Con una mossa inconsueta, il Superiore del Distretto di Stati Uniti della Società di San Pio X ha pubblicato oggi una seconda lettera mensile straordinaria ai fedeli in ordine all'attuale status di cose all'interno della Fraternità in seguito alla pubblicazione delle lettere interne filtrate la settimana scorsa.
Cari Amici e benefattori,
Recentemente, sono filtrate all'esterno lettere private tra i tre vescovi della Società ed il Consiglio Generale. Poiché questi documenti ora sono pubblici, io desidero fare alcuni commenti. Voglio innanzitutto, denunciare l'immoralità, ed anche la natura rivoluzionaria, del render pubblici documenti così privati. Se può esser grave il fatto di leggere lettere private, come insegna la teologia morale, è anche più grave pubblicarle o distribuirle senza il permesso degli autori. Inoltre, pubblicare discussioni private tra superiori è un atto sovversivo perché esercita pressione indebita su di essi. Un superiore deve esser in grado di prendere una decisione in prospettiva del bene comune e non a causa di alcune pressioni.
Di solito viene invocata la difesa della Fede per giustificare tali azioni. È indubbio, che la virtù teologica di Fede è al di sopra delle virtù morali, ma ciò non può giustificare comportamenti contrari ad esse. È essenziale ricordare che lettere del genere sono modi normali di comunicare tra membri della Fraternità su una questione di grande importanza. È normale ed è bene che vescovi od anche i preti della Fraternità possano esprimere le loro opinioni personali in un modo rispettoso ed in spirito di carità. Ancora una volta è la loro pubblicazione senza il beneplacito di ambo le parti che è inaccettabile.
Quali sono i principi che devono guidarci oggi? Prima di tutto, dobbiamo chiederci chi ha l'autorità per prendere tale decisione. È chiaro che il Superiore Generale ha la responsabilità della Fraternità di San Pio X e dovrà renderne conto a Dio. È importante per noi richiamare che l'Arcivescovo Marcel Lefebvre stesso volle che la questione delle nostre relazioni con Roma dovesse essere gestita e decisa dal Superiore Generale:
Così in linea di principio, il responsabile per le relazioni con Roma dopo che non ci sarò più sarà il Superiore Generale della Fraternità, Fr. Schmidberger che ancora ha sei anni fino al termine come Superiore Generale. È colui che, eventualmente sarà responsabile d'ora innanzi dei contatti con Roma per continuare le conversazioni, se davvero esse continuano o se il contatto è mantenuto, quali saranno improbabili per un certo tempo da quando L'Osservatore Romano arriverà a stampare un grande titolo: "L'Arcivescovo Lefebvre, scismatico, è scomunicato." Per dieci anni, o forse due o tre, io non ho idea, ci sarà separazione. (Conferenza stampa, Econe, giugno 15 1988)
Nei fatti, il riconoscimento dell'autorità Episcopale di Fellay in tale questione è espressa in ambo le lettere; da una parte, nella lettera dei tre vescovi, il supplicare rispettoso di non fare l'accordo puramente pratico implica il riconoscimento dell'autorità Generale e Superiore di prendere tale decisione. Dall'altra parte, nella lettera del Consiglio Generale, questo principio è riaffermato. Se c'è un disaccordo su cosa per fare, ci sono ciononostante rispetto e riconoscimento del principio di autorità.
La seconda nozione che noi dobbiamo ricordare è il nostro affetto a Roma Eterna. Noi abbiamo sempre professato questo affetto, mentre rifiutiamo di seguire le tendenze neo-moderniste del nostro tempo. Come la Chiesa cattolica è nello stesso tempo umana e divina, così è necessario un approccio soprannaturale ai problemi attuali all'interno della Chiesa cattolica. Questo è perché noi riaffermiamo la nostra Fede a Roma Eterna, con Papa Benedetto XVI come Vicario di Gesù Cristo e testa visibile della Sua Chiesa, riconoscendo la situazione drammatica della Chiesa oggi ed il compito difficile ma necessario di tenere queste due cose in equilibrio.
L'ultimo punto, e non il minimo, è l'indispensabile difesa della Fede in tempi di crisi. Deve senza dubbio esserci la lotta per la Fede, la denuncia degli errori, e l'espansione della Tradizione continuerebbe anche all'interno di una "nuova struttura canonica", come Sua Eccellenza il vescovo Fellay ha affermato ripetutamente. Il nostro superiore generale ed i suoi assistenti hanno espresso la loro convinzione che la possibilità di un prelatura personale non è una trappola. Questa richiesta prudenziale ed opinioni diverse sono possibili, ma la decisione finale appartiene solamente al Superiore Generale.
Io sono stato recentemente e regolarmente in contatto con Sua Eccellenza il vescovo Fellay e l'altro superiors della Società. Inoltre, posso assicurarvi dell'unità che esiste nel nostro Distretto, seguendo la linea dell' Arcivescovo Lefebvre che tuttora continua ad essere manifestata. Non siate turbati da rapporti di media che prematuramente e senza informazioni sufficienti, possono profetizzare molte cose.
Al momento, non sappiamo quale sarà la conseguenza di questa situazione. La Fraternità San Pio X sarà "riconosciuta" o dovremo stare nella stessa situazione per tempo ulteriore? Noi abbiamo fiducia e speriamo che in qualunque circostanza la Provvidenza permetterà che si giunga ad una restaurazione della Tradizione. Continuiamo nelle nostre preghiere per il Santo Padre e Mons. Fellay, che lo Spirito Santo possa guidarli in così difficili circostanze, insieme all'intera Fraternità ed ai suoi preti. Vi assicuro le mie preghiere e possa il Cuore Immacolato di Maria proteggere la Fraternità San Pio X.
Padre Arnaud Rostand
[Traduzione dall'originale inglese: Maria Guarini]
6 commenti:
Come sostenere che la prelatura non è una trappola?
Can. 294 - Al fine di promuovere un'adeguata distribuzione dei presbiteri o di attuare speciali opere pastorali o missionarie per le diverse regioni o pcr le diverse categorie sociali, la Sede Apostolica può erigere prelature personali formate da presbiteri e da diaconi del clero secolare, udite le conferenze dei Vescovi interessati.
Come sostenere che non lo si può sostenere? Non sa l'anonimo delle 11.21 che il Papa è legibus solutus e può derogare dal CJC o da parte delle norme in esso contenute come questa sull'audizione dei Sinedri episcopali???
La lettera esprime concetti cattolicissimi che condivido appieno.
Purtroppo queste iniziative le vediamo da diversi distretti.
Ma come interpretare l'assordante silenzio di quelli italiano e francese?
Stupendo esempio di pastoralità e di cattolicità.
... che non è bastato ai cardinali riuniti oggi :(
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