Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 8 ottobre 2011

NO o VO, la Messa è la Messa. Testimonianza di un'esperienza di Chiesa viva.

Pubblico questa testimonianza, felice di poterla condividere e grata alla lettrice che è anche una cara amica che me l'ha inviata. Essa esprime con grande profondità e sensibilità credente, l'esperienza della dicotomia presente nella nostra Chiesa, ma ne trae accenti di grande amore per il Signore e per la Sua e nostra Chiesa, che possono essere edificanti per tutti.


Ho vissuto l’esperienza della Messa Antica, per la seconda volta. E anche questa, come la prima, mi ha lasciato nel cuore un tappeto di pace. Sorprendentemente. Perché vivo questo tempo lacerato dalle mille controversie, battaglie in ogni versante, gridi di dolore dalla Chiesa che ci attraversano anche senza volerlo. E quello della liturgia della Messa è senz’altro, almeno per me, il teatro di battaglia più insanguinato, direi, violento. E dunque temevo l’incontro con l’antica forma del Rito, con quel linguaggio che è stato della mia infanzia, ormai del tutto dimenticato. Temevo di non potervi riconoscere il Volto del mio Dio, temevo di dover smentire i miei anni di ricerca appassionata e affannosa, talvolta; smentire la mia fede, in ultima analisi, nel Dio Uno e Trino, che in Gesù si è degnato di mostrarsi anche a me. La Messa è sempre stata per me l’esperienza più autentica di quella fede, per quanto fragile, piccola possa essere. E’ l’esperienza di un incontro cercato e atteso col Signore, mio Dio e mio tutto. Il riassunto e l’espressione di tutte le mie certezze. Dubitarne è stato terribile.

E invece, pace, dicevo. E gratitudine, grande, profonda, liberatoria, limpida finalmente. Perché quella Messa, pur così diversa dalla ‘mia’, non è affatto una smentita, non è affatto in contraddizione con quanto ho sempre creduto. Anzi, ne è una magnifica, austera, toccabile conferma. ‘Straordinaria’ conferma, appunto.

Certo, è diversa. E le differenze aggiungono o restituiscono quella luce che manca al Novus Ordo. La più immediata che ho percepito è lo stare del sacerdote ‘verso’ il Signore, presso di Lui, ai Suoi piedi direi, che mi ha fatto pensare al prologo di San Giovanni, ‘il Verbo era presso Dio’, rivolto, credo si possa tradurre, a Dio. E’ un po’ così il sacerdote che guarda alla Croce, al Crocifisso rivolge la sua supplica nella quale è contenuta anche la mia. Quello stare rivolto a Dio mi porta a mettere l’anima in ginocchio, prima che il corpo, a cercare spazio su quell’altare. Non seguendo sul messale, non ho capito tutto né sentito tutte le parole delle preghiere pronunciate spesso sottovoce, ho solo attinto alle risorse delle mille cose lette in questi ultimi anni. Ma forse proprio la mia ignoranza e anche la mia naturale avversione per ogni tecnicismo liturgico, diciamo così, che vuol capire tutto, mi sono stati salutari alla fine. Mi sono lasciata andare a quel tempo sospeso, mi sono affidata e basta, al sacerdote, alle sue suppliche sussurrate. Al suo stare chino, prostrato, anche per me. Un uomo uguale agli altri, ma preso e fatto diverso, scelto per essere diverso dagli altri, ‘presso’ Dio ogni giorno, per tutta la vita.

E poi, tutto è essenziale. Niente chiacchiere ridondanti, tipo le odiose preghiere dei fedeli. Essenziale l’interazione dell’assemblea. Io sono stata in silenzio tutto il tempo, e tuttavia c’ero, presente e partecipe con tutta me stessa. La storia della ‘partecipazione attiva’ è davvero fuorviante, perché nel NO è stata tradotta in efficientismo laico che, per quanto devoto sia, resta inadeguato e perciò stesso ridondante. L’essenzialità e il silenzio che ne è sapiente compagno, restituiscono invece pienamente tutto lo spazio al Protagonista unico, all’Atteso, ed è in quello spazio che si condensa l’actuosa participatio dei fedeli.

Però una tale sobrietà, non esclude, anzi consente gesti e parole che sono andati dimenticati. I baci per esempio, persino alle ampolline. Che tenerezza e come sanno dire, i baci, il clima di profonda e direi viscerale devozione che si respira. Le mie viscere si commuovono per te, si legge da qualche parte (Isaia?), dice della tenerezza di Dio, che può essere anche la mia.

Non finirei più. Vorrei parlare del manipolo, di cui non sapevo nulla, del latino, cui avrei voluto si rinunciasse per la lettura della Parola. Dei canti bellissimi. Mi fermo qui.

Aggiungo e preciso il perché del tappeto di pace, che grazie a Dio, mi ritrovo nel cuore. Da 30 anni almeno frequento la Messa nella forma ordinaria. La ‘mia’ Messa. Che mi ha insegnato a conoscere il Signore come mio Signore. Mi ha insegnato a dare del Tu a Dio. Ad accorciare le distanze da Dio, non per piegarlo a me, per dimensionarlo a misura della mia miseria. Ma per poterLo incontrare, conoscere, amare. E per sapermi, vedermi pensata da Lui da sempre. Conosciuta prima che nascessi, voluta a sua immagine, per essere amata come figlia, e nel Figlio, redenta e salvata e perdonata. La Chiesa del post concilio ha parlato la mia lingua per darmi il suo patrimonio di sapienza e di scienza e di intelligenza di Dio. Non sarei qui a coccolare la mia ritrovata pace in Cristo, se non avessi, ad un certo punto della mia vita, trovato e cercato con crescente fedeltà la ‘mia’ Messa e attinto lì soprattutto il nutrimento alla mia fede, alla mia anima, alla mia stessa esistenza. E dunque non posso accettare di relegare il cuore della mia esperienza di Dio, in una patente di validità e legittimità che è per me del tutto inadeguata, insufficiente. La mia Messa è la Messa della Chiesa Cattolica, nella quale si ripresenta il Sacrificio di Cristo che mi dà la vita, in Lui e per Lui. Non è solo valida e legittima, è santa come Santo è il suo Protagonista. E’ impoverita, sporcata da indebite manomissioni e ingerenze, abusata quanto vuoi. L’esperienza appena fatta della Messa Antica me ne ha dato più chiara consapevolezza. Ma, spoglia delle troppe macchie di umanità varia che l’hanno dissanguata, la Messa, anche nel NO, è e resta il luogo sacro dove il Cielo sposa la terra e la fa santa. Luogo sacro tanto quanto sacro è quello che in perfetta trasparenza si vive nella Forma Straordinaria: lo stesso Sacrificio, la stesso evento di salvezza. Ecco la mia pace, che oso pensare sia la Sua Pace: la Chiesa non ha perduto la Verità che la fa santa. E la bisaccia consunta che porto con me non ha raccolto solo pie illusioni.

Sono convinta che il movimento liturgico ormai inarrestabile produrrà ancora tanti buoni frutti, non solo diffondendo la Messa Tridentina, ma contagiando e fecondando la Chiesa tutta di una rinnovata e luminosa sacralità e santità. Ci vorrà tempo e fiduciosa pazienza, ma la Chiesa risorgerà nello splendore integro della verità.

Nel frattempo, non mi resta che stare in questo Getsemani, che è il mio tempo da vivere qui e ora. In Cristo e con Cristo. Parte anch’io di quel tempo e di quello spazio che nella Chiesa sanno di eternità.

20 commenti:

Ester ha detto...

Se mi è consentito dalla vostra cortese ospitalità, qui oggi dirò la mia opinione, ridotta per il momento ad un'osservazione minima "esterna", sulla vexata quaestio.
Si possono condividere ed ammirare le bellissime parole con cui questa fedele cattolica esprime i suoi delicati sentimenti, ma devo rilevare che appunto si tratta di espressioni e descrizioni di tipo sentimentale della Messa, teneri e commoventi, quanto si vuole, anche romantici direi, anzi POETICHE espressioni, ma relative appunto alla sensibilità individuale di una persona, e non alla SOSTANZA oggettiva, reale-soprannaturale della Santa Messa, che, a mio parere è totalmente e profondamente differente, confrontando i due riti (o due forme, come ci vien detto).
Sarò drastica di fronte a questa comparazione da voi presentata, che ritiene EQUIVALENTI le due forme, come dire "questa o quella per me pari sono"; mi spiace, non condivido per nulla questa persuasione (poichè di persuasione si tratta, purtroppo, occulta, e calata su di noi dall'alto in 40 anni di plagio delle masse cattoliche) : io ritengo che Messa di sempre -non "VO" come oggi si usa dire- e Messa riformata di Paolo VI non siano affatto la stessa cosa.
PIù tardi, se volete continuare il confronto, davvero spinoso, vi posterò alcuni link che per me sono stati ILLUMINANTI, dato che fino a qualche tempo fa, anch'io la pensavo come la gentil poetica autrice del post.
Per ora rilevo questo, laddove ella dice:
"Non è solo valida e legittima, è santa come Santo è il suo Protagonista. E’ impoverita, sporcata da indebite manomissioni e ingerenze, abusata quanto vuoi. "
Io penso che non è semplicemente impoverita. ma proprio falsificata nelle parole FONDAMENTALI della Consacrazione, che non sono più le esatte parole pronunciate da Nostro Signore, che dunque vengono TRADITE. Io Credo che Gesù tollera questo ABUSO sostanziale che lo tradisce e TRAVISA la Sua Messa da 43 anni, Egli si sottomette alla "chiamata" da parte del sacerdote, avendo promesso di farsi presente sull'altare, (come confidò a S. Padre Pio, piangendo della dissacrazione ventura generale, molti anni prima...) nel Sacrificio che si rinnova, ma questa Messa riformata, frutto di disastrosa manipolazione umana, di demolizione della Liturgia Divina, e suo RIFACIMENTO ARTIFICIOSO E ANTROPOLATRICO, per adeguarla al gusto dei protestanti, come dimostrato dalla presenza dei consultori e del massone Bugnini, nell'opera riformatrice accanto a Paolo VI, non è forma di celebrazione che possa piacere a Dio in PARI misura di quella di sempre. Non è la stessa cosa: è mutata nella sostanza, pur essendo presente il Signore nell'Ostia consacrata. Quello "sporco" di cui parla la scrittrice è un inquinamento tale del fiume della Grazia, che alla lunga compromette proprio la Fede, spegnendola ! Io l'ho provato sulla mia pelle e ne vedo gli effetti deleteri sugli stessi sacerdoti, della mia città, che da un anno all'altro scivolano sempre più giù verso l 'indifferenza, la preghiera profana e materiale, l'eresia strisciante nelle omelie (di cui neanche si rendono conto) , una grossolanità e materialità del sentire e del parlare, che è frutto proprio diretto di questa Messa nuova, adeguata al mondo e all'uomo, non a Dio: l'uomo è sempre al centro delle parole del rito, non è Dio il centro, questa è la pecca gravissima e insanabile del NO.
Altrimenti dovete spiegare, se potete, ai poveri piccoli fedeli, PERCHE' mai il papa regnante ha sentito la necessità di restaurare la Messa di S. Pio V: se quella di Paolo VI è davvero buona e santa, e bastevole a santificare (cosa su cui nutro ormai gravissimi dubbi) che bisogno c'era di rimettere in campo quella antica ?

Ester ha detto...

Traggo ancora, per illustrare il mio pensiero sulla natura del tutto divergente dei due riti, uno spunto di riflessione da un tema, quesito scottante ancora, e sempre più PRESSANTE, (con risposte INEVASE, fin dal Breve esame critico di Ottaviani e Bacci) oggi postato su MIL :
(circa lo scandalo ecumenico, parte finale)
"....Domandiamoci, ad esempio, se la riforma liturgica sia stata sempre ed in tutto rispettosa della Tradizione della Chiesa;
>> coloro che hanno mutato il Messale senza fermarsi neppure dinanzi al Canone, che hanno stravolto le forme del Culto eucaristico (pensiamo al modo di ricevere l’Eucaristia!), la lingua liturgica, l’architettura dei templi hanno sempre tenuto presente il rischio di scandalum oecumenicum? Quei pastori (poco) zelanti che, nell’intento di suscitare tra il popolo una fede “più autenticamente evangelica”, hanno distrutto le forme della pietà popolare (processioni, benedizioni, tridui, etc.), definendole ingenue o, peggio ancora, erronee, non hanno forse reiterato l’errore di Nestorio? Infine, coloro che non vogliono aderire alla richiesta del Papa per il
ripristino del “per molti” nella fomula di consacrazione della Messa non si distaccano forse dalla Tradizione diacronica -quod semper- e sincronica -quod ubique et ab omnibus- della Chiesa rifiutandosi di “dire” ciò che si dice da sempre e in tutto il mondo (anche nelle principali lingue vernacole come l’inglese e lo spagnolo!)?

Anonimo ha detto...

Carissima Ester,
ti sono infinitamente grata per la tua preziosa puntualizzazione, che condivido.

Personalmente sono convinta che in caso come quello di cui alla testimonianza e di chiunque vive il NO con lo spirito giusto, il Signore si fa presente e, comunque, penso sia uno di quei casi in cui supplet Ecclesia.

Il problema serio, però, è che alle nuove generazioni, mancando la pastorale corrispondente, che viene in ogni modo ostacolata fatte salve rarissime eccezioni, questo nostro inestimabile e insostituibile tesoro resta precluso, con il generalizzato impoverimento spirituale che ne consegue.

Anche la riforma del Papa, per ora, riguarda il look; ed è già un bene, perché almeno è fatta salva una maggiore sacralità e la centralità del Signore; ma il look non è la sostanza, purtroppo depauperata ed annacquata oltre ogni dire...

Anonimo ha detto...

Vorrei in ogni caso aggiungere una riflessione.

Conoscendo la persona che ha redatto la testimonianza, so che il suo sentimento scaturisce da una fede e da una volontà ben orientate e saldamente fondate nel Signore.
E, secondo me è la prova tangibile che il Signore si rende comunque presente e quindi opera la Sua Salvezza, nei confronti di chiunque lo cerca con cuore sincero.

Non per questo dobbiamo abbassare la guardia ed è necessario continuare a difendere e diffondere la nostra Fede Cattolica, oggi così oscurata e deturpata.

Anonimo ha detto...

Apprezzo la scelta dei gestori di alcuni blog di pubblicare periodicamente delle testimonianze analoghe a questa; la mia esperienza è stata già pubblicata altrove, per cui ve la risparmio. Veniamo al dunque. Malgrado - a mio modo di vedere - nella Chiesa continui a regnare una certa eccessiva indulgenza e rilassatezza proprio là dove ci si aspetterebbero massimi rispetto e rigore, molte cose stanno cambiando, ed è proprio questo genere di testimonianze a rappresentare un concreto indice del crescente ‘interesse’ (è già qualcosa) per il Sacrificio della Santa Messa nella forma Straordinaria del rito (per brevità lo indicherò con V.O., non me ne vogliate). Della precisa testimonianza della lettrice mi hanno colpito alcune considerazioni, perfettamente coincidenti (nell’espressione, ma forse non altrettanto nella sostanza) con quelle a mia volta volta espresse in altro contesto.
Innanzitutto qualificare il N.O. come la ‘mia’ Messa. Sì, perché sembrerà strano, ma per molti di noi - attualmente ammiratori e sostenitori del V.O. - il N.O. rappresenta la forma di rito che ha accompagnato il nostro (alquanto zoppicante, nel mio caso) cammino cristiano, e tramite il quale noi - e i nostri famigliari - abbiamo ricevuto la Grazia santificante dei Sacramenti. Quindi: pur riconoscendone alcuni ‘punti deboli’, soprattutto nel confronto diretto con il V.O., è e rimane la ‘nostra Santa Messa’, e screditarla ora lo reputerei un gesto iniquo e grossolano; sentirla screditata da altri è ugualmente poco piacevole. Inoltre, può essere vero, come dice Ester, che il N.O. tenda a ‘spegnere’ la fede, ciò non di meno, ritengo che proprio in forza dell’effetto ex opere operato di quei sacramenti ricevuti, la vita cristiana abbia potuto e possa comunque trovare necessari sostegno e Grazia. Anche per questo, come detto prima, ritengo non molto corretta la scarsa stima. Ciò che una parte degli assidui sostenitori del V.O. mi pare faccia difficoltà a comprendere, per mancanza di esperienza diretta in merito, è – come viene detto nella citata testimonianza – che la Messa V.O. offre la consapevolezza per apprezzare la Messa N.O.. Il V.O. può offrire, a chi non disponga di ulteriori mezzi (la cultura teologica, p.es., come nel mio caso), il metro, la sensibilità, per orientarsi nella crescita spirituale individuale oltre che nella ‘scelta’ della Liturgia. [dovrei concludere: se ci riesco lo faccio domani]
P.S.: come spesso sottolineo, la ‘dottrina’ su cui posso contare è un mediocre ‘fai da te’: con questa consapevolezza accetto senza problema qualsiasi correzione. Fraterna e no.

Stefano

Anonimo ha detto...

Caro Stefano,
grazie grazie grazie.
Siamo tutti noi che amiamo e soffriamo in questa Chiesa ferita la prova vivente che il Signore non ci lascia soli e si fa trovare e ci porta per mano.
Continuiamo a custodire questa fede ancora bambina ma salda e vera, alimentiamola con una fedeltà ed un'Adorazione costanti, una preghiera fiduciosa e la Chiesa Una Santa Cattolica e Apostolica che è nostra madre ed è viva nel Suo Signore continuerà a confortarci e tenerci uniti (UNO in Lui) nella Sua Presenza che non verrà meno fino alla fine dei tempi.

Per quanto duro e buio possa essere questo tempo sia a livello personale che globale, teniamo accesa questa luce, che non mancherà di arrivare dove nemmeno possiamo immaginare e sperare, ma di sicuro lo farà secondo la Volontà del Padre, nel Figlio, per opera dello Spirito Santo per noi a attraverso noi.

Anonimo ha detto...

Carissimi,
lo iato generazionale si è fatto talmente grande che forse è comprensibile il procedere a piccoli passi del Papa, la richiesta di pacificazione della Universae Ecclesiae.

Conforta il fatto che, nonostante le difficoltà che derivano dalla mancata promozione di una 'pastorale' corrispondente, perle resistenze di vescovi che si irrigidiscono nel pregiudizio (e purtroppo nella non conoscenza del tesoro che la nostra Chiesa custodisce) l'attaccamento al Santo Sacrificio come dice Stefano si va estendendo, soprattutto tra i giovani.

L'irrigidirsi non è mai positivo, da qualunque parte provenga.

giovanna ha detto...

Dice Stefano

la Messa V.O. offre la consapevolezza per apprezzare la Messa N.O.

Appunto. E’ Forma Straordinaria, la Veste Nuziale della Liturgia, perfettamente trasparente di Dio, del Suo farsi Carne fino alla Croce. E diventa terapia intensiva per ritrovare, appunto come dice Stefano, il giusto orientamento nella vita di fede, una più chiara e profonda consapevolezza di ciò in cui si crede. Così è per me, come ho cercato di dire nella testimonianza pubblicata, così potrebbe essere per i tanti come me. E questo risponde alla domanda di Ester, ossia PERCHE' mai il papa regnante ha sentito la necessità di restaurare la Messa di S. Pio V : per cominciare finalmente a curarla la Chiesa.

Grazie a Dio non sono sola a pensarlo, e grazie a Stefano per essere intervenuto.

giovanna ha detto...

comprensibile il procedere a piccoli passi del Papa, la richiesta di pacificazione della Universae Ecclesiae.

Infatti, felice di concordare! Anche sul tuo invito a non irrigidirsi, che raccolgo senz’altro, perché anche per me la tentazione è sempre lì pronta dietro l’angolo. Grazie.

giovanna ha detto...

Vorrei replicare al post di Ester, scusandomi se lo faccio solo oggi, ma ieri un brutto mal di testa mi ha impedito di pensare con lucidità. :(
E preciso che conosco le tue obiezioni, le capisco e le rispetto senz’altro. Suppongo di conoscere anche i link illuminanti cui alludi. Solo che, secondo me, e sono davvero una dell’ultimo banco, tra il bianco e il nero ci sono mille altri colori che vanno considerati. Nella Chiesa, e nella Messa in modo eminente, è solo accademia o giù di lì distinguere tra il visibile e l’invisibile, storia e mistero, popolo di Dio e Comunione dei Santi. E quindi ogni volta che un sacerdote sale all’altare di Dio, attraverso le sue mani si compie di nuovo la Promessa, io credo, perché Dio è fedele; anche se, come dici, la Messa riformata è frutto di disastrosa manipolazione umana, e la liturgia è stata demolita, certo, però Dio è fedele. E la Sua fedeltà a Se Stesso è per la salvezza dell’uomo, di me che non so guardare al di là del mio naso. E’ sulla Sua fedeltà che si radica la mia e quella di chiunque crede in Lui. Questo è l’approdo che non deve essere accantonato o messo tra parentesi, perché altrimenti l’esito di qualunque confronto nella Chiesa sarà una ennesima insanabile frattura.

giovanna ha detto...

Tu dici : Non è la stessa cosa: è mutata nella sostanza, pur essendo presente il Signore nell'Ostia consacrata.

Come ho già detto nel post d’apertura, riconosco, e con gioia, la limpida trasparenza di Dio della Messa Antica (mi piace chiamarla così) e spero di poter nel tempo scoprirne tutta le ricchezze. E dunque, certo, concordo sulle mutazioni studiate a tavolino e imposte dall’alto con intenti ambigui. Ma poiché non possiamo riavvolgere il nastro e ripartire da dove eravamo rimasti 50 anni fa (né sarebbe cosa buona e giusta, secondo me), la ‘cura’ offerta è la sola ragionevole: bagnare il cuore e la mente, la preghiera e l’adorazione, nell’oro dell’usus antiquior per reimparare l’alfabeto di Dio e con quello lodarLo e benedirLo, fecondando così tutta la Chiesa, anche quella coi palloncini.
E quindi ti esorto, gentile Ester, a capovolgere la tua affermazione, a da lì guardare a tutto il resto: il Signore è presente nell’Ostia Consacrata, nonostante i tradimenti e le mutazioni. Questo mi ha riconciliato e ricomposto ogni inquietudine. E non dirmi per favore che le mie sono poeticherie e simili: se mi conoscessi sapresti che cavolo di testa ho, fin troppo severa, e che raramente do credito a emozioni o stati d’animo.
E infine, grazie Mic per la fiduciosa ospitalità che dà conto di un equilibrio prezioso e inconsueto nel panorama cattolico di oggi.

Eruanten ha detto...

Bellissima testimonianza!Grazie Mic e grazie Giovanna. Ho 25 anni, ho assistito solo una volta alla messa V.O. ma mi ha colpito più di un pugno in piena faccia! (perdonate l'espressione). L'espressione Dominus meus et deus meus durante la consacrazione mi ha fatto commuovere!
Continuo e continuerò ad andare alla messa N.O., anche perchè non ho altra scelta, sperando con tutto il cuore che sarà migliorata sempre di più seguendo l'esempio del Santo Padre.

Il mio modo di vedere le cose si avvicina molto a quello di Mic e di Giovanna, in genere sono trattato come un nostalgico tradizionalista, ma la mia, credo, moderata posizione realista e fiduciosa basata sul "Portae inferi non praevalebunt" mi fa passare per alcuni come un ingenuo filomodernista. La mia domanda rivolta a tutte le donne e gli uomini di buona volontà è questa: dato che "tra il bianco e il nero ci sono mille altri colori che vanno considerati" di quale colore, o forse meglio, di quale sfumatura è giusto essere?

Questa confusione nella Chiesa mi preoccupa e vi confesso che ogni tanto mi fa passare le notti insonni.

Anonimo ha detto...

Questa confusione nella Chiesa mi preoccupa e vi confesso che ogni tanto mi fa passare le notti insonni.

Grazie a te, Eruanten!
coraggio, avanti! Continua ad aver fede e a gioire perché hai già il dono di poter approfondire la tua fede e radicarti sempre più nel Signore.
Anche se al momento sfigurata nella sua parte visibile, la Sua Chiesa Una Santa Cattolica Apostolica è viva in Lui nella Comunione dei Santi:
Chiesa Trionfante (la S. Vergine, gli Angeli i Santi già nella Gloria del Signore) - Chiesa purgante (le anime del purgatorio) - Chiesa militante (che siamo noi con tutti i nostri limiti, ma anche con la Grazia che ci accompagna e ci sostiene.

Dobbiamo essere sempre più consapevoli che realtà materiale e realtà misterica (Soprannaturale metafisica) della Chiesa coesistono nel Signore Risorto e non sono separate ed è lì il nostro posto, perché è lì anche la nostra volontà e il nostro cuore redenti fin dal Battesimo e nutriti dalla fedeltà ai Sacramenti e alla preghiera.

E' per questo che possiamo continuare a ripeterci, col Signore: "Non temere, continua ad aver fede!"

Catholica Spes ha detto...

Questa confusione nella Chiesa mi preoccupa e vi confesso che ogni tanto mi fa passare le notti insonni.

umanamente c'è di che essere disperati, ma la Speranza cristiana comincia dove finisce quella umana...

Eruanten ha detto...

Cara Mic, mi scusi per il ritardo, ma in questi giorni ero in un posto "speciale", nel quale ho potuto pregare molto. Le confesso che ho pregato anche per lei. Grazie per il suo commento, l'ho letto prima di partire da casa e mi ha rincuorato tantissimo. Sto riflettendo molto sul trovare il giusto equilibrio nel vivere la Fede. La giusta posizione tra Misericordia e Giustizia, tra dolcezza e severità.

Sono giunto a credere che l'evento del concilio e del (nefasto) postconcilio facciano parte del disegno del Signore, come il risveglio della sensibilità tradizionale in questo momento storico. Il mio auspicio, dopo aver riconosciuto la provenienza dei maggiori e peggiori errori, è di non sbandare troppo dall'altra parte solo per spirito di reazione e di rivalsa.
Il Signore è equilibrio, il Signore è Verità, il Signore è sempre uguale a se stesso, imitiamolo totalmente!Ricordandoci che la Misericordia vince sulla Giustizia se ci appelliamo con vera contrizione e amore a Lui.

P.S.se vuole sapere dove sono stato le scrivo una mail.

Anonimo ha detto...

Eruanten
mi hai commossa, davvero!
Ti sono grata della preghiera, ne avevo più che mai bisogno e davvero il Signore ci raduna e ci sostiene in questo momento difficile, ma anche più che mai ricco di Grazia.

Sai che quello che hai detto l'ho pensato più di una volta anch'io? Infatti, se non avessi incontrato tante storture che stridevano con quanto di più bello e puro il mio cuore desiderava e attendeva e soprattutto dal 14 settembre 2007, da quando ho ritrovato la mia Messa di bambina in S. Maria Maggiore e da allora l'ho riaccolta come il più grande dei doni e dei tesori, forse non sarei mai riuscita a capire il perché di tanti miei disagi. Ho continuato ad approfondire i miei studi, ho intensificato la preghiera e sono arrivata fin qui...
Ci sono arrivata anche attraverso un altro percorso in cui mi sono trovata coinvolta senza più riuscire a smettere di parlare (e ascoltare prendendo anche molte sberle ma incontrando persone stupende), un percorso che in qualche modo mi ha costretta a rivisitare e anche ad approfondire insegnamenti fondanti della nostra fede e anche i tesori del Magistero e della Tradizione che la nostra Chiesa rischia di perdere.

Ebbene, se non fossimo costretti a cercare il Signore con tutte le nostre forze materiali e spirituali perché stiamo rischiando che ce lo portino via, ora non saremmo qui a parlarne e a condividerne i doni ma, soprattutto, a continuare a custodire difendere e diffondere l'Unico necessario.

Sarò felice si mi scriverai:
neshama@tiscali.it

Anonimo ha detto...

...è di non sbandare troppo dall'altra parte solo per spirito di reazione e di rivalsa.
Il Signore è equilibrio, il Signore è Verità, il Signore è sempre uguale a se stesso, imitiamolo totalmente!Ricordandoci che la Misericordia vince sulla Giustizia se ci appelliamo con vera contrizione e amore a Lui.


Grazie, condivido toto corde! Preghiamo di rimanere sempre in questo equilibrio, che solo un rapporto vivo col Signore nella Sua Chiesa può riuscire a darci.

Eruanten ha detto...

Mic le ho risposto.

Anonimo ha detto...

Carissimo,
ho appena letto.
Ti ringrazio per la condivisione.
Ho apprezzato molto la tua capacità di discernimento e la tua ricerca di chiarezza ma nello stesso tempo di equilibrio.
Ti rispondo a lungo appena posso perché le tue riflessioni, ma anche le tue domande sono molto interessanti.

Eruanten ha detto...

Grazie!Quando vuole, non si preoccupi.