Ricevo segnalazione da parte di mons. Antonio Livi di un suo recente intervento su La bussola quotidiana, con esplicito invito ad un dibattito, al quale penso saranno in diversi a non sottrarsi. L'articolo è lungo e articolato e contiene diversi spunti che andrebbero colti e sviluppati. Purtroppo in questo momento, pur essendone molto interpellata, sono impossibilitata ad un'analisi e sintesi accurate come il tema meriterebbe. Tuttavia non riesco a tacere almeno sull'essenziale. E, mentre vi invito a consultare il testo dal link, mi limito ad inserire qui la conclusione seguita da alcune mie osservazioni. [vedi e anche]
[...] Meglio allora, come ho detto, lasciar perdere le tante interpretazioni delle intenzioni del Papa che certi malintenzionati impongono all’opinione pubblica cattolica manipolando il contenuto dei suoi discorsi: ci si attenga ai suoi insegnamenti ufficiali, e certamente si vedrà che – al di là di iniziative di “dialogo” che possono essere imprudenti o accenni ad argomenti dottrinali che possono risultare ambigui – i capisaldi della dottrina cristiana non sono minacciati e ogni riforma pastorale della Chiesa sarà, come insegnato da Benedetto XVI, una «riforma nella continuità». E per i fedeli comuni, giustamente non interessati a nomine, sostituzioni e deposizioni in campo ecclesiastico, è quanto basta.
Parto da una premessa, ineludibile per qualunque considerazione, che è anche un dato di fatto: il primo concilio proclamatosi 'pastorale' ha poi attuato una pastorale ateoretica che, de facto se non de iure, liquefa i dogmi. Ciò è potuto accadere inserendo nei suoi documenti - ad opera dell'ormai ben nota agguerrita minoranza costituita dall'alleanza renana - elementi di ambiguità che hanno spostato il fulcro dal teocentrismo all'antropocentrismo. Ciò ha reso possibili applicazioni conseguenti al cambiamento paradigmatico che trasferisce al soggetto Chiesa e al suo divenire nella storia la continuità che appartiene all'oggetto Rivelazione contenuto e trasmesso dal dogma. Elemento fortemente determinante, che l'autore ,nel citare Benedetto XVI, ignora completamente.
Per questo è possibile che un filosofo come Livi, sostenitore della logica aletica, possa affermare che i capisaldi della dottrina cristiana non sono minacciati. Ciò forse in linea esclusivamente teorica, ma nella prassi non si può dire altrettanto. Inoltre, gli ultimi documenti magisteriali (Lumen Fidei ed Evangelii gaudium) hanno sollevato non poche perplessità espresse e documentate anche su questo blog. Per non parlare di quei punti controversi dei documenti conciliari - e delle loro applicazioni - ben individuati, documentati e mai confutati se non con proclami apodittici (vedi: ecumenismo, libertà di religione, collegialità ed ecclesiologie et alia).
Per sviluppare un vero e costruttivo dibattito che affronti alla radice le cause dei problemi che stiamo vivendo, sarebbe dunque auspicabile che Livi dimostrasse in termini teoretici chiari e definitori l'effettiva continuità con la tradizione perenne dei punti sopra richiamati non sorvolando sulle dislocazioni conseguenti al recente Magistero sopra citato. E, semmai, confutasse negli stessi termini le documentate perplessità e relative argomentazioni poste sia sui punti controversi del concilio che sul Magistero recente. Piuttosto che invitare al silenzio quei laici che pongono interrogativi seri sui quali esprimono con acribìa ponderate riflessioni.
Sostanzialmente sembra non volersi riconoscere che se il livello non più sovrastorico del Magistero - proprio in quanto pastorale - non può modificare le essenze, tuttavia di fatto esso provoca l'alterazione della forma e l'oscuramento della Verità finché, Deo adiuvante, non ne avverrà il ripareggiamento ad opera di un Pontefice.
Sostanzialmente sembra non volersi riconoscere che se il livello non più sovrastorico del Magistero - proprio in quanto pastorale - non può modificare le essenze, tuttavia di fatto esso provoca l'alterazione della forma e l'oscuramento della Verità finché, Deo adiuvante, non ne avverrà il ripareggiamento ad opera di un Pontefice.
60 commenti:
ci si attenga ai suoi insegnamenti ufficiali,
ma per caso assistiamo a "the comedy of errors" o ai surreali incontri di Alice nel paese delle meraviglie, che continuano sine fine ?
mons. Livi ci direbbe di grazia QUALI sono gli insegnamenti "ufficiali" di questo papa o papato che si mostra a dir poco surreale?
sono 10 mesi che li attendiamo, (tra uno slogan pop-balordo e l'altro, cento e più frasi ad effetto polivalenti...) senza poterne ravvisare uno o mezzo che sia degno di tal denominazione magisteriale!
inoltre ricordo qui che alcuni chiesero: che ne pensa mons. Gherardini ?
e l'insigne teologo disse (ad aprile 2013):
"Aspetto di vedere un atto DA PAPA, per poter dare un mio giudizio".
qualcuno sul web ha sentito o letto qualche opinione di Gherardini, da aprile ad oggi, sui presunti atti o detti MAGISTERIALI del vdr (così dettosi più che papa) ?
L'essenzialità cui sono costretta ha il vantaggio di sorvolare su punti magari intriganti ma che alla fine eludono i punti nodali come quelli che ho evidenziato.
Se non si parte da lì si può dire tutto quel che si vuole, ma non si riconoscono e dunque non si affrontano i veri problemi.
Don Ariel torna sulla polemica dei giorni scorsi
http://www.papalepapale.com/develop/se-il-papa-sopprime-il-motu-proprio-e-colpa-vostra-tradizionalisti-impazziti-jaccuse-di-don-ariel/
La posizione di Mons. Livi può tradurre quella dell'Opus. Se fosse il caso, attenzione! Adesso, questo moderatismo volontaristico è esaurito, la Realpolitik però sussiste come una fortezza di fronte all'evidenza.
Sono in attesa e assai curioso di conoscere i risultati del questionario inviato a tutte le diocesi e poi ne riparliamo. Potremo finalmente valutare quanta sintonia c'è tra gli insegnamenti della Chiesa e ciò che il popolo mette in pratica tutti i giorni.
RIC
Certi inqualificabili esercizi affabulatori, molto umorali e sopra le righe, meritano solo di essere ignorati.
In fondo chi sono costoro e cosa cercano?
Lo stanno dimostrando con le loro farneticazioni.
Chi legge ciò che scrivo, che corrisponde a quella che sono e a ciò che cerco di vivere, sarà in grado di trarre le sue conclusioni.
Il resto è spazzatura.
Piuttosto vi invito a concentrarvi su un adorante silenzio e a preparare il cuore e lo spirito alla preghiera di sabato prossimo in Santa Maria Maggiore, vicino al cuore della nostra Madre.
Sta arrivando una commossa e sentita partecipazione da tutto il mondo.
Questo è ciò che veramente conta.
Hai ragione Mic, totalmente
Sabato ci saranno i soliti quattro gatti, è troppa la gente che sa "combattere" solo dalla tastiera. Paul
Intanto non è detto Paul.
E poi ci sono da considerare anche le "presenze" di coloro che si uniranno spiritualmente.
Anche perché non è né una fida né una dimostrazione: è un farsi 'presenti' e una supplica rivolta innanzitutto al cielo e, in seconda battuta, a chi dovrebbe rappresentarlo sulla terra.
Ed è solo un inizio. Il resto verrà.
Vorrei aggiungere che tutte le volte che sento parlare di "continuità" mi viene un crampo.
L'accanimento nel centrare i discorsi sulla "continuità" è un modo per spostare il centro dell'attenzione dai contenuti della fede alle persone o ai fatti storici, alla contingenza. A me, come anima bisognosa della salvezza, interessa che il parroco mi porti alla Via, Verità e Vita: non mi interessa se sia o meno in "continuità" col parroco precedente. Non mi interessa verificare che le deliberazioni del consiglio pastorale parrocchiale siano in "continuità" coi consigli precedenti: mi interessa solo che proclamino la verità e lo facciano subito: sia se ciò apparisse "continuità", sia se ciò apparisse "discontinuità". In qualità di cattolico non tollero che i doni di Dio (i sacramenti, le verità di fede, la liturgia...) vengano usati come uno dei tanti strumenti dei giochi di potere curiali. La vera "continuità", se c'è, è un risultato evidente, non è un neodogma da dimostrare, tanto meno distribuendo punizioni e patenti di "cripto-lefebvrismo".
Intendere la "continuità" come un "valore" è un artificio retorico (fondato su ambiguità scelte accuratamente volta per volta) per mettere in difficoltà chi non è prono allo status quo. "Francesco in continuità con Benedetto XVI" è un modo per dire: "non criticate il primo perché altrimenti dirò in giro che state criticando anche il secondo". Oppure: "ermeneutica della continuità", espressione che i nemici di Benedetto XVI hanno utilizzato come sinonimo di: "non osate criticare il Vaticano II perché altrimenti dirò in giro che state criticando tutti i Concili".
Il peggior gesto di Francesco secondo me è il risparmiare genuflessioni al SS.Sacramento: questo è anche un gesto di totale "discontinuità", ma guai a chi lo dice: un branco di lupi curiali lo aggredisce. Perfino il "fuoco amico" è da catalogare tra gli strumenti principali di tali lupi: come tutte le mafie, infatti, quando non possono colpire te allora inducono i tuoi amici a colpirti.
Senza commenti
Maradiaga a Müller: «Dovresti essere più flessibile»
http://vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/maradiaga-muller-31414/
«Il Papa ha risposto: quello accadeva trent'anni fa, oggi la famiglia di allora per la maggior parte delle persone non c'è quasi più. Abbiamo separazioni, famiglie allargate, molte persone che crescono da sole i figli, maternità in affitto, matrimoni senza figli, senza dimenticare le unioni delle persone dello stesso sesso. Nel 1980 queste cose non erano nemmeno all'orizzonte».
«Tutto queste richiede risposte per il mondo di oggi - continua Maradiaga - e non basta dire: per questo abbiamo la dottrina tradizionale. Ovviamente la dottrina tradizionale verrà mantenuta», ma ci sono «sfide pastorali» adatte ai tempi alle quali non si può rispondere «con l'autoritarismo e il moralismo» perché questa «non è nuova evangelizzazione»
Che senso ha a questo punto difendere la famiglia tradizionale?
Mi pare che, sintetizzando l'articolo di Mons. Livi il succo sia:
cari semplici fedeli non state a voler capire ed approfondire tutto quel di cui venite a conoscenza perché le fonti potrebbero essere inquinate, lasciate queste polemiche agli addetti ai lavori, voi guardate al Papa in quanto soggetto che rappresenta la visibilità e unità della Chiesa sulla terra e quindi approfondite solo gli atti magisteriali.
Il discorso potrebbe filare e filava fino a 50-60 anni fa quando non si era bombardati ogni 5 minuti da notizie di ogni genere, ivi comprese quelle riguardanti il Papa, ed infatti del Papa si conosceva a malapena il nome. Però ciò che egli diceva e comandava era recepito dai pastori che provvedevano poi a portarlo al gregge loro affidato tramite i parroci ed il tutto avveniva secondo una linea di trasmissione della Fede e della dottrina regolare e senza interruzioni, sia nello spazio che nel tempo.
Adesso questo non avviene più, i documenti vengono non trasmessi ma interpretati creando una molteplicità di letture facilitata anche dalla loro enorme mole e verbosità e dal loro linguaggio non definitorio (in quanto documenti pastorali), questa ipertrofia poi è di ostacolo anche per il semplice fedele che deve armarsi di buona volontà e tanto tempo per - in autonomia - leggere e poi cercare di capire, cosa che peraltro è resa ancor più difficoltosa stante la necessità di avere una interpretazione di questi testi (tale necessità è evidente altrimenti non ci sarebbero tutte queste polemiche).
Ora se è necessaria l'interpretazione quello che passa non è il contenuto ma quel che l'esegeta di turno - che questi sia il semplice fedele, il parroco o altri - vuol far passare e ciò non mi sembra andare nella direzione dell'unità ma della dispersione e soggettivazione.
Inoltre si può anche far finta di non vedere e di non sentire ciò che è fatto e detto, però poi questi detti ed atti, ancorché non magisteriali si risolvono in prassi che divengono la norma e questo coinvolge e in tanti casi stravolge la normale vita ecclesiale, coprendo così sotto strati pesanti di azione il primato dottrinale che risulta perciò indebolito e dimenticato tanto che lo stesso Mons. Livi nell'ultimo paragrafo riconosce che ci sono "accenni ad argomenti dottrinali che possono risultare ambigui" e questa constatazione segue quella vede come potenzialmente imprudenti certe iniziative di "dialogo". Questo accostare perciò una prassi pastorale imprudente in potenza (certi dialoghi) e derive dottrinarie anch'esse ambigue potenzialmente mi sembra significativo.
saranno solo quattro gatti...come scritto da altri piu' volte, se una cosa e' giusta, e' giusta INDIPENDENTEMENTE dal numero delle persone che cosi la pensano. Questo vale anche per la difesa della famiglia. famiglia PUNTO. perche' e' come il cattolicesimo: il cattolicesimo e' quello li' con i suoi dogmi e la sua morale, il resto NON e' La famiglia e' quella: padre, madre, sposati, e figli. il resto e' un surrogato, un " vorrei, ma non posso", e' moda, oggi cosi, domani csa', ecc.
Per i numeri: alla base della Coce, sul Golgota, erano in TRE !
In Austria, piu' si " aprono " al mondo, meno cattolici hanno da spremete con la tassa. Ma ancora non han capito
Sulla apstorale nuova per nuove famiglie, c'e' un bel post su Rorate coeli
Rosa
Anonimo delle 12.17.
Innanzitutto si dovrebbe meglio specificare che cosa s'intende, quando si dice "difendere la famiglia tradizionale".
Non mi pare ci sia qualcuno che impedisca di vivere secondo l’insegnamento della famiglia tradizionale cattolica. Allo stesso tempo non si può certo impedire alle persone di contrarre matrimonio civile o di convivere semplicemente.
Ed è ovvio che la Chiesa si preoccupi e si ponga il problema del come non abbandonare del tutto queste "pecorelle smarrite" e tentare di riportarle all'ovile, anche se non è così semplice riuscirci.
x anonimo 14.39
ma perchè una volta il riportare le pecorelle non era un problema ?
semplice:
Dai pulpiti e dal Soglio di Pietro e dalle catechesi, si predicava il Vangelo senza manipolazioni di accomodamento al mondo, ma solo col Sì Sì No No come Gesù comanda. Infatti Egli ha detto:
Chi vuol venire dietro a me RINNEGHI SE STESSO, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua.
Chi ama la sua vita la perderà, chi la perde per amore mio e del vangelo la ritroverà.....
Si insegnava a crocifiggere le passioni, mortificare la carne, cosa mai più nominata da 10 mesi in qua.
Rinneghi se stesso, dice Gesù: cioè i propri desideri carnali ed ego-latrici, che fanno atrofizzare l'anima, che ha fame soprattutto di DIO, e il cibo è "fare la sua volontà, rafforzati da preghiera e Sacramenti.
Quindi una volta le pecorelle che commettevano adulterio sapevano bene di essere peccatori, ne avevano vergogna e poi forse rimorso, e, ammoniti da parenti o amici, o riprovati silenziosamente, o anche a distanza -nell'anima- da tante OMELIE domenicali serie e non zuccherate, sui Novissimi, meditavano tra sè e sè se fosse bene fuggire da quella vita di peccato, per salvarsi l'anima !
v. S. Agostino, che non fa più scuola
Invece oggi qual è l'ineegnamento morale che ci viene dalla somma Cattedra ? questo:
chi sono io per giudicare i peccatori ? sono un uomo qualunque, perciò.....lasciar peccare i peccatori è diventata la 8a opera (mai udita=) di neo-misericordia conciliare! il lassismo-buonismo che uccide lentamente la fortezza e tutte le virtù, spec. le teologali.
soi pensa a STAR BENE su questa terra....il Paradiso attenda pure!
Gesù ha detto:
"Va' e non peccare più", "Ti son rimessi i tuoi peccati " a chi gli chiedeva perdono, vedi il centurione e tanti altri, (il cieco: Maestro, fa' CHE IO VEDA = MI PENTO, v. i vari personaggi delle parabole , spec. IL FIGLIO PRODIGO, CHE E' PENTITO, non resta mica adagiato ostinatamente tra i porci! ecc.)
per caso ha Gesù detto "vi porto nel mio Regno con tutti i peccati addosso, fate pure come vi piace"...?
ma oggi la gente questo pensa, grazie a questo papa, completo e definitivo " applicatore " del grancconcilio.
E dove mai si parla di VESTE BIANCA per entrare al banchetto, ovvero di Grazia Santificante ?
ciò che sta tranquillamente teorizzando l'anonimo 14.39 si chiama RELATIVISMO MORALE, nè più nè meno.
E purtroppo è stato favorito e coltivato proprio dall'indifferentismo "inclusivo" fiorito sull'albero-cv2!
(cfr. non più rigore, solo misericordia = accogliere tutti gli errori senza mai correggerli, mai CURARE le anime, mai coltivare le VRITù lottando contro i vizi, mai....crescano pure le erbacce degli istinti e vizi capitali)
Allora chiariamo una cosa, la suprema lex è la salus animarum e su questo credo che siamo tutti d'accordo, almeno chi dice di essere figlio della Chiesa.
Quindi, primo,
domanda: i surrogati della famiglia vanno nella direzione della salus animarum o vanno nella direzione della damnatio animarum?
Se la risposta giusta è che vanno contro la salus animarum (e questa è la risposta giusta, stante la Tradizione e la Sacra Scrittura nonché il Magistero perenne infallibile) allora esse non devono essere approvate dalla Chiesa neanche di striscio ed Essa per tentare di riportare all'ovile le pecorelle smarrite deve semplicemente ricordare loro qual è l'ovile medesimo e che cosa c'è in esso: la Verità, i Sacramenti, la Fede; altro che dire che la dottrina tradizionale va bene per qualcuno e per qualcun altro no, non mi pare un atteggiamento caritatevole perché in questo modo non si vuol dare tutta la Verità a qualcuno e si fanno distinzioni, ed inoltre questa adagiarsi su posizioni mondane mascherato da buonismo peloso non è fondato sulla Fede (perché appunto si dice ha la dottrina di sempre non è applicabile) né sulla Speranza (perché se si ritiene che la dottrina di sempre non vada bene oggi per qualcuno allora significa che lo Spirito Santo ha perso la sua potenza) ed una carità senza Fede e senza Speranza non è Carità.
Secondo:
Non si può impedire a chi lo vuole di star fuori dall'ovile, però il potere temporale (ai giorni nostri lo stato) se vuole agire con giustizia ossia amministrare il potere correttamente e dare cose uguali a persone uguali e non dare cose uguali a persone diverse, non deve consentire, nel senso di dare la sua approvazione, a tutto quello che anche vagamente assomiglia a convivenze e simili, ivi compreso anche il "matrimonio" civile, poiché diversamente vorrebbe dire dare cose uguali a persone diverse (si consentirebbe il "matrimonio" a chi non può averlo perché ne rifiuta i capisaldi o di principio o anche biologicamente e queste persone sono diverse da chi invece vuole unirsi - maschio con femmina - in un coniugio propriamente detto) e ciò andrebbe contro il bene comune che è ciò che lo stato deve tutelare, e in ultima analisi contro la salus animarum.
Uno può dire che lo stato della salus animarum può anche infischiarsene però questa è una lettura liberale e non cattolica grazie alla quale siamo nelle odierne condizioni con ecclesiastici che rincorrono il mondo.
Ringrazio Marco P. per le sue puntuali precisazioni e quoto:
...coprendo così sotto strati pesanti di azione il primato dottrinale che risulta perciò indebolito e dimenticato tanto che lo stesso Mons. Livi nell'ultimo paragrafo riconosce che ci sono "accenni ad argomenti dottrinali che possono risultare ambigui" e questa constatazione segue quella vede come potenzialmente imprudenti certe iniziative di "dialogo". Questo accostare perciò una prassi pastorale imprudente in potenza (certi dialoghi) e derive dottrinarie anch'esse ambigue potenzialmente mi sembra significativo.
In fondo quello di Livi in quel "riconoscere..." e "accostare..." è il solito dire e non dire, che comunque secondo lui spetterebbe a pochi eletti.
Essi però, che avrebbero l'autorità e la competenza per parlare, in realtà non la usano e invece mettono la loro intelligenza al servizio di un dannoso conformismo, al quale apparentemente invano cerchiamo di opporci.
ciò che ha scritto quid alle 15.16 mi pare più che degno di attenzione...infatti un tempo il pane quotidiano di omelie e scritti era costituito dal ricordare di osservare i comandamenti e di tenere sempre davanti il giudizio di Dio e ciò che a Lui è gradito...
Egli [Gesù]rispose: "[...] Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti".
(Mt 19,17)
Principio della sapienza è temere il Signore
(Sir 1,12)
Beato l'uomo che teme il Signore
e trova grande gioia nei suoi comandamenti.
(Sal 112,1)
Rifletti sui precetti del Signore,
medita sempre sui suoi comandamenti
(Sir 6,37)
Il timore del Signore è il principio della scienza
(Pro 1,7)
Non temere se siamo diventati poveri. Tu avrai una grande ricchezza se avrai il timor di Dio, se rifuggirai da ogni peccato e farai ciò che piace al Signore Dio tuo».
(Tb 4,21)
La circoncisione non conta nulla, e la non circoncisione non conta nulla; conta invece l'osservanza dei comandamenti di Dio.
(1Cor 7,19)
Da questo sappiamo d'averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Lo conosco» e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui; ma chi osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente perfetto.
(1 Gv 2, 3-5)
Conclusione del discorso, dopo che si è ascoltato ogni cosa: Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo per l'uomo è tutto.
(Qo 12,13)
Concordo completamente con Marco, e faccio un paragone: viene da me un signore grasso, che fuma come un turco, ed ha al pressione alle stelle. Gli dico: dimagrisci, seguendo questa dieta che ti do, smetti di fumate, e prendi le pastiglie.
Lui risponde: eh, la fa afcile lei, che non mi sa come van le cose al mondo. io non possoacrifivare il mio piacete di mangire, ne' di fumare, non ci riesco, e non ce la faccio neanche a prendere le pastiglie. Non puo' adeguarsi lei a
mondo cosi come va, visitandomi semplicemente ed ascontandomi, ma senza predicozzi e prescrizioni .
Io posso- lasciarlo nel suo brodo, cosi tornera' da me contento, e prendero' piu' soldi
- fargli la predica, prescrivergli dieta e medicine, e salutarlo, sapendo che probabilmentenon tornera' piu'
SALUS corporis o SALUS BURSAE meae?
Rosa
..e infine, volendo pensare al timor di Dio anche come veicolo per l'umiltà, possiamo citare ciò che rispose il padre Cronio (vedi "Vita e detti dei padri del deserto") a chi gli chiedeva, appunto, in che modo l'uomo poteva giungere all'umiltà: "Attraverso il timor di Dio".
E disse che bisognava "pensare con tutte le forze all'uscita dell'anima dal corpo e al giudizio di Dio".
Il mio commento sull'articolo di mons. Livi:
http://opportuneimportune.blogspot.it/2014/01/bella-fra.html
Rosa, pecunia numquam olet....la summa di tutto ciò è che se uno vive al di fuori dalle regole, non contraendo matrimonio perché non crede nell'istituzione, peggio se battezzato e con un'infarinatura di catechismo, che è ciò che viene oggi fornito dalle parrocchie,e vuole vivere come dice Rosa anche se sa che fa e gli fa male, come cappero gli pare, mi sembra che il discorso si elida da sé medesimo, la fede non si può imporre, né chi ha una visione laica della vita o fa parte di potenti e ricchissime minoranze dovrebbe imporla agli altri, invece qui accade proprio questo, per rincorrere poche pecore che non ne vogliono sapere, si lasciano allo stato brado ed in preda dei lupi famelici quelle che vorrebbero sentire prediche come Dio comanda, discorsi chiari, sì- sì no- no, con i nì, forse, chissà cosa vorrà dire, si finisce come la suora salvadoregna, no zitelle acide, madri con senso di maternità.....appunto. Anonymous.
E che ci racconta mons. Livi sul meraviglioso exploit indifferentista di "Francesco" nel suo colloquio con i rifugiati durante la visita alla parrocchia romana del S. Cuore?
" Bergoglio ha poi parlato della necessità di “condividere” le sofferenze: “Questo è importante che voi facciate nelle riunioni. E anche, quelli che sono cristiani, con la Bibbia, e quelli che sono musulmani con il Corano, con la fede che avete ricevuto dai vostri padri, che sempre vi aiuterà ad andare avanti. Condividere anche la propria fede, perché uno solo è Dio: lo stesso”."
http://vaticaninsider.lastampa.it/news/dettaglio-articolo/articolo/francesco-francisco-francis-31406
Ecco perchè aveva detto che "Dio non è cattolico"...
Inutile dire che se un qualunque membro del Clero avesse detto apertamente una simile cosa prima del megaconcilio, sarebbe stato immediatamente deposto e scomunicato.
Amicus,
mica solo uno del clero.
Non conoscevo questa recente esternazione bergogliana.
Ma dobbiamo dunque non meravigliarci più di nulla e assuefarci all'assurdo?
"Sentinelle dormienti e cani muti", diceva Isaia... ma oggi abbiamo sentinelle voltate dall'altra parte e cani che ululano come i lupi. E un solo Pastore Bello!
Di veri pastori ne conosco ben pochi e sono quasi tutti silenziati.
Ce n'è uno - che stimavo - che invece di lanciare l'allarme si diverte ad "affilarsi le unghie" per delectactiones affabulatorie... Beh, effettivamente il troppo stroppia!
Amicus, perdonami se lo dico, ma questa storia del Dio unico l'abbiamo più volte sentita, ormai dai tempi dei papi-bacianti-corano e dei papi-passeggiantiscalzi-in-moschea...e poi tutti insieme passeggianti-preganti-in-quel-di-Assisi... tutto filmato e fotografato, tutto documentato (come all'inizio facevo qui su questo blog)....per tacere su altri fatti e altre dichiarazioni sempre ugualmente documentate e innumerevoli a dire poco..insomma come spesso diciamo tra noi, il bulldozer vero e proprio è entrato attraverso le brecce prodotte da picconatori ed escavatoristi precedenti...Poi è chiaro che ognuno di noi (me compreso) ha il suo picconatore ed escavatorista preferito, ma, specie su questa questione, sempre quello hanno fatto...
Ricordo, a proposito di precettistica, che il Signore, quando insegnava, non dava una morale, ma indicazioni chiare e limpide insieme alla capacità di seguirle non per senso del dovere (che è già positivo ma non è tutto e comunque non sempre ci vede capaci), ma per connaturalità - per grazia - con Lui, che è il Signore della vita.
Ho letto l'articolo di P. Cavalcoli O.P.: strabiliante!
alcune "chicche"
scrive egli, nell'elencare i nemici dal papato:" ...con l’aggiunta di un non del tutto estinto modernismo che tentò di risorgere con la téologie nouvelle che fu confutata nella famosa enciclica Humani Generis del 1950...." così par di intendere che il modernismo attorno alla metà del '900 cercò di risollevarsi ma fu stroncato da Pio duodecimo.
Poi più avanti, scrive:" Sono convinto che Papa Bergoglio vuole avviare un dialogo anche con i modernisti, cosa che ai Papi precedenti non è riuscita o non è venuta in mente. Qui sta la vera “rivoluzione” di Papa Francesco, rivoluzione che, se gli riuscirà, i modernisti torneranno o giungeranno alla retta fede e la loro istanza di modernità troverà quella giusta soddisfazione che è promossa dalla retta interpretazione del Concilio"; quindi uno capisce che i modernisti non solo non si sono estinti ma sono più vivi e vegeti che mai, e anzi il Papa felicemente regnante fa quello che ai suoi predecessori neanche passava per la mente, ed in ispecie al servo di Dio PIOXII, cioè ci dialoga (quindi si mette sullo stesso piano, altrimenti che dialogo è?) perché in fondo le loro istanze sulla modernità non sono sbagliate e troveranno soddisfazione in una giusta interpretazione del Concilio.
Peccato che poco sopra il P. Cavalcoli, a proposito di modernisti e Concilio scriva:"...Per converso, i modernisti, che non erano mai del tutto scomparsi, ma si erano mascherati sotto una finta ortodossia, come per esempio i rahneriani o gli scillebexiani, e con astutissima manovra aggirando la buona fede di Giovanni XXIII, erano riusciti a mettere qualcuno dei loro tra i periti del Concilio. Oltre a ciò, valendosi di un’abile propaganda e con un forsennato attivismo degno di miglior causa, riuscirono a convincere larghi strati dell’opinione pubblica - non esclusi certi ambienti dell’episcopato - di essere stati loro i protagonisti del Concilio e quindi presentandosi sfacciatamente come indiscutibili ed indiscussi interpreti del Concilio, nonostante tutte le rettificazioni che vennero nei decenni seguenti da parte dei Pontefici, in modo speciale per mezzo delle condanne, confutazioni e chiarificazioni operate dalla Congregazione per la Dottrina della Fede,"; perbacco! prima i modernisti si insinuano nel Concilio con i loro periti ingannando il Papa, si danno da fare come matti per ingannare tutti, fedeli e vescovi, si arrogano l'esclusiva dell'interpretazione del Concilio: si presume che tutto ciò lo abbian fatto per portare avanti le loro istanze che così cristalline non dovevano essere se i mezzi usati sono stati così subdoli come vengono dipinti (e come furono, dico io) tanto da meritarsi riprovazione nientemeno che dall'ex Sant'Uffizio. Poi però queste istanze diventano, non si sa come, forse attraverso un candeggio particolare, legittime, addirittura non sono sbagliate (quindi sono giuste).
(continua...)
(...riprende)
Mi pare che ci sia da perdersi in questo labirinto, negli angoli più bui del quale non mancano i soliti riferimenti ai lefevriani (si scrive lefebvriani) un accenno alla dolorosa vicenda dei Francescani che da un lato sono vittime del poco temperante P. Volpi mosso dai rahneriani (mah!)ma dall'altro dovrebbero però accettare tutte le dottrine del Vaticano II (e ridaje!) e un andirivieni sul concetto di infallibilità che non sarebbe solo quella definita dal Vaticano I che peraltro interesserebbe pochissime definizioni(una visione ristretta e da "lefevriani" ) ma ogni volta "il Papa è infallibile, ossia dice il vero definitivo ed immutabile anche quando insegna come maestro della fede o annunciatore del Vangelo in qualunque circostanza, semplice o solenne, ordinaria o straordinaria, anche se non dichiara di voler definire come avviene nei casi previsti dal Vaticano I.", salvo poi tornare a dire che il Papa è criticabile nelle sue opinioni teologiche od esegetiche (e non riguardano queste forse aspetti del suo precipuo ministero?) e chiudere dichiarando che nella sua missione di successore di Pietro "il Pontefice è sempre infallibile e va sempre obbedito e non ci è lecito accusarlo di errore o di eresia" se si vuol essere sul sentiero, tra l'altro, della salvezza.
Ho letto adesso Cavalcoli.
Non è altro che un minestrone indigesto con ingredienti di ogni genere affastellati in maniera strumentale.
"una sola fede ha detto...
Amicus, perdonami se lo dico, ma questa storia del Dio unico l'abbiamo più volte sentita..."
Certamente, ma questa volta 'Francesco' lo dice in modo diretto ed esplicito, e non più solo indiretto ed implicito come in precedenza. Almeno per quanto io ricordi.
Forse solo la frase di Benedetto XVI scritta sul Libro d'Oro a Santa Sofia in Istanbul vi si può avvicinare, ma senza questa estrema chiarezza.
Peto venia, ricordo ora che c'è stata un'altra occasione in cui Giovanni Paolo II fu altrettanto esplicito di 'Francesco': nel 1985 allo stadio di Casablanca in Marocco, in un discorso ai giovani musulmani.
Ma oltre quel caso lì, non me ne risultano altri.
Caro fratello Amicus, non so quale sia il tuo parametro per definire una dichiarazione "esplicita" e "diretta", ma a mio avviso queste dichiarazioni che riporto fedelmente qua sotto lo sono in modo più che sufficiente, ahimé... senza contare i gesti, gli atti. Il solco, o meglio, vista la grandezza e il significato, la fossa, come vediamo è da tanto che è stata fatta. Prendiamone atto e andiamo avanti, guardiamo avanti, senza però nasconderci mai la verità, ma sapendo che il Signore è il Signore di ogni cosa...e sa condurre al meglio la storia anche e soprattutto della Sua Chiesa, nonostante tutti noi, miserabili peccatori chi più chi meno, e miserabili infedeli, chi più chi meno...
1)GPII
“NOI CREDIAMO NELLO STESSO DIO, L’UNICO DIO, L’UNICO DIO, IL DIO VIVENTE, IL DIO CHE CREA I MONDI E PORTA LE SUE CREATURE ALLA LORO PERFEZIONE”.
Viaggio apostolico in Togo, Costa d’Avorio, Camerun, Repubblica Centro-Africana, Zaire, Kenya, Marocco
Incontro con i giovani musulmani a Casablanca
Marocco - Lunedì, 19 agosto 1985
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/1985/august/documents/hf_jp-ii_spe_19850819_giovani-stadio-casablanca_it.html
2)GPII
“SAN GIOVANNI BATTISTA PROTEGGA L’ISLAM”
Visita a Wadi Al-Kharrar,
Preghiera del Santo Padre Giovanni Paolo III
Martedì, 21 Marzo 2000
http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/travels/documents/hf_jp-ii_spe_20000321_wadi-al-kharrar_it.html
3)BXVI
In occasione della visita a Istanbul, 2006
Nel Libro d’oro del Museo di Santa Sofia scrisse:
“NELLA NOSTRA DIVERSITA’ CI TROVIAMO DAVANTI ALLA FEDE DEL DIO UNICO, che Dio ci illumini e ci faccia trovare la strada dell’amore e della pace”.
http://www.stpauls.it/fc06/0650fc/0650fc26.htm
4) BXVI
“LUOGHI DI CULTO, COME QUESTA STUPENDA MOSCHEA di Al-Hussein Bin Talal intitolata al venerato Re defunto, si innalzano come GIOIELLI sulla superficie della terra. Dall’antico al moderno, dallo splendido all’umile, TUTTI RIMANDANO AL DIVINO, ALL’UNICO TRASCENDENTE, ALL’ONNIPOTENTE. Ed attraverso i secoli questi santuari hanno attirato uomini e donne all’INTERNO DEL LORO SPAZIO SACRO per fare una pausa, per pregare e PRENDERE ATTO DELLA PRESENZA DELL’ONNIPOTENTE, come pure per riconoscere che NOI TUTTI SIAMO SUE CREATURE”.
Incontro con i capi religiosi musulmani, con il corpo diplomatico e con i rettori delle università giordane
Moschea al-Hussein bin-Talal - Amman
Sabato, 9 maggio 2009
http://www.vatican.va/holy_father/benedict_xvi/speeches/2009/may/documents/hf_ben-xvi_spe_20090509_capi-musulmani_it.html
e questo è un articolo di unavox.it di qualche tempo fa…
http://www.unavox.it/FruttiPostconcilio/NuoviPreti/Cattolici_in_moschea.html
mic: "Piuttosto vi invito a concentrarvi su un adorante silenzio e a preparare il cuore e lo spirito alla preghiera di sabato prossimo in Santa Maria Maggiore, vicino al cuore della nostra Madre.
Sta arrivando una commossa e sentita partecipazione da tutto il mondo.
Questo è ciò che veramente conta."
Ecco, per chi non può esserci, per una questione di distanze, sarebbe utile e necessario approntare qualche mezzo tecnologico per poter partecipare a distanza. Non saprei se la cosa è fattibile. O magari è già cosa fatta!
per anonimo delle 05.55
Credo che il mezzo più "tecnologico" che esista in queste circostanze sia la preghiera!
Insomma, e riassumendo al massimo, lasciamo perdere quel che del Papa ci dicono non solo i media laici e cattolici, ma anche i teologi, i pastori e altri esegeti papali, concentriamoci e leggiamo solo quei "pochi documenti che costituiscono davvero il magistero di questo Papa", è meglio non interessarsi "a tutti i discorsi estemporanei, soprattutto se non vengono poi riprodotti negli Acta Apostolicae Sedis, perché essi non costituiscono un vero e proprio magistero pontificio, nemmeno all’infimo grado di autorevolezza", meglio lasciar perdere.
OK, su questo posso seguire il consiglio di Antonio Livi, è sempre preferibile andare alla fonte, ma se andando alla fonte, se leggendo quel che di questo Papa deve essere considerato Magistero sorgono dubbi e domande, quid?
Dobbiamo ignorarli, perchè il Papa in quel suo ruolo non può errare?
Anche se ci atteniamo, come lo domanda Livi, ai suoi insegnamenti ufficiali, e lì troviamo parole imprudenti, accenni ad argomenti dottrinali che risultano ambigui (non solo "possono risultare" ma sono ambigui), quid?
Dobbiamo soffocare domande e confusione e semplicemente dirci: tranquilli tanto il Papa non può errare, non può mettere in pericolo i caposaldi della dottrina e anche se riforma, le sue riforme non saranno mai rivoluzioni ma riforme nella continuità?
Continuità, questa "arlésienne", tutti ne parlano nessuno la vede, dobbiamo per principio accettare che esiste, che non può non esistere.
Se poi la nostra mente indica alla nostra coscienza domande più che fondate che danno luogo a riflessioni ponderate( come scrive mic), che facciamo?
Mettiamo a tacere mente e coscienza?
Insomma, quello di Antonio Livi mi sembra essere un altro invito al silenzio fatto ai cattolici.
Se poi la nostra mente indica alla nostra coscienza domande più che fondate che danno luogo a riflessioni ponderate( come scrive mic), che facciamo?
Mettiamo a tacere mente e coscienza?
giustissimo, Luisa.
Pertanto mi/vi chiedo dome mai quando, sul post circa don Ariel, che dava luogo a 1000+ domande, ho posto domande serie e ponderate sul modo aberrante di essere, parlare, agire di questo papa, i miei commenti sono stati silenziati, senza darne alcun motivo.
Mettiamo a tacere mente e coscienza anche sui blog che dicono di voler parlare chiaro?
Una sola fede, non ricominciare, sta sul pezzo, dì chiaramente se stai con questo papa o no, tirare fuori discorsi ormai passati è infantile, come attaccarsi alla frase 'Ah, se ci fosse Pio X avrebbe detto, fatto' siamo in epoche diverse, non dobbiamo guardare indietro, ma salvare il salvabile, hic et nunc, olim fugit irreparabile....e continua a pregare per la mia famiglia, io lo faccio per te.Lupus et Agnus.
Personalmente trovo già speciale che nessuno, mons. Levi compreso, si stupisca che si debba avvertire i fedeli cattolici, i piccoli, quelli che mons. Livi chiama "semplici fedeli", di fidarsi solo dei documenti ufficiali di un Papa e solo di quelli, lasciando perdere le sue parole dette in libertà, i suoi interventi qua e là, suscettibili di provocare confusione, di andare al di là di " iniziative di “dialogo” che possono essere imprudenti o accenni ad argomenti dottrinali che possono risultare ambigui".
Insomma dobbiamo interessarci delle parole e dei gesti del Papa ma, siccome non abbiamo tempo di approfondire e non ci interessiamo alle dispute teologiche..., noi semplici fedeli dobbiamo solo interessarci ai due soli documenti firmati dal Papa.
Ma non stupisce nessuno che venga dato quell`avvertimento, quel consiglio ai cattolici?
Pare normale che ci sia l`obbligo di dare ai "semplici fedeli" dei "criteri di discernimento" per "interpretare rettamente il senso di ciò che fa e di ciò che dice, papa Bergoglio?
Di ciò che fa e dice il Papa?
Ma forse che con i Papi precedenti, con Benedetto XVI, un tale consiglio si era reso necessario e indispensabile?
Non è forse al Papa stesso che dovrebbero essere indirizzati alcuni consigli affinchè i suoi interventi non suscitino quelle libere interpretazioni che confondono i "semplici fedeli"?
@lupus et agnus,
però devi magari rileggerti bene gli ultimi post, perchè io ho semplicemente risposto ad Amicus...che su questa questione è intervenuto alcune volte, cioè quante gli è parso opportuno intervenire (se vuoi ricontrolla ciò che ha scritto lui e cosa poi mi sono sentito di commentare io). Non mi pare avere offeso nessuno nel riportare tali precisazioni. Sullo stare sul pezzo ricordiamoci che non è sempre mica una pagina di un quotidiano, questa, e a volte alcune cose mi pare giusto dirle anche perchè succede spessissimo ad altri di fare la stessa cosa quando lo reputano opportuno..e nessuno ricorda loro che non stanno sul pezzo (se capita poi di correggere o precisare, non vedo dove sia il problema). Resta il fatto che non si può sempre pensare che ci siano ogni volta dei fili elettrici appena si tocca una certa questione, che, lo ripeto, in questo caso non ho sollevato io per primo (come ti sarai accorto che sto facendo da moltissimo), che mi sono limitato, al secondo e terzo intervento di Amicus, a riportare dati oggettivi per ristabilire quanto era veramente accaduto con chi ha preceduto Francesco. Tutto qua. Se poi dovesse dare fastidio questo, mi dispiace veramente, ma in tal caso...che ci posso fare io?
Come ho anche scritto precedentemente (anche questo spero tu lo abbia letto), andiamo comunque avanti perchè il futuro ci attende ed il passato non ritorna, ma è anche vero che bisognerà pur conoscerlo, almeno un po'.
Sempre uniti nella preghiera.
Qui la reazione all`articolo di mons. Livi sul blog Benoît et moi :
http://benoit-et-moi.fr/2014-I/actualites/obeissance-au-pape-seulement-en-relation-avec-le-.html
Come fa osservare giustamente Béatrice, certi, molti, interventi fra quelli di papa Bergoglio che noi semplici fedeli dovremmo lasciar perdere sono stati pubblicati dall`O.R., altra osservazione più che corretta, con Benedetto XVI non c`è stato nessun bisogno di ricordarci che quel che deve interessarci non è il Papa come persona ma Cristo che rappresenta, semplicemente perchè Benedetto XVI si cancellava totalmente per lasciar trasparire Cristo.
Tutti i giorni su radio e tv cattoliche che conoscete già c'è la diretta delle messe di S. Marta, gli Angelus passano 3 o 4 volte, la giornata con PF inizia la mattina e finisce la sera tardi, fino al buona notte, ora ci sono molte persone anziane e sole che ascoltano e guardano, poi le news sono a tambur battente quindi non c'è modo di scampare a quello che dice e fa ora se questo sia da considerarsi magistero ho dei forti dubbi, però il volgo questo impara; oggi all'udienza show ha detto che dobbiamo chiedere grazia e doni dello Spirito prendendo spunto dagli altri cristiani se vogliamo essere uniti, mi chiedo cosa abbiano da insegnarci chiese che di cristiano hanno solo il nome e che sono allo sbrindellamento finale.....sbaglio o la Dominus Jesu fece saltare i nervi a tutte le 'confessioni' cristiane? E' ancora valida o dobbiamo passare tutti alle mangiate kosher ,al volemose bene tanto Dio perdona tutti ed è lo stesso per tutti.....Rahner diventa un modello di ortodossìa al confronto. Lupus et Agnus.
riscrivo un post che forse non e' arrivato
Il fatto che sia GPII, sia BXVI abbiano detto o fatto certe cose e' differente, per me semplice fedele, perche' nei casi citati i papi erano all' estero, e poteva subentrare un discorso di tipo diplomatico.. Inoltre la TV ecc. non parlavano cosi tanto di loro due, e quondi a me queste notizie erano sconosciute, a me, come a molti altri. Ma come dice Lupus et agnus, ora e' un bombardamento, e quindi a tutti i fedeli italiani arrivano queste cose, e creano confusione, sconcerto, dubbi, domande. E non soltanto tra i tradizionalisti, ma amche tra i tiepidi. E si chiedono: perche'? cui prodest ?
Rosa
Il peso di certe dichiarazioni e visite e incontri avvenute in questi complessivi quattro decenni circa, non si può sempre liquidare semplicemente con la parola "diplomazia", e Assisi poi non era "estero" ed è stato un evento vero, "eccezionale" nel vero senso della parola, cioè MAI accaduto prima nella storia e ripetuto poi invece per ben tre volte in soli 25 anni, facendo pensare a tutti, o almeno a molti, "semplici fedeli" compresi, che quella invece oramai era e sarebbe stata da quel momento in poi la nuova normalità, la nuova Chiesa "normale"; e le sinagoghe romane non erano "estero": tutte visite-evento di cui furono zeppi giornali e telegiornali...Quello quindi che non trovavo e non trovo del tutto giusto è pensare che ciò che, ad esempio su questione "dialogo interreligioso" o "ecumenismo", l'attuale sia così distaccato e lontano dai predecessori, che comunque quella porta hanno invece così largamente contribuito ad aprire. Appunto, dati alla mano. Poi, che ogni parola che egli dica venga amplificata e portata dappertutto su vassoi d'oro e d'argento mediatici, non significa che bisogna distogliere gli occhi da una verità inconfutabile che però non è iniziata ieri mattina o il 13 marzo scorso, ma che anzi ci dà o dovrebbe darci il senso di quanto tutto ciò che è accaduto in questi anni sia stato determinante nell'orientare, consolidare, legittimare atteggiamenti, prese di posizione, dichiarazioni che stonano ovviamente con ciò che la Chiesa ha sempre insegnato.
A mio avviso, per capire un poco dove siamo arrivati e perchè è infatti necessario non immaginarsi un passato diverso da ciò che invece nella realtà è stato.
Comunque, ormai, forti della consapevolezza di ciò che è VERAMENTE accaduto in questi ultimi 35 anni, tant'è, siamo qua ormai nel nostro "ora" e da questo "ora" dobbiamo ripartire...
Su questo, sì, sono d'accordo con voi.
Assisi, Assisi, Assisi: OK, ma di Assisi i media ne parlavano al momento, qualche giorno prima e qualche giotno dopo,e grazie a Dio gli incontri non avvenivano ogni anno. E la gente dopo un po' se ne dimenticava. MA ora dell'ecumenismo-sincretismo se ne parla ogni giorno che Dio manda in terra, e i gesti più reclamizzati di Bergoglio (uso apposta la parola reclamizzati, perchè di vendere una merce, ops, prodotto, si tratta) sono quelli ecumenici-sincretisti. Uscendo di casa per recarmi in ambulatorio, ho sentito alla Radio (GR1): che l'incontro con il Patriarca di Costantinopoli (che per altro tra gli Ortdossi conta quanto un nostro Arcivescovo di Milano,a differenza del Patriarca di Mosca che ha con sè tutta la Santa Madre Russia e Putin) segnerà finalmente l'attuarsi dell' "ecumenismo voluto dal Concilio VaticanoII" (leggete con tutta l'enfasi di cui siete capaci).
Sui rapporti Costantinopoli-Mosca, leggere Magister.
Rosa
Cara Rosa,
quanto ad Assisi et similia è vero che l'impatto era meno forte perché, come rilevi, si esauriva al momento e non conservava echi di rimbalzo ed amplificazione sui media.
Cionondimeno sempre di una breccia si tratta.
La differenza è che, a partire da Paolo VI dai suoi impeti antropocentrici e dalla sua riforma liturgica, per proseguire con alcune "variazioni" che sfuggivano ai più dei papi successivi, ora le 'fessure' stanno diventando una 'voragine'.
...e il problema della breccia aperta (poi divenuta voragine) è stato, riporto di nuovo, più che altro quello di aver fatto pensare a tutti, o almeno a molti, "semplici fedeli" compresi, che quella invece oramai era e sarebbe stata da quel momento in poi la nuova normalità, la nuova Chiesa "normale". Ecco, per me, è questo che si colloca tra i maggiori motivi della facilità con cui si è venuta a stabilire l'attuale "voraginizzazione" della falla: essa attendeva, in qualche modo, solo il colpo di acceleratore finale...perchè tutto era oramai stato predisposto a dovere (a dovere si fa per dire) e la larga parte della "cristianità" era ormai pronta più o meno a tale ulteriore passaggio, specie, ripeto ancora, davanti a simili questioni. Ad esempio, la settimana di preghiera per l'unità dei cristiani trasformata da moltissimi anni a questa parte da giusta preghiera affinché coloro che sono lontani dalla Cattolica e vi rientrino come nell'unico ovile (vedi Catechismo), trasformata, dicevo in preghiera comune con "tutti dentro" affinché ognuno, rimanendo esattamente ciò che è, possa finalmente celebrare e partecipare alle celebrazioni (a quel punto non si sa più però di che cosa si parli)dell'altro, magari dopo un ritocco e un ammorbidimento una volta qua, un po' là. Non si può negare che ciò sia iniziato molto tempo fa, ormai, solo che oggi, la risonanza (non magnetica, ahimé :-() è esponenziale (e qui Rosa dici bene)...Al di là di queste considerazioni (che sinceramente mi paiono anche un po' lapalissiane, ma il ribadirle talvolta non è uno spreco di energie perchè molti magari non conoscono gli avvenimenti) affermare che tale indubitabile processo preparatorio sia avvenuto del tutto consapevolmente o meno questo non può stare a me dirlo. Solo il Signore ha giudicato e giudicherà.
Avanti e preghiamo!
@ Una sola fede, la risposta è esaustiva e poi non ci torno più, tu/lei non ha mai offeso nessuno, fai i tuoi interventi, li leggo e quasi mai ti 'contesto', non ne faccio una questione di fili elettrici perché ormai sono fulminato del tutto, quello che volevo dire è che è inutile recriminare sul chi per primo ha aperto la porta, ormai da 50 anni è così, quindi restiamo sull'hic et nunc , altro non ci resta da fare, se non raccogliere qualche coccio e tentare di salvare il salvabile, soprattutto la nostra animaccia ; ultimo, non hai risposto alla mia domanda se sei con PF o contro, era l'unica cosa che ti volevo sentire dire. Lupus et agnus.
Un po' mi sorprende la tua domanda, soprattutto perchè dici di leggere (anche ogni tanto) quel che mi capita di scrivere qua. Mi pareva chiaro, infatti da tutto ciò che in questi mesi ho scritto, come la penso. Comunque anche se non interessa a nessuno, eccetto che a te, visto che me lo chiedi esplicitamente una seconda volta, rispondo, seppure in modo stringato: ogni volta in cui un pastore, qualunque pastore, anche il più alto (e in alcuni casi si può dire anzi "soprattutto il più alto") esce fuori dai binari in cui si è mossa ed ha insegnato da secoli, da sempre, la Santa Madre Chiesa, a partire da quelli tracciati dal Suo Fondatore, non sono io o tu ad andare contro di lui, ma è lui, eventualmente, ad andare contro la Chiesa e Colui che l'ha costituita (che lo faccia del tutto consapevolmente o meno, colpevolmente o meno, non si può giudicare noi). Se poi l'andare fuori da quei binari sia solo episodico o diventi un habitus, è ovviamente differente ai fini di una valutazione complessiva, ma il principio cui far riferimento a mio avviso è sempre quello.
Ok, grazie, e ricordati la nostra promessa....Lupus et Agnus.
Sì... e tu pure!
Credo che sia ora di rimuovere il presbitero Ariel Levi di Gualdo dall'elenco dei "Collaboratori" di questo blog. Cfr. Mt 10,14.
Sante Pastorelli su Fides et Forma scrive:
(Devo dire che ci coglie non solo in questa circostanza. Un gran peccato che tra uomini-maschi s'intendono meglio e con me è stato molto suscettibile)
"E tra le fiamme s’intravedon alcuni noti volti.
Ben tornato, Francesco, con la tua lucidità e capacità di sintesi. Nei giorni scorsi – ormai seguo poco i blogs, perché gl’impegni concreti aumentan sempre – ho letto poco, ma non ho trascurato, e me ne pento, paginate fluviali, spesso sgrammaticate, di preti narcisi che pensan di poter dar lezione a tutti dall’alto della loro sempre sbandierata virilità od alta cultura. Di uno degli ultimi articoli non son riuscito a terminar la lettura, anche perché ripetitivo sino alla noia. Boria e frecciate velenose verso chi non se li fila."
Mi accorgo ora del refuso.
Ovviamente è Dante Pastorelli.
E noto che ha colto anche quanto stiamo volutamente ignorando la strana genìa di che quel contesto rappresenta.
beh, sono solito dire le cose direttamente , ma non mi e' stato permesso, su un blog di un pechinese o chiuaua o come si chiama. le parole di un mio post sono state cambiate stravolgendone il senso , e sono state pubblicate a mio nome. quando lo ho fatto notare al disonesto gestore del blog, dicendogli che era libero di non pubblicare, ma non di pubblicare cose false a mio nome, non solo non ha risposto, ma non ha nemmeno pubblicato il post di protesta(mandato due volte,anche il giorno seguente). ho smesso di leggere quel blog e ho avuto conferma che certe risposte piene di insulti delineavano un ben tristo personaggio. mi dispiace per la Bussola che ha acquistato un bel baiocco...falso. ma con certa gente sarebbe bene capire che fanno fare brutta
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