Nnadi era stato rapito da uomini armati nel Seminario del Buon Pastore di Kakau, nello Stato nigeriano di Kaduna, l’8 gennaio 2020. Con lui c’erano anche altri 3 seminaristi, che però il 31 gennaio sono stati rilasciati, Nandi, invece, è stato ucciso. Il suo corpo è stato ritrovato due settimane dopo.
Il 24 aprile il portavoce della diocesi di Sokoto, padre Chris Omotosho, ha reso noto in un post Facebook che i sospetti assassini di Michael Nnadi erano con ogni probabilità nelle mani della polizia.
il 30 aprile il principale sospettato, Mustapha Mohammed, ha concesso un’intervista al Daily Sun ammettendo di aver ucciso Michel Nandi perché «fin dal primo giorno che è stato rapito insieme a tre dei suoi compagni, non gli ha permesso di avere pace continuando a predicare il vangelo di Gesù Cristo anche quando sapeva che non erano della stessa fede». Con coraggio il giovane seminarista avrebbe ricordato al suo rapitore di cambiare vita o sarebbe morto.
Mustapha, riporta il Daily sun, ha detto che non gli piaceva la fiducia mostrata dal giovane e ha così deciso di ucciderlo. L’uccisione di Michel Nnandi assume così le chiare sembianze del martirio.
Il seminario dove è stato effettuato il rapimento, che ospita circa 270 seminaristi, si trova vicino alla superstrada Abuja-Kaduna-Zaria. L’area è nota per le bande criminali che rapiscono i viaggiatori per riscatto. Mustapha, 26 anni, si è identificato come il leader di una banda di 45 membri che si nascondeva e operava su questa strada. L’intervista al Dayli sun è stata rilasciata da una prigione nella città nigeriana di Abuja, dove è detenuto dalla polizia.
Avevamo già dato notizia sul Timone on line della preghiera del fratello gemello di Michel, Rafhael, che pregando ha chiesto a Dio di perdonare gli autori del brutale assassinio. «Avremmo compiuto 19 anni la prossima settimana [19 febbraio, ndre], ma purtroppo, Michael se n’è andato. Michael era così impegnato e amava le cose di Dio, che la sua scelta di diventare sacerdote non sorprese le persone che lo conoscevano. La mia consolazione è che non è morto invano, si è distaccato dalle cose del mondo, è morto nel servizio a Dio».
Michel è morto testimoniando la sua fede, ucciso a causa della sua fede, come sembra testimoniare il presunto assassino. «Io sono di Gesù», disse alla mamma il beato Rolando Rivi, il giovane seminarista italiano ucciso dai partigiani in odium fidei, quando lei gli chiese di essere prudente. «Io sono di Gesù», una risposta semplice. «Io sono di Gesù», una risposta difficile per il mondo. «Io sono di Gesù» è la risposta dei beati. - Fonte
3 commenti:
Martiri su martiri... Il Sangue che scorre per noi. E la voce di Dio che si fa sentire ovunque. Roma stanotte ha avuto la Sua voce: era un boato durato circa 30 secondi. La voce dei martiri che gridano giustizia e... la Voce di Dio.
Teniamoci stretti alla Croce.
Islam è questo, anche questo è l'Islam che lascia la sua gioventù nell'ignoranza e attraverso i mass/media la manipola, indottrinandola e facendone cieca carne da guerra perenne, carnefice del prossimo suo. Come può essere religione un'ideologia che è nata, si è propagata, sussiste con la spada, con la menzogna, con la violenza? Michael Nnadi ha provato e proverà ancora dal Cielo a mostrare loro l'errore che li acceca. Sarà interessante seguire la vita di Mustapha Mohammed, i suoi sviluppi , la sua conclusione. Michael certamente non mollerà dal Cielo, come non ha mollato qui in terra! La partita della conversione di Mustapha e dei suoi complici è aperta più che mai. Come Santa Maria Goretti non ha smesso di occuparsi dell'anima del suo assassino. Così Michael non cesserà di predicar Gesù Cristo in croce al suo assassino.
anonimo 12,35. Ho letto di quel terremoto che parve una bomba. Non aggiungo altro, ma spero che sia stata una bomba e potrebbe esserlo stato.
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