il suo destino di nazione sovrana e di patria libera. In realtà l’Italia non fu liberata dai partigiani ma dagli alleati che ci dettero una sovranità dimezzata. Il concorso dei partigiani fu secondario, sanguinoso ma secondario. La sconfitta del nazismo sarebbe avvenuta comunque, ad opera degli Alleati e dei Sovietici.

I partigiani non agirono col favore degli italiani ma di una minoranza: ci furono altre due italie, una che rimase fascista e l’altra che si ritirò dalla contesa e ripiegò neutrale e spaventata nel privato o si rifugiò a sud sotto le ali della monarchia.

Il proposito di unire gli italiani non rientrò mai nelle celebrazioni in rosso sangue del 25 aprile. Fu sempre una festa contro: contro quei morti e i loro veri o presunti eredi. Chi ha provato a unirsi alla Festa da altri versanti è stato insultato e respinto in malo modo. Accadrà quest’anno pure ai grillini ignari? Non vanno dimenticati gli italiani che restarono fascisti fino alla fine, combatterono, morirono senza macchiarsi di alcuna ferocia, pagarono di persona la loro lealtà, la loro fedeltà a un’idea, a uno Stato e a una Nazione; la futura classe dirigente dell’Italia fu falcidiata dalla guerra civile. Sia tra gli antifascisti che tra i fascisti vi furono patrioti e mazziniani che pensarono, credettero e combatterono nel nome della patria. L’antifascismo fu una pagina di dignità, fierezza e libertà quando il fascismo era imperante; ma non lo fu altrettanto l’antifascismo a babbo morto, cioè a fascismo sconfitto e finito. Era coraggioso opporsi al regime fascista, non giurargli fedeltà, ma fu carognesco sputare sul suo cadavere e oltraggiarlo. E infame è farlo ancora oggi, 74 anni dopo. Distinguiamo perciò tra gli antifascisti che rifiutarono di aderire al regime fascista, pagandone le conseguenze; e gli antifascisti del 25 aprile da corteo postumo e permanente.
Marcello Veneziani

50 commenti:

Anonimo ha detto...

25 aprile, vergogna a Roma: adunata rossa con canti di Bella Ciao. E i vigili passano indifferenti

25 aprile a Roma, quartiere Pigneto. I video della piccola folla ai giardinetti, con gli striscioni sulla Liberazione e il canto ritmato dal battimani di Bella Ciao fanno in pochi minuti il giro del web. E’ più di un assembramento. E’ una manifestazione. Sono giovani, dunque non sono partigiani dell’Anpi. Ma una cosa è certa: se ne fregano altamente della quarantena. Incoraggiati di sicuro da quella bizzarra circolare del Viminale che consente le celebrazioni del 25 aprile mentre fin qui non sono stati possibili nemmeno i funerali con i parenti più stretti. Per non parlare delle messe per la Pasqua. In mezzo ci sono anche i vigili, indifferenti e negligenti (come si vede nel primo video).

Sono immagini che stridono, e di gran lunga, con quella del Capo dello Stato Mattarella che, da solo e con la mascherina, si reca all’Altare della Patria per la ricorrenza del 25 aprile. Immagini che destano indignazione e rabbia per la disparità di trattamento riservata a questi falsi resistenti dietro i quali, manco a dirlo, ci sono i soliti arruffapopolo dei centri sociali. Al Pigneto, complice il 25 aprile e il senso di impunità di cui gode la sinistra, la quarantena è seppellita dalla retorica rossa e dalla melassa al ritmo di Bella Ciao. La sindaca Raggi non ha nulla da dire, a parte postare anche lei un video dove con decine di persone si reca a Porta San Paolo? Con lei, per la passerella di rito, c’era mezza Anpi romana, ha scritto Il Messaggero. Ce ne ricorderemo, quando arriverà l’ennesimo e inutile appello a non abbassare la guardia contro un virus insidioso. Che questi pensano di sconfiggere con le canzonette.
https://www.secoloditalia.it/2020/04/25-aprile-vergogna-a-roma-adunata-rossa-con-canti-di-bella-ciao-e-i-vigili-passano-indifferenti-video/

Anonimo ha detto...

Quartiere Pigneto, Roma. Altro assembramento per il 25 aprile. Se uscite di casa per andare in chiesa o al parco, vi inseguono droni e carabinieri. Multe a chi corre o porta il cane lontano da casa. Multe a non finire contro ogni logica di umanità. Se invece uscite di casa per cantare "Bella ciao", nessun problema. Per quelli che sostengono il regime, la quarantena non c'è.
Parlano di regole... ma solo per gli altri! Non rinunciano al culto del dio Partigiano... loro sono superiori a tutti. Sono loro lo Stato e tutti gli altri plebaglia...

Anonimo ha detto...

Crolla il mondo, la gente è reclusa in casa come mai era successo, neanche in tempo di guerra o sotto la dittatura, ma il fascismo resta a 75 anni dalla sua caduta, il pericolo numero uno e l’antifascismo la nostra sola religione civile. Cortei domestici, sit-in alla finestra e piazzate virtuali.
Oggi il coronavirus è in pausa e, comunque, il fazzoletto rosso al collo dona immunità!

Nave senza nocchiere, in gran tempesta ha detto...

Remember

Il vescovo di Vicenza fa salire un musulmano sul campanile del duomo per fargli ululare l'inizio del Ramadan.
il vescovo di Savona saluta il Ramadan.
Il vescovo di Cremona ha redarguito pubblicamente l'anziano sacerdote che diceva Messa chiedendo umilmente perdono ai suoi padroni.
Un pretonzolo di Don Puglisi invita i suoi "fedeli" a cantare "Bellacciao".
I partigiani escono per il 25 aprile mentre le Messe sono proibite da un mese e mezzo e la CEI tace.
Ricordatevi di tutto questo.
Una piccola goccia nell'immenso oceano dell'apostasia generale.

Anonimo ha detto...

Oggi 25 aprile, tanti post sulla liberazione. Giustissimi e veri. Un filo rosso li lega (o almeno lega molti dei tanti che ho letto): il fatto che Roma venne abbandonata a se stessa. Il Re e Badoglio se la diedero a gambe levate, lasciando la capitale inerme sulle spalle di un manipolo di soldati che furono veri eroi.
Ebbene questo è vero!
Ma Roma non fu sola mai. Il Re se ne andò, ma era un re che a Roma c'era entrato dalla finestra, volendo scalzare chi su Roma regnava da 19 secoli e per tradizione imperiale : il Papa.
Ebbene il vero Re di Roma non se ne è mai andato. Roma non fu mai abbandonata. È giusto in questo giorno di meriti e di glorie, ricordare quelli del grande PIO XII, il Defensor Civitatis, l'uomo e il papa che fu, ad onta di re e generali, il vero ed ultimo Difensore di Roma. Se oggi una Roma bella c è ancora, e non un cumulo di macerie nazifasciste o alleate, lo si deve a Pio XII, che non scese mai dal Trono. Dall'unico Trono di Roma. Il Trono di san Pietro.
Perché la storia è storia. Anche il 25 aprile!

Diego ha detto...

Il 25 aprile 1945 è una data che a me mette tristezza. Sconfitto l'invasore tedesco, oltre a quanto detto da Veneziani, è stata gettata la base per una repubblica che si è data una costituzione anti cattolica. Mussolini andava processato come i nazisti a Norimberga e condannato per aver trascinato alla rovina l'Italia e averla consegnata inerme agli stranieri. C'è di peggio, il dopoguerra ci ha regalato una società che odia sempre di più Gesù Cristo, Re dei Re, e che ha ammazzato solo in Italia più bambini che quanti ebrei uccisi dai nazionalsocialisti. Ops, non lo ricordavate più? Hitler era a capo del partito nazionalsocialista, Mussolini militò nel partito socialista...il marxismo e il luteranesimo sono i due mali più grandi degli ultimi 500 anni.ma visto che non c'è due senza tre, abbiamo avuto il peggiore dei mali : la chiesa post conciliare. I primi due uccidono o l'anima o il corpo. Il terzo entrambi e lo fa per procura.

Anonimo ha detto...

L'Italia è rimasta nei fatti divisa. Anche ora che si deve decidere come ci rialzeremo economicamente, chi è rosso al governo s'accorda con lo straniero, mentre chi vorrebbe l'Italia unita sta gridando che possiamo fare da soli senza farci mettere collare e guinzaglio dallo straniero. Non so quando e come potremo essere uni. Ancora non lo siamo. L'altra Italia è diversa, è estranea e qui si potrebbero tirar fuori tanti aggettivi qualificativi per caratterizzare la diversità e l'estraneità. Rinuncio. Resto senza aggettivi nella speranza di sfumare un po'la loro diversità e la loro estraneità.

Anonimo ha detto...

Preciso solo che da qualche anno abbiamo un'altra ricorrenza civile: il 2 giugno, data che se non altro, ci permette di ricordare come gli Italiani si sono finalmente liberati di un capo che prima, ci ha mandato alla guerra, e poi è scappato ignominosamente. Mi riferisco a Vittorio Emanuele III, non certo al "re di maggio" che ha pagato colpe altrui.
Cassiodoro

Anonimo ha detto...


Rettifiche, se mi permettete

- Dice Veneziani che l'uccisione di Mussolini fu un fatto storicamente necessario etc? Non ne sarei così sicuro anche se M. era un personaggio troppo ingombrante per poter restar vivo. Ci sarebbe voluto comunque un regolare processo, sempre che gli fosse stato permesso di parlare a discolpa (vedi caso Hess). L'uccisione avvenne comunque in modo gangsteristico: un'esecuzione a freddo, in un viottolo, coinvolgendo anche Clara Petacci, che non c'entrava niente con la politica. Come sia avvenuta in realtà non si sa (le versioni, anche dei supposti testimoni diretti, non collimano) e forse non lo sapremo mai.

- Mussolini andava processato etc per "aver consegnato l'Italia inerme agli stranieri". Veramente l'Italia inerme agli stranieri la consegnarono il Re e Badoglio, facendo l'armistizio in quel modo barbino e squagliandosela lascinado l' eserito senza ordini. Mussolini fu defenestrato dal Re: messo in minoranza dal Gran Consiglio del Fascismo, organo costituzionale, andò dal Re a rimettere il mandato che aveva avuto 22 anni prima (Sire, vi porto l'Italia di Vittorio Veneto!). Il Re accettò le sue dimissioni, iniziando un vero salto nel buio e poi lo fece arrestare a tradimento, senza imputazione alcuna (e quale sarebbe stata?). Questo fu colpo di Stato.

- IL Papa "regnava a Roma da 19 secoli per tradizione imperiale". I Ghibellini di ogni tempo avrebbero gioito a questa frase, nella quale si fa dipendere il governo pontificio dalla "tradizione imperiale" ossia dal potere imperiale (altrimenti la frase non avrebbe senso).
Era il Patriarca di Costantinopoli a dipendere dall'imperatore, non il Papa. A prescindere dall'aspetto religioso, il potere civile del Papa, il Temporale, il Papa se lo costruì di fatto, piano piano, nell'Italia desolata prima dalla invasioni barbariche e poi abbandonata a se stessa, dall'imperatore romano d'Oriente. Dal 381 il cristianesimo era la sola religione ufficiale dell'impero. Quando nel 476 Odoacre, capomilizie germaniche assoldato, depose l'ultimo imperatore l'Occidente facendosi Re d'Italia, il Papa era solo il vescovo di Roma, territorialmente. E' dalla fine della Guerra Gotica, a metà del VI sec., quando l'Italia distrutta viene divisa tra bizantini e longobardi, che il Papa è costretto a costruirsi uno Stato, nell'attuale Lazio soprattutto. Cominciò ad esercitare lui nel temporale la giurisdizione che spettava al Duca bizantino (Ducato romano), usurpandola piano piano. E fece bene ad usurparla. Per l'imperatore d'Oriente il Papa, nel temporale, era un suddito ribelle ai Duchi inviati da Bisanzio. Di quale "tradizione imperiale" vogliamo allora parlare? Come sovrano di fatto già indipendente nell'800 incoronò CArlo Magno ad imperatore.
- Roma non fu sola mai. Non sempre. A volte anche i Papi fuggirono. Stettero per ben 70 anni ad Avignone mentre a Roma dilagava l'anarchia e la miseria e lo Stato della Chiesa si disgregava. Seppero difendere bene Roma contro i Saraceni, durante il secolo ferreo del papato e altre volte. Ma nel terribile sacco del 1527 Clemente VII si dimostrò un inetto.
H.

Anonimo ha detto...

Loro in piazza, noi a casa senza libertà: prove di regime .
https://lanuovabq.it/it/loro-in-piazza-noi-a-casa-senza-liberta-prove-di-regime

Il titolo di qs articolo rispecchia esattamente il mio pensiero .

Anonimo ha detto...


Il 25 Aprile non lo aboliranno mai, finchè l'antifascismo sarà l'ideologia ufficiale della Repubblica. E' vero fummo liberati dall'occupazione nazista. Ma solo grazie all'occupazione alleata, non meno crudele, anche se in modo diverso.
Quest'anno l'epidemia ha costretto a moderare alquanto i toni.
Bisognerebbe trasformarlo nel giorno dell'espiazione, per le nostre colpe, per tutti i morti delle guerre fratricide che hanno insanguinato questa nazione.
Il 4 novembre, armistizio e vittoria nella Grande Guerra, giorno dell'unità nazionale, della Patria che raggiungeva finalmente i confini naturali ponendo fine a tre secoli e mezzo di sudditanze straniere. Si aboliva la servitù iniziatasi con le Guerre d'Italia dell'inizio del Cinquecento.
Z.

Anonimo ha detto...

Ricordate "la Fattoria degli animali" di George Orwel ? "Tutti gli animali della fattoria sono uguali, ma ci sono quelli più uguali degli altri"
(Puccio Vannetti)

Anonimo ha detto...

“Il ministro Lamorgese si dimetta. Chi le ha ordinato di non far sanzionare quei prepotenti che oggi hanno sfilato in piazza con le bandiere rosse? Chi ha deciso che mentre la gente soffre in casa, non si possono celebrare funerali né matrimoni, non si possono raggiungere i propri partner, i credenti non possono avere la messa, i comunisti sono al di sopra della legge e possono fare manifestazioni come accaduto ieri a Roma?

Anonimo ha detto...

I cortei anpi erano autorizzati con tanto di predisposizione di servizio d'ordine da parte di polizia e carabinieri.
Ora che esistano degli incoscienti che mettono a rischio anche i propri figli è purtroppo questione difficilmente poco controllabile, ma che lo Stato lo permetta è agghiacciante.
Qui il problema non è il 25 Aprile, ma che i vertici dello Stato permettano le manifestazioni in questo momento. Non si possono celebrare le esequie per i propri cari, ma si permettono, invece, queste sceneggiate che pongono a rischio tutti.

berni /exodus ha detto...

La Madonna a Fatima ci aveva avvisato del pericolo komunista..... ma quali eroi l'hanno ascoltata????? da Roncalli in poi hanno chiuso la busta della lettera nella cassaforte ed hanno trasformato la Chiesa Cattolica di Pio XII in un ONG.... si sono uniti al komunismo, - qualcuno vuole opporsi a questa verità?????""" lo vediamo e lo sentiamo con i nostri orecchi tutta la CEI che si unisce in ogni occasione al komunismo...... paghiamo il prezzo che la Madonna ci aveva profetizzato ed annunciato.... prima o poi Dio farà giustizia, ma quella vera... non abbiamo distrutto noi il komnunismo????? forse lo farà l'Onnipotente con mezzi che Lui solo sa.....

Anonimo ha detto...

Sulle atrocità dei tanto decantati partigiani dovrebbero fare un processo a porte aperte, così la gente saprebbe la verità sui partigiani assassini. Crollerebbero tanti pregiudizi, falsità storiche. Tanti politici dovrebbero fare i conti con i loro scheletri nell'armadio. Ma ci vorrebbe una magistratura obiettiva e indipendente, cosa che non sembra esistere in Italia.

Anonimo ha detto...

Adnkronos - Pubblicato il: 25/04/2020 21:27

"Cosa intende esattamente Francesco Guccini quando dice che con Meloni, Salvini, Berlusconi faranno la 'resistenza come hanno fatto i partigiani'? Che dovrebbero farci i processi sommari, appenderci a testa in giù, rasarci i capelli ed esporci alla pubblica gogna? Cosa intende quando dice 'oh partigiano portali via'? Dove dovrebbero portarci questi partigiani? Al confino, in galera, dove?". Lo scrive Giorgia Meloni su Fb postando un video di Francesco Guccini nel quale il cantautore fa una rivisitazione di 'Bella Ciao' citando anche la presidente di Fdi. "Questa - scrive Meloni - si chiama istigazione all'odio, cari compagni. Ma noi non ci faremo intimorire, mai. Dovete batterci nelle urne, se ne siete capaci".

Anonimo ha detto...

Il vero problema per il nostro paese è che la sinistra che a parole si proclama democratica nei fatti non riconosce ai suoi avversari il diritto di governare il paese una volta vinte le elezioni.Lo stesso atteggiamento aveva il Psoe in Spagna nel 1934, quando perse le elezioni, e le conseguenze due anni dopo furono terribili per quel paese.Purtroppo il 25 aprile non è la festa del popolo italiano ma solo di una parte e neanche la parte maggioritaria che la usa per accusare di fascismo i propri avversari politici.Su rete 4 l'altra sera hanno intervistato il comunista (non pentito) Tortorella il quale sornione dichiarava:Meloni e Salvini possono parlare perché sono liberi grazie alla resistenza e quindi è anche la loro festa. Fine della discussione.Secondo lui.

Anonimo ha detto...

ANCHE CON IL COVID
25 aprile, è l'unica religione
che si può celebrare.

"Filosoficamente credo che spetti ad Augusto Del Noce il merito di aver chiarito l’ideologia del 25 aprile, da lui denominata ideologia della resistenza. Fu una geniale invenzione del Partito Comunista Italiano per accreditare se stesso come democratico, quando ancora era legato a filo doppio con il Cominform. Ideologia che regge tuttora, quando il Partito Comunista è diventato Partito Democratico, cambiandosi la casacca del comunismo con quella della società radicale, post-naturale e irreligiosa. L’ideologia della resistenza è un’ideologia di parte, che la cultura del comunismo italiano è riuscita a far diventare nazionale."

Com'è che per l'anpi è un'altra storia? ha detto...

Abbiamo un problema delicatissimo. Va trattato con cautela ma va comunque preso in seria considerazione dal ministro dell’Interno e non solo. Noi dobbiamo tanto alle forze dell’ordine. Al loro impegno in questi momenti di emergenza sanitaria terribile. Deve essere tuttavia molto chiaro a tutti che noi cittadini italiani stiamo dando il massimo dell’impegno umanamente possibile, dell’estremo sacrificio esigibile dei nostri diritti di libertà per il bene comune. Noi siamo coloro che combattono con la paura quotidiana di perdere i nostri cari, di non poter più provvedere al sostentamento delle nostre famiglie. Noi stiamo tutti combattendo in prima linea per uscire da questa crisi che ha devastato la nostra quotidianità. 

Le cronache giornalistiche dei pestaggi di Catania, di quelli di Salerno sono passate nel silenzio generale, ma fanno paura. Il silenzio delle Istituzioni preoccupa. Sembra volerli legittimare. È del tutto irrilevante la causa che li ha determinati. Quando un cittadino è inerme a terra, chiunque esso sia, per nessuna ragione può essere colpito. Ogni singolo inutile colpo è un atto contro la nostra democrazia. 

La questione si fa ancor più delicata quando gli abusi di autorità vengono commessi in nome della tutela della salute pubblica in regime d’emergenza. In regime di totale compromissione dei nostri diritti fondamentali di libertà. Siamo più deboli. Indifesi.

Abbiamo letto in questi giorni di una famiglia di Livorno pesantemente multata perchè “rea” di aver portato la propria figlia di 8 anni ad un controllo medico dopo un trapianto di midollo osseo. Stessa sorte per un’infermiera di Genova che lavora in un centro Covid 19 che ha chiesto al marito di andarla a prendere a fine turno perchè sprovvista di patente. Per non parlare di un’anziana di Roma che, in coda per entrare al supermercato per fare la spesa, si siede ma viene fatta subito alzare da un militare dei Carabinieri. Idem per un’altra anziana di Pozzuoli che stava andando in Chiesa a pregare. Per non parlare della presentatrice Federica Torti che viene multata per essersi recata a fare la spesa in tuta da ginnastica e zainetto. 

Oggi, per la celebrazione del 25 Aprile, leggo che a Milano leggo che una decina di persone tra i quali un anziano sarebbero stati oggetto di un intervento violento da parte della polizia. “Un ragazzo buttato a terra per essere bloccato. Una ragazza colpita con una gomitata al volto per la concitazione. Un anziano fermato da due agenti sull’asfalto ed un’altra ragazza spinta via con la forza.”

“Semplici controlli per i decreti sul Coronavirus”. Questa sembra essere stata la risposta delle fonti ufficiali. Se questi sono semplici controlli per i decreti sul Coronavirus noi crediamo che come cittadini dobbiamo essere tutti molto preoccupati. Ancor più per il silenzio delle Istituzioni.

https://m.huffingtonpost.it/entry/se-questi-sono-semplici-controlli-per-il-covid-19-ce-un-problema_it_5ea47833c5b6f9639815d301

mic ha detto...

Non vi sembra che le uniformi delle forze dell'ordine siano cambiate? Così come i comportamenti... Non è che sono cambiate le forze dell'ordine?

mic ha detto...

Non si possono celebrare le esequie per i propri cari, ma si permettono, invece, queste sceneggiate che pongono a rischio tutti.

In un vero e proprio regime, che predica l'unità d sistematicamente bypassa senza neppure discuterle le proposte dell'opposizione, le nostre voci giustamente indignate servono a poco anzi a niente. Sono i vescovi che dovrebbero intervenire, ma con autorevolezza non in sudditanza!

Anonimo ha detto...

Gentiloni: "È grazie all'UE che gli scaffali dei supermercati sono pieni"

A parte il fatto che non di solo pane vive l'uomo. Davvero!!!??? Comunque anche col MES gli scaffali dei supermercati saranno sempre pieni perché la gente non avrà più un centesimo da spendere!

Anonimo ha detto...

Non è grave che Guccini ,vista anche l'età, abbia detto una stupidaggine .Si dice infatti che con i vecchi ed i bambini anche quando fanno o dicono delle sciocchezze bisogna essere tolleranti.E poi di ottuagenari che straparlano ormai è pieno l'universo mondo.La cosa però che non si può passare sotto silenzio è questo appello alla resistenza contro avversari politici ,che tra l'altro sono anche all'opposizione .Il signor Guccini dovrebbe sapere che in democrazia ogni tot anni si vota e chi vince le elezioni deve (magistrati permettendo) governare. Semplicemente chi prende più voti governa e chi ne prende di meno sta all'opposizione. A cosa c'è da resistere?Che poi il PD vinca o perda sia sempre al governo questo è uno di quei misteri sui quali ci sarebbe tanto da dire.

Anonimo ha detto...

Finalmente anche il 25 aprile lo abbiamo archiviato.
Cosa resta?... resta l'amarezza nel constatare che non tutti sono uguali davanti alla legge ma che alcuni sono più uguali degli altri e possono dove altri invece sono impediti...
E resta il delirio di un certo Francesco Guccini, un tempo cantante impegnato (o almeno così si considerava) che, in preda ormai all'alcool, per qualche minuto di visibilità cosa poteva fare se non lanciarsi nello sport preferito da certa sinistra?... l'odio. Quest'uomo si nutre di odio e lo diffonde a piene mani. Che fine ingloriosa caro mio...
E cosa succederà il 1° maggio?

Anonimo ha detto...

Da settimane ormai I tg ci martellano che bisogna stare a casa... Cercando di farci credere che sia normale limitare le nostre Libertà personali con la scusa del coronavirus... Una legge saggia e democratica dovrebbe decretare che è invece importante Mantenere le distanze non creare assembramenti di persone e in determinati luoghi usare anche la mascherina...
Questa è una proposta di legge sensata volta a contenere la diffusione del virus., dire di stare a casa e non uscire non va bene,, diventa poi anche una scusa per lo stato per fare cassa con le multe incostituzionali che vengono fatte a nastro, spesso da forze dell'ordine incapaci di applicare in modo saggio una legge, ovviamente noi popolo siamo le vittime di questo stato diventato ormai di polizia, con al governo un branco di incompetenti, non legittimati dal voto del popolo Ma che come sappiamo bene con un gioco di Palazzo si sono tenuti le poltrone attaccate al sedere, ovviamente tutto questo per portare L'Italia alla rovina, ad essere serva dell'Europa e delle lobby che hanno in mano l'economia mondiale. Dobbiamo liberarci di questo governo deletereo per l'Italia, pronto a decretare la chiusura delle chiese anche in condizioni di sicurezza, mentre consente affollamenti maggiori ad esempio nei supermercati... Un governo senza Dio servo dell'anticristo, poi abbiamo pure l'argentino falso profeta in Vaticano... Preghiamo affinché il Signore venga presto a liberarci da questa oppressione satanica.
LIBERA NOS DOMINE AMEN.

Anonimo ha detto...

Il 25 aprile e l'arcivescovo di Milano.

“Come cristiano mi interrogo su che cosa significhi la memoria e la nostra responsabilità di custodirla oggi e sempre. La memoria degli eventi, delle vicende e delle persone che hanno pagato il prezzo più alto può essere celebrata come condivisione di una speranza, come la fiducia in una promessa... La celebrazione di una promessa è la memoria che io, come vescovo cattolico di questa città, come cristiano di questo paese coltivo. Uomini e donne della resistenza hanno creduto a una promessa, hanno compiuto le loro imprese, hanno sofferto e rischiato, hanno pagato con la vita la speranza di un paese libero, di un popolo unito da valori condivisi e liberamente scelti. Hanno creduto a una terra promessa e perciò non si sono rassegnati a una terra di schiavitù... Personalmente sento la responsabilità di celebrare la memoria dei martiri della Resistenza come memoria di una promessa. Sento che solo questo modo di vivere la memoria contiene una possibilità di costruire insieme il futuro. I cristiani credono che questa storia è pellegrinaggio verso la terra promessa, credono che tutti gli uomini sono chiamati a vivere il tempo come responsabilità e occasione per compiere passi condivisi, per essere radunati dall’orientamento verso una vita comune”... chiamati oggi più che mai a camminare insieme fiduciosi in una promessa. La promessa civile contiene i valori che si sono tradotti in principi della costituzione italiana. I morti della Resistenza, i padri costituenti, le forze sociali che sono emerse vive dal disastro della guerra e dagli anni della dittatura meritano di essere ricordati non come fotografie del passato, ma come testimoni di quella promessa che li ha motivati a lottare, a lottare insieme, a sognare insieme... Noi oggi onoriamo quella gente perché facciamo memoria della promessa in cui hanno creduto, continuiamo a crederci e continuiamo a camminare cercando di essere uniti nella condivisione dei valori della democrazia, della partecipazione, della solidarietà. Noi cristiani chiamiamo fraternità questo camminare insieme verso la terra promessa.

Perplessità:

-a pochi giorni dalla Pasqua, da cristiano, non avevo bisogno del 25 aprile per interrogarmi sul memoriale, credendo che in ogni Santa Messa si rivive quel fatto salvifico
-dovendo ribadire il dovere di custodire la memoria, da vescovo, coglierei l'occasione di parlare della memoria della storia dimenticata (es Rolando Rivi e altre decine di preti).
-a pagare il prezzo più alto per dire che la Verità rende liberi mi pare sia stato Gesù crocifisso: diciamolo anche a chi vogliamo blandire condividendo l'atto di fraternità...
-a quale promessa hanno creduto gli uomini e le donne resistenti? E' la stessa del vescovo?
-quali sono i "valori condivisi" del vescovo? L'Italia di oggi può dirsi un Paese libero?
-i "padroni ideologici" del 25 aprile condividono gli stessi valori della chiesa cattolica?
-ma Mons. Delpini è sicuro di quello che sta dicendo? Mentre non c'è la Messa aperta al popolo di Dio e mentre i vescovi tacciono su tutto tranne il 25 aprile?
-da esule figlio di Eva, ritenevo che la "terra" promessa fosse la patria del Cielo.

Saluti dall'ex diocesi di Sant'Ambrogio e San Carlo ora dedicata a San Vaccino da Bilgate.

Pietro (NON del Cammino) ha detto...

Papa Pio IX non era affatto contrario all'unità d'Italia, ma voleva un'Italia federale.
L'unità è avvenuta nel modo peggiore, attraverso un'invasione militare e le divisioni sono rimaste fino ai Patti Lateranensi. Dopodiché c'è stata una memoria condivisa e, al di là di torti e ragioni, anche i cattolici l'hanno festeggiata in senso pieno.
Il 25 aprile somiglia ai festeggiamenti dell'unità d'Italia prima dei Patti Lateranensi, in cui festeggiavano solo i massoni.
Oggi festeggiano solo quelli dell'ANPI, che non hanno affatto combattuto per la libertà, ma per Stalin.
Se fosse stato per loro l'Italia sarebbe stata staliniana. Questo è certo perché Togliatti era assolutamente prono a Stalin, altrimenti non gli sarebbe sopravvissuto (nessuno ha massacrato tanti comunisti come il Comunismo e Stalin in particolare).
La prova? La resistenza a Hitler in Europa è iniziata nel 1939, ma non era una resistenza marxista.
Infatti fino al 1941, e precisamente all'invasione dei tedeschi dell'URSS, i comunisti erano ALLEATI dei nazisti.
La resistenza "rossa" è iniziata dopo e non certo a motivo della libertà.

RR ha detto...

Chi semina vento, raccoglie tempesta.

Hanno seminato dall'8 settembre 1943, ed hanno seminato il 25 aprile 1945. Ed hanno ancora seminato negli anni '70, arco costituzionale, BR, strategia della tensione. Ed hanno seminato nel 1994, Mani Pulite. E naturalmente hanno menato nel CVII e successive evoluzioni.
E mentre loro seminavano, altri, molto più numerosi, per timore, per acquiescenza, per complicità - "perché un mano lava l'altra" - han taciuto.
Oggi raccolgono tempesta. E quelli che han taciuto, per timore, per acquiescenza, per complicità, si indignano, si lamentano e si spaventano.
Chi è causa del suo mal...

Anonimo ha detto...

Ma se gli togli l'antifascismo cosa resta? Sardine in barile senza testa, su Guccini oltre all'età pesa l'etilismo, non infieriamo, la storia si firma col sangue dei vinti, i vincitori sono sempre immacolati; scivolando con nonchalance sul fatto che Ravenna fosse la città più fascista d'Italia fino all'8 settembre, sono stati resi finalmente noti i dossiers delle violenze, stupri, ruberie e comportamenti al limite degli aguzzini nei confronti della popolazione inerme, da parte degli alleati nella fattispecie canadesi ed australiani, neo zelandesi e americani che guidavano la jeep completamente ubriachi investendo ed uccidendo molte persone, oltre agli sfregi alle opere d'arte e agli atti osceni riguardo ai luoghi di culto,qui passava la linea gotica se ne fecero do tutti i colori da parte di tutte le truppe occupanti, ma bisognerebbe essere onesti nell'attribuire ad ognuno le sue proprie colpe, non accusare solo i nazi-fascisti, ma si sa la storia la fanno lorsignori, noi si subisce; celebrazioni mosce e pochissima gente in una città spettrale e deserta mentre il forese è completamente alla mercé di animali selvatici di ogni tipo, caprioli, cinghiali, volpi, cani randagi e lupi dall'Appennino tosco-emiliano, in mare delfini a gogo che saltano felici e indisturbati, la natura dà spettacolo e non è mai stata così bella.Lupus et Agnus.

Silente ha detto...

"...uccidere Mussolini fu una necessità storica e rituale per fondare l’avvenire…". No, questa frase Veneziani non doveva proprio scriverla. Non gli fa onore. Con questa frase, Veneziani tradisce la Giustizia e la Storia, tradisce i suoi lettori, che in stragrande maggioranza non la pensano così, tradisce se stesso, la sua giovinezza, quando, quasi ragazzino, come ci ha raccontato tante volte, si iscrisse in una sezione del M.S.I. della sua Bisceglie, tradisce tutta la sua opera (il suo secondo libro, del 1981, s'intitolò Mussolini il politico ed è una intelligente apologia del Duce). Forse continuerò a leggerlo e ad acquistare i suoi libri, ma non dimenticherò quella sventurata frase.
Silente

Anonimo ha detto...

Noi il 25 aprile l'abbiamo festeggiato.
Viva San Marco! Viva il Doge! Viva la Veneta Patria!

Anonimo ha detto...


Pio IX non era contrario all'unità d'Italia ma voleva un'Italia federale, nei fatti irrealizzabile

L'Italia "federale" era quella del programma giobertiano, del c.d. "neo-guelfismo" che fu l'idea trainante della prima fase del Risorgimento e che Pio IX inizialmente subì. Ma un'Italia federale, dotata di una certa indipendenza, n o n la volevano le Potenze europee del tempo, in particolare quella dominante in Italia, l'Austria, dal 1867 Austria-Ungheria. Per Metternich, una federazione italiana avrebbe avuto senso solo se fosse stata controllata dall'Austria, che, oltre al Lombardo-veneto, aveva "progeniture austriache" al governo della Toscana, e di Modena e Parma. Concretamente, l'Italia federale avrebbe rischiato di essere una federazione da operetta, sempre eterodiretta.
Ma la I Guerra d'Indipendenza, nel 1848, partì con l'idea della Federazione o Confederazione, all'insegna del neoguelfismo, non dell'Unità, il cui isolato profeta era solo Mazzini. Solo, proprio il Papa si tirò subito fuori dalla guerra, non erano più i gtempi del Medio Evo, delle lotte anche armate del Papa contro l'Imperatore, appoggiato alle forze locali italiane. E si tirò subito fuori anche il Borbone di Napoli, mai veramente interessato ad alcuna forma di unione con gli altri Stati italiani al pari degli Asburgo-Lorena di Toscana.
Persa la guerra, rivelatasi troppo forte l'Austria militarmente, dimostratosi utopistico il neoguelfismo, messosi il Papa in rotta col Risorgimento dopo la sconvolgente esperienza della Repubblica romana del 49, che aveva rivelato la presenza di forze rivoluzionarie difficilmente controllabili senza (l'ennesimo) l'intervento straniero, cosa bisognava fare?
Rassegnarsi ad esser miserabili, noi italiani, in eterno?
Era chiaro che un'Italia federale o federata era l'unica possibilità ma avrebbe potuto realizzarsi solo con l'appoggio di una potenza straniera cioè sotto tutela straniera, ancora una volta. E questo era il piano di Napoleone III, tutto intento alla revsione dell'Europa uscita dal Congresso di Vienna. Sistemava a suo favore l'importante frontiera con l'Italia (SAvoia, Nizza) in cambio aiutava il Piemonte ad espandersi sino all'Isonzo (nei progetti) e a diventar parte di una federazione italiana di quattro Stati sotto tutela francese: quello piemontese del Nord, Toscana sotto un principe francese, Regno di Napoli governato dal figlio di Murat, GM della Mass. fr., Stato della Chiesa formalmente indipendente, che avrebbe (forse) perduto le Legazioni (Bologna e le Romagne).
Questo il piano. Poi andò in modo diverso, per un insieme di circostanze, il Regno d'Italia nacque in fretta e in furia, con la forza anche se sotto la spinta di una minoranza fortemente motivata presente in tutta la penisola; nacque se vogliamo malamente, nella fase finale, ma la situazione internazionale non consentiva a ben vedere alternative, bisognava profittare della insperata possibilità che si era aperta, visto che le Potenze si paralizzavano a vicenda e quella dominante, L'Inghilterra, era disposta a riconoscere un Regno d'It. che escludesse Roma e la Venezia, in funzione antifrancese.
I traumi dell'unificazione furono poi superati, con la vittoria della I gm, acquisita a duro prezzo e con pieno merito contro chi ci aveva occupato e umiliato per più di tre secoli. E' stata la classe dirigente democristiana e comunista a distruggere scientificamente l'idea di Patria da noi, aiutata anche dalle utopie "ecumeniste" nelle quali è caduta la Chiesa.
Z.

Anonimo ha detto...

Stasera tutti a vedere l'ennesima puntata della serie:
"Conferenza stampa del PdC"
Non aspettatevi novità, c'hanno già venduti tutti e i nomi dei traditori si conoscono da tempo

Anonimo ha detto...

Contro la dittatura mediatico-centralista del "tutti a casa" fino al vaccino, sta partendo, forse, la rivolta federalista.
Martino Mora

Da Fb ha detto...

Allora sembra che si sia trovata una cura ai contagiati di Convid-19: efficace e a basso costo. Anche se governo e le relative task forces continuano a insistere sulle iniziative emanate finora e su auspicati vaccini per uscire dalla crisi sanitaria. Mentre diffondono confuse informazioni (e disinformazioni) su come affrontare l'immediata crisi economico-finanziaria che ci attende.

Un clima di terrore indotto, apriamo gli occhi e le orecchie: per quale fine ? Cosa ci nascondono, cosa stanno decidendo, legiferando, cambiando nel nostro consueto ordine sociale ? Con questo regime poliziesco, controllati e relegati in casa, con la prossima conseguente e immediata crisi economica a cosa mirano i nostri governanti ? Indebitamento alle stelle che porteranno alla definitiva svendita di ciò che rimane dell'Italia agli interessi stranieri, tramite i liquidatori al potere ? O a qualcosa di più universale ... ?

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=DCdkOKvGti8&feature=share
Testimonianze su arresti cittadini inermi in Germania

Anonimo ha detto...

Basta una DPCM di 4 parole: distanza+dispositivi di sicurezza.
Tutto il resto è violazione delle libertà individuali con conseguenze economiche sociali e antropologiche disastrose.

Anonimo ha detto...

Ha parlato mezz'ora delle passeggiate, degli atleti e di chi corre. Ma che ce ne frega di chi corre?!
Dal 4 maggio non cambia nulla, potranno aprire solo 2-3 attività in più rispetto ad ora.
Poi ha detto che il governo profitterà di questa situazione per fare le riforme mai fatte. L'ho avvertita come una minaccia.
Poi ha citato mille volte Colao e di Comitato tecnico-scientifico. Siamo governati dalla tecnoscienza.
(Giuseppe Palma)

Anonimo ha detto...

VERGOGNA!!!

C'è una data per tutto, anche per la ripresa delle attività di estetiste e parrucchieri ma non per le Sante Messe!!!

I c.d. esperti, certamente tutti ferventi credenti, hanno espresso chiusura totale.

Quindici persone per la celebrazione delle esequie sono ammesse, sei persone per una Santa Messa nei giorni feriali no! Tra l'altro in questo periodo in molte chiese si potrebbe celebrare all'aperto.

Spero che gli ordinari, unici responsabili nelle loro diocesi, tornino a rispettare la legge di Dio prendendosi la necessaria e doverosa cura delle anime loro affidate.

Adesso basta.

Anonimo ha detto...


Il mito della Resistenza l'ha demolito Giampaolo Pansa, con i suoi
numerosi libri, da "Il sangue dei vinti" in poi. Demolito non solo
sul piano dei fatti, svelando tante atrocità taciute e il metodo
che ci stava dietro, ma anche su quello dei significati, cioè
ridimensionando ponderatamente la Resistenza sul piano militare,
che fu in sostanza abbastanza modesto (mentre non fu modesto
nell'innescare la guerra civile, obiettivo principe dei comunisti,
che la iniziarono con il terrorismo individuale contro i segretari
del fascio più moderati, proprio per provocare rappresaglie e
far partirre la spirale dell'odio).
Pansa, recentemente scomparso, era un giornalista-storico, saggista
di sinistra, in passato anche comunista, ma spirito indipendente,
capace di pensare con la propria testa e intellettualmente onesto.
Uno dei suoi libri documenta bene anche l'originarsi e il metodo
del primo squadrismo nelle province del Nord Italia,
reazione violenta, durissima, ai metodi folli e pure
violenti della sinistra, convinta di poter fare dell'Italia una
repubblica comunista.
Pansa non ha fatto sconti a nessuno.

Anonimo ha detto...

Il 25 aprile e l'arcivescovo di Milano.Mah,non credo che tanti cattolici milanesi siano rimasti contentissimi dopo aver letto quel che ha detto mons Delpini sulla resistenza.Un uomo di chiesa ha il dovere di essere più distaccato nel giudicare avvenimenti del passato che sono ancora estremamente divisivi.Oltretutto guardando a quel 25 aprile sarebbe bene ricordare che il 16dicembre del 44 ossia solo 4 mesi prima del 25 aprile Mussolini al teatro lirico di Milano venne portato in trionfo da una folla strabocchevole.In politica non si vince per sempre e non si perde per sempre ,eccellenza.Non è opportuno per la Chiesa legare le sue sorti a quelle di un partito politico,il PD, che adesso è vincente solo per le importantissime cariche istituzionali che i suoi membri ricoprono ma che è saldamente minoranza nel paese.Le cose del mondo andrebbero guardate con più distacco.Questo darà un quarto d'ora di popolarità all'autore ma secondo me per la Chiesa è una mossa sbagiatissima.

RR ha detto...

Silente,
purtroppo gli intellettuali italiani, prima o poi, si "vendono", perché anche loro "tengono famiglia".
Le eccezioni sono pochissime e poco conosciute proprio per questo.

Lupus,
esatto: senza l'antifascismo retorico e di maniera, e del quale alla stragrande maggioranza degli Italiani non frega assolutamente nulla, non gli resta niente. Questo 25 Aprile l'ha mostrato chiaramente. Forzando la mano al Governo, e manifestando in 4 gatti, ma rumorosi, han dimostrato quanto si sentano "diversi e migliori " di tutti gli altri, che hanno osservato e preso nota. Un autogol clamoroso di cui non si sono resi conto.

Z,
I traumi dell'unificazione furono poi superati, con la vittoria della I gm, acquisita a duro prezzo e con pieno merito contro chi ci aveva occupato e umiliato per più di tre secoli. E' stata la classe dirigente democristiana e comunista a distruggere scientificamente l'idea di Patria da noi, aiutata anche dalle utopie "ecumeniste" nelle quali è caduta la Chiesa.

Una volta tanto, assolutamente d'accordo.

Anonimo 23.53,
molti di noi non hanno avuto bisogno di Pansa. Conoscevano queste cose perché vissute sulla pelle di genitori, fratelli, zii, cugini...barbaramente trucidati dai partigiani comunisti italiani o jugoslavi.
Pansa ci ha messo 50 anni, ma alla fine ci è arrivato. Meglio tardi che mai.

Infine: Delpini et alii. E' uno di quelli che "colpirne uno, educarne cento": sa perfettamente cosa hanno combinato i "liberatori" interni ed esterni a preti, seminaristi e religiosi varii, incluso suore e monache. E quindi lui, come moltissimi altri, è sceso a patti col nemico. "Io parlo bene di te, e tu non mi fai la pelle". Don Abbondio, in confronto, era un leone. Ed il nostro Arcivescovo lo sa, lo sa, che è tale per grazia ricevuta non da NS Signore, ma dalla magistratura milanese. E perciò obbedirà, obbedirà a qualsiasi richiesta.



Anonimo ha detto...

RR se ti può interessare www.buongiornorimini.it/item Dossier segreto sui crimini degli Alleati: i fatti di Rimini e Riccione. buona lettura e un saluto dalla Romandiola.Lupus et Agnus.

Anonimo ha detto...


L'importanza di Pansa deriva dal fatto che il suo grande lavoro di scavo, per così dire,
veniva da uno cresciuto nel Piemonte resistenziale e comunista, cresciuto nel mito della
Resistenza, alla quale aveva dedicato anche la tesi di laurea.
Inizialmente comunista e giornalista schierato poi gradualmente si è ricreduto, di fronte
all'evidenza. A destra c'era il gran lavoro di revisione storica fatto da Pisanò, che
Pansa giustamente ha preso sul serio, si potrebbe dire continuandolo da sinistra.
Ristabilire i fatti e ridimensionare non significava e non significa cambiar giudizio sul
fascismo, significa uscire da quella prospettiva moralistica e spesso ipocrita con la quale lo si era sempre guardato, sottoponendolo ad un giudizio storico, capace di riconoscere, oltre ai difetti di fondo e ai gravi errori commessi, anche certi meriti, che il fascismo indubbiamente ha avuto agli occhi degli italiani: uno su tutti, l'aver risolto la Questione Romana.
La Resistenza come fenomeno storico (distinto dal mito che le hanno costruito sopra) fu una tragedia nella tragedia perché fu impostata dai comunisti sin dall'inizio come spietata guerra civile antiitaliana assai più che come guerra contro l'occupante tedesco. Tant'è vero che i comunisti eliminavano quando potevano anche i partigiani non comunisti e, obbedendo a Mosca, si schieravano sempre a favore delle indebite pretese degli jugoslavi (titini) contro l'Italia.

Rr ha detto...

Lupus,
grazie, guarderò senz’altro.

Anonimo ha detto...

Pansa è stato importantissimo solo perché era conosciuto ed anche perché una volta cominciato a scavare ed a svergognare non ha più smesso.Le opere di Gianfranco Stella per me sono molto più esaurienti perché ricchissime di nomi ,di foto e di date . Al momento non son riuscito a trovare le opere di Bedeschi relative alla guerra civile in Italia ed è un peccato perché riportano le memorie di chi quel disgraziato periodo lo ha vissuto di persona.Prima o poi il castello di carte che la sinistra ha costruito con tanta cura ed altrettanta prepotenza verrà giù.

Anonimo ha detto...

Deliberatamente ho aspettato fino ad oggi: non festeggiamo il 25 aprile o non festeggiamo solo la "liberazione" (le virgolette sono doverose)?
Io sono veneto, e il 25 aprile è il giorno di San Marco (mia madre era veneziana, poi). Anche se io Marco non mi chiamo.

Misericordia ha detto...

Invece di inneggiare alle “donne dell’Anpi”, come nel titolo di ieri, il quotidiano dei vescovi avrebbe potuto aiutare Mamma Lucia a fare davvero quel miracolo che l’Italia aspetta: seppellire l’odio per una guerra finita 75 anni fa.
Andrea Cionci
https://lanuovabq.it/it/mamma-lucia-vinse-lodio-con-la-misericordia

Wisteria ha detto...

Mi chiedo in questi giorni chebfjbecabbua fatto la Commissione Segre. In ritiro fino a nuovo ordine ? Non serve allo scopo immediato?