Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 5 agosto 2024

W Djokovic!

Dio, Patria e Famiglia nel tempio della laïcité che in quel contesto (e non solo) ha fatto di tutto per negarli. Questo è quel che ci ha mostrato ieri Djokovic, nel momento del suo impegno e del suo trionfo. Ieri a Parigi, terra di perversione e di indottrinamento sulfureo, hanno vinto l'autenticità, la fede, i sani principi, il rispetto per il proprio corpo e l'amor di Patria vittima dell'imperialismo occidentale. Ha vinto un uomo che si è sottratto al ricatto sanitario e ha pagato per essere rimasto fedele alle sue scelte. Ha vinto l'essere nel mondo ma non del mondo (Vangelo di Giovanni 15, 18-21). Di seguito la segnalazione di un lettore.

W Djokovic!

Novak Djokovic è diventato leggenda: nella sua carriera di tennista ha vinto tutto, ora anche l'oro alle Olimpiadi di Parigi.
Djokovic ha 37 anni: la prima volta che è diventato numero uno al mondo ne aveva 24. A 14 anni ha visto finire la guerra nella sua Serbia. Lui voleva già diventare il migliore del mondo. "Ma la guerra mi ha cambiato", racconta. "Mi ha insegnato a non arrendermi mai: nella mente ho ancora impresse le esplosioni delle bombe su Belgrado".
La filosofia di vita di Djokovic ha formato la sua persona come atleta e guerriero: "Tutto nella vita è una lezione", ha detto.
"La mia vita è un sali e scendi, come un ascensore. E quando cadi impari di più, perché l’intensità del dolore è più forte dell’emozione del trionfo. Anzi, le vittorie nascondono insidie, nel senso che ti impediscono di cambiare perché pensi di aver fatto tutto bene. Invece la vita è altro: è equilibrio. Quando sono caduto ho scoperto cose di me che non immaginavo, le scopro ancora adesso. È il ciclo della mia vita, una vita mai in stagnazione. Il pericolo è il tuo ego: le tue vittorie ti fanno sentire forte, pensi che il mondo giri intorno a te, che il mondo sei tu, che sei il più grande. Ma il mio più grande risultato è stato quello di essere diventato padre".
E per tutto quello che ha vissuto, a Parigi ha pianto in mondovisione, sul campo di terra battuta, con le mani che gli tremavano. E poi in ginocchio guardando il cielo dopo aver fatto ripetuti segni di croce.
Perchè puoi essere il più grande campione del mondo, ma sei pur sempre un uomo. E un uomo sa che c'è un tempo per ogni cosa perchè nulla è per sempre.
Grande Djokovic, il tuo esempio è il tuo dono. 

14 commenti:

Anonimo ha detto...

In un’olimpiade che sta facendo così tanto discutere sono rimasto colpito dalle parole di Andrea Vavassori dopo il match nel quale il tennista italiano è uscito sconfitto nel doppio misto in coppia con Sara Errani

All’intervistatore, che ha ripetuto due volte la domanda su un errore costato caro ai nostri due atleti Vavassori ha risposto così

“Ma come ti aspetti che risponda a questa domanda?

Credo che abbiamo fatto una buona partita, secondo me non potevamo fare più di così. Non c’è più la cultura della sconfitta, perché se avessi vinto quel punto lì adesso io sarei qui a prendermi i complimenti. Invece sbaglio quel diritto e tu mi chiedi ‘cosa hai fatto su quel rigore lì?’ Guardate anche la polemica che ha coinvolto Benedetta Pilato ed Elisa Di Francisca. Ci sono sempre dei motivi per dare addosso al giocatore, non c’è più l’apprezzamento del percorso, si guarda solo alla vittoria e alla sconfitta.

Non si apprezza più la persona e il suo percorso per arrivare a un certo livello. Arrivare alle Olimpiadi dovrebbe significare l’essere una persona con dei valori. O medaglia, o sei un fallito.

Ora darò tutto quello che ho per arrivare a Los Angeles e portare a casa una medaglia, e se non ci riuscirò farò di tutto per arrivare all’Olimpiade successiva.”

Riflettiamo bene su queste parole, lo dobbiamo alle migliaia di bambini e giovani atleti dello sport di base che mortifichiamo e “soffochiamo” quando ci concentriamo solo sui risultati lasciando da parte gli aspetti più importanti: l’aggregazione, l’inclusione, la salute, il divertimento, il rispetto degli avversari e delle regole

Anonimo ha detto...

Nella finale femminile olimpica di box due maschi si sfideranno per l'oro olimpico. Benvenuti nel nuovo ordine mondiale

Anonimo ha detto...

Per avere un'idea di come siamo messi, è sufficiente considerare che nel contesto attuale il solo segno di contraddizione in termini antropologici è un tennista.

Buona fortuna a tutti. E di cuore.

Anonimo ha detto...

È evidente, qualcuno vuole sfruttare il palcoscenico offerto dall'Olimpiade per promuovere un'agenda woke a base di derisioni del sentimento religioso, di ideologia gender e di altre imposture contro le identità. Quel qualcuno, tuttavia, deve arrendersi dinnanzi a un gigante dello sport - croce sul petto, bandiera nazionale al vento e abbraccio alla figlia piccola - che interpreta il vero spirito olimpico, inscalfibile alle mistificazioni ideologiche. Evviva Nole Djokovic.

Viandante ha detto...

Che orgoglio vedere Lorenzo Musetti sul podio olimpico insieme a Djokovic e Alcaraz

LE OLIMPIADI MACRONIANE: IL MANIFESTO DELLA CRISI DELL’OCCIDENTE COLLETTIVO ha detto...

Molti si sono soffermati, e comprensibilmente, sulla “messa in cena” della cerimonia di apertura delle olimpiadi parigine – che comunque la si interpreti rimane una pacchianata degna del peggiore incubo trash – a conferma del fatto che questo occidente non riesce più a produrre il “Bello”, riesce a rappresentare sé stesso solo attraverso metafore sempre meno nascoste in cui forte è il richiamo al satanico (si ricordi il recente inquietante “Eurofestival”).

Fa bene Marcello Foa a soffermarsi su alcuni dettagli della cerimonia di apertura rimasti offuscati dalla principale – e offensiva – pagliacciata della “messa in cena” in versione drag queen.

Sul dettaglio che il manifesto del Comitato olimpico raffiguri il famoso Hotel des Invalides senza la croce svettante sull’imponente cupola. Sul dettaglio dell’uso dei bambini: sia quando in uno scenario spettrale dei bambini salgono su una barca guidata da un tedoforo mascherato con cappuccio (il richiamo alla figura mitologica di Caronte che conduce le anime all’inferno è evidente); sia quando nella cena drag queen un uomo si china verso una bambina vestita in giallo facendole il gesto del taglio della gola. Per non parlare poi del dettaglio di una Maria Antonietta decapitata e grondante sangue che dice “andrà tutto bene” (come il motto imposto nel triennio psico pandemico).

Foa giustamente pone l’osservazione sul fatto che queste olimpiadi registrino l’impronta fortemente voluta da quell’élite globalista di cui Macron è un pupillo. Macron, ci ricorda Foa, è infatti uno dei cosiddetti young global leaders, una sorta di accademia del World economic forum da cui sono passati Matteo Renzi, Justin Trudeau, l’ex premier neozelandese Jacinda Ardern, la finlandese Sanna Marin e tanti altri.

Queste olimpiadi hanno espressamente celebrato la visione del mondo e della vita dell’élite globalista al potere, platealmente inneggiante alla cultura woke in versione ellegibitì, nell’evidente intenzione di esprimere una volontà di potenza che mortifica la realtà a favore di una distopica sfera desiderante.

Con queste olimpiadi si è fatto capire a tutti che cos’è il fenomeno woke, si è resa chiara ai più la violenza di cui è portatrice l’ideologia della “non discriminazione” nella concretezza fattuale della discriminazione di donne costrette a misurarsi con atleti dai tratti cromosomici maschili. Altamente significativa l’immagine della pugile bulgara che dopo la sconfitta con la pugile taiwanese – già esclusa ai mondiali di boxe – mostra il segno della doppia “X” per rimarcare che lei ha i cromosomi femminili. [L’immagine che accompagna questo post è quella pubblicata da Anna Luca Hamori prima della sfida con Khelif].

Le tante reazioni della gente “normale” hanno però dimostrato che non è così facile sottomettere il buon senso basato sulla realtà fattuale, ecco perché schiere di scribacchini e commentatori sono stati allertati dai poteri dominanti la comunicazione per far capire alla massa come leggere “correttamente” gli episodi “equivoci”. Scribacchini ai quali è venuta in soccorso la sinistra woke in tutte le sue più note e parodistiche espressioni (Boldrini, Luxuria, Cirinnà…).

Se questo è il modo di presentarsi dei dominanti globalisti, che pretendono di sottomettere la realtà alla propria volontà di potenza, capiamo bene che il conflitto in atto sui vari scenari internazionali (Ucraina, Palestina, Medio Oriente… Venezuela) non è solo un fatto bellico, è qualcosa di più complesso, diciamo di civiltà.

L’anglosfera impone l’esclusione dalla civiltà europea (ormai occidentale, nel senso di americanizzata) della Russia, la quale ha finalmente realizzato che questa Europa è persa, motivo per cui rivolge altrove il suo sguardo, immancabilmente raccogliendo forti attenzioni.

Possiamo quindi considerare queste olimpiadi come l’ufficializzazione della crisi del mondo occidentale. Nei libri di Storia probabilmente rappresentaranno l’emblema della fine del ciclo americano.
Antonio Catalano
5 agosto 2024

Anonimo ha detto...

Tutto vero, tuttavia il professionista è lì per vincere. Altrimenti possiamo anche abolire le premiazioni.

Roberto

Anonimo ha detto...

Nelle olimpiadi di Sauron nulla avviene per caso: la presenza di atleti sessualmente ambigui che tende a rompere gli schemi e le categorie uomo/donna (in altre parole la biologia), rappresenta la prefigurazione del superamento dell’umano (trans umanesimo e post umanesimo). Una finestra aperta sul futuro che ci stanno preparando, insomma

Sereno Graffiante ha detto...

Djokovic è un modello umano e sportivo, per quanto ci è dato conoscere.
Sin da quando ha rifiutato il "battesimo" vaccinale anti COVID (mi trovo in buona compagnia, quindi, entrambi abbiamo pagato per la nostra scelta) e ora a maggior ragione.
Grande e umile, e tanto basta.
Chapeau!

Catholicus ha detto...

Mi associo di tutto cuore nel doveroso omaggio a un vero campione, non solo nello sport, ma anche nella vita, nella famiglia ( come Dio comanda : " uomo e donna Dio li creò, così l' uomo lascerà la casa di suo padre e si unirà alla sua donna, e i due saranno una carne sola"), nella vera fede religiosa, il Cristianesimo, testimoniato pubblicamente senza timore, senza ipocrisia ( divisivi e rigidi? indietristi? : ma per favore, basta d con le stupidaggini, tanto per usare un eufemismo).

Da Fb ha detto...

"Tutto il resto è noia", cantava il nostro Califano.

Mi fa questo effetto leggere la teoria di cavolate che affiorano a ciclo continuo che nulla hanno a che vedere su quello che è il nocciolo della questione.

Tra questo marasma popolato anche di luminari capaci di rilasciare dichiarazioni scientificamente imbarazzanti e di tuttologi che non sanno resistere alla tentazione di apparire originali, l'unica novità che emerge, l'ho letta dall'agenzia ANSA che riferisce quanto affermato dal dottor Ioannis Fillipatos, presidente del Comitato Medico della Federazione di Box IBA, durante una conferenza stampa tenutasi a Parigi, in cui ha dichiarato:

"Un primo test del sangue nel 2022 rivelò anomalie, poi confermate nel 2023: le due pugilatrici presentavano un 'cariotipo' anomalo, che indica che sono maschi".

Sul resoconto della testata Reduxx si legge che il dottor Ioannis Fillipatos è un ginecologo con oltre 30 anni di esperienza. Nell'accusare il CIO per l'uso dei passaporti come sistema per determinare il genere, il medico ha affermato:

"La medicina è conoscenza, non è opinione... un passaporto può darci la possibilità di essere uomini, e domani quando ritorno ad Atene, posso andare dal mio governo e cambiare il mio nome da Ioannis in Ionnia. Ciò significa che domani sono una donna? Per cortesia. La natura e il mondo biologico non cambiano".

Incalzato dai giornalisti che gli hanno domandato se Khelif e Lin fossero nati femmine, il dottor Fillipatos ha risposto:

"The blood result looks and says, the laboratories, that these boxers are male."

Si diceva che non vi erano prove che gli accertamenti condotti dalla IBA fossero di tipo genetico e che non provavano che il cariotipo fosse maschile. Ecco, ora non lo si può più sostenere perché a confermarlo è stata la stessa associazione.

Tutto il resto è noia, noia gender.

Anonimo ha detto...

Fin dalle medie studiando Omero , la storia di Roma e le guerre d'Indipendenza mi sono appassionato a questa materia.Nel corso dei decenni continuando a leggere e ad informarmi ,per conto mio ed a mie spese,sono arrivato alla guerra civile spagnola ed alla seconda guerra mondiale.Nel tempo oltre alle battaglie ed ai risultati militari ottenuti sul campo ho cominciato a studiare le condizioni economiche dei contendenti e la personalità degli uomini politici e militari che li guidavano all'entrata in guerra .Sono letture affascinanti e spesso sorprendenti che spiegano tante cose e fanno riflettere sulla caducità della gloria terrena.Ciò premesso ,guardando gli avvenimenti attuali ,sono arrivato alla conclusione che c'è il rischio reale di una prossima catastrofe di proporzioni apocalittiche. La guerra fra Russia ed Ucraina a questo punto rischia di essere il casus belli che può far deflagrare un conflitto atomico globale.La cosa inspiegabile ed affascinante è che già al tempo delle elezioni che incoronarono Biden presidente USA la gran parte degli osservatori parlavano di rischio di una guerra dalle conseguenze imprevedibili se i democratici avessero vinto .

Anonimo ha detto...

Non soltanto le Olimpiadi, questi pazzi sono ovunque e cerchiamo di renderci conto che le loro teorie saranno la rovina della società e dei nostri figli e nipoti se non faremo qualcosa.
L'altra sera su la7 Rampini cercava di spiegare quanto sia deleteria la "cattivissima e potentissima" (sono parole sue) lobby transgender. Ha raccontato che al servizio della lobby c'è la cara Kamala, la quale ama talmente le sue origini nere che è andata in Africa per cercare di imporre le teorie lgbtq. Al che gli africani, che hanno altro a cui pensare, l'hanno mandata a quel paese percependo l'azione di propaganda gender come un nuovo colonialismo. La conduttrice di la7, parecchia irritata dal racconto di Rampini, sembrava stesse per sputare zolfo dalla bocca!

Parigi 2024 ha detto...

L'International Boxing Association ha tenuto una conferenza stampa a Parigi per affrontare le questioni relative alla pugile algerina Imane Khelif e al pugile taiwanese Lin Yu-Ting.

Punti salienti finora:
*Entrambi i pugili sono stati inizialmente sottoposti a un test cromosomico da un laboratorio indipendente a Istanbul dopo che l'IBA ha ricevuto reclami da allenatori e atlete durante i Campionati mondiali di boxe femminile 2022.
*Entrambi i pugili sono stati nuovamente testati in India durante i Campionati mondiali di boxe femminile del 2023 per chiarire e confermare i risultati precedenti.
*È stato scoperto che entrambi i pugili avevano cromosomi XY. *Entrambi i pugili sono stati informati per iscritto dei risultati dei test.
*A entrambi i pugili è stata data la possibilità di presentare ricorso contro i risultati alla Corte Arbitrale dello Sport. *L'IBA si è offerta di pagare la maggior parte delle spese per consentire ad entrambi i pugili di ricorrere in appello.
*Lin Yu-Ting non ha presentato ricorso contro la decisione.
*Imane Khelif ha presentato ricorso contro la decisione, ritirando poi il ricorso.

Ha parlato il dottor Ioannis Filippatos, ex presidente del comitato medico dell'IBA e ginecologo con tre decenni di esperienza. Ha confermato che né Lin né Khelif sono donne biologiche e ha criticato il CIO per aver utilizzato i passaporti come sistema per determinare il genere. "La medicina è conoscenza, non è opinione... Un passaporto può darci l'opportunità di essere uomini e, domani, quando tornerò ad Atene, potrò andare dal mio governo e cambiare il mio nome da Ioannis a Ionnia. Quello significa che domani sarò una donna? Per favore, la natura e il mondo biologico non cambiano."