Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 31 ottobre 2021

“Nessuno può essere allo stesso tempo un buon cattolico e un vero socialista”. Cristo Signore, universorum Rex, nella Liturgia e nella vita

Per onorare la Festa di oggi secondo il Calendario Liturgico Vetus Ordo, oltre a richiamare i precedenti che possono aiutare l'approfondimento dei nuovi lettori, offro alla vostra attenzione, nella nostra traduzione da OnePeterFive, un articolo di Padre John Zuhlsdorf, il cui titolo riporta una frase di Pio XI: “Nessuno può essere allo stesso tempo un buon cattolico e un vero socialista”. 
Nella sostanza l'autore ci offre un affresco su questa ricorrenza che chi è fedele alla Messa antica ancora celebra e difende dai tagli selvaggi dei novatori di ogni ordine e grado. 
Richiamo la vostra attenzione sui link sotto riportati e, in particolare, sull'Inno Te sæculórum Príncipem, che troverete pubblicato con l'indicazione delle strofe inopinatamente soppresse (nel Mattutino e nelle Lodi) e quindi non più né pregate né meditate sui nuovi breviari... Tagli purtroppo rivelativi di quanto più volte sottolineato, che ci viene ricordato e dimostrato con alcuni esempi anche da padre  Zuhlsdorf : "Si cambi il modo in cui noi cattolici preghiamo e, col tempo, anche la fede cattolica cambierà".
- Leone XIII: Atto di Consacrazione del genere umano a Cristo Re - Inno Te saeculorum principem
“Nessuno può essere allo stesso tempo un buon cattolico e un vero socialista” 

Siamo nella prima metà del XX secolo. Le famiglie reali europee crollano una dopo l’altra. Il materialismo secolare e ateo è in ascesa. Sulla scia di quell’atroce carneficina che è stata la Prima Guerra Mondiale, Papa Pio XI osserva i segni di quanto vede verificarsi nel mondo e, nel 1922, pubblica la lettera enciclica Ubi arcano che guida il popolo dei fedeli alla “Pace di Cristo nel Regno di Cristo”. Nel 1925 crea la Festività di Cristo Re con la sua enciclica Quas primas, fissandone la data per l’ultima domenica del mese che i comunisti hanno adottato per esaltare la loro “rivoluzione permanente”: ottobre.
Per una diabolica coincidenza ironica, l’espressione “rivoluzione permanente” è stata utilizzata per la prima volta da Karl Marx nel 1844 in un’opera intitolata La sacra famiglia. Il diavolo rivela sempre quello che sta per fare.

Oltretutto, scegliendo l’ultima domenica d’ottobre, Pio XI posiziona la Festività di Cristo Re subito prima della Festività di Ognissanti e del mese di novembre, durante il quale e per mezzo della cui parte finale — in cui comincia l’Avvento — la nostra Madre Chiesa ci conduce a un’intensa riflessione liturgica sugli Ultimissimi: la morte, il giudizio, il paradiso e l’inferno. In altre parole, essa ci offre una stagione salutare per riorganizzare in modo appropriato le nostre priorità.

Papa Pio XI sottolinea che la Chiesa ha il dominio e l’autorità su tutte le cose create. Cristo è il Re dei re e Signore dei signori (Ap 19, 16). Per questo egli afferma che tanto gli individui come le varie società nel loro insieme sono obbligati a sottomettersi a Cristo in quanto loro Re.

Ciò vale anche per gli Stati-nazione.
Magari fosse stato ascoltato!

Se non regna Cristo, nei luoghi in cui Cristo è stato rifiutato, gli uomini si espongono al pericolo di diventare arnesi depersonalizzati a disposizione dei potenti nel carnaio dell’ateismo. Conoscerete sicuramente la famigerata e raccapricciante immagine utilizzata da Vladimir Ilyich Lenin (†1924) per esprimere la necessità che muoiano anche milioni di persone purché l’obiettivo socialista possa essere raggiunto: “Per fare una frittata bisogna prima rompere le uova!”. [1]

Come scrive Pio XI nella sua enciclica del 1931 Quadragesimo anno, “nessuno può essere allo stesso tempo un buon cattolico e un vero socialista”.
All’epoca, Pio XI non ricevette alcuna replica né da Pennsylvania Avenue [2] né dal podio della Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti.

Pio XI aggiunge:
Tutte queste verità pertanto, da Noi richiamate e confermate solennemente con la Nostra autorità, si debbono applicare del pari a una totale nuova forma o condotta del socialismo poco nota finora in verità, ma che al presente si va diffondendo tra molti gruppi di socialisti. Esso attende soprattutto a informare di sé gli animi e i costumi; particolarmente alletta sotto colore di amicizia la tenera infanzia per trascinarla, seco, ma abbraccia altresì la moltitudine degli uomini adulti; per formare infine “l’uomo socialistico”, sul quale vuole appoggiare l’umana società plasmata secondo le massime del socialismo.
Oggi siamo di nuovo testimoni della crescita di viticci di socialismo che si insinuano in ogni fessura possibile della nostra società sempre più in frantumi. Dopo decenni di propaganda nel mondo accademico, gli ideologi sono riusciti a forgiare un paio di generazioni che non sanno nulla di educazione civica e di storia. Essi hanno soffocato l’innata curiosità e la capacità di ragionare degli studenti. Per mezzo di un’inarrestabile programmazione sociale e delle punizioni inflitte ai tentativi di utilizzare la ragione in modo indipendente, hanno prodotto tanti piccoli pappagalli obbedienti che garriscono nella piazza pubblica.

A proposito di uova rotte, un meme che ho visto ieri riassume in modo efficace le conseguenze di questo programma di lavaggio del cervello finalizzato a indirizzare gli individui a sinistra e di istupidimento scolastico, che era stato preparato da tempo. Una giovane donna con un avatar vispo e sogghignante ha postato questo testo: “Pensate del socialismo come di un prodotto di pasticceria innovativo. Solo perché molti hanno fatto un casino nella loro cucina provando a cucinarlo, non significa che si possa andare in giro a dichiarare che ci si rifiuta di mangiare mai più il soufflé! Significa solo che bisogna sforzarsi di più!”.

Ciò ha provocato una risposta pungente e molto appropriata: la foto in bianco e nero di soldati in prossimità di rovine, in piedi su teschi e ossa, con la didascalia: “Oh, no! Ho bruciato di nuovo il soufflé!”.

Ahimè, come ci si può aspettare che i politici o l’elettorato delle nostre democrazie ascoltino la sostanza dell’esortazione di Pio XI, sapendo che nei decenni successivi ad essa i riformatori del rito liturgico della Chiesa hanno minato la chiarezza del Potere Regale di Cristo qui e ora, sulle istituzioni umane, a favore di un futuro instaurarsi di quel Regno dopo la Seconda Venuta?

Lex orandiLex credendi, suona la frase ben nota, che è fondamentale per farci comprendere la relazione reciproca tra il modo in cui preghiamo come Chiesa e quello in cui crediamo come individui che devono vivere e agire nella sfera pubblica secondo la vocazione di ciascuno.

Si cambi il modo in cui noi cattolici preghiamo e, col tempo, anche la fede cattolica cambierà. E lo faranno anche, inevitabilmente, le nostre vite. Adesso capite perché alcuni dei nostri pastori e dei loro lecchini, sui media cosiddetti cattolici — in barba a Pio XI —, affermano che “non è possibile essere un buon cattolico e non essere allo stesso tempo un vero socialista”?

Si cambi il modo in cui preghiamo e, col tempo, noi cattolici cominceremo a credere e ad agire nella sfera pubblica in modi che sarebbero stati irriconoscibili per i nostri antenati.

È per questo che il contenuto delle preghiere liturgiche è così importante.

Recentemente ho letto l’affermazione secondo la quale se solo noi “arricchissimo” il Novus Ordo con uno stile tradizionale di celebrazione, di paramenti, di utilizzare l’incenso, etc., ciò sarebbe sufficiente a soddisfare le necessità della Tradizione. Questo dimostra che tanto il desiderio di un numero sempre maggiore di fedeli di partecipare alla sacra liturgia tradizionale come le autentiche divergenze che esistono tra il Vetus Ordo e il Novus Ordo sono completamente fraintesi.

Non è solo questione di avere un chierichetto con la tonaca e la cotta o ragazze coi capelli raccolti a coda di cavallo e che indossano orecchini e tela di sacco. Non è solo questione di avere la Messa orientata ad orientem o versus populum (anche se questi sono elementi teologicamente importanti, non una mera materia di stile). Non si tratta solo della differenza tra l’organo a canne e il piano elettronico accompagnato da tamburi e chitarre stonate.

Il contenuto delle preghiere che cambia ogni giorno, nell’arco di un anno, è sorprendentemente differente nei due riti, il Vetus e il Novus.

Per fare un esempio significativo, si possono comparare le preghiere della colletta della Vetus Ordo con quelle della Novus Ordo per la Festività di Cristo Re. Dato che lo spazio e il tempo a nostra disposizione sono esigui, riporterò solamente le traduzioni estremamente letterali invece dell’originale latino e delle traduzioni ufficiali. Nella Vetus leggiamo:
Dio Onnipotente ed eterno, Che nel Tuo Figlio diletto, Re dell’intero universo, hai voluto ristabilire tutte le cose, concedici propizio che tutte le famiglie delle nazioni, separate dalla ferita del peccato, possano essere condotte sotto la Sua dolcissima sovranità.
Nazioni. Qui e ora. La Regalità di Cristo su tutte le istituzioni umane dev’essere riconosciuta.
Nella versione Novus Ordo, realizzata dagli esperti del Concilio, leggiamo:
Dio Onnipotente ed eterno, Che hai voluto rinnovare tutte le cose nel Tuo Figlio diletto, Re dell’Universo, concedici misericordiosamente che l’intera creazione, liberata dalla schiavitù, possa servire in modo solerte la Tua maestà e lodarTi grandemente, senza fine.
Non viene introdotto alcun dubbio sul fatto che Cristo sia il Re dell’universo. Il concetto di peccato non è esplicito, ma è implicato dal termine “schiavitù”. Il riferimento alle nazioni, alla sfera secolare, è sparito.

Decidete voi.

Se si procede alla comparazione dei testi paralleli, settimana dopo settimana, seguendo il ciclo dell’anno liturgico della Chiesa, si nota che quelli che cadono in giorni differenti dell’anno mostrano un cambiamento di contenuto.

Si cambi il modo in cui preghiamo e si cambierà ciò in cui crediamo. Si cambi queste due cose e si cambierà il modo in cui viviamo la nostra vita privata e pubblica.

Cosa possiamo fare? Come l’anziano tecnico delle luci di Sam Gamgee [3] soleva dire: “Il lavoro che richiede più tempo per essere completato è quello che non viene mai cominciato”. Dobbiamo affrontare la sfida con paziente perseveranza e con l’atteggiamento di chi costruisce una casa un mattone dopo l’altro.

Traendo ispirazione dall’ammonizione presente all’interno della preghiera dopo la Comunione nella liturgia Vetus Ordo per la Festività di Cristo Re (traduzione mia):
Ti supplichiamo, O Signore, nutriscici con questo nutrimento immortale, in modo che noi che ci gloriamo di combattere sotto il vessillo di Cristo Re possiamo regnare per sempre con Lui sul trono celeste.
Si noti l’immagine utilizzata, che ricorda in modo energico che siamo membri della Chiesa militante. C’è un nemico che lavora incessantemente per cercare di privare Cristo Re del trono dei nostri cuori. Ci combatte senza sosta. Dobbiamo resistere e combattere sotto il vessillo del Re, usando come armi tutti i doni salutari che il nostro Re ha elargito alla Chiesa.

E ora, la preghiera dopo la Comunione della liturgia Novus Ordo:
O Signore, ti supplichiamo affinché i Tuoi misteri sacramentali possano perfezionare in noi ciò che essi contengono, concedendoci di afferrare nella realtà delle cose quel che stiamo facendo ora per mezzo di gesti esteriori.
Decidete voi. Ecco una lista di elementi importanti per questa tradizionale domenica di Cristo Re.

In Quas primas Pio XI ha richiesto che in questa Festività si recitasse pubblicamente l’Atto di consacrazione del genere umano al Sacro Cuore di Gesù. Facendolo, si può ottenere l’indulgenza plenaria.

Sforzatevi di trovare una chiesa o una cappella dove la Festività verrà celebrata domenica prossima e partecipatevi. Confessatevi. Ottenete l’indulgenza. Rendete salda la vostra fedeltà a Cristo, Re non solo dell’intimo dei cuori, ma di ogni strada, casa e nazione della Terra.

E dato che siamo tutti coinvolti in questa chiamata, potreste forse anche invitare qualcuno che non ha mai partecipato alla messa tradizionale in latino a venire con voi.

Mi viene in mente che alcuni di voi potrebbero non aver mai sentito parlare di questo Atto di consacrazione o non averlo mai letto.

Non lascerete quest’esistenza terrena prima di averlo letto almeno una volta!

Atto di consacrazione del genere umano
al Sacro Cuore di Gesù
« O Gesù dolcissimo, o Redentore del genere umano, guarda a noi umilmente prostrati innanzi al tuo altare. Noi siamo tuoi, e tuoi vogliamo essere; e per vivere a te più strettamente congiunti, ecco che ognuno di noi, oggi spontaneamente si consacra al tuo sacratissimo Cuore.
« Molti, purtroppo, non ti conobbero mai; molti, disprezzando i tuoi comandamenti, ti ripudiarono. O benignissimo Gesù, abbi misericordia e degli uni e degli altri e tutti quanti attira al tuo sacratissimo Cuore.
« O Signore, sii il Re non solo dei fedeli, che non si allontanarono mai da te, ma anche di quei figli prodighi che ti abbandonarono; fa' che questi, quanto prima, ritornino alla casa paterna, per non morire di miseria e di fame. Sii il Re di coloro, che vivono nell'inganno e nell'errore, o per discordia da te separati: richiamali al porto della verità e all'unità della fede, affinché in breve si faccia un solo ovile sotto un solo pastore.
Sii il re finalmente di tutti quelli che sono avvolti nelle superstizioni del gentilesimo, e non ricusare di trarli dalle tenebre alla luce e al regno di Dio.
« Largisci, o Signore, incolumità e libertà sicura alla tua Chiesa, concedi a tutti i popoli la tranquillità dell'ordine: fa' che da un capo all'altro della terra risuoni quest'unica voce: Sia lode a quel Cuore divino, da cui venne la nostra salute; a lui si canti gloria e onore nei secoli dei secoli. Amen ».
Padre John Zuhlsdorf, 29 ottobre 2021 - Fonte
________________
[1] I “democraticissimi” agitatori culturali dei nostri tempi — fedeli alla loro prassi di attribuire al nemico le proprie malefatte (peraltro ideata da Joseph Goebbels) e sempre in preda a una tarantolata e schizofrenica caccia al fascista (immaginario) — attribuiscono falsamente la paternità di questa frase al gerarca nazista Hermann Goering, il quale — secondo alcuni testimoni, l’avrebbe pronunciata nel 1933 — anno della salita al potere (per mezzo di elezioni democratiche…) di Adolf Hitler —, nel momento in cui fu incaricato di “mettere ordine” tra le fila dei possibili oppositori. È attendibile che egli l’abbia pronunciata, ma non ne è certamente l’autore. [N.d.T.]
[2] L’indirizzo della Casa Bianca. [N.d.T.]
[3] Un personaggio della saga Il signore degli anelli. [N.d.T.]
[Traduzione per Chiesa e post-Concilio di Antonio Marcantonio]

24 commenti:

Anonimo ha detto...

Il 31 ottobre 1517 Martin Lutero dava inizio alla sua falsa riforma, vero movimento di corruzione contro la Sposa di Dio, la Chiesa di Roma, e il Papato. Lasciamo le sue lodi ai Wojtyla, ai Ratzinger e ai Bergoglio. Noi ci "accontentiamo" di averlo in abominio quale "schiavo di una mente depravata ed eretico" quale infallibilmente lo condannò la gloriosa memoria di Leone X.
In seguito alcuni materiali anti-luterani
- "Exsurge Domine". La condanna di Lutero https://bit.ly/3pUj46q
- "Decet Romanum Pontificem". La scomunica di Lutero https://bit.ly/3Ex2SMt
- Le intenzioni sanguinarie di Lutero https://bit.ly/3Bu9E3Q

Da Radio Spada

Anonimo ha detto...

Preghiamo affinché la rediviva Torre di Babele crolli, definitivamente!

Murmex ha detto...

Bravi anonimi 8,25 e 9, 34

Anonimo ha detto...


La preghiera della Colletta della Messa in onore di Cristo Re nella versione Novus Ordo, sopra riportata, ha una tinta panteista piuttosto evidente, direi.
Gli esperti che l'hanno creata erano sicuramente degli ammiratori di Teilhard de Chardin, tanto apprezzato anche dall'Emerito.

Anonimo ha detto...

È singolare: gli stessi che predicavano da anni un mondo senza confini hanno trasformato le nostre vite in continui controlli e dogane.
Bello schifo la nuova normalità!

Anonimo ha detto...

Del tutto scontato ciò chedice l'articolo. Ma non alla portata di tutti. Ben venga!

Anonimo ha detto...

Ottimo pezzo. È uno di quelli che mi convince sempre di più che essere cattolici e servire l'unico vero Re sia come essere dei cavalieri con spada e armatura invece che degli hippy alla "volemose bene" post concilio vaticano II.
PS:all'anonimo 8:25. Che c'entra ora tutta quella roba su Lutero? E se accusa i tre papi di averne tessuto le lodi, può citare le occasioni? Lanciare accuse senza prove non è da cattolico.

Anonimo ha detto...

"Pio XI: “Nessuno può essere allo stesso tempo un buon cattolico e un vero socialista”. " se invece di rimbambirmi di caxxate del CVII o di dirmi che la DC era il "meno peggio"; all'oratorio mi avessero parlato di questi Papi che sapevano guardare avanti di secoli, sapendomeli spiegare e aiutandomi a riflettere sulle cose che avevano scritto.... (qualcuno si ricorda dei Cristiani per il socialismo degli anni '70?)
Alberto Lacchini

Il Regno di Cristo - Il Regno di Dio ha detto...

In greco il termine regno vuol dire l'azione del regnare; il regno è la regalità, il regnare di Dio. Il suo intervento che viene incontro all'uomo fino a farsi uomo nel Figlio... ed è ne Figlio che l'uomo riacquista la libertà dalla schiavitù del peccato e la capacità di collaborare con la Grazia...

Anonimo ha detto...

Il triplice potere.

"La regalità di Cristo comporta un triplice potere: legislativo, giudiziario, esecutivo. Senza questi poteri non si concepisce alcuna regalità. I Vangeli non solo ci assicurano che Cristo ha confermato delle leggi, ma ce lo presentano mentre stabilisce delle leggi ... Gesù dichiara inoltre che il Padre gli ha concesso un potere giudiziario ... e il potere giudiziario implica il diritto di decretare per gli uomini pene e ricompense anche in questa vita. Il potere esecutivo deve poi essere attribuito a Cristo, perché l'obbligo di obbedire ai suoi ordini è per tutti necessario, avendo egli stabilito pene alle quali nessuno che sia colpevole potrà sottrarsi".

Carattere della Regalità di Cristo.

"Che la Regalità di Cristo sia spirituale e si riferisca soprattutto alle cose spirituali... il modo stesso di agire di Cristo l'ha confermato... Davanti a Pilato Gesù dichiarò che il suo regno non è di questo mondo e, nel Vangelo, questo regno ci è presentato come un regno nel quale ci si prepara ad entrare con la penitenza e si entra soltanto per la fede e per il battesimo. Il Salvatore inoltre oppone il suo regno soltanto al regno di Satana e alla potenza delle tenebre; chiede ai suoi discepoli non solo di distaccarsi dalle ricchezze e da tutti i beni della terra, di praticare la dolcezza, di aver fame e sete di giustizia, ma anche di essere pronti alle rinunce e di portare la croce. Se Cristo Redentore si è comprata la Chiesa a prezzo del suo sangue e Cristo Sacerdote si offre perpetuamente vittima per i peccati degli uomini, chi non vede che la sua dignità regale deve avere il carattere spirituale di queste due funzioni di Sacerdote e di Redentore?

Sarebbe tuttavia errore negare che la regalità di Cristo si estenda alle cose civili, perché egli ha ricevuto dal padre un dominio assoluto, tale che si estende a tutte le cose create, le quali tutte sono sottomesse al suo dominio".
Don Prospero Guéranger

Proprio della Messa ha detto...

FESTA DI CRISTO RE
PROPRIO DELLA S.MESSA

INTROITUS
Apoc 5:12; 1:6.- Dignus est Agnus, qui occísus est, accípere virtútem, et divinitátem, et sapiéntiam, et fortitúdinem, et honórem. Ipsi glória et impérium in sǽcula sæculórum. ~~ Ps 71:1.- Deus, judícium tuum Regi da: et justítiam tuam Fílio Regis. ~~ Glória ~~ Dignus est Agnus, qui occísus est, accípere virtútem, et divinitátem, et sapiéntiam, et fortitúdinem, et honórem. Ipsi glória et impérium in sǽcula sæculórum.

Apoc 5:12; 1:6.- L’Agnello che è stato ucciso è degno di ricevere la potenza, la divinità, la sapienza, la fortezza e l’onore. A Lui la gloria e il potere nei secoli dei secoli. ~~ Ps 71:1.- O Dio, dà il tuo potere al Re: e la tua giustizia al tuo Figlio regale. ~~ Gloria ~~ L’Agnello che è stato ucciso è degno di ricevere la potenza, la divinità, la sapienza, la fortezza e l’onore. A Lui la gloria e il potere nei secoli dei secoli.

Gloria

ORATIO

Orémus.

Omnípotens sempitérne Deus, qui in dilécto Fílio tuo, universórum Rege, ómnia instauráre voluísti: concéde propítius; ut cunctæ famíliæ géntium, peccáti vúlnere disgregátæ, ejus suavissímo subdántur império: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.

O Dio onnipotente ed eterno, che nel tuo diletto Figlio, Re universale, hai voluto restaurare tutte le cose, concedi propizio che la grande famiglia umana, disgregata dal peccato, si sottometta al dolcissimo imperio di Lui. Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

LECTIO

Léctio Epístolæ beáti Pauli Apóstoli ad Colossénses.

Col 1:12-20

Fratres: Grátias ágimus Deo Patri, qui dignos nos fecit in partem sortis sanctórum in lúmine: qui erípuit nos de potestáte tenebrárum, et tránstulit in regnum Fílii dilectiónis suæ, in quo habémus redemptiónem per sánguinem ejus, remissiónem peccatórum: qui est imágo Dei invisíbilis, primogénitus omnis creatúra: quóniam in ipso cóndita sunt univérsa in cœlis et in terra, visibília et invisibília, sive Throni, sive Dominatiónes, sive Principátus, sive Potestátes: ómnia per ipsum, et in ipso creáta sunt: et ipse est ante omnes, et ómnia in ipso constant. Et ipse est caput córporis Ecclésiæ, qui est princípium, primogénitus ex mórtuis: ut sit in ómnibus ipse primátum tenens; quia in ipso complácuit omnem plenitúdinem inhabitáre; et per eum reconciliáre ómnia in ipsum, pacíficans per sánguinem crucis ejus, sive quæ in terris, sive quæ in cœlis sunt, in Christo Jesu Dómino nostro.

Fratelli: Rendiamo grazie a Dio Padre, che ci ha fatti degni di partecipare alla sorte dei santi nella luce, che ci ha strappati dalla potestà delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del dilettissimo Figlio suo in cui abbiamo redenzione, mediante il sangue di Lui, e remissione dei peccati. Egli è l’immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura, poiché in Lui sono state fatte tutte le cose nel cielo e nella terra, le visibili e le invisibili, sia i troni, sia le dominazioni, sia i principati, sia le potestà; tutte le cose sono state create per mezzo di Lui e per Lui. Egli è prima di tutto, e tutte le cose sussistono in Lui. Ed Egli è il capo del corpo della Chiesa: Egli è il principio, il primo a rinascere di tra i morti, onde abbia il primato in tutte le cose. Poiché fu beneplacito del Padre che in Lui abitasse ogni pienezza, e che per mezzo di Lui e per Lui fossero seco riconciliate tutte le cose, pacificando, mediante il sangue della sua croce, le cose della terra e le cose del cielo, nel Cristo Gesù nostro Signore

Proprio della Messa ha detto...

....segue

GRADUALE

Ps 71:8; 78:11

Dominábitur a mari usque ad mare, et a flúmine usque ad términos orbis terrárum.

V. Et adorábunt eum omnes reges terræ: omnes gentes sérvient ei.

Egli dominerà da un mare all’altro, e dal fiume fino alle estremità della terra.

V. E lo adoreranno tutti i re della terra: e tutte le nazioni lo serviranno.

ALLELUIA

Allelúja, allelúja.

Dan 7:14.

Potéstas ejus, potéstas ætérna, quæ non auferétur: et regnum ejus, quod non corrumpétur. Allelúja.

Alleluia, alleluia.

Eterno è il suo potere, che non gli sarà mai tolto, ed eterno il suo regno, che non andrà mai distrutto. Alleluia

EVANGELIUM

Sequéntia ✠ sancti Evangélii secúndum Joánnem.

Joann 18:33-37

In illo témpore: Dixit Pilátus ad Jesum: Tu es Rex Judæórum? Respóndit Jesus: A temetípso hoc dicis, an álii dixérunt tibi de me? Respóndit Pilátus: Numquid ego Judǽus sum? Gens tua et pontífices tradidérunt te mihi: quid fecísti? Respóndit Jesus: Regnum meum non est de hoc mundo. Si ex hoc mundo esset regnum meum, minístri mei útique decertárent, ut non tráderer Judǽis: nunc autem regnum meum non est hinc. Dixit ítaque ei Pilátus: Ergo Rex es tu? Respóndit Jesus: Tu dicis, quia Rex sum ego. Ego in hoc natus sum et ad hoc veni in mundum, ut testimónium perhíbeam veritáti: omnis, qui est ex veritáte, audit vocem meam.

In quel tempo: Pilato disse a Gesù: Sei tu il Re dei Giudei? Gesù gli rispose: Lo dici da te, o altri te l’hanno detto di me? Rispose Pilato: Sono forse Giudeo? La tua gente e i sommi sacerdoti ti hanno messo nelle mie mani. Che cosa hai fatto? Rispose Gesù: Il mio regno non è di questo mondo; se fosse di questo mondo, i miei ministri certo si adopererebbero perché non fossi dato in potere ai Giudei: dunque il mio regno non è di quaggiù. Allora Pilato gli disse: Dunque tu sei Re? Rispose Gesù: È come dici, io sono re. Per questo sono nato e per questo sono venuto al mondo, a rendere testimonianza alla verità. Chiunque sta per la verità, ascolta la mia voce.

OFFERTORIUM

Ps 2:8.

Póstula a me, et dabo tibi gentes hereditátem tuam, et possessiónem tuam términos terræ.

Chiedimi, e ti darò in possesso le genti, e in tuo dominio i confini della terra.

SECRETA

Hóstiam tibi, Dómine, humánæ reconciliatiónis offérimus: præsta, quǽsumus; ut, quem sacrifíciis præséntibus immolámus, ipse cunctis géntibus unitátis et pacis dona concédat, Jesus Christus Fílius tuus, Dóminus noster: Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Ti offriamo, o Signore, la vittima dell’umana riconciliazione; Tu fa, Te ne preghiamo, che Colui stesso che offriamo col presente sacrificio conceda a tutti i popoli i doni dell’unità e della pace: Gesù Cristo tuo Figlio e Signore nostro. Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Proprio della Messa ha detto...

....segue
PRÆFATIO DE CHRISTO REGE

Vere dignum et justum est, æquum et salutáre, nos tibi semper et ubíque grátias ágere: Dómine sancte, Pater omnípotens, ætérne Deus: Qui unigénitum Fílium tuum, Dóminum nostrum Jesum Christum, Sacerdótem ætérnum et universórum Regem, óleo exsultatiónis unxísti: ut, seípsum in ara crucis hóstiam immaculátam et pacíficam ófferens, redemptiónis humánæ sacraménta perágeret: et suo subjéctis império ómnibus creatúris, ætérnum et universále regnum, imménsæ tuæ tráderet Majestáti. Regnum veritátis et vitæ: regnum sanctitátis et grátiæ: regnum justítiæ, amóris et pacis. Et ídeo cum Angelis et Archángelis, cum Thronis et Dominatiónibus cumque omni milítia coeléstis exércitus hymnum glóriæ tuæ cánimus, sine fine dicéntes

È veramente degno e giusto, conveniente e salutare, che noi, sempre e in ogni luogo, Ti rendiamo grazie, o Signore Santo, Padre Onnipotente, Eterno Iddio: Che il tuo Figlio unigenito, Gesù Cristo nostro Signore, hai consacrato con l’olio dell’esultanza: Sacerdote eterno e Re dell’universo: affinché, offrendosi egli stesso sull’altare della croce, vittima immacolata e pacifica, compisse il mistero dell’umana redenzione; e, assoggettate al suo dominio tutte le creature, consegnasse all’immensa tua Maestà un Regno eterno e universale, regno di verità e di vita, regno di santità e di grazia, regno di giustizia, di amore e di pace. E perciò con gli Angeli e gli Arcangeli, con i Troni e le Dominazioni, e con tutta la milizia dell’esercito celeste, cantiamo l’inno della tua gloria, dicendo senza fine

COMMUNIO

Ps 28:10; 28:11

Sedébit Dóminus Rex in ætérnum: Dóminus benedícet pópulo suo in pace.

Il Signore siede Re in eterno: il Signore benedice il suo popolo con la pace.

POSTCOMMUNIO

Orémus.

Immortalitátis alimóniam consecúti, quǽsumus, Dómine: ut, qui sub Christi Regis vexíllis militáre gloriámur, cum ipso, in cœlésti sede, júgiter regnáre póssimus:Qui tecum vivit et regnat in unitate Spiritus Sancti Deus per omnia saecula saeculorum. Amen.

Preghiamo.

Ricevuto questo alimento d’immortalità, Ti preghiamo, o Signore, affinché quanti ci gloriamo di combattere sotto le insegne del Cristo Re, possiamo regnare per sempre nella celeste dimora con Lui che è Dio, e vive e regna con te, in unità con lo Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen

Anonimo ha detto...

Ricordiamo l' invettiva di San Pietro Canisio, dottore della Chiesa, quando la Chiesa era Una, Santa, Cattolica e Apostolica, non dopo Pio XII e il nefasto CVII. Oggi il carrozzone bergogliano è tutto fuorché Chiesa Cattolica, di Cristo...

Anonimo ha detto...

"Sarebbe tuttavia errore negare che la regalità di Cristo si estende alle cose civili..."

Si estende certamente, ma in che modo? È su questo modo che nei secoli passati si sono avute terribili battaglie all'interno del cristianesimo.
Tale "estensione" significa forse che il Vicario di Cristo in terra, il papa, ha una potestas directa anche nel temporale, che qui non è il suo dominio diretto rappresentato dallo Stato della chiesa ma ogni governo civile, quale che sia la sua forma, monarchica o repubblicana?
Oppure questo significa, più specificamente, che il governo civile deve sempre essere conforme ai valori cristiani, come insegnati dalla Chiesa, che ha quindi il diritto di sindacarne l'attività, anche politica, sempre però dal punto di vista spirituale cioè dei valori cristiani codificati nel suo insegnamento, senza che ciò conferisca al papato, in quanto tale, un diritto al governo degli Stati?

Questa seconda posizione corrisponderebbe alla teoria della "potestas indirecta in temporalibus". Non assente, ma indiretta, al fine di rispettare le rispettive competenze, di Stato e Chiesa, coordinate entrambe al fine supremo della salvezza dell'anima, ma in modo diverso (diretto questo fine supremo per la Chiesa, indiretto per lo Stato).
Non dimentichiamoci che nostro Signore ha risposto a quel tizio che gli chiedeva di ordinare a suo fratello di dargli la sua (legittima) parte di eredità: "Chi mi ha costituito giudice o spartitore sopra di voi?" (Lc 12, 13).
Pol.

La Tradizione Cattolica ha detto...

Comunque il fatto che Cristo Gesù sia Re vuol dire che tutto deve passare dal setaccio della Sua Dottrina.

E siccome per mezzo di Lui è stato fatto il mondo, lui è creatore delle cose "invisibili" fra cui vi sono le società umane, come ricorda il catechismo sociale.

Alla luce di ciò, alla luce del fatto che la società non può che tendere verso la Verità, diventa evidente come un cattolico non possa in alcun caso astenersi da combattere coloro che vogliono modellare la società contro Cristo imponendo l'omicidio degli infanti e dei malati unitamente alla sodomia istituzionalizzata.

Mons. Lefebvre Lo hanno detronizzato. ha detto...

Riconciliarsi con i princìpi del 1789

In politica, i cattolici liberali vedono nei princìpi del 1789 delle verità cristiane, senza dubbio un po' scostumate, ma gli ideali moderni, la libertà, l'uguaglianza, la fraternità, la democrazia (ideologia) e il pluralismo, una volta purificati, sono tutto sommato assimililabili alla Chiesa. Questo è l'errore che Pio IX condanna nel Sillabo: «Il Pontefice romano può e deve riconciliarsi e transigere con il progresso, il liberalismo e la civiltà moderna» (prop. 80).
«Cosa volete, dichiara il cattolico liberale, non si può essere all'infinito contro le idee del proprio tempo, remare senza tregua controcorrente, sembrare retrogrado e reazionario». Non si vuole più l'antagonismo fra la Chiesa e lo sprito liberale laico, senza Dio.
Si vogliono conciliare gli inconciliabili, riconciliare la Chiesa e la Rivoluzione, Nostro signore Gesù Cristo e il principe di questo mondo. Non si può immaginare impresa più empia, e che sgretoli di più lo spirito cristiano, la giusta lotta per la fede, lo spirito di crociata, cioè lo zelo di conquistare il mondo a Gesù Cristo.

Dalla pusillanimità all'apostasia

In tutto questo liberalismo detto cattolico c'è una mancanza di fede, o più precisamente, una mancanza dello spirito della fede, che è uno spirito di totalità: tutto sottomettere a Gesù Cristo, tutto restaurare, «tutto ricapitolare nel Cristo», come dice san Paolo (Ef 1,20). Non si osa rivendicare per la Chiesa la totalità dei suoi diritti, ci si rassegna senza lottare, ci si adatta, e anche molto bene, al laicismo, infine si arriva ad approvarlo. Dom Delatte e il cardinale Billot ben delineano questa tendenza all'apostasia:
«Un ampio solco divideva da quel momento in poi (con Falloux e Montalambert nelle schiere liberali nella Francia del XIX secolo) i cattolici in due gruppi: quelli la cui principale preoccupazione era la libertà d'azione della Chiesa e il mantenimento dei diritti di questa in una società ancora cristiana; e quelli che si sforzavano innanzitutto di determinare la misura di cristianesimo che la società moderna poteva sopportare, per poi invitare la Chiesa a ridurvisi» (P. Delatte, Dom Guéranger Abbé de Solesmes).
Tutto il cattolicesimo liberale, afferma Billot, è racchiuso in un perdurante equivoco, “la confusione tra tolleranza e approvazione”:
«Il problema tra i liberali e noi […] non è di sapere se, data la malizia del secolo, bisogna sopportare pazientemente ciò che non è in nostro potere, e al tempo stesso lavorare per evitare mali peggiori e operare tutto il bene che rimane possibile; ma il problema è appunto se conviene approvare […] (il nuovo stato di cose), cantare i princìpi che sono il fondamento di tale ordine di cose, promuoverli con la parola, la dottrina, le opere, come fanno i cattolici detti liberali». […]
Che piaga questi cattolici liberali! Si mettono in tasca la fede e adottano le massime del secolo. Che danno incalcolabile hanno causato alla Chiesa con la loro mancanza di fede e la loro apostasia.
Terminerò con una pagina di Dom Guéranger, piena di quello spirito della fede di cui vi ho parlato:
«Oggi più che mai […] la società ha bisogno di dottrine forti e coerenti con se stesse. In mezzo alla dissoluzione generale delle idee, la sola asserzione, un'asserzione ferma, provata, senza difetto, potrà farsi accettare. I compromessi diventano sempre più sterili, e ciascuno di essi si porta via un brandello della verità […]. Mostratevi dunque […] quali in fondo siete, cattolici convinti […]. C'è una grazia legata alla confessione piena e intera della fede. Questa confessione, ci dice l'Apostolo, è la salvezza di coloro che la compiono, e l'esperienza mostra che essa è anche la salvezza di coloro che la intendono» (Dom Guéranger, Il senso cristiano della storia).

Vexilla Christus inclita ha detto...

O ter beata civitas,
cui rite Christus imperat,
quae iussa pergit exsequi
edicta mundo caelitus!

Non arma flagrant impia,
pax usque firmat foedera,
arridet et concordia,
tutus stat civicus.

Servat fides connubia,
iuventa pudet integra,
pudica floret limina
domesticis virtutibus.

Anonimo ha detto...


Tutto deve passare al setaccio della sua dottrina, ossia dell'insegnamento della Chiesa, che concerne in primo luogo la fede e i costumi e indirettamente anche la politica (che non deve violare la fede e i costumi, come insegnati dalla Chiesa).


Ma la teoria della "potestas directa in temporalibus" vuol dire altro: e cioè, come è storicamente successo, che il papa, in quanto Vicario di Cristo, può legittimamente sostituirsi al potere civile (all'imperatore) nella pratica di governo ordinaria. E questo è pure successo ma con conseguenze non esaltanti per la Chiesa e la religione.
La teoria della "potestas indirecta" non ha niente a che vedere con il liberalismo cattolico, tant'è vero che l'ha sostenuta il cardinal Bellarmino. Questa teoria non diminuisce la presa della Chiesa sulla società cristiana, impedisce che debordi in forme teocratiche che poi si ritorcono contro la stessa Chiesa, violando il principio "date a Cesare quel che è di Cesare etc".
Pol.

Anonimo ha detto...

A maggior ragione non può essere sostenitore del comunismo
Riccardo Zenobi

Anonimo ha detto...

“La fratellanza umana senza Dio sarà la religione dell’Anticristo e ingannerà anche gli eletti” (Venerabile Arcivescovo Fulton Sheen)

Anonimo ha detto...

Quelle dei vescovi americani che sostengono che non si possa fare la Comunione in stato di peccato mortale, viene definita dai giornali come "velleità", e i suddetti vescovi vengono definiti "conservatori", dando per scontato che per i vescovi progressisti non esista il peccato, quindi Cristo s'è fatto crocifiggere per niente. Intanto siamo in attesa di un chiarimento dell'Ufficio Stampa Vaticano. "Non è vero ciò che ha detto Biden" è la frase che aspettiamo, non perché ce ne freghi di Biden, volendo possiamo pregare per lui come per tutti i potenti del mondo, ma il punto è un altro. Biden ha detto che il Papa gli ha detto che chi è in stato di peccato mortale (che se non confessato e in presenza dei tre elementi, materia grave, piena avvertenza e deliberato consenso, secondo ciò che la Chiesa ha attinto dal Vangelo può portare alla dannazione eterna, cioè ad andare contro Dio, incarnatosi per salvarci), può tranquillamente comunicarsi e ciò è impossibile, per questo è obbligatorio un chiarimento, sennò...
Sennò lo sapete, lo sappiamo, ciò che sta accadendo oggi nella Chiesa NON è mai successo in 2000 anni. Ci sono stati papi terribili come persone, peccatori di ogni genere. Ci sono stati pure tre papi in contemporanea ai tempi di Avignone, due dei quali illegittimi, ma in quel mentre non tutti i fedeli seguivano lo stesso pontefice. Poi la questione si risolse. Mai però un successore di Pietro fece deragliare il popolo cristiano dai binari delle Sacre Scritture, della tradizione, e del Magistero.
Oggi stiamo correndo quel rischio, non solo per il caso Biden, questo è solo uno degli ormai tanti episodi che stanno minando la Chiesa. Papa Francesco è ancora in grado di reggerla? Cosa accadrà quando Francesco e Benedetto non ci saranno più? Chi verrà dopo?
(Attilio Negrini)

Anonimo ha detto...

“Nostro Signore ha dato ai suoi apostoli l’autorità di assolvere i peccati, ma non di scusarli. Un sacerdote, nella confessione sacramentale, può invocare il potere di Cristo per cancellare il peso della colpa. Ma non può ridefinire le leggi che Dio ha stabilito; non può modificare il Decalogo. E mentre può dare l’assoluzione per un peccato passato, certamente non può dare il permesso che il peccato continui.”

Anonimo ha detto...

“La Chiesa cattolica è contro l'aborto e il signor Biden è favorevole. Una persona non può definirsi cattolico, e nello stesso tempo violare e invocare la violazione delle norme fondamentali della morale cristiana.”
Arcivescovo russo ortodosso Hilarion Alfeyev