Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

mercoledì 14 agosto 2024

L'assurdità di un io assoluto che pretenderebbe imporsi alla realtà

Una interessante riflessione laica su uno dei tanti dilemmi suscitati dalle recenti olimpiadi di Parigi. Precedenti su la blasfemia nella Parigi olimpica (qui - qui - qui - qui - qui). Qui l'indice degli articoli sulla realtà distopica. Da uno scritto del Professore di Filosofia Andrea Zhok dell'Università di Milano.

L'assurdità di un io assoluto che pretenderebbe imporsi alla realtà

Imane Khalif - secondo quanto riportato dall'International Boxing Association nel 2023 - è biologicamente un uomo, in quanto l'analisi del DNA ha riportato la presenza di cromosomi XY e non XX .

Peraltro, se uno dubitasse dell'analisi cromosomica, uno sguardo alla struttura fisica dell'atleta non lascia molti dubbi. (A dispetto che sia nata esteriormente donna pur con cromosomi XY aggiungo io). Ora, in molti sport, e in modo particolarmente rilevante negli sport di combattimento, la differenza biologica tra chi ha avuto una crescita e pubertà maschile e chi ha avuto una crescita e pubertà femminile è molto marcata. La densità ossea è maggiore nei maschi, il che ha due implicazioni: conferisce maggiore resistenza alle percosse e, dipendendo la potenza di una percossa da massa per velocità, l'incremento della massa ossea conferisce maggiore potenza al colpo (le misurazioni medie danno una potenza di pugno maschile del 162% rispetto al pugno femminile). Anche i tempi di reazione sono inferiori e sia le fibre muscolari bianche, da cui dipende la velocità, che rosse, da cui dipende la resistenza, sono mediamente maggiori nei maschi.
Chiedo scusa per essermi soffermato su queste banalità prosaiche, ma in un mondo in cui l'ideologia cancella la realtà, anche l'ovvio deve essere ribadito in forma dimostrativa. E l'ovvio qui è che mettere su di un ring un atleta geneticamente maschio contro un'atleta geneticamente femmina è una grave scorrettezza. Può darsi che la sorte sia benevola, ma in generale è un'ingiustizia, con potenziali rilevanti rischi fisici. 

(Segnalo un dettaglio forse non noto a chi non ha praticato la boxe. Alle Olimpiadi si utilizza un caschetto per gli incontri. Il caschetto nella boxe è l'apoteosi dell'ipocrisia. Infatti il caschetto limita soltanto le ferite superficiali, i sanguinamenti delle sopracciglia o degli zigomi - preservando gli spettatori - ma i traumi cerebrali legati all'entità della percossa sono esattamente identici, e naturalmente sono quelli ad essere i più pericolosi nel medio periodo.)

Ora, la questione è: come si è potuti arrivare a questo punto?

Storicamente la cesura ideologica su questi temi avviene all'inizio degli anni '70. Fino ad allora le rivendicazioni di genere (first-wave feminism) avevano sollevato il sacrosanto tema dell'eguaglianza formale, legale, dei diritti tra persone di sesso, genere o inclinazione sessuale differente. 

A partire dai primi anni '70 si avvia invece un movimento ideologico con caratteristiche essenzialmente differenti, che non mira più al raggiungimento di diritti legali identici (in Occidente raggiunti), ma ad un non meglio precisato "superamento sostanziale" delle differenze. 

Di questo superamento sostanziale fanno parte numerose battaglie distinte, il cui punto di caduta comune però è il rifiuto della realtà materiale nel nome di una rivendicazione ideologica (o, per chi vi aderisce, ideale). 

Si tratta di una curiosa forma di idealismo, che inizia in sempre maggior misura a negare la realtà come se si trattasse di un improvvido accidente, qualcosa che dovrebbe essere superato di principio dall'autoaffermazione volontaria. Come in una novella forma di idealismo assoluto, l'Io si deve qui imporre al non-Io (alla Natura, alla Materia, alla Società).

Di questa tendenza fa parte il rigetto delle differenze sessuali, viste come latrici di discriminazione, nel nome della "lotta al patriarcato", e ne fanno parte tutte le varie forme di rivendicazione dell'identità sessuale percepita, vista come come superiore all'identità biologica. 

L'intera tematica viene infine presa ostaggio dall'atteggiamento politicamente corretto, che rende ogni discussione aperta di tali questioni difficile, rischiosa, sempre sull'orlo di accuse infamanti. 

Il cerchio così si chiude.

La prima mossa sancisce la superiorità delle pretese idealistiche di una sorta di Io assoluto, che può e anzi deve imporsi sulla materia (sulla biologia, ma anche sulla realtà sociale).

La seconda mossa, mette al sicuro dalle confutazioni le pretese di questo Io assoluto, isolandolo dalle critiche, attraverso una loro delegittimazione a priori (come omofobe, sessiste, retrograde, ecc.).

E cosa resta fuori da questo cerchio splendidamente autoreferenziale? 

Nulla. Nulla salvo la realtà, che anche se i suoi campioni sono stati silenziati, rimane tuttavia testardamente in piedi.

Ed è la realtà che, con i suoi tempi, la sua implacabilità, e purtroppo anche le sue vittime sacrificali, finirà per fare giustizia di questo delirio culturale.
Andrea Zhok 

16 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma certo che solo il DNA conta, il resto e' cronaca.
Come dice il proverbio : "Quando so' troppi galli a canta'.. non se fa mai giorno!"
“Questa è una mela. Chi non è d’accordo può andar via” .
(Attribuita a S.Tommaso d'Aquino).
L’orgoglio, la superbia intellettuale non è il pensare e l’argomentare ma il presumere di determinare, con il pensiero, l’essere. San Tommaso insegna giustamente che non è il pensiero a determinare l’essere, ma è l’essere che determina il pensiero. Tomas Tyn lucidamente chiosava: “solo Dio si può permettere il lusso di essere idealista, perché solo Dio determina l’essere, distinto da Lui, ovviamente, perché il suo essere non è determinabile, però tutti gli altri esseri distinti da Dio sono determinati dal pensiero di Dio. Quindi l’uomo che pensa di poter pensare le proprie idee, INDIPENDENTEMENTE DALL’ESSERE, è un uomo che si pone al posto di Dio. Qui c’è veramente una affinità con la demonologia, l’antropologia diventa demonologia.”

Anonimo ha detto...

Ai tempi dei tempi in un piccolo paese si verificava che i nati a casa nell'ultimo periodo dell'anno fossero registrati come nati nell'anno nuovo successivo. Ah non lo sapevate? Beh, ve lo dico io. Da cui.. ce vo' assai a far registrare un neonato come femmina, in quei casi!

Anonimo ha detto...

La domanda e' : "Nel suo paese come si veste? Come si comporta? Si mette il burka come le femmine?Esce solo accompagnato dai congiunti maschi?" Perche' così e' secondo quanto mi raccontava una infermiera volontaria che ha bazzicato quei posti del nativo.

Anonimo ha detto...

C'erano e ci sono ancora case per persone mentalmente disturbate. Le loro giornate sono regolate dal lavoro manuale, dai pasti insieme, dalle feste religiose e sociali. Hanno una cartella clinica che registra i loro miglioramenti o regressi. E mediamente uno o due medici vivono in queste comunità. A volte costituiscono veri e propri villaggi. Un certo numero di aiutanti, dopo una adeguata preparazione, entra come impiegato nella comunità . Sembra che sia più terapeutico mettere i simili con i simili, nei fatti ,facendosi da specchio reciprocamente il risveglio è  più favorito. Le comunità che ho visitato erano fuori dall'Italia, sia per adulti che per giovani e seguivano le indicazioni di R.Steiner. Ma all'estero è facile trovarne di diversi tipi. Un tempo anche ordini religiosi cattolici si occupavano di queste Creature. Adesso, non so.
m.a.

Anonimo ha detto...

Personalmente sono molto contento di questa vicenda. Prima che mi insultiate vi spiego perchè. E' una chiara sconfitta del femminismo. Come giustamente ha spiegato, si è passati dall'ottenere alcuni riconoscimenti (sopravvalutati e malriposti, come la Storia ha dimostrato, ma questo esula dall'articolo) a questo idealismo contro natura che va avanti da 50 anni. Come diceva Chesterton, in un futuro le spade saranno sguainate per ribadire che l'erba è verde ed oggi abbiamo la fortuna che i pugni di uomo su di una donna hanno ribadito il semplice concetto che in uno sport dove servono caratteristiche prettamente maschili per essere praticato, chi è più maschio ha più possibilità di vittoria. Spero facciamo partecipare altri uomini negli sport femminili. Quando ne avranno abbastanza sarà magari la volta buona in cui potremmo cestinare il femminismo: dopotutto non piò piovere per sempre.

Fael ha detto...

Il dottor Paolo Gulisano lo spiega bene in questo articolo
https://www.paologulisano.com/qualche-osservazione-sanitaria-sulle-olimpiadi-di-parigi/#more-7665

Al posto dell'io assoluto ha detto...

2.6. Paradosso della felicità

La felicità la consegue solo chi non desidera direttamente la propria felicità.
Diventa felice solo chi non è impegnato direttamente ad ottenere la propria felicità. La felicità è come il sonno, quando lo si cerca direttamente, e ci si impegna a dormire, questo sfugge. È come la spontaneità: la persona timida che si impegna direttamente ad essere spontanea non ci riuscirà mai. È come l'oblio: cercare direttamente di dimenticare qualcosa non porterà certo a dimenticare, anzi: è il modo migliore per ricordare.
La felicità non la consegue l'egoista; la consegue solo chi esercita l'amor amicitiae, solo chi ama l'altra persona e cerca la felicità dell'altro. Diventa felice solo chi cerca, al posto della propria, la felicità dell'altro.

Estrema sintesi della dottrina tommasiana dell'amor, basata soprattutto sulle questioni 24, 25 e 26 della Summa Theologiae.

Anonimo ha detto...

OLIMPIADI, TRANS-NORMATIVITA' E PRINCIPIO DIA-BOLICO DI SEPARAZIONE
( di Riccardo Paccosi )
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"Terminata la baracconata olimpica, penso ci sia molto su cui riflettere giacché, piaccia o no, la portata politica, ideologica - e in questa circostanza aggiungerei anche esoterica - di tutta la vicenda è stata enorme.
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1) Le Olimpiadi hanno perso ulteriormente la loro già carente valenza globale per assumere, sempre più, una funzione di autocelebrazione dell'Occidente Collettivo. L'occasione è stata spunto, soprattutto, per catechizzare le masse, non tanto globali quanto per l'appunto occidentali, sui lineamenti fondamentali dell'agenda liberal-globalista.
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2) Non andrebbe sottovalutata, inoltre, la sincronia fra bombardamento ideologico-propagandistico dei Giochi da una parte, e attacco frontale alla democrazia in paesi quali Germania e Gran Bretagna dall'altra: paesi dove, da alcune settimane, è possibile essere arrestati per reati d'opinione.
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3) La kermesse ha toccato un po' tutti i punti dell'agenda globalista: il cambiamento climatico (con l'assenza di condizionatori imposta agli alloggi degli atleti), la necessità di ridurre i consumi agroalimentari del ceto medio (con l'imposizione di cibi vegani alle mense), l'immigrazionismo (col risalto particolare dato alle vittorie di atleti immigrati).
Sicuramente, però, ciò che si è imposto maggiormente è stata l'assiomatica transgenderista, ovvero quella strategia multiplanare che, dall'insegnamento quotidiano nelle scuole agli eventi extraquotidiani come appunto le Olimpiadi, da circa un decennio mira a eleggere a dogma universale una sorta di principio di trans-normatività. La tesi dell'inesistenza di correlazione fra sesso biologico e identità di genere, insomma, è oggi posta come dispositivo di alienazione dalla biologia umana e nella prospettiva di dissolvere il concetto stesso di uomo-donna.
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4) La trans-normatività può essere osservata con le lenti della sociologia e dell'economia politica, ovvero come necessità di dissolvere gli ultimi retaggi di appartenenza collettiva (famiglia e genere) al fine di creare una moltitudine acefala di individui depensanti, per quindi giungere alla creazione d'una società-alveare controllata in ogni sua movenza dalla rete tecnologica.
Eppure, in questa acclarata volontà di dissolvere i generi biologici - volontà certificata dalla chiosa del presidente CIO Thomas Bach secondo cui non esisterebbe un criterio scientifico per definire uomo e donna - c'è molto altro.
L'inseguirsi e l'incontrarsi perpetuo dell'uomo e della donna è stato considerato, da molteplici culture, come il bisogno di ri-congiungere ciò che nell'universo è stato separato. E questo ricercare la connessione fra cose separate, altro non è che l'amore.
Non è dunque un caso che, mentre viene promossa la trans-normatività, le statistiche confermino il diminuire tanto delle relazioni sentimentali quanto delle esperienze sessuali, che sorgano filosofie improntate all'autosufficienza e al superamento del bisogno dell'Altro, fino ai casi più estremi ma non meno significativi di persone che contraggono matrimonio con loro stesse.

Anonimo ha detto...

Segue
In questo senso, va allora detto che non sono tanto le derisioni della religione cristiana, quanto invece gli attacchi alla diade categoriale uomo-donna a disvelare la presenza d'una forza di διαβάλλειν, ovvero volta a separare, ingannare, generare inimicizia.
Come per tutti gli altri aspetti del dibattito pubblico contemporaneo, queste problematiche sono incorporate e mistificate entro la dicotomizzazione fra "sinistra" e "destra" con il διάβολος identificato con la prima e chi lo avversa etichettato con la seconda. In realtà, la sinistra evocante il Nulla d'un mondo dominato dalla Tecnica e la destra che finge di opporsi senza in realtà elaborare alcun valore alternativo al dominio del mercato sulla società, sono solo rozzi strumenti di imbrigliamento del pensiero e delle facoltà critiche e per tale motivo, ormai, neppure andrebbero presi in considerazione.
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Lo scontro globale in atto e il cui esito determinerà il mondo futuro, è sociale e di classe, è geopolitico, è inerente al modello sociale-istituzionale, è antropologico-culturale, è ideologico e filosofico ma, forse ancor di più, esso riguarda quel rapporto tra finito e infinito da cui sono sorti tutti i contratti sociali di tutte le civiltà umane: in altre parole, lo scontro riguarda anche la dimensione intimamente spirituale dell'essere umano".

Anonimo ha detto...

[ Un tempo non era permesso a nessuno di pensare liberamente. Ora sarebbe permesso, ma nessuno ne è più capace. Ora la gente vuole pensare ciò che si suppone debba pensare. E questo lo considera libertà. ]

Oswald Spengler, Il tramonto dell'Occidente (1918- 1923)

Anonimo ha detto...

Olimpitrash che invitano a guardare giu' sempre piu' giu' nel fango del porcilaio ma in tutto cio' qualche atleta ha invitato a guardare Lassu' dove c'e' Magnificenza!

Anonimo ha detto...

Cappellano degli atleti polacchi: Messa vietata alle Olimpiadi di Parigi
Quest'anno, in rottura con la tradizione passata, è stato proibito celebrare la Messa nel Villaggio Olimpico, ha dichiarato a Tysol.pl (14 agosto) il cappellano polacco delle Olimpiadi, Padre Edward Pleń.

È stato cappellano degli atleti polacchi per 22 anni. Fino a quest'estate era sempre possibile celebrare la Messa, ma con restrizioni durante l'isteria di Covid a Tokyo e Pechino.

A Parigi, Padre Plén voleva determinare in anticipo gli orari delle Messe, ma "la possibilità di celebrare l'Eucaristia era bloccata".

Gli è stato detto che era consentita "solo la preghiera": "Non so chi abbia escogitato questa assurdità".

E: "La Messa è la preghiera più bella, ma loro insistevano. Non riuscivo a capirlo e non riesco ancora a capirlo".
https://gloria.tv/post/ahXCmbWAiFyy2CAuWoj7Wwk6C

Un'altra perla tra le perle di questo "pride"

Anonimo ha detto...

Che non riesca a capirlo mi sembra strano, avendo a che fare con massoni satanisti.

Anonimo ha detto...

Nell'arricolo del dottor Gulisano vi sono alcuni errori che, spero per lui, siano dati da una mancanza di completezza di informazioni e non da pregiudizi preesistenti e ben radicati.

Anonimo ha detto...

E che dire dei peana nei confronti delle pallavoliste di colore, con grande scandalo per chi richiama l'attenzione sull'intera squadra?
Esaltare il colore della pelle di un atleta non è molto diverso dall'attaccarlo: in entrambi i casi lo sport finisce tra parentesi, oscurato ora dalla xenofobia ora dalla xenofilia. Dovremmo deciderci ad evitare entrambe le derive, invece viviamo in un contesto dove dal razzismo, giustamente, si prendono le distanze mentre dal multiculturalismo ideologico si prendono lezioni.

Anonimo ha detto...

USA: SCONFITTA L’AGENDA LGBTQ
( di Gianmarco Landi )

"Con una decisione 5-4, la Corte Suprema USA ha annullato la revisione del Titolo IX delle norme volute dall'Amministrazione Biden-Harris, che avrebbero consentito agli uomini biologici supposti donne di poter partecipare agli sport femminili e di accedere a bagni, spogliatoi, dormitori etc. Con questa sentenza di stanotte, in USA tutte le pretese LGBTQ di parificare uomini e donne a prescindere dalla differenza biologica, sono fuorilegge.

La Corte Suprema USA ha bloccato in America ciò che dall’America si stava cercando di imporre in tutto l’Occidente, usando finanche una pressione politico finanziaria giustificata in una vera e propria dimensione religiosa LGBTQ a cui aderire acriticamente e forzatamente".