Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 31 agosto 2024

Cittadinanza e nazionalità

Cittadinanza e nazionalità 

A fronte dell'ennesimo crimine perpetrato da un immigrato di seconda generazione, gli esponenti della sinistra, per televisione, si prodigano nell'affermare che si tratta di un italiano come tutti gli altri e che, quindi, assolutamente non lo si debba indicare con nessun altro aggettivo, essendo nato in Italia e possedendo la relativa cittadinanza.

A questo merito, sotto il profilo tecnico giuridico, osserverei come, nella specie, si tratti certamente di un cittadino italiano, ma di nazionalità africana, non constandomi che un atto amministrativo (quello della concessione della cittadinanza, appunto) possa giungere a mutare persino la consistenza genetica dell'individuo: natura non facit saltus ... (Michele Gaslini)

L’assassino di Sharon Verzeni si chiama Moussa Sangare e tutti ma proprio tutti i giornali e i telegiornali si affrettano a precisare alla prima frase: “È italiano”. In realtà è figlio di due immigrati centroafricani e la cittadinanza l’ha acquisita. Questo vuol dire che tutti gli immigrati e i figli di immigrati sono delinquenti e assassini? Ovviamente no. Ma l’istintivo moto ideologico che pure su una insensata tragedia come questa fa prevalere la narrazione sulla verità, perché si teme che la verità possa pregiudicare l’operazione politica di queste settimane (che mira ad allargare le maglie della concessione della cittadinanza italiana) fa parecchio schifo.

14 commenti:

Anonimo ha detto...

Ovviamente su Repubblica (che avrebbe massacrato il fidanzato se fosse stato anche solo indagato) e’ cominciata la fiera della santificazione dell’assassino di Sharon Verzeni: “si è bruciato”, colpa di “una vita di dolori, la morte del padre, la malattia della madre, le storie strette della sua periferia”. Una vita che vivono molte altre persone, senza per questo andare ad ammazzare la prima che passa. Vittima attentamente individuata, direi, visto che prima ha minacciato due ragazzi di origine marocchina lasciandoli andare via. La verità è che questo caso non è tanto diverso da quello delle baby gang di minorenni stranieri che hanno infestato le città italiane. Quello che accomuna tutti questi casi è la voglia di “sfondare”, di vestirsi “alla moda”, di sfoggiare accessori firmati senza poterselo permettere, non rassegnandosi quindi a fare la vita che hanno fatto i propri genitori. Fallendo, o constatando l’impossibilità di avere l’agognato successo, se la prendono con la società che li circonda, ammazzando o rapinando il primo italiano che incrociano. Oggi parliamo di casi individuali o piccoli gruppi, ma verrà il giorno in cui le periferie diventeranno delle “No Man’s land”, in cui scoppieranno rivolte se non vere e proprie guerre civili. E badate bene: le mie sono oggettive e imparziali constatazioni, non un tentativo di buttare benzina sul fuoco del dibattito politico su immigrazione e cittadinanza.

Marcello ha detto...

L'aver subito posto l'accento sulla cittadinanza è un classico caso di "excusatio non petita".
Oltretutto, che senso logico ha il definire la nazionalità in un caso di omicidio? Se per i radical chic è indifferente, siamo tutti uguali, non avrebbero dovuto specificarlo. Quando arrestano qualcuno per un furto o una rapina, forse i giornalisti puntualizzano: era biondo, aveva gli occhi castani o era riccio? Quando la nazionale di pallavolo ha vinto la medaglia d'oro si vedeva la sola immagine della Egonu, di colore.
È una forma di razzismo al contrario, dove si esalta ciò che una volta non lo era, e viceversa.

Anonimo ha detto...

Trovata su X:
Hanno già candidato Moussa Sangarè per le prossime Europee o aspettano prima la benedizione di Bergoglio?

Anonimo ha detto...

La vera destra (mi ci è voluto molto per accettarlo) si determina sulla posizione che assume in relazione alla tematica etnica. Non semplicemente culturale, ma etnica. Si è italiani, francesi tedeschi....innnanzi tutto e per lo piú in virtù del sangue. Eccezioni esistono chiaramente, ma (in teoria) dovrebbero essere poche e molto controllate, in particolare se si tratta di persone di origine extraeuropea.
La domanda che mi pongo sempre piú spesso è tuttavia la seguente: la nostra religione (inutile negarlo) ha un forte afflato universalista. Riusciremo a tenere insieme le due cose: universalismo cristiano e radicamento etnico? Che il Signore ci aiuti.

Roberto

Pure il teatrino ha detto...

Pure il teatrino.
Il killer della povera Sharon piange: "Sono dispiaciuto per quello che ho fatto". Mmmm...
Nel frattempo due giudici di Palermo annullano l'arresto di cinque tunisini clandestini che dovevano essere espulsi. Per la serie Toghe Rosse all' opera per il degrado dell'Italia.

Anonimo ha detto...

Mi vien da concordare con lei e mi permetto la ipotesi che anche un fatto di sabgue e' un modo per comparire sui giornali e nelle Tv (di sicuro i Italia) e hai visto mai che sfonda?

Anonimo ha detto...

«Ci affidiamo a Dio».
Così, nelle scorse ore, Bruno Verzeni ha commentato la soluzione del giallo sulla morte della figlia. Non su tutti i giornali, anzi in realtà su pochi, queste sue parole hanno avuto la risonanza che avrebbero meritato. Peccato, perché sono parole che ricordano come, quando il dolore tocca le sue vette, non ci siano più battaglie politiche di sorta, sovranismi né globalismi, pianeti da salvare o altro, né rispostine convincenti da parte di qualche guru, ma solo Lui.

Solita solfa ha detto...

A La7 la conduttrice sinistramente orientata collega l'omicidio al governo che ha tolto il bonus psicologo.

mic ha detto...

Avete visto la pubblicità del "siamo fortunati ad essere italiani" con un un uomo anziano che prende una forchettata di buon cibo e poi alza un bicchere di vino rosso per un brindisi. La conclusione è che viene inquadrato un negro che condivide il brindisi (ma nel suo bicchiere c'è aranciata: evidentemente è musulmano) e dice "mangiamo i tortellini "!
Oltre alla stupidata obiettiva è anche una presa per i fondelli!

Anonimo ha detto...

State parlando di quello che i sinistri chiamano 'risorse' cioè il cosiddetto nuovo popolo italiota, basta vedere le insopportabili pubblicità inclusive, c'è n'è di ogni dappertutto, en passant guardando do sfuggita gli US Open di tennis ho notato i gai asciugamani e le iridate divise dei raccattapalle, siamo alla follia suicida della razza bianca, altro che Nietzsche.

Anonimo ha detto...

Si, cara Mic, ho visto lo sciagurato spot pubblicitario "inclusivo e antirazzista" che tu citi, che promuove, tra l'altro, un evento del settore alimentare promosso da un imprenditore di sinistra. Ve ne sono di altrettanto osceni: ad esempio quello di una nota marca di bagno schiuma e creme: una sequela di di donne brutte, obese, di colore. Disgustoso. Tuttavia abbiamo un'arma: boicottiamo, come facemmo, ad esempio, con Barilla (vi ricordate la sua resa alla lobby sodomitica?) queste aziende. Usiamo le nostre relazioni e anche i social, se li frequentiamo, per suscitare indignazione e rifiuto all'acquisto tra i nostri amici e conoscenti. La pubblicità è un importante strumento, come le fiction, di pervertimento delle mentalità: vogliono abituarci a "un mondo al contrario", che colpisce, tra l'altro, quando le nostre difese psicologiche sono allentate: "è solo pubblicità". Non arrendiamoci. Reagiamo. Boicottiamo i pervertitori.
Silente

Anonimo ha detto...

Ecco la prima di oggi di Libero

PSICO-SOCCORSO AL KILLER DI SHARON

Doppio format a sinistra.
(Daniele Capezzone)

Quando un orribile caso di cronaca è funzionale alla narrazione progressista, allora scatta subito la strumentalizzazione e soprattutto la generalizzazione. Ad esempio, dopo l'assassinio della povera Giulia Cecchettin, partì la campagna sul "patriarcato" e la criminalizzazione dei maschi in quanto tali. Stessa cosa nel 2020 dopo il caso George Floyd e la nascita di Black Lives Matter: lì si trattava di mettere sulla graticola i bianchi in quanto tali.

Ma se invece una brutta storia di cronaca non è "utile" e anzi rischia di essere controproducente rispetto al racconto della sinistra, allora si procede a smorzare, isolare, non generalizzare. E magari a far partire la doppia macchina dell'offuscamento e (se non proprio della giustificazione) della "spiegazione complessa".

Anonimo ha detto...

Non so se mai è stato fatto un raffronto tra la perdita di senno maschile e femminile. Ho conosciuto donne che, causa un gran dolore, hanno perso la cognizione del tempo,  cioè  riguardo alla scomparsa del marito morto hanno continuato ad aspettarlo alla stessa ora e nello stesso luogo, ormai solo preteso tale, in cui si erano dati  l'ultimo appuntamento. Si può  nascere sceme se l'albero genealogico è  pasticciato da stili di vita viziosi. Tuttavia ho l'impressione che nella donna difficilmente la perdita di senno rimanga nascosta a lungo e sia totale e profonda. Per l'uomo mi sembra che i mali oscuri, anche presto diagnosticati e curati come si è potuto, col tempo si induriscano e si approfondiscano, cioè  ho l'impressione che nel maschio possa formarsi una sorta di sclerosi sul male e del male. Però  sono solo impressioni. Dispiace che la Chiesa abbia perduto molto del suo sapere e sia ormai incapace di riconoscere i mali del corpo, dell'anima e dello spirito umano e quindi sia anche incapace di curarli almeno un po'. Questa sbandierata misericordia è  incapace di curare i misericordiati come l'accoglienza, di fatto sinistra, è incapace di riconoscere i mali di chi accoglie e tanto meno di curare quelli che ha accolto per ipocrisia sperando di darsi lustro.
m.a.

Anonimo ha detto...

Purtroppo si paga tutto: l' estremismo islamico, ma anche la superficialità con cui si fanno entrare nel proprio paese orde di immigrati ( per sostituire forza lavoro, dopo aver fatto la guerra alla vita nascente); il relativismo religioso e le folli guerre con cui si sono create masse di disperati dall' Iraq alla Libia e alla Siria, come pure l' atteggiamento pilatesco/partigiano sulla questione palestinese.... Tutto si tiene perché la realtà ha una sua logica mentre l' ideologia tenta invano di scardinarla.