Non volevo dare visibilità a certa spazzatura. Poi ho pensato che in fondo Ivereigh e il contesto che cita rappresenta il grillismo anglofono desumibile dalle citazioni di cui ai suoi tweet (vi ricordo l'interessante articolo sul Grillo originale nostrano di Peter Kwasniewski [qui].
Di Austen Ivereigh (autore de Il Grande Riformatore: Francesco e la creazione di un Papa radicale qui) richiamo i precedenti qui e le analogie con la Mafia di San Gallo qui - qui.
Nel primo tweet, Ivereigh si riferisce alla pandemia per dire che la "forma straordinaria" andrebbe sospesa fino a lasciarla svanire; nel secondo, cita un pessimo articolo, scritto da chi non ha capito un bel niente e tra l'altro, del Rito antico, confonde l'estetica con la sostanza che evidentemente non 'intende' spiritualmente. Ne riporto di seguito i cachinni finali da cui è tratta la citazione: "Non è l'estetica che lo rende sacro. Puoi assistere alla più bella delle Messe ed essere ancora una persona odiosa e orgogliosa senza amore nel tuo cuore. Non basta concentrarsi sul verticale senza ricordare anche l'orizzontale: ama Dio e il prossimo come te stesso. Questa parte fondamentale del Vangelo è ciò che Papa Francesco ha insegnato per anni. È anche ciò che sottolinea il Vaticano II. Se la Chiesa deve sopravvivere nel corso di questo secolo, allora deve viverlo. Tutti dobbiamo vivere questo: ama Dio con tutto il cuore e ama il prossimo tuo come te stesso.
[...] quando la cultura che circonda un particolare rito diventa così tossica (!?) da minacciare non solo l'unità della Chiesa, ma anche la nostra capacità di vivere la chiamata all'amore del Vangelo, qualcosa deve cambiare. Purtroppo, nel caso della Messa tridentina, deve essere limitata e lasciata svanire. Proprio per questo motivo papa Francesco ha promulgato la Traditionis Custodes." Parlare di spirito grossolano è dir poco. Ma questa è la pletora modernista...
12 commenti:
23 agosto 2021 Papa Francesco oggi ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Solsona, in Spagna, presentata da monsignor Xavier Novell Gomà, e ha nominato amministratore apostolico 'sede vacante' monsignor Romà Casanova Casanova, vescovo di Vic.
Gomà passò agli onori della cronaca per aver detto che gli omosessuali sarebbero gay perché non hanno una figura paterna: "Mi domando se il fenomeno crescente della confusione sull'orientamento sessuale di molti adolescenti non si debba imputare nella cultura occidentale alla figura paterna, che è stata assente, deviata e svuotata. Fino a che la stessa virilità è stata messa in discussione".
Lo rende noto un Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede. Monsignor Novell Gomà, 52 anni, ha presentato la sua rinuncia per "motivi strettamente personali", fa sapere la diocesi di Solsona.
Novell Gomà fu nominato vescovo di Solsona da Benedetto XVI il 3 novembre 2010, diventando a 41 anni il più giovane vescovo di Spagna e l'ottavo del mondo. Negli anni scorsi è stato al centro di alcune polemiche per le sue affermazioni sui gay. Il 30 maggio 2017 il consiglio comunale di Cevera (comune spagnolo della Catalogna) lo ha dichiarato persona non gradita. La domenica precedente, il 28 maggio, aveva dovuto lasciare la chiesa parrocchiale di Santa Maria de l'Alba a Tarrega, scortato dalla Mossos d'Esquadra, dalla polizia locale e da alcuni parrocchiani, dopo che alcuni attivisti Lgbt avevano organizzato una manifestazione contro di lui. I consigli comunali di Tarrega e Mollerussa, che sono parte della sua diocesi, avevano respinto una sua visita. http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/vaticano-spagna-papa-rimuove-vescovo-solsona-goma-contro-gay-83d84f4b-2808-40fc-b0b2-4194878c387d.html
O.T.
16 luglio 2017 veniva firmata la "Correctio filialis de haeresibus propagatis". Il 16 luglio 2021... Coincidenze? Io non credo.
Come se la Chiesa e il Corpo mistico in 2000 anni non abbia amato Dio e il prossimo.
Come non abbia fatto ospedali(vedi S.Spirito in Sassia), ospizi per i pellegrini,per gli ammalati,per redimere le traviate,dato una dote alle stesse..come se..
Poveri cuori dateGli modo di trasformarvi in cuori di carne.
Nei vaneggiammenti di questo personaggio si riconosce facilmente la voce della deep church al servizio della religione universale massonica, ma non certo la voce di Gesù Cristo e della Chiesa Cattolica.
Forse dare visibilità a certa spazzatura, può avere un effetto didattico, serve a comprendere da quali aberrazioni storiche (e teologiche) esca un certo tipo di "pastorale". Ivereigh sembra più figlio di un Edgar Quinet, e della sua visione volgarmente ideologica e manichea della Storia, che un figlio della Chiesa. Una visione che sembra essere condivisa da una buona fetta della gerarchia e del cosiddetto "popolo di Dio" che, in queste condizioni non può essere il Corpo di Cristo, con tutte la diversità che le due ecclesiologie portano con sé. Due diversità che sono opposte l'una all'altra, e che non possono trovare una mediazione. Con l'amaro in bocca e nel cuore devo desumere che l'idea di papa Giovanni XXIII di far convivere nella Chiesa tutto ed il contrario di tutto, teorizzata poi da papa Ratzinger in una "continuità" dell'impossibile ( e tutt'ora presente in molti tradizionalisti), è la scelta che ha portato molta parte della Chiesa all'apostasia più sfacciata e perversa. Un'apostasia che ha dato ampio spazio anche alla perversione morale più ributtante, che ben poche "civiltà" pagane hanno eguagliato.Ben venga poter guardare in faccia anche questa realtà, e misurare con essa se ognuno di noi ne ha assorbito una parte, grande o piccola che sia, visto che ognuno di noi è nato in un mondo dedito alla menzogna e alla manipolazione quotidiana. Rimanerne indenni è quasi impossibile, occorre chiedere allo Spirito Santo che operi costantemente in noi, sovrabbondanti con i Suoi doni. Non abbiamo bisogno di glossolalia, abbiamo bisogno di Verità.
Andrea Sandri:
Una sentenza definitiva sulla tanatofilia della nostra epoca (al di là di ogni apparenza contraria):
Wer das Tiefste geschaut, liebt das Lebendigste.
Chi ha visto ciò che è più profondo, ama ciò che è più vivo.
- Friedrich Hölderlin, Le liriche, Adelphi, Milano 1993, p. 408
https://onepeterfive.com/the-st-gallen-mafia-and-the-latin-mass/
Some day, we are all going to be grateful for the pontificate of Jorge Bergoglio. He will have accomplished exactly the opposite of his evil designs. His studied ambiguity serves to clarify the utter confusion of the post-conciliar Church. His attacks on every manifestation of piety and devotion reveal quite starkly the impiety and indifference of an entire generation of clerics. Above all, his attempts to crush the perennial liturgy of the Church are creating an enormous thirst for authentic liturgy and timeless music. Every day now, Catholics of good will, who wanted desperately to salvage something positive from the past fifty years of destruction, are giving up on this futile exercise and are coming around to see that the way forward, the way to renew the Church, lies in the rediscovery of her timeless treasures. When the Church finally does recover her Faith, her sanity, Bergoglio will have played a much bigger role in this authentic renewal than either Benedict or John-Paul II.
In un primo approccio avevamo contrapposto all’attivista l’ammiratore, e ci eravamo espressi in favore di quest’ultimo. Ma che cosa esprime questa contrapposizione? L’attivista, colui che vuol sempre fare, pone la sua propria attività al di sopra di tutto. Ciò limita il suo orizzonte all’ambito del fattibile, di ciò che può diventare oggetto del suo fare. Propriamente parlando egli vede soltanto degli oggetti. Non è affatto in grado di percepire ciò che è più grande di lui, poiché ciò porrebbe un limite alla sua attività. Egli restringe il mondo a ciò che è empirico. L’uomo viene amputato. L’attivista si costruisce da solo una prigione, contro la quale poi egli stesso protesta ad alta voce.
Invece l’autentico stupore è un “No” alla limitazione dentro ciò che è empirico, dentro ciò che è solamente l’aldiqua. Esso prepara l’uomo all’atto della fede, che gli spalanca d’innanzi l’orizzonte dell’Eterno, dell’Infinito. E solamente ciò che non ha limiti è sufficientemente ampio per la nostra natura, solamente l’illimitato è adeguato alla vocazione del nostro essere. Dove questo orizzonte scompare, ogni residuo di libertà diventa troppo piccolo e tutte le liberazioni, che di conseguenza possono venir proposte, sono un insipido surrogato, che non basta mai. La prima, fondamentale ablatio, che è necessaria per la Chiesa, è sempre nuovamente l’atto della fede stessa. Quell’atto di fede che lacera le barriere del finito e apre così lo spazio per giungere sino allo sconfinato. La fede ci conduce “lontano, in terre sconfinate”, come dicono i Salmi. Il moderno pensiero scientifico ci ha sempre più rinchiusi nel carcere del positivismo, condannandoci così al pragmatismo.
Per merito suo si possono raggiungere molte cose; si può viaggiare fin sulla luna e ancora più lontano, nell’illimitatezza del cosmo. Tuttavia, nonostante questo, si rimane sempre allo stesso punto, perché la vera e propria frontiera, la frontiera del quantitativo e del fattibile, non viene oltrepassata. Albert Camus ha descritto l’assurdità di questa forma di libertà nella figura dell’imperatore Caligola: tutto è a sua disposizione, ma ogni cosa gli è troppo stretta. Nella sua folle bramosia di avere sempre di più, e cose sempre più grandi, egli grida: Voglio avere la luna, datemi la luna! Ora, nel frattempo, è divenuto per noi possibile avere in qualche modo anche la luna. Ma finché non si apre la vera e propria frontiera, la frontiera fra terra e cielo, tra Dio e il mondo, anche la luna è solamente un ulteriore pezzetto di terra, e il raggiungerla non ci porta neanche di un passo più vicini alla libertà e alla pienezza che desideriamo.
La nostra storia 123
intervento dell’allora Prefetto della CdF cardinale Joseph Ratzinger, al Meeting di Rimini del 1990: ” Non è di una chiesa più umana che abbiamo bisogno, bensì di una Chiesa più divina; solo allora essa sarà anche veramente umana“.
... mi sembra di notare una relazione nel tono del decreto risolutivo e il discorso pronunciato dal Santo Padre il 7 giugno, indirizzato alla comunità dei sacerdoti di San Luigi dei Francesi a Roma. Percepisco in entrambi i testi (posso sbagliarmi, ovviamente) una mancanza di affetto, nonostante certe apparenze. È vero che il motu proprio, per la natura del suo genere, non ammette effusioni pastorali; tuttavia, nella sua concisione poteva essere presentato come un segno di amore pastorale. Il paragone non mi sembra arbitrario; in entrambi i casi sarebbe auspicabile percepire quell’atteggiamento misericordioso tanto celebrato dall’attuale pontefice. Sembrerebbe che il giudizio che la Chiesa dà, nella sua istanza più alta, del corso della vita ecclesiale proceda secondo due pesi e due misure: la tolleranza, e anche l’apprezzamento e l’identificazione con posizioni eterogenee rispetto alla grande Tradizione (“progressiste”, come sono state chiamate) e distanza o antipatia nei confronti di persone o gruppi che coltivano una posizione “tradizionale”. Mi viene in mente il proposito che un famoso politico argentino [Juan Domingo Perón, ndt] enunciava brutalmente: «Per gli amici, tutto; al nemico, nemmeno la giustizia». Lo dico con il massimo rispetto e amore, ma con immenso dolore.
Héctor Aguer arcivescovo emerito di La Plata, Argentina
https://catholicherald.co.uk/suppression-of-the-traditional-rite/
Né i fedeli ignorano - almeno possono facilmente essere istruiti - che il Sacrosanto Concilio di Trento, fondandosi sulla dottrina custodita nella ininterrotta Tradizione della Chiesa, condannò la nuova e falsa dottrina di Lutero ad essa contraria" . "Chi dice che le Messe nelle quali il solo sacerdote comunica sacramentalmente sono illecite e perciò da abrogarsi, sia anatema" . Si allontanano dunque dal cammino della verità coloro i quali si rifiutano di celebrare se il popolo cristiano non si accosta alla mensa divina; e ancora di più si allontanano quelli che, per sostenere l'assoluta necessità che i fedeli si nutrano del convito Eucaristico insieme col sacerdote, asseriscono, capziosamente, che non si tratta soltanto di un Sacrificio, ma di un Sacrificio e di un convito di fraterna comunanza...
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