Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 27 aprile 2020

Tattica e strategia dei vescovi lontane dal popolo fedele (a Cristo Signore). Rivendichiamo ciò ch'è nostro diritto inalienabile sancito dalla Costituzione

Quanto al culto, non si tratta di "consentire" un bel nulla da parte di nessuno. I diritti fondamentali lo stato li riconosce non li consente/concede perché sono un limite al suo potere. Da quel limite in poi la libertà è della persona!!!
La tattica è una tecnica di impiego e di manovra delle proprie unità nel combattimento in corso, al fine di raggiungere l'obiettivo. È un insieme di accorgimenti tecnici previsti per ottenere quello che si desidera, riducendo l'ostilità altrui o aumentandone il consenso. 
La strategia è invece un'arte/una scienza che sta a monte e ha ben chiaro lo scopo finale dell'esistere stesso di chi la interpreta che si identifica con il fine al quale è rivolto. 
La tattica scelta dalla CEI è stata l'azzerbinamento e il lecca-lecca.
Come ogni tattica, essa può pagare o non pagare in termini di risultato. Qui non sta pagando. I generali hanno scelto una tattica fiduciosa nel potere del mondo e comodissima per non dare fastidio. In più non si sono troppo spesi a spiegare alla truppa che quella era una tattica, presentandola piuttosto come un dovere: dovere del soldato (di Cristo) non è la ritirata. E noi siamo milites Christi e non pecore allo sbando o, peggio, al macello!

Ma la strategia? Qui si pone il problema. Perché la "Chiesa in uscita" qualcuno l'ha già ribattezzata "chiesa in ritirata". Sembrerebbe che per i generali scopo e obiettivo non siano più l'annuncio della Verità di Cristo e la salus animarum in vista della vita eterna, ma le contingenze del pareggio di bilancio, dell'otto per mille e di sfangarla con l'IVA, oltre a garantire un'animazione sociale e ricavarsi una fetta nella gestione delle emergenze. 
L'arte e la scienza dei generali non è più la vittoria contro il Nemico (che per molti non esiste, come l'inferno), bensì il giocare per il pareggio, compromettendosi con il mondo del quale il Nemico è il principe (parola di Dio nel Vangelo che andrebbe annunciato...).

Per obbedienza si è accettata la tattica del lecca-lecca, dando per scontato che rientrasse in una strategia e che l'azzerbinamento fosse evangelica umiltà rivestita di celeste sapienza.
Ma se i generali non hanno più una strategia, obbediamo a una tecnica priva di scienza?  Tecnocrazia ecclesiale e nuovo umanesimo puzzano di nuovo ordine mondiale.  I pastori dovrebbero puzzare di pecora, ma le pecore sentono puzza di zolfo... 

Chiedo scusa per la crudezza, ma il Buon Pastore dovrebbe conoscere le pecore, i sentieri, la valle e come cambia il tempo. E dare la vita, all'occorrenza. O almeno saper riparare i guasti, le pozze di acqua avvelenata, saper scaldare il cuore con parole che sanno di buon pascolo, e che grazia se sapessero di Pascendi... (Tralcio)

Historia magistra vitae. Impariamo dagli esempi luminosi del passato e rivendichiamo ciò che è nostro diritto inalienabile

I Vescovi italiani (pastori con potestà, non la CEI che è una burocrazia) hanno sbagliato tutto ma continuano ad arretrare, consapevolmente oppure no è un altro discorso.
Come si può infatti accettare l'espressione "consentire il più ampio esercizio"?
La Costituzione parla di libertà di culto. Ed essa NON è consentita (concessa) da nessuno, ma la libertà di culto è una libertà fondamentale, vale a dire è INERENTE alla persona in quanto tale. Nemmeno in quanto cittadino. Infatti i diritti fondamentali sono universali: in Italia anche chi non è cittadino dello Stato può esercitare la propria libertà di culto, con le sole limitazioni dell'ordine pubblico.
Pertanto i Vescovi dovrebbero RIVENDICARE questo diritto costituzionale. Ormai perduto? Sì penso anche io come Zambrano: la persecuzione è iniziata. Ma come fatto vedere nei video messi da MIC, in Spagna vige già il doppio standard: cristiani buttati fuori dallo spazio pubblico da solerti operatori ( il prete celebrava all'aperto) e altre confessioni religiose a pregare sulla strada con altoparlanti davanti agli agenti della forza pubblica. Sono già pronti per la sottomissione.
Qui non si tratta di "consentire" un bel nulla da parte di nessuno. I diritti fondamentali lo stato li riconosce non li consente/concede perché sono un limite al suo potere. Fa quel limite in poi la libertà è della persona!!! Ovviamente con la responsabilità di rispettare le precauzioni ritenute necessarie come avviene in altri settori...
Ma dove sono i sacerdoti esperti della "Costituzione più bella del mondo"? Ah, scusate! Il nuovo corso stabilisce che si scriva Mondo. La M maiuscola perché nel villaggio globale siamo tutti uguali (davvero?)
Vorrei aggiungere questo: Von Galen  [che ricordavamo qui in ordine all'eutanasia], non esitò a creare un clima di resistenza al dominio nazista a Münster, nonostante il serio pericolo in cui il suo comportamento lo poneva. Egli disse che i nazisti erano martello ma i cattolici erano INCUDINE:
“Noi siamo incudine e non martello. Rimanete forti e irremovibili come l’incudine sotto l’imperversare dei colpi che si abbattono su di noi, nella dedizione sconfinata al popolo e alla patria. Bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini”.
E ai genitori nel 1941, in pieno nazismo feroce: 
"Noi siamo l’incudine, non il martello. Voi non potete sottrarre i vostri figli ai colpi martellanti dell’ostilità alla fede e alla Chiesa. Ma anche l’incudine partecipa alla forma. Fate che la vostra casa paterna, il vostro amore e la vostra fedeltà di genitori, la vostra esemplare vita cristiana siano l’incudine forte, resistente, solida ed incrollabile, che accoglie la veemenza dei colpi nemici, che rinvigorisce e consolida sempre di più le forze ancora deboli della gioventù nella santa volontà di non farsi sviare dal cammino verso Dio. Chi in questo tempo è battuto, siamo, quasi senza eccezioni, tutti noi."
Quanto manca oggi un Leone di Münster!! Ma intanto attiviamoci noi, nella speranza di trovare l'appoggio dei nostri sacerdoti. Dovremmo promuovere un class action creando un unico fronte. Mi sovviene l'iniziativa di Avvocatura in missione [qui]; ma chi ne ha più parlato?

23 commenti:

val ha detto...

Evidenze
https://berlicche.wordpress.com/2020/04/27/se-lhanno-fatto-a-me/

Anonimo ha detto...

"consentire il più ampio esercizio"..
"Esercizio " , mi sa tanto di spezierìa , di rivendita.

Anonimo ha detto...

Nell’attesa di creare un unico fronte (ma finora non c’era questa necessità?) dovrebbe capire che lo stato non deve riconoscere un bel niente. Le libertà lo stato deve rispettarle appunto perché sono ontologicamente proprie della persona. Ma per voi lo stato deve avere la S maiuscola.

C.v.d.
Paolo Montagnese

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=jo70OwJ9IwQ

L'ultimo intervento di Giulietto Chiesa (25 Aprile 2020)

N.B. Un fronte comune da formare. Ascoltare anche Manlio Dinucci.

mic ha detto...

Se avesse letto bene l'articolo, si sarebbe accorto di come è stata affermata la libertà fondamentale e se conoscesse il nostro impegno non superficialmente e senza pregiudizi, saprebbe quante volte nel corso degli anni si sono promosse petizioni e affermazioni di principio (documentate nella colonna destra del blog) allargandole a platee il più vaste possibile, nulla ovviamente potendo nei confronti dei renitenti e dei contrari. E quante volte si è cercato di creare sinergie, il più allargate possibile, con esiti purtroppo deludenti...
Ma ora direi guardiamo avanti e cerchiamo, con l'aiuto del Signore, di fare del nostro meglio...

Anonimo ha detto...

In Polonia è da un mese che si celebra la Messa con un numero ristretto di fedeli debitamente distanziati. Ma dove siamo, in Italia o in Cina?
(Lorenzo Caperchione)

Anonimo ha detto...

La CEI esiste

Lo scoop è di quelli veri, anzi è roba da antologia: la Cei esiste. Parla. Riesce perfino ad alzare la voce contro la bizzarra decisione del governo Conte secondo cui, dal 4 maggio, si potranno celebrare i funerali con 15 persone (con la sedicesima scatta l’apocalisse?), ma le Messe no. Quale sia il futuro pericolo di una Messa magari all’aperto, magari con i fedeli distanziati di due metri, resta evidentemente oscuro: ma non divaghiamo perché la notizia vera, oggi, son questi vescovi italiani che, con una nota scritta stranamente in modo chiaro e comprensibile, finalmente parlano in favore della libertà di culto. Finalmente parlano, più che altro.

Dopo anni di interventi focalizzati quasi solo sul tema delle migrazioni e dell’accoglienza allo straniero – tema pur evangelico, per carità -, la prima impressione che tanti devono aver avuto, leggendo il comunicato della Cei di ieri sera, è infatti che si trattasse di un tardivo pesce d’aprile o di qualche prete giornalista in preda ad un raptus antigovernativo. Invece era tutto vero: i nostri pastori si son scaldati. Il che, beninteso, è un bene. Non resta quindi che sperare che analoga chiarezza – così lontana dall’ecclesiamente corretto soporifero cui eravamo abituati – possa risuonare in futuri comunicati in favore del diritto alla vita e del diritto naturale. Intanto accontentiamoci, perché non tutta la pandemia vien per nuocere.
Giuliano Guzzo

Anonimo ha detto...

Maria Guarini non si è compresa la tattica del governo. Tutto sta nella sanificazione. Le chiese faranno la fine dei cantieri edili. Infatti, il protocollo del 24 marzo scorso prevede, per i cantieri, la sanificazione ad inizio e dopo il lavoro. Ora, una sanificazione costa 1-2 euro/mq. Un costo che non tutte le chiese e parrocchie possono permettersi. Soprattutto poi se si debba compiere tale operazione "prima di ogni messa" e, quindi, più volte al giorno. Secondo me sia la CEI sia i fedeli ancor più non hanno compreso ciò che questo comporta. Molti cantieri continuano ad essere chiusi per i costi proibitivi. E' vero che c'è un credito di imposta: sì, ma per l'anno prossimo, in tanto bisogna mettere mano al portafogli ..... Molte chiese, quindi, saranno costrette a rimaner chiuse. Non potranno fare diversamente. Così il governo ribalta la responsabilità della chiusura delle chiese sui parroci, che non sarebbero in grado di garantire la partecipazione dei fedeli in massima sicurezza. Leggete tra le righe il comunicato di ieri sera e capirete.
Francesco Patruno

Anonimo ha detto...

Dopo lo strappo della CEI arriva l'attacco del vescovo di Ascoli Piceno che a Tgcom24 lancia un j'accuse. "E' stata una doccia fredda, le parole di Giuseppe Conte sono stati dei macigni che hanno bloccato un dialogo che era sincero, questa di impedire il culto, che è uno dei diritti fondamentali, è una dittatura", osserva monsignor Giovanni D'Ercole aggiungendo: "La Chiesa non è il luogo dei contagi". E poi si rivolge al comitato scientifico: "Ma chi ve l'ha detto? Noi siamo persone serie, ci teniamo alla salute della gente, è un loro diritto andare in chiesa". 

"Su questo non possiamo fare sconti - sottolinea il vescovo -. I funerali ce li avete fatti fare come dei cani, la gente ha sofferto, 15 persone per un funerale? Non siamo dei superficiali, i nostri preti hanno dimostrato di essere persone serie". "Bisogna che il diritto al culto ce lo diate perché se no ce lo prendiamo", insorge monsignor D'Ercole. "E se ce lo prendiamo è solo un nostro diritto, se riesco a tenere calma la gente è solo perché amo questo popolo, anche se è stanco".

Nel video affidato a Tgcom24, il vescovo spiega: "Lo sapete che la preghiera aiuta le persone? Quanta gente si rivolge a noi che ha un crollo psicofisico? Noi abbiamo bisogno di recuperare spazio di libertà, e la Chiesa oltre a essere spazio di libertà è anche spazio di speranza, è il laboratorio in cui cerchiamo di costruire, anche per chi ci odia, un futuro migliore". "Abbiamo un diritto da rivendicare e questo va riconosciuto. La figuraccia che avete fatto nel mondo intero bisogna che sia lavata da un gesto di restituzione di dignità e di diritto, grazie", conclude.

https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/coronavirus-il-vescovo-di-ascoli-piceno-non-fa-sconti-e-attacca-conte-ancora-niente-messe-una-dittatura_17671117-202002a.shtml

Anonimo ha detto...

Perché invece di fare crociate non usate il buon senso e il dialogo?
Siete peggio di Salvini!

Anonimo ha detto...

Meglio la sprangata del regime. Tanto i Giuda Iscariota vogliono la restituzione del culto per imporre al popolo cristiano un altro regime: Comunione in mano, rimozione dell'acqua Santa dalle pile e chissà cos'altro. Meglio la doppia mandata.

tralcio ha detto...

Caro anonimo delle 14:46, come ha ragione!
Siamo il peggio del peggio!
Nemmeno il peggiore ci rappresenta agli occhi dei dialoganti e dialogici.
In effetti di che cosa devo dialogare?
Che il nero più il bianco fa il grigio in tutte le sue sfumature?
Che nella notte c'è un po' di luce e che nel giorno c'è sempre un po' d'ombra?
A quelli come noi, sapendoci il peggio, non bastano le ovvietà dialogiche.
Vorremmo stare con Chi amiamo.
alla fine è un nostro diritto, anche se sembriamo dei cretini, come si pensano i cristiani.
Lo so che ce lo meritiamo, per come trattiamo chi diciamo di essere il nostro Dio.
Esclusivamente per causa nostra se ne sta spesso solo, in un tabernacolo, ore ed ore.
Quando c'è popolo con Lui, Gli tributiamo indifferenza mentre ci celebriamo tra noi.
Osando nutrirci di Lui, lo afferriamo con mani sporche a prescindere dai virus.
E poi ce lo mangiamo, per abitudine, per "diritto", perché "sarebbe brutto non farlo"...
Maleducati? Eh sì, per essere i peggiori bisogna essere anche maleducati.
Nemmeno con Lui dialoghiamo: non Lo ascoltiamo proprio, facendo come ci pare.
Parliamo sempre della Sua Parola, ma parliamo solo noi, facendoGli dire anche il contrario.
Per questo ormai ci siamo stancati del dialogo e non c'entra Salvini.
Ci siamo stancati anche dei monologhi, che ultimamente piacciono molto a chi comanda.
Noi siamo peggio: ameremmo il silenzio e stare lì, a Tu per Tu, con Gesù.
Con dei bravi pastori a celebrare il Santo Sacrificio e a nutrirne chi se ne sente degno.
Sarebbe già un grande successo: essere i peggiori eppure poter essere degni di tanto onore.
Bisognerebbe prima frequentare il tabernacolo della misericordia, nel confessionale.
Anche lì non è un luogo di dialogo: bisogna essere sinceri e dire il peccato commesso.
Allora lì anche il peggiore dà il meglio di sè, chiedendo perdono, cambiando, trasformato.
I dialoganti non si trasformano: mescolano solo un po' di nero con il bianco.
Pian piano tutto ingrigisce, perché manca la vita.
O ci si crede vivi perché si dialoga, tanto per dialogare, svuotando quel poco che resta?
Dialogare tra morti interessa a qualcuno?
Dia-logos: attraverso il logos. Noi, che siamo i peggiori, sappiamo chi è il Logos.
Vorremmo percorrere la valle di lacrime attraverso di Lui.
O dobbiamo farlo rinunciando al Logos, credendo che le chiacchiere siano il Logos?
Che la ciancia, la ragione dimidiata, non possa che condurci alla separazione e all'odio?
Infatti i cultori del dialogo sono degli odiatori, come nel caso del Salvini di turno.
La nostra umanissima società sempre più post-umana si distingue per diuturni dialoghi in cui –malgrado le buone intenzioni– tutti sono ingabbiati nel dovere di perdere ogni appartenenza, trattato come pericoloso da chi -in nome di un'oggettività inesistente- si permette di distinguere tra i soggetti chi sia degno e chi indegno di una tutela.
Il dialogo quindi come produttore di stereotipi confuso con un mezzo per superarli.
Peccato che basterebbe un semplice annuncio: Cristo, il Logos fatto carne.
Spero chiaro che non interessa la Messa come raduno di persone: c'è Qualcun altro Presente.

mic ha detto...

Perfino la CEI che ha usato finora il dialogo (se non la subordinazione) ha contestato la decisione. E questo già non significa che la situazione è intollerabile?
E non è una crociata difendere la liberta di culto.
Lo si può fare da cittadini, prima che da fedeli, esigendo il rispetto dei principi costituzionali che (almeno fino ad oggi) dovrebbero essere inderogabili.

Anonimo ha detto...

Segni o sogni? Dipende anche da noi

Sarebbe un segno di fede e vera carità, se i vescovi ordinassero l'immediata libertà di celebrazione della Messa, sull'esempio delle parole di mons. D'Ercole :ci auguriamo che non venga lasciato solo.
Sarebbe un segno di reale libertà e umanità, se i presidenti delle regioni ponessero fine alle folli restrizioni della libertà personale dei cittadini e delle loro attività lavorative, soprattutto dove il pericolo è esiguo e facilmente gestibile.
Saremmo in un Paese sovrano e libero se avessimo un governo che fosse reale espressione della maggioranza degli italiani, sottratto al controllo politico e monetario della finanza internazionale e dell'UE, e che ristabilisce la sovranità politica e monetaria piena.
Se avessimo un garante vero e non un maggiordomo muto.
Tutto questo sarebbe solo il primo passo verso la riconquista della nostra italianità, intesa nel senso più profondo e completo del concetto storico, spirituale, civile, culturale, identitario ed etnico.
Solo il primo passo di una lunghissima marcia. Ma sarebbe un passo fondamentale. (MV)

Anonimo ha detto...

"Questo dice la Cei, parlando di “disaccordo” dei vescovi. Ma non è con il Presidente del Consiglio, che deve prendersela la CEI: è con se stessa, per aver abdicato in primo luogo alle proprie funzioni; nel non aver rivendicato il diritto di gestire – loro, i vescovi – le funzioni liturgiche, come è stato fatto in altri Paesi; nel non aver rivendicato quella che la Costituzione Italiana e il Concordato riconoscono. Solo con se stessi, devono lamentarsi. Il Governo più a sinistra e laicista della storia della Repubblica oltre a non prevedere provvedimenti che possano aiutare il settore delle scuole paritarie giustamente prosegue nella sua agenda, sancendo – ma glielo hanno consentito i vescovi, la Cei, – l’insignificanza della religione cattolica nella vita del Paese. Speravano forse i vescovi che i loro “compagni di migranti” avessero un occhio di riguardo? Beh si sono sbagliati. In maniera clamorosa. E come sempre quando si cedono terreno e prerogative all’inizio, è arduo riconquistarle. Una sostanziale disfatta del vertice della Conferenza Episcopale, e della Segreteria di Stato. Qui sotto pubblichiamo alcune lettere che ci sono giunte in questi giorni, di fedeli e sacerdoti. Nel frattempo, a Bologna, si permetteva quello che vedete in fotografia. Buona lettura." Marco Tosatti

mic ha detto...

Le beffa è che dovremmo lottare per il ripristino della Messa NO mentre l'altra è a rischio...
Ma quello che è sacrosanto riaffermare è il diritto al culto! E ne abbiamo già ripetutamente espresse le ragioni...

mic ha detto...

Il Centro Studi Livatino presenta ricorso al TAR-Lazio contro il dPCM di ieri per il persistente divieto di celebrare la S. Messa

A brevissimo presenteremo al TAR-Lazio un ricorso contro il dPCM 26 aprile 2020, per l’annullamento di esso nella parte in cui, all’art. 1 co. 1 lett. i), dopo aver ribadito che “l’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”, conferma la sospensione delle cerimonie religiose, con la sola esclusione di quelle funebri (e a condizione per queste che vi partecipino non più di 15 “congiunti”, con mascherine e distanziati).

https://www.centrostudilivatino.it/ricorso-al-tar-per-il-persistente-divieto-di-celebrare-la-s-messa/

Anonimo ha detto...

Gira nella Rete una petizione, con tanto di raccolta di firme, per chiedere al Presidente del Consiglio di ripristinare le Messe col popolo. Mi auguro che non si dia a questa iniziativa troppa pubblicità, perché non è proprio il caso di chiedere a qualcuno un qualcosa di cui egli si è appropriato indebitamente. Io non firmo e chiedo di non firmare, perché farlo significherebbe legittimare questa sua pretesa.

Anonimo ha detto...

Senza causa

Ammetto che per il momento non so cosa pensare. Certo mettermi adesso a fare il tifo per la banda Bassetti e per la libertà di culto della neochiesa mi resta un po' difficile, anche se da quella libertà so bene che dipende anche il culto della tradizione e la s. Messa di sempre.
Ma di "fare fronte" con chi una volta riottenuta la libertà ritornerà a fare le pagliacciate non è per me.
In questo combattimento tra la dittatura liberale e l'eresia modernista, tra un male evidente e uno vestito meglio, io mi guardo lo spettacolo senza schierarmi. Non mi conquista la causa del "combattere il coronavirus" e neanche quella della "libertà di culto per aiutare i poveri". Vedremo chi avrà la meglio, ma come al solito ho quella vaga sensazione che chiunque vincerà,
noi perderemo.
Tommaso Maria Irlanda su Fb

Josh ha detto...

https://voxnews.info/2020/04/27/ramadan-governo-vieta-messe-ma-permette-la-preghiera-islamica-in-moschea/

30 Aprile p.v. ha detto...

Don Lino Viola, l'ormai famoso parroco di Gallignano che ha respinto i carabinieri che gli volevano far interrompere la messa, ha fatto un atto di riparazione per il sacrilegio compiuto e ha chiesto alla sua comunità di unirsi con un digiuno il prossimo 30 aprile. Una bellissima risposta a quanto accaduto, e una lezione ai vescovi mercenari.
https://lanuovabq.it/it/atto-di-riparazione-e-digiuno-la-lezione-di-don-lino

Anonimo ha detto...

Oltre ai vescovi siciliani, anche il Cardinal Betori, insieme a tutti i vescovi Toscani, alza la voce contro questo nuovo dpcm!

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=qSUOwF8ATSI

E' una delle ultimissime interviste a Giulietto Chiesa da parte di Mauro Scardovelli.
L'intervista parte da una visione politica mondiale poi pian piano scende al 'che fare?' Si parla del grande compito educativo, offerto prima e venuto meno poi, della scuola, dei partiti e della chiesa. Ho avuto l'impressione che in questo punto del video, qualcosa sia stato tagliato. Ho la certezza tuttavia che quelli, che ancora ricordano e che non sono caduti nell'aggiornamento, in qualsiasi schieramento si trovano, considerano un nulla questa chiesa rispetto a quella che fu.