Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 23 dicembre 2012

L'Allocuzione di Giovanni XXIIII in apertura del Concilio e la conferma di Paolo VI del "metodo" soggettivista

Questo blog ha pubblicato di recente un interessante articolo del Prof. Bernard Dumont, apparso sull'ultimo numero della Rivista francese Catholica, dal titolo Il conflitto irrisolto. In un passaggio, era stata notata la discrepanza tra la versione francese dell'Allocuzione di apertura del Concilio di Giovanni XXIII e quella italiana. Poiché ho l'abitudine di verificare sempre le fonti, ho scoperto che il testo italiano pubblicato sul sito Vaticano corrisponde a quello francese, ma differisce da una versione, evidentemente l'originale italiano, che avevo pescato sul sito papagiovanni.com fornendo il link al relativo documento, del quale ora non c'è più traccia: il link non è più funzionante. Trascrivo qui il passaggio che ne parla. Di seguito indicherò altri riferimenti che confermano la versione scomparsa,  riformulata in quelle presenti sul sito Vaticano anche nelle versioni in lingua estera. 
[...] La missione attribuita al concilio era offrire risposte adeguate alle angosce nate da questa situazione, ma anche discernere le aspirazioni positive e dar loro una risposta in una formulazione appropriata. Tale era la ragion d'essere del carattere essenzialmente pratico di questo concilio, indicato con l'aggettivo « pastorale » ufficialmente attribuitogli. Giovanni XXIII era stato chiarissimo a questo riguardo : non si trattava di « discutere di alcuni capitoli fondamentali della dottrina della Chiesa, e dunque di ripetere con maggiore ampiezza ciò che Padri e teologi antichi e moderni hanno già detto », bensì di operare un aggiornamento (è uno dei significati della parola aggiornamento ripetuta così di frequente), un adattamento pedagogico : « È necessario che questa dottrina certa e immutabile, che dev'esser fedelmente rispettata, sia approfondita e presentata in modo da rispondere alle esigenze del nostro tempo ». (Discorso d'apertura). La traduzione letterale della versione italiana comporta una variante : « [...] sia studiata ed esposta seguendo la ricerca e la presentazione usate dal pensiero moderno », formulazione ambigua, che può intendersi nel senso di una attenzione rivolta alla capacità di comprensione degli uditori oppure di un allineamento alla forme culturali dominanti dell'Occidente.
[N.d.T.: Questa citazione si riferisce ad un'altra versione del testo, rispetto a quella pubblicata sul sito Vatican.va, sul quale appare la versione corrispondente a quella francese, vedi link sopra. Non volendo, ci troviamo di fronte ad un dilemma: dello stesso discorso circolano due versioni diverse: questa riporta la versione citata dal Prof. Dumont. Non faccio commenti, ma se si confrontano le due versioni e non solo per il punto in questione, la cosa è piuttosto intrigante].
Sul sito papagiovanni.com è disponibile il documento in pdf (testo originale dell'Allocuzione di Giovanni XXIII), che consente di confermare la discrepanza; cito: «... studiata ed esposta attraverso le forme dell'indagine e della formulazione letteraria del pensiero moderno ».] E la cosa non finisce qui, perché il testo spagnolo presente sul sito Vatican.va conserva la formulazione riscontrata dall'originale italiano : « ...estudiando ésta y exponiéndola a través de las formas de investigación y de las fórmulas literarias del pensamiento moderno. »  

Anche se nella Allocuzione di Paolo VI di apertura della II Sessione del Concilio, il 23 settembre, è riportata come citazione la dicitura più blanda e generica, una riflessione comunque si impone, soprattutto in rapporto all'intera costruzione della frase.

Trascrivo l'incipit del punto 3. dell'Allocuzione, che ha il titolo: Omaggio alla memoria di Giovanni XXIII - « 3 . Tu inoltre hai radunato i Fratelli, successori degli Apostoli, perché fossero ripresi gli studi interrotti e le leggi lasciate in sospeso, ed anche perché essi si sentissero uniti in un unico corpo con il Sommo Pontefice e da lui ricevessero forza e direzione perché «il sacro deposito della dottrina cristiana sia custodito e insegnato in forma più efficace». Ma a questo più nobile scopo del Concilio hai unito anche l’altro, quello cosiddetto pastorale, che al presente sembra più pressante e più propizio del primo. Hai infatti ammonito:
« Il nostro lavoro non consiste neppure, come scopo primario, nel discutere, alcuni dei principali temi della dottrina ecclesiastica [e così richiamare più dettagliatamente quello che i Padri e i teologi antichi e moderni hanno insegnato e che ovviamente supponiamo non essere da voi ignorato, ma impresso nelle vostre menti.... ] », ma piuttosto che essa « sia approfondita ed esposta secondo quanto è richiesto dai nostri tempi ».
In ogni caso, pur nella sua formulazione attenuata, è dunque già qui, in nuce, il principio inaudito nella storia secolare della Chiesa, che non fonda più la ragione del credere sulla Rivelazione, sul pensiero dei Padri e sul munus dogmatico che custodisce e garantisce la certezza della verità insegnata, ma sul metodo dell'indagine autonoma del nuovo-soggetto Chiesa, improntata al soggettivismo personalista, con la conseguenza che si è arrivati a sostituire al Signore-Rivelante la Chiesa-dialogante e le sue dottrine cangianti con l'evolversi nel e del tempo! Mascherarlo con parole attenuate non serve a nulla, anche perché stiamo raccogliendo i frutti delle applicazioni corrispondenti!

8 commenti:

Anonimo ha detto...

http://papagiovanni.com/sito/images/pensiero/disc_1962_discorso_di_apertura_concilio.pdf

Anonimo ha detto...

Grazie per il link. Ci conferma la versione dell'originale italiano, riportata anche nella versione spagnola.

viandante ha detto...

Scusa mic se sono fuori tema, ma ho trovato molto chiare, sintetiche e relativamente facili le osservazioni di Paolo Pasqualucci riportate su Concilio Vaticano II e relative alle esternazioni dell'arcivescovo Müller, a cui anche tu avevi dato spazio. Ecco il lunk:
http://www.conciliovaticanosecondo.it/2012/12/22/la-falsa-accusa-di-eresia-a-chi-critica-le-nuove-ed-ambigue-dottrine-del-pastorale-vaticano-ii/print/

Anonimo ha detto...

Grazie Viandante!

La pubblico, perché è bene acquisti risalto e sia più condivisa.

Anonimo ha detto...

Nel testo latino pronunciato dal b. papa Giovanni XXIII si legge:"Etenim ad huiusmodi tantum disputationes habendas non opus erat, ut Concilium Oecumenicum indiceretur. Verumtamen in praesenti oportet ut universa doctrina christiana, nulla parte inde detracta, hic temporibus nostris ab omnibus accipiatur novo studio, mentibus serenis atque pacatis, tradita accurata illa ratione verba concipiendi et in formam redigendi, quae ex actis Concilii Tridentini et Vaticani Primi praesertim elucet; oportet ut, quemadmodum cuncti sinceri rei christianae, catholicae, apostolicae fautores vehementer exoptant, eadem doctrina amplius et altius cognoscatur eaque plenius animi imbuantur atque formentur; oportet ut haec doctrina certa et immutabilis, cui fidele obsequium est praestandum, ea ratione pervestigetur et exponatur, quam tempora postulant nostra. Est enim aliud ipsum depositum Fidei, seu veritates, quae veneranda doctrina nostra continentur, aliud modus, quo eaedem enuntiantur, eodem tamen sensu eademque sententia. Huic quippe modo plurimum tribuendum erit et patienter, si opus fuerit, in eo elaborandum; scilicet eae inducendae erunt rationes res exponendi, quae cum magisterio, cuius indoles praesertim pastoralis est, magis congruant."
Più chiaro di così...

Anonimo ha detto...

Romano dice,

Grazie Mic...

trovo che le traduzioni al vatican.va non sono sempre affidabile.. le traduzione sono fatte dal Segretario di Stato, non da teologi competenti..

Jacobus ha detto...

Il cambio di "paradigma" ormai è chiaro a molti, ma non a chi conduce la "pastorale".

Anonimo ha detto...

Nel testo latino pronunciato dal b. papa Giovanni XXIII si legge:"Etenim ad huiusmodi tantum disputationes...quam tempora postulant nostra

Ho già detto che il testo latino coincide con quello italiano ora presente sul sito Vaticano (e con la citazione di Paolo VI).

In ogni caso l'originale dell'allocuzione era stato redatto in italiano e la traduzione latina non è altro che quella del testo rimaneggiato in quel punto. Del resto l'ho anche fatto presente nell'articolo...

Si dà il caso che la versione italiana più vecchia (tratta da un volume di raccolta testi del 1966 e verosimilmente tratta dall'originale) coincide anche con quella spagnola ancora presente sul sito Vaticano e riporta «... studiata ed esposta attraverso le forme dell'indagine e della formulazione letteraria del pensiero moderno »; il che dimostra il cambiamento successivo.

In ogni caso, la stessa attenuazione operata dalla variazione, non cambia la sostanza di quanto accaduto e continua ad accadere.