Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 6 gennaio 2025

Mons. Viganò / Contro la Rivoluzione, chiamare le cose con il loro nome e combattere il linguaggio falso e ingannatore

Qui l'indice degli interventi precedenti e correlati-
Contro la Rivoluzione, chiamare le cose con il loro nome
e combattere il linguaggio falso e ingannatore

Omelia Nell’Ottava del Santissimo Natale

Il primo gennaio coincide con l’Ottava di Natale, la cui liturgia è incentrata sulla Circoncisione del Signore e sulla divina Maternità di Maria Santissima, proclamata dal Concilio di Efeso nel 431 Deipara, in greco Theotokos, ossia Madre di Dio. Anticamente in questo giorno venivano celebrate due Messe, una dell’Ottava e una in onore della Vergine Madre. In seguito il ricordo della celebrazione mariana è rimasto nel postcommunio e nella stazione a Santa Maria in Trastevere.

Nell’Incarnazione il Verbo di Dio si è fatto carne, rendendo feconda la Verginità intemerata della Santa Madre del Redentore. La Parola prende corpo – Verbum caro factum est – generando l’Emmanuele nel seno della Vergine, per opera dello Spirito Santo. E verrà chiamato – dice la Scrittura nella profezia d’Isaia – Consigliere ammirabile, Dio forte, Principe della pace, Padre del secolo venturo, Angelo del gran consiglio (Is 9, 6). Anche l’Arcangelo, nel portare l’annuncio a Maria, Le dice: Ecco concepirai e partorirai un figlio, e gli darai nome Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine (Lc 1, 31-33). Con la Circoncisione Gli viene imposto il Suo Nome: Gesù, Dio salva.

Dare il nome significa definire la persona o la cosa nella sua essenza. E questa è prerogativa della Santissima Trinità, del Dio Uno e Trino che Si manifesta rivelando il Suo Nome. Nell’atto creatore, il nome designa la creazione stessa: Sia la luce. E la luce fu (Gen 1, 3). E chiamò la luce giorno e le tenebre notte (Gen 1, 5); chiamò il firmamento cielo; chiamò l’asciutto terra e la massa delle acque mare (Gen 1, 10). Avendo Dio decretato che l’uomo fosse a Sua immagine e somiglianza (Gen 1, 26) e che dominasse la terra, permette ad Adamo di partecipare in qualche modo all’atto creativo consentendogli di attribuire un nome agli animali: Allora il Signore Dio plasmò dal suolo ogni sorta di animali selvatici e tutti gli uccelli del cielo e li condusse all’uomo, per vedere come li avrebbe chiamati: in qualunque modo l’uomo avesse chiamato ognuno degli esseri viventi, quello doveva essere il suo nome (Gen 2, 19). Il nome esprime la realtà e la definisce: per questo la Parola è Santa, e per questo il nome di Dio è Santo e terribile (Sal 111, 10) – come recita il Salmo –perché è Parola di Verità. Per questo i Sacramenti hanno materia, intenzione e forma, ossia la parola sacramentale: Io ti battezzo, Io ti assolvo, Io ti confermo sono parole che realizzano ciò che esse dicono e significano.

Tra pochi giorni celebreremo la festa del Santissimo Nome di Gesù: perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi in cielo, sulla terra e sotto terra; ed ogni lingua proclami – anche qui, la parola proclamata, pronunciata – che Gesù Cristo è il Signore, a gloria di Dio Padre (Fil 2, 10-11). Nel Nome di Gesù viene scacciato il demonio: perché il Nome rende presente colui che lo porta, e la Verità rende palese la menzogna come la Luce dissipa le tenebre. Creatore e creatura sono in qualche modo accomunati dalla parola: Ecce, venio dice la Sapienza nell’eternità del tempo. Fiat mihi secundum verbum tuum, risponde la Sede della Sapienza, Maria Santissima. E quel corpo benedetto che per obbedienza la Seconda Persona della Santissima Trinità assume nell’unione ipostatica inizia il Suo cammino verso la Passione sin dalla culla, affrontando i rigori dell’inverno in una grotta; e di lì a poco, sempre per obbedienza, il Santo Bambino verserà le prime stille di sangue nel rito della Circoncisione, nel quale essa è prefigurata.

In questo nuovo anno civile, che da 2025 anni è computato a partire dalla Nascita di Nostro Signore Gesù Cristo, vorrei che riflettessimo sull’importanza della parola: la Parola di Dio, nella quale è custodito il senso della nostra vita eterna; e la parola con cui comunichiamo e ci esprimiamo, che custodisce il senso della nostra quotidianità.

La Rivoluzione, matrice satanica di questo mondo ribelle e ostile al Verbo Incarnato, sa bene che cambiando le parole se ne muta anche il significato. È per questo che la menzogna dell’antico Serpente si avvale di un linguaggio falso e ingannatore. È per questo che i servi del Maligno nascondono i propri inganni dietro parole solo apparentemente innocue. È la neolingua orwelliana che chiama l’orrendo crimine dell’aborto salute riproduttiva, la mutilazione transizione di genere, il vizio e la trasgressione libertà, la distruzione del Creato green deal, lo sterminio dell’umanità net zero, la sostituzione etnica inclusione.

E se fino a qualche decennio fa Santa Madre Chiesa sapeva opporsi a questa sovversione ripetendo immutata la Parola eterna e verace di Dio e usando il linguaggio proprio alla Fede e alla Morale, oggi una Gerarchia corrotta mostra il suo tradimento nello stesso modo, manipolando il linguaggio, annullando così la parola di Dio (Mc 7, 12). Essa chiama sinodalità la distruzione della costituzione divina della Chiesa e la manipolazione del Papato, dialogo ecumenico la rinuncia all’evangelizzazione e alla conversione, presenza reale i poveri, accoglienza la legittimazione del peccato.

La Parola di Dio è parola di Verità. Essa non si limita ad echeggiare nell’eternità, ma si fa carne e cibo, si immola sulla Croce perché il Verbo proclami la gloria del Padre, ci riscatti dalla menzogna di Satana e ci preservi in questo cammino terreno dalla falsità e dagli inganni del mondo, della carne, del diavolo.

Rimanere fedeli alla Parola di Dio significa rimanere fedeli al Vangelo, alla dottrina, alla Tradizione, alla Messa di sempre in cui le parole, pronunciate nella lingua sacra della Chiesa, conservano intatto il loro significato e lo comunicano senza equivoci, come la luce risplende nelle tenebre. Rimanere fedeli alla Parola di Dio, ossia a Dio stesso, significa saper rispondere alla parola con la parola, come fece Maria Santissima accogliendo il saluto dell’Arcangelo Gabriele.

Chiamiamo dunque le cose con il loro nome: virtù la virtù, vizio il vizio; memori del monito della Sacra Scrittura: Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l’amaro in dolce e il dolce in amaro (Is 5, 20). Sia dunque il vostro parlare Sì sì, no no: tutto il resto viene dal Maligno (Mt 5, 37). E così sia. + Carlo Maria Viganò, Arcivescovo
1 Gennaio 2025
In Circumcisione Domini Octava Nativitatis

9 commenti:

tralcio ha detto...

Gesù, vero uomo e vero Dio, ha rivelato all'uomo una verità fin lì inedita: Dio è padre.

Una certa spiritualità creaturale lo ripropone come madre, ma Gesù ce lo rivela Padre.

La paternità non dice solo generazione, ma include una relazione spirituale che è differente da quella che alla madre aggiunge la gestazione e l'allattamento.
Una relazione che dice anche eredità, cioè della dignità trasmessa e partecipata.

Che Dio gli sia padre può dirlo solo il Figlio, dato che Maria non conosce uomo.
La Madre di Dio piena di grazia è sempre vergine, con Giuseppe casto sposo.

Onorare il padre e la madre è uno dei comandamenti divini.
Vale anche quando il genitore ti adotta. Gesù amò Giuseppe come padre terreno.

Noi che abbiamo un padre terreno, in Gesù siamo adottati a figli dal Padre nei Cieli.

Serve lo Spirito del Figlio per ricevere la Grazia di diventare "divini".
Non nasciamo così per natura, lo diventiamo per la grazia sacramentale.

L'Incarnazione del Verbo, Gesù, permette all'uomo dell'esilio e della finitudine terreni di cristificarsi=divinizzarsi=santificarsi partecipando così dell'Eternità di Dio.

Il male si identifica con la fretta di un tempo che scorre lineare e divora i suoi figli.
Il male si impadronisce nella storia dell'homo faber, che non si abbandona all'amore di un Padre, ma progetta progresso per farsi "dio" senza Dio. Dammi la parte di eredità e me ne esco. Anche la Chiesa in uscita se ne va. Salvo tornare dopo aver invidiato le ghiande mangiate dai porci, dissipate tutte le sostanze nel peccato.

Lo Spirito di Cristo, la grazia, ridà all'umanità un Dio Padre.
La piena di grazia, che è Madre, guida la Chiesa a quella pienezza di doni divini.
L'umanità redenta, santificata, fatta di santi, si sottrae a chronos per stare in Cristo che è alfa e omega, cioè Eternità, partecipe della divinità, coerede con Cristo.

Da Padre Pio ha detto...

6 GENNAIO.
L'amore non soffre dilazione ed i magi appena giunti non risparmiano fatiche per far conoscere ed amare Colui che con l'influsso della grazia aveva conquistato i loro cuori, ferendoli di quella carità che ama spandersi, perché il cuore nella sua piccola mole non può contenere ed ama comunicare ciò che lo riempie (TN, in Epist. IV, p. 887).

Anonimo ha detto...

Bereshit lo Spirito aleggiava sulle acque, e la Parola disse fiat realizzando, procedendo dal Padre; a simiglianza del Padre all'uomo è data la parola che quando è Parola realizza ció che significa. Dobbiamo aumentare la nostra fede e la nostra fiducia. Certi che tiranni ed usurpatori crolleranno perchè lo vuole Iddio. Monsignor Viganó è persona valida ed autorevole e seria. Non conta più sulla Gerarchia avendo compreso la deriva globale, per cui si attende la conclusione escatologica quando e come Dio vorrà. Quanti pochi si salvano, lo disse Maria ss a Fatima. Altro che tutti salvi per l'Incarnazione!

Anonimo ha detto...

Quando un papa o presunto tale vuole essere imperatore, potrebbe anche divenirlo, Dio permettendo per castigo, come in passato dalla vera religione di Adamo Set si giunse al diluvio, per l'apostasia,dalla vera fede di Noè si giunse a Babilonia ( i Magi erano ancora fedeli alla vera fede, in 3 sulla terra ) e ad imperi vari con imperatori pseudo pontefici. Abramo ( arameo errante ), e Sara hittita come dice la Bibbia, veniva da Sem ma dalle terre ormai paganizzate per cui viene guidato daDio che si fa, attraverso la sua fede, un Suo popolo attraverso mille traversie dovute alle disobbedienze. Per dare alla terra paganizzata ( non già pagana in origine) il Sangue del Redentore, il Sacrificio gradito del nuovo Abele. Dopo di che quando nuovamente l'uomo oggi torna a paganizzarsi dopo tale diluvio santo di Sangue, dirà stop, e gli Angeli bruceranno la gramigna e pigieranno la terra. Voglia Iddio accoglierci nei Suoi granai. Monsignor Viganó ha compreso la dimensione escatologica del pseudopapato dell'usurpatore attuale.

Anonimo ha detto...

Obiettivo centrato, caro monsignore. La menzogna, ovvero un linguaggio falso e ingannatore, è il contenuto della Chiesa Sinodalica. Si spinge un concetto per fare passare, concretamente, il suo esatto contrario. Purtroppo questo veleno che ci propinano da diversi anni ormai è passato nei programmi pastorali delle diocesi e chi non si adegua... è fuori.
Per fortuna non fuori dalla grazia di Dio. Anzi.

Anonimo ha detto...

Non con la potenza né con la forza, ma con il mio spirito, dice il Signore degli eserciti!

Anonimo ha detto...

"Se qualcuno dirà che il sacrificio della Messa è solo un sacrificio di lode e di ringraziamento, o una semplice commemorazione del sacrificio offerto sulla croce, o non un sacrificio propiziatorio.....che non deve essere offerto per i vivi e per i morti...per i peccati, sia anatema" (Dottrina e canoni sul sacrificio della Messa, Denz 1743/1753).
Ci si può chiedere allora se i milioni di messe celebrate secondo il Novus Ordo di Paolo VI siano sotto anatema.
Nel dubbio, sarebbe sempre bene seguire le messe in Rito Tridentino, come codificato dal Santo Papa Pio V, in applicazione del Concilio di Trento.
Voi che dite? Perché qui si gioca la vita di ognuno, con la liturgia non si scherza. La nostra religione è una realtà liturgica, poi è un insegnamento, è una liturgia compiuta da Dio Figlio fatto uomo a Dio Padre, poi è un Dogma. La nostra religione è in primis un atto, poi una dottrina.

Anonimo ha detto...

Nuova "PREFETTA" in Vaticano, al Dicastero Vita Consacrata
https://blog.messainlatino.it/2025/01/nuova-prefetta-in-vaticano-al-dicastero.html#more
Largo alle quote rosaaaa!
Quant'e' caruccia.

Anonimo ha detto...

Diceva Sant'Agostino: «Quanti sono morti al tempo di Gesù! Egli ne ha resuscitato quattro soltanto; poteva resuscitarli tutti dal momento che ne aveva il potere». Eppure, anche se Nostro Signore ha compiuto meno atti di carità su questo piano, è colui che ha amato gli uomini infinitamente più di ogni santo, li ha amati nel modo più efficace. E qual è l'atto supremo dell'amore del Cristo? Non l'atto con cui immediatamente egli viene incontro a bisogni naturali ed umani, ma l'atto con cui egli stesso muore; non l'atto con cui egli resuscita i morti, sfama gli affamati, ma l'atto per cui egli assume il peccato umano e ne risponde davanti al Padre Celeste e, prendendo sopra di sé questo peccato, lo cancella, lo distrugge, lo toglie di mezzo. Questo è l'atto supremo della carità del Cristo.

Don Divo Barsotti
"La mistica della Riparazione"