Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

lunedì 4 maggio 2020

Commento a: “Funerali e Messe / Ma la Cei vuole una Chiesa di Stato?”

Avevo trovato molto interessante l'articolo di Aldo Maria Valli dal titolo “ Funerali e Messe / Ma la Cei vuole una Chiesa di Stato?” (qui). Ringrazio Andrea Mondinelli che ci invia il suo commento riportato di seguito.

Cari amici,
ho letto con interesse l’articolo di Aldo Maria Valli dal titolo “ Funerali e Messe / Ma la Cei vuole una Chiesa di Stato?” (qui). La risposta alla domanda è certamente affermativa: la CEI, e non solo, vuole una Chiesa di Stato. La questione non è che i vescovi odierni siano improvvisamente impazziti, ma è che questa deriva statalista è la logica conclusione di un grave errore contenuto nel cap. 76 della Gaudium et Spes, che stabilisce: « Nel proprio campo, la comunità politica e la Chiesa sono indipendenti e autonome l’una dall’altra. Però tutte e due, sebbene a titolo diverso, sono al servizio della vocazione personale e sociale dei medesimi uomini. Esse svolgeranno questo loro servizio a vantaggio di tutti in maniera tanto più efficace quanto meglio entrambe coltivano una sana collaborazione tra di loro, considerando anche le circostanze di luogo e di tempo ».
Infatti, la politica è autonoma, ma non indipendente: essa non può MAI prescindere dalla legge eterna, che è la legge di Dio. Il prof. Stefano Fontana tiene lezioni, giustamente, proprio su questo ed ha perfettamente ragione.
La politica autonoma ed indipendente non può che essere solo quella atea e laicista e la Chiesa, prona a questa realtà, è proprio il risultato del cattolicesimo liberale, il quale, in fondo, sostiene la priorità dello Stato sulla Chiesa. Questo è il vero busillis da cui scaturisce la supinità dei nostri Pastori.

Per rendersene conto, è molto utile leggersi l’ottimo libricino del lontano 1884 di don Félix Sardà y Salvany dal titolo "Il liberalismo è un peccato" (qui), di cui La Civiltà Cattolica (anno XXXIX, vol. IX della serie XIII, Roma 1888, pag. 346) scrisse «La parte dottrinale di cotesto libro, la quale riguarda il liberalismo, è eccellente, conforme ai documenti di Pio IX e di Leone XIII, e giudicata dalla Sacra Congregazione dell'Indice dottrina sana». Ebbene, si chiedeva don Sardà, che cos'è il liberalismo? Ed ecco la sua illuminante risposta: nell'ordine delle idee, è un insieme d'idee FALSE e, nell'ordine dei fatti, è un insieme di fatti CRIMINALI, conseguenze, nella pratica, di quelle idee.

Nell'ordine delle idee, il liberalismo è l'insieme di quelli che si definiscono PRINCIPI LIBERALI con le conseguenze che logicamente ne derivano. I principi liberali sono:
  • la sovranità assoluta dell'individuo, in una completa indipendenza da DIO e dalla sua autorità;
  • la sovranità assoluta della società, in una completa indipendenza da ciò che non deriva da essa stessa;
  • la sovranità nazionale, cioè il diritto riconosciuto al popolo di fare le leggi e di governarsi, nell'assoluta indipendenza da qualsiasi altro criterio che non sia quello della propria volontà, in primo luogo espressa con il suffragio (universale) e in seguito con la maggioranza parlamentare;
  • la libertà di pensiero senza alcun limite, né in ambito politico né morale né religioso;
  • la libertà di stampa, assoluta o ben poco limitata;
  • la libertà d'associazione totalmente estesa.
Tali sono i principi liberali nel loro più crudo radicalismo. Il loro fondo comune è il razionalismo INDIVIDUALE, il razionalismo politico e il razionalismo sociale, da cui conseguono e derivano:
  • la libertà dei culti, più o meno ristretta;
  • la supremazia dello Stato nei suoi rapporti con la Chiesa;
  • l'Insegnamento laico o indipendente non avente nessun rapporto con la religione;
  • il matrimonio civile celebrato e regolato dallo Stato.
Don Sardà dedica molto spazio ai cattolici liberali e le sue sono parole tanto vere quanto illuminanti:
Di tutte le inconseguenze e antinomie che si incontrano nei gradi medi del liberalismo, la più ripugnante e la più odiosa è quella che pretende, nientedimeno che unire il liberalismo con il CATTOLICESIMO, per formare quello che è conosciuto nella storia delle follie moderne sotto il nome di liberalismo cattolico o cattolicesimo liberale. E tuttavia degli illustri spiriti e dei grandi cuori,alle cui buone intenzioni non possiamo non credere, hanno pagato il loro tributo a questa assurdità. Essa ha avuto il suo momento di popolarità e di prestigio;ma,grazie al cielo,questa moda sta passando o è già passata (purtroppo la"moda",cioè eresia, si sarebbe impadronita quasi dell'intera CHIESA n.d.t.). Questo FUNESTO ERRORE nacque dal desiderio esagerato di conciliare e di far vivere in pace delle dottrine assolutamente e oggettivamente inconciliabili e nemiche fin nella loro propria essenza.
Il Liberalismo è l'affermazione dogmatica dell'indipendenza assoluta della ragione individuale e sociale. Il Cattolicesimo è il dogma della soggezione assoluta della ragione individuale alla LEGGE DI DIO: Come conciliare il SI' e il NO di due dottrine cosi' opposte?
Ai fondatori del liberalismo cattolico la cosa parve facile. Essi ammirarono una ragione individuale soggetta alla Legge evangelica e INVENTARONO una ragione pubblica o sociale, coesistente con quella e libera da ogni condizionamento. Essi dissero: "Lo Stato in quanto Stato non deve avere religione o perlomeno non deve averne in una misura che superi quella degli Stati che non ne hanno affatto. In questo modo,il semplice cittadino deve sottomettersi alla Rivelazione di GESÙ CRISTO, ma l'uomo pubblico può, in quanto tale, comportarsi come se la Rivelazione per lui non esistesse.". Fu così ch'essi arrivarono a comporre la celebre formula "LIBERA CHIESA IN LIBERO STATO". Formula alla cui propagazione e difesa, in Francia, molti cattolici celebri, e tra essi un illustre vescovo, si obbligarono con un giuramento. Questa formula avrebbe dovuto essere sospetta, da quando Cavour ne aveva fatto la bandiera della rivoluzione italiana contro il potere temporale della Santa Sede e tuttavia, per quanto ne sappiamo, nessuno dei suoi autori l'ha ritrattata formalmente malgrado l'evidente discredito nel quale essa era prontamente caduta.
Questi illustri sofisti non videro che,se la ragione individuale ha l'obbligazione di sottomettersi alla volontà di DIO, la ragione pubblica e sociale non può sottrarvisi, senza cadere in un dualismo stravagante,in virtù del quale il singolo uomo sarebbe sottoposto alla legge di due criteri contrari e di due opposte coscienze. In modo che la distinzione tra uomo privato e uomo pubblico,nella stessa persona(!), il primo obbligato a essere cristiano e il secondo autorizzato a essere ateo, cadde immediatamente tutta intera sotto i colpi dirompenti della logica integralmente cattolica.
Il SILLABO, di cui parleremo ben presto, arrivò a confondere senza scampo quelle elucubrazioni.
Purtroppo, dai tempi di don Sardà, il SILLABO è stato dimenticato, anzi, peggio, è stato sostituito da un contro-sillabo, come ebbe a dire il card. Ratzinger nel suo libro «I principi della teologia cattolica», pagina 381, a proposito del documento Gaudium et Spes: «Se è desiderabile offrire una diagnosi del testo per intero, potremmo dire che (in congiunzione con i testi sulla libertà religiosa e le religioni del mondo) è una revisione del Sillabo di Pio IX, una sorta di controsillabo».
Il cardinale Suenens esclamava: «Il Vaticano II è l'89 della Chiesa» ed aggiungeva, fra le altre sue dichiarazioni prive di precauzioni oratorie: «Non si comprende nulla della rivoluzione francese o russa se si ignora l'antico regime al quale hanno messo fine... Allo stesso modo, in materia ecclesiastica, una reazione non si può giudicare se non in rapporto allo stato di cose vigente in precedenza». Quello che precedeva ed egli considerava andasse abolito, è il meraviglioso edificio gerarchico che ha alla sommità il Papa, vicario di Gesù in terra: «Il Concilio Vaticano Il ha segnato la fine di un'epoca; e per poco che si vada ancora indietro, ha segnato anche la fine d'una serie di epoche, la fine di un'era». Il padre Congar, uno degli artigiani delle riforme, non parlava diversamente: «La Chiesa ha fatto, pacificamente, la sua rivoluzione d'ottobre». Pienamente consapevole notava: «Non si può negare che la Dichiarazione sulla libertà religiosa dica materialmente altra cosa che il Sillabo del 1864 e anche più o meno il contrario».
Il card. Ratzinger, poi, dichiarava quanto segue:
«Il problema degli anni Sessanta era quello di acquisire dei valori espressi da due secoli di cultura “liberale”. Sono infatti dei valori che, anche se nati fuori dalla Chiesa, possono trovare il loro posto – purificate e corrette – nella propria visione del Mondo. È ciò che è stato fatto» [J. Ratzinger, mensile Jesus, novembre 1984, pag. 72].
Da rimanere basiti. Questa è una vera e propria follia di stampo liberale, che sbatte direttamente contro quanto giustamente affermato da don Sardà. È, ovviamente impossibile, perché cozza prima di tutto contro la ragione in quanto tenta di sposare il diavolo con l’acqua santa, vìolando il principio del terzo escluso, e poi contro la fede, essendo Nostro Signore Gesù Cristo Re e capo anche della società umana. Ad essere precisi, ciò che è stato fatto, innestando il liberalismo nella Chiesa, è stata la detronizzazione di Cristo re, con conseguente intronazione del diavolo, che lo scranno non è rimasto certo vuoto! Non si possono servire due padroni: sia la persona, sia la società non possono essere neutrali su Nostro Signore Gesù Cristo, che le sue parole lo attestano: “Chi non è con me è contro di me” (Mt 12,30) e “Chi non è contro di noi è per noi” (Mc 9,40). O con Dio, o contro di Lui.
Sarebbe bastato che Ratzinger avesse ricordato le parole del Card. Newman, da lui beatificato, nel suo bellissimo discorso del biglietto:
«E in terzo luogo, non dimentichiamo che nel pensiero liberale c’è molto di buono e di vero; basta citare, ad esempio, i principi di giustizia, onestà, sobrietà, autocontrollo, benevolenza che, come ho già notato, sono tra i suoi principi più proclamati e costituiscono leggi naturali della società. È solo quando ci accorgiamo che questo bell’elenco di principi è inteso a mettere da parte e cancellare completamente la religione, che ci troviamo costretti a condannare il liberalismo. Invero, non c’è mai stato un piano del Nemico così abilmente architettato e con più grandi possibilità di riuscita. E, di fatto, esso sta ampiamente raggiungendo i suoi scopi, attirando nei propri ranghi moltissimi uomini capaci, seri ed onesti, anziani stimati, dotati di lunga esperienza, e giovani di belle speranze».
I principi liberali sembrano belli, ma sottendono l’apostasia della fede, perché per i liberali quei principi derivano solamente dall’uomo, escludendo Dio; essi sono l’esca che nasconde un duro amo: piscis gaudet quando hamum non videns escam devorat.

Se si sceglie il liberalismo, allora il cattolicesimo sparisce. Impressionanti le parole di San Pio X nella Lettera apostolica Notre charge apostolique in cui viene condannato il Sillon:
[33] Vi fu un tempo in cui il Sillon, in quanto tale, era formalmente cattolico. Relativamente alla forza morale, ne conosceva soltanto una, la forza cattolica, e andava proclamando che la democrazia sarebbe stata cattolica oppure non sarebbe stata. Venne un momento in cui cambiò parere. Lasciò a ciascuno la sua religione o la sua filosofia. Smise pure di qualificarsi cattolico e, alla formula: "la democrazia sarà cattolica", sostituì quell'altra: "la democrazia non sarà anticattolica", non più d'altronde che antiebraica o antibuddista.
Se si dimenticano gli insegnamenti magisteriali preconciliari, considerandoli superati, allora la fede si spegne ed i nodi, tramite il Covid19, vengono al pettine. Le parole di San Pio X nella Notre charge apostolique sono ancora illuminanti:
[21] Il Sillon situa in primo luogo la pubblica autorità nel popolo, da cui passa poi ai governanti, ma in modo tale che continua a risiedere in esso. Orbene, Leone XIII ha formalmente condannato questa dottrina nella sua Enciclica Diuturnum illud sul Principato politico, in cui dice "Un gran numero di moderni, seguendo le orme di quanti, nel secolo scorso, si diedero il nome di filosofi, dichiarano che ogni potere deriva dal popolo; di conseguenza, quanti esercitano il potere nella società, non lo esercitano come di loro propria autorità, ma come un'autorità a essi delegata dal popolo e a condizione di poter essere revocata dalla volontà del popolo, da cui l'hanno. Del tutto opposta è la convinzione dei cattolici, che fanno derivare da Dio, come dal suo principio naturale e necessario, il diritto di comandare" (4). Indubbiamente il Sillon fa discendere da Dio questa autorità che situa anzitutto nel popolo, ma in modo tale che "essa risale dal basso per andare in alto, mentre, nell'organizzazione della Chiesa, il potere discende dall'alto per diffondersi in basso" (5). Tuttavia, oltre il fatto che è cosa anormale che il mandato salga, perché è per sua natura discendente, Leone XIII ha confutato previamente questo tentativo di conciliare la dottrina cattolica con l'errore del filosofismo. Infatti, prosegue: "È importante sottolinearlo qui; quanti presiedono al governo della cosa pubblica possono certamente, in determinati casi, essere eletti dalla volontà e dal giudizio della moltitudine, senza che ciò ripugni o si opponga alla dottrina cattolica. Tuttavia, se questa scelta designa il governante, non gli conferisce l'autorità di governare; non delega il potere, ma designa la persona che ne sarà investita" (6).
L’unico modo veramente giusto di governare la cosa pubblica, pertanto, è quello che riconosce la religione cattolica come religione di stato, essendo il cattolicesimo l’unica religione vera. Non c’è altro sistema. Questo, però, è in aperta opposizione alla dottrina liberale. Negli anni sessanta, dopo la “purificazione” e l’acquisizione all’interno della Chiesa dei valori espressi da due secoli di cultura “liberale”, sapete cosa è successo? La Santa Sede e i vescovi di tutto il mondo non hanno mancato di promuovere l'applicazione dei dettami liberali. Gli interventi con i governi si sono moltiplicati per ritirare dalle Costituzioni la menzione del cattolicesimo come religione di Stato o per rivedere i concordati al fine di introdurre la libertà religiosa (Colombia nel 1973, Vallese nel 1974, Spagna nel 1976, Perù in 1980, Italia nel 1984). Ecco l’esempio colombiano del cambiamento del Concordato con la Santa Sede nel 1973 (qui):
«Lo Stato, per quanto concerne il sentimento cattolico tradizionale della Colombia, considera la religione cattolica apostolica e romana quale elemento fondamentale al bene comune e allo sviluppo integrale della comunità nazionale. Lo Stato garantisce alla Chiesa cattolica e a coloro che vi appartengono il pieno godimento dei diritti religiosi, senza rinunciare alla giusta libertà religiosa delle altre confessioni e dei loro membri, come d'altra parte di ogni cittadino » (Acta Apostolicae Sedis 67 (1975) 421-434.)
Da considerare che, nel 1973, il 98% della popolazione colombiana era cattolico…
La dottrina della libertà religiosa vaticano-secondista, per eterogenesi dei fini, ha finito per eliminare la libertas Ecclesiae, creando una neochiesa che ora soggiace senza alcun problema, anzi compiaciuta, ai diktat dei DPCM governativi…
A noi, povere pecorelle, non resta che pregare il Signore che ci conceda santi sacerdoti, santi religiosi e religiose, sante famiglie cattoliche e, soprattutto, un Santo Padre che rimetta le cose a posto.
Sia lodato Gesù Cristo
Andrea Mondinelli

31 commenti:

Anonimo ha detto...

Certamente il liberalismo ha un grande fascino, in particolare se non lo si consce ben bene. Durante gli anni universitari lessi qualche libro sulla storia del liberalismo ma, nel tempo mi rimase solo il ricordo di una buona impressione generica. Quando negli ultimi anni si ebbe questa virata pubblica liberale, lessi un libretto di Milton Friedman che ancora mi suscitò, durante la lettura, un'ottima impressione ma, appena terminato e richiuso il piccolo libro, sorse in me spontaneo il pensiero che sarebbe stato necessario, per avere quegli ottimi risultati illustrati nel libro, un altissimo livello morale diffuso nella società tutta intera. Ecco perché, toccate con gli occhi e accolte con l'udito, tante belle idee sul come condurre la convivenza umana, tipiche del XIX e del XX secolo, che si son rivelate essere, nei fatti, mattanze spirituali e fisiche delle moltitudini, ecco perché dunque la mia condanna della chiesa modernista, CVIIista si è fatta ormai pacata ed irremovibile, perché alla chiesa sarebbe spettato il compito di educare, curare, difendere il gregge dai lupi e non, come ha fatto, prostituirsi con essi, abbandonando le pecore alle stragi del Nemico, mascherato da fatina comprensiva ed accondiscendente.

Anonimo ha detto...

I Papi di XX secoli contro i papi conciliari, qualcosa è da correggere, o hanno sbagliato i primi ed allora siamo atei perché tutto è fuffa, oppure avevano ragione e son falsi i secondi. Quindi i danni li chiederei ai secondi sia nella prima ipotesi purchè me la dimostrino (perché ci hanno ingannato nei secoli) ma soprattutto nella seconda per l'inganno attuale. A quando una causa?

Rodbertus ha detto...

E' da parecchio tempo che sono convinto che lo scopo politico dell'attuale papato sia proprio rendere la Chiesa dipendente dallo Stato.
Propongo all'attuale dirigenza della Chiesa di proclamare beato Enrico VIII, e riconoscere che fu vittima dell'integralismo di Tommaso Moro, secondo il quale la validità dei sacramenti non poteva essere definita dallo Stato.
Potrebbe essere un percorso molto breve in quanto l'eroicità delle virtù di Enrico VIII fu accertata con la sua definizione di Defensor Fidei.

Rodbertus

Anonimo ha detto...

https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/bassetti-messe-con-il-popolo-non-a-macchia-di-leopardo

Anonimo ha detto...

Ho letto oggi che alcuni laici e preti di Bergamo e provincia hanno firmato un documento di ferma condanna della richiesta della CEI di aprire le messe ai fedeli. Sono andato a guardare chi fossero queste persone e son giunto alla conclusione che il loro modo di vedere la Chiesa è assolutamente diverso dal mio.Purtroppo ho quasi la sensazione che ormai ci siano 2 chiese fra di loro inconciliabili.Un nuovo papa se anche fosse moderatamente cattolico verrebbe pubblicamente insultato da molti preti durante le omelie.

mic ha detto...

Bergamo direi che è un caso a sé... e non può essere preso come esemplarità.

Anonimo ha detto...

Wikipedia, voce Bergamo:
Sindaco Giorgio Gori (PD) dal 10/06/2014 (2º mandato dal 27/05/2019)

Wikipedia, voce Brescia:
Sindaco Emilio Del Bono (PD) dal 12-6-2013 (2º mandato dal 14-6-2018)

Anonimo ha detto...

sabato 9 maggio
recita di una corona del S. Rosario
in riparazione dell’offesa alla B. V. Maria
perpetrata tra il 27 aprile e il 1° maggio
al Santuario di Caravaggio
http://blog.messainlatino.it/2020/05/iniziativa-mil-preghiamo-il-s-rosario.html

Anonimo ha detto...

Scusi Mic l' OT:

Per favore vorrei chiedere se la Biografia di B.XVI esce oggi solo in Lingua Tedesca oppure anche in Italiano?

Grazie molte

Anonimo ha detto...

https://www.youtube.com/watch?v=Ki8WMddlgm4

LA VERA "CONTROINDICAZIONE" DELL'UNICA CURA CONTRO IL COVID: BIG PHARMA NON GUADAGNA NULLA - Amodeo

Anonimo ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/perche-bill-gates-ha-telefonato-a-giuseppi/

Perché Bill Gates ha telefonato a Giuseppi…
Maurizio Blondet 4 Maggio 2020 91 commenti
…Dicendogli (secondo i media) che occorrono “più soldi” per arrivare al vaccino universale ed obbligatorio? Perché Giuseppe Conte, membro del Club di Roma (maltusiano per la decrescita) è in primissima fila, anzi uno dei protagonisti della Pledging Conference che i caporioni globalisti tengono oggi 4 maggio...

Anonimo ha detto...

«Non si può conoscere con sicurezza se uno è un vero pastore o un mercenario, se le circostanze non impongono delle urgenti necessità. Quando tutto è in pace, generalmente, sta alla custodia del gregge tanto il pastore quanto il mercenario, ma quando il lupo assale, si comprende con quale animo ciascuno custodiva il gregge».

Così San Gregorio Magno, nell’omelia tenuta proprio la domenica del Buon Pastore.

Mai avremmo immaginato.. ha detto...

Chiesa cattolica sotto tiro: venti di persecuzione si avvicinano pericolosamente.
RASSEGNA STAMPA - Commento del Giorno 30 aprile 2020
di Pier Luigi Bianchi Cagliesi
https://www.youtube.com/watch?v=EuZDYPouwQA


Pretesto Coronavirus: come entrare nelle case per colpire le famiglie.
RASSEGNA STAMPA - Commento del Giorno 4 maggio 2020
di Pier Luigi Bianchi Cagliesi
https://www.youtube.com/watch?v=8BnsAFustRA

Anonimo ha detto...

sarà vero che BXVI in un nuovo libro dove mette in guardia contro l'anticristo riaffermi la sua posizione di vero papa contrapposto a Berg. ? e abbia così approvato il "piccolo resto" che segue tenacemente lui ?
https://www.youtube.com/watch?v=FGCieBxaD-g

Anonimo ha detto...

Macron e Conte denunciati. La Fase2 finisce in tribunale: una valanga giudiziaria?

Piccola marcia indietro del governo Conte, che ha messo a punto un Protocollo di massima, relativo alla graduale ripresa delle celebrazioni liturgiche. Se ne rallegra il presidente della Conferenza episcopale italiana, cardinale Gualtiero Bassetti, che annuncia «le linee di un accordo, che consentirà, nelle prossime settimane, sulla base dell'evoluzione della curva epidemiologica, di riprendere la celebrazione delle Messe con il popolo. Sono state utili le pressioni politiche, ma soprattutto le carte bollate. «Se il fornaio può consegnare pane fresco a chi glielo chiede, non si comprende per quale ragione un sacerdote non dovrebbe poter consegnare Pane Consacrato a un fedele», osserva il Centro Studi Rosario Livatino in un ricorso depositato ieri al Tar del Lazio. Chiedono, con un documento di 24 pagine, di annullare e sospendere l' efficacia di due decreti della presidenza del Consiglio dei ministri, emanati il 10 e il 26 aprile scorso, nelle parti in cui proibiscono le cerimonie religiose, con la sola esclusione dei funerali. Firmando, il premier e il ministro della Sanità hanno violato il Concordato, la Costituzione e svariate norme di diritto internazionale, sostengono i giuristi promotori della richiesta. In più è stata compressa e negata la libertà religiosa di tutti i credenti, non soltanto dei cattolici privati della Messa, ma anche dei musulmani che non possono celebrare il Ramadan e degli ebrei a cui è impedito di assistere ai servizi di Shabbat, anche se adottino le medesime precauzioni che permettono l' accesso in siti chiusi, come i supermercati o i luoghi di lavoro che riapriranno domani.
Disposizioni illegittime - Che le disposizioni di Palazzo Chigi non siano valide né legittime, lo sostiene anche Christian Solinas, presidente della Regione Sardegna, dove sempre da domani, benché con divieto di assembramento e muniti di regolare mascherina, si potrà assistere alle messe cosiddette "ordinarie". «Abbiamo in armonia con il Dpcm - sottolinea Solinas - sospeso le cerimonie civili e religiose ad eccezione delle cerimonie funebri con l' esclusiva partecipazione dei congiunti». Tuttavia «a livello centrale il governo ha vietato le cerimonie ma non le funzioni religiose», poiché «esiste nell' ordinamento giuridico italiano una netta distinzione tra cerimonia, funzione e pratica religiosa». Perciò «autorizziamo nel territorio regionale lo svolgimento delle funzioni eucaristiche ordinarie. Questo significa le messe ordinarie con obbligo di distanziamento tra le persone, divieti di assembramento e contatto diretto, nonché con l' obbligo della mascherina». Sarà poi compito dei vescovi adottare «appropriate linee guida sul contingentamento degli accessi e lo scaglionamento delle funzioni in ciascuna parrocchia nell' arco della giornata».
Libertà di culto -
Anche in Francia il governo è sotto attacco per aver consentito le celebrazioni religiose aperte ai fedeli solo a partire dal 2 giugno. Dopo la protesta dei vescovi transalpini, si muovono 67 deputati dell' Assemblée Nationale, con un documento pubblicato integralmente su Le Figaro nel quale si ricorda che la libertà di culto resta uno dei diritti fondamentali, che l' esecutivo non può annullare.
Più equilibrato l' approccio federalista tedesco, reso noto dalla cancelliera Angela Merkel il 30 aprile con le disposizioni che consentono di celebrare le messe in Germania, a determinate condizioni. Per quanto riguarda la riapertura dei luoghi di culto, i governatori dei Laender pensano di permettere «particolari feste religiose come battesimi, funerali o matrimoni, ma sempre in piccole cerchie», rispettando la distanza di 1,5 metri e regole igieniche.
https://www.liberoquotidiano.it/news/politica/22439136/emmanuel_macron_giuseppe_conte_fase_2_denunciati_chiese_chiuse_messe.html

Anonimo ha detto...

Mi chiedo se in Italia non si stia ripetendo quanto avviene in Cina, là dove, credendo di favorire la libertà religiosa e la riunificazione della Chiesa Cattolica (Patriottica e Clandestina) si accetta il patteggiamento e il compromesso con lo Stato (dichiaratamente comunista!) ed i suoi conseguenti condizionamenti, apertamente rifiutati da numerosi Vescovi e Fedeli, molti dei quali, non solo in passato, ma tutt’ora sono perseguitati o imprigionati o con le loro Chiese distrutte! Se non la corrispondenza del parallelismo, tuttavia l’analogia dell’affinità nasce paurosamente spontanea e legittima, soprattutto se si guarda alle possibili evoluzioni future, magari addolcite ma pur sempre abusivamente vincolanti. Che se poi così avvenisse, non si dica che il Vaticano e la CEI non ne hanno alcuna responsabilità!

fabrizio giudici ha detto...

http://blog.messainlatino.it/2020/05/iniziativa-mil-preghiamo-il-s-rosario.html
https://santorosarioperlitalia.net/2020/05/05/rosario-di-riparazione-alloffesa-di-caravaggio/

Sabato 9 maggio

recita di una corona del S. Rosario
in riparazione dell’offesa alla B. V. Maria
perpetrata tra il 27 aprile e il 1° maggio
al Santuario di Caravaggio.

Mah ! ha detto...

Piccola marcia indietro del governo Conte, che ha messo a punto un Protocollo di massima, relativo alla graduale ripresa delle celebrazioni liturgiche...

Visto che ormai bisogna ricorrere a lui , ci dica il signor Conte se dobbiamo cibarci o meno dell'Eucaristia e come dobbiamo farlo ; via e mail ? Via portalettere ? Via ministri /e dell'Eucaristia che pullulavano fino alla II Domenica di Quaresima ? Via Amazon ?Dal tabaccaio ?
Ci dobbiamo accontentare delle piadine e/o della cialledda , del pane che perisce ?.

Per l'affidamento cosa consiglia l'esperto attore di turno , ci inviera' la supplica concordata che si puo' leggere ovunque anche in ... ?

Gianniz ha detto...

Le loro eccellenze/eminenze sembra che amino la ‘finzione’. Finti affidamenti a Maria, finte Messe... Speriamo che non sia finta la loro fede E nemmeno e le loro omelie (che qualche volta lo sembrano proprio!).

Anonimo ha detto...

"I cattolici perdono la Fede. Non hanno più la Fede nella Chiesa cattolica. Non credono più che ci sia una sola vera religione, che ci sia un solo e vero Dio, la Santissima Trinità. La Fede scompare quando l’esempio e lo scandalo vengono da così in alto, da colui che siede sul Trono di Pietro e da quasi tutti i vescovi".

Mons. Marcel Lefebvre

Anonimo ha detto...

«[...] La parabola della nostra società scristianizzata inverte i poli su cui si è formata la nostra società: la sfera sessuale appartiene all’intimità, la sfera religiosa appartiene alla libera manifestazione della fede. Invece, da tempo, e a prescindere dal contagio, si è invertita la polarità: è lecito esibire le proprie preferenze sessuali, la propria pratica e i propri orientamenti, anzi può essere ostentata con orgoglio (i famosi pride); mentre la fede devi tenertela per te, devi nasconderla, perché lo spazio pubblico è laico e ciò che è religioso è solo intimo. Questa, nella migliore delle ipotesi, è la riforma protestante applicata alla religione cattolica; nella peggiore è la riduzione della fede a un bisogno intruso e scorretto, che puoi tener vivo solo nella mente e nel cuore, non per strada. [...]»
(Marcello Veneziani)

Anonimo ha detto...

VI RACCONTO UNA MESSA IN ORDINARIA PERSECUZIONE

Catacombe. E’ questa la parola che mi rimbalzava nella testa.

Dopo due mesi di “astinenza”, persino io, la cui malvagità è nota, ho sentito l’irrefrenabile bisogno di tornare a Messa. Per noi giovani è assai più complicato. Le funzioni quotidiane sono riservate agli “anziani”, ai gruppi più ferventi delle parrocchie. Non è facile inserirsi, provare a elemosinare, come i cagnolini evangelici, le briciole dei figlioli.

E’ andata bene. Spesso si trova un prete compassionevole. Confessione e persino Comunione. Che gioia.

Il clima, però, è da brividi. Il terrore nei sacerdoti palpabile. Sono brave persone. Ligie alle regole. Mica come me. Le celebrazioni devono essere assolutamente ristrette, con massimo 5/6 partecipanti. Guanti e mascherine. Niente strette di mano e ampie violazioni del rito. Il che rende più difficile il tutto.
E poi bisogna chiudere il cancello. Non si sa mai. E anche il portone della chiesa. Meglio a chiave. Può entrare la polizia. I carabinieri. I vigili. I vandali. Possono esserci delle ripercussioni, delle conseguenze, delle violenze. Si vive la Messa con ansia, perché a tutti i cristiani è noto che l’obiettivo siamo noi. Ma quale Coronavirus signori, qui continuiamo a nasconderci dietro un dito.

Lo sanno i preti, lo sanno i vescovi, e credo lo sappia benissimo il caro Bergoglio. Quel pontefice che non esito a criticare. Con ferocia. E tanti lo dicono: “Lo fa perché lui sa”. Già, ma cosa? Che se il contagio dovesse risalire, forze neanche troppo occulte sarebbero pronte a puntare l’indice sui cristiani. Gli untori. Così come fece Nerone con l’incendio di Roma. E tante altre volte nella storia della Chiesa.

Voci che si rincorrono, paura. Inutile suggerire che, al massimo, ci sarebbe una multa. E, francamente, chi di multe ne ha collezionato per tutta la vita trova arduo averne timore.
Ma i ferventi ritengono che per loro non sarebbe solo una multa. Si sentono perseguitati. Vivono la persecuzione. Perché, in verità, di persecuzione si tratta. Quando tutti possono entrare nei supermarket e nei tabaccai, nei tram e nelle metro, sugli aerei e sui treni, ammassarsi in piazza per il 25 aprile, ma tu in chiesa non ci puoi andare, soprattutto per fare Messa, per ricevere l’Eucaristia, è impossibile non tornare a quella parola che ti rimbalzava nella testa: catacombe.

E’ questo il destino della Chiesa. Lo sanno i preti, lo sanno i vescovi, e credo lo sappia benissimo il caro Bergoglio.
Ma in fondo non siamo qui per questo? Non è il martirio la nostra ambizione?

Non è facile essere martiri. Non è sufficiente lasciarsi trafiggere da lorsignori senza mozzargli l’orecchio, come fece Pietro. Il vero martire non solo deve lasciarsi umiliare e annientare. Deve farlo amando. Ovvero, tecnicamente, provando un sincero amore per i suoi persecutori e anelando la loro salvezza eterna. Altrimenti, che merito hai?
E’ difficile. Non fa per me. Ci sono alternative?

Anonimo ha detto...

Mons. Schneider La messa negata grave omissisone dei vescovi

John Henry Westen apre il suo podcast dicendo: – È sempre un onore parlare con il vescovo Athanasius Schneider. Oggi sul mio podcast abbiamo parlato dell’impatto che il coronavirus sta avendo sui cattolici di tutto il mondo -.

Oltre ad affermare che egli crede che il virus sia una punizione di Dio intesa a “risvegliare” il mondo e la Chiesa per fare penitenza per i crimini dentro e fuori la Chiesa – specialmente gli abusi liturgici e l’aborto – Sua Eccellenza mi ha detto che i governi di tutto il mondo stanno usando COVID-19 come pretesto per “perseguitare implicitamente” i cristiani, costringendo le chiese a chiudere.

“I vescovi e le conferenze episcopali – e anche la Santa Sede – dovrebbero insistere affinché i governi diano alle chiese almeno gli stessi diritti… che danno ai negozi dove la gente può comprare il cibo”, ha detto Sua Eccellenza. “Se il governo nega alla chiesa gli stessi diritti che danno a un negozio, allora questa è una discriminazione della religione”.

Ho chiesto al vescovo Schneider cosa ne pensa dei negozi di liquori ancora aperti e di come alcuni vescovi stiano indirizzando i loro sacerdoti a non offrire messe pubbliche.

I vescovi dovrebbero “essere felici” che i sacerdoti usino il loro “zelo creativo per i fedeli” per assicurarsi che ricevano i sacramenti, ha detto. I vescovi che non insistono sul fatto che le chiese debbano essere aperte commettono una “grave omissione”.

Durante la peste del suo tempo, continuava il vescovo Schneider, San Carlo Borromeo “ordinò che i sacerdoti celebrassero la Santa Messa nelle piazze, nei luoghi pubblici delle strade – all’angolo delle strade – per moltiplicare le messe in modo che la gente potesse assistere dalle loro finestre”.

La corrispondente di LifeSite, Dorothy Cummings McLean, ha recentemente riferito che il Regno Unito potrebbe rimanere chiuso fino a dopo Natale. Il vescovo Schneider ha detto che le restrizioni dell’Inghilterra sono “completamente contro ogni ragionevolezza di proporzionalità”. Gli ordini emessi in Gran Bretagna dal governo, ha detto, sono “una sorta di discriminazione e di persecuzione della Chiesa”.

Sua Eccellenza ha continuato le sue osservazioni teorizzando che “potrebbe essere che stiamo attraversando un periodo delle catacombe – una specie di chiesa sotterranea”. Ma non dobbiamo avere paura. Dobbiamo essere coraggiosi, perché la chiesa ha molta… esperienza di essere una chiesa catacombale, una chiesa sotterranea. E in quei tempi di catacombe, Dio ha dato molti frutti spirituali per il rinnovamento della Chiesa”.

Silvio Brachetta ha detto...

"Violazione delle leggi dello Stato e canoniche, sottomissione politica, accettazione che il governo dettasse la liturgia, responsabilità dei vescovi che non hanno protestato. Con la vicenda delle Messe negate si sono dettate le regole tipiche di una “Chiesa di Stato”, nella forma già tracciata dalla “Costituzione civile del clero” del 1791".
Stefano Fontana

https://lanuovabq.it/it/come-la-chiesa-e-diventata-di-stato-in-dieci-mosse

Anonimo ha detto...

Oggi alla Camera voto per la Messa.
Se qualcuno non se ne fosse accordo, se il Parlamento arriva a legiferare sulla possibilità o meno di celebrare le Sante Messe, significa che siamo arrivati a una Chiesa di Stato come la Chiesa d'Inghilterra, oppure, per i più pessimisti, come la Cina.
Inaccettabile.

Anonimo ha detto...

Gli italiani non vedono la gravità del pericolo

"Si deve badare a quanto avviene, una sicurezza inconsiderata porta molti italiani a mancare di prudenza e di previdenza, per cui o non vedono la gravità del pericolo, o non tengono conto della realtà. Ora sono in pericolo la fede degli avi e la salvezza assicurata agli uomini da Gesù Cristo, e conseguentemente anche i benefìci della civiltà cristiana. Infatti, la setta dei Massoni, non temendo nulla, non indietreggiando davanti a nessuno, aumenta ogni giorno d’audacia: il suo contagio è penetrato in tutte le comunità ed essa si sforza sempre più per insinuarsi in tutte le istituzioni pubbliche, cospirando in tal modo, secondo la sua abitudine, per strappare al popolo italiano la religione cattolica, principio e sorgente dei beni supremi."

Leone XIII, Inimica Vis

Anonimo ha detto...

Da Camera ok a messe con accordo con Ce
https://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2020/05/06/da-camera-ok-a-messe-con-accordo-con-ce_0d3fc88d-563f-4e25-b03c-de1fe1a90167.html

Ci voleva molto per capire che se in autobus si può andare, si dovrebbe poter andare pure a messa, colle medesime precauzioni? Ci voleva molto per capire che se al supermercato o al tabacchino si poteva andare, lo si sarebbe potuto fare pure per la messa? Ci voleva molto per capire che se deputati e senatori potevano riunirsi a centinaia nelle rispettive aule legislative colle dovute precauzioni, lo si poteva fare pure nelle chiese e nelle messe? Si ci voleva molto. E la politica lo ha capito prima dei vescovi! Da tutta questa storia i vescovi italiani ne escono in una maniera a dir poco miserabile e squallida. Si sono comportati da pavidi, da mercenari che pensano solo a salvarsi infischiandosene del gregge loro affidato. Da clericali che considerano il laicato al pari di imbecilli senza diritti e senza dignità. E meno male che in questi ultimi sessant'anni il ruolo dei fedeli laici è stato il tema più gettonato per ogni iniziativa ed usato per motivare e giustificare tutto! Al primo problema tutti sono scappati, tutti si sono rinchiusi nelle proprie canoniche, nei propri palazzi episcopali o negli ospizi apostolici e ai laici è stata servita la messa "streaming". Non è la prima volta che i pastori si comportano da mercenari e da traditori. Gli apostoli hanno inaugurato la collegialità episcopale oggi tanto sbandierata: nel momento del pericolo ognuno ha pensato a salvare la propria pelle, e senza neppure bisogno di votare o di riunirsi in sinodo! Su dodici apostoli uno solo ha seguito Cristo fino al calvario. Gli altri han pensato solo a nascondersi, a salvarsi, abbandonando Cristo nelle mani dei carnefici. Con quale coraggio i vescovi italiani torneranno a parlare di messa, di eucaristia, di comunione frequente, di laicato adulto e di chiesa-comunione? Con quale autorevolezza i vescovi che han detto il falso ai fedeli presentando come in presa diretta un affidamento a Maria registrato giorni prima? Ecco questo piccolissimo fatto esprime molto bene sia l'ignobile mentalità dei vescovi e sia la reale considerazione che hanno dei laici, ed in ultima analisi pure la considerazione che hanno di Dio: non si vergognano neppure di mentire! "Funzionari" (cit.). "Vescovi carrieristi" (altra cit.). Con la non piccola differenza che ad essersi comportato come funzionario e in qualche modo pure "carrierista" (che nella fattispecie significa menefreghista) è pure il vescovo autore delle "litanie" degli insulti. Papale papale.

Anonimo ha detto...

Bergoglio on solo è intervenuto per la regolarizzazione di centinaia di migliaia di migranti ma lavora da tempo per un riavvicinamento tra il Vaticano e la Cina. Un atteggiamento che non smette di creare polemiche.
Ora il terreno di scontro è la “diplomazia degli aiuti” della Cina verso i Paesi europei per soccorrere le nazioni più colpite dall’epidemia Covid-19. Lo scrive il sito insideover.com. Hanno fatto scalpore le parole del direttore della Sala Stampa vaticana Matteo Bruni. “La Santa Sede apprezza il generoso gesto ed esprime riconoscenza ai Vescovi, ai fedeli cattolici, alle istituzioni e a tutti gli altri cittadini cinesi per questa iniziativa umanitaria, assicurandoli della stima e delle preghiere del Santo Padre”. Parole che hanno fatto irritare il Cardinale americano Raymond Leo Burke che ha fatto immediatamente notare come il Vaticano si sia affrettato a ringraziare la Cina ma abbia invece taciuto sull’aiuto ricevuto da Taiwan, l’arci-nemica cinese, considerata da Pechino parte del proprio territorio e non uno stato indipendente. Il governo di Taipei aveva donato 280mila mascherine al Vaticano in segno di solidarietà per la loro storica vicinanza.

Papa Francesco è sopratutto interessato con la Cina “a creare quelle condizioni per una più ampia collaborazione a livello bilaterale con l’auspicio che tale intesa possa favorire un fecondo e lungimirante percorso di dialogo istituzionale e contribuisca positivamente alla vita della Chiesa cattolica in Cina”, si poteva leggere in una nota vaticana. Intenzioni che vanno in netto contrasto con le ultime mosse politiche e diplomatiche dell'amministrazione Usa guidata da Donald Trump, che accusa la Cina di aver creato il coronavirus in laboratorio.

Anonimo ha detto...

Nel cristianesimo la salvezza dell'anima vale più di quella del corpo. Ma i presuli hanno bloccato le funzioni quando i bar erano ancora aperti. Parlano di criticità irrisolvibili perché per loro i sacramenti sono un optional.

Aloisius ha detto...

Torno all'articolo e mi chiedo:
perché sulla questione dei rapporti fra Stato e Chiesa non ci si confronta sul principio basilare del Signore Gesù del separare Dio da Cesare dando a ciascuno ciò che è suo?
Affermare che l'unica forma valida di Stato è quella in cui la religione cattolica deve essere di Stato, perché l'autorità viene dall'alto, non mischia diversi piani, creando uno Stato confessionale a cui devono sottomettersi anche gli atei o coloro che cristiani non sono?
Non si risolve nell'imposizione del cristianesimo a coloro che non lo amano o lo rifiutano?
Gesù come si comportava con coloro che rifiutavano la Sua Parola?
Andò forse da Pilato o da Erode a chiedere di inserire il Suo Vangelo come religione di Stato?

Gli imperatori del medio evo e l'ordine feudale, venivano "dall'alto" secondo la concezione esposta nell'articolo, ma nella pratica, era un ordine giusto?
Il trattamento dei servi della gleba, lo 'ius primae noctis', le stragi fisiche degli eretici, erano di provenienza divina?

Condivido le considerazioni di mons Sheen, di San Pio X sulla natura subdola del liberalismo, ma nella pratica vedo che la religione, quando diventa "di Stato", e quindi imposta perché di Cesare, si insozza.
Crea una religione patriottica in modo analoga a quella cinese, anche se dominante.

Spero di ricevere risposte chiarificatrici con carità cristiana e non offese e giudizi sulla mia persona, peraltro sconosciuta, come capita sovente nel blog.

Anonimo ha detto...

@ Aloisius
quello che posso dire, nulla sapendo di diritto, che lo Stato come la Chiesa dovrebbero essere come una famiglia dove padre e madre si devono occupare della formazione ed educazione dei figli, assumendosene la responsabilità per ogni figlio e per tutti i figli, una responsabilità che non cessa con la maggiore età dei figli, ma continua ampliandosi ai figli dei figli e ai nonni e bisnonni. Tutti i problemi che ci piovono ora addosso dipendono dal fatto che né lo stato, né la chiesa hanno adempiuto onestamente il loro dovere. Entrambi, chiesa e stato hanno tradito,sono venuti meno al loro dovere. La chiesa chiaramente dal CVII, ma dal modernismo già segnali pesanti erano presenti. Lo stato Italiano è nato male fin dalla sua unità, dove alcune elites, non tutte, hanno fatto l'Italia senza poi riuscire a fare altrettanto presto gli Italiani come nel pensier si erano finti. Lessi su un libro di storia anni addietro che, dopo l'unità militare, l'unità economica si ebbe con la saldatura tra l'alta borghesia industriale del settentrione ed i latifondisti del meridione. L'unità di fatto dell'Italia, al di là delle sue tormentate vicende storiche, fu sempre tessuta dalla Chiesa, contro la quale sempre combatterono molte elites italiane e straniere, cioè europee in particolare. Ora finché nella Chiesa prevalse NSGC, malgrado pecore nere ed infiltrazioni, l'Italia ha potuto manifestare al meglio il suo genio in ogni ambito dello scibile e dell'agire umano, quando la chiesa si è fatta mondana, l'Italia e le nazioni sono collassati. Oggi in realtà non esiste più l'Italia e non esistono più le nazioni, oggi chiesa e stato non esistono più, oggi esiste una plutocrazia cosmopolita che manovra, da dietro le quinte, chiesa e stato. Tuttavia ho la certezza che è tempo di prendere la ramazza e far pulizia, prima di tutto nella chiesa, ora. Subito. Solo se la chiesa tornerà ad essere la Chiesa il mondo presto,prestissimo si rialzerà con le sue forze cristiane, cristianizzate, che pur son seminate in ogni dove. Allora Chiesa e Stato, ognuno con la sua identità, con le sue specificità,le sue prerogative, con i suoi compiti particolari, educheranno, formeranno, lavoreranno per il bene delle nazioni, dei popoli che nelle nazioni sono nati, che su quel territorio hanno sepolti i propri padri, i propri avi. Sintetizzando se ognuno farà con tutte le sue forze il suo dovere specifico, Chiesa e Stato non sconfineranno nel campo dell'altra e/o nel campo dell'altro, nè lasceranno sguarniti i propri confini, allora sapranno collaborare in piena, reciproca fiducia.