San Tommaso legge la liturgia come legge la Scritture. Sotto la “buccia” del senso letterale, egli trova il significato spirituale più profondo, una lettura spesso allegorica, ossia di un genere che è stato assai disdegnato dalla moderna erudizione liturgica, ma che è molto fruttuoso per la nostra vita cristiana. Nuovi spunti dalla seguente nostra traduzione da New Liturgical Movement. Precedenti: Tommaso d'Aquino come mistagogo della Santa Messa nel Rito tradizionale qui ; La Tomistagogia qui.
Un mistico che versò lacrime durante la messa:
rivedere la nostra immagine di San Tommaso d'Aquino
Il 7 marzo celebriamo il dies natalis di San Tommaso d'Aquino, il giorno in cui passò da questa vita mortale alla gloria immortale e, per questo motivo, la data tradizionale della sua festa liturgica. In uno schizzo biografico, Padre Simon Tugwell annota quanto segue:
La profonda devozione di Tommaso alla Messa emerge chiaramente da tutte le nostre fonti. Talvolta egli evidentemente ne era profondamente assorto e ne era profondamente commosso. Verso la fine della sua vita talvolta ne era così assorto che si fermava e doveva essere riportato alla realtà dai fratelli per continuare la celebrazione. [1]
I contemporanei di questo frate domenicano spesso silenzioso testimoniarono molto più spesso le sue lacrime durante la messa, la sua preghiera vigile e la sua purezza verginale, rispetto alle sue dispute e pubblicazioni. Come scrive uno dei suoi primi biografi, Guglielmo di Tocco:
Egli era particolarmente devoto al santissimo Sacramento dell'altare; poiché gli era stato concesso di scrivere di questo con tanta profondità, gli fu data anche la grazia di celebrarlo con tanta più devozione... Durante la messa era spesso preso da sentimenti di devozione così forti che si scioglieva in lacrime, perché era assorto nei santi misteri del grande sacramento e rinvigorito dalle sue offerte. [2]
La narrazione raccontata da Tugwell acquista ancora più plausibilità se consideriamo le vite ben documentate di santi più recenti — Filippo Neri, Ignazio di Loyola, Padre Pio — per i quali l'atto di celebrare la Messa era un'esperienza così travolgente che un ministrante o un assistente doveva riportarli in carreggiata, altrimenti la Messa non sarebbe mai finita.
Per tutta la sua vita, che si concluse prima dei 50 anni, San Tommaso ebbe modo di assaporare attraverso l'esperienza i misteri di Dio, di Cristo e della Chiesa, che meditò e scrisse con un'energia e una penetrazione così sorprendenti. Contrariamente all'immagine popolare di Tommaso come professore astratto, i resoconti agiografici reali lasciati da persone che lo frequentavano o che potevano riferire testimonianze di coloro che lo conoscevano ci raccontano di un uomo che trovava sempre il tempo per aiutare gli altri rispetto alle loro domande, che si metteva sempre a disposizione della Chiesa e del suo stesso Ordine dei Predicatori, che affrontava rapidamente e con competenza le difficoltà familiari. Anche il suo insegnamento universitario comportava costantemente un'extasis caritatis, un uscire da sé stesso nella carità, mentre consegnava senza riserve agli altri i frutti della propria contemplazione e mentre componeva opere apologetiche e pedagogiche con una vigorosa competenza raramente vista tra gli umani. Sappiamo per certo che avrebbe composto più opere contemporaneamente, dettando in sequenza a più segretari. La sua era un'anima in fiamme, che non si è mai fermata finché la Parola doveva essere ponderata, predicata, insegnata.
San Tommaso è scientifico per temperamento, ma la sua dottrina e la sua vita sono puramente mistiche. [3] È opportuno ricordare una curiosa "contraddizione" che ha attirato l'attenzione di tutti i suoi biografi. Non c'è forse nessun teologo famoso come Tommaso per la sobrietà e il ragionamento spassionato mentre, per tutta la sua vita, si trova a Parigi, Orvieto, Roma o Napoli, impegnato a tenere lezioni, discutere, predicare, dettare. Al culmine del suo lavoro sulla Summa theologiae, nel mezzo di un turbinio di eventi nella Chiesa e nel mondo, commenta con calma riga per riga il De generatione et corruptione del Filosofo, un trattato sui diversi tipi di cambiamento naturale, principalmente cambiamenti di sostanza. Eppure, in risposta all'ansioso interrogativo della contessa Teodora verso la fine della vita di suo fratello, il suo socius Reginaldo poteva solo dire: "Il Maestro è spesso trasportato nello spirito quando è assorto nella contemplazione, ma non l'ho mai visto estraniato dai suoi sensi per così tanto tempo come oggi". [4]
Nonostante quanto dovesse essere impegnato per aver scritto opere così possenti in così poco tempo, lo troviamo descritto come miro modo contemplativus, “meravigliosamente contemplativo”. Né questo lo rese un intellettuale rinchiuso in una torre d’avorio, tagliato fuori dai suoi prossimi, perché aiutò prontamente i gerarchi della Chiesa, i frati domenicani, i parenti di sangue e altri laici, e si impegnò vigorosamente nelle urgenti questioni del suo tempo. [5] Il “Bue muto” [così chiamato per la sua figura massiccia e per il suo atteggiamento silenzioso e taciturno -ndT] si interessò alla biologia degli animali, cone doni di Dio all’umanità, per aiutarne la vita e arricchirne la meraviglia; il Dottore Angelico salì in l’alto come i Serafini, così “chiamati dall’ardore della carità” (nominata ab incendio caritatis) — tali doni non fecero che intensificare il suo desiderio per il loro Donatore. [6] Nella personalità di Tommaso, la meraviglia che abbraccia il mondo di Aristotele e l’eros mistico di Dionigi non sono opposti, sono contenuti l’uno nell’altro.
Riflettendo su questi fatti ben noti della vita e dell’opera del Dottore Angelico, Etienne Gilson conclude giustamente:
Se vogliamo ricatturare il vero significato del tomismo dobbiamo andare oltre la fitta trama delle sue dottrine filosofiche nella sua anima o nel suo spirito. Ciò che sta dietro alle idee è una profonda vita religiosa, il calore interiore di un'anima in cerca di Dio. ... Il desiderio ardente di Dio che in un Giovanni della Croce trabocca in poesie liriche è qui trascritto nel linguaggio delle idee pure. La loro formulazione impersonale non deve farci dimenticare che si nutrono del desiderio di Dio e che il loro fine è la soddisfazione di questo desiderio. ... Solo una donazione completa di sé può spiegare la sua padronanza di espressione e organizzazione delle idee filosofiche. Così la sua Summa Theologiae con la sua chiarezza astratta, la sua trasparenza impersonale, cristallizza davanti ai nostri occhi e per tutta l'eternità la sua vita interiore. … Solo questa volontà di comprendere [la realtà], condivisa tra noi e san Tommaso filosofo, servirà a farci vedere che questa tremenda opera non è che il bagliore esteriore di un fuoco invisibile, e che dietro l’ordine delle sue idee si trova quel potente impulso che le ha raccolte. [7]
È come se Gilson dicesse che non c'è una "vita segreta" di Tommaso sotto gli scritti, nessun misticismo esoterico isolato dai frutti pubblici del ragionamento. La sua dedizione totale alla verità della creazione e della rivelazione, in cui ha immerso il suo ego nel nulla e ha aspirato alla massima lucidità e coerenza, mostra un'anima annientata da se stessa in Dio.
La sottomissione di Tommaso all'autorità della Chiesa romana, alla fine della sua vita, di tutti i suoi insegnamenti sui sacramenti è l'atto di un insegnante per eccellenza : in umile deferenza al Maestro celeste, si mette a disposizione di una Verità che non è né opera sua né suo possesso. Egli è ed è sempre stato il suo servitore, mai il suo padrone. Così egli fornisce ai fedeli, ai maestri del coro, ai liturgisti, ai rubricisti, ai maestri di cerimonia, al clero — anzi, a tutti noi — un modello perfetto di disponibilità : la capacità di donare se stessi per il bene degli altri e, in ultima analisi, per il bene di Colui che ha dato se stesso per noi. “Cristo morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro” (2 Cor 5,15).
Peter Kwasniewski
_____________________[1] Simon Tugwell, Albert and Thomas: Selected Writings (Mahwah, NJ: Paulist, 1988), 264.
[2] Vedi Thomae Aquinatis vitae fontes praecipue, a cura di Angelico Ferrua, OP (Alba: Edizioni Domenicane, 1968), n. 30, p. 73.
[3] È necessario recuperare una comprensione autentica e profonda della “misticità” e della “teologia mistica”, in vista della loro distorsione da parte della “teologia spirituale” convenzionale e, più recentemente, del loro smantellamento da parte di arroganti riduzionismi (psicoanalisi, storia culturale, femminismo, ecc.). Per due brillanti contributi a questo recupero, vedi The Christian Mystery: From Pagan Myth to Christian Mysticism di Louis Bouyer (1989) e The Darkness of God: Negativity in the Christian Tradition di Denys Turner (1998).
[4] «Frequenter Magister in spiritu rapitur, cum aliqua contemplatur, sed nunquam tanto tempore sicut nunc uidi ipsum sic a sensibus alienatum» ( Ystoria sancti Thome de Aquino de Guillaume de Tocco §47, citato in Jean-Pierre Torrell, San Tommaso d'Aquino, La persona e la sua opera, trad. Robert Royal [CUA Press, 1996], 289). La leggendaria abstractio mentis di Tommaso non è il segno di un accademico distratto; è il segno di colui che i suoi contemporanei chiamavano homo magnae contemplationis et orationis ( Processus canonizationis S. Thomae , Neapoli §40, in Fontes fasc. 4, p. 317, citato in Torrell, Tommaso d'Aquino , 284, n. 81; vedi 283–95).
[5] Vedi Torrell, Thomas Aquinas , 141; anche la biografia di Pieper è buona su questo punto, e Gilby ( Blackfriars Summa, vol. I, Appendice 4, p. 54, paragrafo di apertura). In “St. Thomas Aquinas and the Profession of Arms” ( Mediaeval Studies 50 [1988]: 404–47), Edward Synan discute le opinioni di Tommaso su questioni sociali e militari del suo tempo.
[6] Sulla creazione materiale come dono dell'amor amicitiae divino, vedi ST I.20.2 ad 3; la frase riguardante i Serafini è da Sent . II.6.1.5, notitiae.
[7] Etienne Gilson, The Christian Philosophy of Saint Thomas (1924), trad. Laurence K. Shook, CSB (Notre Dame: University of Notre Dame Press, 1994), 375–76. Visitate il sito web del dott. Kwasniewski per articoli selezionati, musica sacra e libri della Os Justi Press, la sua pagina SoundCloud per conferenze e interviste e YouTube per ulteriori discorsi e musica sacra.
[Traduzione a cura d Chiesa e post-concilio]
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AIUTATE - anche con poco - il nostro impegno: L'informazione libera, gli approfondimenti cattolici e le molte traduzioni accurate di Chiesa e post-concilio (ora che sono rimasta sola, dopo aver perso mio marito, le mie risorse sono molto limitate).
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1 commento:
18 GENNAIO.
Dài soltanto a Dio la lode e non agli uomini, onora il Creatore e non la creatura.
Durante la tua esistenza sappi tu sostenere le amarezze per poter partecipare alle sofferenze di Cristo (LCS, I ott. 1971,30).
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