Omelia
nella solennità di Pentecoste
Emitte Spiritum tuum, et creabuntur,
et renovabis faciem terræ.
Ps 103 ,30
QUAL È LA CARATTERISTICA DELL’AMORE? La sua gratuità. Chi ama, ama senza aspettarsi nulla in cambio. Chi ama è felice che il Bene di cui gode possa essere condiviso dall’amato. Chi ama non ha mezze misure: ama totalmente, senza riserve. Chi ama vuole il bene dell’amato, sa dire di no. Questo è vero al massimo grado quando l’Amore è divino, quando l’Amore del Padre verso il Figlio e del Figlio verso il Padre è così perfetto e infinito da essere la Terza Persona della Santissima Trinità, lo Spirito Santo Paraclito.
La magnificenza è segno distintivo dei sovrani e dei principi, che alla magnificenza di Dio ispirano la propria liberalità, così come alla divina giustizia conformano il loro governo. Ma nulla può competere con la grandiosità dell’opera di Dio: una grandiosità infinita tanto nell’ordine della Creazione, quanto – e in modo infinitamente superiore – nell’ordine della Redenzione. Una magnificenza divina nelle sue perfezioni, sconfinata nella sua capacità di irradiarsi, simile alla benefica luce del Sole, colmando tutti e ciascuno di grazie e favori immeritati e gratuiti. Ed è la gratuità assoluta che contraddistingue l’opera di Nostro Signore, stabilita sin dall’eternità dei tempi per riparare al peccato di Adamo mediante l’Incarnazione, la Passione e la Morte dell’Uomo-Dio. Gratuiti sono anche i Doni dello Spirito Santo; gratuita è la Grazia, gratis data, concessa gratuitamente. Gratuita l’eternità beata che ci è preparata in Cielo; gratuita la santificazione che la Chiesa opera mediante i Sacramenti e il Santo Sacrificio della Messa.
Ma se la gratia, la gratuità assoluta del Bene che ci viene da Dio, è una nota divina che unisce onnipotenza e misericordia nel mirabile vincolo della Carità; dall’altra parte, tutto ciò che viene da Satana ha un prezzo, nulla è gratuito, perché non ha nulla da dare e tutto da rubare con l’inganno e la menzogna; perché viene da chi vuole il nostro male presente ed eterno, invidiando sommamente la Redenzione di Cristo e ancor più l’umiltà della Vergine Immacolata, che gratuitamente la Santissima Trinità ha ornato del privilegio di essere concepita senza macchia di peccato, per essere degno tabernacolo dell’Altissimo.
Satana, il mercante di morte. Satana, l’eterno ingannatore, colui che vende con la frode ciò che non gli appartiene e con la frode compra la nostra anima immortale, barattandola con il nulla di falsi beni, effimeri e mendaci. Ed è l’inganno, la simulazione, la menzogna che vediamo regnare nel campo avversario. Una menzogna che Satana vuole sia riconosciuta per tale, ma nonostante ciò approvata e accolta. Perché mentre l’opera di Dio è opera di verità – provenendo da Lui che è Verità assoluta – l’opera del diavolo è finzione. Satana è il grande scenografo della realtà virtuale del mondo odierno, della società globalista schiava del Nuovo Ordine, in cui la simulazione e la contraffazione sono il marchio dell’azione dell’Avversario.
«Che bella bambina: sembra una bambola!», sentiamo dire. «Che bel panorama: sembra una cartolina!» In queste espressioni comuni, usate spesso ingenuamente, si mostra la matrice fraudolenta dell’opera del Nemico, che come creatura è incapace di creare dal nulla, e deve quindi ricorrere all’imitazione del Creatore per ingannare noi uomini. Il Principe di questo mondo ci propone modelli artefatti e falsi, che sembrano ciò che non sono e che non sono mossi – come le opere di Dio – da Carità infinita, ma da livido odio verso la divina Maestà e verso le Sue creature. La maternità surrogata, la manipolazione genetica, la bioingegneria, il transumanesimo e le oscene mutilazioni della transizione di genere, la parodia del matrimonio omosessuale, il delirio di poter decidere vita e morte con l’aborto e l’eutanasia sono tutte menzogne e frodi del mentitore, del simulatore, della simia Dei.
Non diversamente avviene anche nel sacro recinto, dove da sempre gli eretici e gli apostati pretendono di sostituire le perfezioni della divina Rivelazione con le loro contraffazioni; anzi, presentandosi essi stessi per ciò che non sono, come falsi pastori, come falsi profeti, come anticristi. Lo stesso Anticristo, che regnerà negli ultimi tempi prima di essere sterminato dal soffio di Cristo, è un simulatore, un imitatore fraudolento del vero Cristo. È un impostore anche il profeta dell’Anticristo, colui che nell’Apocalisse viene presentato come il suo manutengolo, il capo della Religione dell’Umanità, il predicatore dell’ecologismo e dell’umanesimo massonico.
Se guardiamo alla situazione disastrosa in cui versa la Sposa di Cristo, vi ritroviamo incistati come tumori maligni tutti quei falsi pastori e mercenari che della menzogna e dell’inganno fanno la propria ragione di vita, e che, come i loro simili nella sfera civile, si presentano come promotori di pace e fratellanza, come difensori dei deboli, dei poveri e dei diseredati, mentre in realtà sono servi dei potenti, complici dei tiranni, fautori di divisione e spietati verso i loro nemici, ossia i buoni Cristiani. Ma soprattutto: contro Dio, contro Gesù Cristo, contro la Santissima Vergine Maria, contro la Santa Chiesa. Tutto, nelle loro azioni, è falso: falso il sinodo della sinodalità, che sotto le apparenze di un vero Sinodo adultera la Fede; false le presunte consultazioni del popolo di Dio, pilotate con l’inganno; false le loro istanze sulla dignità della donna, usata per scardinare il Sacerdozio Cattolico; falsa la loro carità verso i peccatori, che non ammoniscono ma anzi confermano nel peccato perdendo le loro anime. Falso anche lo “spirito” che ispira i loro deliri; falso il “dio delle sorprese” che legittima i loro errori; falsa la loro “pentecoste” che contraddice l’azione del Paraclito e falsa la loro “chiesa” che eclissa la vera Chiesa di Cristo. Falsa, scandalosa e criminale, la parodia di sacramento a cui è stato eretto un siero sperimentale che tramite la tecnologia mRNA modifica il genoma umano, ma che Bergoglio non ha esitato a definire sacrilegamente come “atto d’amore” e “luce di speranza per tutti”. Falso il rispetto del Creato della “chiesa amazzonica”, che rende culto idolatrico alla Madre Terra e ratifica le manipolazioni della geoingegneria contro la natura che Dio ha creato.
Veni, Sancte Spiritus, reple tuorum corda fidelium: et tui amoris in eis ignem accende. La divina Liturgia del giorno di Pentecoste è un inno allo Spirito Santo, anzi: un canto d’amore della Chiesa all’Amore divino, che procede dal Padre e dal Figlio. Nel Graduale della Messa, a sottolineare la potenza di questa invocazione, abbiamo pronunciato queste parole in ginocchio: Vieni, Spirito Santo, riempi i cuori dei tuoi fedeli, e accendi in essi il fuoco del tuo amore. Un fuoco che illumina con la Fede le nostre menti e riscalda di Carità i nostri cuori.
Lo Spirito Santo – che è Spirito di Verità – agisce nel silenzio: il silenzio del nostro cuore che si lascia consigliare e ispirare; il silenzio del raccoglimento di questa chiesa, in cui la dignitosa compostezza della divina Liturgia si inchina all’azione del Paraclito invocato dai Ministri a benedire e santificare cose e persone; il silenzio di tante anime che nel mondo sembrano senza voce, sovrastate dallo strepito infernale delle schiere del Nemico, ma che fanno la volontà di Dio. E nel silenzio si compiono i più incredibili miracoli dello Spirito Santo, che ci elargisce con divina magnificenza i Suoi doni, che sono gratuiti, come gratuita è appunto la Grazia soprannaturale.
Imploriamo il Consolatore – dulcis hospes animæ, dolce ospite dell’anima – con le parole della splendida Sequenza di Pentecoste, perché sia per noi riposo nella fatica di affrontare i nostri quotidiani doveri, refrigerio nel torrido deserto di questo mondo ribelle, consolazione nelle lacrime che versiamo al vedere martoriata la Sua Sposa in terra. Possa il Paraclito purificare ogni sozzura di peccato, bagnare con la Grazia l’aridità di tante anime, curare le ferite del nostro cuore che sanguina per questa passio Ecclesiæ che pare senza fine. Pieghi alla volontà di Dio la durezza dei peccatori, alimenti con la fiamma della Carità l’apostolato dei Pastori, sostenga la Fede di tanti che vacillano dinanzi all’apparente trionfo del male.
Vieni, Santo Spirito e rinnova la faccia della terra, che il Padre ha creato, che il Figlio ha redento, che Tu santifichi per mezzo della Santa Chiesa. E così sia.
+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo28 Maggio 2023
Dominica Pentecostes
14 commenti:
La Pentecoste è la Festa della Chiesa.
Giusto riproporre, in occasione del 150° anniversario della morte di Alesandro Manzoni, il suo più celebre Inno Sacro, intitolato alla discesa dello Spirito Santo ma in sostanza ad essa dedicato.
Madre de’ Santi, immagine
Della città superna;
Del Sangue incorruttibile
Conservatrice eterna;
Tu che, da tanti secoli,
Soffri, combatti e preghi;
Che le tue tende spieghi
Dall’uno all’altro mar;1
Campo di quei che sperano;
Chiesa del Dio vivente;
Dov’eri mai? qual angolo
Ti raccogliea nascente,
Quando il tuo Re, dai perfidi
Tratto a morir sul colle,
Imporporò le zolle
Del suo sublime altar?2
E allor che dalle tenebre
La diva spoglia uscita,
Mise il potente anelito
Della seconda vita;
E quando, in man recandosi
Il prezzo del perdono,
Da questa polve al trono
Del Genitor salì;
Compagna del suo gemito,
Conscia de’ suoi misteri,
Tu, della sua vittoria
Figlia immortal, dov’eri?
In tuo terror sol vigile,
Sol nell’obblio secura,
Stavi in riposte mura,
Fino a quel sacro dì,
Quando su te lo Spirito
Rinnovator discese,
E l’inconsunta fiaccola
Nella tua destra accese;
Quando, segnal de’ popoli,
Ti collocò sul monte,
E ne’ tuoi labbri il fonte
Della parola aprì.
Come la luce rapida3
Piove di cosa in cosa,
E i color vari suscita
Dovunque si riposa;
Tal risonò moltiplice
La voce dello Spiro:
L’Arabo, il Parto, il Siro
In suo sermon l’udì.
Adorator degl’idoli,
Sparso per ogni lido,
Volgi lo sguardo a Solima,
Odi quel santo grido:
Stanca del vile ossequio,
La terra a LUI ritorni:
E voi che aprite i giorni
Di più felice età,
Spose, che desta il subito
Balzar del pondo ascoso;
Voi già vicine a sciogliere
Il grembo doloroso;
Alla bugiarda pronuba
Non sollevate il canto:
Cresce serbato al Santo
Quel che nel sen vi sta.
Perché, baciando i pargoli,
La schiava ancor sospira?
E il sen che nutre i liberi
Invidïando mira?
Non sa che al regno i miseri
Seco il Signor solleva?
Che a tutti i figli d’Eva
Nel suo dolor pensò?
Nova franchigia annunziano
I cieli, e genti nove;
Nove conquiste, e gloria
Vinta in più belle prove;
Nova, ai terrori immobile
E alle lusinghe infide,
Pace, che il mondo irride,
Ma che rapir non può.
O Spirto! supplichevoli
A’ tuoi solenni altari;
Soli per selve inospite;
Vaghi in deserti mari;
Dall’Ande algenti al Libano,
D’Erina all’Irta Haiti,
Sparsi per tutti i liti,
Uni per Te di cor,
Noi T’imploriam! Placabile
Spirto, discendi ancora,
A’ tuoi cultor propizio,
Propizio a chi T’ignora;
Scendi e ricrea; rianima
I cor nel dubbio estinti;
E sia divina ai vinti
Mercede il vincitor.
Discendi Amor; negli animi
L’ire superbe attuta:
Dona i pensier che il memore
Ultimo dì non muta;
I doni tuoi benefica
Nutra la tua virtude;
Siccome il sol che schiude
Dal pigro germe il fior;
Che lento poi sull’umili
Erbe morrà non colto,
Nè sorgerà coi fulgidi
Color del lembo sciolto,
Se fuso a lui nell’etere
Non tornerà quel mite
Lume, dator di vite,
E infaticato altor.
Noi T’imploriam! Ne’ languidi
Pensier dell’infelice
Scendi piacevol alito,
Aura consolatrice:
Scendi bufera ai tumidi
Pensier del violento:
Vi spira uno sgomento
Che insegni la pietà.
Per Te sollevi il povero4
Al ciel, ch’è suo, la ciglia,
Volga i lamenti in giubilo,
Pensando a Cui somiglia:
Cui fu donato in copia,
Doni con volto amico,
Con quel tacer pudico,
Che accetto il don ti fa.
Spira de’ nostri bamboli
Nell’ineffabil riso;
Spargi la casta porpora
Alle donzelle in viso;
Manda alle ascose vergini
Le pure gioie ascose;
Consacra delle spose
Il verecondo amor.
Tempra de’ baldi giovani
Il confidente ingegno;
Reggi il viril proposito
Ad infallibil segno;
Adorna le canizie
Di liete voglie sante;
Brilla nel guardo errante
Di chi sperando muor.
Note
Et dominabitur a mari usque ad mare. Ps. LXXI, 8.
Altare de terra facietis mihi. Exod. XX, 24.
Non potest civitas abscondi supra montem posita.
Beati pauperes, quia vestrum est regnum Dei. Luc. VI, 20.
Dal sito della FSSPX leggo un interessante articolo: in Francia è stato pubblicato un libro che fa rumore, in quanto è la testimonianza di un alto massone pentito, che svela il potere di condizionamento e di controllo della società francese da parte di Logge e Fratellanze. Ovviamente, il discorso vale non solo, purtroppo, per la Francia, ma per gran parte dell'Occidente (a partire dagli USA).
Nulla di nuovo, se non la conferma della metastasi massonica diffusa a tutti i livelli, ormai, Chiesa compresa.
Gz
Sia lodato Gesu' Cristo!
Ecco gli orari per questa settimana all'IBP Casa S.Clemente:
Lunedì 29, S.Messa alle7h, alle 12h ed alle 18h (la Messa della sera e' seguita dall'Ufficio del mese di Maggio).
Martedì30, S.Messa alle 12h ed alle 18h (la Messa della sera e' seguita dall'Ufficio del mese di Maggio).
Mercoledì 31, S.Messa alle 12h ed alle 18h (la Messa della sera e' seguita dall'Ufficio del mese di Maria).
Giovedì 01 Giugno, S.Messa alle 12h ed alle 17h30 fino alle 18h30 Ora Santa di Adorazione con Benedizione Eucaristica e seguita dalla S.Messa.
Venerdì 2 Giugno (primo Venerdì del mese),S.Messa alle 7h, alle 12h ed alle 18h (la Messa della sera e' seguita dalle Litanie del Sacro Cuore e dalla Benedizione con la Sacra Pisside).
Sabato 3 Giugno, S.Messa alle 7h, alle 12h ed alle 18h.
Istituto del Buon Pastore - Casa San Clemente
Indirizzo: Via delle Fornaci, 203, 00165 Roma
2°piano
S. Messa solenne di #Pentecoste per il #PellegrinaggioaChartres #NDC2023
«Il nostro attaccamento alla messa di sempre e alla dottrina immutabile della Chiesa è TOTALE ed è RADICALE perché è il miglior servizio, il più grande segno di AMORE che possiamo rendere al mondo e alla Chiesa! »
Da l'homélie de la messe de la Pentecôte prononcée par l'Abbé Raffray, prêtre de l'Institut du Bon Pasteur.
https://blog.messainlatino.it/2023/05/s-messa-solenne-di-pentecoste-per-il.html
Il Vescovo di Chartres, mons. Christory, marcia coi pellegrini #NDC2023
Un bell’esempio di sollecitudine pastorale: S.E.R. Mons Philippe Christroy (nomen omen), vescovo della diocesi Chartres, marcia (vestito da vescovo) assieme ad un gruppo di pellegrini che marciano verso la “sua” cattedrale per il Pellegrinaggio a Chartres.
Foto Juventus Traditionis
Grazie Eccellenza!
https://blog.messainlatino.it/2023/05/il-vescovo-di-chartres-mons-christory.html
Veni, Veni, Rosas! - La tradizione annuale della Pentecoste al Pantheon di Roma, tornata dopo una pausa imposta da una pandemia, ha fatto piovere rose sullo Spirito Santo, mentre si cantava solennemente il Veni Creator Spiritus.
https://gloria.tv/post/ih1ntsvJZZz43KYwErFSMQj1T
Il Vescovo di Chartres marcia con i pellegrini ‘tradì’.
Bisogna essere 16.000 per essere presi in considerazione?
Credo in Spíritum Sanctum, Dominum et vivificántem, qui ex Patre Filióque procédit, qui cum Patre et
Fílio simul adorátur et conglorificátur, qui locútus est per prophétas.
Et unam sanctam cathólicam et apostólicam Ecclésiam.
Da quando la Messa nel rito antico ha conosciuto nuove restrizioni, i partecipanti al pellegrinaggio sono aumentati a dismisura. Effetto Traditionis Custodes? Forse. In ogni caso dovrebbe essere l’ “effetto Gamaliele” a far riflettere le autorità ecclesiastiche e farle ritornare sui propri passi; per non ritrovarsi a combattere contro Dio.
Anime sbandate. Poveri giovani che pensano di trovare Dio nello sbrillucccichio dei ricami.
L'anima veramente sbandata è di chi non riesce a capire un tubo di cosa c'è al di là dei ricami, dei sublimi simboli, della sacralità, del contesto solenne e denso di insegnamenti spirituali profondi...
Non si tratta di ricami. Si tratta di testi, innanzitutto.
Leggere il testo della Messa Antica in parallelo con quello della Messa fatta fare da Paolo VI, l'eversore della liturgia cattolica.
Si vedrà subito la abissale differenza.
IL fatto è che questi modernisti che ci sbeffeggiano sono in primo luogo degli ignoranti all'ennesima potenza.
Il giorno della vostra morte quest'ignoranza colpevole vi verrà messa in conto, non dubitate. E vi accorgerete che macigno sarà.
Ma sarà troppo tardi per rimediare.
T.
@31 maggio, 2023 08:07
C'e' chi si ferma sulla soglia e c'e' chi va oltre..
C'e' chi si mette i pantaloni sdruciti detti "finto povero" ..e chi , no.
Corso di consacrazione 2023 - 14° catechesi-
31 maggio 2023 - 0re 20,30
Radio Buon Consiglio
https://www.youtube.com/watch?v=6L1rWACTtX8
Padre Settimio Maria Manelli
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