Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 19 dicembre 2021

Resistere a una legge liturgica ingiusta - don Claude Barthe

Fioccano, soprattutto dal fronte francese e da quello USA le reazioni ferme e articolate in opposizione  ai Responsa ad Dubia della Congregazione del culto divino — da riguardare essenzialmente come un'istruzione sull'attuazione del motu proprio — pubblicati ieri 18 dicembre [qui]. Interessante scorrere, nella nostra traduzione da Le salon beige, i punti toccati da don Claude Barthe con i relativi link di riferimento. Potete trovare l'indice degli articoli sulla TC qui.

Resistere a una legge liturgica ingiusta

La Congregazione per il Culto Divino ha pubblicato questa mattina le risposte ad alcune disposizioni della Lettera Apostolica in forma di “Motu Proprio” Traditionis Custodes. Le Salon beige ha intervistato padre Claude Barthe.

Padre, l'offensiva contro la liturgia tradizionale sembra intensificarsi notevolmente, a giudicare dalla pubblicazione, il 18 dicembre, dei Responsa, risposte alle domande poste o presunte alla Congregazione per il Culto Divino.

Gli oltranzisti romani, infatti, sono estremamente determinati, come dimostra l'andamento programmato della loro azione: scomparsa della Commissione Ecclesia Dei [qui - conseguenze prefigurate qui]; sondaggio dei vescovi [qui - qui - qui - qui]; motu proprio [qui]; lettera del Cardinale Vicario di Roma [qui - qui]; oggi Responsa che spiegano Traditionis custodes [qui]. Vogliono chiaramente creare l'irreversibile. Queste risposte erano note principalmente dalla lettera del cardinale De Donatis del 7 ottobre per la diocesi di Roma [qui].

Possono semplici risposte della Congregazione amplificare un motu proprio del Papa?

Dal punto di vista tecnico-giuridico sì: la Chiesa è una monarchia assoluta e i ministri del Papa possono in suo nome e per suo mandato esprimere la legge. In questo caso, specificano l'intenzione del legislatore. Difficilmente potremo discutere perché il Papa ha approvato queste risposte in forma generica (approvazione debole) e non in forma specifica (approvazione massima). Ma da un punto di vista giuridico-teologico no: se Summorum Pontificum avesse notato che l'antica Messa non era abrogata ed era una delle espressioni della lex orandi, estendendo questa osservazione con le sue disposizioni ad altri libri (breviario, pontificio, ecc. . .), si basava su un giudizio dottrinale di merito. Qualsiasi "legge" contraria è senza forza.

Un'osservazione del Summorum Pontificum che ivalida la Traditionis custodes.

E i Responsa spiegano e sottolineano: Traditionis custodes ha dichiarato che i nuovi libri liturgici sono l'unica espressione della lex orandi; era tuttavia tollerato, provvisoriamente, per "facilitare la comunione ecclesiale", un uso più ristretto dell'antico messale; ma gli altri libri liturgici tradizionali (rituale, pontificale) non rientrano in questa tolleranza provvisoria e sono quindi vietati (salvo il rito nelle parrocchie personali e se il vescovo lo consente).

Tutto il sistema si basa dunque sul dispositivo di Traditionis custodes che pretende di invalidare quello del Summorum Pontificum, ma che, di fatto, si relativizza esso stesso, esattamente come la libertà religiosa che pretendeva di invalidare il magistero precedente fino a Pio XII.

Concretamente cosa sarà vietato?

Le conseguenze più significative di queste misure, se accettate dagli interessati, sarebbero: il divieto, se non nelle parrocchie personali, dei matrimoni tradizionali (ma, di fatto, un certo numero di parroci, ai quali sarà chiesto l'uso della chiesa per la celebrazione, chiuderanno gli occhi); il divieto delle cresime tradizionali (ma si può pensare che molti genitori dei figli da cresimare si rivolgeranno ai vescovi della FSSPX); e soprattutto il divieto delle ordinazioni tradizionali. Questo è di gran lunga il più grave, perché così si prende di mira la stessa specificità dei seminari tradizionali. Gli istituti Ecclesia Dei non accetteranno, così come non accetteranno l'introduzione della nuova messa accanto alla messa tradizionale nel loro seminario, che le visite canoniche organizzate dalla Congregazione dei Religiosi vorranno imporre loro. Sarebbe un suicidio: i candidati si ritirerebbero e le vocazioni cesserebbero di fluire.

Sarà quindi necessario resistere alla legge ingiusta?

Sì, con la grazia di Dio e il potente aiuto della preghiera. Anche se significa risparmiare tempo, sia nei seminari che nel campo dell'apostolato del resto. Certo, conferire ordinazioni presuppone che i vescovi vogliano considerare che le disposizioni proibitive non hanno forza di legge.

E che accettino i rischi che alla fine si presenteranno ignorandoli?

Infatti, tutti i vescovi, superiori, seminaristi, sacerdoti sul campo che adotteranno un atteggiamento di non accoglienza della Traditionis custodes esplicitato dai responsa dovranno assumersi dei rischi.

Quali rischi? Nel mondo laico elaboriamo, al fine di predisporre adeguatamente, schemi di previsione che definiamo scenari di crisi. Il peggiore - lo scenario del 1976 per l'arcivescovo Lefebvre - è da evocare nell'ordine: prima di un'ordinazione programmata, si informerà il prelato che si accinge ad ordinare una interdizione mandato speciali Summi Pontificis, seguita da una sentenza di sospensione a divinis (divieto di celebrare i sacramenti). D'altra parte, sono possibili tutti i tipi di misure prese contro le comunità recalcitranti, la peggiore (anche qui per ordine) è la loro rimozione. Ma si può anche pensare, perché no?, se la diplomazia degli interessati mischia abilità nella forma e fermezza nella sostanza che ci saranno solo reazioni di principio. Senza contarci troppo, però, perché si sottovaluterebbe la determinazione degli autori di questi testi.

Siamo nel quadro classico di un rapporto di forze.

Sì, e fortunatamente per i nani che siamo, il principale è quello di Cristo che sostiene la sua Chiesa. In ogni caso, l'equilibrio di potere oggi è molto più favorevole al mondo tradizionale di quanto sembri, soprattutto in Francia dove non si lascerà correre. D'altronde, le diocesi non hanno alcun interesse che le comunità si stabiliscano in una semi-indipendenza provvisoria (come l'IBP a Parigi, al Centro Saint-Paul) Resto convinto che con Traditionis custodes gli oltranzisti romani hanno iniziato una guerra che possono solo perdere. Ma è una guerra che può causare grandi danni, non dobbiamo nascondercelo. Dobbiamo quindi pregare intensamente per sostenere coloro ai quali spetterà prendere decisioni. [Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

11 commenti:

Anonimo ha detto...

“L’abuso spirituale continua” titola crisismagazine.com affermando, in una nota di Eric Sammons, che “papa Francesco continua la sua guerra alla celebrazione tradizionale dei sacramenti”.

A proposito delle disposizioni stabilite dai vertici vaticani, Sammons è esplicito: “C’è solo un modo per dirlo: questi sono ordini malvagi. Potrebbe essere diplomatico cercare di addolcire il commento, ma in tempo di guerra la diplomazia viene messa da parte. E non fraintendete: questa è una guerra perché l’ha dichiarata il papa stesso a qualunque cattolico fedele alle antiche forme della liturgia romana”. Inoltre, “questi sono comandi meschini e vendicativi. Assomigliano a un’epurazione sovietica dei dissidenti condotta nel 1988. I muri si stanno sgretolando intorno alla Chiesa, ma, invece di cercare di ripararli, il papa e il Vaticano stanno abbattendo l’unico muro solido” e “il fatto che queste direttive siano state emanate una settimana prima di Natale non fa che amplificare la loro meschinità”.

“Qualche anno fa – scrive ancora Sammons – un amico disse di ritenere che papa Francesco sia un padre spiritualmente violento. Istintivamente ho rabbrividito. Per il mio innato senso cattolico, tale linguaggio era inappropriato nei confronti del Santo Padre. Ma ora non riesco a vedere come le azioni del papa riguardo al vecchio rito possano essere viste come qualcosa di diverso da un abuso”.

Anonimo ha detto...

« ... Un padre violento è un maestro nella manipolazione. Fa credere che il problema siano i figli. Distorce la realtà in modo che essi pensino di meritare l’abuso e, se osano sfidarlo, li presenta come membri della famiglia non amorevoli e divisivi. I suoi figli vivono in uno stato costante di insicurezza e confusione, e questo è il modo in cui il papa attuale tratta i suoi figli che sono fedeli al rito antico. Se essi trovano che la loro vita spirituale sia arricchita dalla frequentazione della Messa vetus ordo, lui suggerisce che hanno tendenze scismatiche. Se per loro la Messa parrocchiale novus ordo è insoddisfacente, li accusa di rifiutare il Vaticano II. E quando si lamentano del suo trattamento ingiusto nei loro confronti, dice che tutto ciò dimostra che hanno bisogno di ulteriori correzioni. È un abuso spirituale, puro e semplice ... » ...

Anonimo ha detto...

“Spero e prego – conclude Sammons – che i vescovi di tutto il mondo semplicemente ignoreranno queste ultime direttive. Non sarebbe la prima volta che i comandi vaticani vengono disattesi. Il canone 87 afferma che ‘il Vescovo diocesano, ogniqualvolta giudichi di contribuire al loro bene spirituale, può dispensare i fedeli dalle leggi disciplinari universali e particolari emanate per il suo territorio o per i suoi sudditi dalla suprema autorità della Chiesa’. Chiaramente, dispensare da queste direttive è per il bene spirituale di molti. Se un vescovo diocesano vuole evitare di essere lui stesso un padre abusivo, deve ignorare questi comandi e prendersi cura dei bisogni spirituali dei suoi figli”.

Anonimo ha detto...

Il male del Modernismo sta nel voler anzitutto cambiare la Chiesa, facendola a propria immagine; invece i modernisti dovrebbero cambiare se stessi.
I modernisti sono come i catari e i valdesi nel 13 secolo, i protestanti nel 16 secolo.
La Chiesa è sempre santa, sono gli uomini di chiesa a non esserlo, spesso.
C'è un filo rosso che lega la tirannia religiosa e quella civile in atto.
Quella in corso è una guerra spirituale e la si vince smascherando la Menzogna.

Anonimo ha detto...

Our Bishop has informed the priests who say the Latin Mass of his support and that he does not wish for anything to change. I will send a letter of my thanks and prayers anyway. Pray for our bishops

Anonimo ha detto...

Alla fine di questo orribile "pontificato" teologi e canonisti dovranno giudicare se un uomo che ha così violentemente attaccato la tradizione della Chiesa, e ha di fatto proibito il più che millenario rito romano, godeva o meno della protezione dello Spirito Santo e del carisma petrino.

Bollettino del monastero benedettino tradizionalista ha detto...

Il fondatore di questo monastero ha una lunghissima esperienza di rapporti coi modernisti. Era vent'anni or sono che si fece promotore di una petizione per ottenere la celebrazione della messa antica. L'ordinario diocesano del tempo, il francescano mons. Paolo Atzei rispose con una lettera ignobile per qualunque persona educata, con la quale addirittura cercò di mettergli contro gli stessi compaesani facendo dire pubblicamente dal parroco, che il richiedente la messa antica..... aveva cambiato religione (sic!). Per quella letteraccia, degna del peggior villano, intervenne prontamente financo il presidente della Commissione Ecclesia Dei, il card. Castrillon Hoys, con un forte rimprovero scritto; a quel punto il vescovo, toccato evidentemente nel proprio orgoglio, convocò il richiedente per lamentarsi aspramente di esser stato rimproverato da Roma e per comunicare che lui sull'argomento non avrebbe mai più detto nulla per iscritto, ribadendo però verbalmente la proibizione assoluta di celebrazione della messa antica (la disonestà assurta a metodo di governo pastorale); “prima di prendere ogni decisione io ho convocato il collegio dei consultori e richiesto il parere del canonista diocesano, il quale mi disse che dovevo concedere quella messa; ma il vescovo sono io ed ho deciso di fare di testa mia e di proibirla anziché concederla” (l'arbitrio episcopale si sostituisce al Diritto della Chiesa!). Subito dopo il vescovo lasciò la diocesi ed il nuovo ordinario, mons. Sebastiano Sanguinetti, incaricò subito un sacerdote diocesano per la celebrazione della messa antica, attraverso una lettera, inviata per conoscenza pure al parroco del tempo, che ne parlò allo scrivente; in quella lettera vi erano espressioni molto belle per i fedeli legati al rito antico, anche troppo belle, al punto che il parroco stesso pensò che fossero state scritte proprio per non ricevere le reprimende romane. Il sacerdote incaricato però in quattro anni celebrò solo due volte chiudendosi in un ferreo silenzio di fronte alle molte domande postegli soprattutto sul perché non celebrasse di domenica e più frequentemente. Il silenzio però, a saperlo intendere, rivela più di mille parole. L'impressione quindi fu quella che le disposizioni fossero di celebrare rarissimamente e mai di domenica. La messa antica pei modernisti è dunque considerata come un giocattolo da dare ogni tanto a bambini capricciosi per farli chetare! Dopo simili ed annose peripezie, dovute alla testardaggine di volersi fidare a tutti i costi di chi, per diritto divino, è padre e maestro nella diocesi, più nessun rapporto è stato cercato. In conclusione il fondatore di questo monastero pensa che a stare dietro al modernista tutto si perde e nulla si acquista. Grazie a Dio la Fraternità san Pio X c'è! La vita è troppo breve, e la fede cattolica ortodossa troppo bella per trascorrerla e viverla stando dietro ai modernisti, ai loro sofismi ed alle loro eresie impacchettate coi fogli dell'ortodossia. Chi vuole restare cattolico e morire tale non può che seguire il consiglio del santo nostro padre Antonio il grande: “"Non comunicate con gli empi, detti Ariani, che sono idolatri piuttosto che cristiani...". E i modernisti di oggi sono ben peggiori e di gran lunga più pericolosi degli ariani di ieri.

Anonimo ha detto...

.....
«La Santa Sede di oggi “contra Benedictum” (“contro Benedetto”) – La tristezza, anche durante la gioia dell’Avvento, deriva dalla sensazione che i preziosi e veri pensieri e le intuizioni di un venerabile vecchio – Papa Benedetto XVI – siano trattati in modo sprezzante e superficiale.

«La tristezza, anche durante la gioia dell’Avvento, è dovuta a una percezione che, nell’attuale dibattito sulla liturgia, le attuali autorità a Roma, hanno preso una decisione in diretta contraddizione con molte delle intuizioni e dei consigli del Papa emerito Benedetto XVI (che è ancora vivo).

«La tristezza, anche durante la gioia dell’Avvento, è dovuta alla sensazione che le convinzioni profonde — le coscienze religiose — di molte decine di migliaia di persone siano crudelmente snaturate e con nonchalance disattese da un gruppo di uomini potenti che potrebbero e dovrebbero essere più caritatevole, come era ed è Papa Benedetto XVI.

«A Roma oggi non si prendono in considerazione alcune verità che vanno considerate, verità che furono prese in considerazione e meditate da Papa Benedetto XVI quando pubblicò il proprio decreto di “compromesso” nel 2007, la Summorum Pontificum.
...

mic ha detto...

Sta di fatto che quello di Benedetto è stato sì un miracolo, ma era davvero un "compromesso" e per di più in un ambiente ostile quanto oggi. Con la differenza che oggi ci sono più fedeli che conoscono il Rito e che sanno cosa perdono.
Bastava, allora, istituire una parrocchia personale almeno nelle maggiori diocesi e oggi ci sarebbe una frequentazione ancora maggiore e sarebbe più difficile soffocare o sradicare ciò che comunque sradicabile NON è...

Anonimo ha detto...

Concordo pienamente. Che gli amanti di Gesù e Maria Santissima seguano il consiglio di S. Antonio il Grande senza tardare!

https://www.youtube.com/watch?v=lcCDpocL5Rs ha detto...

Per l’ex direttore dell’Ema la tachipirina è un antinfiammatorio..!
https://www.maurizioblondet.it/la-tachipirina-e-un-antinfiammatorio-lo-sfondone-tv-del-consigliere-di-speranza/

Ah annamo bene...propio bbene....