Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 5 maggio 2020

Benedetto XVI, prendendo posizione contro le critiche alla sua figura di Papa emerito, risponde anche a chi lo ritiene ancora papa

La nostra traduzione di quanto pubblicato da katolisfch.de sulla nuova Biografia di Joseph Ratzinger. Vogliono semplicemente fra tacere la mia voce. Precedenti qui - qui

L'ex Papa Benedetto XVI, oggi novantatreenne, ha preso posizione contro le critiche al suo ruolo e alla sua figura di Papa emerito. In un'intervista di lunedì scorso, nel corso della presentazione di un'ampia biografia appena pubblicata, il Papa che si è dimesso nel 2013, ha spiegato i motivi e il significato della sua rinuncia.
Ha smentito che i casi di corruzione in Vaticano o lo scandalo "Vatileaks", in cui il suo cameriere consegnava documenti segreti a un giornalista, siano stati il movente o la ragione del passo, che non ha precedenti nella storia della chiesa. "Le mie dimissioni non hanno assolutamente nulla a che fare con tutto questo", ha sottolineato.
Piuttosto, alla fine del suo mandato, si era reso conto che, oltre a una possibile demenza, avrebbero potuto esserci "anche possibili altre forme di insufficiente capacità di esercitare un ufficio adeguato".
In questo contesto, l'ex Papa ha rivelato che anche i suoi predecessori Paolo VI e Giovanni Paolo II avevano firmato le dimissioni condizionate qualora si fossero trovati in uno stato di "infermità che avesse reso impossibile svolgere correttamente l'ufficio".
Joseph Ratzinger lo aveva fatto "relativamente in anticipo", all'inizio del suo pontificato, nel 2005.
Benedetto XVI poi si è dilungato sulle critiche teologiche alle sue dimissioni. Ha sottolineato che la figura da lui creata di "papa emerito" è paragonabile a quella di un vescovo che si dimette per motivi di età.
Questa figura giuridica può essere applicata anche al vescovo di Roma, perché "questa forma giuridico-spirituale evita qualsiasi pensiero di compresenza di due papi: un soglio vescovile può avere un solo occupante. Allo stesso tempo, si esprime un legame spirituale, che non è possibile rimuovere in alcun modo".
L'ex papa ha ulteriormente paragonato la sua situazione attuale all'esempio di un vecchio contadino in Baviera, che, affidata la fattoria al figlio, vive in una casa secondaria, e ha rinunciato ai suoi diritti paterni.

"Una malvagia distorsione della realtà" 
Benedetto XVI si è e energicamente difeso dalle accuse di essersi intromesso nei dibattiti pubblici dopo le sue dimissioni.
Questo è "uno stravolgimento doloso della realtà". Ha fatto capire che le critiche non hanno alcun fondamento e che esistono "motivi per cui si vuole silenziare la mia voce".
Per quanto riguarda il rapporto con il suo successore, ha detto di aver ringraziato Dio per il fatto che "la più calorosa attenzione di papa Francesco" gli ha permesso la pratica introduzione dell'idea della figura di papa emerito.
Fin dal loro primo incontro dopo l'elezione nel 2013, si è data un'amicizia personale che da allora "non solo è rimasta, ma è cresciuta".
Inoltre  Benedetto vede la Chiesa cattolica e il papato minacciati da una "dittatura mondiale di ideologie apparentemente umanistiche". Chiunque tentasse di contraddirle, verrebbe escluso dal consenso sociale. Ha citato il matrimonio gay, l'aborto e il "creare persone in laboratorio" come esempi. L'ex Papa ha dichiarato letteralmente: "Per questo la società moderna è in procinto di formulare un credo anticristiano; chi cercasse di opporvisi sarebbe punito con la scomunica sociale".
Per quanto riguarda la situazione della Chiesa nel 21° secolo, ha affermato: "Nel frattempo, gli eventi hanno dimostrato che la crisi della fede ha portato soprattutto a una crisi della vita cristiana".
Le osservazioni critiche del papa dimissionario formano il capitolo conclusivo dell'ampia biografia di Benedetto, pubblicata da Peter Seewald. Secondo l'autore, esse risalgono all'autunno 2018.
Nell'intervista inedita, il Pontefice, che si è dimesso nel 2013, ha anche rivelato che, contrariamente a quanto pensava in un primo tempo, dopo il suo ritiro ha scritto un testamento spirituale. Esso dovrebbe essere reso di pubblico dominio dopo la morte di Joseph Ratzinger. Non ha fornito alcun indizio sul contenuto.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

56 commenti:

Unknown ha detto...

Ennesima doccia fredda, anzi gelida per i Ratzinger-boys.

Anonimo ha detto...

https://www.radiospada.org/2020/05/%f0%9f%94%b4-anticristo-piomba-delusione-sui-ratzinger-boys-cresce-amicizia-con-francesco-no-interferenze/

Anonimo ha detto...

Non voglio analizzare i motivi per cui mi zittiscono, ma c'è in atto un'operazione di propaganda psicologica.

Papa Benedetto XVI.

https://t.me/GeorgGanswein

Anonimo ha detto...

La buona battaglia del soldato Ratzinger. L’ultimo papa d’Occidente

https://www.aldomariavalli.it/2020/05/05/la-buona-battaglia-del-soldato-ratzinger-lultimo-papa-doccidente/

mic ha detto...

Conclusione di Valli:
....
L’immediata vigilia del conclave del 2005 fu segnata, oltre che dall’omelia citata poco fa, dalla memorabile conferenza che Ratzinger tenne a Subiaco, al monastero di Santa Scolastica, quando gli fu consegnato il Premio San Benedetto per la promozione della vita e della famiglia in Europa. Intitolata L’Europa nella crisi delle culture, quella conferenza fu un inno alle nostre radici cristiane e denunciò, come sempre con la massima libertà intellettuale, il nuovo “moralismo” – così lo definì Ratzinger – “le cui parole chiave sono giustizia, pace, conservazione del creato”, parole-talismano che però non dicono nulla e servono solo per essere accettati al gran ballo delle idee correnti. “Che cosa significa giustizia? Chi la definisce? Che cosa serve alla pace?”. Queste le domande che pose Ratzinger, con la delicata schiettezza tipica dell’uomo di studio che non conosce convenienze politiche e di comodo. E viene quasi da piangere pensando che proprio questo
moralismo domina oggi la scena nell’ambito cattolico. Per essere ammessi al gran ballo, abbiamo venduto l’anima, o per lo meno quel poco di anima che avevamo.

Qui il testo della conferenza di Subiaco
http://www.internetica.it/Eucrisi-culture.htm

Anonimo ha detto...

Biografia di 1000 pagine, la seconda. Una vita da Joseph/centrico.

tralcio ha detto...

I primi due commenti al post ricordano l'adagio sul saggio, la luna, lo sciocco e il dito.

Una bella doccia gelida oggi farebbe bene: potenzia le difese immunitarie e scioglie l'ansia. Ad averne bisogno sono soprattutto gli allergici a ogni sussurro di Joseph Ratzinger, i quali rischiano crisi respiratorie e panico in misura più grave che da un'infezione da Covid-19.

Per costoro non c'è distanziamento sociale che tenga. E' tutto nel loro cervello. Sono troppo appiccicati al consenso mondano per non essere atterriti e soffocati dall'argomentare pacato, ma lucido di chi denuncia “la dittatura mondiale di ideologie apparentemente umanistiche, contraddicendo le quali si resta esclusi dal consenso sociale di fondo”. O che dice: “si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”.

Cari miei, come reggere il febbrone provocato dal temibile "ceppo di Subiaco-05", quello che affligge chi ha già la patologia pregressa del nuovo “moralismo le cui parole chiave sono giustizia, pace, conservazione del creato”, parole-talismano che però non dicono nulla e servono solo per essere accettati al gran ballo delle idee correnti?

Ci sarà un vaccino contro la ratzingherosi veritativa e quella sua forma estrema che è l'Eucaristite transsubstanziale? Il vaccino, che viene dal plasma dei guariti, distribuito dall'istituto della consacrazione al Cuore Immacolato di Maria, è l'umiltà.

Viceversa resta l'atto di affidamento a Bill Gates, già registrato e tra qualche mese trasmesso in mondovisione difterita. Lì non mancano gravi effetti collaterali. Accadde anche a uno dei dodici apostoli: pensate che Gesù, il Medico per eccellenza, pur sapendosi tradito continuava a chiamarlo amico e non mentiva: lo voleva salvare. E invece si suicidò.

Anonimo ha detto...

Il Papa emerito è come il Vescovo emerito? Ma anche il Vescovo emerito è un'invenzione assurda fatta dalla postconciliare nuova chiesa postconciliare che contraddice il sillabo: ovvero forze umanistiche che contraddicono la Chiesa, e promuovono le forze anticristiche essendo propedeutiche ad esse, con pachamame ed aborti…." 2 Papi possono esistere solo in una pseudo chiesa. Gli Apostoli sono morti martiri non in pensione.

Anonimo ha detto...

https://www.radiospada.org/2020/05/🔴-anticristo-piomba-delusione-sui-ratzinger-boys-cresce-amicizia-con-francesco-no-interferenze/
Leggo : emerito...questa forma GIURIDICO spirituale …. crea un legame spirituale…. ma che significa PAPATO EMERITO GIURIDICO?

Anonimo ha detto...

A norma del diritto canonico BXVI non si è mai dimesso. La figura del Papa emerito non è giuridica ne’ spirituale e non ha nessun posto nella Chiesa in quanto contraria alle parole di NSGC che limitano anche la plenitudo potestatis.
Il Papato non è un sacramento ma un Ufficio (munus) di divina istituzione a cui si può rinunciare, ma BXVI non lo ha mai fatto.

gianlub ha detto...

Certamente che BXVI non si è mai dimesso a norma di diritto canonico perchè in capo a lui è rimasto il munus cedendo egli il solo ministerium come stabilito dal Papa Giovanni Paolo II nel 1983, introducendo questa distinzione nel diritto canonico a proposito delle dimissioni di un Pontefice.

Matteo ha detto...

Continuo a pensare che il suo gesto avrà ripercussioni tremende in futuro. intanto non ci sarebbero stati tutti gli scritti (comprese di note a piè di pagina) di Bergoglio.

e se Bergoglio si dimettesse per qualche motivo? che si fanno i 3 moschettieri?

chi c'era dietro a San Giovanni Paolo II negli ultimi anni, se non proprio Ratzinger? e non poteva scegliersi allora un aiutante per gestire le cose meno importanti?

il suo gesto è stato irresponsabile, e da un Papa non è accettabile.

Anonimo ha detto...

Se le recenti dichiarazioni pro-Bergoglio di Ratzinger fossero confermate si tratterebbe – secondo quanto detto su RDN – di un atto squalificante, che porta confusione. Don Minutella parla di inganno, anche peggiore di quello di Bergoglio. Dov’è la voce di Pietro?, chiede.

mic ha detto...

Non ce la faccio a ricominciare tutto quanto già detto e fipetuto a partire dalla rinuncia di Benedetto. Vi prego di pescare in questo lungo elenco di documenti significativi.

https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2018/01/indice-degli-articoli-riguardanti-i-due.html

Anonimo ha detto...


Per l' ennesima volta, il Papa Emerito ha ribadito che le sue dimissioni sono valide
perché prese in piena coscienza e libertà, non condizionate da fatti esteriori.
Perché continuare ad almanaccare su di esse, ripetendo all'infinito la pseudo-distinzione tra munus e officium?
Le dimissioni del pontefice sono previste dal diritto canonico, non interessano i motivi per i quali sono fatte, basta che siano libere non coartate; sono un gesto unilaterale, dato che, non essendoci un'autorità superiore al papa, non possono essere accettate da nessuno. Si tratta di una abdicazione più che di dimissioni.

Anonimo ha detto...

Ratzinger non ci ha detto niente di nuovo, sono certi ratzingeriani che si sono fatti dei castelli in aria su una fantomatica invalidità della sua rinuncia!
Le sue dimissioni sono validissime e ogni cattolico deve considerarle tali perché non può esistere il "papato occulto",ed inoltre non può assolutamente essere vero Papa (e cioè dotato di giurisdizione) chi ha dichiarato pubblicamente l'obbedienza al suo cuccessore.
E' sempre stato un modernista moderato e modernista moderato rimane: ogni tanto dice anche qualcosa di giusto ma non ritratterà mai i suoi errori ed i suoi scandali.
E' anche sempre starto piuttosto pavido: non ha mai contrastato i lupi modernisti, anzi ne ha promossi parecchi e quindi non si schiererà mai contro Bergoglio: per lui è più importante il quieto vivere ed inoltre credo che, purtroppo, ritenga l'unità più importante della Verità.

Anonimo ha detto...

Giulio Meotti:
Non ci sarà più nessuno come Ratzinger. A 93 anni continua a far discutere questo piccolo grande uomo, questo professore, questo pontefice, questo figlio del tragico Novecento che ci ha preso per mano e spiegato cosa non andava nel XXI secolo. Ora lo fa con la biografia “Ein Leben” in uscita in Germania, dove attacca la manipolazione della vita umana e “la dittatura mondiale di ideologie apparentemente umanistiche”. Soltanto la grandezza continua a dividere e a scuotere le coscienze in questo modo, anche quando si ha una piccolissima riserva di energia, anche quando a malapena si sta in piedi. Per la comprensione di mezzo secolo del pensiero e del pontificato di Ratzinger ho scritto “L’ultimo Papa d’Occidente?”.

Anonimo ha detto...

Benedetto XVI/Ratzinger era e rimane un neomidetnista molto più pericoloso di Francesco I/Bergoglio.
Il motu proprio è stata UNA TRAPPOLA ben congegnata per fare accettare ai cattolici tradizionali la nuova messa-cena protestante, l'assassinio della Liturgia, come direbbe Mons. D. Celada, e quindi la nuova fede, il tutto profondamente GIUDAIZZATO.
La Messa di sempre non è un'opzione.
La Messa di sempre non è un'altra "forma" dello stesso rito.
La Messa di sempre è LA MESSA per eccellenza, l'unica valida.
È invece Benedetto XVI/Ratzinger disse: "MA DEVE ESSERE CHIARO CHE NON SI RITORNA INDIETRO RISPETTO ALLE RIFORME DEL 1970."
Piu chiaro di così...
Solo che le "riforme del 1970" hanno condotto la Chiesa nello stato comatoso in cui la vediamo.

fabrizio giudici ha detto...

Dopo che Ratzinger ha ripetuto per la ventesima volta di non essere più papa pare che Don Minutella abbia capito. Ora se fosse saggio rifletterebbe; altrimenti diventerà inesorabilmente sedevacantista.

E comunque neanche a questo giro si risolve la questione del "papa emerito". Il tormentone continua. Onestamente, inizio a non poterne più.

Catholicus ha detto...

@ Fabrizio Giudici: "altrimenti diventerà inesorabilmente sedevacantista." : caro Fabrizio, e se lo diventasse, sarebbe reo delle pene dell'inferno? peggio che seguire il falso papa Bergoglio? Sappiamo bene tutti che l'abito non fa il monaco, specie se indossato fraudolentemente (Mafia San Gallo dixit). Anzi, fa bene don Minutella a denunciare l'illegittimità del ruolo usurpato dall'italo argentino biancovestito, al servizio della massoneria (per chi altri avrebbe firmato la dichiarazione di Abu Dhabi, altrimenti? non certo a nome dei cattolici, né tantomeno a nome mio). Anche Roncalli usurpò il posto spettante a Siri, anche allora i cardinali massoni attuarono un colpo di stato vaticano. Personalmente, ritengo Pio XII l'ultimo papa cattolico (lo profetizzò lui stesso), e i suoi cd "successori" dei semplici capi di stato, anche bravi, come Wojtyla, ma sicuramente non papi della Cattolicità. Grazie LJC

Anonimo ha detto...

À la guerre comme à la guerre

Ratzinger quindi si smarca, afferma che la sua amicizia con Bergoglio sta crescendo e che tra loro non c'è nessuna opposizione.
Bene.
E ora?
Ora cari ratzingeriani, scusate se non aspetto neanche che si fredda il cadavere, la vostra battaglia è persa. Sette anni di una guerra senza senso, a vedere complotti da tutte le parti.
Avete perso sette anni, e sono tanti.
Ma non avevate visto Ratzinger andare ad Assisi con le altre religioni? Incontrare i protestanti, augurare un buon ramadam ai musulmani, affermare che gli ebrei non hanno bisogno di conversione? E vi siete fidati di una persona così?
Don Minutella ha affermato ieri che se le dichiarazioni di Benedetto XVI sono vere "Ratzinger è peggio di Bergoglio". Sono d'accordo, ma non solo per le dichiarazioni di amicizia a Bergoglio, ma anche perché il buon senso insegna che è più cattivo chi mette la droga nelle caramelle, rispetto a chi vende direttamente la droga. Meglio un eretico manifesto, che un eretico vestito da cattolico.
Ora per favore non vi inventate qualche altra storia, non perdete altro tempo, è ora di prendere posizione.
O con gli amici Ratzinger e Bergoglio o con la fede di sempre, che alcuni vescovi hanno difeso subito dopo il Concilio, perché questa è una battaglia seria, è una battaglia finale.
Ora forse potete iniziare a capire che un certo Monsignor Lefebvre aveva ragione e che "lefebvriano" non è una parolaccia come ci hanno fatto credere,
significa semplicemente cattolico.
Tommaso Maria Irlanda su Fb

Anonimo ha detto...

Mic, il collegamento ipertestuale quale fonte tedesca della Sua traduzione sembra portarsi ad un altro testo e non il quale che Lei ha tradotto...

mic ha detto...

Catholicus le sue affermazioni apodittiche sono solo ipotesi chd nessunodi noi è in grado di verificare...
Quanto a don Minutella, l'ho detto e lo ripeto e qui finisce, ma ho le mie riserve e penso alle responsabilità immani di chi si porta dietro tanti seguaci che spesso rasentano il fanatismo...

Anonimo ha detto...

Quanto a don Minutella, l'ho detto e lo ripeto e qui finisce, ma ho le mie riserve e penso alle responsabilità immani di chi si porta dietro tanti seguaci che spesso rasentano il fanatismo...
praticamente quello che fai tu mic..

Anonimo ha detto...

A me tutta questa amicizia in continua crescita ,se effettivamente queste sono le parole usate ,mi sembra alquanto problematica. Poi l'amicizia è cieca, come l'amore, quindi si può essere amici di persone che hanno idee molto diverse dalle nostre.Però in questo caso non basta l'amicizia personale per avallare certe decisioni prese da papa Francesco perché si tratta della sopravvivenza della Chiesa.Sinceramente sono confuso e mi riservo di leggere il libro quando verrà tradotto in italiano prima di giudicare.Una cosa però dovrebbe essere ormai chiara a tutti:Benedetto ha 93 anni ed a quell'età ,anche volendo,non si può partire per nessuna crociata.

fabrizio giudici ha detto...

Io ho detto molte volte che sono molto perplesso da Ratzinger su certi aspetti. Tuttavia questa esplosione di commenti sulla frase sull'"amicizia" mi sembrano fuori luogo: di per sé non vuol dir nulla e non è una novità. D'altronde i bergogliani hanno reagito malissimo al libro. Attendere i contenuti.

Anonimo ha detto...


Non diventa sempre più assurdo voler "costringere" Ratzinger a "restare Papa"
contro la sua volontà, più e più volte espressamente e spontaneamente dichiarata?

mic ha detto...

Anonimo 14:24 io non ho seguaci, ho lettori e, poi, amici con cui mi confronto e da cui ho molto da imparare...

fabrizio giudici ha detto...

praticamente quello che fai tu mic..

Q.E.D.

Anonimo ha detto...

Ovvio, o ti allinei, o ti fanno fuori; non solo in ambito civile, ma anche religioso; infatti, che risposta hanno avuto i firmatari dei "dubia"? Chi non è morto, è stato messo ai margini, come un eretico.
Castellaz Giovanni

Anonimo ha detto...

@ Catholicus, stante la situazione così com'è in molti siamo appollaiati 'sullo scoglio Pio XII'.
@ mic, Mi fa piacere sapere che Don Minutella ha iniziato ad aprire gli occhi, il tempo è galantuomo. E' un uomo di sentimento ma, sentimento non sentimentalismo, non verrà quindi meno alla verità. Occorre tempo. Non mi preoccuperei per le persone che sinceramente lo seguono, tra pastore e pecore esiste sempre una qualche affinità, di solito chi non è affine, prima o poi, si allontana naturalmente. Viceversa chi è affine attraversa gli stessi travagli, più o meno, di chi guida.
Personalmente, come già scritto, mi sento sedevacantista. Ma visto il moltiplicarsi delle chiese scaturite dai diversi strappi dalla Chiesa Cattolica, rimango. Cerco all'interno le Messe VO e sacerdoti credenti. Oggi ho un'alta stima del vescovo Viganò, fedele a NSGC, coraggioso, pensiero semplice, chiaro, veritiero. Non ultimo Italiano.

Rr ha detto...

Più si affannano a fargli dire quanto sono amici lui ed il VdR, più è chiaro che non lo sono affatto, ne’ personalmente, ne’ dialogicamente.

Più passa il tempo, più è chiaro che l’hanno dimissionato. Con gli stessi mezzi con i quali lo tengono rinchiuso a Domus Mariae, agitandosi ogni volta che parla o scrive, ed obbligandolo ad aggiungere prefazioni, post fazioni, postille, aggiunte ai suoi veri testi.
Ed il fatto che lui neghi pressioni o ricatti, ne e' la di ostraziome: il ricattato ammette il fatto solo in tribunale, e non sempre.

Si agitassero meno, riuscirebbero a nascondere la cosa. Ma si sa, la m...a più che la rimesti, più che "la spussa”.

Anonimo ha detto...

LETTERA ENCICLICA
QUADRAGESIMO ANNO
DEL SOMMO PONTEFICE
PIO XI

c) concentrazione della ricchezza
105. E in primo luogo ciò che ferisce gli occhi è che ai nostri tempi non vi è solo concentrazione della ricchezza, ma l'accumularsi altresì di una potenza enorme, di una dispotica padronanza dell'economia in mano di pochi, e questi sovente neppure proprietari, ma solo depositari e amministratori del capitale, di cui essi però dispongono a loro grado e piacimento.
106. Questo potere diviene più che mai dispotico in quelli che, tenendo in pugno il danaro, la fanno da padroni; onde sono in qualche modo i distributori del sangue stesso, di cui vive l'organismo economico, e hanno in mano, per così dire, l'anima dell'economia, sicché nessuno, contro la loro volontà, potrebbe nemmeno respirare.
107. Una tale concentrazione di forze e di potere, che è quasi la nota specifica della economia contemporanea, è il frutto naturale di quella sfrenata libertà di concorrenza che lascia sopravvivere solo i più forti, cioè, spesso i più violenti nella lotta e i meno curanti della coscienza.
108. A sua volta poi la concentrazione stessa di ricchezze e di potenza genera tre specie di lotta per il predominio: dapprima si combatte per la prevalenza economica; di poi si contrasta accanitamente per il predominio sul potere politico, per valersi delle sue forze e della sua influenza nelle competizioni economiche; infine si lotta tra gli stessi Stati, o perché le nazioni adoperano le loro forze e la potenza politica a promuovere i vantaggi economici dei propri cittadini, o perché applicano il potere e le forze economiche a troncare le questioni politiche sorte fra le nazioni.

fabrizio giudici ha detto...

Don Bux ribadisce le note perplessità sul concetto di papato emerito (ultimi paragrafi dell'articolo):

https://www.lifesitenews.com/blogs/pope-benedict-i-resigned-but-i-kept-spiritual-dimension-of-papacy

Anonimo ha detto...

Per far ripartire l’Italia monsignor Paglia, presidente della Accademia pontificia per la vita, intervistato su TV2000 a proposito della pandemia virale ha parlato di “fraternità”, “solidarietà”, meglio ancora di “fratellanza universale”, poi ha accennato alla salvaguardia dell’ambiente. Un riassunto fedele dell’agenda dell’attuale pontificato. Insomma, sembrava di sentir parlare un capo di governo (laicista). Inevitabilemente mi sono venute in mente le parole di Benedetto XVI quando metteva in guardia la società, già alla deriva antropologica, dai pericoli di un (neo) umanesimo senza Dio. Tutti ormai è chairo, la parola d’ordine di questi eminentissimi prelati è evitare di parlare di Gesù Cristo, per non offendere nessuno, così viviamo tutti felici e contenti. Sembra non sia bastata questa epidemia per farci riflettere sul senso della vita senza Cristo.

Anonimo ha detto...

Le ultime parole di Benedetto XVI confermano quelle che aveva pronunciato nel 2013 poco prima di partire per Castelgandolfo. Quindi niente di nuovo e il dibattito di questi sette anni conferma lo sgomento per un evidente porsi oltre il diritto canonico, la Dottrina, la Tradizione della Chiesa e la Sacra Scrittura.
Per il diritto canonico (CJC 332.2), che Benedetto XVI non ha mai modificato, è evidente che per parlarsi di rinuncia del Papa deve esserci rinuncia al munus, che nel suo caso manca. La rinuncia, per il CJC è quindi inesistente. La libertà dell’atto non viene nemmeno in considerazione come le sospette forzature.
Parimenti la rinuncia al ministerium separata dal munus non è contemplata dal diritto canonico ne’ consentita dal diritto divino. Il Papato è infatti un Ufficio (Munus) di divina istituzione per il governo della Chiesa non separabile da quest’ultimo perché andrebbe contro le parole di NSGC che ha detto solennemente per tre volte a Pietro “pasci le mie pecorelle” e non “vai sul monte a pregare”. Pietro può legare e sciogliere in terra con efficacia in cielo ma non legare e sciogliere in cielo.
Tutto quel precede implica che non vi è mai stata una rinuncia di BXVI rite manifestata al Papato e nessuna frase o contegno successivo può sopperire alle condizioni mancanti previste dal diritto canonico. Il Papato non è un Sacramento, per sua natura indelebile.
Da questo deriva anche che l’apparente assenso di BXVI a Francesco implica più problemi di quanti ne risolva.
Ci troviamo quindi oltre i tradizionali canoni giuridici e spirituali della Chiesa, un oltre dai contorni apocalittici.

Anonimo ha detto...

Unioni illegittime

Se da un'unione irregolare di un uomo e una donna nasce un figlio, quel figlio che è cosa buona, non rende tuttavia regolare l'unione illegittima.
Così dalla catastrofe del Vaticano secondo e dalla sua svolta liberale, ci sono stati anche dei frutti buoni come per esempio una maggiore diffusione della Sacra Scrittura, ma questo frutto buono non giustifica un’apostasia senza precedenti.
Così "l'ermeneutica della continuità" di Ratzinger, un obbrobrio filosofico che vuole considerare in continuità i principi della tradizione cattolica e i principi liberali, ha prodotto accidentalmente alcuni frutti buoni; grazie al Summorum Pontificum per esempio, molti hanno scoperto la Messa di sempre, ma questo "bene" non giustifica un magistero cattivo ed eretico.
Le gerarchia della Chiesa da sessant'anni produce frutti buoni in modo involontario, accidentale, ma ciò non giustifica la sua unione con il liberalismo e la sua apostasia.
Stare lì ad analizzare il bene che si è fatto per sbaglio non mi appassiona, così come mettersi a ragionare sulla cavillosa questione del "papa eretico".
Hanno tradito, hanno ingannato e noi deboli ci siamo fatti ingannare, ma ora non c'è alternativa al tornare alla verità tutta intera, che eroicamente pochi gruppi di cattolici hanno custodito.
Quella verità che dà sempre frutti buoni e figli legittimi.

Anonimo ha detto...

Ratzinger più parla e più conferma di essere papa. Per carità, non un buon papa, ma sempre il papa .... .

Con l'idea di detenere ancora il "mandato spirituale", beh ..... mi pare che non lasci spazi a dubbi di sorta. Lascia, infatti, intendere che Bergoglio - che avrebbe solo un non chiarito "mandato legale" - sarebbe al più un facente funzioni (sebbene io l'avrei definito in altro modo .....).

Comunque, più chiaro di così .........

Anonimo ha detto...


Non esiste un papa fino a prova contraria regolarmente eletto che sia un semplice
"facente funzione", espressione tra l'altro priva di contenuto.

Anonimo ha detto...

A questo punto mi sembra un elemento per nulla determinante. Bergoglio comanda, Bergoglio asfalta, Bergoglio nomina e rimuove. Bergoglio fa i sinodi dopo averne determinati gli esiti... Ratzinger chi lo considera? Quelli che lo hanno fatto dimettere? Gli altri dormono o fanno finta di resistere.

Amici della Tradizione cattolica - Forlì ha detto...

Dopo aver fatto strame - dimettendosi per stanchezza - della residuissima sacralità del Supremo Pontificato, il neomodernista bavarese continua a seminar confusione quando proprio non ce ne sarebbe alcun bisogno. Il gioco di squadra col Cinghiale nella Vigna del Signore non potrebbe essere più riuscito: stanno facendo a pezzi tutto quel che rimane ancora in piedi. Si decidesse a tacere, come promise.... o ci pensi il Signore. Ad entrambi.

Anonimo ha detto...


L' art. 332.2 del CIC, la validità delle dimissioni di Ratzinger

Si limita a dire che per la validità della rinuncia al suo ufficio (munus) si richiede che tale rinuncia sia fatta "liberamente e che venga debitamente manifestata". Sulla libertà e la debita manifestazione della rinuincia, nessun problema, lo stesso Ratzinger l'ha ribadito tante volte di aver agito in piena autonomia.
Ha ribadito di aver rinunciato a che cosa? Al munus petrino. Munus si traduce in italiano con "ufficio" (vedi CIC testo ufficiale bilingue, Unione Edit. Catt. Ital., 1983, testo ufficiale). E qual è l'ufficio del Papa? Governare la Chiesa, possedendo egli da solo la suprema potestà di governo sulla stessa. E come fa a possederla? Secondo la dottrina tradizionale, presente tuttavia in modo contorto nel nuovo CIC che recepisce la collegialità ambigua del Vat II, la possiede non in base ad un potere delegatogli dai cardinali che l'hanno eletto ma per mandato divino (iure divino) dal momento nel quale accetta l'elezione.
Possiede quindi iure divino il diritto di governare l'intera Chiesa. Avere un diritto significa esser legittimato ad esercitare determinati poteri. Dimissionando, il papa dichiara vacante la Sede Apostolica, cioè ci informa che non vuole più governare la Chiesa, vuol lasciare la Sede vacante, vuota per il successore. Ci informa quindi di aver rinunciato al potere di governo che aveva avuto per mandato divino ossia di essersi privato del diritto a governare (della summa potestas) non semplicemente dell'esercizio di questo diritto, che avrebbe invece in qualche modo mantenuto ma in forma del tutto spirituale, continuando a fare il papa (emerito) in ispirito e preghiera, costruzione bizzarra, caratteristica della personalità singolare di Ratzinger.
Che la figura del papa emerito non influisca affatto sulla validità delle sue dimissioni, l'ha dichiarato lo stesso Ratzinger. Si capisce che per lui la figura del papa emerito ha senso solo sul presupposto della validità delle sue dimissioni. Le motivazioni personali alla base delle dimissioni non incidono comunque sulle stesse, ciò che conta è la rinuncia al munus, all'ufficio, l'evidente, libera volontà di non voler più governare la Chiesa, concretatasi nella dichiarazione della vacanza della Sede.

Anonimo ha detto...

La pandemia del coronavirus ha fatto sparire dalle cronache il “cammino sinodale” della Chiesa di Germania. Ma questo intanto va avanti. E su di esso non solo la Chiesa tedesca, ma la Chiesa cattolica universale gioca il suo futuro.
A contestare il paventato slittamento verso un modello di Chiesa protestante sono rimasti il cardinale Rainer Maria Woelki, arcivescovo di Colonia, e i vescovi Rudolf Voderholzer di Ratisbona, Stefan Oster di Passau, Gregor Maria Hanke di Eichstätt e Wolfgang Ipolt di Görlitz.
Tutti gli altri, cioè la maggioranza schiacciante dell’assemblea sinodale, sono invece orientati a dei cambiamenti sostanziali della dottrina e della pratica cattoliche nei quattro ambiti che saranno oggetto di delibera: i poteri nella Chiesa, il sacerdozio, le donne e la morale sessuale.

Anonimo ha detto...

@ Anonimo delle 11.27, se si va a leggere la famosa declaratio di Benedetto XVI dell’11 febbraio 2013 nell’originale latino (l’unica che conta) scoprirà che egli ha rinunziato al ministerium e non al munus (come richiede CJC 332.2) Contra factum non valet argumentum

Anonimo ha detto...

Da altre fonti risulta che Ratzinger si rifiuta di esprimesi sui Dubia relativi ad Amoris Laetitia perché questo lo porterebbe troppo nell’ambito del governo della Chiesa e gli farebbe lasciare la dimensione spirituale che caratterizza il suo mandato.

Anonimo ha detto...

La frase Vogliono farmi tacere è rivolta alla chiesa del suo paese di origine in merito a quanto sta architettando il Sinodo della DKK riguardo all'ammissione di donne, di riconoscimenti di qualsiasi unione, al diritto di avere figli comunque e quantunque e alla libertà sessuale sotto ogni aspetto, vedasi l'ultimo post di Magister sul suo blog personale, quanto all'amicizia coll'argentino è credibile come quella fra interisti e juventini.

Anonimo ha detto...


"Ha rinunciato al ministerium e non al munus"

La dichiarazione in S. PIetro non è undocumento ufficiale del papa, è solo una dichiarazione personale, effettuatasi in un clima fortemente emotivo. Il CIC c. 332.2 dice che chi rinuncia, rinuncia al munus, in italiano "ufficio".
Ministerium e munus sono stati spesso usati come sinonimi, nel linguaggio della Chiesa. Bisogna guardare alla sostanza della cosa, senza perdersi in verbalismi. Conta la sostanza assai più della forma. la sostanza è che Benedetto XVI ha rinunciato all'ufficio, alla carica, lasciando la sede vacante: ha rinunciato non all'esercizio del potere supremo su tutta la Chiesa ma a questo stesso potere, tant'è vero che da emerito non lo può affatto esercitare, le sue eventuali direttive in questo senso sarebbero del tutto prive di efficacia ed anzi in se stesse invalide.
Io, titolare di un diritto di credito, posso rinunciare ad esigere il credito e quindi ad esercitare il mio diritto senza per questo rinunciare al diritto stesso, che posso sempre esercitare in un secondo tempo o trasmettere agli eredi. Ma un monarca che abdica non rinuncia solo all'esercizio del potere monarchico, rinuncia a questo stesso potere, che ora esiste in capo al successore, se ve n'è uno.
La figura del Papa Emeerito, inventata da Ratzinger, ha un senso logico solo sul presupposto che le sue dimissioni siano valide e complete, che lui non sia più titolare della summa potestas su tutta la Chiesa. Per questo Ratzinger continua a ripetere (giustamente) che le sue dimissioni sono valide e che lui non è più papa. Se è rimasto Papa, perché avrebbe conservato il munus petrino, allora non è emerito e tutta la faccenda della "emeritudine" diventa una farsa (e già di per sé appare dilettantesca).
Ma questa del "vero Papa" è una saga che sembra destinata a non finire mai.
Qualcuno dice che se Ratz. era convinto di conservare il munus petrino allora si sarebbe dimesso sulla base di un errore e allora le dimissioni non sarebbeero valide, perché inficiate dall'errore. Ma l'errore (se ci si vuol credere) riguarderebbe solo i motivi soggettivi delle dimissioni senza intaccare la chiarissima e liberissima volontà sua di andarsene lasciando la sede vacante, e questo e ciò che conta per il diritto. Che conti solo questo dato oggettivo del libero volere, dipende anche dal fatto che le dimissioni di un papa non possono esser accettate e quindi valutate da nessuno. Come le abdicazioni dei re.

Anonimo ha detto...

Nel diritto canonico i termini munus e ministerium non sono mai usati come sinonimi, ma distinti come ad es. CJC 756.2 o 1389.
La norma in questione (332.2) parla espressamente di rinunzia al munus. La differenza è anche etimologica dato che ministerium deriva da “minus stare” che indica una posizione subordinata. Il CJC 188 contempla anche l’errore sulla sostanza dell’atto (munus o ministerium) come causa di invalidità. Inoltre poche righe prima Benedetto XVI parla di “munus petrinum equae administrandum” (segno che riconosce la differenza) ma nel punto decisivo dice “plena libertate declaro me renuntiare ministerio...”
Quanto alla vacatio Saedis se la si considera secondo la dottrina tradizionale è un altro ginepraio perché la rinuncia al Papato come l’accettazione (di cui rappresenta l’opposto) e’ un actus legitimus, che cioè non può essere sottoposto a condizione o termine (il 28 febbraio). Immaginiamo un Papa che accetti l’elezione in Conclave, ma dica che avrà’ effetto solo dopo una settimana (vuole fare gli esercizi ignaziani in tranquillità). Infatti il codice dice “si contingat...muneri suo renuntiet” (hic et nunc).
In breve appare difficile comprendere la storica declaratio dell’11 febbraio 2013 alla luce del diritto canonico e della dottrina tradizionale e forse bisogna leggerla alla luce di quell’Ausnahme Pontifikat (Pontificato d’eccezione) di cui ha parlato Mons. Gaenswein nel suo famoso intervento alla Gregoriana nel 2016.

Unknown ha detto...

Siamo pure alle messe contro come nei film di Fantozzi. Cantate costano di più 😭

Anonimo ha detto...


La filologia del diritto canonico e le dimissioni di Ratzinger (ancora)

Usati come sinonimi i due termini spesso nel linguaggio corrente non in quello del Codice.

Ma munus viene tradotto in italiano con "ufficio" e con "funzione". Il c. 756.1 del CIC, citato, che inizia: Nei riguardi della Chiesa universale la funzione [munus] di annunciare il Vangelo etc". Nel c. 1389 viene invece tradotto con "ufficio", distinto da "ministero": "Chi abusa della potestà ecclesiastica o dell'ufficio [munere]....chi per negligenza colpevole pone od omette illegitt. con danno altrui un atto di potestà ecclesiastica, di ministero o di ufficio [vel ministerii, vel muneris actum]" Se poi, si rendesse il c. 756.1 con ministerium invece di munus, cosa cambierebbe? "..della Chiesa universale il ministero di annunciare il vangelo..". Annunziare il Vangelo è munus o ministerium? Ci si chiude in bizantinismi inestricabili, praticando questa via. Bisogna guardare alla sostanza.

Se R. ha voluto conservare il munus petrino, cosa ha voluto conservare: l'effettivo potere di continuare a governare la Chiesa, che tuttavia non può più esercitare perché ha abdicato?
Siamo al non senso più completo. Se ha rinunciato al solo ministero, a cosa ha rinunciato: a predicare il Vangelo, a continuare l'opera (una "pastorale" del tutto spirituale, culturale) della conversione delle anime con mezzi spirituali, culturali? Certamente, non ha rinunciato a fare questo e l'ha dimostrato.
Allora questa rinuncia al (solo) ministero è anch'essa priva di senso, non ha sbocchi ovvero viene smentita da tutta l'attività culturale, da tutto il "ministero" di tipo intellettuale che R. ha continuato a svolgere come "papa emerito". Egli sarebbe così in contraddizione con se stesso.
Lui stesso, per troncare ogni ulteriore discussione, ha fatto di recente il parallelo tra se stesso e un vescovo a riposo, in pensione. Che resta vescovo e può continuare l'opera della salvezza sul piano puramente spirituale, dell'autorità carismatica di un Pastore di Cristo, non del potere di governo che non ha più. IL parallelo vale anche se come tutti i paralleli non è mai ad amussim, per così dire. Infatti, l'episcopato è sacramentale, il papato no.
Ma prendiamolo per quello che vale a dimostrazione del fatto che R. non è più papa. La confusione nasce anche dal fatto che egli ha voluto dare rilievo istituzionale al suo pensionato, mantenendo i segni esteriori della carica (l'abito bianco etc) e cercando di esercitare un munus-ministerium puramente spirituale, senza alcun potere di comando ma solo basandosi sul carisma della sua autorità personale.
Ma da questo a farne il papa ancora in carica, c'è un abisso.
Ratzinger Papa Emerito: il potere dell'autorità che si fonda sul suo proprio carisma individuale, del tutto spirituale. Bergoglio, papa in carica: l'autorità del potere, quello vero, di chi è effettivamente in carica.

Anonimo ha detto...

Sì sì, no no. Terapia per la glossolalia di J.R.

Anonimo ha detto...

Esiste un legame tra le dimissioni di BXVI e il pontificato di Francesco che non è stato ancora reso esplicito. Questa connessione si basa su quanto segue: Ratzinger per giustificare le sue dimissioni usa l'argomento secondo cui le sue dimissioni dal Papato sarebbero come le dimissioni che i vescovi fanno nella loro diocesi. Mettendolo in questo modo, sembra ridurre il Papato a una diocesi come qualsiasi altro, parte dall'uguaglianza tra l'esercizio del munus locale e quello universale. Quindi, ci si chiede se, così facendo, abbia finito per ridurre il Papato anche al munus locale della Chiesa di Roma. Almeno era quello che ha capito Papa Francesco, perché dopo le sue dimissioni insiste sempre per presentarsi come vescovo di Roma, come se la sua giurisdizione fosse limitata appena a Roma. Ho detto che Bergoglio l'ha capito in questo modo, ma sembra l'applicazione di qualcosa di programmato, perché sarebbe molto difficile capire automaticamente qualcosa all'improvviso

mic ha detto...

Suggestivo, ma problematico comunque...

Benedetto, papato spirituale vs dittatura anticristica

Le risposte di Ratzinger nel libro di Seewald, "Benedikt XVI: Ein Leben", dicono molto più di quanto emerso finora. Il potere dell’Anticristo non si rivela solo con la legittimazione di aborto e unioni gay, ma s’incarna in una «dittatura mondiale di ideologie apparentemente umanistiche» che esclude i cristiani fedeli dal consenso sociale. A ciò si legano la rinuncia e il titolo di «Papa emerito», con cui Benedetto XVI ha inteso rafforzare il potere spirituale della Chiesa. Che si fonda sulla preghiera.
https://lanuovabq.it/it/benedetto-papato-spirituale-vs-dittatura-anticristica

Anonimo ha detto...


Il "papato spirituale" supremo inganno di Satana

Questo, di un papa che pensa di servire meglio la Chiesa e la verità abdicando e dedicandosi ad un "papato spirituale", di preghiera e interventi teologico-culturali, dicendo alcune giustissime cose che, tra l'altro, non ha mai avuto il coraggio di dire quando era papa in carica, mentre il successore prosegue impunemente e in sostanza indisturbato nella distruzione di quello che è rimasto della dottrina e della morale cattoliche - tutto questo, questa incredibile "combinazione" venutasi a creare, secondo me in perfetta buona fede da parte di Ratzinger, non è da ritenersi l'opera piò raffinata, più autenticamente diabolica di Satana?
Un papato solo "spirituale" non esiste, è solo la controfigura del papato autentico, opera di governo della Chiesa universale, nella concentrazine di tutti i poteri (legislativo, giudiziario, amministrativo, di insegnamento) nelle mani di un monarca elettivo, per volontà di Cristo NS. Così l'infelice Ratzinger è diventato di sua volontà la controfigura di se stesso, confondendo molti, per la sua e nostra rovina.
Z.

Anonimo ha detto...

"Suggestivo, ma problematico comunque..."

Questo è vero ma possiamo credere che questo sia una semplice coincidenza?

" A ciò si legano la rinuncia e il titolo di «Papa emerito», con cui Benedetto XVI ha inteso rafforzare il potere spirituale della Chiesa. Che si fonda sulla preghiera".

Un Papa che rinuncia al papato per motivo di età non rafforza il nessuno modo il potere della Chiesa. L'idea che un tale atto trasmette è per il Papa pregare, deve dimettersi, come se la preghiera e l'esercizio del Papato fossero due cose che se escludono. Inoltre a questo è da ricordare che l'intera Chiesa predica per il Papa, questo c'e alcuno valore? Sembra che siamo passati dai poteri temporali e spirituali del Papa al Papa temporale e spirituale. Questo ha qualche sapore di gnosi. L'idea di un Papato spirituale è una vergognosa bugia.

L'atteggiamento di Ratzinger può essere meglio definito delle parole di Paolo VI, quando ha detto:

“Forse il Signore mi ha chiamato a questo servizio non perché io vi abbia qualche attitudine, ma perché io soffra qualcosa per la Chiesa.”

Paolo VI rinuncia a prendere attitudine per governare la Chiesa, per soffrire e anche pregare per la Chiesa e ciò che lui ha fatto con le parole, Ratzinger fa con i suoi gesti dopo la rinuncia. Me domando: alcuno dei Papi ha governato la Chiesa?

"...s’incarna in una «dittatura mondiale di ideologie apparentemente umanistiche» che esclude i cristiani fedeli dal consenso sociale".

Qui abbiamo un perfetto parallelo tra ciò che la stessa Chiesa ha fatto con i cattolici che volevano mantenere la loro fede dopo il Concilio. Una dittatura ecclesiale di ideologie apparentemente cattoliche ha escluso i cattolici fedeli del consenso eclesiale. Questo non è stato fatto anche in nome di ideologie umanastiche? La Chiesa dopo il Concilio non ha il culto dell'uomo?

Il mondo sempre è stato nemico della Chiesa e di Dio. La Chiesa prima del Concilio sempre ha combattuto il mondo, la carne e Satana. Questo combatte se è finito al Concilio, quando la Chiesa se é fatta amica del mondo. Dopo quasi 60 anni senza offrire combatte al mondo che cosa accade? Sembra che Ratzinger ha scoperto ancora che la Chiesa e il mondo sono nemici. Il potere dell'Anticristo appare molto più forte all'interno della Chiesa conciliare che in una "dittatura mondiale". Dicono che la maggiore bugia del diavolo è fare credere agli uomini che lui non esiste. Se può dire che un'altra grande bugia è fare credere agli uomini che non ci sono più eresie, scismi, e questo ci fa credere la Chiesa con il Concilio Vaticano II.

Ratzinger, lo ha definito benissimo Mons. Lefebvre, come "la serpente romana". Infatti, non se può negare in lui una certa falsità...

Anonimo ha detto...

https://www.ilfoglio.it/chiesa/2020/05/11/news/ratzinger-nelle-rovine-della-civilta-occidentale-317524/