Mons. Athanasius Schneider: l’Appello per la Chiesa e il mondo è un catalizzatore per un onesto dibattito
L'8 maggio 2020 è stato pubblicato un testo intitolato Appello per la Chiesa e il mondo ai cattolici e a agli uomini di buona volontà [qui]. Tra i primi firmatari c’erano, tra gli altri, tre Cardinali, nove Vescovi, undici medici, ventidue giornalisti e tredici avvocati.
È sorprendente come i rappresentanti dell’establishment ecclesiastico e politico e dei mass media abbiano screditato all’unisono, secondo il pensiero mainstream, la preoccupazione dell’Appello con l’argomento demolitore (“knock-out argument”) della “teoria di cospirazione”, in modo da troncare ogni ulteriore discussione sul nascere. Ricordo una simile forma di reazione e di linguaggio al tempo della dittatura sovietica, quando i dissidenti e i critici dell’ideologia e della politica dominante venivano accusati di complicità con la “teoria di cospirazione” dell’Occidente capitalista.
I critici dell’Appello si rifiutano di prendere atto delle prove, come ad esempio il confronto tra i dati ufficiali del tasso di mortalità dello stesso periodo per la stagione influenzale 2017/18 e l’attuale epidemia di Covid-19 in Germania, in cui il tasso di mortalità è molto più basso. Esistono Paesi con moderate misure di sicurezza e prevenzione per il Coronavirus che per questo motivo non hanno un tasso di mortalità più elevato. Se il riconoscimento di fatti ovvi e la loro discussione è etichettato come una “teoria della cospirazione”, allora i motivi di preoccupazione circa l’esistenza di sottili forme di dittatura nella nostra società sono ben fondati per ogni persona che pensa ancora in modo autonomo. Com’è noto, l’eliminazione o il discredito del dibattito sociale e delle voci non allineate è una caratteristica principale di un regime totalitario, la cui prima arma contro i dissidenti non sono gli argomenti di fatto, quanto piuttosto il ricorso ad una retorica demagogica e populista. Solo le dittature temono dibattiti oggettivi in caso di divergenze di opinione.
L’Appello non nega l’esistenza di un’epidemia e la necessità di combatterla. Tuttavia, alcune delle misure di sicurezza e prevenzione implicano l’imposizione forzata di forme di sorveglianza totale delle persone, che con il pretesto di un’epidemia violano le libertà civili fondamentali e l’ordine democratico dello Stato. Estremamente pericolosa è anche l’annunciata vaccinazione obbligatoria, che esclude qualsiasi alternativa, con le conseguenze prevedibili della restrizione delle libertà personali. Di conseguenza, i cittadini si stanno abituando alle forme di una tirannide tecnocratica e diretta a livello centrale, con la conseguenza che il coraggio civico, il pensiero indipendente e soprattutto qualsiasi resistenza sono gravemente paralizzati.
Un aspetto delle misure di sicurezza e prevenzione, attuato in modo analogo in quasi tutti i Paesi, consiste nel drastico divieto del culto pubblico, che in tale implacabilità esisteva solo in tempi di una sistematica persecuzione dei Cristiani. La cosa assolutamente nuova è anche il fatto che le autorità statali in alcuni luoghi prescrivono alla Chiesa persino norme liturgiche, come il modo di distribuire la Santa Comunione: un’interferenza in questioni che appartengono alla responsabilità immediata della Chiesa. Un giorno la Storia ricorderà con rammarico i chierici di regime del nostro tempo che hanno accettato servilmente tali interferenze da parte dell’autorità statale. La Storia ha sempre deplorato il fatto che in tempi di grande crisi la maggioranza sia rimasta in silenzio e le voci dei dissidenti siano state soffocate. All’Appello per la Chiesa e per il mondo dovrebbe essere almeno data con equità la possibilità di avviare un dibattito onesto, senza timore di rappresaglie sociali e morali, come è richiesto in una società democratica.
+ Mons. Athanasius Schneider, Vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Maria Santissima in Astana
13 maggio 2020
2 commenti:
Mons Schneider, sempre in prima linea in tutte le situazioni più controverse.
L’Appello non nega l’esistenza di un’epidemia e la necessità di combatterla. Tuttavia, alcune delle misure di sicurezza e prevenzione implicano l’imposizione forzata di forme di sorveglianza totale delle persone, che con il pretesto di un’epidemia violano le libertà civili fondamentali e l’ordine democratico dello Stato. Estremamente pericolosa è anche l’annunciata vaccinazione obbligatoria, che esclude qualsiasi alternativa, con le conseguenze prevedibili della restrizione delle libertà personali. Di conseguenza, i cittadini si stanno abituando alle forme di una tirannide tecnocratica e diretta a livello centrale, con la conseguenza che il coraggio civico, il pensiero indipendente e soprattutto qualsiasi resistenza sono gravemente paralizzati.
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