In un comunicato del 15 ottobre, Mons. Wolfgang Haas, arcivescovo di Vaduz, spiega a tutti i suoi sacerdoti e fedeli di aver deciso di non partecipare al sinodo sulla sinodalità, lanciato ufficialmente da papa Francesco il 17 ottobre 2021.
Il comunicato si intitola: "Una parola dell'arcivescovo di Vaduz sul 'processo sinodale' nella Chiesa."
Il presule inizia spiegando che "papa Francesco ha avviato un “processo sinodale” mondiale, che ora deve essere attuato nelle varie diocesi. A tal fine, la Segreteria del Sinodo Romano dei Vescovi ha già pubblicato una serie di documenti in più lingue, accessibili via Internet."
Ma questo processo, ritiene l'Arcivescovo, non è per la sua diocesi: "Sono dell'opinione che nella nostra piccola arcidiocesi, possiamo astenerci per buoni motivi dall'eseguire una procedura così complessa e talvolta persino complicata, che alle nostre latitudini corre il rischio di diventare ideologica."
L'ex vescovo di Coira, la cui nomina è stata accolta molto male dai cattolici progressisti della sua diocesi, ha dovuto sopportare una vera guerra - come ad esempio il rifiuto di versare all'arcivescovado il soldo del culto - ed è stato alla fine "spostato" in una parte della sua diocesi, tagliata apposta per erigerne il nuovo arcivescovado di Vaduz. Sa quindi di cosa sta parlando.
Aggiunge una ragione piena di buon senso per un'arcidiocesi che si estende per 160 km2 e conta 23 sacerdoti per 10 parrocchie: "Da un lato, le strette relazioni nelle nostre parrocchie consentono un rapido e semplice contatto reciproco tra pastori e laici; in tal modo lo scambio intellettuale e spirituale è sempre stato e rimane possibile."
Questa vicinanza significa che "tutti coloro che desiderano possono dialogare tra loro, ascoltarsi e dialogare personalmente su suggerimenti, desideri e idee nella vita quotidiana della Chiesa."
Il presule rileva inoltre che "in tutte le istituzioni (…) esistono rapporti costanti tra le persone interessate in cui può avvenire un'interazione responsabile, piena di tatto e sensibilità."
Ricorda inoltre che "chiunque voglia esprimere per iscritto i propri desideri, preoccupazioni e suggerimenti sull'organizzazione della vita ecclesiale nella nostra diocesi può sempre farlo e rivolgersi direttamente all'Arcivescovo o al Vicariato generale."
Infine conclude con un tocco che si potrebbe quasi qualificare come pungente ironia: "Nel “Vademecum per il sinodo sulla sinodalità”, manuale ufficiale per le deliberazioni nelle chiese locali, il compito principale del vescovo è considerato l'ascolto, e non le grandi discussioni e i lunghi dibattiti."
Riporta poi lo spirito di riforma, nel senso buono del termine, all'essenziale: "Si tratta di ascoltare ciò che lo Spirito Santo vuole dirci. Questo ascolto presuppone la nostra preghiera per il dono spirituale del discernimento. Innanzitutto vorrei incoraggiare la preghiera per questo dono speciale e chiedere la benedizione di Dio su tutti."
Il comunicato stampa è stato ovviamente già bloccato da alcuni che lo vedono come sprezzante nei confronti di Roma. Mentre questo vescovo ha mostrato solo un solido buon senso, e ha risparmiato a sé stesso, ai suoi sacerdoti e al suo gregge, molte seccature per un affare discutibile.
(Fonti: cath.ch/erzbistum-vaduz.li – FSSPX.Actualités)
3 commenti:
E'bello cicciotto questo Arcivescovo di Vaduz, difficile smuoverlo a chiacchiere!
https://www.ilfoglio.it/chiesa/2021/10/21/news/-il-sinodo-si-badi-piu-alla-fede-che-alla-sociologia-parla-mons-camisasca-3206109/
Il vescovo Haas direbbe ad alta voce ciò che gli altri sussurrano? È vero che i vescovi non sembrano molto affascinati da questo processo che parla di tutto e di niente...
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