Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 5 gennaio 2025

Domenica fra la Circoncisione e l'Epifania / Festa del Santissimo Nome di Gesù

Precedenti: qui con le Litanie - quiJesus dulcis memoria. Uno degli inni più belli (Ufficio divino — Festa del Nome di Gesù). In calce trovate testo originale latino e traduzione.

Domenica fra la Circoncisione e l'Epifania
Festa del Santissimo Nome di Gesù


Per celebrare questa festa, fu dapprima scelta la seconda domenica dopo l'Epifania, che ricorda il banchetto delle nozze di Cana. È nel giorno nuziale che la Sposa assume il nome dello Sposo, e questo nome d'ora in poi testimonierà che essa appartiene a lui. La Chiesa, volendo onorare con un culto speciale un nome per essa così prezioso, ne univa dunque il ricordo a quello delle Nozze divine. Oggi, essa riallaccia all'anniversario stesso del giorno in cui fu imposto, otto giorni dopo la nascita, la celebrazione di quell'augusto Nome.

L'antica alleanza aveva circondato il Nome di Dio di un profondo terrore: quel nome era per essa tanto formidabile quanto santo, e l'onore di proferirlo non spettava a tutti i figli d'Israele. Dio non era ancora stato visto sulla terra a conversare con gli uomini, non si era ancora fatto uomo lui stesso per unirsi alla nostra debole natura: non potevano dunque dargli quel Nome d'amore e di tenerezza che la Sposa dà allo Sposo.

Ma quando è giunta la pienezza dei tempi, quando il mistero d'amore è sul punto di apparire, scende innanzitutto dal cielo il Nome di Gesù, come un anticipo della presenza del Signore che deve portarlo. L'Arcangelo dice a Maria: "Gli imporrai il nome di Gesù"; ora Gesù vuoi dire Salvatore. Quanto sarà dolce a pronunziarsi, questo nome, per l'uomo che era perduto! Questo solo Nome quanto riavvicina già il cielo alla terra! Ve n'è forse uno più amabile o più potente? Se a questo divin Nome ogni ginocchio deve piegarsi in cielo, in terra e nell'inferno, vi è forse un cuore che non si commuova d'amore al sentirlo pronunciare? Ma lasciamo descrivere a san Bernardo la potenza e la dolcezza di questo Nome benedetto. Ecco come egli si esprime in proposito nel suo xv Sermone sul Cantico dei Cantici:
"Il Nome dello Sposo è luce, cibo, medicina. Esso illumina, quando lo si rende noto; nutre, quando vi si pensa in segreto; e quando lo si invoca nella tribolazione, procura la dolcezza e l'unzione. Percorriamo, di grazia, ognuna di tali qualità. Donde pensate che si sia potuto diffondere nell'universo intero la grande e improvvisa luce della Fede, se non dalla predicazione del Nome di Gesù? Non è forse per la luce di quel Nome benedetto che Dio ci ha chiamati alla sua stessa mirabile luce? Illuminati da essa, e vedendo in quella luce un'altra luce, sentiamo san Paolo che ci dice giustamente: Voi eravate una volta tenebre; ma ora siete luce nel Signore.
Ma il Nome di Gesù non è soltanto luce, è anche cibo. Non vi sentite dunque riconfortati ogni qual volta richiamate al vostro cuore quel dolce Nome? Che altro c'è al mondo che nutra tanto la mente di colui che Lo pensa? Che cos'è che, allo stesso modo, ristori i sensi indeboliti, dia energia alle virtù, faccia fiorire i buoni costumi e mantenga gli onesti e casti affetti? Ogni cibo dell'anima è arido se non è imbevuto di quest'olio, è insipido se non è condito con questo sale.
Quando voi mi scrivete, il vostro dire non ha per me alcun sapore, se non vi leggo il Nome di Gesù. Quando discutete o parlate con me, tutto il vostro discorso non ha per me alcun interesse se non vi sento risonare il Nome di Gesù. Gesù è miele alla mia bocca, melodia al mio orecchio, giubilo al mio cuore; ed oltre a questo, una medicina benefica. Qualcuno di voi è triste? Che Gesù venga nel suo cuore, passi di qui nella sua bocca, e subito, alla venuta del Nome divino che è vera luce, scompare ogni nube, e torna il sereno. Qualcuno cade nel peccato oppure incorre, disperando, nei lacci della morte? Se invoca il Nome di Gesù, non comincerà subito a respirare e a vivere nuovamente? Chi mai restò nell'indurimento del cuore come fanno tanti altri; o nel torpore delle gozzoviglie, nel rancore o nel languore del tedio? Chi mai, avendo in sé esaurito la sorgente delle lacrime, non l'ha sentita d'improvviso scorrere più abbondante e più soave, appena è stato invocato Gesù? Qual è quell'uomo che, timoroso e preoccupato in mezzo ai pericoli, invocando quel Nome di forza non abbia sentito subito nascere in sé la fiducia e svanire la paura? Chi è colui, vi chiedo, che sbattuto e vacillante in balia dei dubbi, non ha all'istante - lo dico senza esitare - visto risplendere la certezza all'invocazione di un Nome così luminoso? Chi, nell'avversità, mentre era in preda alla sfiducia, non ha ripreso coraggio al suono di quel Nome di valido aiuto? Sono queste infatti le malattie e i languori dell'anima ed esso ne è il rimedio.
Certamente, e posso provarvelo con quelle parole: Invocami, dice il Signore, nel giorno della tribolazione, e io ti libererò, e tu mi onorerai. Nulla al mondo arresta così decisamente l'impetuosità dell'ira e riduce ugualmente la gonfiezza della superbia. Nulla guarisce così perfettamente le piaghe della tristezza, comprime le irruenze della dissolutezza, spegne la fiamma della cupidigia, estingue la sete dell'avarizia, e distrugge tutti gli stimoli delle passioni disoneste. In verità, quando io nomino Gesù, ho davanti un uomo dolce e umile di cuore, benigno, sobrio, casto, misericordioso, in una parola splendente di ogni purezza e santità. È lo stesso Dio onnipotente che mi guarisce con il suo esempio, e mi rinforza con la sua assistenza. Tutte queste cose echeggiano nel mio cuore quando sento risuonare il Nome di Gesù. Così, in quanto è uomo, io ne ricavo degli esempi per imitarli, e in quanto è l'Onnipotente, ne ricavo un sicuro aiuto. Mi servo di quegli esempi come di erbe medicinali, e dell'aiuto come d'uno strumento per tritarle, e ne faccio così una mistura tale che nessun medico potrebbe farne una simile.
O anima mia, tu hai un antidoto eccellente, nascosto come in un vaso, nel Nome di Gesù! Gesù, infatti è un nome salutare e un rimedio che non risulterà mai inefficace per nessuna malattia. Che esso sia sempre nel tuo cuore, e nella tua mano: di modo che tutti i tuoi sentimenti e tutti i tuoi atti siano diretti verso Gesù".
Questa è dunque la forza e la soavità del santissimo Nome di Gesù, che fu imposto all'Emmanuele il giorno della sua Circoncisione; ma, siccome il giorno dell'Ottava di Natale è già consacrato a celebrare la divina Maternità, e il mistero del Nome dell'Agnello richiedeva solo per sé una propria solennità, è stata, istituita la festa di oggi. Il suo primo promotore fu nel XV secolo, san Bernardino da Siena, che stabilì e propagò l'usanza di rappresentare, circondato di raggi, il santo Nome di Gesù ridotto alle sue prime tre lettere JHS, riunite in monogramma. Questa devozione si diffuse rapidamente in Italia, e fu incoraggiata dall'illustre san Giovanni da Capistrano, dell'Ordine dei Frati Minori al pari di san Bernardino da Siena. La Santa Sede approvò solennemente tale omaggio al Nome del Salvatore degli uomini, e nei primi anni del XVI secolo Clemente VII, dopo lunghe istanze, accordò a tutto l'Ordine di san Francesco il privilegio di celebrare una festa speciale in onore del santissimo Nome di Gesù.

Roma estese successivamente questo favore a diverse Chiese ma doveva venire il momento in cui ne sarebbe stato arricchito lo stesso Ciclo universale. Fu nel 1721, dietro richiesta di Carlo VI imperatore di Germania, che il Papa Innocenzo XIII decretò che la festa del santissimo Nome di Gesù fosse celebrata in tutta la chiesa, e la fissò allora alla seconda Domenica dopo l'Epifania.
EPISTOLA (At 4,8-12). - In quei giorni; Pietro ripieno di Spirito Santo, disse: Capi del popolo, ed anziani, ascoltate: Giacché oggi siamo interrogati sul beneficio fatto ad un malato, affin di sapere in qual modo questo sia guarito, sia noto a voi tutti, e a tutto il popolo d'Israele, come in nome del Signor nostro Gesù Cristo Nazareno che voi crocifiggeste e Dio risuscitò da morte, in virtù di questo nome costui è salvo dinanzi a voi. Questa è la pietra riprovata da voi, costruttori, la quale è divenuta la pietra angolare. Ne c'è in altro salvezza. E non v'è altro nome Sotto il cielo dato agli uomini in virtù del quale possiamo salvarci.
Lo sappiamo, o Gesù: nessun altro nome fuorché il tuo poteva darci la salvezza. Quel nome infatti significa Salvatore. Sii benedetto per esserti degnato di accettarlo; sii benedetto per averci salvati! Tu appartieni al cielo, e assumi un nome della terra, un nome che può pronunciare una bocca mortale: unisci dunque per sempre la natura divina e quella umana. Rendiamoci degni di tale alleanza, e facciamo in modo che non ci avvenga mai di romperla.
VANGELO (Lc 2, 2-1). - In quel tempo: Come passarono gli otto giorni per la circoncisione del fanciullo, gli fu posto nome Gesù, com'era stato chiamato dall'Angelo prima che nel seno materno fosse concepito.
È nel momento della prima effusione del tuo sangue nella Circoncisione, o Gesù, che hai ricevuto il tuo Nome; e doveva essere così, poiché quel nome significa Salvatore, e noi non potevamo essere salvati che dal tuo sangue. Quella felice alleanza che tu vieni a stringere con noi ti costerà un giorno la vita, l'anello nuziale che imporrai alla nostra mano mortale sarà immerso nel tuo sangue, e la nostra vita immortale sarà il prezzo della tua morte crudele. Il tuo Nome santo ci dice tutte queste cose, o Gesù, o Salvatore! Tu sei la Vite, e c'inviti a bere il tuo Vino generoso, ma il celeste grappolo sarà duramente spremuto nel frantoio della giustizia del Padre celeste, e potremo inebriarci del suo divino liquore solo dopo che sarà stato violentemente staccato dal ceppo e frantumato. Che il tuo nome santo, o Emmanuele, ci richiami sempre alla mente questo sublime mistero, il suo ricordo ci preservi dal peccato e ci renda sempre fedeli!

Preghiamo
O Dio, che hai costituito il tuo Figlio Unigenito Salvatore del genere umano, ed hai voluto che fosse chiamato Gesù, concedici propizio di godere nel cielo la vista di Colui, del quale in terra veneriamo il santo Nome.
(da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 183-187)

Inno dell'Ufficio divino / Festa del Nome di Gesù
Jesu, dulcis memoria,
dans vera cordis gaudia,
sed super mel et omnia,
eius dulcis praesentia.

Nil canitur suavius,
nil auditur iucundius,
nil cogitatur dulcius,
quam Iesus Dei Filius.

Jesu, spes paenitentibus,
quam pius es petentibus!
quam bonus te quaerentibus!
sed quid invenientibus?

Nec lingua valet dicere,
nec littera exprimere:
expertus potest credere,
quid sit Iesum diligere.

Sis, Iesu, nostrum gaudium,
qui es futurus praemium:
sit nostra in te gloria,
per cuncta semper saecula.
Amen.
O Gesù, ricordo di dolcezza,
sorgente di forza vera al cuore,
ma sopra ogni dolcezza
dolcezza è la sua presenza.

Nulla si canta di più soave,
nulla si ode di più giocondo,
nulla di più dolce si pensa
che Gesù, figlio di Dio.

Gesù, speranza di chi ritorna al bene,
quanto sei pietoso verso chi ti desidera,
quanto sei buono verso chi ti cerca,
ma che sarai per chi ti trova?

La bocca non sa dire,
la parola non sa esprimere,
solo chi lo trova può credere
ciò che sia amare Gesù.

Sii, o Gesù, la nostra gioia,
tu che sarai l'eterno premio;
in te sia la nostra gloria
per ogni tempo.
Amen

23 commenti:

Anonimo ha detto...

Oggi celebriamo la Festa del Santissimo Nome di Gesù, un nome che non è solo un insieme di lettere, ma il riflesso stesso dell'amore di Dio per l'umanità. "Gesù" significa "Dio salva," e ogni volta che lo pronuncio, mi ricorda che non sono mai sola, che c'è un Dio che si è fatto uomo per salvarmi, per camminare con me e portare la mia croce quando diventa troppo pesante.
Crescendo, mia madre mi diceva spesso: "Invoca il nome di Gesù quando hai paura o sei in difficoltà. Lui è lì, sempre pronto ad aiutarti." Ricordo una notte, da bambina, quando il buio della mia stanza sembrava troppo grande e mi sentivo persa. Ho sussurrato: "Gesù, aiutami." Non è accaduto nulla di straordinario, ma il mio cuore si è calmato. Era come se un abbraccio invisibile mi avesse avvolta, e ho saputo che Lui era con me.
Ora, da adulta, il Nome di Gesù continua ad essere la mia roccia nei momenti di tempesta. Quando mi sento sopraffatta dalle difficoltà della vita, quando le ferite del passato riaffiorano o quando la solitudine pesa, basta un sussurro: "Gesù." Pronunciare il Suo Nome è come accendere una luce nel buio, è come dire al mio cuore: "Non temere, Lui è qui."
Questa festa mi invita a riflettere sulla potenza e la dolcezza di quel Nome. Mi chiedo: quante volte lo pronuncio con consapevolezza, con amore, con fede? E quante volte, invece, lo uso distrattamente o, peggio, non lo invoco affatto?
Il Nome di Gesù non è solo un rifugio, ma anche una chiamata: una chiamata a essere come Lui, a vivere il Suo amore, a portare la Sua pace. È un Nome che chiede di essere amato e vissuto.
Oggi, mentre celebro questa festa, voglio impegnarmi a rendere il Nome di Gesù il centro della mia vita quotidiana. Voglio ricordarmi che ogni volta che pronuncio quel Nome, invoco la presenza viva e reale di un Dio che mi ama senza condizioni e che mi chiama a fare lo stesso con gli altri.
Gesù, il tuo Nome è dolcezza e salvezza. Fa’ che sia sempre sulle mie labbra e nel mio cuore, perché non c’è altro nome nel quale trovare speranza, forza e vita.
Zarish Imelda Neno

Catholicus ha detto...

Fabio Battiston ,: un degno seguace di Mons. Viganò, anzi, va ancora più avanti, con sprezzo del pericolo a cui si espone : la ( falsa) chiesa della misericordia, dei " fratelli tutti, tutti, tutti", non perdona, infatti, a chi osa dissentire dai suoi deliranti progetti.


https://www.aldomariavalli.it/2025/01/04/fedeli-a-dio-padre-non-alla-chiesa-sinodale/amp/

tralcio ha detto...

La pienezza del tempo non indica che "dopo" Dio ha introdotto quel che non c'era "prima".
Il tempo diventa "pieno" perchè il nostro cronos (che divora i suoi figli) incontra l'Eterno. Cristo alfa e omega, ieri, oggi e sempre. L'Assoluto che non diviene.
Il tempo che scorre non è che una successione di istanti: in sta, "nello stare". Fermo.
Allora Dio eterno presente si fa Presente dandosi da mangiare per eternizzarci.
Nell'incarnazione Dio si è fatto come noi per farci come Lui.
Il tempo degli uomini vive l'idolo e il mito del progresso lineare.
Un tempo introdotto dal disordine, conoscenza del bene e del male, foriero di morte.
In Cristo è tutto un concentrarsi: con un centro. Ritorno. Rito. Giorni, settimane, anni...
Sulla circonferenza nessun punto è prima o dopo.
E se il raggio si restringe, tutto converge su un punto. Puntuali lì. Nell'intero.
Ecco dove conduce la Grazia, all'appuntamento, puntuali, nel punto detto centro.
Cristo, alfa e omega. Pienezza dei tempi, eternità.
Cos'è l'inferno? Una separazione. Un partire per la tangente alla circonferenza.
Non vai nel vuoto: stai eternamente separato. Senza senso, altroverso nell'universo.

Anonimo ha detto...

*(Ascoltiamo Don Dolindo). LA ROVINA DEL MONDO E' DOVUTA ALLA MESSA CELEBRATA MALE!*
I Sacerdoti credono di *commettere una piccola colpa,* quando si parano per la Messa *chiacchierando, tralasciando le preghiere che si fanno indossando i paramenti, comunicando col mondo esterno* . Essi fanno una *colpa molto grave* , perché *rendono vana un’azione che fa parte del Sacrifizio pubblico offerto a Dio* ; rendono vana un’azione che significa *al vivo il cammino di ogni fedele nel mondo* .
https://gloria.tv/post/PELgzEJWxR9T2acBshpBSVwgQ
Ieri primo Sabato del mese ho dovuto ripiegare alla S.Messa N.O.in Parrocchia . Mani giunte come ci fu insegnato da piccoli? Appunto, ci fu ! Nessuno tiene piu' le mani giunte tra i fedeli ed uno dei due con-celebranti le teneva conserte, come a scuola : braccia conserte! Mah!

Anonimo ha detto...

Signore Gesu', ho bisogno di essere salvato!
Gesu' Gesu' Gesu' !

Catholicus ha detto...

Ammirevole e lucidissimo questo commento di un blogger di questo portale cattolico :

“Nel momento in cui Bergoglio, od altri eretici, dichiarano fallibile la Chiesa di XX secoli, sostituendola con le loro innovazioni, si autogiudicano pure essi fallibili. Cioè se la Chiesa di XX secoli di papi infallibili viene dichiarata fallibile da loro, essi stessi non sono infallibili, per cui non possono pretendere di essere seguiti e creduti.
Sia in quanto in un struttura inventata e menzognera quindi, sia in quanto a loro dire la Verità non esiste. Questo il grado di rincitrullimento globale e satanico cui siam giunti con questi eretici”

Evidentemente a questi moderni (meglio dire modernisti) prelati difetta la conoscenza del principio di non contraddizione, del cosidetto "terzo escluso", oppure ci fanno con malizia e volontà d'inganno; possono imporsi solo con la violenza, l'emarginazione e la denigrazine dei disenzienti, e la loro cacciata dalla loro "Chiesa conciliare e sinodale", ma questo a sarebbe un punto di merito, una medaglia al valore, a parere di Fabio Battiston e dello stesso Monsignor Vigano'...certo è che al punto in qui siamo arrivati nessuno può più rimanere neutrale, o ci si posiziana da una parte della barricata oppure dall'altra, non esistendo una terza via....gli ignavi e i tiepidi verranno vomitati dlla bocca del Signore, lo ha detto Egli stesso.

Cristo: Alfa e Omega ha detto...

L’alfa e l’omega non dovrebbero evocare la visione del cimitero. Nell’Eden la fine era un compimento, atteso più del Natale. Nell’omega vi era solo poesia. L’uomo, immerso nel tempo, diveniva carico di anni e questa grazia lo faceva sentire sapiente, non vecchio.
Non vi era alcun pensiero di morte nell’Eden, perché è impossibile pensare a quello che non si conosce. Il passaggio all’eternità sopravveniva con un sonno assai più desiderato del sonno notturno, per via di sensazioni meravigliose: non il sonno della morte, ma un sonno di vita, dove i sogni sono realtà e la vita nel tempo un ricordo eroico.
Il tempo è un tutt’uno, creato con l’inizio e la fine. Il Cristo, infatti, dice di sé stesso di essere l’inizio e la fine. Passato e futuro sono solo sensazioni umane, non legate alla verità del tempo, ma alla finitezza della creatura prima di ricevere l’eternità.
Non l’immortalità – quella era già nell’uomo, che poteva cibarsi dei frutti dell’albero della vita e che è solo un sommarsi di giorni senza fine e, per questo, senza significato. Dio intendeva concedere all’uomo l’eternità del Paradiso, che supera l’immortalità poiché in questa non c’è un compimento, un significato, un senso, mentre nell'eternità c'è l'alfa e l'omega.
Morte o non morte, Eden o non Eden, il compimento avverrà comunque, o nell’agonia o nella quiete. A questo proposito, dice il Cristo: «In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno» (Gv 8, 52). Sant’Agostino afferma che «vedere la morte» significa «gustare», come una «piena esperienza» (Omelia 43).

Anonimo ha detto...

Questa domenica di rito romano si celebra la Festa del Santissimo Nome di Gesù.

Come nota Fr. Z:

" Questa è una festa relativamente nuova, originariamente celebrata dai francescani. Innocenzo XIII lo estese a tutta la Chiesa nel 1721. [Non vi piace come, nel TLM, possiamo dire che qualcosa del 1721, tre secoli fa, era "nuovo relativo"? —Peter Kwasniewski]

Difficilmente possiamo fare di meglio per introdurre questa domenica che citare l'Introito della Messa dei Filippesi 2:10-11: "Nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi, in cielo, in terra e sotto terra, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre. "

Se ogni ginocchio dovesse piegarsi al NOME di Gesù, che direbbe di fronte al CORPO di Gesù, cioè GESÙ stesso?

Sì, è una bella idea! È ora che qualcuno ci provi!

tralcio ha detto...

Il Santissimo nome di Gesù. Il nome della pienezza dei tempi.
Fu 2000 anni fa? Sarà tra qualche tempo? L'eterna Presenza è adesso. Ad ipsum.
Il futuro -verso cui tenderebbe una certa speranza progressista- non c’è.
Al massimo posso pensarlo adesso. Ma lo penso mentre non c'è.
La vita umana è da un qua a un là, a tempo, se resta priva di comunione con Dio.
In comunione con Dio (Dio si è fatto carne apposta) i tempi sono pieni di eternità.
Il tempo è pienezza non perchè vi "succede qualcosa", ma perchè sta in Dio.
La storia (i suoi regni) si concentra nel Re dell'Universo.
Nessuno sa molto del domani. Ma ti fanno brillare davanti "il sol dell'avvenire".
Solo i narratori amano predire per legare. Narrazioni volte a uno scopo.
Pro-getti, progressivi. Le magnifiche sorti delle nazioni. I deliri dell'uomo assoluto.
Dio che si fa carne e parla non dice quello.
Sperare è un dono che viene da Lui, non dall'uomo.
Dio vede quel che dice nell’eterno presente.
Succede anche ai santi. San Padre Pio vide quel che vedremo.
E' già morto al mondo, ma ha visto quel che avverrà.
Qualcuno di noi forse lo vedrà, ma lui lo vide da vivo.

Il timor di Dio è una Grazia, non il terrore: anche la croce nel presente fa guardare oltre.
Per fede (dono) spero (dono). La carità (dono di Dio) la vivo con fede e speranza.
Qui. Oggi.
Il segreto del Cristiano non è l’occulto gnostico.
Non è un privilegio per disprezzare i non iniziati.
Non è un talismano contro la sfortuna.
La croce resta tutta.
La vogliamo tacere o negare? Lei resta. Stat crux dum volvitur orbis.
Fa paura avere il mondo contro? Lui ha vinto il mondo!
Così al dunque si tremerà un po’… Tempi brutti, con tanti interrogativi.
Ognuno dirà la sua per spiegare. Ma la Verità è una. Eterna. Presente.
Parlerà. Grideranno le pietre. Farà paura a chi vive “per il progresso”.
Anche a chi cancella la memoria o ne fa caricatura.
A chi vive il presente senza Presenza di Cristo.

Anonimo ha detto...

Monsignor Viganó, omelia per Natale

Anonimo ha detto...

Da: "La mistica della Riparazione"

AI limite estremo, quando fossimo santi come Gesù, anche noi dovremmo caricarci di tutto il peccato umano, come lui. Possiamo riparare poco, e ripariamo poco effettivamente, proprio perché non siamo nel Cristo, perché estremamente imperfetta è la nostra unione con lui. Quanto più saremo nel Cristo, tanto più potremo dunque rappresentare l'umanità peccatrice, essere solidali con questa umanità per salvarla innanzi al Volto di Dio. Così, quando abbiamo espiato i nostri peccati, si inizia per noi il vero martirio. Santi della santità di Gesù, diveniamo vittime immolate che si offrono al Padre per ottenere misericordia. Quando per questa via saremo santi della santità di Gesù, in questa santità sl realizzerà l'unità nostra con Cristo e con tutti i fratelli, perché non ci separeremo più da loro, ma vorremo che la loro condanna sia la nostra, parteciperemo al loro castigo, sopporteremo il peso dell'universale peccato. Nessuna dottrina teologica rivela più di questa la nostra unità con gli uomini, manifesta maggiormente l'infinita carità di Dio e dice meglio la dignità del cristiano, chiamato a collaborare con Dio per sollevare il mondo e farlo partecipe della santità e della gloria di Dio.
Don Divo Barsotti

mic ha detto...

Ne ho tre da pubblicare, appena riesco...

Anonimo ha detto...

GESU' NON RICEVE UN NOME VUOTO E SENZA EFFICACIA, IN LUI QUESTO GRAN NOME NON E' PIU' OMBRA MA ESPRIME LA VERITA' (SAN BERNARDO)

Grande e ammirabile mistero! Il bimbo è circonciso e gli si impone il nome Gesù. Cosa significa questo accostamento? La circoncisione, invero, sembra fatta piuttosto per colui che deve essere salvato che per colui che salva; non è il Salvatore che dovrebbe circoncidere piuttosto che essere circonciso? Ma riconosci qui il mediatore tra Dio e gli uomini, che sin dai primi giorni della sua infanzia, avvicina le cose umane a quelle divine, le cose inferiori a quelle somme. Nasce da una donna, ma da una donna in cui il frutto della fecondità non fa svanire il fiore della verginità. E’ involto in panni, ma questi stessi panni dell’umanità sono onorati dai cantici angelici, è nascosto in una mangiatoia, ma è annunciato da una stella che brilla nei cieli. Nello stesso tempo la circoncisione prova la realtà dell’umanità che ha assunto, il suo nome che è al di sopra di ogni nome, indica la gloria della sua maestà. E’ circonciso come vero figlio d’Adamo, è chiamato Gesù come vero Figlio di Dio.

Questo mio Gesù non riceve un nome vuoto e senza efficacia, a guisa di coloro che l’hanno portato prima; in Lui questo gran nome non è più ombra ma esprime la verità. L’Evangelista attesta che esso fu imposto dal cielo, questo nome che l’Angelo gli aveva dato prima che fosse concepito nel seno di sua madre. Presta attenzione alla profondità di queste parole: “Dopo che Gesù fu nato” (Mt.2,1), fu chiamato Gesù dagli uomini, colui che così fu chiamato dall’Angelo prima che fosse concepito nel seno (Lc.2, 21). Infatti egli è nello stesso tempo Salvatore e dell’Angelo e dell’Uomo: Salvatore dell’Uomo, dall’Incarnazione, Salvatore dell’Angelo dall’istante della sua creazione. Fu chiamato Gesù –dice l’Evangelista- come fu chiamato dall’angelo. Sulla parola di due o tre testimoni si dimostra ogni fatto (cfr. Deut.19,15) e questa stessa parola, che è condensata nei Profeti, più manifestamente si legge nel Vangelo che ci mostra il Verbo incarnato

SS. NOME DI GESU
Lc. 2,21
S.BERNARDO
Sermo 1 de Circumcisione

E’ con ragione che, nella sua circoncisione, il bambino che ci è nato è chiamato Salvatore: è infatti da quel momento che Egli comincia l’opera della nostra salvezza versando per noi il suo sangue immacolato. I cristiani non hanno più da investigare per quale motivo il Signore Gesù Cristo ha voluto essere circonciso; ciò è avvenuto per la stessa ragione che l’ha fatto nascere e soffrire. Niente di tutto ciò era per lui ma tutto era per gli eletti. Egli non è nato nel peccato, non è stato circonciso per essere guarito dal peccato, non è morto per il suo peccato, ma a causa delle nostre colpe. Come fu chiamato- dice l’Evangelista- dall’Angelo prima che fosse concepito nel seno. E’ chiamato chiaramente col suo nome, nome non impostogli ma che gli appartiene da tutta l’eternità. E’ per sua natura che ha il titolo di Salvatore, questo nome è suo da prima della sua nascita, egli non lo riceve da nessuna creatura angelica o umana.

S.BERNARDO
Sermo 2 de Circumcisione
Breviario Romano, Mattutino, Letture del III Notturno

Viandante ha detto...

Auguro a tutti una benedetta festa del Santo Nome di Gesù.

O Gesù, sii la nostra forza, sii la nostra salvezza, sii la nostra gioia per sempre!

Anonimo ha detto...

Domanda: il succitato Battiston chiude il suo intervento dicendo "andiamocene fuori da questa....-". Ripeto, e pongo la domanda a te: andiamo DOVE?

Anonimo ha detto...

Don Alberto Secci
Non è dato altro Nome
https://m.youtube.com/watch?v=-fYfO1lamTo

Anonimo ha detto...

LITANIE DEL SANTISSIMO NOME DI GESÙ

Kýrie, eléison.
Christe, eléison.
Kýrie, eléison.
Iésu, audi nos. Iésu, audi nos.
Iésu, exáudi nos. Iésu, exáudi nos.
Pater de cœlis, Deus, miserére nobis.
Fili, Redémptor mundi, Deus, miserére nobis.
Spíritus Sancte, Deus, miserére nobis.
Sancta Trínitas, unus Deus, miserére nobis.
Iésu, Fili Dei vivi, miserére nobis.
Iésu, splendor Patris, miserére nobis.
Iésu, candor lucis ætérnæ, miserére nobis.
Iésu, Rex glóriæ, miserére nobis.
Iésu, sol iustítiæ, miserére nobis.
Iésu, Fili Maríæ Vírginis, miserére nobis.
Iésu amábilis, miserére nobis.
Iésu admirábilis, miserére nobis.
Iésu, Deus fortis, miserére nobis.
Iésu, Pater futúri sæculi, miserére nobis.
Iésu, magni consílii Ángele, miserére nobis.
Iésu potentíssime, miserére nobis.
Iésu patientíssime, miserére nobis.
Iésu obœdientíssime, miserére nobis.
Iésu, mitis et húmilis corde, miserére nobis.
Iésu, amátor castitátis, miserére nobis.
Iésu, amátor noster, miserére nobis.
Iésu, Deus pacis, miserére nobis.
Iésu, áuctor vítæ, miserére nobis.
Iésu, exémplar virtútum, miserére nobis.
Iésu, zelátor animárum, miserére nobis.
Iésu, Deus noster, miserére nobis.
Iésu, refúgium nostrum, miserére nobis.
Iésu, pater páuperum, miserére nobis.
Iésu, thesáure fidélium, miserére nobis.
Iésu, bone pastor, miserére nobis.
Iésu, lux vera, miserére nobis.
Iésu, sapiéntia ætérna, miserére nobis.
Iésu, bónitas infiníta, miserére nobis.
Iésu, via et vita nostra, miserére nobis.
Iésu, gáudium Angelórum, miserére nobis.
Iésu, rex Patriarchárum, miserére nobis.
Iésu, magíster Apostolórum, miserére nobis.
Iésu, doctor Evangelistárum, miserére nobis.
Iésu, fortitúdo Mártyrum, miserére nobis.
Iésu, lumen Confessórum, miserére nobis.
Iésu, púritas Vírginum, miserére nobis.
Iésu, coróna sanctórum ómnium, miserére nobis.
Propítius esto, parce nobis, Iésu.
Propítius esto, exáudi nos, Iésu.
Ab omni malo, líbera nos, Iésu.
Ab omni peccáto, líbera nos, Iésu.
Ab ira tua, líbera nos, Iésu.
Ab insídiis diáboli, líbera nos, Iésu.
A spíritu fornicátionis, líbera nos, Iésu.
A morte perpétua, líbera nos, Iésu.
A negléctu inspiratiónum tuárum, líbera nos, Iésu.
Per mystérium sánctæ Incarnátionis túae, líbera nos, Iésu.
Per nativitátem tuam, líbera nos, Iésu.
Per infántiam tuam, líbera nos, Iésu.
Per diviníssimam vitam tuam, líbera nos, Iésu.
Per labóres tuos, líbera nos, Iésu.
Per agóniam et passiónem tuam, líbera nos, Iésu.
Per crucem et derelictiónem tuam, líbera nos, Iésu.
Per languóres tuos, líbera nos, Iésu.
Per mortem et sepultúram tuam, líbera nos, Iésu.
Per resurrectiónem tuam, líbera nos, Iésu.
Per ascensiónem tuam, líbera nos, Iésu.
Per sanctíssimae Eucharístiæ institutiónem tuam, líbera nos, Iésu.
Per gáudia tua, líbera nos, Iésu.
Per glóriam tuam, líbera nos, Iésu.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, parce nobis, Iésu.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, exáudi nos, Iésu.
Agnus Dei, qui tollis peccáta mundi, miserére nobis, Iésu.
Iésu, audi nos. Iésu, audi nos.
Iésu, exáudi nos. Iésu, exáudi nos.

Orémus.
Dómine Iésu Christe, qui dixísti: “Pétite, et accipiétis; quáerite, et inveniétis; pulsáte, et aperiétur vobis”, quæsumus, da nobis peténtibus diviníssimi tui amóris afféctum, ut te toto corde, ore et ópere diligámus, et a tua nunquam láude cessémus.

Sancti nóminis tui, Dómine, timórem páriter et amórem fac nos habére perpétuum: quia nunquam tua gubernatióne destítuis quos in soliditáte túæ dilectiónis instítuis: Qui vivis et regnas in sæcula sæculórum. Amen.

Anonimo ha detto...

BUONA DOMENICA - II DOPO IL
S. NATALE -

da INNO alle Letture
Sorge una nuova luce
nella notte del mondo:
adoriamo il Signore!

Questa raccomandazione di S. Paolo ai Tessalonicesi è per me, ché ne ho difetto:
"Il vostro parlare sia sempre con grazia, condito di sapienza, per saper come rispondere a ciascuno".

V. Il Signore ci apra le labbra, e la bocca proclami la lode di Dio.
R. Per annunziare il Mistero di Cristo.

Dai Discorsi di S. Agostino - Vescovo -
" Chi mai potrà conoscere tutti i tesori di Sapienza e di Scienza che Cristo racchiude in sé, nascosti nella povertà della Sua carne?" (2 Cor.)
"Assumendo la mortalità dell'uomo e subendo nella sua persona la morte, Egli si mostrò a noi nella povertà della condizione umana: non perdette, però, le sue ricchezze quasi gli fossero state tolte, ma ne promise la rivelazione nel futuro".
"Divenuto figlio dell'uomo, Lui unico figlio di Dio, rende figli di Dio molti figli degli uomini".
"Se ancora non siamo preparati al banchetto del nostro Padre, riconosciamo il presepe del nostro Signore Gesù Cristo".

Anonimo ha detto...

Vangelo secondo Giovanni

Il Prologo

1 In principio era il Verbo,
il Verbo era volto verso Dio
e il Verbo era Dio.
2 Egli era in principio presso Dio:
3 tutto è stato fatto per mezzo di lui,
e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.
4 In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini;
5 la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno soffocata.
6 Venne un uomo mandato da Dio e il suo nome era Giovanni.
7 Egli venne come testimone per rendere testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
8 Egli non era la luce, ma doveva render testimonianza alla luce.
9 Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo.
10 Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, eppure il mondo non lo riconobbe.
11 Venne fra la sua gente, ma i suoi non l'hanno accolto.
12 A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio:
a quelli che credono nel suo nome,
13 i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati
generati.
14 E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre, pieno di grazia e di verità.
15 Giovanni gli rende testimonianza e grida: «Ecco l'uomo di cui io dissi:
Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me».
16 Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto e grazia su grazia.
17 Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,
la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.
18 Dio nessuno l'ha mai visto: un Dio Figlio unigenito, che è volto verso il seno del Padre,
lui lo ha rivelato.

Anonimo ha detto...

Oggi, vigilia della Epifanìa di NSGC , il nostro Sacerdote di riferimento ci ha donato la Benedizione ed Esorcizzazione dell'acqua. Laus Deo!

Anonimo ha detto...

Cit. Guido Villa
Oggi alla Messa tridentina abbiamo celebrato la FESTA liturgica del Santissimo Nome di Gesù. Due giorni fa avevo celebrato nella Messa attuale la MEMORIA del Santissimo Nome di Gesù.

Si è passati da una FESTA a una MEMORIA. E parliamo di Da questa riduzione si vede quale amore e devozione per il Santissimo Nome di Gesù provava chi ha pensato la Riforma liturgica del 1969.

Anonimo ha detto...

Per qualche motivo, quest'anno mi ha colpito con maggiore forza che mai quanto saggiamente la Santa Madre Chiesa, nel suo calendario di rito latino sviluppato organicamente, svela il mistero natalizio, come un sole radioso i cui raggi arrivano sempre più lontano.
La salvezza promessa emerge prima a Betlemme;
la Vecchia Legge si adempie nella circoncisione, e il Nome che gli è stato dato in quel tempo, il Nome sopra tutti i nomi (Dio salva), è esaltato;
i Gentili che finalmente sono invitati a unirsi al popolo di Dio vengono a rendere omaggio;
la famiglia in cui Gesù trascorse i suoi anni nascosti riceve attenzione;
viene richiamata l'apertura al suo pubblico ministero, il battesimo nel Giordano;
e infine, la seconda domenica dopo l'Epifania, viene ricordato il primo miracolo o segno, l'inizio della "Sua Ora".
È magnificamente orchestrato.
Rispetto a questa maestosa disinvoltura, il nuovo calendario è come una scatola di giocattoli versati a caso.

Anonimo ha detto...

Ho un'eta' veneranda e ricordavo vagamente la Benedizione delle acque e la fatica del "prete prete" ad operare nel Nome di Gesu'. Perche' e' nel Nome di Gesu' che ha operato Pietro! Sia lodato Gesu' Cristo!