Monsignor Nicola Bux, già collaboratore di Benedetto XVI, è convinto [e noi da tempo] che i cristiani non debbano temere la persecuzione. E che l’Europa sta correndo un grave rischio.
Silvia Romano si è convertita all'islam. La questione suscita almeno una domanda. Mentre buona parte dei commentatori si interroga sulla vicenda in sé, noi abbiamo chiesto un parere a Monsignor Nicola Bux, già collaboratore di Benedetto XVI. Bux è convinto che i cristiani non debbano temere la persecuzione. E che anche le conversioni possano avere delle attenuanti in caso di mancata consapevolezza del soggetto che intraprende un percorso di quel tipo. Ma per il monsignore l'Europa sta correndo dei rischi, che non dovremmo evitare di tenere a mente.
Mons. Bux, possibile che Silvia Romano sia stata convertita o magari sia stata manipolata dagli islamici? La giovane sostiene che la sua adesione all’islam sia stata una scelta spontanea.
Il concilio ricorda che la libertà religiosa riguarda l’immunità dalla coercizione nella società civile. Ma anche che ciò lascia intatta la dottrina cattolica sul dovere morale dei singoli e delle società verso la vera religione e l’unica chiesa di Cristo. Una persona cosciente del suo battesimo conosce tutto questo.
Le risulta normale che una persona finita nelle mani di estremisti islamici finisca per convertirsi?
Dipende dal soggetto. Un cattolico dalla coscienza ben formata sa qual è la vera religione e, di conseguenza, che il suo abbandono, cioè l’apostasia è uno dei peccati più gravi. Si badi che l’islam punisce l’apostasia con la morte. Pertanto, il vero cristiano non teme il martirio per Gesù Cristo. Se invece la coscienza non fosse ben formata o facesse ciò per ignoranza, esiste l’attenuante davanti a Dio.
Quale messaggio per l’identità europea arriva dalla storia di Silvia Romano?
Ricordo un documentario prodotto dalla Rai dieci anni fa. L’indimenticabile Luca De Mata lo intitolò Dio: pace o dominio, perché dal reportage in giro per l’Europa aveva ricavato che l’islam stesse avanzando scaltramente, presentandosi come religione di pace, in realtà puntando al dominio del continente. Celebre l’avvertimento dell’allora vescovo di Izmir (Smirne, ndr) agli europei: i promotori islamici dell’immigrazione in Europa pensano: con le vostre leggi vi invaderemo, con la sharia vi sottometteremo. Che vi cooperino gli europei, è masochismo. La Rai dovrebbe riproporre quel documentario in cinque puntate.
Teme per i cattolici in giro per il mondo?
Dalle statistiche è noto che il cristianesimo cattolico è la religione più perseguitata al globo. Ma i cristiani non temono la persecuzione, perché è la condizione ordinaria del cristianesimo. Gesù Cristo ha detto: “Hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi”. Perciò il cristianesimo vince sempre quando è sconfitto. Papa, cardinali, vescovi, sacerdoti e fedeli lo dovrebbero sapere a memoria, non solo, ma anche che alla fine solo la croce di Cristo vince. Lo ricorda Giovanni Paolo II nell’enciclica missionaria Redemptoris missio.
Quindi?
Quindi, i programmi di neo-umanesimo [qui - qui - qui], di fratellanza universale [vedi], di dialogo interreligioso senza Cristo, sono destinati al fallimento. Meglio farebbero le chiese europee a spendere tutte le forze, anche finanziarie, anzi la loro vita, nell’unico compito che Cristo ha affidato loro: far conoscere il vangelo a tutte le genti e chiamarle a conversione. Solo l’estensione della fede cattolica può compattare il globo secondo i tempi di Dio. Questo passerà attraverso la persecuzione, la croce, la vera “teologia della liberazione”.
“Mi mostrarono il materiale propagandistico stampato in arabo, che dal loro paese veniva inviato fino a Londra, documentando il piano di dominio islamico in Europa. Per attuarlo è necessaria l’immigrazione ma anche il proselitismo tra gli europei, specialmente delle Ong, in cui l’identità cristiana o è inesistente o è annacquata. Oggi sappiamo che Londra è in gran parte musulmana, complice anche la pressoché totale sparizione degli anglicani. Ma c’è una pattuglia di cattolici che resiste e vincerà, a costo del martirio”.
Silvia ha scelto di chiamarsi Aisha, come una delle mogli di Maometto…
Chissà se prima di cambiar nome e credo, sapeva che santa Silvia è la madre di san Gregorio Magno. E chissà se conosce quanto conclude uno studioso di prima grandezza, dell’islam e della tradizione araba cristiana, della cui amicizia mi onoro, il gesuita egiziano Samir Khalil Samir – citando il Corano al versetto 228 della sura della Vacca e al 34 di quella delle Donne: “Mentre nella concezione cristiana l’uomo e la donna sono messi su un piano di sostanziale parità, in quella musulmana si stabilisce una differenza a livello ontologico, come affermano ancora oggi gli autori musulmani, che presentano il ruolo della donna nell’Islam spiegando che essa, essendo per sua natura più debole fisicamente, più fragile psichicamente e più emotiva che razionale, è inferiore all’uomo e deve sottostare a lui”. - Fonte
34 commenti:
“La Giornata di “preghiera, digiuno e carità” del 14 maggio, esprime il desiderio di ogni religione di vivere, nel mondo, la forza del proprio patrimonio umano e spirituale. Tale forza non può mai essere contro gli altri”
Ma che razza di discorso è mai questo? La Buona Novella affidataci da Cristo affinché la portassimo a tutte le genti, sino ai confini della terra, non è mai stata contro nessuno, ma sempre a favore di tutti, per la salvezza eterna di tutti. Il nasconderla agli uomini, ai seguaci di false religioni, questo è essere “contro gli altri”, poiché significa provarli della salvezza eterna, quella per cui Cristo si è incarnato, ha sopportato la Passione e la morte in croce. Il mantenere gli uomini nelle loro false credenze è disobbedire al comando di Cristo, è porsi contro di lui e disinteressarsi della salvezza eterna del prossimo. L’aiuto materiale, corporale (le opere di misericordia corporale) viene dopo quello spirituale, dopo l’annuncio della salvezza portataci da Cristo, da Lui solo. Non è cristiano lasciare che un buddista muoia da buddista, che un induista muoia da induista, ecc. (come faceva una certa suora posta sugli altari dai papi modernisti). Ben facevano una volta le levatrici a battezzare i neonati in pericolo di morte, così pure i missionari che battezzavano di nascosto i bambini figli di musulmani, induisti, buddisti, a rischio di morire, e ciò perché i loro genitori non lo avrebbero mai consentito.
Questo clero ribelle e ostile a Cristo, al vero Cristo (non a quello falso che si sono costruito a loro uso e consumo) inganna gli uomini facendo loro credere di volere il loro bene mentre invece impedisce loro di entrare nel Regno dei Cieli. “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il regno dei cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare.” (Mt 23, 13)
Due casi speculari e emblematici.
Grandi levate di scudi per difendere la Romano dagli haters, ma la cattolica Miriano lasciata in pasto agli odiatori più feroci. Due pesi e due misure non più tollerabili. Le donne vanno difese TUTTE dalle aggressioni.
https://www.liberoquotidiano.it/articolo_blog/blog/andrea-cionci/22612379/silvia_romano_haters_odio_costanza_miriano_riscatto_kenya_rapimento_liberazione_disney.html
Su La Nuova Bussola Quotidiana di oggi, nell'articolo del rapimento a sfondo sessuale della disabile cristiana in Pakistan, si legge: "Casi come questo confermano quanto scritto nel rapporto annuale di Porte Aperte: il rapimento a scopo di aggressione sessuale viene portato a compimento per “costringere la donna a sposarsi con il violentatore stesso ed è utilizzato intenzionalmente per disonorare la donna cristiana e, di conseguenza, la sua famiglia e comunità”.
Un atto criminale fatto in odium fidei, nella consapevolezza di poter contare molto spesso sull’impunità per via della vulnerabilità della comunità d’appartenenza della vittima."
Non trovate che ciò sia, in parte, simile alla situazione di Silvia Romano? Anche se quest'ultima non fosse una vera credente cattolica, agli islamici interessa solo che appartenga alla comunita dei battezzati cattolici.
Vediamo di chiarirci: esiste l'Islam di Shrin Ebadi, premio Nobel per la pace, per aver difeso, a costo della propria incolumità (tanto che ora vive in esilio e sotto protezione), i diritti umani degli iraniani, schiacciati dal regime degli ayatollah. E poi esiste l'Islam dei terroristi, che rapiscono, uccidono, fanno saltare in aria, schiavizzano, quelle cosine lì.
Quando vi mettete a discettare sulla conversione della Romano come se fosse una questione squisitamente personale, ricordate che è stata a contatto con l'Islam numero 2, non il numero 1.
Quindi, no, direi che non è una questione squisitamente personale. Speriamo si ravveda, per tutti.
Questa poveraccia non ha mai conosciuto Gesù quindi non si può utilizzare il termine "convertita". Era del mondo e tale rimane. Chi si converte, sappiamo molto bene, passa dal mondo a Cristo! Altro non esiste!
Un prete a A.M, Valli
In questi mesi sto ricevendo davvero tante telefonate di persone indignate, desolate e rassegnate (il mix di sentimenti che ormai accompagna i nostri giorni) per come l’intellighenzia cattolica sta affrontando le varie questioni di attualità, ultima delle quali la liberazione della giovane volontaria italiana Silvia (Aisha) Romano. Le persone che si rivolgono a me non riescono a capacitarsi di come i pastori siano lontanissimi dalla fede e dal comune sentire della gente, la cui rabbia avverto in crescita nella misura in cui queste persone percepiscono di essere sempre, in un modo o nell’altro, sul banco degli accusati.
Nel caso specifico di Silvia (o Aisha), per i cattolici accreditati come “professionisti dell’informazione” il vero problema non sembra essere il terrorismo islamico né l’apostasia pubblica della fede cattolica, ma la rabbia di quegli italiani “propagatori del niente che prima o poi si troveranno uno specchio davanti al quale vergognarsi”.
Ora, caro Aldo Maria, pur non essendo io sui social, che ritengo effettivamente essere recipienti di odio, non ho difficoltà a immaginare che ci possano essere stati commenti molto offensivi nei confronti della giovane e dai quali è giusto prendere le distanze, ma trovo altrettanto risibile pensare che gli italiani siano arrabbiati “perché la ragazza è tornata viva, perché ha lottato per non morire, perché è partita per l’Africa e per essere una donna”, come sostiene il direttore di Avvenire. Non spendo neanche una riga per commentare questa lisciata di pelo al femminismo, al politicamente corretto e all’islamofilia di sinistra che, tra l’altro, è esattamente ciò che alimenta quella rabbia che si vorrebbe evitare.
Personalmente, pur condividendo i sentimenti della mia gente, ormai non sono più sorpreso di nulla. Pastori che non credono più al mandato affidato da Cristo alla sua Chiesa di annunciare il Vangelo al mondo intero, di ammaestrare le nazioni, battezzandole nel nome della Santissima Trinità; pastori che non credono più che la Chiesa cattolica sia la Chiesa di Cristo; pastori che hanno come modello di missione la “testimonianza silenziosa” e non l’evangelizzazione anche a costo del martirio; pastori che ritengono che in fondo la Chiesa sia destinata a perire, insieme al Credo (vedi “profezia” di padre Lombardi) non possono non interpretare la realtà con i nuovi occhiali da vista che solo loro hanno in dotazione ma che, come le mascherine, non arrivano alle persone comuni.
...Faccio semplicemente osservare che Silvia non era partita per portare l’amore di Dio nel mondo e in prigionia si è convertita al radicalismo islamico dei suoi stessi persecutori; arrivata in Italia, ha mostrato con orgoglio la sua nuova divisa di donna sottomessa, e proclamato il suo nuovo nome. Dunque, dal punto di vista cattolico, mi chiedo: è un “modello” per chi?
Tengo a precisare una cosa: il problema non è Silvia Romano, verso la quale nutro davvero tutta la mia compassione e alla quale auguro di ritornare presto in sé stessa (come accadde al figliol prodigo). Il problema è la cultura di fede che arriva a elaborare quell’interpretazione che riesce ad additare Silvia come un “modello”. Addirittura, si è arrivati a esaltarla come una “donna forte”, perché ha preso la decisione di convertirsi, mentre, se fossimo davvero cristiani, dovremmo parlare di apostasia, perché la conversione è solo al vero Dio.
.... Non mi stupisco neppure del commento da “padre” del cardinale Bassetti, secondo il quale Silvia “è nostra figlia”. È troppo facile e troppo incompleto, perché nasconde il problema della scelta, che la ragazza ha fatto, di ripudiare la fede, ovvero ciò che per noi credenti è il nostro tesoro più prezioso. Mi limito a dire al cardinale: eminenza, questa nostra figlia si chiamava Silvia e oggi si chiama Aisha. Capisce?
Ripeto: non sto discutendo della scelta della ragazza, ma dei commenti dei nostri pastori e dei giornalisti “cattolici”.
“Per il funerale di un collega morto in servizio, ammazzato da un rom, 15 persone distanziate e lo Stato assente; per l’arrivo di Aisha in burqa, dopo aver pagato 4 milioni di soldi pubblici ai terroristi, avete fatto un party!”.
https://voxnews.info/2020/05/13/poliziotti-furiosi-governo-assente-al-funerale-del-poliziotto-ucciso-per-silvia-romano-avete-fatto-un-party/
Nella vicenda di Silvia colpisce la mancata condanna da parte del capo dello stato, del presidente del consiglio e del ministro degli esteri di quei signori di Al Shabaab, specialisti in stupri, omicidi e attentati! I nostri governanti pronti ad “assembrarsi” all’arrivo della cooperante, a far passerella in numero superiore a 15 e senza distanziarsi, non ne hanno avuto il coraggio: meglio pagare e passare al prossimo ! Lo stato italiano è generoso e disponibile con i delinquenti liberando i boss mafiosi dalle carceri e versando il riscatto ai sequestratori, e nel frattempo ai parenti dei morti portati via nelle bare dai camion militari a Bergamo, recapitano le spese del trasporto; oppure ai cittadini che protestano per non morire di fame, loro e i familiari, appioppano contravvenzioni da 400 euro! Senza vergogna!
Vorrei segnalare questo articolo di Mateo Carnieletto.
https://it.insideover.com/societa/perche-silvia-romano-convertita.html
Il bravo giornalista sottolinea che la ragazza sarebbe diventata atea nell’adolescenza. Quindi non ci sarebbe stata nessun abiura della fede cristiana durante il periodo di orrenda prigionia che ha dovuto subire. Mi chiedo se Mons. Bux si domandi come maí tanti ragazzi abbandonano la fede dopo la Cresima. Io sono diventato ateo a16 anni e ho ritrovato la fede dopo molti anni. Certamente il mio errore è stato gravissimo e ho pagato un prezzo alto per la mia stupidità giovanile. Se oggi sono cristiano è per Grazia di Dio.
Mons. Bux da bravo conservatore naturalmente cita il Vaticano secondo, ovvero l’origine del disastro attuale. Si chiede Mons Bux come è stato possibile che Bergoglio diventasse papa? Disse qualcosa quando Giovanni Paolo II diede un bacio al corano?
È facile sparare a zero su una ragazza che sicuramente si è convertita a una religione falsa in una situazione tremenda. Più difficile dire la verità sul Vaticano II e pagarne il prezzo come fece il fondatore della Fraternità di San Pio X, oppure Mons. Gherardini nei suoi bellissimi libri.
Che cosa offre a un giovane là neochiesa bergogliana se non relativismo, nichilismo, ultramodernismo e sincretismo religioso?
Mi piacerebbe che qualche prelato bergogliano dicesse chiaramente poi come i maschi musulmani considerano le donne non islamiche.
Sarebbe il caso che persone come Mons. Bux dicessero la verità sui baci al corano e alle preghiere in moschea di papi considerati conservatori e contrapposti a Bergoglio come modelli. Paolo Vi ha devastato la liturgia cattolica. Sottoscriverebbe Mons. Bux questa affermazione?
Abbiamo sempre pagato per queste vispe terese che vanno in giro come Alice nel paese delle meraviglie a cercare nuovi stili di vita e nuove esperienze, ci sono costate una paccata di milioni per DallOglio solo silenzio, per Quattrocchi silenzio e disprezzo, questo siamo, non lamentiamoci, siamo tutti colpevoli per come ci siamo ridotti.
Per comprendere l’entusiasmo dilagante della neochiesa alla notizia dell’apostasia di Silvia Romano, dovuta alla sua conversione all’islamismo, è illuminante, suo malgrado, l’articolo di don Pino Lorizio, teologo della Pontificia Università Lateranense, pubblicato da Famiglia cristiana (qui).
Finalmente, sono applicati tutti i canoni di quella libertà religiosa sancita da «meraviglioso documento (dichiarazione) del Concilio Ecumenico Vaticano II, che porta il titolo Dignitatis humanae »! In effetti, non possiamo dare torto a Lorizio quando scrive:
Ma ancora, e alla vigilia di una preghiera multireligiosa del 14 maggio nel contesto pandemico che stiamo vivendo, dobbiamo lasciarci interpellare da quel meraviglioso documento (dichiarazione) del Concilio Ecumenico Vaticano II, che porta il titolo Dignitatis humanae e che tratta della libertà di religione, come indicatore del diritto alla libertà tout court, fondato sulla coscienza, considerata, come attesta la Gaudium et spes, sacrario o “tabernacolo” della persona umana.
[…]Certamente non possiamo reclamare il diritto alla libertà religiosa solo in rapporto alla nostra appartenenza cristiana o cattolica, altrimenti saremmo ipocriti: dobbiamo riconoscerla a tutte le religioni, a tutti i culti, a ogni istituzione che pone l’uomo in relazione ad un’ulteriorità che lo trascende e lo interpella, indicando un senso dell’esistenza, che va oltre l’immediata immanenza del mondano
[…] Nonostante l’acuta percezione della sconfitta culturale, politica e religiosa del nostro Occidente, che si mostra nell’incapacità di sostenere la fragilità di chi, donandosi, si è ritrovato prigioniero, se si riflette in profondità, non si può non intravedere la luce fioca e intermittente, originata da una cultura, che, per le radici nella fede nel Dio di Gesù Cristo, anche attraverso le sue sconfitte, non manca, nemmeno in queste occasioni, di esprimere il primato della persona e il diritto innato alla libertà di coscienza, che ogni ragionevole appartenenza, politica o religiosa, etnica o culturale, dovrebbe riconoscere. Nelle tenebre si manifesta la luce, nella morte la vita e il tramonto non segna solo la fine di una giornata, ma anche l’inizio del domani, come dal vespro nasce il nuovo giorno.
Come dire: l’apostasia, provocata dalla falsa libertà religiosa, deve essere accettata di buon grado se non vogliamo essere ipocriti.
Lorizio ha perfettamente ragione, se non vogliamo essere ipocriti, dobbiamo evidenziare l’erronea libertà religiosa, contenuta dalla Dignitatis humanae, altrimenti saremmo come quegli uomini descritti da Bossuet nella sua frase fulminante: «Dio se la ride degli uomini che deplorano gli effetti di cui amano le cause»…
Andrea Mondinelli
Nel Paese a maggioranza musulmana continuano a crescere i casi di coronavirus. Ma la Commissione Nazionale Giustizia e Pace denuncia: "Gli aiuti vengono distribuiti soltanto ai musulmani"
https://m.ilgiornale.it/news/mondo/mascherine-e-guanti-solo-ai-musulmani-cos-pakistan-condanna-1862885.html
Procediamo con ordine.
Nell'articolo datato 10-5 pubblicato su Famiglia Cristiana dopo la "liberazione", Alberto Pellai esalta la forza e la fermezza di Silvia Romano come modello per i nostri giovani.
https://m.famigliacristiana.it/articolo/la-forza-di-silvia-romano-e-come-quella-dei-nostri-figli-forti-come-lei.htm
Lo stesso Pellai, in un articolo datato 11-5 (cioè il giorno dopo), spiega la "conversione" della giovane cooperante come effetto della famosa "sindrome di Stoccolma", che certo non è proprio il massimo in termini di forza d'animo e stabilità.
Ma alla fine del pezzo viene confermata la tesi dell'ammirevole forza di Silvia Romano (anche se i caratteri del testo in questa parte sono più piccoli...).
https://m.famigliacristiana.it/articolo/silvia-romano-e-la-sindrome-di-stoccolma-ecco-perche-ne-parliamo.htm
Aggiungo io che, a prescindere dalla "sindrome di Stoccolma", la conversione all'Islam difficilmente può essere considerata una prova di forza dal punto di vista cristiano. Soprattutto se si tiene conto del fatto che la Chiesa per circa 2000 anni ha esaltato costantemente la fermezza dei "Martiri per la Fede.
Inoltre, bisogna tener conto del fatto che oggi, nel mondo, circa 250 milioni di cristiani sono perseguitati per la loro Fede, soprattutto nei paesi musulmani, e pagano un alto prezzo di sangue per rimanere fedeli a Cristo.
Io non immaginavo che Famiglia Cristiana potesse arrivare a questo punto.
interessante articolo di Andrea Tornielli.
https://www.lastampa.it/vatican-insider/it/2014/09/06/news/quando-benedetto-xvi-prego-in-moschea-rivolto-al-mihrab-1.35610402
Furono due minuti destinati ad entrare nella storia e a chiudere definitivamente le polemiche e le strumentalizzazioni seguite al discorso di Ratisbona. Papa Ratzinger rimase immobile, senza scarpe, con le babbucce bianche che gli sbucavano da sotto la tonaca. Aveva le mani aggrappate l’una all’altra, che si appoggiano alla croce pettorale d’oro. Aveva gli occhi socchiusi e pregava in silenzio, con il volto disteso, muovendo di tanto in tanto, quasi impercettibilmente, le labbra. Sì, pregava. Ma lo stava facendo in una moschea, davanti al «mihrab», la nicchia di marmo che indica la direzione della Mecca. Stava pregando nella grande Moschea Blu di Istanbul, affiancato dal Gran muftì della città, Mustafà Cagrici, che lo aveva appena invitato, inaspettatamente, a quel gesto di raccoglimento da compiere insieme...
Mi dispiace ricordare questo episodio, ma come si fa a condannare il relativismo e poi praticarlo?
Un papa che prega in una moschea cosa suggerisce a un giovane che cerca la Verità?
Se Gesù è Dio Maometto non è un profeta, perché il corano nega la divinità di Cristo. è un ragionamento alla portata di chiunque, quindi perché Benedetto XVI è andato a pregare in una moschea? Pio XII avrebbe mai fatto una cosa simile?
Riguardo a Giovanni Paolo II, filosofo e uomo coltissimo: perché ha baciato il corano che nega la divinità di Nostro Signore Gesù Cristo in maniera esplicita?
La moschea blu di Istanbul è l'ex cattedrale di Santa Sofia, quando la città si chiamava Costantinopoli. Nel 1453 i turchi, conquistata la città dopo un sanguinoso assedio, vi entrarono a cavallo facendo saltare teste a destra e a manca. A cavallo, in segno di conquista e disprezzo per la religione cristiana.
Con quel minuto di raccoglimento nella casa dell'Anticristo, con quella complicità alla religione del falso profeta, Benedetto XVI ha compiuto un atto dal significato apostatico.
... Benedetto XVI, nel famoso discorso di Ratisbona del 2006 [http://www.internetica.it/BenXVi-univRatisbona.htm], rammentò il carattere intrinsecamente irrazionale della concezione maomettana di Dio e la conseguente vocazione alla violenza di quella religione. Attaccato da tutte le parti, non ebbe purtroppo la forza di mantenere la critica e di approfondirla, facendola fruttare anche sul piano pratico. Ciò, del resto, avrebbe significato entrare in conflitto con l’indirizzo “ecumenico” imposto alla Chiesa dal Concilio, il che sarebbe stato certamente un andare al di là delle sue convinzioni. Così anch’egli finì con l’avallare di fatto l’idea del tutto assurda delle “tre grandi religioni monoteistiche che adorano l’unico Dio”, da considerarsi pertanto tutte e tre allo stesso modo vere, e si recò a pregare nella moschea di Istanbul, partecipando poi sino alla fine improvvisa ed inaspettata del suo Pontificato ai riti obbligati dell’ecumenismo, oggettivamente apostatici, bisogna dire. Certo, Papa Ratzinger non è arrivato al punto di baciare pubblicamente un Corano che gli veniva donato, in senso di rispetto ed omaggio, come ha incredibilmente fatto Giovanni Paolo II. Del quale va anche ricordata la dichiarazione pro-islam durante una celebre visita in Marocco, nel 1985 [http://www.internetica.it/gpii-Casablanca85.htm], applaudito in uno stadio da migliaia di giovani maomettani, precettati per l’occasione dal re di quel Paese ed opportunamente istruiti sull’accoglienza da tributare al “Papa di Roma”, come lo chiamano i mussulmani. “Abramo è per noi lo stesso modello di fede in Dio, modello di sottomissione [islam] alla Sua volontà e di fiducia nella Sua generosità. Crediamo nello stesso Dio, l’unico Dio, il Dio vivente, il Dio che crea il mondo e porta a perfezione le sue creature”...
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2015/09/non-crediamo-nello-stesso-dio-dei.html
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/p/e-corretta-laffermazionedel-medesimo.html
L'affermazione che "cristiani, ebrei e islamici adorano lo stesso Dio" è erronea
Un altro che fa di ogni erba un fascio.
https://www.globalist.it/news/2020/05/11/silvia-romano-il-teologo-replica-ai-falsi-cristiani-musulmana-o-cristiana-e-figlia-di-dio-2057990.html
Vedere qui chi sono i "figli di Dio", nel Figlio. Tutti gli uomini sono creature di Dio; ma si diventa figli solo nel Figlio...
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2013/10/svnt-nomina-rervm-cose-concrete-quelle.html
@ Anonimo 12:53
Sarebbe il caso che persone come Mons. Bux dicessero la verità sui baci al corano e alle preghiere in moschea di papi considerati conservatori e contrapposti a Bergoglio come modelli. Paolo Vi ha devastato la liturgia cattolica. Sottoscriverebbe Mons. Bux questa affermazione?
Giusto. E sarebbe anche il caso che Mons. Bux, la prossima volta che venisse invitato in TV (come nei giorni scorsi dalla D'Urso) a parlare della ripresa delle Messe cum populo, dicesse qualcosa circa la cessione di sovranità che la Chiesa ha fatto a favore dello Stato (prima comportandosi da più statalista dello Stato, e poi - col Protocollo d'intesa - facendosi dettare perfino regole liturgiche) .... invece di biascicare qualcosa di politicamente corretto e di non urtante nei confronti della CEI ...
Occasione persa!
"La moschea blu di Istanbul è l'ex cattedrale di Santa Sofia, quando la città si chiamava Costantinopoli".
Lei si sbaglia. La moschea blu si trova vicino a quella che fu Haghia Sophia, trasformata in moschea dopo l'assedio turco. La moschea blu invece non è mai stata una chiesa.
https://www.goasia.it/alla-scoperta-della-moschea-blu-istanbul/
Anche se la moschea blu non fosse l'ex cattedrale ma solo vicino ad essa, cosa cambia?
Anche se la moschea blu non fosse l'ex cattedrale ma solo vicino ad essa, cosa cambia?
Non è un'ipotesi, ma una certezza: la moschea blu non è Santa Sofia. Io semplicemente le ho corretto questa imprecisione, memore dei miei studi di storia dell'architettura islamica, visto che non sono mai stato a Istambul. Valutato poi quello che lei afferma sulla preghiera di Benedetto XVI, direi che non cambia nulla, e ritengo anzi che sia anche qualcosa di peggio. Una preghiera del Pontefice all'interno di Haghia Sophia sarebbe stata più accettabile, ma credo che avrebbe avuto un effetto dirompente in quel contesto successivo al discorso di Ratisbona.
Oriana Fallaci commenta la liberazione delle due Simonette.
L’Apocalisse (2004)
Non m'ero ancora ripresa dai traumi sofferti per la strage di Erode e le altre carneficine compiute dai macellai di Allah. E a vederle scendere da quell'aereo tutte spavalde e vestite all'araba, anzi con i dishdasha che in cambio di un milione di dollari i rapitori gli avevano regalato coi Corani e i dolcetti e le caramelle, ebbi un sorriso di sprezzante pietà. Maleducate, pensai. Non ve l'ha detto la mamma che quando siamo state rapite dai macellai di Allah non si torna in patria indossando i loro dannati dishdasha, si torna vestite in modo serio? E mi augurai che a tanta malacreanza ovvero mancanza di classe e di gusto, rimediassero dicendo qualcosa di dignitoso anzi di doveroso. Qualche parola sulle trecentoquarantanove creature morte a Beslan e su quelle decapitate o sgozzate o freddate col colpo alla nuca in Iraq, anzitutto. Nonché sugli ostaggi che ancora languivano in una cantina con le braccia legate e gli occhi bendati, ad esempio sui due giornalisti francesi di cui non si sapeva più nulla. E poi un grazie al governo e alla stessa opposizione che avevano fatto tanto per liberarle, che per liberarle avevano pagato il riscatto, nonché alle persone che avevano rischiato la pelle per rintracciarle e trattare il rilascio. E poi un saluto agli italiani che per loro avevano tanto pregato e sfiaccolato nonché sborsato il milione di dollari. Ma invece di piangere su chi era stato ed era meno fortunato di loro, appena scese chiesero il ritiro delle truppe. Invece di ringraziare il governo e l'opposizione e il capo della Croce Rossa a Bagdad, ringraziarono i rapitori che erano stati così gentili. Così carini, così rispettosi, infatti non le avevan sfiorate neanche con un dito. Invece di salutare gli italiani salutarono (e ringraziarono) gli iracheni e tutti-i-mussulmani-della-Terra. E il sorriso di sprezzante pietà si spense.
Maleducate e ingrate, pensai. Non ve l'ha detto la mamma che la gratitudine va a chi ci ha salvato la vita non a chi ce la voleva togliere? Pensai anche che la mamma non c'entrava per nulla. Erano donne di quasi trent'anni, non ragazzine sprovvedute e ignare.
Oriana Fallaci
Rispetto a Oriana non è cambiato nulla... Historia magistra non sempre
Come promuovere il terrorismo islamico.
RASSEGNA STAMPA - Commento del Giorno 14 maggio 2020
di Pier Luigi Bianchi Cagliesi
https://www.youtube.com/watch?v=4YH-cUzP45A&feature=emb_rel_end
https://csi-suisse.ch/article/prison-critiquent-lislam/
La prison pour ceux qui critiquent l’islam
Chiara Giannini:
Silvia Romano si è davvero convintamente convertita all’Islam. Abbiamo pagato 4 milioni di euro per riportare indietro una donna che se ne frega degli italiani. Anziché ringraziare noi, che abbiamo contribuito a riportarla indietro, invoca Allah per benedire i musulmani d’Italia. Il tutto mentre i carabinieri del Ros ispezionano la sede della onlus Africa Milele e i terroristi rapitori ringraziano. Se non fosse vero sarebbe da credere che è tutto uno scherzo.
L'atteggiamento di questa neo-convertita dimostra che un italiano che si converta
all'Islam, religione da tanti secoli nemica dell'Italia, cessa di essere italiano;
diventa appunto "maomettano" ossia seguace di Maometto, autoproclamatosi "profeta" di
una religione inventata da lui stesso.
“L’islamizzazione della Francia è in pieno avanzamento” – Il governo francese annuncia il programma per insegnare l’arabo nelle scuole
https://www.islamnograzie.com/lislamizzazione-della-francia-e-in-pieno-avanzamento-il-governo-francese-annuncia-il-programma-per-insegnare-larabo-nelle-scuole/
Giulio Meotti:
Dove sono i solertissimi difensori occidentali dell'onore dell'Islam, dei suoi burqa, delle sue conversioni, di fronte a questa notizia? 32.000 cristiani sono stati uccisi in Nigeria in dieci anni. E' in corso una metodica pulizia religiosa. I cristiani li chiamano "i figli dei cani". Combattenti Fulani vestiti di nero gridano "Allahu akbar!" e "morte ai cristiani", entrano nei villaggi e uccidono quanti più cristiani trovano e bruciano a migliaia le loro chiese. L'indifferenza per 32.000 cristiani uccisi fa il paio con la rapidità con cui tanti hanno difeso la conversione di una Silvia in Aisha e il risultato è questo naufragio di un Occidente che odia la propria stessa identità che in Nigeria significa vita o morte.
Parole di Annalena Tonelli:
Scelsi di essere per gli altri: i poveri, i sofferenti, gli abbandonati, i non amati, che ero bambina e così sono stata e confido di continuare fino alla fine della mia vita. Volevo seguire solo Gesù Cristo. Null'altro mi interessava così fortemente: Lui e i poveri in Lui. Per Lui feci una scelta di povertà radicale.»
(Annalena Tonelli)
«I piccoli, i senza voce, quelli che non contano nulla agli occhi del mondo ma grandemente agli occhi di DIO, i suoi prediletti hanno bisogno di noi e noi dobbiamo essere con loro e per loro e non importa nulla se la nostra azione è come una goccia di acqua nell’oceano. Gesù Cristo non ha mai parlato di risultati. LUI ha parlato soltanto di amarci gli uni gli altri, di lavarci i piedi gli uni gli altri, di perdonarci SEMPRE…»
(Annalena Tonelli)
Annalena Tonelli (Forlì, 2 aprile 1943 – Borama, 5 ottobre 2003) è stata una missionaria italiana cattolica. Fu insignita dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati del prestigioso premio Nansen per l'assistenza ai profughi (Nansen Refugee Award), il 25 giugno 2003[2]. Spese circa trentatré anni della sua vita come volontaria in Africa prima di venir uccisa il 5 ottobre 2003 da un comando islamico nel centro assistenziale che dirigeva in Somalia.
"Viva l'Islam, viva Allah, viva Maometto", gridano al giornalista Eric Zemmour per le strade di Parigi. E' la seconda aggressione in appena due settimane. C'era una volta la ville lumiere. Oggi per un giornalista che critica l'Islam, l'immigrazione e il multiculturalismo, Parigi è più pericolosa di una città in Medio Oriente. E' irriconoscibile.
https://www.tempi.it/nigeria-620-cristiani-macellati-dagli-jihadisti-dallinizio-del-2020/
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