Aggiornamento. Ringrazio la lettrice che mi ha messo in guardia sulla fonte : l'autrice del testo ha una formazione ed un'attività in chiave esoterica, che mi erano totalmente ignote. Tuttavia, nel mettervi in guardia rispetto ad ulteriori possibili approfondimenti in quel contesto, non tolgo il primo articolo perché non vi riscontro elementi spuri, almeno nella mia lettura.
Una breve riflessione introduttiva:
Ildegarda era riferimento per re e principi. Questo semplice fatto non ci parla semplicemente della santità della monaca ma di tutta un'epoca e, soprattutto, di un'ecclesiologia, ossia di una visione di Chiesa.
Non capiremo mai appieno Ildegarda se non la collochiamo nel suo tempo che, appunto, era molto differente rispetto al nostro. La Chiesa del periodo postridentino è il frutto della reazione all'eresia luterana, del monaco Lutero, e, allo stesso tempo, dello svuotamento del ruolo del monachesimo.
Lutero non nasce dal nulla. Nasce anche perché il ruolo del monachesimo oramai non esiste più, un ruolo che, al contrario, con Ildegarda era carismatico, nell'autentico senso del termine.
Un monachesimo svuotato con un uomo in profonda crisi esistenziale alla quale non sa trovare una soluzione, ha dato il via al luteranesimo! A questo luteranesimo la Chiesa postridentina ha risposto enfatizzando il ruolo dell'Istituzione ("La Chiesa dice, la Chiesa afferma, bisogna affidarsi alla Chiesa") e guardando con potente sospetto qualsiasi personalità carismatica (è emblematica la storia di Teresa d'Avila e di Giovanni della Croce).
Si profila così una sorta di pericolosa contrapposizione de facto tra il ruolo carismatico (di coloro che ancora lo esercitano e sono una sparuta minoranza) e il ruolo istituzionale (rappresentato dall'attività della gerarchia ecclesiastica).
Certamente santa Teresa D'Avila non voleva di sicuro contrapporsi ma la gerarchia ecclesiastica inevitabilmente non poteva non osservarla con sospetto, almeno agli inizi, data la temperie situazionale del tempo.
Con Ildegarda, al contrario, tutto ciò non esiste: esiste una sorta di armonia tra il ruolo carismatico da lei esercitato e il ruolo istituzionale dei vescovi. Tutti capiscono che uno è per l'altro ma, alla fine, il primo è il ruolo più importante poiché il fine del Cristiano non è divenire vescovo ma essere in possesso dello Spirito che gli fu promesso dal Salvatore.
In Ildegarda ancora esiste questo equilibrio e questa finalità.
Alcuni secoli dopo non più.
Alcuni precedenti interessanti
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Ildegarda di Bingen / Ricerca di Anna Pirera e (a seguire)
La sinfonia dell'animaDi Ildegarda ricordo, nei miei anni a filosofia, l'entusiasmo con cui ne parlava la mia docente di filosofia medievale, Maria Teresa Beonio Brocchieri Fumagalli. Immersa nei percorsi del pensiero filosofico maschile non capivo, al tempo, tanto sbilanciamento per la sua figura minore, visionaria e mistica. Sono quindi molto contenta di reincontrarla oggi con occhi ben diversi.
ldegarda che fu unica, irripetibile, profetessa e musicista (probabilmente la prima donna musicista della storia cristiana), mistica e donna di potere, visionaria, filosofa e donna di medicina, scienziata e poetessa, umile e famosa in tutta Europa, anticonformista, instancabile organizzatrice e donna dalla salute fragilissima, aristocratica confidente di papa e imperatori e fiera sostenitrice della vicinanza al popolo. Ildegarda che nelle sue visoni incontrava Sophia, la sapienza divina femminile, e da essa ispirata diede forma ad una descrizione dell'universo, del mondo e dell'uomo pervase da un'armonia e una bellezza profonde. Ildegarda che seppe essere delicata, autorevole, concreta, accogliente, ispirata, coraggiosa e paziente.