(SIR del 04-06-2012) L’amore tra un uomo e una donna, fondato sul matrimonio è “fecondo innanzitutto” per la coppia, “nella procreazione, generosa e responsabile, dei figli” e “per la società, perché il vissuto familiare è la prima e insostituibile scuola delle virtù sociali, come il rispetto delle persone, la gratuità, la fiducia, la responsabilità, la solidarietà, la cooperazione”.
Lo ha detto ieri mattina Benedetto XVI, nell’omelia al parco di Bresso (Milano) per la messa conclusiva dell’Incontro mondiale delle famiglie. Un invito agli sposi ad aver cura dei figli e, “in un mondo dominato dalla tecnica”, a trasmettere loro “le ragioni del vivere, la forza della fede”. Ma anche i figli mantengano “sempre un rapporto di profondo affetto e di premurosa cura” verso i genitori.
Nel libro della Genesi, “Dio affida alla coppia umana la sua creazione” e “in questa indicazione – ha sottolineato il Papa – possiamo leggere il compito dell’uomo e della donna di collaborare con Dio per trasformare il mondo, attraverso il lavoro, la scienza e la tecnica”. Per il Pontefice, “nelle moderne teorie economiche, prevale spesso una concezione utilitaristica del lavoro, della produzione e del mercato”.
Secondo Benedetto XVI, “il progetto di Dio e la stessa esperienza mostrano, però, che non è la logica unilaterale dell’utile proprio e del massimo profitto quella che può concorrere ad uno sviluppo armonico, al bene della famiglia e ad edificare una società più giusta, perché porta con sé concorrenza esasperata, forti disuguaglianze, degrado dell’ambiente, corsa ai consumi, disagio nelle famiglie”.
Anzi, “la mentalità utilitaristica tende ad estendersi anche alle relazioni interpersonali e familiari, riducendole a convergenze precarie di interessi individuali e minando la solidità del tessuto sociale”.
Non è mancato, nell’omelia del Papa, un riferimento alla “Domenica, giorno del Signore, Pasqua settimanale”, ma è anche “il giorno dell’uomo e dei suoi valori” e “il giorno della famiglia”. Il Pontefice ha quindi invitato a non perdere “il senso del giorno del Signore”, che è “come l’oasi in cui fermarsi per assaporare la gioia dell’incontro e dissetare la nostra sete di Dio”.
Nessun commento:
Posta un commento