Mi è stato segnalato quanto segue e non esito a pubblicarlo, a vergogna perenne di questo ennesimo insulto a Nostro Signore magnificato nei suoi Santi.
Ci sono molti elementi che ci fanno pensare che, per quanto ridimensionato, l'evento-Assisi non fa altro che seguire la continuità conciliare, ovvero tutto intero il dialoghismo inclusivista-relativista - l' ET-ET - inaugurato dal mitico Vaticano II, dal quale non si torna indietro, essendo il concilio 21° quello quo maius cogitari non potest.
Ed io da credente mi domando come si può invitare a salire in cattedra davanti al Papa e a tutti gli astanti una donna che ha pubblicato un testo pieno di vergognose insinuazioni verso una Santa che è una colonna della spiritualità Occidentale? Si tratta di Julia Kristeva, la psicoanalista e semiologa bulgaro-francese che la Radio Vaticana ha posto come "faro" in questo convegno antireligioso. Ravasi, o chi per lui, da questo cortile dei gentili ha tirato fuori i peggiori nemici di Cristo.
Ho estratto ed elaborato i dati che seguono dalla sinossi del suo «Thérèse mon amour» - Santa Teresa d'Avila, l'estasi come un romanzo, del quale è riprodotta, a lato, la copertina.
Il contatto con l’opera completa di una santa del Cinquecento, Sylvia Leclercq – psicoterapeuta, atea, scrittrice, palese alter ego di Julia Kristeva – segna l’inizio di un incontro che la coinvolgerà e sconvolgerà totalmente e inaspettatamente. Teresa d’Ávila, la monaca di clausura vissuta tra il 1515 e il 1582, la riformatrice dell’ordine dei carmelitani, la santa dell’estasi, si rivela agli occhi di Sylvia una donna malata d’amore e di desiderio, al pari dei pazienti in cura sul suo divano; al pari suo, al pari dei lettori (secondo lei). Dal lontano Siglo de oro, Teresa è posta alla nostra attenzione sempre più viva, sempre più moderna. Di pagina in pagina, vengono rivelati retroscena psicanalitici dei suoi tormenti e della sua estasi, immortalata dal celebre gruppo marmoreo di Bernini. Nelle pieghe della scrittura sublime della Santa viene modernamente e scientificamente individuata, dietro l’ostentata umiltà, una rivoluzionaria coscienza di sé e un’inedita capacità di elaborazione del proprio disturbo. La ricostruzione dell’universo mentale e del supposto malessere psicofisico della santa diventa così per Julia Kristeva lo spunto per una profonda riflessione sul nostro attuale bisogno di credere. L'autrice esprime la diagnosi che Teresa aveva riversato nella scrittura la propria esperienza per sublimare il possesso dell’Altro, dell’Amato, incorporandolo dentro di sé, fino a goderne in ogni parte del corpo. Allo stesso modo, fornisce il senso di quell’esperienza, riproponendola ai lettori contemporanei come un capolavoro di erotismo, spiritualità, consapevolezza di sé: un’esplosiva anticipazione storica del «genio femminile».
Ed ecco profanata e liquidata in termini materialisti che escludono a priori dal proprio orizzonte il Soprannaturale e pretendono di esplorare, senza alcun rispetto e senza conoscenza dall'interno del mondo spirituale che pretendono di decifrare, l'esperienza sublime di uno dei più grandi geni spirituali dell'umanità, insieme ad Agostino, Tommaso, Giovanni della Croce, Ignazio di Loyola.
L'originalità e la forza di questa grande profetessa moderna consiste nella testimonianza coerente della sua vita vissuta nel "siglo de oro", quel sedicesimo secolo che ha visto un prodigioso fiorire di grandi filosofi, scienziati, teologi e mistici insieme a scopritori di nuovi mondi, pur fra le lacerazioni di Lutero e Calvino e le guerre di religione tra Francia e Spagna.
Il Dott. Mario Terzulli,(1) medico neurologo, psichiatra e psicanalista italiano, su questo tema delle manifestazioni dell’amore nei suoi momenti estatici, ha confrontato proprio le tesi della Kristeva, che lo riferiscono, con superficialità e carenza di rigore, al campo dell’erotismo o della patologia per difendere e argomentare a favore della maturità affettiva e psicologica della Santa.
In uno studio recente egli osserva che per Teresa l'acqua, dono di Dio, diventa l'acqua lustrale, lo strumento salvifico del fonte battesimale, l'acqua del Giordano l'acqua del Sacro costato di Cristo, la purificazione la santità. "Aqua sancta, aqua salus, aqua vita!" ... "Egli, (il Signore) non si stanca mai di dare, né le sue misericordie possono esaurisrsi: non stanchiamoci di riceverle. Sia benedetto per sempre e tutte le creature lo lodino! Amen".
Ed ecco la versione freudiana che ne dà la Kristeva... una versione ossessivamente sessualizzata. Mi limito al passaggio seguente già più che rivelatore, ma c'è ben altro nel suo libro e ben più ripugnante non dal punto di vista moralistico, ma per la perversione spirituale che ne deriva:
«Teresa si immerge [...] come in un bagno consustanziale all'esperienza di nascita di un nuovo sé avvinghiato all'Altro, sé che ama e riassorbe l'Altro e che l'Altro assorbe. L'acqua si impone come funzione assoluta, inevitabile, del contatto amoroso, nella quale io sono toccato/a dal tocco altri che mi tocca e che io tocco. L'acqua finzione del travaso fra l'essere altro e l'innominabile intimo tra il Cielo e la vagina, fra l'ambiente esterno e l'organo interno. [...] Per mezzo di questa metamorfosi mortale e godibile, che porta rimedio alla sua melanconia di donna separata abbandonata e inconsolabile, si appropria dell'Essere Altro in un contatto intra-cognitivo, psico-somatico, che la conduce a una regressione pericolosa e deliziosa accompagnata da piacere masochistico.»
L'unico dato esatto del discorso della Kristeva è l'indicazione del sé come soggetto dell'esperienza e, allora, non si vede perché il contatto con l'Altro con la maiuscola non debba coinvolgere TUTTA la persona e tutte le sue facoltà cognitive e sensitive, senza per questo tirare in ballo soltanto l'organo sessuale; il che denota un evidente atteggiamento riduzionistico di conio positivista. A questo riguardo il Dr. Terzulli osserva:
«E così la perversione, secondo la scrittrice è perfetta... migliaia di persone leggeranno avide le scoperte della grande demistificatrice illuministica... sembra risentire le parole del vecchio Charcot: alle fine, "Messieurs, s'est le sexe, toujours le sexe!", (Signori siamo alle solite: la causa di tutto è il sesso, sempre il sesso).»
Metto a disposizione i link a pagine significative, da consultare nell'ordine:
[testo 1] - [testo 2] - [testo 3] - [testo 4] - [testo 5]
Ovvio che nell'Altro con la maiuscola la Kristeva non individua un Dio personale trascendente. Ecco quindi dimostrato come non possa esistere dialogo se non si condividono le categorie che lo strutturano e permettono lo scambio di riflessioni di concetti e di esperienza. Anche la psicoanalisi infatti usa un linguaggio simbolico che ha il suo fascino e spessore ma che, tuttavia, quando pretende di esplorare campi metafisici con categorie immanenti, non fa altro che svilirne e impoverirne oltre che fraintenderne le peculiarità.
Non mancano studi autorevoli che osservano e dimostrano le differenze tra gli stati psicopatologici e quelli della coscienza mistica. Basti ricordare che quando siamo nel campo della patologia, le esperienze che il soggetto psicotico percepisce come sovrumane e soverchianti sono sempre auto-referenziali, irriducibili al dialogo con un altro da sé; il che è assolutamente estraneo alla vita ed all'esperienza dei mistici, come a quella della nostra Santa Teresa. E, per approfondire questi ambiti, occorrono competenze interdisciplinari e coscienze aperte, non uomini (e donne) ad una sola dimensione.
L'"esperienza mistica" induce uno stato di coscienza che porta al contatto con il "sacro". Ne scaturisce una consapevolezza nuova che non sempre è traducibile in concetti, ma ciò non toglie che si tratti di vera e propria "conoscenza" di livello superiore: nell'interiorità - e quindi poi nella vita - del mistico, infatti, risulta operata una trasformazione interiore, alla quale corrisponde un approfondimento, una elevazione e una dilatazione della coscienza, condotta oltre i limiti dell'ordinario rapporto con il reale, ma che permette di rapportarsi col reale con maggiore pienezza; il che comporta un sentimento di espansione dei confini del sé.
Al contrario, il folle si illude, in modo delirante, di accedere al godimento infinito nella finitezza della realtà, e crede di eludere la caducità, la mancanza, mentre non esce dall'autoreferenzialità cui accennato prima.
Sarebbe interessante approfondire, ma non è questo il luogo né lo strumento adatto. L'importante è cogliere l'essenziale, come ho cercato di fare.
Quanto all'intervento della Kristeva nell'incontro di Assisi, il primo link è al documento con i suoi 10 principi del nuovo umanesimo pubblicato dal Corriere della Sera; ma è attendibile che quello effettivamente tenuto si limiti a 5 punti. Esso così conclude enfaticamente in tutt'e due le versioni:
Signore e Signori, l’età del sospetto non è più sufficiente. Di fronte alle crisi e alle minacce che si aggravano, è giunta l’età della scommessa. Osiamo scommettere sul rinnovamento continuo delle capacità di uomini e donne a credere e a conoscere insieme. Affinché, nel “multiverso” bordato di vuoto, l’umanità possa perseguire ancora a lungo il proprio destino creativo.
Sappiamo bene che i "filosofi del sospetto" sono quelli che hanno contribuito allo smantellamento della Chiesa dogmatica e docente ed in effetti la loro opera sembrerebbe portata a compimento, almeno guardando ad alcuni aspetti della Chiesa post-conciliare. Ecco, quindi, che - superato il sospetto - la musa illuminista inneggia e si lancia nel "rinnovamento continuo", che è cosa buona e giusta se viene incanalato nell'alveo di un senso già dato ed in un Progetto Divino per l'uomo; ma diventa prometeica hybris in un "multiverso bordato di vuoto in cui essere gli unici artefici del proprio destino creativo". Resta infatti da capire creativo di cosa perché e con chi...
E quindi gridiamo forte - dalla Gerusalemme che dopo aver accolto trionfalmente il Signore lo ha poi crocifisso, ma attingendo come pietre vive alla Gerusalemme Celeste che scende dal Cielo con il nostro Signore - tutto il nostro sconcerto e la nostra protesta. Perché, in una assise promossa dal Santo Padre e quindi sponsorizzata dalla Santa Sede, ritenuta così importante dal doverla commemorare con la partecipazione di personaggi più rappresentativi delle religioni e della cultura a livello mondiale, dare la parola coram populo, ascoltando con ossequio e riverenza, ad uno di quei "cani" che non fanno altro che calpestare le nostre perle più belle e più preziose?
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(1) Mario TERZULLI professore al Teresianum, Medico chirurgo, con specializzazione in Neurologia e Psichiatria. Membro della SPI - Società Psicoanalitica Italiana, dell' International Psychoanalytical Association, socio ordinario della Società Italiana di Psicoterapia Medica. Ha lavorato come psichiatra in clinica universitaria, ospedale psichiatrico e centro di igiene mentale. Nell'ambito della neuropsichiatria infantile, dopo l'iscrizione alla scuola di specializzazione, ha diretto per dodici anni l' Istituto medico-psico-pedagogico M B di Casteldelmonte (Bari) e ha partecipato a corsi di aggiornamento e congressi. Ha partecipato a numerosi congressi di psicoanalisi e psichiatria ed è autore di articoli originali. Si è occupato altresì di filosofie e religioni orientali e dei rapporti fra la psicologia, la psicoanalisi e la religione. Vive e lavora a Roma.
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(1) Mario TERZULLI professore al Teresianum, Medico chirurgo, con specializzazione in Neurologia e Psichiatria. Membro della SPI - Società Psicoanalitica Italiana, dell' International Psychoanalytical Association, socio ordinario della Società Italiana di Psicoterapia Medica. Ha lavorato come psichiatra in clinica universitaria, ospedale psichiatrico e centro di igiene mentale. Nell'ambito della neuropsichiatria infantile, dopo l'iscrizione alla scuola di specializzazione, ha diretto per dodici anni l' Istituto medico-psico-pedagogico M B di Casteldelmonte (Bari) e ha partecipato a corsi di aggiornamento e congressi. Ha partecipato a numerosi congressi di psicoanalisi e psichiatria ed è autore di articoli originali. Si è occupato altresì di filosofie e religioni orientali e dei rapporti fra la psicologia, la psicoanalisi e la religione. Vive e lavora a Roma.
70 commenti:
Leggo da "Avvenire" del settembre scorso. Si parla del "cortile dei gentili"; ma ovviamente siamo perfettamente in tema anche con l'evento-Assisi.
... nella reazione di possibile spavento da parte dei non credenti di fronte a un’esplicita azione di evangelizzazione, si nasconde in filigrana una sorta di spavento della stessa comunità dei credenti: lo spavento del proprio coraggio di continuare, forse riprendere, quel dialogo onesto e profondo con la realtà nella quale le tocca vivere al fine di più opportunamente predisporre la propria testimonianza del Vangelo, che o è annuncio di libertà e di compimento dell’umano o semplicemente non è.
Se così stanno le cose, allora la seconda suggestione che ci viene dalla riflessione del Papa sul Cortile dei gentili è quella legata alla priorità che la comunità dei credenti deve esprimere, nella relazione con gli atei, con gli agnostici e con le persone estranee alla religione: la priorità di tenere desta la ricerca di Dio, la preoccupazione che tale ricerca non venga messa da parte. A tal fine, nello spirito che fu del Concilio, non possiamo non chiederci quale profilo assuma una tale ricerca di Dio nel tempo che stiamo vivendo.
Il problema non sta tanto nel tener desta come priorità una generica ricerca di Dio, il problema sta nel fatto che la Chiesa non annuncia più opportune et importune il Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che si è fatto Uomo e non solo ha operato una volta per tutte ma continua ad operare continuamente la nostra Salvezza per mezzo della Sua Presenza nella Sua Chiesa.
Ed è così che un certo "spirito del concilio" e lo "spirito di Assisi"86, che ne è figlio, sono più vivi che mai...
Oggi non basta più, come è bastato fino a 100 anni fa, indicare agli infedeli i mezzi da eleggere per credere (gli articoli del Credo), ma bisogna ribadire a tutto il mondo a-religioso la necessità di rapportarsi al fine ultimo; senza questa prima disposizione, non si potranno mai scegliere i mezzi (la vera religione).
E' una vergogna che un Cardinale con il permesso del Papa abbia fatto pontificare ad Assisi ad una illuminista anticattolica!
Che credibilità potrà mai avere il Papa davanti al suo gregge quando pone come "faro" nemici di Cristo e dei suoi Santi?
Ma è possibile poter andare avanti così?
don Morselli cosa vuoi dire? come giustificare un'oltraggio alla Religione come questo?
Ho sentito alcuni carmelitani scandalizzati ma alcuni assolutamente indifferenti anzi... non l'hanno detto ma si son meravigliati di tutto questo clamore quasi a giustificare quell'anticristo della Kristeva.
Il demonio (Il separatore, Il menzoniero) predica nella casa di Dio davanti al Papa, su un tappeto rosso, dal pulpito e lei si limita a dire che la Chiesa deve cambiare il modo di rapportarsi per fare poi cosa, indicare al "fine ultimo" quale?
don Alfredo ma scherziamo?
io mi chiedo se non si vergogna quel personaggio che si è permesso di invitare, al cospetto del Santo Padre, la così detta "studiosa" atea e dissacratrice della nostra fede.
Le è stato perfino concesso il palcoscenico di una Chiesa e questo mi sembra scandaloso.
Gettare la Sposa di Cristo in un calderone massonico non è la soluzione per la pace, ma un inganno, una falsa pace basata sulla menzogna.
Intanto i gruppi pro Motu Proprio crescono. Agli oltraggi a Cristo che provengon da Roma fa da contraltare il piccolo gregge.
AVVISO
In data sabato 5 novembre, alle ore 10, si terrà una riunione costitutiva del gruppo di fedeli dell'arcidiocesi di Lucca per l'applicazione del motu proprio Summorum Pontificum di Papa Benedetto XVI e la richiesta al proprio arcivescovo di una celebrazione festiva in latino, secondo l'antico rito previsto dal Messale di San Pio V (edizione tipica del Beato Giovanni XXIII, 1962).
La riunione si terrà presso lo studio del geometra Cinquini, in viale Europa, 46 a Lammari (Capannori) e per l'occasione sarà presente anche il nuovo presidente del Coordinamento Toscano Benedetto XVI. Chiunque fosse interessato, potrà liberamente partecipare. Coloro che avessero problemi a recarsi in loco, non disponendo di autoveicoli, potranno rivolgersi a noi (coordinamentotoscano@hotmail.it) per ottenere un passaggio.
Si prega di diffondere la notizia.
Per il 'Coordinamento toscano Benedetto XVI' - Per l'applicazione del motu proprio Summorum Pontificum
Dante Pastorelli
Alla Kristeva si possono applicare due bei aforismi di Nicolas Gomez Davila: "Più che opinioni stupide ci sono stupidi che hanno opinioni" e: "Lo stupido istruito ha un campo più vasto per praticare la sua stupidità".
Complimenti a Mic per questo sito, che non conoscevo.
Caro don Morselli, Lei è persona molto saggia e prete fedele.
Ma, mi chiedo: è possibile scindere il fine ultimo da Cristo?
Cristo-Dio è il fine ultimo: presentando Cristo si presenta il fine ultimo. Cristo è alfa e omega.
Il resto è ideologia o pseudo filosofia.
L'intervento della Kristeva, con i suoi 5 punti del nuovo umanesimo, così conclude enfaticamente:
Signore e Signori,
l’età del sospetto non è più sufficiente. Di fronte alle crisi e alle minacce che si aggravano, è giunta l’età della scommessa. Osiamo scommettere sul rinnovamento continuo delle capacità di uomini e donne a credere e a conoscere insieme. Affinché, nel “multiverso” bordato di vuoto, l’umanità possa perseguire ancora a lungo il proprio destino creativo.
Sappiamo bene che i "filosofi del sospetto" sono quelli che hanno smantellato la Chiesa dogmatica e docente ed in effetti pare che la loro opera sia conclusa, almeno apparentemente.
Inneggiamo quindi al "rinnovamento continuo", che è cosa buona e giusta se viene incanalato nell'alveo di un senso già dato ed in un Progetto Divino per l'uomo; ma diventa prometeica hybris in un "multiverso bordato di vuoto in cui essere gli unici artefici del proprio destino creativo"... resta da capire creativo di cosa perché e con chi...
Mi soffermerei su alcuni passaggi orribili di critica a quella spostata di mente (ad opera dell'ottimo professore Mario TERZULLI) che sfigurano non solo il volto della Santa ma di tutta la mistica Cattolica:
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Chiaramente la Kristeva si sofferma sul fenomeno della transverberazione, che non sfugge - ci mancherebbe- ad un'interpretazione sessuale. Ecco le sue parole: "Il suo tormento è una "beatitudine" e questo amalgama di piacere e dolori autoerotici è un "godimento spirituale" ci dice, gigante masturbazione da labbra delineati dagli ideali della Bibbia e del Vangelo e che non ignora nemmeno la "forma corporea".
Senza dimenticare le ...
tre affermazioni che, a nostro avviso (continua Terzulli), la Kristeva formula in maniera apodittica e dogmatica. E che nell'ordine sono: l'incesto, "dinamiche incestuose", l'epilessia temporale (che prudentemente la scrittrice, non medico, attribuisce ad un epilettologo) e, infine, la più grave di tutte: una psicosi paranoide, delirante, allucinatoria, quando paragona Teresa al famoso caso del presidente Schreber.
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Siamo davanti all'abisso ... Dio abbia pietà di noi tutti e di quelli che ancora credono che tutto va bene!
Allora dove stanno tutti i tromboni che si arrampicano sugli specchi per giustificare l'incontro che non porta a nulla?
Dove sono gli uomini di buona volontà e il loro dialogo? cosa rimane se non un senso di amarezza di come la Chiesa, i suoi uomini, vanno a sbattere sullo scoglio e si sentono tranquilli.
Don Morselli vai a rileggerti, a proposito dei mezzi,iota unum del grande Amerio che sicuramente non
sarebbe stato invitato ad Assisi.
carlo maria
Amerio non era mica uno sciamano!
Siamo davanti all'abisso ... Dio abbia pietà di noi tutti e di quelli che ancora credono che tutto va bene!
No, non va tutto bene. Ma spero davvero con tutto il cuore che il grido di protesta, l’indignazione, giusti per carità, lascino il posto ad altri orizzonti, di rinascita, di ricostruzione. E non ad ulteriori fratture e divisioni e irrigidimenti. Perché se la follia di un’atea è facile da cestinare, perché vuota di senso e vuota di Dio,la diaspora dentro la Chiesa, quella sì, è un abisso che fa paura. Almeno a me.
Non siamo noi che lasceremo la Chiesa. La diaspora non è da noi causata. Chi si allontana coscientemente dalla Chiesa porta via il veleno che ha propinato sinora.
Della Mortalium animos non si possono staccare mezze frasi e presentarle come affermazione assoluta. L'enciclica inizia a parlar della pace che nel mondo non c'è, per cui le nazioni la cercan attraverso l'azione dei governi tendenti ad una fratellanza universale. Una simile volontà di unione "fraterna" si palesa nell'ambito della Nuova Legge, perché v'è chi pensa che qualunque sia il Dio di questa o quell'altra religione e che alla base delle varie dottrine vi sia un comune fondamento spirituale. Da qui i convegni, le adunanze e i discorsi in cui tutti hanno la loro parola: infedeli d'ogni razza, cristiani, apostati, negatori della divinità di Cristo.
I Cattolici, sostiene il Papa, non possono partecipare a quest'incontri "i quali suppongono esser tutte le religioni più o meno lodevoli, in quanto che tutte o per una via o per l'altra manifestano ed attestano quel senso nativo e spontaneo in noi, che ci porta verso Iddio e verso il riconoscimento devoto del Suo impero".
Don Morselli, staccando dalla prima parte e da tutto il resto dell'enciclica la dichiarazione pontificia che ho riportato virgolettata, sostiene che Assisi III non contrasta con la Mortalium animos.
Certo, il Papa non ha detto apertis verbis che tutte le religioni lì rappresentate sono uguale via di salvezza. Come nei documenti conciliari non si dice apertamente che la via di Cristo è uguale a quella di Budda.
Ma l'invitar le false religioni ad un comune cammino verso la Verità (quale è la Verità che è stata offerta ad Assisi da Benedetto XVI?) al fine di ottener la pace pregando ciascuno il proprio Dio è una conferma che queste riunioni cadono proprio in quell'erronea credenza sincretista o relativista che Pio XI condanna senza scampo.
A quale Dio i fedeli di Budda, di Visnù, di Kalì, del dio pollice o del serpente han diretto le loro preghiere? Questo è il punto.
Ha il Papa richiamato i 300 rappresentanti delle varie religioni all'unica Verità che è Cristo? Ha proclamato che la pace. la vera pace è solo quella di Cristo? Insomma questo cammino comune a quale Verità è approdato?
Certo, l'ho scritto anch'io che non ci sono state preghiere comuni, stavolta, non si sono profanati altari. Ma perché lodare lo spirito di Assisi se si sa che le chiese sono state negli anni precedenti profanate, che gli altari sono stati oltraggiati dalle statue di Budda accanto al tabernacolo contenente il Santissimo, se sull'altare di S. Chiara si sono offerti, sgozzandoli, dei polli agl'idoli?
Invece di chieder perdono per le crociate, che vann'inquadrate nel loro contesto storico che contien anche la difesa della Cristianità dalla conquista islamica, perché non s'è sentita una sola parola di condanna per le offese a Dio portate dai vertici della Chiesa nelle precedenti edizioni della giornata della pace?
Il messaggio che passa oggettivamente da queste riunioni è proprio l'uguaglianza delle religioni come via di salvezza che di queste riunioni son la sostanza ben individuata da Pio XI. Qual che sia l'intenzione del Pontefice.
Sia questa giornata la pietra tombale che cade per non più rialzarsi sull'umiliazione inaccettabile della Chiesa e sulla blasfemìa, ripeto, oggettiva, al di là delle intenzioni.
In conclusione, cerchiamo di non giocar con le parole per cercar di conciliar l'inconciliabile.
Complimenti Dante! ottimo intervento che sottoscrivo pienamente!
Non è la prima volta che s'interpreta l'amore per Cristo delle sante in dimensione sessuale.
La ,lingua batte dove il dente duole. E tutti questi psicologi da rotocalco e da TV dovrebbero analizzar se stessi perché proiettan sugli altri i loro gravi problemi d'identità sessuale e conseguenti turbe mentali.
Non si può negare, tuttavia, che in certe mistiche l'amore si esprime con un linguaggio quasi carnale che non tutti son in grado d'intender nel suo valore reale: se si ama intensamente, si ama con tutta la persona, e la persona è formata di anima e corpo. E le mistiche son persone umane ed umanamente amano ed in linguaggio umano esprimono tutto il loro amore.
Leggo su Zenit il discorso pontificio di conclusione:
“Andando per le nostre strade diverse”, ha esortato concludendo il suo discorso, “traiamo forza da quest’esperienza e, ovunque siamo, proseguiamo il viaggio rinnovato che conduce alla verità, il pellegrinaggio che porta alla pace”.
Ognuno per la sua strada, ognuno con la sua religione, ognuno con la sua divinità che, con l'eccezione dei cristiani, è un falso dio. Ma queste strade dove portano?
Mi tornano in mente i versi di Dante (Par., c.X) riferiti a S. Domenico che guida i suoi figli "u ben s'impingua se non si vaneggia". E queste strade son percorsi in cui si vaneggia e, di conseguenza chi le segue non s'impingua, perché non guidato dall'unico Buon Pastore.
Assisi 3 non è una riduzione non è un tamponare, non è la correzione del tiro è l'apoteosi del pensiero di Ratzinger. Il fondare il cortile dei gentili è la riprova ulteriore della una grande stima del pensiero moderno soprattutto del pensiero illuminista, in più riprese ne parla con grande interesse, mettendolo addirittura a fondamento del Vaticano II stesso, lui che l'ha visto da molto vicino manovrandolo non poco.
Un modernista conservatore puro puro. Ma come tutti gli idealisti-modernisti scivolano sulla buccia di banane della presunta bontà insita "nell'uomo in ricerca". Scivola cioè nel pensare che fuori dalla legittima ricerca (quella che porta unicamente in Cristo) ci sia uno "spazio" buono accettabile.
Non credo che Ravasi o che lo stesso Ratzinger sapessero di questo studio blasfemo riguardo a Teresa, sono talmente sciocchi e pieni di loro stessi che magari han sentito UNA cosa mezza giusta di questa spostata di mente, e come succede in questi ultimi tempi in Vaticano (con nomine assurde e incomprensibili: es. Palombella in Sistina), scoppia l'amore a prima vista... quel che sono in realtà e dello scandalo che suscita poco importa...
IL DISEGNO si deve completare...
E il disegno piano piano si completa si capiscono tante cose e non mi piacciono per nulla...
Critiche ad eventi ed alla loro conduzione, oltre che a coloro che li han voluti, son legittime, ma rimanendo nell'ambito d'una discussione civile in tema religioso-pastorale; dar dello sciocco al Papa, no, Don Camillo. Qui non ci siamo proprio. Disapprovo senza attenuanti. Benedetto XVI, lo diciamo più o meno tutti noi, avrebbe fatto bene a starsene a Roma senza indire quest'altra giornata infausta. Ma è da metter su d'un piatto della bilancia la volontà, fors'anche velleitaria e certamente non pienamente realizzata, di deviar la manifestazione dalla linea precedente. Cautela tanta, è vero, ma il fatto è indiscutibile.
Sì vabbbene! allora non è sciocco, è un Sommo pontefice intelligentissssimo che non potendo dire che Santa Teresa era una manica incestuosa pazza, lo fa dire indirettamente da una donna capace che ha capito tutto della mistica cattolica... al punto da mettersi in cattedra "pascendo" tutte le religioni della sua sapienza...
O Dante per piacere rimaniamo con i piedi per terra, il giudizio si può emettere quando si hanno tutti gli elementi per poterlo dare. Questo incontro è stato preparato con una cura maniacale e proprio per questo questi ERRORI sono più gravi.
Don Camillo,
questa volta devo dissentire.
Il Papa non è onnisciente e, nell'organizzazione di un grande evento di portata internazionale cosi ampia, non credo abbia né il tempo né la possibilità, di passare in rassegna tutte le personalità e le loro produzioni letterarie. Notoriamente è un compito affidato ai suoi collaboratori e, non a caso, quanto alla Kristeva si è chiamato in causa Ravasi.
Penso che in ogni caso, pur dissentendo - mi pare ben a ragione - su alcune cose, sia giusto mantenere il rispetto che la sua figura merita.
E, comunque sparare a zero su di lui serve solo a sfogare il nostro dolore che può diventare risentimento (da vincere con l'aiuto della Grazia) e non risolve i problemi. Molto più efficace e sacrosanta è la denuncia dei problemi e la riflessione su di essi, come tentiamo di fare per ogni cosa che ci viene incontro.
Lo ha affermato ai microfoni della Radio Vaticana il cardinale Jean Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per i non cristiani. "Nel corso di questa giornata - ha confidato il cardinale Tauran - ho ricordato quello che Giovanni Paolo II aveva scritto nella sua Lettera 'Novo millennio ineunte', quando diceva che il nome del Dio unico deve diventare sempre di più un nome di pace, un imperativo di pace".
Oserei dire che è terrificante. Questi personaggi non si rendono nemmeno conto di cosa vanno dicendo...
Prescindo dall'enciclica citata della quale una frase presa da un intero contesto (che non mi prendo la briga di andare a verificare) può anche assumere, come assume, un significato assurdo.
Infatti, a prescindere da questi disinvolti riferimenti ad un cosiddetto "Dio unico", generico e lontano dal nostro Dio Personale e Unico davvero: la SS. Trinità, siamo noi adesso a dare il nome a Dio e lo chiamiamo pace? Il Dio che si è già rivelato con tanti Nomi, corrispondenti a ciò che opera per il nostro bene e la nostra vita in Lui e che, nel compimento dei tempi, si è rivelato in Cristo?
Questo chiamarlo Dio della pace è quanto meno riduttivo, perché la pace (con la p minuscola) è dono suo e frutto del nostro inserirci pienamente nel Suo Progetto per noi. Mentre la Pace, come pienezza di ogni Bene e Armonia e quanto di meglio si possa immaginare moltiplicato all'infinito, ha un Nome SOLO, Cristo Gesù, nostro Signore...
Signore, ma dove ti hanno portato?
Mi pare che loro sono fermi a quella tua tomba vuota ma non ti abbiano seguito poi...
Se è passato il libro intervista e non mi è venuto un ictus mi passerà pure la Kristeva
Poiché un bambino è nato per noi,
ci è stato dato un figlio.
Sulle sue spalle è il segno della sovranità
ed è chiamato:
Consigliere ammirabile, Dio potente,
Padre per sempre, Principe della pace;
6grande sarà il suo dominio
e la pace non avrà fine
sul trono di Davide e sul regno,
che egli viene a consolidare e rafforzare
con il diritto e la giustizia, ora e sempre;
Mi dispiace doverlo dire, Don Camillo, le tue osservazioni sul mio intervento son del tutto gratuite e prive di fondamento.
L'ho scritto e non mi stancherò di affermarlo: le giornate di Assisi sono una disgraziata avventura della Chiesa "con conciliare" ed anche l'ultima non merita molto rispetto in più. Ma da qui a sostener che il Papa fa dire ad altri quel che lui voleva difre e non osato dir su S. Teresa ce ne corre.
Abbi, per piacere, il senso del limite e del ridicolo.
Con queste sparate, che altrove qualche volta ti ho, fraternamente o paternamente o nonnescamente non so, rimproverato, non servi la causa comune che credo tu persegua in sincerità, quanto piuttosto la causa opposta.
Gli agnostici in ricerca, ha detto IL Papa il 25 settembre a Friburgo, “sono più vicini al Regno di Dio di quanto lo siano i fedeli di routine, che nella Chiesa vedono ormai soltanto l’apparato”. Tra le grida giubilanti dei laudatores più o meno cattolici e più o meno atei però sempre interessati.
Ma il Papa s'è mai chiesto perché questi fedeli tiepidi vedono nella Chiesa solo l'apparato? Non sarà perché spesso la Chiesa si presenta ad essi soltanto come tale?
E, poi, basta con questa esaltazione dell'ateismo devoto o non devoto. La Chiesa offra agli atei la Verità, l'unica Verità, di cui è custode e lo dev'esser fedelmente: sta a loro accettarla o meno. Preghi dippiù, la Chiesa, invece di esaltarli, per la conversione di costoro. E preghi anche per se stessa, affinché riesca a mostrar ai fedeli tiepidi e di routine tutti i motivi, i tesori divini, perché tornino ad esserne innamorati.
Mi dispiace far notare un errore che don Morselli continua a commettere ed è sulla stessa scia gran parte della gerarchia progressista la quale parte da principi errati e si sa "Parvus error in principio magnus est in fine".
Gli atei gli άθεος, cioè senza Dio altro non sono che una specie appartenente al genere degli increduli, che correttamente devono essere chiamati idolatri, infatti anche questi sono senza Dio a differenza di ciò che erroneamente sostiene don Morselli, infatti l'idolo è qualche cosa? No, è nulla!(1Cor 10,19) quindi anch'essi sono senza Dio e credono a nulla come gli atei.
Quindi la religione è cattolica l'idolatria aggiunge all'incredulità un culto abusivo e non può in nessun caso appellarsi religione.
Don Morselli pensa che sia meglio intanto essere "religiosi" (qualsiasi "religone" naturalmente) pensando che gli idolatri siano più vicini a Dio degli atei, ma ciò è completamente errato!
Inoltre gli atei non sono un nuovo modo di non credere a Dio i cosidetti atei sono sempre esistiti.
L'affermazione di don Morselli è davvero incredibile, non esistono a-religiosi primo perchè non ci sono altre religioni, come ho già dimostrato, gli atei sono increduli come i musulmani, buddisti ecc. devono essere trattati alla stessa stregua:
Proporre gli articoli di fede che sono l'oggetto della Fede e non i mezzi da "eleggere per credere".
San Tommaso:”Per la fede si richiedono due cose. Primo, la presentazione all'uomo delle verità da credere: e ciò è richiesto perché uno creda esplicitamente qualcosa. Secondo, l'adesione del credente alle verità proposte. Ora, rispetto al primo requisito è necessario che la fede venga da Dio”(ST p II-II q6 a1).
Fine della Chiesa:”Cristo ha fondato la Chiesa al fine di continuare la sua opera redentrice” (De Fide) attraverso il potere magisteriale, governativo e sacerdotale, quindi attraverso gli articoli di fede che sono l’oggetto della fede, virtù teologale.
CVCRCI
A voi non piace il linguaggio colorito di don Camillo, e sia. Ma prima di cestinare le idee di don Camillo su Joseph Ratzinger, leggete almeno qualche romanzo di Hermann Hesse ('Narciso e Boccadoro' potrebbe spiegare alcune cose sulla Kristeva) e Thomas Mann. In particolare in 'Doktor Faustus' uno dei personaggi, Serenus Zeitblom (nome che e' tutto un programma),scivola, come dice icasticamente don Camillo, sulla buccia di banana della fiducia nella bonta' insita nell'uomo.
Prima di criticare don Camillo, cercate di capire la cultura tedesca in cui si e' formato Joseph Ratzinger.
Definire sciocco il Papa non mi sembra "un'idea". A tutto c'è un limite.
Luciana, è diverso tempo che da Dante ricevo bacchettate sulle mani (che ricevo volentieri, fare un po' di penitenza ci rende migliori), Dante fa parte della vecchia scuola, che rispetto, dove la forma deve essere sempre rispettata.
Abile la mossa di liquidare il mio intervento puntando il dito solo su un aggettivo che forse è solo un'esclamazione che sorge spontanea un po' come quando si vede cade la foglia di fico....
Sì questo Papa è pregno della cultura illuminista tedesca a lui piace molto, contento lui... ma da questa cultura sorge solo nichilismo e disperazione... chi semina vento raccoglierà tempesta solo che la tempesta la sorbiremo tutta noi... ma grazie a Dio c'è la divina retribuzione...
L'unica cosa che mi addolora è solo il disonore arrecato a Santa Teresa, ma di questo a nessuno credo importa, manco al Papa tedesco.
E' tardi ma vorrei dire una breve cosa, è vero dare dello sciocco al papa potrà essere irriverente certo, però l'offesa arrecata a Dio non è paragonabile, l'offesa a santa Teresa per ora non ha ricevuto risposta, troppo rispetto umano e poco timor di Dio, questo è il male che attanaglia l'uomo.
Anche il papa deve temere di Dio e rispettare i santi (veri) che sono nella sua gloria!
CVCRCI
DON CAMILLO: non si tratta di "vecchia scuola" ma di correttezza e debito rispetto. I frutti della nuova scuola dove questi doveri sono scomparsi - sono stato docente e preside di scuola superiore - si vedono, anche quelli dei nuovi seminari. La forma è sostanza.
Non ho ridotto i tuoi interventi solo all'offesa al Papa definito sciocco. Ancor più gravemente offensivo è gridar che lui avrebbe voluto dir su S. Teresa quel che ha detto la signora agnostica cui volentieri ha lasciato questo compito, quasi si fossero presi accordi in questo senso. Ma ti rendi conto di quel che scrivi?
C'è in qualsiasi intervento dell'attuale pontefice, in qualche suo scritto, un'osservazione, un'argomentazione che possa supportar la tua acre quanto gratuita e velenosa illazione?
Simili asserzioni distruggon quel che di buono e condivisibile si ritrova nei tuooi commenti.
Anche STETTINO, come don Camillo,
farebbe bene a rilegger i miei interventi di cui sopra prima di esprimer giudizi.
Quanto alla foglia di fico, ch'io sappia, quando cade non mostra la stupidità delle persone.
Questo è quel che dice e pensa papa Benedetto di S. Teresa d'Avila.
Carissima Luciana,
ho apprezzato la tua difesa di don Camillo.
Devo dire che condivido sempre i tuoi interventi e mi riconosco nel tuo 'sentire'. Quanto a don Camillo, lo conosco personalmente, lo stimo e gli voglio anche molto bene, come voglio bene a Dante e lo stimo non solo per la sua preparazione e per la profonda umanità ma anche per il grande equilibrio, quando non ti sorprende con le sue battutacce toscane...
Devo dire, però, che quest'ultimo parere tranchant sul Papa non l'ho condiviso.
Sono d'accordo sulla sua formazione, che ha avuto anche una sua evoluzione nel tempo e che comunque sta rivelando molti aspetti conciliaristi in senso deteriore. Ma, nel caso di specie, attribuirgli un retropensiero così certo e negativo, mi pare eccessivo. Anche perché sono più propensa a pensare che, sulla Kristeva si sia fidato di Ravasi. Beh, già questo è un neo, ma questo è ;)
... ma infierire non ci porta da nessuna parte.
Spero di leggerti ancora qui e ti saluto caramente.
Don Camì, a presto!
Grazie Giovanna,
su questo non avevo dubbi.
E' l'andamento ondivago e ambiguo dell'evento-Assisi che continua a lasciarci addolorati, perché se ha attenuato qualche stonatura più pesante, non ha potuto scalfire lo "spirito di Assisi", fatto proprio dai modernisti (vedi Riccardi, il card Tauran e compagnia...)
Grazie a GIOVANNA per il suo link.
Cara MIC, quel che penso dell'attuale pontificato, nel bene e nel male, non l'ho mai celato, né qui né altrove, nelk web e sulla stampa. Ed ho sempre ricordato l'entusiasmo per il controsillabo del perito Ratzinger e la sua formazione neoterica. Non ho, però, neppur passato sotto silenzio il suo progressivo e, temo, parziale, distaccarsi dalla sua formazione ed ho elogiato il suo nuovo spirito liturgico che contiene necessariamente anche nuove, sia pur non ben manifestate o precisate, posizioni teologiche. Le critiche, ad es., a Luce nel mondo, di cui ho sottolineato diversi punti inaccettabili, penso siano lì a testimoniare della mia obiettività.
Don Camillo ha molte frecce al suo arco. Certi giudizi approssimativi e pericolosi e non giustificati, tuttavia, danno l'impressione di un'ostilità preconcetta, soprattutto se espressi in un linguaggio da respingere senza se e senza ma.
Certi atteggiamenti nell'anonimato mi turbano e di molto. E' facile lanciar bombe(carta) standosene al sicuro.
Su quest'ultimo argomento so che non sei d'accordo, ma io ribatto sul tasto ancora e sempre ci ribatterò. L'uomo, anche se prete, a maggior ragione s'è prete, si vede in faccia.
Caro Dante,
in linea di principio non posso che esser d'accordo con te; ma nemmeno possiamo ignorare che, oggi, sono proprio i preti a soffrire maggiormente, soprattutto se la loro 'pastorale' tradizionale viene cancellata con disprezzo con grave danno per le anime affidate alla loro cura.
Penso, in particolare alla situazione di Roma, che è quella che conosco di più, nella quale anch'io ho 'assaggiato' il disprezzo e la chiusura preconcette ma anche livorose (da parte di pastori!!!), nel negare un altare per la celebrazione settimanale dei sabati della Vergine Maria, con la minaccia 8di sapore più mafioso che pastorale) di toglierci anche l'altro che avevamo per la Domenica!
Conosco anche cinque seminaristi che da anni tentano inutilmente di inserirsi in un seminario, che non trovano né ospitale né 'sano' per loro che amano la tradizione senza peraltro avere preclusioni verso il NO, per poter completare il loro percorso verso il sacerdozio, che ognuno di loro ama con tutto se stesso.
Ecco, in questa situazione, come non comprendere l'anonimato che non è sempre un sottrarsi alle difficoltà, ma diventa sana prudenza, non sottraendosi dal combattere con armi diverse da quelle che è possibile usare a viso aperto (l'Eucaristia come Cristo comanda in primis).
Caro Dott. Pastorelli io non ho dato alcun giudizio su di lei nè sul suo pensiero, ho sottolineato l'irriverenza al santo Padre nel mio post, ma devo constatare con i fatti che oggi si è portati troppo al rispetto umano e poco al timore di Dio, i fatti di Assissi e l'ergomento di questo thread lo stanno a dimostrare, per quanto concerne il Santo Padre dubito che abbia cambiato la sua posizione teologica e filosofica come ho recentemente dimostrato(discorso ad Erfurt).
Quale rispetto si deve ad un episodio come quello d'assisi? Quale gustificazione per coloro che l'hanno voluto? Quale giustificazione per coloro che, come don Morselli, approvano questa grave offesa al Padre Onnipotente (soprattutto con argomenti menzogneri).
Quale rispetto per tali persone?
Quale rispetto si deve avere per uomini che offendono Dio?
Quale rispetto si deve agli adoratori di satana riuniti in assisi?
Quale rispetto per i nemici di Cristo che hanno ucciso i primi papi della Gloriosa Sposa di Cristo ed oggi applaudono il Pontefice regnante?
CVCRCI
Vorrei poi aggiungere che leggo sempre i suoi interventi come quelli degli altri e non capisco perchè si sia sentito attaccatto, le assicuro che se dovesse essere necessario nella carità Cristiana le "resisterò in faccia", 8come per don Morselli) ma il post dice così: "male che attanaglia l'uomo"
Non è rivolto a lei ma all'uomo in generale e le posso dire che è un male che attanaglia anche me.
Si tende a piacere più agli uomini che a Dio e non mi si dica che il Santo Padre abbia scelto più Dio che l'uomo, se non è un piacere agli uomini questo (assisi) cosa è?
Ditemi il Papa è piaciuto a Dio o agli uomini?
CVCRCI
Caro Stefano,
io credo che il rispetto sia dovuto a tutti.
Quello che stiamo stigmatizzando è l'eccesso di "rispetto umano" purtroppo mostrato anche dal Papa.
E non ci sottraiamo dal parlarne e denunciare, ma con accenti addolorati, non polemici, cercando tuttavia di 'mostrare' la Verità.
Ma io non mi sento affatto attaccato né da Don Camillo né da te, Stefano.
In uno dei tuoi post riconosci, in risposta ad un mio intervento, che sì, c'è l'irriverenza verso il Papa, però più grave l'irriverenza verso Dio.
Poiché a me rispondevi, dal tuo commento appare ch'io chieda rispetto per il Papa ma passo sopra l'offesa a Dio. Da qui l'invito a rilegger con calma i miei interventi, nei quali non mi sembra ch'io abbia mai sottovalutatio le offese a Dio. Ho parlato addirittura di blasfemia. E non mi sembra poco. Sul resto ha risposto MIC.
Cara MIC, siamo alle solite: paura d'esporsi, per un motivo o per l'altro. Se tutti i preti che dicono d'esser con noi uscissero allo scoperto - ne conosco anch'io - verrebbe fuori una realtà non trascurabile e difficilmente eliminabile. E così i seminaristi: vorrebbero esser educati nella tradizione, ma non hanno il coraggio delle loro scelte. Non vedo il motivo di voler entrar in seminari che non li vogliono. Ci sono ormai vari istituti riconosciuti da Roma, se non osano chieder accoglienza alla AS. Pio X, in cui le vocazioni vengono accettate e seriamente accertate.
Indubbiamente, se in una regione il coraggio lo dimostra solo un isolato don Fichera è ovvio che venga trasferito in uno sperduto paesino. Se i preti, i frati e i monaci che conosco rivelassero insieme le loro propensioni ci sarebbero reazioni a catena e comunque avrebbero il sostegno di tanti fedeli.
Ricordo che più volte ho chiesto in un passato ormai lontano all'allora direttore di SISINONO di far firmare gli articoli. Mi rispondeva: è importante ciò ch'è scritto e poi c'è il mio nome.
Si sapeva che dietro tanti scritti c'era mons. Spadafora, ma gli altri?
Ma, dico, affrontan il martirio i cattolici di Cina o di paesi arabi, e in Italia s'ha paura di firmarsi per non esser trasferiti di parrocchia?
Via, via, non è con costoro che la Chiesa potrà rinascere.
Continuino pure a scrivere, ma qual è la loro credibilità? Qual esempio di fermezza offron ai giovani? Non mi sembra affatto sana prudenza, MIC.
In ogni caso ognuno fa quel che vuole, ma non s'impanchi a maestro di difesa della Verità chi non ha il coraggio di firmarsi ed affrontar le conseguenze eventuali. Pietro pianse dop'aver rinnegato Cristo.
Non vorrei che costoro domani dovessero pentirsi per non aver saputo soffrir qualche ostracismo.
Questo discorso lo fo sempre ai preti timorosi con cui ho rapporti di consuetudine e amicizia.
L'Illuminismo è il male assoluto, non c'è ombra di bene ma solo tenebre, è assolutamente mortificante vedere una seguace di questo pensiero salire in cattedra per propinare al Papa e a tutte le religioni questo veleno, che ha già fatto tanto del male alla Chiesa Cattolica
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"L'anima che dubita è un'anima che vibra nello sforzo santo verso la luce...
.... La scolastica, questo mostruoso edificio filosofico in cui la Chiesa del medio-evo ha voluto rinchiudere tutte le anime pensanti, appagandole con delle derisorie logomachie, ignora la febbre santa del dubbio e fa dei suoi seguaci altrettanti schiavi intellettuali".
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(ex don) Ernesto Bonaiuti: Lettere di un prete modernista, 7 febbraio 1907, pp. 55-56.
Il Papa l'Illuminismo lo conosce assai bene. Non aveva bisogno che glielo ricordassero.
Caro Stefano,
ti prego di non rivolgerti a me con titoli che appartengono ad un passato senza ritorno e da cui rifuggo, e non darmi del Lei
giacché io son Dante per tutti.
No cara Mic ciò che dice è errato.
Il rispetto o osservanza “consiste nell'ossequio e nella deferenza che vengono usati verso uomini superiori in dignità". (Cic. De inv. 2,53) ma la dignità è un valore o meglio una qualità che si aggiunge all’ente, in questo caso la persona ed è suddivisa in ontologica e morale.
In quanto dignità naturale, cioè della natura umana, tutti siamo costituiti in eguale dignità, si deve più rispetto ad un uomo che ad un cane (vallo a dire agli animalisti), poiché l’uomo è costituito in una dignità superiore da Dio, questo aspetto riguarda l’essere.
La dignità morale appartiene, invece, alla persona e dipende dalle sue azioni e riguarda l’agire.
Il rispetto è una virtù, facente parte della giustizia, virtù cardinale.
Come tutte “le virtù vanno distinte seguendo i medesimi gradi di dignità delle varie persone alle quali dobbiamo qualcosa”(ST pII q 101 a1 r).
Ma non dobbiamo qualche cosa alla dignità della natura umana, ma alla dignità della persona umana che comprendere la dignità ontologica e morale insieme.
Ora se una persona persegue il male o mette in atto comportamenti che non hanno come fine il bene, perde questa dignità, semmai fosse costituita come autorità e colui che deve rispetto non è tenuto ad averne.
Se si dovesse avere rispetto di tutti gli uomini, tra cui e compreso anche l’onore, si dovrebbe portare rispetto ed onore anche ai seguaci di satana o a satana stesso, la cui dignità naturale è superiore a quella dell’uomo, essendo costituito come entità intellettiva, ma la sua malvagità distingue gli atti della sua persona e la sua dignità, che infatti diciamo decaduta.
Quindi non si deve rispetto a tutti!
Con questo ragionamento perverso è stato permesso agli uomini di spargere l’errore attraverso il falso concetto di dignità umana e conseguentemente di libertà “religiosa”.
CVCRCI
Sono portato a dare del lei ha tutti quelli che non conosco finchè non mi si dica, come ha fatto, che posso usare un tono più confidenziale, anche per me vale la stessa cosa.
Caro Dante ripeto non era diretto a te il mio post, lo spunto è l'irriverenza dello "sciocco" che però deve farci riflettere perchè, appunto, è ben più grave ciò che è avvnuto ed ho sottolineato che vale anche per me.
Per questo motivo ho parlato del rispetto in risposta a Mic.
CVCRCI
Per Dante Pastorelli o per chi sa eventualmente rispondere:
Esiste un seminario/istituto tradizionale (magari in Italia) riconosciuto da Roma che curi in maniera particolare la formazione culturale (filosofico-teologica)?
Roberto
Si tende a piacere più agli uomini che a Dio e non mi si dica che il Santo Padre abbia scelto più Dio che l'uomo, se non è un piacere agli uomini questo (assisi) cosa è?
Stettino, premesso che sarei felice anch'io se ci dessimo del tu, sono d'accordo sul pensiero quotato.
Purtroppo questo comportamento è quello della Chiesa ormai solo dialogante e non più discente: il che è anche una dolorosa e grave perdita di identità.
Ma non mi sento di esprimere le mie riflessioni con accenti men che rispettosi nei confronti del Papa, che è e resta sempre il Vicario di Cristo, anche quando purtroppo non salendo in cattedra può essere soggetto a sbagliare.
Quanto al rispetto e alla dignità, conosco e concordo con le sottili distinzioni dell'interessantissimo post sopra.
Personalmente non sono convinta che tutti coloro che non conoscono il Signore non per loro responsabilità siano degli adoratori di satana e non mi scandalizza il fatto che il Papa non li abbia considerati tali; mi scandalizza, però, la mancata affermazione del Signore come unico Salvatore e tutti i generici riferimenti che, pur rivolti "alle religioni", possono far pensare ad una "religione comune" che non esiste e non potrà mai esistere senza tradire il Signore.
Per Blues che dice:
Sono andato a ripescarmi il link all’inizio del post per leggere le parole della sig.ra Kristeva in risposta alla specifica domanda.
Io penso che tutti si rendano conto che nella crisi finanziaria, economica e morale bisogna inviare un messaggio forte, un messaggio forte sulle promesse delle culture europee. […] pur mantenendo le nostre differenze, bisogna cercare di costruire ponti.
Ammesso di aver preso atto di tali differenze (bisogna però anche vedere in cosa consistano tali differenze, poiché quanto la sig.ra in questione va pubblicando in merito a Santa Teresa d’Avila è una grave mancanza di rispetto, anche solo umano, nei confronti di ogni cattolico; il suo libro, poi, non molti anni fa sarebbe finito all’Indice, la cui reintroduzione a questo punto si potrebbe prendere seriamente in considerazione) e aver iniziato quindi a gettare le fondamenta di questi fantomatici ponti mi chiedo: e dopo? La premessa pur mantenendo le nostre differenze non è una garanzia di iniziare a costruire su niente di più che sabbia? Ma al di là dei dubbi, la risposta relativa alle intenzioni la fornisce la stessa Kristeva:
[…] La diversità va coltivata, ma come? Nel dialogo, nell’inculturazione reciproca.
Inculturazione reciproca? Significa ‘io prendo qualcosa di cattolico ma tu prendi qualcosa di mio, magari dal mio bel libro su Santa Teresa d’Avila’? E’ questo il ponte che si vuole costruire? Uno squallido Do ut Des? E’ vero: le vie del Signore sono infinite, ma devo riconoscere che il mio intelletto è molto al di sotto di questo quadro. Purtroppo, anche in questo caso, il dialogo mi riporta ad un dialogo molto più antico, molto ben descritto nella Genesi, il cui finale purtroppo ben conosciamo.
P.S.: detto questo (e a parte questo), ritengo che Benedetto XVI abbia comunque rispettato il suo proposito inziale di evitare un infausto deragliamento verso un pericolosissimo sincretismo religioso.
Stefano
_______________
Grazie per esser tornato sul tema dell'articolo.
Non posso che essere perfettamente d'accordo.
Permettimi (uso il tu) di dissentire anche su questo, se il papa non tratta gli idolatri come soggetti al demonio dovrebbe scandalizzarti eccome ed è gravissimo.
E' di fede infatti che il battesimo è preceduto da un vero e proprio esorcismo, si intima infatti allo spirito immondo di uscire da essi per far posto allo Spirito Santo.
Se poi si ammette che gli idolatri non adorino il demonio dietro le loro superstizioni e falsi dei allora si è contro la Fede Cattolica.
Non solo ci sono moltissimi passi del Vangelo e del VT che lo affermano ma c'è anche il consenso pressochè unanime dei Padri della Chiesa, oltre al buon senso.
Se il Papa non considera gli idolatri e tutti in non battezzati soggetti a satana e adoratori del demonio ciò è contrario alla dottrina Cattolica.
Secondo voi allora chi adorerebbe un musulmano?
Se non è il Nostro Dio chi sarebbe se non il padre della menzogna?
Non hanno forse gli ebrei per padre il diavolo?(Gv 8:44)
Se poi per "senza responsabilità" parli di ignoranza invincibile, allora c'è da fare un discorso lunghissimo ma anche qui non ci si deve lasciar ingannare, si abusa troppo di questa "ignoranza invincibile" soprattutto nel 2010.
CVCRCI
La CdE riunita al completo...
Per ROBERTO.
Un seminario dove i ragazzi vengon ben preparati è l'Istituto di Cristo Re Sommo Sacerdote di Gricigliano che conosco e seguo sin da 1991. Quest'anno son entrati quattro giovani francesi e americani, un altro dovrebbe entrar appena guarito da una malattia. Si studia e si lavora, parecchio.
La mancanza di vocazioni in Italia ha reso impossibile sino ad ora aprire altri seminari ad opera ad es. della S. Pietro. Mi risulta che un tentativo qualche anno fa è rimasto allo stato di progetto molto aleatorio. Se vi siano stati sviluppi successivamente non so molto. Un amico sardo, da cui era partita l'iniziativa, ha offerto il terreno per l'erezione di un istituto ma non so se a livello di monastero o seminario. La vita allontana un po' e quindi non ci sente più con la frequenza d'un tempo.
Grazie mille per l'informazione!
Roberto
Per Roberto,
io andrei ad Econe.
ERRATA CORRIGE:
ho scritto QUATTRO, ma volevo dir QUATTORDICI.
Don Camì, Econe non è in Italia e Roberto ha chiesto di istituti in Italia.
L'Istituto di Cristo Re è di diritto pontificio.
Anche la S. Pio X non è mai riuscita ad erigere un seminario in Italia e non per mancanza di spazi: basti pensare a quant'è grande la casa di Albano.
Io andrei ad Econe lo stesso.
CVCRCI
Ho scritto che posson esserci giustificate motivazioni per non andare, ora, ad Econe. Roberto o chi per lui deve aver di queste remore che van rispettate.
La FSSPX nei suoi ranghi ha molti più italiani rispetto a tutti gli italiani presenti in tutti gli istituti con il bollino. Il preseminario si fa ad Albano Laziale in una casa tutta italiana. Ad Econe, la formazione, posso testimoniare è estremamente seria in un clima sereno e gioviale, ci sono poi degli ottimi professori di filosofia come di teologia. E poi, la Svizzera non è la Francia, come impostazione metodologica è più simile alla nostra. E poi il Seminario di Econe ha un respiro internazionale che favorisce un'apertura mentale senza intaccare la sacralità dei principi dottrinali. Insomma i miei giovani li manderei li.
E' antipatico far confronti del genere. L'importante è che i giovani vivano, studino e lavorino seriamente.
Negli ultimi anni anche Gricigliano s'è sempre più internazionalizzato. L'anno scorso, ad es. son entrati più americani che francesi, ed anche quest'anno sono, credo, sei. Vi son poi inglesi, spagnoli, sudamericani, filipppini, tedeschi, africani ecc.
Indubbiamente, sinora, l'impronta è stata più francese. Però non è che ad Econe quest'impronta non ci sia. Gli USA stan dando buona messe, bravissimi e maturi giovani, frutto del lavoro attento dei sacerdoti lì inviati che reggono anche grandi parrocchie solo "tradizionali".
Gl'italiani, purtroppo son pochissimi, ma i fattori di questa situazione son molteplici. E per diversi di quelli entrati in passato, a parte uno con problemi di salute, posso dire ch'è meglio perderli che trovarli. Quando si sta fissi al telefono, ad es., per parlar con mammà residente in altra regione centro-settentrionale, ad es., c'è poco da sperare.
I ragazzi son in genere aperti, simpatici, ed il clima è sereno, gradevole, né mancano i giorni e le ore di libertà in cui ciascuno si dedica ai duoi hobbies: organo, pianoforte, tromba, calcio, bicicletta, jogging passeggiate ecc.
Grazie ancora a tutti.
Ecône sinceramente é una scelta che non mi sento di fare.
Con questo, sia chiaro, non intendo misconoscerne l'importanza o la serietá, tuttavia, lo status della Fraternitá non é ancora "regolarizzato", e questo rappresenta, per me, un problema.
Roberto
Caro Roberto, è comprensibile e Dante lo aveva ben percepito.
Speriamo che tra non molto possa non esser più un problema...
Che il Signore ti benedica e ti accompagni, puoi contare sulle mie preghiere.
E' quello che ci auguriamo tutti.
In ogni caso, se Roberto volesse fare un'esperienza a Gricigliano, non ci dovrebbero esser difficoltà ed io son a sua disposizione per ogni evenienza. Non so dove egli abiti.
Se poi eventualmente desiderasse mettersi in contatto con me, la mia mail si trova facilmente in internet.
Tenga presente ch'è indispensabile sapere un po' di francese per non incontrar subito difficoltà. Ma ci son seminaristi che ora son preti che son entrati senza saper una parola di francese. Se poi sa anche un po' di latino ancora meglio.
Grazie mille anche a te Mic!
Roberto
P.S. complimenti per il blog
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