Il commento della FSSPX sulla Laudate Deum. Precedenti qui - qui - qui. Qui l'indice degli articoli sul clericalismo politicante di Bergoglio.
L’esortazione “Laudate Deum”:
è "Laudato si’" ma in peggio
L’enciclica Laudato si’
La constatazione di un fallimento universale
Il testo rileva "fallimento dei Vertici mondiali": il Papa conclude che l'attuale sistema politico è obsoleto, a causa del predominio della dimensione economica su quella politica. Il Papa prende di mira l’avidità, la distorsione dell’economia, così come il consumismo.
L'enciclica punta sulla tecnologia come nuovo idolo: il Papa riprenderà spesso questo tema. Parla di "globalizzazione del paradigma tecnocratico". Il Papa ne vede le cause nell'antropocentrismo, che antepone la tecnologia alla realtà, e nello scetticismo, che abolisce la verità.
Una critica orientata da una certa visione del mondo
Il punto di vista dell'enciclica resta puramente naturale: l'analisi è di ispirazione socio-ecologica; si accontenta di constatare l'avidità degli uomini, ma dimentica di darne il motivo, che è di ordine teologico: le ferite del peccato originale, soprattutto il desiderio smodato di ricchezze.
Il testo getta l’ombra della teologia della liberazione in chiave ecologica, cadendo più o meno nell’errore che intende criticare: lo scientismo verde diventa il pensiero dominante. Infine, manca la causa teologica: non menzionare Cristo significa rimanere al livello del relativismo.
Il concetto di ecologia secondo Francesco
La concezione papale dell'ecologia abbraccia ciò che la filosofia caratterizza come scienze pratiche, tecniche di azione, dominio della morale; è quindi un tentativo di sintesi delle scienze umane: politica, cultura, sociologia, economia, finanza, ecologia.
Ciò fa venire in mente la sintesi di Auguste Comte (1798-1857), fondatore del positivismo, che vedeva nella sociologia il coronamento di tutta la conoscenza umana. Allo stesso modo, per Francesco, si tratterebbe di un’ecologia integrale, che costituirebbe il coronamento di tutte le scienze sociali.
Il disastro ecologico e le sue cause
La denuncia del "grande deterioramento della nostra casa comune" occupa gran parte dell’enciclica. Elenca gli attacchi all'ecologia e ne dettaglia le cause: dopo un "manuale ecologista", la causa politica viene trovata nell'opposizione Nord/Sud. Le cause ultime risiedono nella globalizzazione del paradigma tecnocratico, nell’egemonia dell’economia e nell’antropocentrismo.
Rimedi per la situazione attuale
Il Papa raccomanda la costituzione di una "vera Autorità politica mondiale", sull'esempio di Giovanni XXIII e Benedetto XVI. Richiede anche profondi cambiamenti sociali per educare al rispetto dell’ecologia, così come cambiamenti individuali, il cui modello è la Carta della Terra, un testo desolante e pieno di parole vuote.
L’utopia ecologica di papa Francesco
L’insegnamento pontificio ha tutte le caratteristiche di una vasta utopia "ecologica". Utopia per l’urgenza con cui viene proclamata, per l’universalità mostrata: si tratta di rivedere integralmente tutti i processi politici, economici e tecnologici, ma anche antropologici, educativi, filosofici e spirituali! Un vero reset…
La ragione profonda per cui il Papa insegue un’utopia riguarda la sua visione del futuro è la pretesa di realizzare un mondo giusto "per domani", che si basa su un’illusione di ispirazione liberale e massonica, di tipo "socialista". È un rifiuto della regalità di Cristo e della sua grazia, implicita o concettualizzata.
Un’utopia millenaria e pelagiana
Va ricordato che Nostro Signore Gesù Cristo non ha mai presentato il suo regno come la restaurazione della beatitudine edenica – che evoca il paradiso terrestre, il Giardino dell’Eden. Questa visione è contraria al Vangelo e presuppone una sorta di millenarismo.
Sul piano personale, la partecipazione al bene comune si presenta come un atto di carità e una "esperienza spirituale". C'è bisogno di progresso individuale, di virtù personali e sociali che suonano come un ritorno alla giustizia originaria.
Questa è infatti l'utopia più grave: un pelagianesimo distinto e inestirpabile. La "conversione" generale a cui aspira Francesco è concepita senza l’aiuto di Dio. Come immaginare una "civiltà dell'amore", una "fratellanza universale" o una "nuova sintesi" senza grazia? È dimenticare e disprezzare la Regalità universale di Cristo, la sola capace di risanare l'uomo ferito.
*Pelagianesimo: dottrina del monaco Pelagio (350-420), che affermava la possibilità di seguire la legge divina senza l'aiuto della grazia. Fu osteggiato da sant'Agostino e condannato da papa Zosimo.
L'esortazione Laudate Deum Questo nuovo testo si concentra quasi esclusivamente sulla crisi climatica, come annuncia il sottotitolo. Ma questa preoccupazione si trasforma in ossessione: è un vero e proprio "corso di climatologia" dove si parla di temperatura, cambiamenti climatici, difesa feroce della causa del riscaldamento globale e accuse contro chi lo nega…
La causa di questo cambiamento è antropica – di origine umana -, afferma Francesco. Si discute poi a lungo sui gas serra, con una nuova accusa contro i contestatori. Poi vengono i danni ai ghiacciai, alle banchise, alle correnti oceaniche... ed eccoci quasi a un terzo del documento.
Il punto successivo affronta la questione del "paradigma tecnocratico" e la necessità di ripensare il potere umano e i suoi limiti. Il che porta a constatare la debolezza della politica internazionale e la necessità di avviare "una nuova procedura per il processo decisionale e per la legittimazione di tali decisioni", perché quanto già messo in atto è insufficiente.
Il Papa passa poi alle Conferenze sul Clima (COP), ai loro successi parziali e ai loro fallimenti. Va notato che "gli accordi hanno avuto un basso livello di attuazione perché non si sono stabiliti adeguati meccanismi di controllo, di verifica periodica e di sanzione delle inadempienze". Per questo Francesco si rivolge alla COP 28 di Dubai, rimanendo però piuttosto scettico sul risultato.
Il documento si conclude con "motivazioni spirituali" molto povere. Francesco insiste infine soprattutto sulla necessità di camminare insieme e sul cambiamento culturale da promuovere che deve consentire un nuovo atteggiamento globale.
Questo testo ripete palesemente le carenze della Laudato si’. E innanzitutto un insegnamento fuori dall'ambito del magistero: il clima non fa realmente parte del corpus della Rivelazione divina. Quindi, il fatto di estendersi in questo modo in un ambito in cui si ha solo la competenza di chi ha fornito aiuto, è miserevole e avrà ben poco impatto.
Infine e soprattutto, se il Papa vuole salvare il pianeta, deve cominciare predicando Gesù Cristo che è l'unica soluzione: la virtù, in particolare la giustizia e la prudenza, appartengono a Colui che è la Via, la Verità e la Vita. Senza questa grazia divina che ci salva per l'eternità e che ci guida quaggiù, c'è poco o niente da fare. Siamo ancora immersi nello stesso pelagianesimo impotente. (Fonte: Vatican.va – FSSPX.Actualités)
Annunciando la sua futura esortazione apostolica, pubblicata il 4 ottobre 2023, nella festa di San Francesco d'Assisi, Papa Francesco l'ha definita "una seconda parte della Laudato si’ per un aggiornamento sui problemi attuali". Per giudicare questo nuovo testo sull’ecologia dobbiamo ritornare alla Laudato si’ di cui è il seguito.
L’enciclica Laudato si’
La constatazione di un fallimento universale
Il testo rileva "fallimento dei Vertici mondiali": il Papa conclude che l'attuale sistema politico è obsoleto, a causa del predominio della dimensione economica su quella politica. Il Papa prende di mira l’avidità, la distorsione dell’economia, così come il consumismo.
L'enciclica punta sulla tecnologia come nuovo idolo: il Papa riprenderà spesso questo tema. Parla di "globalizzazione del paradigma tecnocratico". Il Papa ne vede le cause nell'antropocentrismo, che antepone la tecnologia alla realtà, e nello scetticismo, che abolisce la verità.
Una critica orientata da una certa visione del mondo
Il punto di vista dell'enciclica resta puramente naturale: l'analisi è di ispirazione socio-ecologica; si accontenta di constatare l'avidità degli uomini, ma dimentica di darne il motivo, che è di ordine teologico: le ferite del peccato originale, soprattutto il desiderio smodato di ricchezze.
Il testo getta l’ombra della teologia della liberazione in chiave ecologica, cadendo più o meno nell’errore che intende criticare: lo scientismo verde diventa il pensiero dominante. Infine, manca la causa teologica: non menzionare Cristo significa rimanere al livello del relativismo.
Il concetto di ecologia secondo Francesco
La concezione papale dell'ecologia abbraccia ciò che la filosofia caratterizza come scienze pratiche, tecniche di azione, dominio della morale; è quindi un tentativo di sintesi delle scienze umane: politica, cultura, sociologia, economia, finanza, ecologia.
Ciò fa venire in mente la sintesi di Auguste Comte (1798-1857), fondatore del positivismo, che vedeva nella sociologia il coronamento di tutta la conoscenza umana. Allo stesso modo, per Francesco, si tratterebbe di un’ecologia integrale, che costituirebbe il coronamento di tutte le scienze sociali.
Il disastro ecologico e le sue cause
La denuncia del "grande deterioramento della nostra casa comune" occupa gran parte dell’enciclica. Elenca gli attacchi all'ecologia e ne dettaglia le cause: dopo un "manuale ecologista", la causa politica viene trovata nell'opposizione Nord/Sud. Le cause ultime risiedono nella globalizzazione del paradigma tecnocratico, nell’egemonia dell’economia e nell’antropocentrismo.
Rimedi per la situazione attuale
Il Papa raccomanda la costituzione di una "vera Autorità politica mondiale", sull'esempio di Giovanni XXIII e Benedetto XVI. Richiede anche profondi cambiamenti sociali per educare al rispetto dell’ecologia, così come cambiamenti individuali, il cui modello è la Carta della Terra, un testo desolante e pieno di parole vuote.
L’utopia ecologica di papa Francesco
L’insegnamento pontificio ha tutte le caratteristiche di una vasta utopia "ecologica". Utopia per l’urgenza con cui viene proclamata, per l’universalità mostrata: si tratta di rivedere integralmente tutti i processi politici, economici e tecnologici, ma anche antropologici, educativi, filosofici e spirituali! Un vero reset…
La ragione profonda per cui il Papa insegue un’utopia riguarda la sua visione del futuro è la pretesa di realizzare un mondo giusto "per domani", che si basa su un’illusione di ispirazione liberale e massonica, di tipo "socialista". È un rifiuto della regalità di Cristo e della sua grazia, implicita o concettualizzata.
Un’utopia millenaria e pelagiana
Va ricordato che Nostro Signore Gesù Cristo non ha mai presentato il suo regno come la restaurazione della beatitudine edenica – che evoca il paradiso terrestre, il Giardino dell’Eden. Questa visione è contraria al Vangelo e presuppone una sorta di millenarismo.
Sul piano personale, la partecipazione al bene comune si presenta come un atto di carità e una "esperienza spirituale". C'è bisogno di progresso individuale, di virtù personali e sociali che suonano come un ritorno alla giustizia originaria.
Questa è infatti l'utopia più grave: un pelagianesimo distinto e inestirpabile. La "conversione" generale a cui aspira Francesco è concepita senza l’aiuto di Dio. Come immaginare una "civiltà dell'amore", una "fratellanza universale" o una "nuova sintesi" senza grazia? È dimenticare e disprezzare la Regalità universale di Cristo, la sola capace di risanare l'uomo ferito.
*Pelagianesimo: dottrina del monaco Pelagio (350-420), che affermava la possibilità di seguire la legge divina senza l'aiuto della grazia. Fu osteggiato da sant'Agostino e condannato da papa Zosimo.
L'esortazione Laudate Deum Questo nuovo testo si concentra quasi esclusivamente sulla crisi climatica, come annuncia il sottotitolo. Ma questa preoccupazione si trasforma in ossessione: è un vero e proprio "corso di climatologia" dove si parla di temperatura, cambiamenti climatici, difesa feroce della causa del riscaldamento globale e accuse contro chi lo nega…
La causa di questo cambiamento è antropica – di origine umana -, afferma Francesco. Si discute poi a lungo sui gas serra, con una nuova accusa contro i contestatori. Poi vengono i danni ai ghiacciai, alle banchise, alle correnti oceaniche... ed eccoci quasi a un terzo del documento.
Il punto successivo affronta la questione del "paradigma tecnocratico" e la necessità di ripensare il potere umano e i suoi limiti. Il che porta a constatare la debolezza della politica internazionale e la necessità di avviare "una nuova procedura per il processo decisionale e per la legittimazione di tali decisioni", perché quanto già messo in atto è insufficiente.
Il Papa passa poi alle Conferenze sul Clima (COP), ai loro successi parziali e ai loro fallimenti. Va notato che "gli accordi hanno avuto un basso livello di attuazione perché non si sono stabiliti adeguati meccanismi di controllo, di verifica periodica e di sanzione delle inadempienze". Per questo Francesco si rivolge alla COP 28 di Dubai, rimanendo però piuttosto scettico sul risultato.
Il documento si conclude con "motivazioni spirituali" molto povere. Francesco insiste infine soprattutto sulla necessità di camminare insieme e sul cambiamento culturale da promuovere che deve consentire un nuovo atteggiamento globale.
Questo testo ripete palesemente le carenze della Laudato si’. E innanzitutto un insegnamento fuori dall'ambito del magistero: il clima non fa realmente parte del corpus della Rivelazione divina. Quindi, il fatto di estendersi in questo modo in un ambito in cui si ha solo la competenza di chi ha fornito aiuto, è miserevole e avrà ben poco impatto.
Infine e soprattutto, se il Papa vuole salvare il pianeta, deve cominciare predicando Gesù Cristo che è l'unica soluzione: la virtù, in particolare la giustizia e la prudenza, appartengono a Colui che è la Via, la Verità e la Vita. Senza questa grazia divina che ci salva per l'eternità e che ci guida quaggiù, c'è poco o niente da fare. Siamo ancora immersi nello stesso pelagianesimo impotente. (Fonte: Vatican.va – FSSPX.Actualités)
11 commenti:
Il Papa raccomanda la costituzione di una "vera Autorità politica mondiale", sull'esempio di Giovanni XXIII e Benedetto XVI
Benedetto XVI col suo magistero ha sempre contrastato le derive del governo unico mondiale,
mettendo in guardia già da cardinale su ONU ed enti sovranazionali.
Si veda ad es. l'introduzione a "Nuovo Disordine Mondiale" del compianto Michel Schooyans (1997)
"Sin dagli inizi dell’Illuminismo, la fede nel progresso ha sempre messo da parte l’escatologia cristiana, finendo di fatto per sostituirla completamente" (J.Ratzinger)
# e lui, Benedetto XVI, che cosa ha fatto per ristabilire l'insegnamento dell'escatologia cristiana, visto che anche lui, come gli altri papi conciliari e in particolare GP II, ha oscurato la dottrina del peccato originale e dei Novissimi? e anzi, nella Spe Salvi ha mostrato di accettare la dottrina ereticale di de Lubac sulla "salvezza comune", un modo per introdurre l'errore della "salvezza garantita a tutti già dall'Incarnazione, con la quale il Cristo si sarebbe unito ad ogni uomo"?
T.
FT ma sino ad un certo punto,
visto che si sta parlando delle esternazioni di papa Francesco.
Quando consacrò la Russia e l'Ucraina alla Madonna, poco dopo l'inizio della guerra in Ucraina, lo fece anche in nome della pace nel mondo.
Ebbene, non solo la guerra in Ucraina continua, ma si sta aprendo un altro fronte in Medio Oriente, protagonisti Hamas ed Israele, un nuovo conflitto dalle gravi incognite.
Allora, che valore dobbiamo dare alla consacrazione fatta da Bergoglio, che non ha rispettato alla lettera le istruzioni della veggente di Fatima? Infatti, doveva coinvolgere la sola Russia, per la sua conversione al cattolicesimo. Ma questo papa rinnega le conversioni, peraltro nello spirito del Concilio.
Incidentalmente, la guerra in Ucraina era sparita dai titoli, dopo che la tanto vantata offensiva ucraina sembra essersi impantanata. Ma vi sta ritornando ora. L'Agenzia Reuters di oggi riporta l'opinione di un generale ucraino secondo la quale i combattimenti nel Nord-Est "stanno peggiorando sensibilmente" per l'esercito ucraino.
Ciò significa che i russi sono all'offensiva in quel settore e stanno di nuovo avanzando verso Kharkiv o Kharkov?
Forse i russi stanno cerdando di conseguire un successo importante prima del fango autunnale, che da quelle parti blocca tutto.
Intanto, mentre Biden dà l'impressione di essere sempre più senile (sentirlo parlare fa impressione), il governo americano è paralizzato dalla mancanza del presidente della Camera (Speaker of the House of Representatives). In Ucraina pertanto non arriva più un quattrino.
Perdurando la paralisi, i cinesi ne approfitteranno per aprire il terzo fronte, attaccando Taiwan? Se poi entro il 15 novembre prossimo si dovesse arrivare allo "shutdown", alla chiusura dell'amministrazione pubblica usa a causa della mancata approvazione del bilancio, allora gli Usa non potrebbero nemmeno muovere le loro forze armate.
Non c'è da rallegrarsi di tutto questo. Ci vorrebbero politici e papi capaci di impostare una soluzione razionale dei problemi, ma non si vedono.
Miles
Invece c'è da rallegrarsi, per quanto possibile (purtroppo poco): patiremo (come si dice in Toscana) "come rospi in un fiasco", ma l'Impero americano, con le sue guerre per procura, le sue intromissioni nella politica di altri stati, il suo neocolonialismo poco mascherato ed i suoi omicidi politici (vedi Enrico Mattei) sta arrivando al capolinea. Per noi sul medio termine saranno dolori (gli imperi, quando sono al termine del loro ciclo vitale, diventano sempre più crudeli e guerrafondai per riversare all'esterno i loro problemi interni, e questo vale ancora di più per una nazione fondata sul vile affarismo), dato che siamo invischiati a triplo filo (con la NATO, l'UE e il FMI, tutte proprietà USA, tralasciando l'armistizio) con gli USA, ma alla fine ne verremo fuori.
https://www.totalitarismo.blog/israele-e-apocalisse-opzione-sansone-terzo-tempio-roma-e-gerusalemme-la-guerra-tribale/
# Ma alla fine ne verremo fuori...
Un atto di fede più che un ragionamento basato sui fatti. Non si vede, infatti, con quali forze saremmo capaci di "venirne fuori", visto che nessuno vuole fare i sacrifici (economici) necessari per ridurre la nostra dipendenza dalla finanza internazionale.
Se crolla l'impero americano (che è in crisi ma non è ancora crollato) verrà sostituito da quello russo. Una prospettiva poco allegra, anche se nella Russia attuale certe aberrazioni occidentali non trovano posto (ma l'aborto è sempre legale e l'arcobaleno è contenuto ma non eliminato). E la valanga mussulmana, chi la ferma?
Gli americani, no, l'hanno dimostrato già con Obama, accusato di esser stato in gioventù un adepto dell'islam radicale (oltre che frequentatore, pare, di ambienti dediti a certi vizi - fonte LSNews, su un libro recente - in effetti è stato molto progay).
A causa di questa maledetta guerra, la Russia si è alleata agli islamici e sempre più ai vecchi compagni comunisti.
Abbiamo poi in casa quello che è diventato un tumore in piena metastasi, il VAticano, una Gerarchia cattolica che più corrotta e opaca non potrebbe essere, incitante a squarciagola all'invasione dell'Italia. (Viene in mente la vicenda della moschea di Roma con annesso Centro islamico, il più grande d'Europa: la burocrazia romana la tirava in lungo (forse apposta) e chi intervenne fermamente e pubblicamente per accelerare i lavori in nome del rispetto della libertà religiosa stabilita dal Concilio: Giovanni Paolo II, impropriamente elevato agli Altari).
Bisogna sperare che le forze sane della politica e della società americana, che pur ci sono, riescano in qualche modo a prevalere, anche se sarà molto difficile. La politica del tanto peggio tanto meglio non è mai stata una buona politica.
Non vogliamo che l'Ucraina di Zelensky vinca ma nemmeno che la Russia arrivi sino al valico di Lubiana, tanto per capirci.
M
Bene visto quanto detto i tempi sono maturi. È inutile a dire e se avesse consacrato solo la Russia. La salvezza non dipende da ciò che l'uomo fa fosse anche il papa
Ho l impressione che come popolo, pur avendo scimmiottato questo e quello, imborghesiti ed acculturati, nei fatti restiamo vinti come sempre. Non so perché.
# La nostra salvezza personale (e la salvezza o la dannazione sono sempre personali poiché Dio ci ha lasciato l'uso del libero arbitrio, per quanto molestato dalle conseguenze del peccato originale) non dipende da quello che fa o non fa il papa.
Però il caso della consacrazione della Russia a Maria S.ma affinché si converta al cattolicesimo è a parte. Rientra negli interventi straordinari della S.ma Trinità direttamente nelle vicende umane, con istruzioni di origine soprannaturale che devono esser eseguite alla lettera.
Come quando il profeta Eliseo disse all'ambasciatore della Regina di Saba afflitto dalla lebbra e pagano di immergersi 7 volte nelle acque del fiume se voleva esserne guarito: l'ambasciatore sdegnato non voleva (ma come, basterebbe questo per esser guariti!) ma lo schiavo suo segretario lo convinse. Così lui si immerse 7 volte, non 6 o 8, e fu guarito di colpo. Citazione a memoria.
Idem per la Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria affinché si converta al Cattolicesimo. I papi non l'hanno mai voluta fare nel modo richiesto, ci hanno sempre aggiunto o tolto qualcosa.
E la Russia non si converte. Si tratta di un atto singolo, richiesto dalla Madonna in persona, che deve esser fatto in quell'unico modo richiesto per raggiungere il suo scopo.
Bergoglio non crede nella conversione al cattlicesimo, l'ha detto e ripetuto. Quindi, la sua "consacrazione" che risultati può dare? Finora zero, assolutamente. Anzi, la situazione si sta deteriorando progressivamente.
T.
L'ecologismo è una delle tante trovate del socialismo massonico e mondialista. È stato dimostrato ampiamente da Von Misedls ed altri che il socialismo non può essere implementato se non in un clima coercitivo e quindi porta alla dittatura di una elite illuminata. Evidentemente il Papa è fuori binario come lo è stato in occasione del vaccino anticovid. Ormai il Papa si dedica di più a interpretare i segni del clima che i segni dei tempi. Ha cambiato mestiere
Per caso mi sono imbattuta in frammenti del diario della Beata Elisabetta Canori Mora che e' sepolta nella Chiesa di San Carlino a Via delle Quattro Fontane,la cui memoria liturgica si celebra il 5 febbraio . In sintesi, da quel che ho potuto leggere Nostro Signore le chiede di offrirsi come vittima di riparazione:
OFFERTA RIPARATRICE
Il 24 gennaio 1819 Elisabetta comprese in rivelazione che Dio la voleva vittima «per la gloria sua, per vantaggio della santa Chiesa cattolica, per sostenere il Sommo Pontefice e la santa Chiesa, e per vantaggio dei poveri peccatori.» (Diario 44.2)etc.etc. ....
Titolo dei diari :
La mia vita nel Cuore della Trinita'
Libreria Editrice Vaticana
LA NAVE DELLA CHIESA
Il 10 gennaio 1824, Elisabetta supplica Dio di porre fine a tutti i mali della Chiesa e chiede di conoscere quando avverrà il tempo di questo Trionfo sui nemici della Chiesa.
Con l’elezione a Papa di Leone XII (28 settembre 1823), Elisabetta pensò che la nuova era della Chiesa potesse iniziare allora. Ma Gesù le mostrò che non sarebbe bastato cambiare solo il «pilota», ma anche l’intero l’equipaggio della nave della Chiesa («i naviganti») avrebbe dovuto essere rinnovato.
La riforma della Chiesa e la restaurazione di tutte le cose non avrebbero avuto luogo – Egli disse – fino a quando il mondo intero e tutto il popolo non avessero sofferto rivoluzioni e un generale sconvolgimento.
Allora Elisabetta scongiurò il Signore di fare «una nuova nave», ma così si sentì rispondere:
«Figlia, prima di costruire questa nave, si devono recidere cinque alberi che sono in terra sopra le loro radici».
Dio le fece capire che questi cinque alberi enigmatici simboleggiavano «le cinque eresie che infettano il mondo in questi nostri tempi» (Diario 73.12).
Le cinque eresie a cui si fa riferimento sono identificate con le «false massime della filosofia dei nostri tempi» (Diario 74.1). Queste false massime avevano originato i movimenti rivoluzionari del suo tempo, ispirati allo spirito e alle dottrine della Rivoluzione francese. Tali massime guidarono la congiura che sovvertì la Chiesa e l’ordine sociopolitico fino ad oggi.
Qui c’è una chiara connessione con il messaggio di Fatima. Infatti, gli errori della Russia, predetti a Fatima un secolo dopo (1917), sono la derivazione di quelle cinque eresie annunciate, perché, come osserva Elisabetta: «…questi cinque alberi con le loro radici alimentavano e producevano un foltissimo bosco di milioni di piante sterili e selvatiche» (Diario 73.12), ovvero, quei cinque errori (false massime) generavano una moltitudine di altri errori per filiazione.
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