Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 16 agosto 2024

“C’è più vita nel latino che nel web”

Qui l'indice degli articoli sul latino, Lingua classica, sacra e vincolo di unità tra popoli e culture.
“C’è più vita nel latino che nel web”. 
La lettera del latinista indirizzata ai ragazzi

Ivano Dionigi, Presidente della Pontificia accademia di latinità ed ex Rettore dell’Università di Bologna, ha scritto qualche anno fa una lettera in cui si rivolge agli studenti invitandoli a studiare il latino.
La lettera, riporta Il Corriere della Sera, è stata ripresa dall‘USR Emilia Romagna e inviata agli studenti nei giorni scorsi.
“Vorrei farti capire i vantaggi che questa lingua di offre – scrive il prof Dionigi – la dote che ti porta e l’eredità che ti lascia. Il latino ti insegna l’importanza della parola“.
“Noi oggi parliamo male e abbiamo bisogno di ecologia linguistica – prosegue il latinista -. Simili agli abitanti di Babele, rischiamo di non capirci più; vittime di una comunicazione frettolosa, malata e talvolta anche violenta, smarriamo il vero significato delle parole”.
“In un momento in cui sempre più marcata si fa l’attenzione sull’io a scapito del noi – prosegue Dionigi – gioverà la lezione di una lingua e cultura che metteva al centro l’uomo come cittadino ( civis ), che sapeva distinguere e coniugare la città architettonica dei muri e delle mura ( urbs ) con la città della convivenza civile e politica (civitas), che ha elaborato e trasmesso i codici sociali ed etici del bene pubblico (res publica).
E ancora: “Pensiamo anche a parole-chiave quali humanitas, pietas, religio, significati e valori che vanno al di là dei nostri «umanità», «pietà», «religione». Il latino ti insegna la dimensione del tempo. Lingua madre delle lingue neolatine dal Mar Nero all’Atlantico e per oltre venti secoli lingua europea della politica e dell’Impero (Imperium), della religione e della Chiesa (Ecclesia), della cultura e della scienza (Studium), il latino ci mette in relazione con la storia; e ci dice che la cultura, come la vita, è un patrimonio comune e perenne che varca l’oggi e appartiene non solo a noi ma anche ai trapassati e ai nascituri. Poi l’esperto “sferra il colpo”, mettendo in risalto la dinamica del web: “Forse questa è l’eredità più preziosa, perché oggi tu — connesso con l’immensa Rete del mondo (www) — rischi di sperimentare solo la dimensione spaziale e di rimanere schiacciato dall’eterno presente: senza cognizione del tempo, l’unica dimensione che ci consente di conoscerci e di progettare. La lingua e cultura latina ci apre il tempio del tempo e ci fa entrare in quello che sant’Agostino chiamava il palazzo della memoria”.
Per tale motivo, Dionigi, rivolgendosi agli studenti, dice a proposito del latino: “incontrerai scrittori che parleranno a te e di te, perché interpretano le contraddittorie ragioni del cuore: entusiasmi e delusioni, vittorie e sconfitte, gioie e sofferenze. Che lo studio del latino ti appassioni e ti arricchisca; e che tu in questi cinque anni possa condividere con i tuoi amici e professori la bellezza stupenda e tremenda di quella cosa che chiamiamo vita”. Fonte

3 commenti:

Anonimo ha detto...

La prima terapia che il latino può offrire  è che costringe ad articolare chiaramente fino all'ultimo suono delle desinenze per poter essere inteso correttamente. La velocità moderna con cui si parla stragnola parola e pensiero in suoni informi difficili da comprendere anche per un italiano madrelingua. Non è  un caso che gli anglofoni, arrivati prima nel turbine vitale della modernità  dove anche le parole correndo si accavallano in suoni sempre cangianti, abbiano conservato non pochi vocaboli latini, solo mutando un poco le desinenze, per tutta una serie di concetti che forse sono quelli più seri, direi. Oggi il latino può essere la terapia giusta per tutte le lingue madri che sono facilmente consumate dalla velocità  impressa dalla modernità tecnica che tende a velocizzare ogni linguaggio nativo. Latino e greco sono le radici del nostro pensare e del nostro parlare, con essi si è espressa la nostra cultura della quale ancora viviamo,  anche se quotidianamente siamo minacciati da tutte le false scorciatoie della tecnica supersonica che ci taglia le parole in bocca.
m.a.

Don Alberto Secci ha detto...

Gli uomini hanno inventato questo termine “VACANZA”. Ma che vuol dire? Vacanza da che cosa? Non c’è vacanza. C’è il vivere intensamente tutto, il lavoro e il riposo, la gioia e il dolore, la preghiera e l’azione, tutto con Dio.

Se la tua vita ha un peso, il momento libero lo vivi pienamente. Se non ha un peso, non vivi.

Perché durante l’anno altri han deciso che orari devi fare, adesso sei tu e se non sai perché devi alzarti, non ti alzi.

È il periodo più pericoloso dell’anno, ma grazie a Dio c’è la festa dell’Assunta!

Omelia completa: https://youtu.be/V4EPBNmSaqA?si=KKm-a40JKDrqOBPP

Anonimo ha detto...

Continuando la lettura de Il Reno si getta nel Tevere, si ha l'impressione di trovarsi  davanti a qualcosa molto umano e poco spirituale. L'autorità inoltre prona davanti alla organizzazione nordica. Fin qui per me non è  un buon esempio.
m.a.