Stati Uniti D'america: Un Impero senza imperatore
A dispetto della vulgata comune, il potere imperiale americano non risiede alla Casa Bianca, neanche quando è sostenuta dalla maggioranza del Congresso. Le imponenti macchine dell’amministrazione federale determinano la traiettoria della nazione nel garantire la continuità strategica della proiezione egemonica. L’elezione del presidente, considerata un passaggio importante della parabola imperiale, in realtà si configura essenzialmente come un cambio di rappresentanza e di narrazione. Il caso di Donald Trump, efficace interprete del malessere strutturale del ceppo dominante di ascendenza germanica.
Le elezioni americane suscitano sempre grande interesse perché considerate di massima importanza per la traiettoria della superpotenza egemone del pianeta e quindi per gli effetti a ricaduta sulle nostre vite. In realtà il peso dell’inquilino della Casa Bianca è ampiamente sopravvalutato.
I Funding Fathers avevano una profonda avversione per l’assolutismo monarchico inglese e allo stesso tempo credevano che un’amministrazione virtuosa della Repubblica dovesse essere protetta dai volubili umori del popolo. Dunque da un lato vollero creare un sistema di pesi e contrappesi particolarmente efficace per evitare che un singolo potere sovrastasse gli altri, dall’altro scoraggiarono in vari modi il voto popolare. Ne è uscita una Costituzione nella quale il presidente assume un ruolo simbolico di rappresentanza e di narrazione. Si ritiene a torto quella americana una repubblica presidenziale, si tratta in verità di un regime prettamente parlamentare, poiché il potere politico risiede soprattutto nel Congresso. Il presidente è quasi impotente senza la maggioranza delle Camere e non le può sciogliere.
Inoltre, nella loro visione piuttosto aristocratica e poco democratica della società, i Padri Fondatori vollero ridimensionare il ruolo della politica in favore di quello dell’amministrazione dello Stato nel definire la traiettoria della nazione. Non a caso nella Costituzione la parola “democrazia” non è mai citata e ancora oggi gli americani chiamano “The Government” la burocrazia statale e non il potere esecutivo. Ovviamente non potevano prevedere che l’America sarebbe diventata il più vasto, pervasivo e potente impero informale su scala planetaria che la Storia abbia mai conosciuto, quindi non avrebbero mai immaginato che l’amministrazione federale avrebbe assunto le gigantesche dimensioni attuali. La crescita ipertrofica degli apparati statali, soprattutto nel secondo dopoguerra, è stata tale da far venir meno proprio quel bilanciamento dei poteri cercato e realizzato sin dalla fondazione.
Il più grande datore di lavoro al mondo non è una delle multinazionali private presenti su scala globale – Wal Mart, Mc Donald’s, Coca-Cola, per citarne alcune – né l’esercito di uno dei due Paesi più popolosi del mondo – India e Cina - ma il Dipartimento della Difesa americano (“Pentagono”) con i suoi quasi tre milioni di dipendenti. Senza considerare quelli secretati (“classified”) e gli impiegati da società private alle sue dipendenze, come, ad esempio, i “contractors”. I servizi segreti statunitensi costituiscono un corpo estremamente ampio e articolato, composto da ben diciassette agenzie di intelligence – tra cui la più nota, la CIA - non di rado con visioni e tattiche divergenti, in forte competizione tra di loro. Considerando la complessa rete di organizzazioni, think tank e imprese a esse collegate è difficilmente calcolabile il numero esatto degli effettivi totali impiegati nel settore. Nel 2010 il Washington Post azzardò una stima approssimativa per difetto, che contava fino a oltre ottocentomila individui che avevano accesso a informazioni “classificate” della sicurezza nazionale. Numero necessariamente parziale, perché non può tener conto di un numero imprecisato di agenti sparsi per il pianeta, che non compare nei registri ufficiali perché sotto copertura.
Se consideriamo la macchina federale statunitense nel suo complesso, arriviamo a oltre cinque milioni di dipendenti registrati. Tra di loro migliaia di funzionari in ruoli apicali, supportati da decine di migliaia di tecnici con competenze specifiche, amministrano e hanno la responsabilità sui quadranti del globo terracqueo loro assegnati. Una vera e propria struttura organizzativa capillare di matrice imperiale, che de facto colloca il potere di “governo” del pianeta nelle mani degli apparati dello Stato americano.
Indipendentemente dall’inquilino della Casa Bianca e dal colore politico del Congresso, le imponenti macchine dell’amministrazione federale assicurano la continuità strategica dell’impero, i cui pilastri strutturali sono il controllo di tutti i mari del pianeta e il dominio dell’Europa. Per il loro mantenimento e consolidamento è assolutamente necessario impedire che la Germania converga geopoliticamente verso la Russia e la Cina e che Pechino assuma il controllo del mar Cinese grazie alla conquista di Taiwan. Nessun inquilino della Casa Bianca e nessuna maggioranza del Congresso potranno mai abdicare a tali imperativi strategici di lungo periodo, gli apparati non glielo consentirebbero.
Gli Stati Uniti non sono una nazione ordinaria, ma un impero multinazionale, fin dalla fondazione dominato dal ceppo anglosassone-celtico (inglesi, scozzesi e irlandesi), successivamente fuso in quello germanico (tedeschi e scandinavi), divenuto maggioritario grazie alla grande immigrazione dell’Ottocento. Concentrati maggioritariamente nel Midwest e, più in generale nella parte continentale del Paese, i Deutschamerikaner, caratterizzati da rigida disciplina sociale, elevata produttività e grande appartenenza comunitaria, hanno costituito la spina dorsale dell’imponente sviluppo economico e della soverchiante forza militare, che hanno condotto l’America a conquistare e sottomettere il pianeta. Ma essere in prima linea nel mantenimento e consolidamento della supremazia mondiale è compito estremamente gravoso e non solo per la perenne condizione bellica che impone. Come l’Impero Romano e l’Impero Britannico che li hanno preceduti, gli Stati Uniti d’America non possono prescindere da altri due elementi strutturali del loro status egemonico: il gigantesco deficit commerciale e l’imponente flusso immigratorio. Il primo è necessario per tenere le “province” economicamente dipendenti, assurgendo ad acquirente di ultima istanza dei loro prodotti; il secondo è inaggirabile per mantenere la società altamente dinamica e competitiva e soprattutto la popolazione giovane, aggressiva e violenta. I sacrifici economici imposti dalla deindustrializzazione, l’assorbimento e l’assimilazione di quantità sempre crescenti d’immigrazione e il continuo sforzo bellico, hanno generato e fatto crescere nel ceppo dominante quel malessere che caratterizza tutti i grandi imperi nella loro fase matura. Negli Stati Uniti ha cominciato a manifestarsi con il secondo mandato dell’amministrazione Bush e da allora non ha cessato di crescere.
Emblematico rappresentante del ceppo dominante germanico, Donald Trump ha saputo farsi interprete del suo malessere. I pilastri elettorali del MAGA vanno a incidere proprio sulle tre sue maggiori cause, al fine di alleviarlo: reindustrializzare il Paese, abbattere il flusso immigratorio, chiudere le guerre e riportare casa i soldati. Programma eminentemente irrealistico, perché configurerebbe un ritiro dell’America dal suo impero per chiudersi in un anacronistico isolazionismo nazionalista. Gli apparati dello Stato non lo permetterebbero mai, come testimonia il primo mandato del Tycoon newyorkese. I suoi propositi a dir poco velleitari di ridimensionare a tal punto il potere dell’amministrazione federale – Deep State, come è solito chiamarla con connotazione negativa - da elevare la Casa Bianca, supportata dalla maggioranza del Congresso, a determinare una nuova postura geopolitica isolazionista, si scontrano necessariamente con la materiale impossibilità di realizzare lo Spoil System di decine di migliaia di burocrati altamente specializzati. Ma anche nell’ipotesi in cui il presidente riuscisse miracolosamente in una tale impresa titanica, la stessa anima profonda del Paese non accetterebbe mai di abdicare al ruolo di superpotenza egemone del globo. La propaganda elettorale si ritrova a fare i conti con la realtà dei fondamentali geopolitici.
Tuttavia gli impiegati del cosiddetto Deep State sono in massima parte membri del ceppo dominante, quindi fortemente sensibili e ricettivi ai suoi umori. L’assalto a Capitol Hill di quasi quattro anni fa ha rappresentato un punto di rottura importante nella parabola imperiale di Washington, poiché gli apparati non hanno affatto sottovalutato quell’acuta manifestazione di malessere portata nella Capitale dalla pancia del Paese.
Ciò spiega il cambio epocale di postura che gli Stati Uniti hanno inaugurato durante l’amministrazione Obama, fortemente accelerato dopo l’assalto al Campidoglio sotto l’amministrazione Biden. L’America sta ridimensionando il più possibile il suo intervento e financo il suo presidio sugli scacchieri ritenuti meno strategici, appaltandoli a suoi agenti di prossimità (“proxy”). Un esempio su tutti il Medio Oriente, dove gli apparati hanno lavorato alacremente per una convergenza tra Israele e i Paesi arabi sunniti al fine di contenere l’Iran, arrivando alla firma dei “Patti di Abramo”. Figlio dello stesso ridimensionamento, il disimpegno dall’Afghanistan si è svolto in modo “disordinato” - a voler usare un eufemismo - perché sul ritiro e la contestuale consegna del Paese ai Talebani non vi è stata convergenza, ma piuttosto una vera e propria spaccatura tra le diverse agenzie federali. Nel Sahel, in seguito alla nuova postura di Washington, i francesi non sono riusciti a mantenere tutte le posizioni e alcune tradizionali roccaforti del (neo)colonialismo transalpino sono finite nelle mani dei russi. Contemporaneamente e simmetricamente gli apparati hanno intensificato il presidio degli scacchieri giudicati strategici, come la Germania, l’Est Europa e l’Estremo Oriente.
L’istituzione dei dazi o comunque l’assunzione di politiche di incentivi all’industria americana, iniziata sotto Obama, proseguita durante il primo mandato Trump e accelerata sotto Biden, non ha l’obiettivo illusorio e anti-imperiale di reindustrializzare il Paese, ma quello concreto e strategico di ridimensionare gli enormi surplus commerciali di Cina e Germania. Entrambi i paesi li usano soprattutto per contenere le forti spinte centrifughe interne, che altrimenti dilanierebbero la loro unità nazionale. Surplus di cui allo stesso tempo beneficiano le loro proiezioni, più o meno consapevoli, di egemonia geo-economica regionale e/o mondiale. Tuttavia l’effetto secondario di una certa reindustrializzazione generato dalle misure, non può che alleviare il malessere economico del ceppo dominante.
La costruzione del muro per sigillare il confine messicano, iniziata durante l’amministrazione Obama e nettamente accelerata negli ultimi quattro anni, non ha lo scopo nazionalista e irrealistico di arrestare il flusso di ispanici in entrata, ma l’obiettivo squisitamente imperiale di agevolare l’assimilazione degli immigrati, creando una separazione fisica che recida i loro legami culturali con la madrepatria.
Il risultato delle elezioni dunque non fa che confermare una tendenza strutturale in atto da almeno un ventennio nella società statunitense: il malessere del ceppo dominante. L’America continentale di ascendenza maggioritariamente germanica, che sostiene il gravoso fardello imperiale, è frustrata e arrabbiata. Nutre rancore verso le Coste e le “province” dell’Europa occidentale – “La vecchia Europa”, secondo la celebre definizione di Donald Rumsfeld – considerate alla stregua di parassiti che vivono alle sue spalle, in qualità di maggiori beneficiari della Pax Americana senza contribuire ai sacrifici necessari per difenderla. Frustrazione e rabbia che è stato abile a raccogliere e narrare Donald Trump, trionfando nel confronto elettorale.
Lungi dal rappresentare una “svolta” o addirittura una “nuova era”, l’elezione del Tycoon newyorkese alla Casa Bianca rafforzerà, soprattutto nella narrazione, la nuova postura geopolitica che gli apparati federali portano avanti dalla fine degli anni Dieci. Probabilmente i dazi aumenteranno, soprattutto verso le merci tedesche e cinesi. Sicuramente i “partner” europei saranno spinti ad assumersi maggiori responsabilità all’interno della NATO per contribuire a difendere la Pax Americana dai suoi antagonisti. Sul tema cambieranno i toni, che saranno molto meno amichevoli, rispetto alla precedente amministrazione, ma la sostanza resterà la stessa. Si procederà sempre più speditamente alla costruzione del muro, non per respingere, ma per assimilare al ceppo dominante il flusso, sempre crescente, d’immigrati ispanici.
L’America è impero o non è, non può diventare una nazione ordinaria. Non ha mai concepito la figura dell’imperatore, proprio perché nata in opposizione all’assolutismo monarchico. Non può essere un singolo uomo, per quanto carismatico, per quanto beneficiario di un ampio consenso, a modificare i fondamentali geopolitici di una collettività. Ancor meno se eminentemente imperiale come quella americana. (Fabrizio Agnocchetti - Fonte)
29 commenti:
Vi sono alcune parti degne di migliore e più approfondita analisi (come i reali poteri dei presidenti, spesso sopravvalutati), ma quello che viene definito "ceppo di origine germanica" altro non sarebbe che la famosa "aristocrazia WASP". E la P sta per "protestante". Quindi l'attenzione deve essere mantenuta alta, sì.
https://www.laciviltacattolica.it/articolo/stati-uniti-damerica-limpero-nascosto/
“La fine dell'impero americano” (La nave di Teseo) di Alan Friedman ci rivela il fallimento della leadership americana in alcuni snodi cruciali della storia, accompagnandoci nel dietro le quinte dell’America di Donald Trump e Kamala Harris: un Paese diviso come mai era accaduto prima.
Il libro qui
https://bit.ly/Feltrinelli_ElezioniUsa
Regno di questo mondo… uno tra i tanti, anche se di quelli più importanti.
Ipocrisia di fondo: dirlo democratico e libero, essendo oligarchico (sinarchico) e asservito.
La raison ha appiattito il pensiero (leggasi altro bell’articolo tra Jane Austin e il racconto biblico) costringendolo ai confini della città terrena, ricca di vita ma destinata alla morte senza prospettive di passaggio ma solo di sepoltura, oggi ridotta in molti casi a cremazione.
Vita bruciata, ma non infiammata di Spirito santo. Vita dalle molte luminarie, ma spenta dalla perdita di senso. Vita sensuale, ma spesso insensibile a una prossimità diversa dall’utile e dal piacevole.
Dio parla? Un puro spirito ha forse una corda vocale, una lingua e una bocca?
Solo se si incarna. E l’ha fatto.
Ma Dio è eterno, fuori dal tempo.
La sua parola è un soffio , più silenzioso del vento. Lo Spirito di Dio creatore si fa udire nella Parola che si fa carne, volontà del Padre.
Che dire dei regni mondani che tacciono o trascurano il vero Re? Che eleggono volti rappresentativi, mentre da Hollywood, da Wall Street o dal Pentagono sprigionano ragnatele tanto imprigionanti quanto grondanti di falsa libertà, ideologia, vizio e spregiudicatezza?
Attendono un avvertimento, che giungerà a richiamare all’ordine.
Quello di un reset, per il nuovo ordine mondiale, estraneo però ai dominatori del mondo occulti e burattinai.
USA: sconfitta l'agenda lgbt
Bisognerà arrivare all'eccesso opposto per rimettere le cose in equilibrio i prossimi anni.
Non deve avere più diritto alla dimensione né pubblica né politica né sociale la questione dell'orientamento sessuale.
Non esistono i diritti sessuali sono una invenzione per distrarre solo dai diritti sociali così come l'introduzione delle droghe e del libertinaggio servì a distrarre dalla mobilitazione etica e politica dei giovani negli anni della guerra fredda quando si misero a contestare l'arbitrio dell'impero americano
Trump vuole la pace e corre voce:
"Ciò non significa assolvere Putin, che era e rimane un oligarca feroce, dall'aver violato i confini di uno stato sovrano"
Ne siete proprio sicuri? O non è forse vero che "Putin è un oligarca feroce" grazie alle stron@zate pedissequamente ripetute da televisioni e fogli di cartastraccia asserviti alle pretese dei loro padroni - che hanno tutto l'interesse a far credere "ai beoti nostrani" quanto asserito da loro e dai padroni americani?
E, adesso, tranquilli, chi vuole può serenamente chiamarmi "putiniana" (ma se provvederete a "studiare un po' ed a cercare di riflettere con le "vostre teste" e non con quelle altrui" imparereste a correggere facilmente il vostro modo di pensare)
Dopo i fatti di New Orleans
Negli USA pullulano i terroristi, finora sotto traccia, e ora temono un nuovo 11 settembre...
No, non condivido la posizione dell'articolo, non la vedo esatta. Piuttosto potrebbe parlare così un membro o sottoposto del deep state. Anzi a tutto è che il deep state esiste e non ha collocazione solo americana, è anche da noi, anzi Roma kaput mundi del paganesimo, nuova Babilonia. L'impero voluto dal deep state ( nobiltà nera, poteri finanziari industriali guerrafondai, massonerie) è americano, è stato americano con la nato come proprio esercito. Ha ambito a potere militare, finanziario e religioso, e ci è riuscito per permissione Divina. Dio ha castigato come mai prima " al più tardi nella seconda metà del xx secolo" ( La Salette dove recentemente ha pianto la Statua, e pure la Madonna nera). Ma l'impero nelle mani del deep state non ha nemici? Ognuno che ama Dio gli è nemico, e non è possibile credere che non esista pure un insieme di poteri ( caratterizzato dall'onestà delle persone non dall'istituzione in sè) che comunque combatte questo deep state malvagio. Trump, preghiamo, che appartenga a questi? Putin? Xi? .. e nelle periferie Meloni o simili? Vedremo: il Cuore Immacolato trionferà. Mi sovviene la statua di Nabucodonosor con piedi argilla/ ferro, è il tempo dell'impero dei piedi. Una Pietra rotolara dalla montagna abbatterà la statua.
Questa nozione di americani (bianchi) di "ceppo germanico" non sarebbe accettata dagli stessi. Si considerano anglosassoni, come origine ormai lontana, ma soprattutto americani, i legittimi abitanti del continente, la classe dominante. I popoli ritenuti inferiori perché cattolici e impegnati in prevalenza nei lavori umili e nel crimine, come gli irlandesi e gli italiani, o gli asiatici, hanno fatto parecchia strada rispetto al passato. Allo stesso modo degli ebrei, una componente importante del sistema, assenti dall'articolo. Il gruppo ispanico è in forte espansione, soprattutto nelle forze armate. La classe dominante oggi ricomprende anche elementi della borghesia nera qualificata.
Ma l'articolo si occupa soprattutto della classe dominante tradizionale, WASP in origine. Un particolare viene omesso, tra altri: gli Stati Uniti hanno il doppio della popolazione della Russia, sono circa 315 milioni. Fatale che un paese così popoloso debba esser governato da una vasta burocrazia, che poi diventa difficile controllare. Ai tempi della Grande Guerra mi sembra che gli Stati Uniti fossero circa 90 milioni di persone. Dati da controllare.
Circa l'espansione imperiale. Gli Stati Uniti la concepivano all'inizio nelle due Americhe (dottrina Monroe) e nel Pacifico. Infatti, con la guerra del 1898, si impossessarono di ciò che restava del decrepito impero spagnolo: Cuba e le Filippine, affacciandosi quindi sul Pacifico. Ma l'opposizione ad entrare nelle due guerre mondiali era molto forte, l'entrata in guerra fu favorita dagli errori degli avversari. Nel 1917 la Germania dichiarò la guerra sottomarina totale e Wilson colse l'occasione dell'affondamento di una nave mercantile americana per ottenere dalla maggioranza del Congresso la dichiarazione di guerra, alla sola Germania (2.4.1917). Nel 1941, Roosevelt stava da tempo appoggiando in tutti i modi gli inglesi e si preparava all'entrata in guerra, che sarebbe stata comunque difficile ottenere dal Congresso senza l'insensato attacco giapponese a Pearl Harbor, che apparve anche proditorio.
Certamente, la burocrazia condiziona chi è al governo. Lo vediamo anche in Italia. Questo dipende anche dal fatto che lo Stato moderno fa tante cose che in passato lo Stato non faceva.
Trump può comunque "far pulizia" nell'apparato, anche se il compito non sarà facile. Non è credibile che Trump voglia abbandonare la Nato o rinunciare ad altre posizioni dominanti. Il ritiro dall'Afghanistan è stato disastroso per colpa di Biden, che ha dimostrato subito la sua incompetenza. L 'Afghanistan, come dimostra la sua storia, non può esser tenuto da una potenza straniera: si tratta di popolazioni feroci e indomabili, sempre pronte a tradirti, da sempre dedite al brigantaggio e al traffico della droga. Da gente così bisogna solo difendersi.
Una guerra che Trump, dati i suoi precedenti, dovrebbe appoggiare sul piano tecnico potrebbe essere l'attacco aereo israeliano alle basi atomiche iraniane, dal punto di vista geostrategico necessario per concludere la campagna contro gli eserciti terroristi sostenuti da Teheran, eliminando tra l'altro la grave e reale minaccia dell'atomica nelle mani degli Ayatollah.
Circa il muro per bloccare i clandestini nel Sud degli USA: mi atterrei all'interpretazione più semplice: lo scopo è fermare l'invasione non favorire l'integrazione.
Da quello che capisco gli imperi, i regni, cadono per una lenta corruzione, mentale eppoi economica, che parte prossima al potere. Direi che il tradimento, in tutte le sue varianti, è l'arma principe che ruota intorno al potere.Tradimento e corruzione sono gli strumenti della sovversione, sia di quella al passo dei tempi, sia di quella conservatrice. Per evitare queste calamità occorrerebbe saper distinguere il Bene dal Male, il Bello dal Brutto, il Vero dal Falso, cioè essere in grado di riconoscere e rigettare illusioni e tentazioni. Se questo non è mai accaduto principalmente la colpa è stata della Chiesa Cattolica, che sempre più a singhiozzo è stata all'altezza del suo compito, finendo così col gettare cesta e bambino
m.a.
La religione (qualunque essa sia) rende culto a Dio tentando una salita, attrezzandosi allo sforzo.
Nel cristianesimo questo non manca, ma (un unicum) consiste nel tentativo di rendere grazie alla DISCESA di Dio per rivelarsi nella Sua Verità e per salvarci.
Dio si fa uomo perché l’uomo torni a far comunione (quella che fu perduta).
Che cosa c’entra con gli USA?
Semplicemente questo: l’eterno Verbo se ne ride dai Cielo di chi si vanta di un allunaggio.
La Torah rappresenta la legge per distinguersi dal vivere senza senso: fu data per indicare Cristo.
Il Talmud venne dopo la distruzione del tempio, negato Cristo.
La prima alleanza stabilisce l’attesa del Messia e l’abbandono dell’idolatria.
La cabala è idolatria.
C’è confusione nei regni terreni, mentre la nuova alleanza attende la Parusia del Re.
C’è chi pilota gli USA. Una intelligenza artificiale, come molte americanate plastiche, siliconate, da notte degli Oscar.
Condivido l'ottimo articolo di Fabrizio Agnocchetti dall'inizio alla fine.
Non vedo cosa avesse di sconveniente la mia risposta all'amico delle 9:11 che non mi è stata fatta passare.
Non credo l'affermazione scherzosa che abbreviando quella illeggibile sigla ormai chilometrica si poteva confondere con una marca coreana di televisori alquanto nota (io ne ho uno) o con una lettera in più si fa confusione con una marca di trenini (l'ho scoperto stamani: sono dei "trenini" in grande scala fatti per essere usati anche all'aperto) o, anche, con le bombe a guida laser.
Forse perchè ho espresso scetticismo nel criminalizzare l'orientamento sessuale deviante?
Forse che se si ritorna a definire l'omosessualità una malattia mentale c'è poco da fare per curarla? C'è poco da fare, perchè solo due modi avevano effetto (che non significa "successo") e non sono più utilizzabili: la lobotomia (screditata) e si cita anche un metodo lungo e dispendioso chiamato "annichilimento", inattuabile dopo la fine dei manicomi I farmaci sono sempre stati inefficaci.
Avevo osservato che almeno le terapie "riparative" in Italia non sono fuorilegge ma il medico o lo psicologo italiano che le praticasse rischia la radiazione. Basterebbe un appello al Governo che le legalizzi compiutamente, impedendo ai relativi Ordini di sanzionare i professionisti che vi si dedicano, ma bisogna dimostrare che abbiano successo nella maggior parte dei casi, non nella manciata finora riferita (solo uno in Italia). E ancora non avevo detto che finora non ho mai sentito di terapie riparative per l'omosessualità femminile, eppure c'è anche quella.
Direi che non possiamo parlare di "sconfitta dell'agenda LGBT-eccetera". Forse non si espanderà, ma i problemi da essa creati, senza interventi appositi, resteranno.
La P di wasp ormai non sta a significare proddies, sono solo calvinisti, feroci nelle punizioni ed esecuzioni mortali, suprematisti razziali e culturali, gli imperi cadono tutti nel sangue, anche questo finirà, la Cina ha in pugno il loro debito che ammonta a 35 trilioni $ salvo interessi, esportano guerre per vendere armi, sicuramente la CC ha perso, ma la lacerazione profonda è iniziata con Lutero e adesso siamo alla raccolta differenziata, unica speranza, non praevalebunt.
Un Impero senza imperatore, gli Usa....e una Chiesa senza Papa? Mi sembra che dovremmo preoccuparci della seconda ipotesi.
''Le imponenti macchine dell’amministrazione federale assicurano la continuità strategica dell’impero, i cui pilastri strutturali sono il controllo di tutti i mari del pianeta e il dominio dell’Europa.''
Penso che i concetti stra-decisivi espressi in questo passaggio virgolettato (soprattutto quanto alla sua parte finale concernente il povero Vecchio continente) siano purtroppo assai sminuiti o addirittura negati da gran parte dei cattolici della Tradizione.
No, ma secondo che pare a voi, se è vero che gli USA con la loro ideologia ufficiale, che è l’Americanismo, sono strategicamente costretti a dominare l’Europa – poiché, se non lo facessero, non sarebbero più quel sono, ossia: un impero informale, e rischierebbero seriamente di rovinare come rovinarono nella polvere l’impero romano e quello sovietico –, significa che dal ‘45 esercitano… grande influenza (eufemismo) anche sulle politiche (religiose e non) del Vaticano??? Ops...
Che cosa accadde in Vaticano meno di vent’anni dopo il 1945? Ops…
Ma non mi faccio illusioni: immagino sia stato già ampiamente infiltrato da agenti ‘’americanisti’’ il mondo della Tradizione cattolica o, forse, non ce n’è stato neanche bisogno...
Perché cadono i regni?
I motivi sono diversi. Non solo la corruzione e il tradimento. Ci sono anche fattori esterni, p.e. le epidemie nel caso dell'impero romano, che ne decimarono l'Occidente, a partire dal regno di Marco Aurelio. Le perdite umane dovute alle guerre, che, anche se vittoriose, fanno venir meno a poco a poco gli elementi più validi. Una volta fatte tante conquiste, viene meno a poco a poco lo spirito di sacrificio, ci si vuole godere le conquiste. Comincia la vita raffinata da parte della classe dirigente, che a poco a poco si disabitua alla virtù. Questo è in genere un processo lento.
Bisogna considerare anche i massacri fatti dai barbari durante la grave crisi del III secolo, dalla quale l'impero riuscì a riprendersi.
C'è poi sempre la denatalità, la crisi della vita familiare, dovuta alla decadenza dei costumi. Nel caso dell'impero romano, il cristianesimo nascente ha da un lato contribuito al miglioramento dei costumi, grazie alla sana vita di famiglia dei convertiti, all'attuazione di un'etica cristiana. Ma dall'altro ha senza volere contribuito alla denatalità, soprattutto nell'aristocrazia. C'era l'attesa di una fine del mondo prossima, gli ideali terreni di gloria non attraevano più, molti membri dell'aristocrazia romana si rifugiavano nel chiostro e molte donne si votavano alla verginità per Cristo, ripudiando il matrimonio. Vendevano i loro beni alla Chiesa perché li dessero ai poveri, si ritiravano dal mondo. Il matrimonio e la generazione li ripudiavano apertamente, sia pure per alti motivi religiosi. Su questa base, era difficile mantenere una società e uno Stato. E difatti alla fine si sono insediati i barbari, che tra l'altro erano o pagani o cristiani eretici cioè ariani, moralmente non certo migliori dei popoli che conquistavano. Sembra che tra i Germani la poligamia fosse di fatto abbastanza diffusa.
C'è poi anche l'apparire all'orizzonte di un nemico più forte, che non riesci a contenere. Insomma, le cause sono molteplici.
Vanitas vanitatum et omnia vanitas. Tutto decade, anche la Chiesa cattolica è decaduta, e sembra esserlo in modo irreversibile. Non perirà del tutto perché alla fine dei tempi ci sarà il ritorno del Signore nella Gloria, come annunciato. Questo avverrà, secondo la nota profezia, quando la fede ossia la Chiesa sarà quasi scomparsa dalla terra, a causa del tradimento dei pastori e dell'odio del mondo.
Preveggenza di Ardengo Soffici che, negli anni '30, scriveva sulla rivista "Il Selvaggio": “L’ Americanismo è la peste che avanza volgarizzando, rimbecillendo, imbestialendo il mondo, avvilendo e distruggendo alte, luminose, gloriose civiltà millenarie.”
Silente
Amico delle 18:59, la tua ultima frase mi fa pensare che, magari inconsciamente, tu abbia letto certe mie critiche a quei personaggi che, credendo alla balla, ormai la ritengo questo, una balla, della non-abdicazione di Benedetto XVI, hanno più volte auspicato (dall'Italia ancora non chiesto) l'intervento degli Stati Uniti: prima per restaurare Benedetto XVI quando vivo (la favola dell'ipotetica lettera pronta in caso di rielezione di Trump nel 2020 e sparita dopo la di lui sconfitta, lettera naturalmente mai esistita), sia di dargli un successore dopo morto (per fortuna pare per ora che di questa idea siano solo americani).
Il fratello di un mio socio, professore di lettere, ci ha scritto un raccontino di fantapolitica in cui ipotizza questo scenario, ma lui dice chiaramente che è un'opera di fantasia, ben documentata (il luogo dove il racconto è ambientato esiste, i personaggi tranne due esistono, perfino il treno che ferma in quel luogo esiste e ha quel curioso nome) ma sempre di fantasia resta.
Quindi sì, i tuoi timori, amico delle 18:59, sono pienamente fondati, queste infiltrazioni possono invece esistere. Speriamo non esistano, ma bisogna essere pronti ad una reazione se ci fossero davvero: la sola preghiera potrebbe non bastare più. Come si dice? Aiutati che Dio ti aiuta. Ma dobbiamo cominciare noi.
Non dimentichiamo i pasticci delle cosiddette "primavere arabe", il caos iracheno, ora la Siria... Tutti posti dove le varie agenzie del deep state hanno fatto danni, in nome dell'ideologia imperiale: libertà e democrazia occidentali per tutti...
Negare l'oggettività dei dati e rifiutare nella confusione di rcercare la verità, conduce al caos... ed infatti siamo nel caos.
Non so come non ti ho notato prima, amico delle 18:20 di ieri, ma hai detto una gran verità: i P di Wasp sono i protestanti peggiori, i calvinisti, quelli che credono nella predestinazione.
Secondo loro uno che non ha successo con i soldi o in altro campo (p.es. Eisenhower, che ha avuto successo prima militare e poi politico, solo in ultimo economico) dimostra quasi incontrovertibilmente che è predestinato all'inferno.
Almeno se un cattolico era sfortunato si chiedeva (ormai temo la cosa si sia persa) se ha commesso qualche peccato grave, anche se spesso nemmeno i sacerdoti riuscivano a trovare una colpa in sede di confessione, forse qualcuno più avveduto suggeriva penitenze e opere pie, ma la speranza che morirà in Grazia di Dio poteva sempre averla, anche se tutto avesse congiurato nel far pensare l'opposto.
Un calvinista no. Predestinato da prima della nascita alla salvezza o alla dannazione, i meriti o i peccati che commetterà saranno una conseguenza di questo, non l'inverso.
E ho trovato una questione di lana caprina la storia della doppia predestinazione come esposta su wikipedia italiana (l'autore della voce lo ha individuato il professore fratello di un mio socio: è il pastore ex-valdese Castellina). Poco serve a dire che Dio non manda all'inferno, se le possibilità per loro sono solo due e o è l'una o è l'altra senza che l'uomo possa fare alcunchè. Bella dottrina davvero...
Infatti pare che i Valdesi abbiano subìto una sorta di "scisma" (di 64 persone in tutto) non tanto sulla questione omosessualità, che fu solo il pretesto, ma sulla doppia predestinazione, rifutando quanto stabilito fra chiese evangeliche nella c.d. "Concordia di Leuenberg", che ha abbandonato il concetto di "doppia predestinazione" già nel 1973!
E infatti gli americani - leggo su Médias-Presses-Info di oggi, 4 gennaio 2025 - stanno costruendo una base militare in Siria.
impedendo ai relativi Ordini di sanzionare i professionisti che vi si dedicano, ed è importante ricordare che : a) gli Ordini professionali sono sempre associazioni di diritto privato; b) l'unico paese al mondo dove hanno ruoli analoghi a quelli che hanno in Italia è solo la Turchia .
Infatti pare che i Valdesi abbiano subìto una sorta di "scisma" (di 64 persone in tutto) Sono pochi, ma i Sentieri Antichi Valdesi ( https://web.archive.org/web/20131208161948/http://sentieriantichi.riforma.info/ ) possono vantare tra i loro fedeli l'On. Lucio Malan. Sulla sua pagina personale di Wikipedia è riportata una sua mail. Si può scrivere proprio a lui, per chiedere notizie ( https://it.wikipedia.org/wiki/Lucio_Malan ) .
http://www.luciomalan.it/home/component/option%2Ccom_contact/Itemid%2C3/
Non puoi cercare una cura di ciò che non viene più definito malattia (vedere OMS). Una percentuale elevatissima (a solo titolo orientativo e non statistico dico un 95% o più) della popolazione è eterosessuale e ciò è fondamentale per la prosecuzione della specie umana. Tranne una piccola parte veramente omosessuale il resto è solo perversione a vari livelli. La vera omosessualità potrebbe avere varie cause (ambientali, ormonali in fase di sviluppo del feto, stato di salute della madre, etc...) che non verranno mai indagate perché potrebbero portare alla scoperta dell'origine della deviazione e alla sua cura. E io credo che tutto ciò sia una scusa perché i vizi, soprattutto sessuali, sono da sempre arma di ricatto. Ai servi del demonio (governanti o semplici lacchè) poco importa di tutta questa tiritera su presunti diritti o legge naturale. A loro importa il potere perché i "regni della terra" sono a servizio dell'Avversario (come Sauron che dominava gli altri anelli). La sessualità è la moneta a basso costo con cui il demonio compra gli uomini e le donne; è come cedere la primogenitura per un piatto di lenticchie. Se non ci mettiamo nell'ottica della guerra spirituale contro le potenze dell'aria allora saremo anche noi confusi.
La morte della Repubblica Italiana.
I giornalisti italiani che definiscono Abedini un “terrorista” o un “presunto terrorista” dovrebbero vergognarsi. Abedini non è un terrorista, né dal punto di vista delle scienze sociali, né dal punto di vista delle leggi italiane. Abedini è accusato dalla Casa Bianca di avere collaborato con il corpo delle guardie della rivoluzione islamica, un’organizzazione terroristica per gli Stati Uniti, ma non per l’Italia. Ci rendiamo conto che gli Stati Uniti stanno applicando le loro leggi sul territorio italiano con grave danno per la sicurezza degli italiani? E per fortuna che Meloni è sovranista. La magistratura italiana ha disposto che Abedini stia in carcere senza sapere perché si trovi in carcere giacché non ha mai ricevuto dagli Stati Uniti la documentazione con le accuse. Signori miei, questa è la morte della Repubblica Italiana.
Cit. Alessandro Orsini
Cit. Davide Lovat
ATTENTATI OVUNQUE
"Credo che il Deep State farà di tutto per ostacolare la nuova amministrazione e, a livello globale, ricomincerà anche il terrorismo islamico che è finanziato dagli stessi oligarchi della Finanza. Non sono ottimista".
Questo commento è di poche settimane fa, all'indomani dell'elezione di Trump, e lo scrissi sotto a un mio post in risposta a una domanda.
Dopo poco più di un mese contiamo già una lunga serie di attentati, tra auto contro la folla, accoltellamenti seriali, autobomba e sparatorie.
Ricordatevelo: quando non comanda il PD americano, e a cascata le sue filiali locali nelle varie colonie d'Occidente, questa banda di criminali comincia ad ammazzare la gente comune, servendosi di esaltati religiosi islamici o di fanatici disadattati di ogni specie, a cui forniscono i mezzi e le armi.
La lotta antiglobalista deve essere un impegno quotidiano costante, a tutti i livelli: sociale, culturale, politico, spirituale, religioso.
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