Ringrazio il lettore Enrico, perché con il suo messaggio sotto riportato mi ha indotta ad approfondire ed a trovare in rete [qui] il testo che segue, che vi propongo perché contiene spunti di riflessione notevoli, perfettamente calzanti con la realtà che si sta dipanando con ingravescente drammaticità, fatte salve impreviste e imprevedibili evoluzioni.
Non pensavo di pubblicarlo già stasera, ma ho appena finito di leggere, su Riscossa Cristiana [qui], l'articolo del Direttore, Paolo Deotto che, proprio nei commenti di uno quegli articoli per i quali e' chiamato in causa, ha inopinatamente censurato una mia corretta replica al fuoco amico che lanciava strali su questo blog. Il suo titolo già vi dice: "Dai profeti del dialogo e della misericordia, una nuova brillante iniziativa: Enzo Bianchi minaccia azioni giudiziarie contro Riscossa Cristiana".
Non pensavo di pubblicarlo già stasera, ma ho appena finito di leggere, su Riscossa Cristiana [qui], l'articolo del Direttore, Paolo Deotto che, proprio nei commenti di uno quegli articoli per i quali e' chiamato in causa, ha inopinatamente censurato una mia corretta replica al fuoco amico che lanciava strali su questo blog. Il suo titolo già vi dice: "Dai profeti del dialogo e della misericordia, una nuova brillante iniziativa: Enzo Bianchi minaccia azioni giudiziarie contro Riscossa Cristiana".
Non possum scribere in eum qui potest proscribere: sta tutto qui il dramma di ogni libertà di pensiero che abbia il coraggio di uscire dall'ironia soggettivistica.Questo vale anche nella Chiesa. Di più, direi che vale a fortiori nella Chiesa: al di sotto del cielo delle più sottili dispute teologiche si aprono sempre gli abissi del potere e con essi dell'inimicizia politica.Davvero la fede non è mai una questione privata.
Trovo, in una nota a una pagina scherzevole di Jhering, le parole di Macrobio: "Ego taceo, non est enim facile in eum scribere qui potest proscribere...". Non sono in grado - limiti delle letture campagnole! - né di controllare la correttezza del testo né di conoscere le circostanze, in cui quelle profonde e terribili parole furono pronunciate. Certo è che esse debbono ben riflettere uno stato d'animo, un'angoscia propria dell'intellettuale, se le ritroviamo, a distanza di quindici secoli, nella difesa schmittiana dell'ambiguo rapporto con il nazismo. Anzi Carl Schmitt le volge in forma più secca e recisa: "Non possum scribere in eum qui potest proscribere": dove il non possum indica, non una semplice difficoltà, un non "essere facile", ma una reale impotenza, da cui in ogni caso non riusciremmo ad affrancarci. La difficoltà suggerisce espedienti e astuzie, volti ad aggirare l' occhiuta polizia del tiranno; l'impotenza schmittiana ci dice che tutto è inutile e vano, e che la "sicurezza" val pure un sacrificio di libertà.
L'antico detto anche ci spinge a considerare il gioco sottile dello scribere e del proscribere; dello scrivere intellettuale, che si leva contro il tiranno o l'autorità pubblica; e dello scrivere politico - giuridico, dal quale si è messi al bando e condannati all'esilio. L'uno e l'altro, chi consideri a fondo le cose, sono forme del potere, ignote a coloro che o siano in grado soltanto di parlare o non abbiano la capacità e l'energia di scrivere in eum. Il quale ultimo non è un semplice scrivere, un bruttar carta con l' inchiostro, ma una battaglia di parole fermate nel documento, che nel tiranno suscita fastidio apprensione timore. Forme in certo modo fraterne e solidali, poiché separano scrittori e proscrittori dalla massa ignara e incolta, estranea alla lotta tra gli artefici del documento.
Roland Barthes distingueva - in un prezioso e lontano articolo - ecrivains ed ecrivants, scrittori intransitivi e scrittori transitivi. Questi ultimi svolgono un'attività , si propongono un fine, o politico o sociale o religioso, di cui la parola è soltanto un mezzo. Quegli che scrive in eum, contro il potere capace di mettere al bando, appare come un ecrivant; e, perciò sentito e trattato per nemico, da condannarsi e allontanarsi in esilio. Gli ecrivains non minacciano il potere politico - giuridico, non destano allarme e timore, non corrono il pericolo della proscrizione. Non è un caso che Barthes tratteggi la distinzione in un fascicolo di Arguments dedicato agli intellettuali e rievocante il "manifesto" del 1898 in favore di Dreyfus.
Quello di Macrobio è, dunque, un detto di intellettuale e per gli intellettuali, i quali, esercitando un contro - potere, si servono della parola scritta per perseguire un fine di carattere pubblico, e così entrano nel conflitto politico. Non conflitto (che neanche sarebbe concepibile) tra letteratura e politica, ma, schiettamente e duramente, fra due visioni politiche. L'ego taceo di Macrobio non è il silenzio della distanza, ma il silenzio calcolante della difficoltà o della paura. Il silenzio di colui che ha il potere dello scrivere, non costituisce una situazione ambigua e inespressiva, non nasconde insieme un sì e un no; ma rivela di per sé una volontà di star fuori, un'impartecipe estraneità, la quale può anche (e la storia degli ultimi due secoli ce ne porge taluna prova) venire in sospetto ed essere tenuta per ostile dissenso.
Si apre qui il capitolo della moralità dell' intellettuale: se egli, per dovere intrinseco e ineludibile, sia tenuto a levarsi, costi quel che costi, contro il potere; o se, come a uomo tra gli uomini, non chiamato a pubblica funzione, gli sia lecito di valutare rischi e incognite dello scrivere.
Nell'alternativa sono racchiusi problemi del potere e della dignità morale. La scrittura può obbedire alla logica dei poteri e, nel conflitto, farsi cauta o silenziosa. Ovvero sentire che il proprio potere è insieme dignità morale e coraggio di testimonianza; e che il silenzio ne segna invece il rapido declino. Potere, il quale, nel non esercitarsi, si perde e consuma.
Perché questo ci sembra essenziale dello scrivere, che esso deve offrirsi agli altri; e nel silenzio corre il rischio di decadere e dissolversi. Gli intellettuali - vogliamo dire - non sono tali soltanto quando vengono in conflitto col potere politico: è nella loro libertà di dissentire o consentire, ma non è nella loro identità di rifugiarsi nel silenzio e cosi' di sottrarsi al rischio della scelta.
Irti Natalino [qui]
Pagina 35(28 ottobre 1999) - Corriere della Sera
82 commenti:
siamo arrivati proprio nel Twilight Zone...!
incredibile la ferocità dei modernisti e dei progressivisti aperta contro i semplici fideli osservatori e commentatori...
proprio incredibile!
Paolo, ti assicuro delle mie preghiere!
Capiamo adesso che c'è modo unico e coordinato tra i nemici di Cristo, la minnacia di processo...
Dopo chiedendo perdono per minacciare i Pentecostalisti, i nemici di Bergoglio minacciano i cattolici!
Romano
Cara Maria,
stavo leggendo su riscossa Cristiana le minacce come quelle già ricevute da F.Colafemmina.
Certa è una cosa, il braccio secolare è partito alla grande, in qualche modo siamo ritornati all'inquisizione.
certi personaggi, non potendo più fermare i Cattolici Apostolici Romani, che predicano la Dottrina secolare di Cristo Signore, già predicata dagli Apostoli, da 260 Papi migliaia e migliaia di vescovi e sacerdoti, cominciano ad usare l'inquisizione moderna.
Già altre volte ho detto che se devo soffrire per la Chiesa di Cristo, non alcuna paura, come non avevano paura i Cristiani che si nascondevano nelle catacombe sotto Nerone.
Le minacce che ci vengono fatte per la nostra fede Cattolica non ci impressionano, anche se teniamo famiglia.
In fondo Pietro non è stato crocefisso come il Suo Maestro?
Se vogliamo guadagnarci il paradiso, il martirio (inteso in senso lato) è la santità del Cristiano; Gesù ha dato la vita per la Verità, e noi che siamo i Suoi seguaci cosa dobbiamo temere?
Adiutorium nostrum in nomine Domini.
La guerra è cominciata 50 anni fà, ora siamo alle battaglie finali, avremmo dovuto aspettarcelo - che Dio ci aiuti.
La Chiesa è piena di Santi e Martiri per la Fede, il martirologio è strapieno. Quando si vuole bene si dà tutto come ha fatto Cristo per noi.
Riecco il Mastino:
http://www.qelsi.it/2014/la-bufala-di-caserta-il-papa-chiede-perdono-per-il-razzismo-fascista/
Chissà poi perchè le denuncie e-o le minacce di azioni giudiziarie partono solo in direzione di persone appartenenti a quel che vien definito "mondo tradizionale".
Vorrei vedere se Bianchi e chi per lui si permetterebbero di scrivere una missiva come quella ricevuta da Deotto a mons. Livi che, come lo ha fatto nel passato ( i suoi articoli sono reperibili sul blog), ancora recentemente ha espresso, sulla Bussola Quotidiana, le sue critiche dopo alcune esternazioni di Bianchi, e lo ha fatto senza mezze parole.
Sono solo i cattolici tradizionali ad essere oggetto di manovre intimidatorie al fine di zittirli?
Danno così tanto fastidio?
Disturbano il pensiero egemone?
Sono granelli di sabbia che rallentano il procedere della rivoluzione in atto?
Nella Chiesa, in Italia, si sta imponendo la libertà d`espressione a senso unico?
Cara Luisa,
ma cosa disse la Madonna a Fatima ai pastorelli?
Dopo fatto vedere l'inferno e quello che soffrivano i peccatori disse,: Pregate e recitate sempre il S.Rosario tutti i giorni; La Chiesa è in grave pericolo ed il pericolo maggiore viene dal suo interno.
La Madonna e la Beata Emmeric, non vedevano pericoli esterni, ma solo internie chiedevano le preghiere, perchè solo con le preghiere Dio rimette in ordine tutte le cose. Quello che ci aspetta in seguito solo Lui lo sà.
Ricordiamoci come venivano perseguitati coloro che non erano allineati ai regimi Sovietico o cinese, o forse ce ne siamo dimenticati?
Noi non siamo mica diversi da loro, quindi se continuiamo a fare resistenza aspettiamoci le stesse condizioni. Durante l'inquisizione si tagliavano le capocce con la ghigliottina.
La storia insegna sempre e si ripete sempre a cicli.
Gli articoli di Livi sono pubblicati anche su questp blog.
Forse Bianchi è stato infastidito da un certo stile "graffiante"....
Nessuno si permetterebbe di dirvi nulla.
L'unico problema è che vi ponete su un piedistallo, unici custodi della fede, guardate tutti dall'alto in basso, prendete tutti per eretici e miscredenti e offendete vergognosamente il Santo Padre, centinaia di Cardinali, migliaia di Vescovi, e che con qualche frasetta in latino vi elevate a giudici e carnefici.
E pretendete di essere lasciati in pace.....
Farò tutto quanto in mia capacità e potere, per chiudere questa tristissima e buia pagina per la Chiesa di Cristo.
Convertitevi finché in tempo Bianchi
Il blogger-troll Bianchi, che ha preso in prestito il nome di Enzo, sciorina le solite frasi fatte e i clichés appresi a memoria, per quello lo complimento, per il resto, anche se prestare attenzione ad un ridicolo troll è tempo perso, qualche appunto:
-chi si mette sul piedestallo è chi è sicuro, DI NUOVO, che un certo pensiero ha definitivamente ripreso le redini ecclesiali,
- chi oggi idolatra papa Bergoglio, e accusa chi non condivide lo stesso enfatico e acritico entusiasmo, è molto spesso chi attaccava in modo ignobile Benedetto XVI e i vescovi(pochi ma c`erano) che lo sostenevano,
- è chi ha fatto di tutto per ostacolarlo, disobbedendo, contestando il suo Magistero, la sua volontà, il suo esempio e riuscendo perfino a vanificarli.
Ai tempi di Benedetto XVI si poteva discutere, la riflessione era incoraggiata e stimolata, la parola di chi era stato zittito durante decenni ha potuto liberarsi, ma oggi si vorrebbe imporre un pensiero e una prassi unici, si vorrebe rispedire chi resiste e non tace nelle catacombe, e così chiudere quella che considerano la buia parentesi di un Pontificato da dimenticare, che altro non ha fatto se non rallentare la marcia trionfante della nuova chiesa.
Chi, in questi tempi bizzarri, ricorda il MAGISTERO (che non è nato con il CVII), il CATECHISMO, i PADRI della Chiesa, chi non considera che la Chiesa è nata con il Vaticano II, e lo dice ricordando e riaffermando l`insegnamento della Chiesa che non è altro che quello di Nostro Signore Gesù Cristo, da lui affidato alla Sua Chiesa affinchè lo custodisca e lo porti al mondo, è oggi stigmatizazto, diventa un granello di sabbia da rimuovere assolutamente e con tutti i mezzi. Il ricorso alla giustizia sembra diventare un must per chi vuole zittire ogni voce discordante e fuori dal coro.
Il "piedistallo" sarebbe la nostra fermezza e convinzione nel riaffermare la nostra fede?
E dovremmo tacere le verità eterne consegnateci dalla Chiesa bimillenaria che non sono "idee' ma realtà vive e vivificanti che con l'aiuto della grazia diventano nostra vita quotidiana?
Inoltre noi non intendiamo "rimuovere" né "silenziare" né coartare nessuno.
Ma la libertà di parola l'avete solo voi?
E se davvero, come insegnate, tutte le religioni sono uguali, perché solo il cattolicesimo suscita una simile intolleranza?
La storia di Cristo è con chi lo accoglie e lo annuncia, non con chi ne diffonde simulacri - partendo dalla rimozione del Suo Sacrificio propiziatorio - insieme al surrogato dei suoi insegnamenti.
Queste potrebbero essere opinioni dello stesso valore delle sue, difformi, se non fossero articolazioni di pensiero fondate sul Magistero perenne e su una sana teologia espresse in molti documenti, non proclamazioni apodittiche.
Chi ha orecchi per intendere intende, chi no dovrebbe andare oltre.
Se ci si avversa c'è da chiedersene il motivo.
....rimozione del Sacrificio propiziatorio ?!??
Gentile Mic,
sono lieto di avere dato un piccolo contributo, che lei ha colto esattamente.
Chi, anche senza ricoprire una pubblica autorità, tratta certe materie, è naturalmente esposto ad una sorta di rischio professionale, che Carl Schmitt chiamava il "rischio del politico".
La divulgazione tradizionalista (blog, etc,) ha attinto ormai la sfera del politico e costringe gli avversari alla reazione. Ciò significa che è temuta.
Finché, a partire delle massime autorità gerarchiche, non si disinnesca tale logica, è impossibile e un'illusione ogni dialogo fraterno.
Poi ci sono i tribunali, ma grazie a Dio quelli sono tribunali dello Stato, in cui ancora è possibile difendersi come "libera chiesa".
tribunali dello Stato, in cui ancora è possibile difendersi come "libera chiesa".
bene, ma allora ci si chieda: perchè p. Manelli e i FFI non ricorrono a tale difesa dei loro diritti ?
Caro Enrico,
mi fa di nuovo pensare:
una volta per "politica" s'intendeva l' "attività della polis" che era la città-stato.
In questo senso teniamo conto che noi siamo e vogliamo restare nella "civitas Dei" e che, nell'occuparci di questa, il resto è conseguenza perché entra nella storia a partire dal suo cuore (stat Crux dum volvitur orbis). Ed è da qui, perché dopo la redenzione viene la risurrezione, che tutto il resto non è più storia umana ma storia umano-divina in Cristo e solo in Lui.
Tolto questo, cosa resta se non vaniloquio e contraffazione?
A bianchi (ma pure a rossi, gialli, verdi & neri...)
Uno dei "mantra" post conciliari è la cosiddetta "lettura dei segni dei tempi". Bisogna osservare la realtà storica nel suo divenire e coglierne la novità e il senso del messaggio.
Allora osserviamo:
-la diminuzione di "mondanità spirituale", in un "sistema ecclesiale" tutto centrato sul dialogo con il mondo, sapientissimo nel far leva sui mass media e sul marketing (anche quello religioso), chi l'ha vista?
-la "riconciliazione delle differenze", proclamata misericordiosamente, ma praticata a colpi di commissariamenti e informative all'Arma dei carabinieri, che credibilità ha?
-le famose "code ai confessionali", effetto dell'attuale pontificato, quantunque strombazzate da famosi osservatori e certificate da stimati sociologi, chi le ha viste?
Se c'è un segno da cogliere, nella sua novità, è che si è rinunciato a fare i conti con il principio di non contraddizione: vaghezza, ambiguità e soggettivismo hanno fatto strame dell'oggettività, definendo "dogmatismo" persino l'argomentare che 2+2=4 e imputando a chi si ostina a tenere fermo il punto di essere un pericoloso fondamentalista nemico della pace tra i popoli.
Non confido nell'uomo: ancor meno nell'uomo manipolato e disumanizzato da un sistema di strutture di peccato che insegnano a legiferare per legalizzare di tutto, dalla possibilità di dare la morte a quella di rovinarsi la vita.
Confido in Dio che ama l'uomo, per salvarlo.
Che tristezza sentire l'uomo (che non nomina mai la Chiesa cattolica, se non per dire che è cattolico chi ha sbagliato o sbagli qualcosa)chiedere perdono ad altri uomini prima che a Dio.
Per di più nemmeno rivolgendosi a quelli direttamente "offesi", ma a loro discendenti.
E nemmeno attribuendo l'offesa ad errori di singoli uomini, ma all'intera Chiesa cattolica (a nome della quale parla), pur in un contesto di dittatura e di guerra, che furono pur sempre un segno dei tempi e non un assoluto.
Ma si sa, il principio di contraddizione e la logica mal si addicono al marketing e alla politica. Questo è il cristianesimo secolarizzato e rivolto al mondo, rincorrendo il favore degli uomini, anche preferendo la bufala, essendo troppo cruento l'impatto con l'Agnello immolato, un Cristo crocifisso che ci dice di stare attenti al mondo, al suo spirito, al suo principe, alle sue menzogne.
Inoltre è sacrosantamente vero che la fede è questione pubblica, non solo privata. Ed è di una comunità fatta di persone non di persone "fatte" dalla comunità.
Notate il "confiteor" della Messa quando, davanti al Signore c'è l' "io" che solo in quanto persona vive nella comunità e può dire e vivere il "noi" amato dal Padre nostro, proprio a partire dall "io" di figli nel Figlio diletto...
Fuori da questo c'è la massificazione e l'informe.
E c'è da intendersi bene anche sul concetto di comunità.
Cara Mic,
civitas Dei e civitas hominis saranno definitivamente separate e saggiate solo alla fine.
La condizione mondana della Chiesa è ancora quella di societas permixta.
Non dimentichiamo poi il Vangelo. Il Signore riconobbe il potere di Roma (non avresti potere su di me se non ti fosse stato dato dall'alto). Roma riconobbe implicitamente la regalità del Signore (ciò che ho scritto ho scritto).
Tutto è da Dio, senza possibilità di alcuna neutralizzazione (chi non è con me è contro di me).
Tutto ciò è essenzialmente politico.
Rousseau, nel capitolo finale de Il contratto sociale, accusa i cristiani di anti-politicità. Si è sbagliato di grosso.
Intervengo poco ma leggo molto.
E già sapete che non sono "tradizionalista". (per intenderci).
Il clima che si sta vivendo nella Chiesa, anche alla base, e nelle realtà non virtuali, è esattamente quello di una "gelata" con caratteristiche da socialismo reale, altro che primavera.
Ieri, parlando con amici, arriviamo per caso a sfiorare l'argomento VdR.
Ci sorprendiamo di trovarci in accordo e di non aver mai messo a tema l'argomento. Perché ?
Ma è evidente: timore di urtare l'altro o di scandalizzarlo.
Mi si dice, tanti pensano così ma hanno paura (paura?) di di dichiararlo. Anche tanto clero. Basso e alto.
E non di tratta di invasati integralisti cattolici e cripto-lefebvriani.
Brava gente di parrocchia, eletti nei consigli pastorali.
Questo è.
Clima plumbeo, silenzio autoimposto per non turbare il pensiero unico sentito come inevitabile e , quindi, voluto dallo Spirito, in presa diretta.
Questo si respira.
Più si proclama libertà ed aperture più si sperimentano coercizioni psicologiche e chiusure.
Mai visto niente di simile. E sono una vecchietta.
Eterogenesi dei fini?
Ringrazio tutti gli interlocutori (non faccio nomi perché l'elenco è lungo e perché non voglio correre il rischio di dimenticarne qualcuno) innanzitutto perché con le loro osservazioni consentono approfondimenti che diversamente non verrebbero fuori (vedi questo articolo e relativo dibattito nsieme ad altri che non mancano).
Ma soprattutto per il livello degli interventi, ben lontani dalle "urla da stadio" che persino impensabili denigratori vorrebbero attribuirci...
Amici,
permettetemi un intervento fuori dal coro.
Io sono quello che qualche tempo fa auspicò - non mi ricordo se anche su questo sito, ma quasi di sicuro proprio su Riscossa cristiana - un ricorso sistematico, massiccio e spietato alle vie legali contro i continui abusi degli omosessualisti, anche come deterrente. Ne sono sempre più che convinto. Ho notato con piacere che Gianfranco Amato e Antonio Brandi nel frattempo hanno sporto qualche altra denunzia di questo genere, certo a prescindere dal mio suggerimento; e credo che sia opportuno battere questa strada molto più spesso ancora.
Ora, se qualcuno di un'altra parte fa lo stesso con noi, se qualcuno ritiene di aver subito un torto da noi e agisce in sua tutela, non commette un sopruso, ma esercita il suo diritto - un diritto, badate bene, che non è un'innovazione bislacca e liberticida, tipo ddl Scalfarotto, ma una base della convivenza civile: se tu parli male di me in modo che io ritengo infondato e lesivo, te lo devo poter impedire.
Se poi ho ragione o torto, lo vedremo davanti al giudice. Ricevere una denunzia non equivale a subire una condanna - e nel caso di Enzo Bianchi sono abbastanza fiducioso che almeno la questione delle immagini sia in discesa, perché si può sostenere che è un personaggio pubblico. Caso mai sono i detentori dei diritti su quelle immagini a poter eccepire qualcosa: ciò che si trova in rete non è automaticamente di tutti.
Quindi bene la solidarietà a chi è stato denunziato, per quello che può valere - e se qualcuno avesse titolo a offrire anche altro, per esempio una consulenza legale o addirittura il patrocinio gratuiti, sarebbe certo più utile. Ma non capisco questo stracciarsi le vesti.
Chi tiene un sito di questo genere dovrebbe sapere che si espone a questo tipo di rischi. Meglio per lui se conosce un avvocato che gli possa dare almeno un primo orientamento - e credo che a Deotto questo non manchi. Che senso ha tuonare contro questo e quest'altro, se poi ci si fa piccoli piccoli per una semplice denunzia? Il giorno che dovessimo prendere in mano le armi dove andrà a nascondersi questa gente?
Tengo a precisare che non ce l'ho con Colafemmina, che non ha fatto pubbliche lamentazioni con annessi stracciamenti di vesti perché altri intendevano tutelare i proprii diritti, ma ha espresso la sua comprensibile preoccupazione in una lettera privata che per qualche ragione è diventata di dominio pubblico.
Un evento importante per la storia della Chiesa e per le forze cattolice che resistono i Modernisti...è la fondazione della Società di Marcel Lefebvre, a Avrillè, Francia, la settimana scorsa. Ecco la sua declarazione di fede:
en français:
http://www.dominicainsavrille.fr/wp-content/uploads/2014/07/D%C3%A9claration-de-fid%C3%A9lit%C3%A9-catholique.pdf
in inglese:
http://www.therecusant.com/avrille-decl-july14
è la mia speranza che fra poco sono tutti ordinati vescovi missionari per il mondo, perchè tanti fideli non hanno la possibilità dei Sacramenti senza comprimisi, e con essi tutte le diocesi possano essere restaurati, quando i sacerdoti e i fideli che hanno ancora la fede, capiscano che hanno diritto divino per scegliere un cattolico vescovo tra loro quando il Vescovo di Roman vuole imporre sempre un eretico modernista per cui egli ha nessun diritto
Osservatore
Ora, se qualcuno di un'altra parte fa lo stesso con noi, se qualcuno ritiene di aver subito un torto da noi e agisce in sua tutela, non commette un sopruso, ma esercita il suo diritto - un diritto, badate bene, che non è un'innovazione bislacca e liberticida, tipo ddl Scalfarotto, ma una base della convivenza civile: se tu parli male di me in modo che io ritengo infondato e lesivo, te lo devo poter impedire.
Su questo sono d'accordo e io stessa (e non solo io) recentemente mi sono trovata costretta a diffidare chi sta facendo della diffamazione il suo sport preferito.
La differenza tra i denigratori da me diffidati e il nostro comportamento è che loro accusano in termini volgari e senza supporto di fatti e argomenti. Noi, invece, alimentiamo un dibattito cercando di mantenerlo civile.
Certo un sito pubblico deve rendere conto di ciò che dice e anche di come lo dice. E un'opinione equilibratamente espressa supportata da argomentazioni e documenti non mi pare possa essere diffamazione.
Forse corre il rischio di diventarlo e il problema comincia a farsi più serio quando il dibattito acquista toni di aspra polemica o espressioni che vogliono dire e non dire attraverso uno stile graffiante piuttosto che in termini di pacata e argomentata esposizione di idee contrapposte ad altre idee e non alla persona.
E, anche se non è possibile scindere del tutto idee e persona, c'è modo e modo di contrapporsi...
"Chi tiene un sito di questo genere dovrebbe sapere che si espone a questo tipo di rischio."
Il fatto è che chi è esposto a quel tipo di rischio appartiene ad un solo e unico campo, a quell`ambito che Accattoli ha definito in modo riduttivo di destra o tradizionale, appartenenenza ( e sia ben chiaro che quelle connotazioni politiche in religione mi fanno orrore) che di questi tempi è effettivamente ad alto rischio di denuncia.
Ci fossero solo insulti e calunnie, oggi si si denuncia o si minaccia di farlo, si moltiplicano le manovre intimidatorie contro chi non si sente a suo agio nella melassa acritica che ormai domina come una parola d`ordine da non contraddire, e lo dice.
Chi è calunniato da persone che sa avere i favori del potere, sceglie di tacere, pur consapevole di non aver detto nulla che giustifichi quelle reazioni fielose, si fa piccolo per non perdere quel margine di libertà che gli resta.
Ma vi sembra normale che per paura di ritorsioni da parte di chi sta ai vertici della Chiesa, di chi sa essere sul "carro del trionfatore", un cattolico non possa più esprimersi liberamente, debba zittire dubbi, critiche e domande?
E che debba farlo solo perchè non ha le protezioni giuste al posto giusto?
Forse che erano e sono a rischio i siti e i media che hanno insultato e che sembrano non voler cessar di farlo, in modo più o meno subdolo, Benedetto XVI?
Sono a rischio coloro che propagano false dottrine, spacciandosi per cattolici?
No.
Per loro libertà d`espressione totale.
Beh, saranno gli avvocati a guadagnarci, chi è accusato deve difendersi, sempre ammettendo che possano farlo persone che non hanno dietro ricchi protettori, lobby di ogni tipo, capaci di pagare le spese, anche qui due pesi due misure.
Cara mic,
loro accusano in termini volgari e senza supporto di fatti e argomenti. Noi, invece, alimentiamo un dibattito cercando di mantenerlo civile.
[...]un'opinione equilibratamente espressa supportata da argomentazioni e documenti non mi pare possa essere diffamazione.
Io non intendo dire che Tizio ha diffamato Caio. Ma se Caio ritiene di essere stato diffamato, non è né un sopruso, né un'intimidazione né un'illecita minaccia, ma il suo pieno diritto cercare tutela nelle vie legali.
Ciò che a me sembra una critica dura ma legittima, ad altri, e soprattutto all'interessato, potrebbe sembrare eccessiva, scorretta, lesiva. Faccio un esempio che credo sia molto a proposito.
Tempo fa Riscossa cristiana pubblicò un articolo che a me sembrava una congerie di luoghi comuni infondati. Inviai un commento che iniziava più o meno così: "Ma che congerie di luoghi comuni infondati!", e proseguiva smontandone un paio - non potevo fare un commento perpetuo all'articolo.
Il commento fu pubblicato, ma l'inizio diventò più o meno: "Ci sono alcuni punti discutibili." Avrei preferito che non fosse pubblicato, come è pieno diritto del gestore, piuttosto che vedere sotto il mio pseudonimo parole e pensieri non miei. Va be', mi sono regolato di conseguenza, né voglio prendermela per questo. Il punto ora è che ciò che a me sembrava una critica dura, ma ben entro i limiti della civiltà e subito argomentata, a Deotto sembrò censurabile. Probabilmente anche perché era rivolta a un articolo del suo sito.
Insomma, come si vede una stessa cosa può essere percepita in modi molto diversi. Se nei casi concreti la diffamazione ci sia davvero o no, lo si vedrà davanti al giudice. Qui si tratta di cattolici contro altri cattolici, credo che si possa sperare in un giudizio imparziale.
Se i querelati vinceranno, potranno dire ai quattro venti che hanno fatto bene e continueranno a farlo. Se vinceranno i querelanti, i querelati dovranno stare più attenti ai toni, o a chiarire il fondamento delle loro affermazioni; o magari rifugiarsi dietro il velo della satira, che spesso è un utile lasciapassare.
Di sicuro evocare le ghigliottine di fronte a un semplice esercizio di un ragionevole diritto da parte di altri è fuori luogo. O ci si ritiene noi "più uguali degli altri", o non si può pensare di essere immuni dalla suscettibilità altrui.
E altrettanto sicuro è che a piangersi vittime per una semplice denunzia, dopo tanto viril tuonare, non ci si fa una gran bella figura.
A Luisa delle 22,37 -
Gentile Luisa stiamo forse dimenticando che chi si distacca dal pensiero unico, rischia quello che dici tu? Ma durante il comunismo in unione sovietica e paesi satelliti, oppure in Cina, chi usciva dal pensiero unico che fine faceva? della Siberia tutti ne sappiamo qualcosa; bastava non essere daccordo col PCUS e si finiva nei campi di lavoro forzati o in siberia; in Cina ci siamo dimenticati la maggior manifestazione di quello studente davanti al carro armato in piazza Tien a Men?
Dove c'è una dittatura non può esserci alcun dialogo anzi ci sono solo pene, e quante accuse false sono state inventate da quei regimi (diciamolo pure che avevano annacquato i cervelli dei loro popoli) per buttare nei campi di lavoro chi si opponeva?
Non dimentichiamo i vescovi che venivano imprigionati con motivazioni tra le più miserabili e Pio XII quanto ha sofferto per queste dittatute.
Oggi tocca a noi soffrire e rischiare non potendo fare altr
o per la nostra Chiesa Cattolica.
Ogni popolo ha il governo che si merita, si vede che noi oggi ci meritiamo questa guida. Comunque il Signore ci dà sempre le armi per combattere.
Se il contenuto è questione di fede (prescindendo dall'uso delle immagini), è il giudice civile a poter stabilire che è diffamatorio?
Chi si meraviglia che non sia presa di mira la bussola q. non pensa che i contesti che danno fastidio sono quelli che parlano forte e chiaro non quelli che ospitano i normalisti ad ogni costo e i reticenti, come li chiama mic.
Luisa,
in realtà anche la "destra cattolica", se così vogliamo chiamarla, sa servirsi di questi mezzi. Anni fa non so chi portò in scena uno spettacolo blasfemo? Partì una denunzia, se ben ricordo. Ora la Rai ha mandato in onda non so che altra scenetta blasfema? È partita un'altra denunzia. Anche mic dice di essersi mossa contro chi ritiene che l'abbia diffamata: e ha fatto bene.
Poi se magari da "sinistra" sono più bravi e ne fanno di più, bisogna che la "destra" si muova. Come dissi tempo fa, anche organizzandosi come lobby - si potrebbe dire rete.
Tra l'altro il querelante che risulta in torto si espone a una controquerela per calunnia.
Per i preti magari è più complicato. P. Levi di Gualdo nei commenti "incriminati" paventava la sospensione a divinis. Ma per fortuna almeno i laici godono (ancora) di piena libertà di espressione - certo, nei limiti della legge. Quindi non mi pare che ci sia da lamentarsi, ma da darsi da fare. O che fa la Chiesa a un laico se critica anche il Papa, lo scomunica?
ki conosce la comunità di Bose, sa ke Bianki nn potrebbe scrivere a quell'ora de la notte! Quindi impari a fare il troll...
Se il contenuto è questione di fede (prescindendo dall'uso delle immagini), è il giudice civile a poter stabilire che è diffamatorio?
Credo che il giudice civile valuti i fatti di rilevanza civile - e quello penale i fatti di rilevanza penale. Se ce ne sono condannerà, se non ce ne sono assolverà.
Credo che questa sia anche la ragione per cui è impossibile per esempio denunziare qualcuno che ritenessimo eretico: l'eresia non ha rilevanza né civile né penale.
Latinista lei dimentica che a fare le denunce non sono quelli dell'altra parte, ma chi si identifica come cattolico appartenente alla Chiesa Cattolica o parte integrante della stessa. Fin qui ci siamo? Per cui quello che lei ha scritto non sembra tenerne conto.
Diverso è il caso degli omosessualisti che vogliono imporre la loro ideologia che non è cattolica e quindi non fanno parte della Chiesa da quello di chi si dice e si presenta come cattolico e pretende di insegnare al popolo cattolico,
" Latinista ha detto...
Amici,
permettetemi un intervento fuori dal coro.
Io sono quello che qualche tempo fa auspicò - non mi ricordo se anche su questo sito, ma quasi di sicuro proprio su Riscossa cristiana - un ricorso sistematico, massiccio e spietato alle vie legali contro i continui abusi degli omosessualisti, anche come deterrente. Ne sono sempre più che convinto. Ho notato con piacere che Gianfranco Amato e Antonio Brandi nel frattempo hanno sporto qualche altra denunzia di questo genere, certo a prescindere dal mio suggerimento; e credo che sia opportuno battere questa strada molto più spesso ancora."
CONCORDO
"
Ora, se qualcuno di un'altra parte fa lo stesso con noi, se qualcuno ritiene di aver subito un torto da noi e agisce in sua tutela, non commette un sopruso, ma esercita il suo diritto - un diritto, badate bene, che non è un'innovazione bislacca e liberticida, tipo ddl Scalfarotto, ma una base della convivenza civile: se tu parli male di me in modo che io ritengo infondato e lesivo, te lo devo poter impedire."
Da cosa derivi il diritto di un sodomita di denunciarmi, non lo capisco! Il nostro diritto invece nasce dal vietare atti indecenti.
"Se poi ho ragione o torto, lo vedremo davanti al giudice."
Su certe tamatiche non mi fiderei dei giudici italiani!
"Ricevere una denunzia non equivale a subire una condanna"
Condivido, anzi prendersi una denuncia da certi indidui oltre ke 1 onore è solo prova di esser da la parte del giusto!
Bisognerebbe far una colletta per tirar su un pool di avvocati ke difenda h24 i diritti Cristiani nei tribunali!
Vorrei specificare che non siamo tutti tradizionalisti più o meno cripto lefev, io sono un cane sciolto e come me ce ne sono tanti altri,è evidente che dà fastidio chi è ancora capace di un pensiero autonomo e di dire ad alta voce che i reali,religiosi e laici, sono nudi.....ma non si può,meglio tanti encefali piatti di un solo cervello in grado di discernere non a comando....alla faccia di Orwell, Huxley e soci.....finché sarà permesso.....ma che tristezza, essere di fatto in galera e far finta di non saperlo.....KM.
A proposito di organizzarsi come "rete" caro latinista, sono anni che cerco di promuovere sinergie, finora seza esito. Troppi "orticelli" non meglio identificati? Non so.
Anche e soprattutto oggi il suo suggerimento è quanto mai opportuno. C'è però un rischio: quello di trovarsi impigliati in "maglie" di ordito "estraneo", al di là delle immediate apparenze.
Non so se sia una situazione inedita. La trovo umanamente ingarbugliata e fuori dalla mia portata. Almeno in base a quello che vedo oggi. Poi non so, spero, cercando di veder meglio e ovviamente pregando...
La diffida ricevuta da Riscossa cristiana è del tutto non circostanziata.
Quali sarebbero le affermazioni lesive dell'onore del Bianchi?
La questione "dell'andare in giudizio" non è così semplice...
-toccò a Gesù con Pilato, mentre il sinedrio accusava l'Uno e aveva un discreto potere manipolatorio sull'altro. Gesù smascherò l'incapacità di pervenire alla verità senza di Lui.
-toccò, a motivo di quel primo processo, a S. Paolo con Felice e con Festo, e in questo caso l'accusato fece leva sull'essere "cittadino romano" quale ulteriore criterio di giudizio. Spostò la sede, ma finì giustiziato.
-può toccare a ciascuno di noi, in un'epoca farisaica in cui la legge e il giudizio in tribunale diventano più dirimenti del giudizio davanti a Dio, usando della legge umana a beneficio dell'ondivago "bene" che viene sancito relativisticamente.
-può toccare, nella Chiesa cattolica odierna, a chiunque di noi possa trovarsi in disaccordo rispetto alla "parodia della misericordia" che sta andando in scena, altalenando tra concessioni di manica larghissima ed epurazioni di marca liberticida, mentre ci si dichiara tutti fraternamente intenzionati all'accordo universale.
-toccherà comunque a ciascuno di noi, di fronte a chi è Vero Giusto Giudice e lì non ci saranno veli.
Non trovo alcuna garanzia nell'umano giudizio in questo contesto, che è più che mai "segno di tempi" che hanno decretato "l'idolatria" tanto quella in buona fede quanto quella in malafede.
Usare la via giudiziaria è un mezzuccio per "mandare segnali di fumo", che non è difficile prevedere quali sviluppi possa concretamente poi "arrostire".
Sono però certo della giustizia misericordiosa di Dio, che legge i nostri cuori. E mi sento -nel caso- un chiamato alla beatitudine della persecuzione.
In ogni caso mi reputo un cittadino anche di questo mondo, con il suo ben noto principato, abbastanza avveduto per non idolatrare l'uomo e la giustizia umana (oggi più che mai) e sufficientemente avvertito per non foderare gli occhi di fronte alle manipolazioni e alle ipocrisie delle quali sa servirsi.
Se noi non possiamo denunciare l'eretico, e giustamente perché l'eresia non ha rilevanza né civile né penale, nemmeno l'eretico dovrebbe poter denunciare chi lo dichiara tale e ne contesta le affermazioni. OK che sarà il giudice a decidere e la cosa dovrebbe essere pacifica. Ma siamo sicuri che il braccio secolare non arrivi anche ai giudici?
Saranno le vicende a dircelo. E comunque, oggi, manca una normatività certa (o meglio il farla valere) soprattutto intra ecclesiam. Nel frattempo, coraggio avanti...
Il problema - e qui rispondo a Helga - è che l'interessato non "pretende" di insegnare ai cattolici, ma è stato nominato consultore dal papa ed è gettonato in molte facoltà pontificie e in tutta la realtà ecclediale.
Le voci fuori dal coro siamo noi...
E molto ci penalizza anche la reticenza nonché l'anfibologia, nonché il cerchiobottismo di chi potrebbe e dovrebbe stare dalla nostra parte.
Helga,
non so se ho capito bene la Sua obiezione. Quando parlavo di parti, mi riferivo anche all'interno della Chiesa, perché c'è poco da fare, anche lì ci sono fazioni contrapposte, e tutti sono cattolici. Incidentalmente, credo che sia stato un po' sempre così, e che sia anche normale in un gruppo umano così vasto.
AICI,
Da cosa derivi il diritto di un sodomita di denunciarmi, non lo capisco! Il nostro diritto invece nasce dal vietare atti indecenti.
Anche qui forse non sono risultato chiaro parlando di una "altra parte". Non mi riferivo ai sodomiti; e poi non è che un sodomita non abbia diritti - sono certo che Lei non intendeva questo. Se per esempio uno si ritenesse diffamato da Lei, avrebbe tutto il diritto di querelarla. Un giudice dovrebbe stabilire se la diffamazione ci sia stata o no.
Su certe tamatiche non mi fiderei dei giudici italiani!
Come darle torto? Ma nel caso delle denunzie di frati e presunti tali, come dicevo sopra, credo che si possa sperare dalla magistratura uno scarso coinvolgimento ideologico e quindi un giudizio imparziale.
....rimozione del Sacrificio propiziatorio ?!??
Anonimo 8:09
Non mi riferisco certo al NO celebrato degnamente; ma ai numerosi sedicenti cattolici che pensano di celebrare soltanto la Cena, ai non pochi sacerdoti purtroppo ascoltati con le mie orecchie che non credono nella transustanziazione e alla variegata fauna dei pressappochisti...
per non parlare di chi crede ancora di celebrare l'uscita dell'Egitto delle tribù d'Israele col pane dell'afflizione e il vino dell'allegria e purtroppo sono termini usati da un "iniziatore" che va per la maggiore...
Grazie a Enrico per le sue belle riflessioni, grazie per la sua citazione di Carl Schmitt, nel mio "pantheon" intellettuale da sempre, grazie a Mic per averle riprese e per aver scovato in rete un bel testo del mio antico Presidente, Natalino Irti. Giurista, banchiere e gentiluomo.
La qualità dei commenti è stata, come sempre, apprezzabile. Ha ragione Mic, riferendosi al sito: " il livello degli interventi, ben lontani dalle "urla da stadio" che persino impensabili denigratori vorrebbero attribuirci..."
Silente
Anche qui forse non sono risultato chiaro parlando di una "altra parte". Non mi riferivo ai sodomiti; e poi non è che un sodomita non abbia diritti - sono certo che Lei non intendeva questo. Se per esempio uno si ritenesse diffamato da Lei, avrebbe tutto il diritto di querelarla. Un giudice dovrebbe stabilire se la diffamazione ci sia stata o no.
Non si è liberi di querelare a piacimento. Una querela scientemente infondata costituisce calunnia.
Caro AICI,
brevemente. Non credo tu debba realisticamente preoccuparti per tue esternazioni su altri siti che ricadano su questo.
Piuttosto preoccupati di esprimerti sempre dopo aver contato fino a 10 ;)
Trovarsi impigliati in maglie estranee è un rischio da valutare; ma mettendo questo rischio da una parte della bilancia, e il giovamento che si avrebbe da una simile rete dall'altra, credo che la rinunzia a qualche nostro puntiglio sarebbe abbondantemente ripagata.
Nel mio caso e in diverse occasioni credo di aver rimosso tanti "paletti", proprio guardando all'obbiettivo.
Per alcuni ambiti non credo si tratti di "puntiglio", ma di vera e propria "estraneità" spirituale e lo dico "a pelle"... Non come sensazione, sentimento: qualcos'altro più profondo per cui l'espressione che ho usato può sembrare inadeguata.
E' difficile da spiegare e non penso sia valutabile né a livello giuridico né a livello psicologico, ma solo da parte di un padre spirituale...
Ovvio che non si tratta di un'intuizione mistica e ci sono anche dei fatti. E qualche conferma da sacerdoti che stimo, in questo senso ce l'ho.
Ma te ne eri a conoscenza di questi report?
Premettendo che scrivo solo su questo blog-povera te =) -; comunque fossero stati dei report di MIl ke secondo me modera per nulla uno non ci fa molto caso dato ke nei commenti becca tt ed il contrario di tt...ma sapendo tutti ke te moderi uno da fuori può pensare ke se te hai lasciato passare da le maglie de la censura quei commenti è perchè quella è la linea editoriale del blog. Poi io e te sappiamo che non è così ma...ho creato un danno.
Okkei seguirò il tuo consiglio anche se credo che con certi i discorsi eruditi non serva farli ma bisogna usare i metodi a la Don Camillo.
Per ora mi riposo un pò...
E' il secondo narticolo che il Mastino rimuove neol giro di pochi giorni
http://www.papalepapale.com/cucciamastino/mastinate-quotidiane/la-bufala-di-caserta-il-papa-chiede-perdono-per-il-razzismo-fascista/
Grazie a lei Silente, e ai suoi contributi sempre assai documentati.
Coraggio, coraggio e ancora coraggio .Come diceva S Teresa , il diavolo è estremamente vile con chi si dimostra deciso .Non dico ovviamente che i distruttori della Chiesa , i sedicenti priori , i falsi profeti , siano il diavolo ,no , assolutamente ;però il diavolo si serve<anche di loro , in buona o cattiva fede che siano . Quali le affermazioni lesive di Bianchi ? Chiamarlo "dott. commercialista "? è un insulto ? Falso profeta? Ma come è stato detto , la fattispecie "Falsa profezia " non si ritrova in ambito giuridico . Che è un cattivo teologo? E allora dove finisce il libero dibattito scientifico ? D'accordo sulla scarsa affidabilità di parte della magistratura (non tutta ),ma qui viene dato, secondo me ,un segnale di debolezza , che ci deve far pensare a incrinature nei piedi di argilla del gigante post conciliare .Almeno spero . Con ciò , forse la persecuzione ci sarà , e ciò che io temo di più (non per me , ma per chi è ora bambino )non è quella ecclesiastica , ma quella islamica , quando fra non moltissimi anni avranno preso il sopravvento , e alzeranno la cresta che ora tengono , dissimulando , bassa . Anche i responsabili civili ed ecclesiastici faranno allora mea culpa ,(o forse si accoderanno acquiescenti ) ma sarà tardi . Dio darà fortezza a chi accetterà il martirio , forse dando grazie eccezionali anche ai piccoli , come l'eroica bimba del commovente articolo di ieri ;ma sono preoccupata comunque . Se l'apostasia è già in atto , che sarà allora ?
Sarà stato rimosso da papale papale ma c`è chi lo ha messo in memoria, non è perso per tutti!
AICI,
sono abbastanza sconvolta.
In effetti ho fatto un errore che ora non faccio più (lo spero): in momenti di fretta o altro impegno, mi è capitato di lasciar passare commenti solo guardando l'autore senza leggere il contenuto dato che, conoscendolo (o credendo di conoscerlo), mi fidavo.
Ora, oltre che ai falsi, pure riscontrati, sto più attenta anche a possibili boutades o "enfasi" eccessive o peggio di qualcuno...
Per report non intendevo se conoscevi quanto da me scritto sul tuo sito...ma se eri a conoscenza dei ritagli de le discussioni fatte su questo blog presenti su quel sito con relativo commento degli amministratori. Pensavo che per carineria, per non farmi dispiacere oltremodo non mi avessi detto nulla...
Scusa per la fiducia mancata
AICI,
ti ho detto che sono sconvolta perché non le conoscevo, dato che non ho né il tempo né la fantasia di andare a pescare quel che dicono su di me. Di solito mi viene segnalato, come hai fatto tu...
Di fatto quelle che definisco boutades non ci sono né le ricordavo, quindi le avevo viste poi e cancellate; ma addirittura uno, dei malevoli, le ha nel frattempo riprese "capandole" col lanternino...
Un colpo di coda dei tanti.
Chiudiamola qui, preferisco non divulgare oltre.
Mi affido e vado avanti
sai del resto quante te ne ho censurate successivamente...
De hoc satis :(
"AICI,
ti ho detto che"
Ah ok.
"sai del resto quante te ne ho censurate successivamente..."
Confermo per chi legge!
Scusate, ma se il dr. Bianchi e p. Alfonso hanno fatto ricorso al braccio secolare, cioè all'ordinamento penale italiano, anziché adire un tribunale ecclesiastico e così lavare i panni sporchi in casa, evidentemente non si sentono tanti sicuri e soprattutto non sono sicuri di vincere in casa ma hanno bisogno di un potere estraneo alla Chiesa cattolica. E non è' certo che questo potere dai loro ragione. Qualche anno fa mi fu detto che il dr. Bianchi chiedeva alle diocesi dove era invitato a parlare (tante), "solo" seimila euro a botta. Se vero, mica male per chi ha fatto del pauperismo una delle proprie ragioni di vita.
Perchè non lo leggiamo più, su quel "tema"?
qui un nutrito elenco di ottimi art. sul caso FFI:
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV583_Agnoli_FFII_commissariati.html
in part. segnalo l'ultimo di F. Agnoli:
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV583_Agnoli_FFII_commissariati.html
pubblicato su Il Foglio il 31 luglio, cioè 2 giorni fa....
(da cui):
Come è possibile che ciò che si poteva fare sotto Benedetto, come celebrare la santa messa anche in forma latina, liberamente, sia oggi improvvisamente ed espressamente vietato ai membri di una congregazione che non ha fatto altro che aderire al Motu proprio di un pontefice?
Come è possibile che una congregazione i cui membri vivono in povertà, senza mai dare occasione di scandalo, e dedicando molte delle loro risorse ai poveri (tramite la costruzione di orfanatrofi ed ospedali nei paesi più poveri), siano così duramente umiliati?
Se si vuole smarrire il popolo cattolico, gettare divisione e confusione, questo è il modo migliore.
Quanti sono già oggi i cattolici che dicono: “il mio papa è Francesco”; e altri che ribattono “il mio, invece, Benedetto”? Ci si dividerà ancora, dinnanzi a questo provvedimento che la Congregazione dei religiosi, presieduta da Braz de Aviz, ha preso, a mio giudizio, con estrema superficialità e insipienza. E vi si leggerà, credo, qualcosa di più di ciò che è realmente accaduto.
...
Quanto al tradimento, stupirsi? “Non ricordi – mi diceva recentemente un uomo della curia-, che dei benedettini cercarono di avvelenare Benedetto?
errore: l'art. di Agnoli era del 2013
art. recenti sui FFI:
1- Francescani dell’Immacolata. Nuovi abusi del commissario – Articolo di Alessandro Gnocchi (luglio 2014)
2- Uno strano articolo di uno strano frate - Articolo di Belvecchio (luglio 2014).
3- La fedeltà al Concilio non è negoziabile - Notizia sul vero motivo del commissariamento dei Francescani dell'Immacolata (maggio 2014)
link cit.
(in tema)
E' VENUTO IL TEMPO DI PARLARE
(qualche reazione dei fedeli sul caso FFI)
(circa il comunicato seg. che fu pubblicato):
Devota obbedienza
Con riferimento al Decreto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e le Società di Vita Apostolica dell'11 luglio 2013 (Prot. n. 52741/2012), P. Stefano M. Manelli, con tutto l'Istituto dei Frati Francescani dell'Immacolata unito a lui, obbedisce al S. Padre e confida che da questa obbedienza ne vengano grazie più grandi.
L'aspetto più terrificante della vicenda dei Francescani dell'Immacolata non è rappresentato, a mio avviso, dall'attacco modernista verso quest'ordine, ma dal comunicato emesso dalla Congregazione.
Con questo comunicato si insinua nei frati, nei fedeli, l'idea secondo cui sottomettersi in questo frangente alle decisioni dei superiori sia un'atto virtuoso, eroico, che potra' procurare grandi grazie alla congregazione.
Certo, sottomettersi sempre e comunque alle decisioni dei superiori, particolarmente quando questi dettano ordini incomprensibili o palesemente ingiusti, è atto di sommo eroismo. Ma qui il caso è completamente diverso, perché i superiori stanno impartendo degli ordini che vanno contro la fede e la morale. Sottomettersi dunque in questo frangente significa cooperare al male e rendersi responsabili in prima persona del tradimento.
Credo che tra i Francescani dell'Immacolata circoli ora una grande, penosa illusione: la speranza che dopo aver sacrificato la Messa, Cristo crocifisso, possano ora vivere in pace la loro solita vita conventuale.
È una penosa illusione perché l'eliminazione della Messa è solo il primo passo.
Seguirà la modernizzazione della congregazione, la progressiva eliminazione del suo spirito tradizionale e penitenziale, perché questo stile di vita rappresenta il più grande rimprovero per i modernisti.
...
(art. di ES)
http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV561_ES_E_venuto_il_tempo_di_parlare.html
Stop, Anonimo
E' inutile andare a ripescare vecchi articoli.
Dei FI abbiamo parlato a lungo e seguito anche recenti sviluppi poco edificanti.
Non resta che attendere, pregando.
http://bergoglionate.tumblr.com/
Effettivamente mic, hai ragione, e mi scuso se il mio commento su Agnoli ha fatto reagire l`anonimo con articoli che conoscevo, e che risalgono ad un anno fa. L`articolo dello stesso Agnoli, da me riportato, data del novembre 2013 (strana coincidenza è in quel mese che è stata presentata la denuncia contro F. Colafemmina, ma notificata solo la settimana scorsa) e bastava per constatare quanto e come egli fosse chiaro e rude, e con ragione, mentre ora, per quel che ne so, e mi riferisco al sito Libertà e persona, non si esprime più, da qui la mia domanda sul perchè di quel silenzio sorprendente.
Alessandro Mirabelli,
sbaglierò io, ma non credo che i tribunali ecclesiastici sarebbero stati competenti in questi casi. E comunque in che senso Enzo Bianchi sarebbe stato in casa?
Enzo Bianchi "gioca in casa" in ogni ambito ecclesiale, anche se di fatto è protestsnte, rispetto a qualunque tradizionalista...
Sulla non competenza dei tribunali ecclesiastici in tema di diffamazione sono d'accordo.
...non si esprime più,....
ma forse si esprime ancora, però...in modi diversi, preferendo altri argomenti, poichè:
da "attenzionati" a "rieducati" il passo è breve, v. pontifex.roma
@ Latinista: ti ricordi quando Martini alla fine degli anni '80 deferì al tribunale ecclesiastico milanese Socci ed altri due di CL perché avevano accusato Lazzati, ex rettore della Cattolica, di protestantesimo?
@ Mic: 'artini ravviso' la diffamazione quando Socci ed altri due di CL accusarono Lazzati di protestantesimo. Gli altri due ritrattarono, Socci no. Ignoro quale pena canonica sia stata comminata.
Prima la Chiesa scomunicava adesso si rivolge ai carabinieri.Va a finire che al sinodo inviteranno anche la procura di Milano e quella di Palermo.E le comiche continuano .Bobo
Io non credo che per ogni comparsata del Reverendo Bianchi ci siano stati dei vescovi che hanno scucito 6.000,00 euri.Però questo argomento andrebbe approfondito ,con tanto di nomi e di diocesi.Io comincio a pensare che disporre di somme ingenti sia un guaio.Vuoi o non vuoi finisci per fare delle stupidaggini.Bobo
Quando l'ethos dello Stato contemporaneo e l'ethos della chiesa conciliare finalmente coincideranno senza residui, avremo allora una nuova alleanza fra il trono e l'altare, questa volta entrambi rovesciati.
Ma per ora credo che certe derive sbirresche siano ancora innocue
Anche se le cose possono sempre cambiare rapidamente: denn die Todten reiten schnell ...
@ anonimo delle 21,03: per una diocesi grande o media, anche solo capoluogo di provincia, seimila euro sono bruscolini.
Magistrale Magister, un intellettuale che non tace:
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/08/02/a-caserta-papa-francesco-e-piaciuto-ma-nel-resto-del-mondo-pentecostale-no/
Nel nuovo mondo orwelliano si pensava di averle viste (quasi) tutte ma la via giudiziaria al cristianesimo decisamente mancava.
Al post del proselitismo i mandati d'arresto. Forte!
Miles
Perchè dunque Bobo lo chiama "reverendo" e per di più con la R maiuscola, quando invece non mi risulta sia mai stato ordinato nè prete nè monaco?
Qualcuno mi illumini
a) circa il fatto di chi può definirsi sacerdote, chi monaco, chi priore chi reverendo sulla base del codice di diritto canonico.
b) nel protestantesimo esistono o possono esistere titoli come nella Chiesa Cattolica?
c) Se dovessero esistere come si fa a distinguere un Sacerdote Cattolico da uno protestante o fac simile?
d) C'è bisogno forse di un Albo delle professioni?
Se dunque sulla base del Codice del Diritto Canonico costui non rientra ne ruolo di monaco o priore o reverendo o padre, significa che non può definirsi o autotitolarsi come tale o sbaglio?
E se così fosse, la legge Italiana ancor prima di quella Ecclesiastica non punisce forse chi si autoproclama professionista di qualcosa, ma in realtà non lo è perchè non possiede i requisiti richiesti della stessa professione dichiarata pubblicamente? O sbaglio.
E dunque dove si ravvisa l'accusa di diffamazione?
Qualcuno mi illumini.
Grazie
Ne abbiamo parlato diffusamente qui
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2014/07/il-reverendo-di-bose-e-improvvide-nomine.html
Troverá che il titolo gli è stato "conferito" dal sito del Vaticano.
Mi è venuto a trovare un ex-FFI in piena crisi di identità.
Formato alla devozione e dedizione riguardo le autorità, ciò che sta succedendo da un anno esatto a questa parte lo ha scombussolato. Che la piccola Caterina (che conosceva, e non sapeva della sua morte) preghi per lui e pure per me. E così voi tutti, affinché, capisca che ciò che sapeva è giusto, in tempi normali. QUESTI NON SONO TEMPI NORMALI!
@ A, Mirabelli Se la diocesi viene intesa come collettore delle offerte delle varie parrocchie convengo con te che 6.000 euri sono effettivamente una cifra modesta.Però le spese di una diocesi sono ingenti , tante parrocchie sono in rosso ,rosso , la Caritas costa parecchio e ci sono altri aiuti elargiti a pioggia , per i più svariati motivi che costano parecchio . Io non credo che un vescovo possa pagare 12 milioni di vecchie lire un sermoncino del reverendo (sic)Bianchi così su due piedi e senza batter ciglio. Chi lo ha fatto ha voluto semplicemente sovvenzionare Bose ,per motivi tutti suoi .Purtroppo raccogliamo i frutti avvelenati del cv2.Bobo
Torniamo al merito. E' ovvio che l'intellettuale (qualsiasi cosa questa espressione abusata e un po' screditata voglia dire, Weber e Gramsci permettendo) e massime, l'intellettuale cattolico, non può tacere.
Ricordiamoci, si parva licet, della testimonianza di San Tommaso Moro, finissimo intellettuale, abile politico, dotato, tra l'altro, di grande spirito d'umorismo (come Chesterton, come Tolkien, sembra una caratteristica dei cattolici inglesi) che venne martirizzato per non aver aderito allo scisma di Enrico VIII.
E' la fedeltà che fa santi, non necessariamente l'intelligenza. E neppure la cultura.
Curiositè,
prima il concilio, in molte nazioni il titolo di indirizzo per fratelli religiosi era "reverendo"...
ma non è strano che lo usano per un progressivista...vogliano che egli è accolto da tutti con reverenza...
Romano
Silente è vero che la cultura non è garanzia di santità.
Qui si parla del dovere di un intellettuale, che normalmente, nell'elaborare ed esprimere le idee, contribuisce allo sviluppp di linee di pensiero, a non tacere anche quando la tirannide rende impotente l'azione di chi scrive con la proscrizione.
E, poiché è sempre l'intenzione che qualifica l'azione, questa è buona e giusta se corrisponde all'andreia di Aristotele -per ricordare un classico che ci ha nutriti - richiamato con molta efficacia, in questi giorni, da Colafemmina.
...L’andreia è propria degli uomini, (non la credo applicabile al sesso ma al genere homo: "maschio e femmina li creò") ossia di coloro che non vivono come le larvae occultati nell’ombra, ma seguono la via della kalokagathia, non quella dei banausoi, chini sui loro interessi particolari, anneriti dalle muffe delle loro botteghe. E l’uomo coraggioso è per Aristotele non il bignami dell’aforisma italiano succitato bensì: “colui che avrà paura di ciò che è temibile a misura d’uomo, come è giusto e come la ragione comanda, ma lo affronterà in vista del bello: questo è il fine della virtù” (Etica Nicomachea, III,10). Un concetto che ci ricorda come anche il coraggioso possa, anzi debba aver paura (della privazione di libertà, della sottrazione di beni, del dolore causato ai propri cari, del freno imposto alla sua parresia), eppure egli affronterà ogni timore “tou kalou eneka“: per il bello! E questa è areté, valore. Ora, non so quanto io sia coraggioso o valoroso, ma so che la mia vita è animata da queste parole...
Bellissimo l'esempio di Tommaso Moro e mi sovviene quello di Caterina da Siena, che non era colta o intellettuale, ma aveva quella parresia speciale data dalla santità...
Mic, condivide anche la conclusione di Colafemmina?
...
Ma sono consapevole che tali considerazioni verrebbero considerate dalle truppe cammellate dei nuovi FFI semplici margaritas ad porcos. Così mi fermo qui.
E’ dunque un fatto che non basta predicarsi cattolici o supporter di Papa Francesco per essere immuni da protervia e tracotanza, da moralismo gretto e persino da una sguaiata passione per il cattivo gusto. Con risultati nient’altro se non penosi. Perché se è questo il volto dei difensori dei “nuovi” Frati Francescani dell’Immacolata, se questi difensori sono spalleggiati, protetti o aizzati dalla nuova leadership dell’Ordine non vale la pena discutere oltre. Bisognerebbe solo chiudere bottega. E rimandare nel deserto cammelli e cammellieri.
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