Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 1 luglio 2021

Si intensificano i rischi per il Rito Romano Antico nell'ottica del Summorum

A seguito delle recenti avvisaglie sulla sorte del Rito romano antico (da qui e qui potete risalire anche ai precedenti), riprendo di seguito l'ultima Lettera (125 del 1° luglio) di Paix Liturgique che fa il punto della situazione. Tuttavia non posso tacere quanto appena appreso da fonti attendibili. L'idea sarebbe quella di affossare definitivamente il Summorum nel senso che il nuovo motu proprio minacciato dal vescovo Minnerath, assegnerebbe alla FSSPX la prelatura personale, facendovi confluire tutti gli Istituti Ecclesia Dei, i quali potranno così continuare a celebrare in esclusiva il Rito antico, ma completamente fuori dalle pastorali diocesane e dunque eliminando tutte le occasioni che, nonostante le note difficoltà per la corale avversione dei vescovi, ne hanno finora favorito la diffusione soprattutto fra i giovani. Una vera e propria ghettizzazione in buona sostanza... Le conclusioni di Paix Liturgique mostrano invece che i fedeli guardano in tutt'altra direzione.
Richiamo Mons. Viganò: qui in una recente intervista sulla riforma liturgica del Vaticano II e qui sulla paventata modifica del Summorum pontificum.

I nemici del Summorum Pontificum vogliono la guerra

“Avrete un nuovo Motu proprio nei prossimi giorni o nelle prossime settimane”, ha detto il 26 giugno Mons. Minnerath, Arcivescovo di Digione, ai fedeli della Messa tradizionale venuti a manifestare davanti all’arcivescovado il loro malcontento. Ma ancor prima della pubblicazione di questo nuovo testo, si moltiplicano le testimonianze circa le intenzioni dei nemici del precedente Motu Proprio, quello di Benedetto XVI:
  • e così, il Cardinale Parolin, Segretario di Stato, ha affermato davanti ad un gruppo di Cardinali: “Dobbiamo mettere fine per sempre a questa Messa!
  • e Mons. Roche, nuovo Prefetto della Congregazione del Culto Divino, ha spiegato ridendo ad alcuni responsabili di seminari romani e ad alcuni membri della Curia, tutti anglofoni: “Il Summorum Pontificum è praticamente morto! Ridaremo ai vescovi il potere in materia, ma - ed è la cosa più importante - non ai vescovi conservatori!”.
Bisogna sapere, d’altra parte, che Mons. Minnerath, che ha aperto le ostilità contro la comunità tradizionale di Digione [qui - qui], è membro della Congregazione per la Dottrina della Fede e, pertanto, ogni mese si ritrova a Roma, e si immerge negli ambienti di Curia che hanno preparato l’offensiva contro il Summorum Pontificum.

Il Motu Proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI del 2007 era un compromesso [vedi] che stabiliva ingegnosamente la coesistenza tra la Messa di Paolo VI e la Messa tridentina: vale a dire - è vero - tra l’acqua e il fuoco. Resta il fatto che la pace così instaurata è stata accolta plebiscitariamente dal popolo cristiano, che assistesse o meno alla Messa antica, come dimostrano tutti i nostri sondaggi.

Si sa, dopo che il Papa ne ha parlato alla Conferenza Episcopale Italiana il lunedì di Pentecoste [qui], che il nuovo testo limiterà la possibilità dei sacerdoti diocesani di celebrare la Messa tradizionale. Inoltre, dovrebbero esserci disposizioni per indurre i sacerdoti degli Istituti Ecclesia Dei a celebrare anche la nuova Messa, e per introdurre tanto la nuova messa, quanto il magistero conciliare, nella formazione impartita nei seminari di tali comunità.

I partigiani della riforma liturgica hanno preso coscienza dell’importanza del mondo tradizionale
L’esasperazione che ha animato i partigiani della riforma liturgica davanti all’opposizione incontrata sin dall’origine, si è ravvivata con l’arrivo di Papa Francesco. Continua a mano a mano che passa il tempo e che il pontificato si avvia, logicamente, alla sua conclusione: occorre farla finita al più presto con questa opposizione al Concilio, alla quale Papa Benedetto XVI ha dato una sorta di spazio liturgico.

L’offensiva è condotta da un gruppo di pressione attivo in Curia e tra i vescovi italiani; gruppo che si è impegnato a far capire ai decisori romani che la compresenza delle due messe, quella tradizionale e la nuova, realizza due condizioni dottrinali incompatibili: quella del Vaticano II e quella anteriore al Vaticano II. La principale idea di Andrea Grillo*, professore di liturgia all’Università romana di S. Anselmo, è che il Summorum Pontificum abbia introdotto uno stato di “eccezione liturgica” aberrante, che mette la liturgia tradizionale e quella nuova su di un piede di parità mostruoso ed insopportabile.

Inoltre, i conciliaristi duri e puri hanno finito per comprendere che il mondo tradizionale, con i suoi sacerdoti, i suoi fedeli, le sue opere, le sue scuole, un mondo che essi affettavano di considerare marginale e disprezzabile, esprime in realtà un peso non trascurabile, proprio mentre il mondo conciliare è sempre più esaurito e indebolito.

Da qui la volontà di far rientrare la galassia Summorum Pontificum nel diritto comune. Non c’è dubbio che quanto riguarda la liturgia tradizionale i i suoi interpreti specializzati, i sacerdoti delle comunità Ecclesia Dei, sarà d’ora in poi di competenza della Congregazione per il Culto Divino, che è per sua funzione responsabile della nuova liturgia. La forma straordinaria sarà allora subordinata al diritto comune della forma ordinaria. E ciò potrebbe essere molto oneroso se, per esempio, si condizionasse l’autorizzazione a celebrare nella forma straordinaria alla partecipazione a intervalli regolari alla nuova liturgia, oppure all’utilizzo del calendario della forma ordinaria, o del nuovo lezionario. Il tutto a discrezione dei vescovi diocesani, cui verrebbe affidata la gestione di questa “tolleranza”, e ai quali la Congregazione per il Culto Divino darebbe sempre ragione contro i preti, i fedeli e le comunità Ecclesia Dei. Mentre i vescovi conservatori sarebbero, come sottintende Mons. Roche, sotto sorveglianza.

I falchi e le colombe
Tuttavia, il pontificato corrente, quello di un papa che ha già 84 anni, sembra entrare in una fase difficile. Le opposizioni alla sua linea liberale sono sempre state forti tra i conservatori e i tradizionalisti. Ma ormai sta incontrando anche il malcontento di un certo numero di coloro che, finora, lo avevano sostenuto.

Più che di un brontolio, si tratta proprio di un’ostilità dichiarata. Lo storico Alberto Melloni, direttore della Fondazione Giovanni XXIII, conosciuta anche come Scuola di Bologna, è un intellettuale di grande importanza nel cattolicesimo progressista italiano. Il 14 giugno, Melloni ha pubblicato sul maggiore quotidiano di sinistra, La Repubblica, al quale contribuisce regolarmente con suoi articoli, un solenne avvertimento al papa intitolato "Il giugno nero della Chiesa" [qui] (un'allusione a ciò che gli storici di sinistra chiamano "La settimana nera del Concilio", la settimana in cui si verificò la crisi più grave nello svolgimento del Vaticano II). Melloni elenca gli episodi in cui Francesco ha maltrattato persone che gli sono comunque vicine, e di cui si è fatto nemico: il modo in cui ha rifiutato con una lettera resa pubblica le dimissioni del cardinale tedesco Marx [qui]; la conferma del licenziamento di Enzo Bianchi, grande amico di Melloni, per "gravi problemi nell'esercizio dell'autorità" nel monastero ultraecumenico di Bose; la visita commissariale disposta nei confronti della Congregazione per il Clero dopo le dimissioni del cardinale Stella, 80 anni, uno dei pilastri del pontificato bergogliano; le verifiche economiche scagliate contro i servizi del Vicariato di Roma del cardinale De Donatis; l’indagine lanciata per sostenere le accuse ritenute troppo deboli contro il cardinale Becciu, accusato di malcostume economico a Londra quando era Sostituto della Segreteria di Stato. E Melloni conclude: o Francesco è circondato da consiglieri che sono dei bulli, o è rimasto l'autoritario che era quando guidava la Compagnia di Gesù in Argentina. Che il Papa stia attento: "Si sta preparando una tempesta!".

Una parte della "sinistra" cerca così di liberarsi di una modalità di governo caotica. Non sorprende, quindi, che alcuni prelati, che non sono molto affezionati alla liturgia antica, stiano consigliando Francesco di essere cauto: non è davvero il momento di iniziare una nuova guerra liturgica. Si uniscono al cardinale Ladaria, "a destra", che ha frenato su questo dossier.

Così facendo, queste colombe si smarcano dai falchi della Segreteria di Stato e della Congregazione per il Culto Divino. I falchi sembrano avere la meglio: "Dobbiamo mettere fine per sempre a questa Messa!" (Cardinale Parolin); "Il Summorum Pontificum è praticamente morto!"(Arcivescovo Roche).

Il fronte del rifiuto si sta preparando
Si sta preparando un fronte del rifiuto, come lascia prevedere il clamore sollevato dalle rivelazioni dai maneggi sul Summorum Pontificum, riportati dalla grande stampa italiana. Stiamo andando verso un ritorno alla situazione degli anni '70, quando fu promulgato il nuovo messale di Paolo VI? Con la differenza che l'istituzione romana e gli episcopati nazionali sono oggi infinitamente più deboli.

A Digione, i sacerdoti della diocesi e i fedeli che ancora frequentano le chiese non capiscono la politica dell'arcivescovo, che è illeggibile per loro. Questa è ovviamente la reazione di tutto il popolo cristiano, ad eccezione delle aree più progressiste: l’incomprensione. Perché riaprire vecchie ferite? Perché sostenere l'ecumenismo ad extra, ma rifiutarlo ad intra? Perché mostrare così poca misericordia?

E tutto questo in un contesto di drammatica contrazione del cattolicesimo. Andrea Riccardi, la principale personalità della Comunità di Sant'Egidio, che è tutto il contrario di un conservatore [nonché uno dei maggiori importatori di musulmani attraverso i cosiddetti corridoi umanitari... -ndr], in un recente libro, in cui considera il rogo di Notre-Dame di Parigi come una parabola, parla dell'annunciata scomparsa sociale della Chiesa: La Chiesa brucia. Crisi e futuro del cristianesimo (Tempi nuovi, 2021).

Riccardi analizza il crollo del cattolicesimo in Europa, paese per paese. Nella conclusione, dà prova, naturalmente, di una speranza obbligata sul tema "la crisi non è il declino", ma prima di ciò lancia, anch’egli, una serie di piccole frasi assassine: "molti cattolici sono passati dall'entusiasmo per Bergoglio alla disillusione", "la soluzione non verrà da una riforma". Fa anche questa constatazione: "Il tradizionalismo è una realtà di una certa importanza nella Chiesa, sia nell'organizzazione che nei mezzi”.

Ai cattolici legati alla Messa tradizionale viene promesso lo sterminio: "Dobbiamo mettere fine per sempre a questa Messa!" (Cardinale Parolin); “Il Summorum Pontificum è praticamente morto!"(Arcivescovo Roche). I cattolici tradizionali conosceranno tempi difficili se la benevolenza romana, seguita più o meno dalla benevolenza episcopale, venisse fatta a pezzi. Ma pensiamo che lo accetteranno passivamente? Può darsi che nella resa dei conti che si prepara, siano proprio i guardiani della liturgia del Concilio ad avere di più da perdere.
_____________________________ 
* Per esempio, Andrea Grillo : « Il peccato dell’Ecclesia Dei si chiama Summorum Pontificum », http://www.cittadellaeditrice.com/munera/il-peccato-dellecclesia-dei-si-chiama-summorum-pontificum/

25 commenti:

Anonimo ha detto...

On ne répétera jamais assez que la funeste révolution liturgique consécutive au concile Vatican II n’a jamais été souhaitée, et encore moins voulue, par le peuple fidèle, et qu’elle ne lui a été imposée que par un coup de force absolument dictatorial de Paul VI.

Des milliers de prêtres et de religieux, contraints par la violence de célébrer les nouveaux rites, sont morts de chagrin.

Des centaines de milliers de fidèles ont quitté les églises où ils ne reconnaissaient plus rien.

Cette révolution liturgique est donc entièrement dépourvue de légitimité, tout comme l’étaient les lois scélérates décrétées par Lénine en octobre 1917.

Contrairement à ce que pensent et disent certains théologiens, un pape n’a pas tous les droits. En particulier, il n’a pas le droit, proprement despotique et inhumain, de piétiner la sensiblité du peuple fidèle, formé et éduqué par des siècles de paisible observance des rites traditionnels, sources d’innombrables fruits de sainteté.

La volonté affichée de Bergoglio et de son entourage d’achever d’effacer, dans la ligne de Paul VI, toutes les traces de l’ancienne liturgie, n’est donc qu’un indice de plus que ces gens ne sont plus catholiques.

Il faut s'y opposer avec la dernière énergie.

Anonimo ha detto...

Benedetto XVI si rivoltera'....nei giardini vaticani...
Silvano Motta

Aloisius ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
Anonimo ha detto...

Quello che manca, a parer mio, è la visione d'insieme e particolare ad un tempo.

La visione d'insieme è la storia della Chiesa, storia della Via, della Verità, della Vita che non conosce passato e futuro, ma solo presente.

E la visione particolare è il presente dove la Via, la Verità, la Vita dal passato del tempo risponde all'oggi e al domani nel tempo.

Anonimo ha detto...

Gentile Mic, anni fa vidi sul web una foto di Parolin che ridacchiava insieme a Pannella e Paglia. Sembravano proprio una legione...

Andrea Carradori ha detto...

Buon giorno. Siamo in preda al caldo afoso. Siamo in preda alla paura della "variante Delta" con le prevedibili "chiusure" post estive. Siamo in preda ad una serie di attacchi blasfemi contro la Chiesa e contro la Fede. Siamo in preda agli atteggiamenti umorali del supremo Pastore.E' necessario, giornno dopo giorno, affliggerci con il futuro della nostra spiritualità, reso traballante dal 2007 dall'illiberalità di tanti vescovi fondamentalisti, autofustigandoci con i pettegolezzi che giungono copiosi sui nostri computer fin dal mese di marzo del 2013... Quando "sorella persecuzione" si abbatterà sui nostri piccoli gruppi liturgici alzeremo le nostre mani pure, nelle quali non hanno attecchito i germi del potere, dei soldi e dei compromessi mondani. Il mondo veda la nostra persecuzione e il nostro dolore : chi altro nel mondo soffre per la "buona" causa della Liturgia? Se non cadiamo nella trappola del protagonismo (molto diffusa in ognuno di noi)il mondo potrà vedere l'afflizione dei poveri fedeli poverissimi di potere e di risorse economiche ma ricchi della spiritualità dei padri! Preghiamo affidandoci alla materna cura di Maria Santissima: Sede della Sapienza.

Aloisius ha detto...

Notare la contraddizione logica tra le due affermazioni:

"Il Summorum Pontificum è praticamente morto!"(Arcivescovo Roche)

e

"Dobbiamo mettere fine per sempre a questa Messa!" (Cardinale Parolin); "

Se il Summorum Pontificum è morto, che bisogno c'è di impedire le poche Messe col rito antico che vengono celebrate grazie ad esso?

Perché infierire su un morto?

E perché tutta questa acredine offensiva contro un provvedimento del Papa emerito, tra l'altro ancora vivo e capace di intendere e volere?

Evidentemente non solo il rito di sempre è vivo, ma sta crescendo sempre più.

Evidentemente aumentano i fedeli che trovano in esso la fonte di acqua viva che leva la sete e risana l'anima.

Evidentemente la vera Messa dà frutti e benefici spirituali che loro non riescono più a dare.

Evidentemente la celebrazione di quelle Messe gli fa toccare con mano il fallimento delle loro derive ereticanti e sinistroidi, che hanno fatto della Chiesa un'associazione di beneficienza e di politica scadente.

Propagandano una misericordia sdolcinata da soap opera adatta a tutti i gusti che nulla c'entra col cristianesimo e scaricano rancore contro una parte dei fedeli che vuole solo seguire il rito che è stato praticato per secoli.

Vedo una certa malvagità in questo loro comportamento, somigliano sempre più ai farisei del Vangelo.

Aloisius


Stop.Una prece? ha detto...

Nell'affermazione in oggetto :

"Il Summorum Pontificum è praticamente morto!(Arcivescovo Roche)"

io vi leggo che ora (o a breve) ne e' stata decretata la fine ...;
salvo fraintendimento da parte mia in tal caso gia' chiedo perdono per il pensiero formulato.

Anonimo ha detto...

GUARDA LA STELLA, INVOCA MARIA.

Chiunque tu sia, che nel flusso di questo tempo ti accorgi che, più che camminare sulla terra, stai come ondeggiando tra burrasche e tempeste, non distogliere gli occhi dallo splendore di questa stella, se non vuoi essere sopraffatto dalla burrasca!
Se sei sbattuto dalle onde della superbia, dell’ambizione, della calunnia, della gelosia, guarda la stella, invoca Maria.
Se l’ira o l’avarizia, o le lusinghe della carne hanno scosso la navicella del tuo animo, guarda Maria.
Se turbato dalla enormità dei peccati,
se confuso per l’indegnità della coscienza,
cominci ad essere inghiottito dal baratro della tristezza e dall’abisso della disperazione, pensa a Maria.
Non si allontani dalla tua bocca e dal tuo cuore, e per ottenere l’aiuto della sua preghiera, non dimenticare l’esempio della sua vita.
Seguendo lei non puoi smarrirti, pregando lei non puoi disperare.
Se lei ti sorregge non cadi, se lei ti protegge non cedi alla paura, se lei ti è propizia raggiungi la mèta. Amen.
(San Bernardo di Chiaravalle)

Valeria Fusetti ha detto...

Mai avrei pensato di condividere, anche se solo nella forma, un pensiero del professor Andrea Grillo ! Concordo con lui quando afferma che aver messo la Sacra Liturgia tridentina e quella bugnina sullo stesso piano liturgico e spirituale sia fatto mostruoso ed aberrante.

fabrizio giudici ha detto...

Notare la contraddizione logica tra le due affermazioni:

Eh eh... Sì, probabilmente è vero che il vescovo stava esprimendo i suoi desideri, come suggerisce il commentatore sotto, tuttavia il punto della contraddizione è evidente nella realtà dei fatti: sappiamo benissimo che quando il potere ecclesiale vuole soffocare una cosa irrilevante semplicemente la ignora, lasciando che sparisca da sola. Infatti per decenni il VO è stato considerato così: l'importante era non parlarne. Ora se è necessario l'atto di forza ne consegue che non è né irrilevante né sparisce da solo, anche nella consapevolezza di lor signori.

Avanti così. Il cristianesimo trae forza dalle persecuzioni. Ormai da qualche anno ho smesso di illudermi che certe questioni potessero essere risolte senza conflitto. La "pace liturgica" desiderata da Ratzinger era semplicemente l'ennesima utopia. E rimarrà negli annali della storia che il conflitto l'hanno voluto loro, non noi.

Anonimo ha detto...

Secondo questo articolo di LifeSite il motu proprio è certo e la sua pubblicazione imminente.

"Il caso della diocesi di Digione ha un impatto che sembra andare ben oltre i confini della diocesi. L'arcivescovo Minnerath ha dichiarato chiaramente che la decisione di rimuovere la FSSP è legata alla revisione da parte di Papa Francesco del Motu proprio Summorum Pontificum che sarà reso pubblico "tra qualche giorno o settimana". "Il Papa parlerà. So cosa dirà", ha detto all'assemblea scioccata."

https://www.lifesitenews.com/news/french-bishops-tells-faithful-protesting-departure-of-fssp-from-their-diocese-that-their-priests-must-concelebrate-the-novus-ordo?utm_source=editor_picks&utm_campaign=catholic

Anonimo ha detto...

Ricordo bene l'introduzione del NO. La contestazione fu di alto livello intellettuale, ma di fatto la gara parte dei fedeli continuò ad affollare ke chiese parrocchiali. Le innovazioni furono ingenuamente e quasi gioiosamente accettate. Devo riconoscere che a parte la bruttezza dei canti con chitarre, i sacerdoti celebravano ancora con decoro e aderenza, mentre ora dopo le ultime innovazioni percepisco che che la Messa Cattolica è ormai un rito protestante; anzi talora sembra un happening culturale di chiara impronta politica. Probabilmente negli anni la decadenza è diventata più grave, ed io forse al contempo più intransigente. Credo che dovremo dare battaglia seriamente, e presto. Un plauso a Fabrizio Giudici.

Anonimo ha detto...

"Il Vaticano si è mosso per bandire il latino, la lingua tradizionale della Chiesa cattolica, dalla celebrazione della maggior parte delle messe nella Basilica di San Pietro.

Il blog tradizionale MessainLatino.it ha dato la notizia e ha pubblicato una foto di una nota inviata da Mons. Franco Camaldo, che ha scritto a nome del Cardinale Arciprete del Vaticano, il Cardinale Mauro Gambetti, O.F.M., che è stato nominato da Papa Francesco all'inizio di quest'anno.

A partire dal 29 giugno, ha scritto Camaldo, le celebrazioni eucaristiche seguirebbero la procedura già in uso nelle celebrazioni papali. Cioè la messa verrebbe celebrata solo in italiano, con le letture e le preghiere dei fedeli permesse in varie lingue moderne.

Il latino sarebbe permesso solo nelle parti fisse della Messa, il Kyrie, Gloria, Sanctus, Pater e Agnus."

https://www.lifesitenews.com/news/vatican-mass-in-st-peters-basilica-must-be-in-italian-not-latin

http://blog.messainlatino.it/2021/06/breaking-news-la-nuova-governance-per.html

Anonimo ha detto...

L’epilogo a cui stiamo correndo drammaticamente è: la cancellazione del “Summorum Pontificum”, il controllo delle comunità “Ecclesia Dei” da parte degli ordinari locali, l’obbligo di adottare il calendario liturgico e Sacramenti NO, la possibilità opzionale di celebrare la Messa VO, l’imposizione di rivedere, in senso modernista della formazione nei seminari. Tutto questo sul piano tempo spazio appare una catastrofe.
Sul piano metafisico, sicuramente potrebbe essere l’inizio di una nuova aurora, per consentire la definitiva separazione tra il grano e la zizzania. Quello che si determinerà sarà sicuramente la definitiva decisione delle comunità “Ecclesia Dei”, chiamate palesemente a scegliere di apostatare o confermare e continuare a custodire la fede di sempre. Con esse tutti quei fedeli che attualmente ne beneficiano ne seguiranno la sorte: o lapsi o cattolici. Questa sarà l’opportunità sicura, obbligata dagli eventi, per la vera e definitiva unità della “Tradizione”. Si determinerà per queste comunità la stessa situazione in cui si trovò la FSSPX. Quando questo accadrà sarà l’inizio della fine del cancro e delle sue metastasi, che hanno invaso tutto il corpo e sembrano averlo condotto ormai alla morte. Certamente questa fase sarà quella del sacrificio, della sofferenza, del martirio e della persecuzione, bisognerà creare una comunità intorno a questi sacerdoti, ritornare a celebrare i sacramenti nei luoghi messi a disposizione, ma da tutto ciò la Chiesa riprenderà con maggiore fulgore e bellezza il cammino nella storia. Alessandro.

Anonimo ha detto...

Accordo impossibile

"Eminenza, vede, anche se Voi ci accordaste un vescovo, anche se Voi ci accordaste una certa autonomia rispetto ai vescovi, anche se Voi ci accordaste tutta la liturgia del 1962, se ci accordaste di continuare i seminari della Fraternità, come lo stiamo facendo ora, noi non possiamo collaborare, é impossibile, impossibile, perché lavoriamo in due direzioni diametralmente opposte: Voi lavorate alla decristianizzazione della società, della persona umana e della Chiesa e noi invece lavoriamo alla cristianizzazione. Ecco che non ci si può capire."

Mons. Marcel Lefebvre

Anonimo ha detto...

San michele arcangelo…

Anonimo ha detto...

3 luglio 1907

San Pio X approva il decreto Lamentabili contro i modernisti che «trasgredendo i limiti stabiliti dai Padri e dalla Santa Chiesa stessa, sotto le apparenze di più alta intelligenza e col nome di considerazione storica, cercano un progresso dei dogmi che, in realtà, è la corruzione dei medesimi»

marius ha detto...

"L'idea sarebbe quella di affossare definitivamente il Summorum nel senso che il nuovo motu proprio minacciato dal vescovo Minnerath, assegnerebbe alla FSSPX la prelatura personale, facendovi confluire tutti gli Istituti Ecclesia Dei,...

Da fonte diretta apprendo che, per quanto riguarda la prelatura alla FSSPX, si tratta di una voce incontrollata per nulla corrispondente alla realtà.

mic ha detto...

Fonti dirette che si smentiscono.... Il Signore provvederà!

Anonimo ha detto...

La FSSPX potrebbe accettare la prelatura se venisse accettato, nei necessari documenti canonici, il suo rigetto del CVII e del NO come errori storici diffusi da esseri umani usi ad ascoltare il solito frastuono dello spirito del tempo e perciò diventati sordi al soffio dell Spirito Santo.

Infatti è tra le funzioni primarie dello Spirito Santo quella di giudicare, correggere gli errori dello spirito del tempo ed insegnare, ricordare, ripetere allo spirito del tempo i dettami eterni di Dio, Uno e Trino che durano in eterno, in quanto fondamenti della Via, della Verità,della Vita nel tempo e nella Eternità.

Eternità verso cui è tesa la dimensione spirituale dell'essere umano fisico, che può percepirla fin dalla terra a patto che si sia in grado di vagliare gli spiriti con i doni dello Spirito Santo che la chiesa modernista avrebbe dovuto e dovrebbe custodire, ma che non può custodire perché in affanno per il gran correre dietro lo spirito del tempo.

mic ha detto...

Leggo su MiL.

http://blog.messainlatino.it/2021/07/ferrara-s-chiara-vergine-eretta.html

Deo gratias! E ribadisco quanto detto e ripetuto: capite che differenza se il Summorum avesse previsto una parrocchia personale per ogni diocesi?

Piuttosto non vi pare che emerga la tendenza di accentrare presso la FSSPX la pastorale tradizionale? Sarebbe ora che autorizzassero l'ordinazione di altri vescovi!

fabrizio giudici ha detto...

Timeo Danaos... Sto leggendo vari movimenti in corso e, anche se non mi è tutto chiaro, mi sto convincendo che Bergoglio stia manovrando per dividere (ancora di più) il mondo tradizionale, offrendo concessioni sulla Messa se verranno accettate certe sue condizioni.

Per ora non dico altro perché mi si stanno materializzando immagini in mente che reputo assurde, ma...

fabrizio giudici ha detto...

Specifico meglio: se quella notizia fosse venuta da altri posti che Ferrara, poteva anche essere una cosa normale.

mic ha detto...

https://www.lesalonbeige.fr/mgr-ginoux-erige-une-paroisse-personnelle-confiee-linstitut-du-christ-roi/
E anche in Francia... una nuova Parrocchia personale per il rito antico