Cinesi, Arabi, Intelligenza Artificiale, Microprocessori, Algoritmi, Asini che volano, Signora mia!
Non posso farci niente, mi porto dietro la deformazione professionale di non dare mai niente per scontato, per cui a volte i saputi possono annoiarsi, ma tutto sommato è sempre melius abundare quam deficere, meglio abbondare che scarseggiare, basta quando avanza. Allora, la parola bispensiero usata da Orwell nel suo “1984” sta a indicare l’abitudine a sostenere un’idea ma anche (vero, Veltroni?) il suo contrario, così da non sbagliare mai.
Un recente caso di bispensiero lo abbiamo con le reazioni alla notizia che il programma cinese Deepseek per l’intelligenza artificiale ha fatto crollare il tech (nuove tecnologie) americano: Nasdaq -3%, Nvidia -17,7%, Broadcom -16%, Microsoft -4%, Advanced -5%, Micron -8%, Constellation energy -12%, Vistra -19%. Perché la Deepseek cinese è in grado di fornire prestazioni pari a quelle occidentali ma, a quanto sembra, a un decimo del costo e senza l’utilizzo del super chip di Nvidia, la cui esportazione in Cina è vietata, della serie mater artium necessitas, la necessità è la madre delle abilità, impari a nuotare quando rischi di affogare.
Sì, ma cosa c’entra col bispensiero orwelliano l’andamento della borsa dell’intelligenza artificiale? Perché si legge sulla nostra stampa che l’app cinese dell’IA pone seri rischi di manipolazione sull’opinione pubblica occidentale, in quanto Deepseek si autocensura su argomenti ritenuti sensibili in Cina, per esempio non fornisce risposte dettagliate sul presidente cinese Xi Jinping.
Ma come, non avete espresso nessuna perplessità finora sul fatto che l’IA (come per i motori di ricerca) sia alimentata da algoritmi che rispondono ai propri padroni americani e ora vi allarmate? Sarebbe meglio essere onesti, e dire semplicemente che l’intelligenza artificiale è appunto artificiale, non gode cioè di nessuna autonomia, seppur velocizza in modo pazzesco la fornitura dei dati, che per quanto possa godere di una certa autonomia si comporta sempre come quell’asino che il padrone attacca dove meglio crede.
A proposito di algoritmi, ho scoperto da poco che questa parola deriva dal nome di un famoso matematico arabo del IX sec., Al Khwarīzmī, che mise a punto istruzioni dettagliate per risolvere equazioni molto complesse. Sti arabi!
Antonio Catalano, 28 gennaio 2025
4 commenti:
L'inventore dell'algebra non era persiano?
A proposito di realtà distopica: sembra che Trump sia fissato con l'idea di impossessarsi della Groenlandia, anche con le cattive !! Almeno a parole, finora. Tuttavia la sua ben nota mancanza di tatto sta cominciando a creare problemi seri all'interno della Nato. La Groenlandia è una regione autonoma della Danimarca, membro finora filo-americano della Nato. In Groenlandia gli USA hanno già una base militare.
Si sapeva che Trump era un nazionalista acceso. Ma qui, se insiste, rischia di andare fuori controllo.
Il nazionalismo va bene finché resta nei limiti di un sano patriottismo, non più quando diventa aggressivo ed imperialista.
"Il più grande disastro che può accadere"
Come la luce della fede può essere spenta in modo che gli uomini non vedano più il mondo con gli occhi di Cristo, così anche la luce della ragione può essere spenta, in modo che gli uomini non distinguano più il bene dal male...
Il più grande disastro che può accadere all'uomo o a una nazione non è fare il male; è negare che il male esista chiamandolo con il nome di "progresso".
(Fulton J. Sheen, da "For God and Country, 1941")
Non è una cosa importante, ma è bene precisare che Al-Kwarizmi non era arabo ma persiano, non era m ussulmano ma zoroastriano.
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