Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 19 agosto 2018

Vergogna Italia. Toscani, Benetton e i "Maletton" - Marcello Veneziani

Fanno la morale e poi lucrano senza scrupoli. Sono il simbolo del capitalismo allo sfascio. E il fotografo è il loro profeta
I Benetton non hanno prodotto solo maglioni e gestito autostrade ma sono stati la prima fabbrica nostrana dell'ideologia global. Sono stati non solo sponsor ma anche precursori dell’alfabeto ideologico, simbolico e sentimentale della sinistra. Sono stati il ponte, è il caso di dirlo, tra gli interessi multinazionali del capitalismo global e dell'americanizzazione del pianeta, coi loro profitti e il loro marketing e i messaggi contro il razzismo, contro il sessismo, a favore della società senza frontiere, lgbt, trasgressiva e progressista. Le loro campagne, affidate a Oliviero Toscani, hanno cercato di unire il lato choc, che spesso sconfinava nel cattivo gusto e nel pugno allo stomaco, col messaggio progressista umanitario: società multirazziale, senza confini, senza distinzioni di sessi, di religioni, di etnie e di popoli, con speciale attenzione ai minori. Via le barriere ovunque, eccetto ai caselli, dove si tratta di prendere pedaggi. Di recente la Benetton ha fatto anche campagne umanitarie sui barconi d’immigrati e ha lanciato un video «contro tutti i razzismi risorgenti». Misterioso il nesso tra le prediche sulla pelle dei disperati e il vendere maglioni o far pagare pedaggi alle auto.

Dietro la facciata «progressista» di Benetton c’è però la realtà di Maletton, il lato B. È il caso, ad esempio del milione d’ettari della Benetton in Patagonia, sottratto alle popolazioni locali, come le comunità mapuche, vanamente insorte e sanguinosamente represse. O lo sfruttamento senza scrupoli dell’Amazzonia, ammantato dietro campagne in difesa dell’ambiente. O la storia dei maglioni prodotti a costi stracciati presso aziende che sfruttavano lavoratori, donne e minori a salari da fame e condizioni penose, come accadde in Bangladesh a Dacca, dove morirono un migliaio di sfruttati che lavoravano in un’azienda che produceva anche per Benetton. Le loro facce non le abbiamo mai viste negli spot umanitari di Benetton, così come non vedremo nessuna maglietta rossa, nessun cappellino rosso sponsorizzato da Benetton o promosso da Toscani per le vittime di Genova. A questo si aggiunge per la Benetton l’affarone di gestire prima gli Autogrill e poi interamente le Autostrade, dopo che lo Stato italiano ha investito per decenni miliardi per far nascere la rete autostradale. Un «regalo» del pubblico al privato, come succede solo in Italia. Il capitalismo italiano ha sempre avuto questo lato parassitario e rapace: non investe, non rischia di suo ma campa a ridosso del settore pubblico o delle sue commesse. A volte socializza le perdite e privatizza i profitti, come spesso faceva per esempio la Fiat, o piazza i suoi prodotti scartati dal mercato allo Stato, come faceva ad esempio De Benedetti accollando materiali un po’ vecchiotti dell’Olivetti alla pubblica amministrazione. Aziende che si scoprivano nazionaliste quando si trattava di mungere dallo stato italiano e poi si facevano globalità quando si trattava di andarsene all’estero per ragioni di produzione, fisco o costi minori. O si rileva la gestione delle Autostrade come i Benetton e i loro soci, con sontuosi profitti ma poi è tutto da verificare se si siano curati di investire adeguatamente per ammodernare la rete e fare manutenzione efficace. La tragedia di Genova pende come un gigantesco punto interrogativo tra i cavi sospesi sulla città.

Di tutto questo, naturalmente, si parla poco nei media italiani, soprattutto nei grandi; non dimentichiamo che Benetton, oltre che importante cliente pubblicitario nei media, è azionista nel gruppo de la Repubblica-L'Espesso-La Stampa, dove si sono incrociati - ma guarda un po’’ - i sullodati Agnelli e De Benedetti. In miniatura, segue lo stesso modello ideologico e d’affari alla Benetton, anche Oscar Farinetti, il patron di Eataly. Il capitalismo nostrano da un verso sostiene battaglie «progressiste» appoggiando forze politiche pendenti a sinistra e finanziando campagne global e antirazziste; poi dall’altro si trova invischiato in storie coloniali di espropriazione delle terre alle popolazioni indigene, di sfruttamento delle risorse e di uomini per produrre a costi minimi e senza sicurezza, ottenendo il massimo profitto.

Poi vi chiedete perché in Italia certe opinioni politically correct sono dominanti: si è cementato un blocco tra un ceto ideologico-politico progressista, radical, di sinistra che fornisce il certificato di buona coscienza a un ceto affaristico di capitalisti marpioni. Un ceto che è viceversa adottato, tenuto a libro paga, dal medesimo. In questa saldatura d’interessi si formano i potentati e contro quest’intreccio ha preso piede il populismo.

Però alle volte insorge la realtà. Drammaticamente, come è stato il caso di Genova. Dove ci sono da appurare le responsabilità, i gradi e i livelli. Inutile aggiungere che con ogni probabilità non ci sarà un solo colpevole, ci saranno differenti piani di responsabilità, anche a livello di amministratori locali, di governi centrali e ministeri dei Trasporti, che avrebbero dovuto vigilare e imporre alla società Autostrade di spendere di più in sicurezza, pena la decadenza della concessione. Col senno di poi è facile dire che se gli azionisti della società autostrade avessero speso la metà dei loro utili (oltre un miliardo di euro l’anno) per ulteriore manutenzione, sicurezza e rifacimento di strutture a rischio, come era notoriamente il ponte Morandi a Genova, oggi probabilmente non staremmo a piangere i morti e una città stravolta, sventrata. Ma richiamare altre responsabilità non vuol dire buttarla sulla solita prassi del tutti colpevoli nessun condannato; no, ci sono gradi e livelli di responsabilità diversi, e qualcuno dovrà pagare per quel che è successo, ciascuno secondo il suo grado di colpa effettivamente accertata. A questo punto rivedere le concessioni è necessario. Ma non può essere la sola risposta. C’è da ripensare al modello italiano che non funziona più da anni, vive di rendita sul passato e manda in malora il suo patrimonio. Bisogna ripensare alla nostra scassata modernità, al nostro obsoleto repertorio strutturale, vecchio come i capannoni di archeologia industriale e le cattedrali nel deserto che spesso deturpano il nostro paesaggio e ricordano il nostro passato, quando l’industria era il radioso futuro. Un paese che non sa più pensare in grande, investire, intraprendere, far nascere, pensare al futuro. Resistono i ponti dei romani, resistono i ponti di epoca fascista, opere «aere perennius», ma scricchiolano o crollano le opere recenti, perché non c’è stata vera manutenzione, perché c’è stato sovraccarico, o perché furono fatte in origine con materiali inadeguati, con permessi ottenuti in modo obliquo, perché qualcuno vi speculò, e non solo le imprese di costruzione.

In tutto questo, purtroppo, la linea grillina del non fare, del tagliare, del risparmiare sulle grandi opere o sui grandi rifacimenti non è una risposta adeguata ai problemi e alle urgenze. Non dimentichiamo che per i grillini fino a ieri era una «favoletta» il rischio di crollo del ponte Morandi di Genova, era solo un modo per mungere soldi; e dunque pur di frenare eventuali corrotti e corruttori, per loro è meglio tenersi strade scassate e ponti insicuri.

Intanto è necessario rimettere in discussione il modello imperante, con un residuo di statalismo incapace e impotente, che si accompagna a un capitalismo vorace e parassitario sotto le vesti progressiste e umanitarie, con tutte le sue connivenze politiche denunciate da Di Maio. Quelle aziende che mettevano in cerchio i bambini del mondo, salvo vederli sfruttare nelle aziende del Terzo mondo o espropriare delle loro terre. Quelle aziende che volevano abbattere muri e frontiere nel mondo e nel frattempo crollavano i ponti di casa. 
Marcello Veneziani - Il Tempo 18 agosto 2018

63 commenti:

Anonimo ha detto...

"Non sono le parole che hanno senso, ma il senso che ha parole".
(H. Meschonnic)

Così finché abbiamo parole che disegnano il senso da cui sgorgano, che descrivono, annotano, esprimono, comunicano, evocano, denotano, sgorgano, scavano e creano, fino ad allora restiamo uomini.

Per questo intorno alle parole arde una guerra non dichiarata.

Siamo le nostre parole perché siamo il senso da cui sono generate. Anche quando non lo sapessimo più.
Franca Negri

tralcio ha detto...

Sarò un po' fissato, ma non posso far a meno di pensare che la causa del disastro materiale e sociale sotto i nostri occhi sia innanzitutto spirituale. L'anonimato del cristianesimo (propalato dalla teologia dei cristiani anonimi) è il terreno di cultura (non è un refuso microbiologico) che ha snaturato il tessuto sociale popolandolo di mostri.
Purtroppo è nell'eresia e nell'apostasia che sono cresciuti virus, batteri, scarafaggi, rettili e persino draghi, minuscoli e maiuscoli.

Impossibile non scorgere una regia nei due sinodi pilotati sulla famiglia -partorendo l'ibrido di AL- e poi nelle linee guida del prossimo (se ci sarà) meeting di Dublino in salsa arcobaleno (Suor Lucia lo aveva detto...).
Si comincia a vederla nel prossimo ultra pilotato sinodo dei giovani, passando per strane idee sulla messa e il sacerdozio, mentre emerge lo scandalo dell'omoeresia insieme alla monomania mondialista di chi sembra soprattutto fraternamente compassato nel fare squadra con i signori del mondo, secolarizzando e relativizzando per rimuovere il katechon.

Eppure... Contempliamo il mare grosso che sommerge lo scoglio: lo scoglio riemerge, sempre.
Il mare tempestoso è destinato ad essere sedato, mentre lo scoglio sta. Non passerà mai.

Gesù disse loro una parabola: "Guardate il fico e tutte le piante; quando già germogliano, guardandoli capite da voi stessi che ormai l'estate è vicina. Così pure, quando voi vedrete accadere queste cose, sappiate che il regno di Dio è vicino. In verità vi dico: non passerà questa generazione finché tutto ciò sia avvenuto. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno".

La soluzione non sarà la nazionalizzazione, ma la cristianizzazione di questa nostra povera Italia finita in mano anche a chierici dediti più al culto del mondo che a quello di Dio.

La settimana prevista per il meeting di Dublino coincide con la solennità della beata Maria Vergine Regina, il 22 agosto. La memoria liturgica obbligatoria di Maria Regina fu istituita da Pio XII nel 1955 al 31 maggio ma in seguito fu trasferita nel giorno ottavo dell'Assunta proprio per sottolineare il legame della regalità della Vergine con la sua glorificazione corporea.
La Tradizione ecclesiale (i Padri, la liturgia, il magistero ordinario) riconoscono Maria nostra Regina. La regalità di Maria è una partecipazione a quella di Cristo. La Vergine è la prima creatura nell'ordine della grazia.

Ecco, dovremmo tingere tutto il cielo del suo azzurro, della Madre di Dio(!), per non farne di tutti i colori sulla terra.
Se tutto il Cielo chiedesse qualche cosa a Dio prescindendo dalla Madonna, non lo otterrebbe; ma se la Madonna da sola fra i cittadini del Cielo chiedesse una grazia, la otterrebbe. Questo ne fa una regina in tutta le pienezza del termine.

Chiediamole questa grazia, invece di chiedere "diritti" al peccato per farci compagni di merende.

Anonimo ha detto...

Non percepire, nel Paese che più di ogni altro al mondo conserva non solo ponti ma ogni forma di costruzione civile e religiosa degli ultimi 25 secoli, la portata simbolica del crollo di un ponte "di altissima ingegneria" costruito neanche 60 anni or sono... è praticamente impossibile per chiunque sia uso ad utilizzare non tanto nemmeno la ragione, quanto un minimo il proprio intuito.
Le opere di Roma repubblicana, di Roma imperiale, dell'Italia dei secoli cristiani, sono lì. Strade, ponti, borghi e città medievali, palazzi della Ragione, chiese, abbazie, campanili, monasteri e conventi, castelli, palazzi rinascimentali e moderni, regge, porti, intere città costruite dal nulla...
Poi... c'è l'Italia della fulgida Repubblica fondata sul lavoro.
E pensare... che il 99,99% degli attuali italiani si ritiene fortunato di vivere nel progresso e nella democrazia...
Finché... ci si accorge che in 60 anni si è diventati più decrepiti e moribondi dei primi 25 secoli...
Ci si accorge dell'amore per il bene comune che sospinge i politici odierni nelle loro intraprese, della loro preoccupazione per il prossimo, del loro senso dell'onore personale e professionale. E in questo caso non stiano parlando solo degli attuali, ma anche dei tanto osannati politici dell'Italia postbellica. Miti da quattro soldi per gente da quattro soldi.
Proprio come tutti i responsabili politici e civili dell'Italia romana e cristiana. Tale e quale, proprio...
E non tocchiamo il discorso della bellezza... sempre offuscato con la scusa della maggiore funzionalità e sicurezza. Infatti...
E non è solo questione di ponti e ingegneria... Questo, è solo l'aspetto più "esterno" della decrepitezza di una società e di un popolo, di quel popolo che ha dato praticamente quasi tutto a tutto il resto del mondo.
Ma questi erano gli italiani dei precedenti 25 secoli... Coi loro ponti e con tutto il loro mondo. Che è ancora in piedi. Sempre simbolicamente a dimostrarci l'esito ultimo della futura resa dei conti.
E sì... Perché il tempo (e quindi la storia)... è galantuomo. (MV)
Un requiem per tutti i caduti di Genova.

lister ha detto...

Parole sante!
Parole, però, che andavano spese anche prima e dopo la morte degli sfruttati a Dacca;
prima e dopo, martellanti, al momento della scoperta dell'infamia in Patagonia o delle inutili telescriventi affibbiate dalla Olivetti alla Pubblica Amministrazione quando, ormai, i computer erano una grossa realtà.
Ma già, Il Tempo è un giornale "fassista"...

Anonimo ha detto...


Se i primi 25 secoli sono i primi, i secoli venuti prima dei primi che cosa sono?
Stanno in piedi, hanno notato, anche i ponti dell'Italia fascista, che era a ben vedere ancora cattolica. I materiali usati dal dopoguerra in poi durano meno, per questo occorrono grandi spese di manutenzione, che a quanto si dice non sono state fatte nella giusta misura. Sembra di capire che il progetto di consolidamento del ponte Morandi di Genova ci fosse, ma i lavori sono stati rinviati. Per qual motivo?
L'Unione Europea ostacola la realizzazione delle grandi opere, finanziate dallo Stato, con la scusa dei rigidi vincoli di bilancio da rispettare e del rispetto della concorrenza privata. A ciò si aggiunge l'incoltura di movimenti politici come i grillini ed affini, che vorrebbero tornare alla bicicletta e alla candela.
(Torniamoci pure, ristabiliamo allora la famiglia patriarcale e il relativo contorno sociale, a cominciare dalla pena di morte. Scassiamo veramente tutto, se no stiamo zitti).

Anonimo ha detto...

qualcuno ha detto

"L'Unione Europea ostacola la realizzazione delle grandi opere, finanziate dallo Stato, con la scusa dei rigidi vincoli di bilancio da rispettare e del rispetto della concorrenza privata. A ciò si aggiunge l'incoltura di movimenti politici come i grillini ed affini, che vorrebbero tornare alla bicicletta e alla candela."

Vero!

La Merkel e Putin però si sono incontrati per accordarsi sul Gas Stram 2, cioè la rete di diffusione del gas metano in Europa: le aziende tedesche avranno maggiore energia ad un costo inferiore, quindi produrranno di più a costi inferiori. I prezzi delle merci tedesche così si abbassano e diventano più competitive di quelle italiane. E noi zitti: il gas inquina! lo insegna il nuovo vangelo ecologista!

Preghiamo, e anche lavoriamo per difenderci: questa è davvero una Grande Guerra, come quella dell 1918: italiani massacrati dalle mitragliatrici tedesche.

E oggi, 100 anni dopo? Oggi Ragusa si chiama Dubrovnik, l'Istria e la Dalmazia da sempre italianissime si chiamano Croazia. E le aziende italiane chiudono e mandano disoccupati gli operai.

E perdiamo tempo per decidere se una nave può entrare oppure no.
Decide Malta!!?!

Ha ragione Tralcio: preghiamo la Madonna, è l'unica che ci vuole bene!
grazie

Anonimo ha detto...

E'tutta una questione di colore rosso, dagli scudi alle magliette e chi ha orecchie per intendere intenda........una chiosa, Aquarius costa 11.000 euro al dì x l'affitto, poi ci sono gli stipendi dell'equipaggio, il carburante ed altre cosucce collaterali e non mi si venga a dire che le ONG sono sante e di-sinteressate, ci lucrano eccome, tralascio il particolare del trasporto di armi e droga su cui i mass merdia tacciono, anche oggi bianconiglio tuona contro i muri e per le aperture dei ponti, se fossimo anche noi come i 'simpatici' commentatori mussuli, verrebbe da dire : mettiamoli tutti sul ponte e vai......18i è chiaramente una sfida al ministro degli interni, i 'migranti' erano in SAR maltese e poche storie, toccava a loro, ma che si può pretendere da un'isola famosa per i pirati e protettorato di isola ancora più famosa per i corsari......

mic ha detto...

Fissavo l’immagine terribile del ponte spezzato sui palazzi evacuati del Polcevera e pensavo all’indecente scannatoio divampato tra i palazzi della politica, i social e i media. Ripensavo a quel ponte durante i funerali di Stato – funerali anch’essi dimezzati come il ponte, perché molti famigliari hanno rifiutato le pubbliche esequie.

I simboli sono segni del destino e ci dicono la verità più dei ragionamenti. Un ponte si è spezzato nella nostra società e ormai è irrimediabile e vistosa la frattura. Cosa è successo? Si è rotto il patto sociale su cui reggeva l’Italia. Si è rotto il patto tra governati e governanti, tra cittadini e istituzioni, tra forze politiche, sociali ed economiche in campo, tra Stato e popolo italiano, tra ideologia dominante e comune sentire. Ognuno va per conto suo e si sente in diritto di dire e fare quel che vuole, perché ormai non deve dar conto a nessuno.

Il patto sociale era l’accordo sotterraneo che ancora sorreggeva, fino a qualche tempo fa, la nostra democrazia. Fortemente logorato da svariate crisi, passaggi traumatici di governi e di repubblica, reggeva ancora a malapena, evitando che il dissenso, le divergenze, i linguaggi ostili, le posizioni arrivassero alle loro estreme conseguenze e schizzassero come i tiranti del ponte Morandi. Il patto sociale reggeva su un residuo interesse reciproco a tenerlo in piedi, sovraccarico di critiche ma senza romperlo. Già con la seconda repubblica la società si era rivoltata contro la politica, ed era nato il berlusconismo; ora si rivolta e inveisce anche contro l’economia, contro tutti i potentati, contro l’intera classe dirigente. Così il ponte è saltato.

Cosa frenava la rottura del patto sociale? Un residuo interesse comune, nazionale, generale, reciproco, tra governati e governanti; la sensazione di essere comunque sulla stessa barca, e persino il sottinteso che se la classe dirigente s’arricchiva, sia pure in modi illeciti, i benefici poi si estendevano a cascata un po’ su tutti i cittadini. Poi il flusso clientelare si è interrotto, il Welfare è finito, non solo a causa dell’Europa e della crisi economica. Ma insieme al venir meno di tutto questo, negli ultimi anni, è avvenuto qualcosa di traumatico di cui non si è ancora capita la portata micidiale: il sentire comune, il noi quotidiano, l’alfabeto elementare su cui reggeva la nostra società è stato sconvolto, mortificato, perfino criminalizzato.

mic ha detto...

... segue

Nel giro di poco tempo abbiamo appreso che tutto quello in cui credevamo, le parole che usavamo, le cose a cui tenevamo erano infami, segni di arretratezza e di razzismo, di sessismo e di familismo, di xenofobia e di fascismo, perfino. Ogni volta che si poneva l’Italia davanti all’Europa si doveva essere dalla parte dell’Europa e non dell’Italia, altrimenti si era retrivi, isolazionisti e sciovinisti. Ogni volta che si opponeva l’assetto contabile della Finanza alla vita reale dei popoli si doveva dar la precedenza al primo. Ogni volta che sorgevano contrasti tra gli italiani e i migranti clandestini o i rom si doveva parteggiare per i migranti clandestini o per i rom. Ogni volta che si opponevano delinquenti che ti entrano in casa a derubati bisognava preoccuparsi di garantire i ladri, non i derubati. Ogni volta che si ponevano le famiglie naturali e tradizionali, composte da padri, madri e figli, rispetto alle unioni omosessuali, ai transgender, agli uteri in affitto, si doveva parteggiare per questi, e far sparire anche nel lessico i riferimenti “trogloditi” alla famiglia e alla nascita. Ogni volta che si esponevano i simboli religiosi che ci accompagnano da sempre – il crocifisso, il rosario, il presepe, i canti di Natale e i riti di Pasqua – bisognava provare ribrezzo o almeno imbarazzo nel nome dell’ateismo come esperanto universale o delle religioni altrui. Provate a stressare in questo modo e su ogni piano un popolo e insieme a fargli avvertire tutto il disprezzo verso una plebe bollata come razzista, sessista e dentro di sé fascista, fino a produrre una forma di razzismo rovesciato, di apartheid che separa la minoranza dirigente dalla “trascurabile maggioranza degli italiani” e vedete se alla fine non si spezza il ponte.

Quando poi a tutto questo aggiungi i privilegi e le scorrerie del capitalismo nostrano che viaggia sotto scorta politico-mediatica della sinistra e si mangia o svende quel che faticosamente ha messo insieme lo Stato italiano, allora la rabbia schiuma e si fa scomposta. Quando senti, per esempio che il presidente dell’Iri sotto cui avvenne, col governo di centro-sinistra guidato da Prodi, la cessione delle Autostrade ad Altantia (cioè al gruppo Benetton & C.), diventa poi presidente della stessa società Atlantia (sto parlando di Gros-Pietro, attualmente presidente d’Intesa-San Paolo) beh, allora capisci che il patto sociale è saltato non solo perché si è imbarbarita la società e l’antipolitica che l’esprime, ma anche e soprattutto, perché un ceto dominante, tra potentati e partiti, ha abusato del potere, della società e della gente e l’ha pure disprezzata. I grillini, i populisti, non sono il rimedio al crollo del patto sociale ma non sono nemmeno la causa, piuttosto sono il sintomo e l’effetto. La causa principale è in quei potentati, nelle oligarchie di sinistra, nei poteri giudiziari, nei giornali e tv di servizio. Rispetto a questo blocco, il centro-destra berlusconiano (e finiano) è stato inefficace, consenziente e da ultimo anche connivente. Con quella classe dominante, la società è cresciuta per conto suo, si è inselvatichita, si è imbastardita.

Ora tutto questo non ci porta a soffiare sul fuoco della guerra civile e incivile e ad armare il risentimento né ci porta a elogiare l’ignoranza e l’arroganza delle masse come rimedio all’abuso di potere. Ma ci porta a sognare disperatamente che passata la furia e il dolore del momento, il trauma del crollo, venga fuori un maturo senso dello Stato con un’adeguata classe dirigente e si ricomponga un decente patto sociale. Altrimenti non solo il ponte crollerà, ma anche la terra che sta sotto.

Marcello Veneziani, Il Tempo 19 agosto 2018

Anonimo ha detto...

https://scenarieconomici.it/autostrade-per-litalia-lascia-in-cassa-integrazione-i-manutentori-il-caso-pavimental/

Anonimo ha detto...

La famiglia veneta non ha prodotto solo maglioni (prima del business-autostrade), ma è stata "la prima fabbrica nostrana dell'ideologia global". Erano gli anni Ottanta e le ondate migratorie erano ancora ben lungi dal venire quando "Toscani è diventato il loro profeta. Società multirazziale, via le barriere ovunque, eccetto ai caselli, dove si tratta di incassare. Così, si è cementato un blocco tra un ceto progressista che fornisce il certificato di buona coscienza a un ceto affaristico di capitalisti marpioni. però, alle volte, vedi, genova, insorge la realtà...".

Anonimo ha detto...

Morire pagando pedaggio, ticket ed interessi. di Fabio Conditi
https://scenarieconomici.it/morire-pagando-pedaggio-ticket-ed-interessi-di-fabio-conditi/

https://scenarieconomici.it/responsabilita-e-proposte-per-il-sistema-autostradale-italiano/

Tutti articoli molto interessanti per saperne di piu' e meglio .

mic ha detto...

https://scenarieconomici.it/autostrade-risoluzione-per-inadempimento-e-ri-nazionalizzazione-dellintera-rete-la-proposta-di-p-becchi-e-g-palma/

Anonimo ha detto...

Accantonato Nostro Gesu' Cristo il pelo cresce alto sullo stomaco e ci si fa presto l'abitudine .

https://www.facebook.com/PDFTortona/photos/a.166949793948730/258619234781785/?type=3&theater&ifg=1

Anonimo ha detto...

Tg2: Accennano sbrigativamente agli atti del governo poi, per i 10 minuti seguenti la parola passa all'opposizione che scredita tutto quanto. Questi demenzial sinistri sanno che i tempi del nazista Goebbels sono finiti da tempo e che i loro tentativi di ipnosi sono ormai comici?

Anonimo ha detto...

L' Ammiraglio Giovanni Pettorino, comandante generale delle capitanerie di porto (nomina strategica dopo le elezioni), decide in totale autonomia di fregarsene delle disposizioni del GOVERNO DEL CAMBIAMENTO. È stato messo li da Del Rio e fortemente sostenuto dagli ambienti del Vaticano. Ora basta e il Governo lo sostituisca immediatamente.

Anonimo ha detto...

"La nostra Genova, Zêna che in arabo significa la bella", l'intervento dell'imam Mohamed Nour Dachan ai funerali di Stato per le vittime del crollo del ponte Morandi [fonte: https://www.tpi.it/2018/08/18/preghiera-imam-musulmano-funerali-genova/ ] sembra insinuare che Genova abbia radici arabe (e di conseguenza gli arabi possano rivendicare diritti di appartenenza come gli ebrei con Israele).

Ma qual è la vera etimologia di "Genova"?
Il nome deriva dal Latino "ginocchio" [fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Genova ]

E qual è stato il rapporto che Genova ha avuto con gli arabi nella storia?
Nel 935 DC i Genovesi risposero alle incursioni dei saraceni inseguendoli sino ad un'isola posizionata a nord est della Sardegna e li sterminarono, ammonticchiando le carcasse a monito, tant'è che da quel dì l'isola prese il nome di Mortorio [fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_di_Genova ]
Marco Vinci

Anonimo ha detto...

ORA ANCHE L'ESTERNAZIONE DEL DELEGATO COCER DELLA DICIOTTI CIAVARELLI. SE L'AMM. PETTORITTO E CIAVARELLI NON SONO D'ACCORDO CON LA LINEA DEL GOVERNO, CHE NON HANNO INFORMATO, SI DIMETTANO E SI FACCIANO ELEGGERE DAGLI ITALIANI. LA LINEA E' UNA. #BASTASBARCHI IMBARAZZATI SIAMO NOI

Identità Italia ha detto...

LO STRANO CASO DELL’AMMIRAGLIO GIOVANNI PETTORINO, OBBEDIENTE A SE STESSO E AL SERVIZIO DELL'INVASIONE CLANDESTINA DI MIGRANTI
I militari servono il governo, il parlamento e le leggi.
Difendono la nazione al quale appartengono e per la quale hanno fatto il giuramento di fedeltà. Se poi gli ordini che gli vengono impartiti dai legittimi rappresentanti dello stato italiano, la cui costituzione incontrovertibilmente proclama che “la difesa dei confini della patria è un sacro dovere del cittadino”, dovesse apparire discutibile all’ammiraglio Pettorino e alla Guardia Costiera, esiste sempre la possibilità di passare a mettere le proprie arti marinare al servizio di qualche ben retribuita e sorosiana ong. Perché per un militare esiste un confine sottile tra l’ambivalenza morale e l’alto tradimento.

Anonimo ha detto...

https://www.iltempo.it/cronache/2018/08/20/news/ponte-genova-morandi-crollo-silenzio-vip-sinistra-vauro-mannoia-saviano-littizzetto-fazio-strada-1082046/

Gianni Rodari e il ponte crollato ha detto...

“C’è, chi dà la colpa
alle piene di primavera,
al peso di un grassone
che viaggiava in autocorriera:
io non mi meraviglio
che il ponte sia crollato,
perché l’avevano fatto
di cemento ‘amato’.
Invece doveva essere
“armato”, s’intende,
ma la erre c’è sempre
qualcuno che se la prende.
Il cemento senza erre
(oppure con l’erre moscia)
fa il pilone deboluccio
e l’arcata troppo floscia.
In conclusione, il ponte
è colato a picco,
e il ladro di ‘erre’
è diventato ricco:
passeggia per la città,
va al mare d’estate,
e in tasca gli tintinnano
le ‘erre’ rubate”.

(Gianni Rodari)

Anonimo ha detto...


Il nome di Genova. Gli Arabi non c'entrano in alcun modo.

Il nome viene dal latino "genu, us", un neutro, che significa "ginocchio" (greco antico: gonu). Al plurale fa "genua" (inginocchiarsi: "genua flectere", da cui it. genuflessione). Genu, ginocchio, non va confuso con "genus, generis" : nascita, discendenza etc. Forse il nome fu dato (si ritiene) per la forma del porto della città, in relazione alla costa. Si tratta di parola indoeuropea. Genova ("Genua, ae") era all'epoca romana centro del commercio del legname da costruzione (Georges-Calonghi). I genovesi erano per i Romani: Genuates o Genuenses, come risulta dalle iscrizioni (ivi).

In arabo "ginocchio" si dice : rokbae (grafia approssimativa), espressione lontanissima da genu (Arabic for Travellers, Berlitz).
Dovrebbero saperlo tutti che la pronuncia "Zena", con la sibilante iniziale, è la deformazioen dilettale locale del nome Genova. In tedesco la città è Genua, in inglese Genoa. Tale versione è stata ripristinata alla squadra di calcio (il fascismo l'aveva italianizzato) fondata a fine Ottocento da impiegati inglesi che lavoravano a Genova: "Genoa Football & Cricket Club" doveva chiamarsi. I "genoani" sono i tifosi del "Genoa", una delle due squadre genovesi.
Gli Arabi comparvero dalle parti di Genova, a depredare, quando la città, ligure di etnia e poi romanizzata, esisteva da più di un millennio, credo.
G.

Anonimo ha detto...

Abbiamo un "pattugliatore d'altura" con base per elicottero AB 412 o AW 139, quattro mitragliatrici MG con predisposizione a prora per un cannone OTO Melara 76/62 Super Rapido. Si chiama Diciotti, 41 persone d'equipaggio pagate da noi che gironzolano davanti al mar Libico, chiamato canale di Sicilia.
Vedono un barcone di gente che non ha nulla da perdere e subito si infervorano ad accogliendoli amorevolmente. Poi non si fermano nemmeno a Malta, di Libia non se ne parla proprio, diritti verso l'Italia. Ai ripetuti no di Salvini, i militari spiegano di essere praticamente in ostaggio dei 177 naufraghi che nel caso la nave si dirigesse verso la Libia o Malta, si rivolterebbero perché non hanno nulla da perdere. Allora io mi chiedo santiddio e puttana di quella troia, ma che cazzo li avete caricati a fare esimi deficienti, per scaricarli nel vostro paese fra i civili, gente che non ha niente da perdere? E questi sarebbero quelli che ci devono difendere? Avete capito a cosa serve il servizio militare di leva sul modello svizzero? Perché ci dovremo difendere anche dai deficienti a cui hanno dato una divisa. Li avranno presi nei centri sociali, non so più cosa pensare...

Anonimo ha detto...

Quello che non dicono perché non si deve sapere, è che il gommone carico era in acque SAR maltesi, che li hanno soccorsi, poi hanno comunicato che non li avrebbero fatti sbarcare a Malta, ma si dirigevano verso Lampedusa, porto sicuro, la 18i si è precipitata subito, entrando in acque territoriali non di competenza, e li ha raccolti tutti, poi 13 sono stati sbarcati perché bisognosi di cure, gli altri sono sulla nave, Toninelli dice Catania, Salvini dice non li voglio in Italia, si attivino altri paesi europei e li vengano a prendere, sennò tornano in Libia che porto sicuro per imbarcarsi verso l'Italia, lo è di sicuro, ma diventa pericoloso per il ritorno, almeno a sentire l'inviperito pdiota presidente della regione Toscana che ha infamato il fascistone Matteo,il cattivo, non certo l'amico fraterno che firmò gli ignobili trattati per un pugno di dollari.......

Anonimo ha detto...

https://voxnews.info/2018/08/20/salvini-affonda-lammiraglio-del-pd-verso-rimozione/

Anonimo ha detto...

"in ostaggio dei 177 naufraghi"

Maddeche'
Ma quali ostaggio !
Ostaggio dell'animaccia loro e di chi li paga !
Che ruolo ha questa nave , di che campa il capitano e l'equipaggio quando non carica e scarica caterve de finti profughi a ricasco della popolazione italiana gia' stremata dalle sventure ,spolpata e tosata dai politici e compagnia cantante ?
Ma davero davero ch'avemo l'anello ar naso e la sveja ar collo ?! Saressimo pure stufi d'esse trattati da babbei !

Anonimo ha detto...

Interrogativi della TV tedesca:
Il ponte Morandi è stato fatto brillare?
https://m.youtube.com/watch?v=epQXaNsoHDs&feature=youtu.be#menu

Anonimo ha detto...

http://ilnotiziario.altervista.org/pd-gli-altri-conigli-di-genova-annunziata-lapidaria-perche-renzi-non-e-andato-ai-funerali-2/

Anonimo ha detto...

La storia dei false flag italiani è molto più celata, più sporca e indicibile ed è molto più pericoloso parlarne
https://www.maurizioblondet.it/perche-su-genova-lipotesi-del-complotto-non-mappassiona-l-avete-sotto-gli-occhi/

Anonimo ha detto...

DICIOTTI
(quello che i giornali non dicono)

C’è stato un tempo in cui gli eserciti nemici si respingevano, i popoli davano la vita per difendere le proprie terre, gli uomini in uniforme ricevevano medaglie per il coraggio dimostrato nella lotta contro l’invasore.
Sul finire della seconda guerra mondiale, qualcosa è cambiato, il nemico si abbracciava, l’alleato si tradiva e il disertore diventava eroe nazionale da celebrare negli anni. Forse è da questa nuova pseudo cultura, vigliacca e infame che bisognerebbe estrarre le motivazioni che hanno portato il comando della DICIOTTI (nave della guardia costiera) a disubbidire agli ordini del governo e dunque ad infrangere il sacro patto tra istituzioni e cittadini.
Un tradimento palese, rivendicato con arroganza e spavalderia, come se tutto gli fosse concesso. In tempi passati, tale insubordinazione sarebbe stata valido motivo per condurre gli indisciplinati di fronte alla corte marziale, processarli e condannarli, probabilmente a morte. Naturalmente non è più quel tempo, credo che comunque almeno l’allontanamento, un sano degradamento a ruoli più umili, dove non possano più nuocere a nessuno, ci possa e ci debba essere.
Forse non avremo più quel sentimento di Patria e Nazione degli anni migliori ma è giusto che chi sbaglia, paghi ma paghi veramente!!
E non dite che hanno “salvato” naufraghi, perché se così fosse, la legge del mare, li avrebbe obbligati ad attraccare a Malta.

Se apprezzate i contenuti di questa Pagina, vi chiedo di lasciare un MI PIACE, commentate e condividete i post che più vi interessano, aiutatemi a farla conoscere e a diffonderne il nostro messaggio.
Contro il pensiero unico, la forza delle nostre idee!!

Davide Gerbino su Fb

Anonimo ha detto...

I Guardacoste credono di essere al comando della Marina Militare e sostituiscono i pirati delle ONG.
Caldo agostano? o tradimento?

Affari italiani ha detto...

Davvero ci sarà un attacco speculativo sui mercati contro l'Italia a breve? "La stessa Moody's ha rimandato la pagella sull'Italia perché vuole affinare il giudizio, proprio quando tutti (o quasi) danno per certo il downgrade, cioè la bocciatura, del nostro Paese. Non ho elementi in tal senso". Risponde così, intervistato da Affaritaliani.it, Alberto Bagnai, presidente leghista della Commissione Finanze del Senato.

Secondo l'economista euroscettico, "i mercati iniziano ad avere fiducia nel governo Lega-M5S perché sanno una cosa che l'Europa non capisce, ovvero che per distribuire valore agli azionisti e ai risparmiatori bisogna prima creare valore. Cosa che con l'austerità non accade. E i mercati stanno cominciando a capirlo visti anche i colloqui che ho avuto con esponenti dell'industria finanziaria. Servono stimoli a favore della crescita ma questa Unione europea non intende capirlo e tutto ciò ci addolora. Se non comprende un concetto così semplice - spiega Bagnai - il sospetto legittimo è che l'Ue non sia un progetto di solidarietà tra uguali ma un progetto imperialistico di chi, come la Germania, crede - e sottolineo crede - di essere più forte. Voglio ricordare ai fratelli tedeschi che ogni persona, Stato o azienda forte trova sempre una persona, Stato o azienda più forte di lui. Nel caso della Germania quelli più forti sono gli Stati Uniti, stanchi delle ottuse politiche tedesche. Spero che questa evidente stanchezza americana e le elezioni europee in programma l'anno prossimo convincano i tedeschi a sposare una linea di razionalità e di rilancio dell'economia, non di tagli, che trova anche il favore dei mercati".
http://www.affaritaliani.it/economia/i-mercati-iniziano-a-fidarsi-del-governo-intervista-ad-alberto-bagnai-556327.html

Anonimo ha detto...

Ecco come e perché sconfiggere la sindrome da spread. Parla Rinaldi

http://formiche.net/2018/08/spread-italia-wsj-autostrade-rinaldi/

Anonimo ha detto...

https://www.diariodelweb.it/italia/articolo/?nid=20180821-525826

Se l'Europa ci lascia soli, chiediamo aiuto a Putin: ecco l'idea di Savona
Come difendersi da un eventuale attacco speculativo dei mercati? L'esecutivo chiede il sostegno della Bce: ma se Draghi dovesse tirarsi indietro, c'è la Russia

Anonimo ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/e-se-il-salvatore-delleuro-fosse-il-piano-borghi/

Anonimo ha detto...

https://infosannio.wordpress.com/2018/08/21/come-siamo-arrivati-a-questo-punto/

..e col pelo (anzi la pelliccia ) sullo stomaco ha detto...

United Colors of Money
https://www.maurizioblondet.it/united-colors-of-money-di-luigi-copertino/

Anonimo ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/attali-attacca-salvini-e-non-e-il-solo/

Perchè nessuno parla della Grecia? ha detto...

....
Uno allora prima di rispondere a Gentiloni, che oggi fa “chapeau” a Tsipras, si ricorda che la più autorevole rivista medica del Pianeta, il The Lancet, già nel 2014 aveva denunciato le Austerità come un genocidio dei deboli in Grecia, e uno torna a vedere se il The Lancet ha per caso scritto altro nel 2018. Ed ecco:

“Epidemia di tubercolosi fra i neonati greci” –

“Balzo di suicidi direttamente correlati alle Austerità” –

“La mortalità anzi tempo degli over 70 non trova nessuna motivazione accidentale o per comportamenti a rischio, e ricalca esattamente lo smantellamento del Sistema Sanitario greco col governo di Alexis Tsipras” –

“Le donne in Grecia hanno sofferto il peggior aumento di mortalità nel Paese, mentre nel resto d’Europa le donne al contrario vivono più a lungo”.

E, in conclusione, gli studiosi ci lasciano questo:

“Assieme alla Grecia e Cipro, altre nazioni della UE, fra cui la Spagna, il Portogallo, l’Italia e l’Irlanda, sono state costrette alle Austerità o hanno ricevuto i bail-out, misure che hanno danneggiato i loro Sistemi Sanitari… In Irlanda il tasso di suicidio fra i maschi è aumentato di più del 50%... Questo studio rivela che quando si raffrontano i tassi di mortalità regolati sulle fasce d’età in questi Paesi, si trovano vari gradi di peggioramenti ovunque, col peggio visto in Portogallo, Cipro e Grecia”. Cioè: quelli del Pareggio di Bilancio ci stanno ammazzando, non solo rovinando noi e i nostri figli. Nel codice penale si chiama Omicidio, in vari gradi.

Ora Tsipras può festeggiare, ha stappato una bottiglia, fatto cin-cin con Paolo “chapeau” Gentiloni, e ha iniziato a zappare per resuscitare tutti quei morti. Eh certo! Ora hanno sul libro contabile - 10 + 10 = 0, la formula che fa miracoli, resuscita i morti. (In Italia nel 2014 abbiamo avuto 67.000 decessi in più sull'anno precedente, chissà perché. "Chapeau" Gentiloni?)

Anonimo ha detto...

Oggi tre morti sul lavoro.
2 italiani in Toscana e un indiano in Basilicata.
Su quale dei tre fa il servizio RaiNews24?
Sull'indiano .. naturalmente

Italicus ha detto...

La legge del mare obbliga a salvare in caso di vero naufragio, ossia evento casuale e imprevedibile.
In caso di falso naufragio pianificato da criminali a scopo di ricatto, cedere al ricatto è alto tradimento, non legge del mare.
Si mandi in Libia la Diciotti.

Anonimo ha detto...

Rimuovere e rimpiazzare, dai vertici della guardia costiera al sottosegretario.
Salvini e Di Maio, se non vi liberate subito di chi vi rema contro, perirete presto sotto il "fuoco amico".
E vale anche per la RAI, come per tutte le cariche pubbliche, ancora saldamente in mano ai sinistri...

Anonimo ha detto...

Nelle televisioni italiane, ormai, aprire il dibattito a opinioni nuove e diverse... non è più ammesso. Questo è il motivo per cui alcuni giornalisti seri, coraggiosi sono rimasti "fuori": uno è Paragone ma ci sono anche Giordano, Del Debbio... Le testine dilaganti parlano di fascismo ma non si rendono conto che la dittatura inizia così, quando togli la parola a chi la pensa diversamente da te e, soprattutto, dal potere! Potere? e chi è oggi il potere in Italia? siamo sicuri che il potere oggi sia in Italia? No, io penso che oggi in Italia siano veramente pochi quelli che... un pochino contano; quelli che veramente decidono sono fuori. Vedremo a breve se il governo Conte saprà liberarsi delle fonti peggiori del potere sbagliato e alieno.

Anonimo ha detto...

La pessima fotografia della società multietnica a cui ci hanno forzatamente costretto mostra tutto l’orrore di una criminalità sempre più diffusa, feroce e senza scrupoli. I costi economici e sociali dell’importazione di persone da altre parti del mondo non si quantificano con la scusa delle pensioni, si tratta piuttosto di sopravvivere come civiltà.

Siilente ha detto...

Anonimo delle 13:45. Quello che lei solleva dovrebbe essere il tema principale di ogni movimento di opposizione al regime "reale" (il governo è un'altra cosa) instauratosi nel paese. Tutta, tutta la grande stampa è schierata con i poteri forti liberal, mondialisti, immigrazionisti, anti-identitari. Si salvano solo poche testate minoritarie (Libero, La Verità, forse il Tempo), ignorate nelle rassegne stampa di regime. Berlusconi ha operato una ferocissima e taciuta epurazione nelle sue televisioni contro i pur pochissimi giornalisti "populisti", come lei citava. La RAI è in mano a giornalisti-agit-prop di sinistra e spesso di ultra sinistra, rabbiosi nel loro odio contro chiunque non la pensi come loro, diffusori di notizie false, ispirati all'antifascismo e all'antirazzismo più beceri e antinazionali. Sindacati, associazioni "per i diritti civili", movimenti cattolici progressisti, gruppi di approfittatori anti-mafia come "Libera", case editrici, università, scuole, agenzie culturali, movimenti antirazzisti e antifascisti, centri sociali (per nulla ribelli, anzi, funzionali come "polizia di strada" contro gli oppositori al regime progressista) completano il più grande apparato totalitario della storia italiana, supportati da leggi liberticide e miserabili come quelle Scelba e Mancino e una magistratura inquinata e infestata, ormai maggioritariamente, da comunisti e progressisti e schierata, nelle sue sentenze, contro la difesa della nostra etnia, della nostra cultura, della nostra storia e della nostra civiltà.
Ci vorrà una rivoluzione culturale, profonda, amplia e di lunga durata, per riportare "le cose in ordine". Ma non ne vedo, oggi, alcuna possibilità. Ciò che noi possiamo fare è mantenere accesa la fiamma, resistere, denunciare, testimoniare, scrivere, parlare, appoggiare i "buoni" e boicottare i "cattivi". E' quello che, qui e altrove, stiamo facendo.
E non è poco.
Silente

Anonimo ha detto...

“Non credo nella contrapposizione tra destra e sinistra ma credo nella divisione tra due civiltà:
una incentrata sulla globalizzazione sfrenata, l’uomo singolo individualista, privo di legami, produttore e consumatore;
l’altra fatta da comunità con identità, tradizioni, valori, che non vuole un modello economico disumano”.

Lorenzo Fontana
La Verità
30 luglio 2018, pag. 5

Anonimo ha detto...

‪Fico‬ dixit
‪Comunque la si pensi sulla Diciotti, non tocca al Presidente della Camera decidere o esprimersi in modo divisivo. Il Presidente della Camera rappresenta chi la pensa in un modo e chi la pensa in un altro. Valeva per i suoi predecessori e vale per lui: gli sconfinamenti sono pericolosi‬.

Anonimo ha detto...

Tenetelo bene a mente. L’obiettivo del mondialismo e dei suoi agenti non è integrare i migranti, ma disintegrare i cittadini. Non è rendere i migranti come noi, ma noi come i migranti: senza diritti, sradicati, con salari da fame. È questa la funzione dell’immigrazione di massa. (Parole sacrosante di Fusaro)

Anonimo ha detto...

Nave Diciotti, Salvini sfida Mattarella: «Se sconfessato, lascio»

Già quaranta giorni fa, quando Matteo Salvini prese in ostaggio nel porto di Trapani la Diciotti, Sergio Mattarella si fece sentire. Era il 13 luglio e il Presidente chiese al premier Giuseppe Conte di mettere fine alla lunga telenovela dei migranti intrappolati sulla nave della Guardia costiera. Lo stesso ha fatto ieri.
Conte, esattamente come a luglio, ha dato immediatamente rassicurazioni al capo dello Stato. E a palazzo Chigi, da cui è filtrata la notizia dell'intervento del Quirinale, a metà pomeriggio erano convinti di poter risolvere la questione entro la giornata. Con lo sbarco di tutti i 177 migranti trattenuti a bordo della solita Diciotti (questa volta ormeggiata al porto di Catania) e non solo dei 29 minori.

Ma Salvini ha tenuto duro. Ha detto al premier di non avere alcuna intenzione di ammainare la bandiera di guerra e di essere pronto anche a dimettersi se fosse stato sconfessato. Tanto più dopo aver scoperto che appena 47 dei 450 immigrati fatti sbarcare a Pozzallo a luglio erano stati redistribuiti. «Quelli ci hanno preso in giro e io non calo le brache. Tu fai il premier, io il ministro dell'Interno», il discorso senza metafore del leader leghista, che su Facebook poi ha tuonato svelando lo scontro con Palazzo Chigi e il Quirinale: «Vogliono intervenire il presidente della Repubblica e il premier per far sbarcare i 177? Non con il mio consenso».
Così Conte, che come il presidente della Camera Roberto Fico e gran parte dei 5Stelle soffre la linea dura di Salvini, si è dovuto adeguare. Anzi, allineare. E in un post su Fb non ha potuto far altro che prendersela con l'Europa e con gli alleati che «abbandonano l'Italia».
Ad inquietare il Quirinale e a preoccupare il premier e i grillini è l'ipotesi di reato cui lavora la procura di Agrigento: «Sequestro di persona». Una fattispecie pesante, con ripercussioni penali e internazionali «decisamente imbarazzanti», secondo una fonte governativa di sponda pentastellata.In più, nei 5Stelle le acque sono agitate. La posizione di Salvini ha dato il destro a Fico per lanciarsi in un altro intervento da sinistra contro il capo della Lega. Il competitor di Di Maio, a metà giornata, ha chiesto di far «scendere tutti». E ora dopo ora questa posizione ha trovato ampie praterie nel MoVimento. Tant'è, che perfino il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, che l'altra sera si era detto «d'accordissimo con Salvini», in serata di è dichiarato «d'accordo con Fico». Due posizioni inconciliabili che dimostrano l'alto tasso di confusione.
Nel Movimento, dove è mal digerito anche l'attacco di Salvini e Fico («visti i predecessori la tua carica è sfortunata, tu fai il presidente della Camera, io il ministro...»), per uno «scontro istituzionale di cui non se ne sentiva davvero il bisogno», sul banco degli imputati è finito proprio Toninelli, già criticato per i suoi post dal mare nel pieno della crisi innescata dal crollo del ponte a Genova. Non piace, allo stato maggiore grillino, il modo «eccessivamente morbido e acritico» con cui il ministro delle Infrastrutture (responsabile della Guardia costiera) «ha seguito Salvini». Anche perché, come osserva il sottosegretario Vincenzo Spadafora, «si può e si deve restare umani pur combattendo l'ipocrisia dell'Unione europea».

Anonimo ha detto...

Segue il Messaggero


A infastidire i 5Stelle è anche il fatto che la linea di Salvini sta producendo l'impensabile. Sta rianimando il Pd. Dopo mesi di afasia, il nuovo scontro sulla Diciotti, i 177 migranti tenuti a bordo da giorni, l'estenuante tira e molla, hanno offerto ai dem il modo per tornare a farsi sentire. E vedere. Il segretario Maurizio Martina si è precipitato a Catania, riuscendo a salire in serata sulla nave della Guardia costiera, da cui invece nel pomeriggio erano stati respinti Davide Faraone e altri esponenti dem. E dal Nazareno sono partiti segnali di apprezzamento per Fico, innervosendo ancora di più Di Maio. «Non è utile ed è dannoso», osserva un esponente Cinquestelle, «offrire oggi questo palcoscenico al Pd».

mic ha detto...

Per non offrire il palcoscenico al PD e a tutti i manifestanti ammanicati von le cooperative e col pensieto unico suicidario bastava impedire gli accessi e sostenere con serietà e coerenza il Ministro dell'Interno che agisce per difendere l'Italia e gli italiani.
Tra l'altro non si dice che sulla Diciotti ci sono malati di scabbia e tbc

irina ha detto...

Vorrei ricordare a tutti che un'arma eccezionale, sempre usata con successo dalla sinistra, è: 'alzare un polverone'. Quando il polverone è stato alzato la vista e l'orientamento sono preclusi a tutti, tranne a coloro che l'hanno alzato che, nella nuvola di polvere, raggiungono i propri scopi e le postazioni ambite. Quando la polvere si posa di nuovo a terra tutto è cambiato.

Non so quanti siano gli uomini e le donne sinceramente italiani, ora è il momento di dimostrarlo, senza venir meno mai al riguardo dovuto alle persone che si sono fidate di persone inaffidabili, che li stanno usando come hanno usato e usano gli italiani per il loro tornaconto ideologico e di potere.

E' chiaro ormai che vogliono stringere il cerchio intorno a Salvini, nel rispetto della legge ovviamente. Salvini mi sembra che un pugno di persone oneste, che si intendono di legge, intorno l'abbia parli con loro, e trovino la via d'uscita, legale, dalla trappola nella quale l'hanno infilato e lui sta cadendo.

Anonimo ha detto...

I 'minori' sbarcati non sembrano tanto tali... È bastato dire “sono un minore, nato il...” rigorosamente senza documenti ovviamente, per vincere uno sbarco in territorio italiano.
Stanno continuando a prenderci per i fondelli.

Anonimo ha detto...

17 magistrati in trasferta per l’indagine del secolo......
Il ponte Morandi????
No
I clandestini sulla Diciotti!

Alfonso Aliberti ha detto...

Gloria, laus, et honor, Tibi sit Rex Christe Redemptor. Dominus, fortitudo mea, ab iniquo homine sinistrorso, et doloso erue me.

Anonimo ha detto...

Erue me et Salvini!

mic ha detto...

Che senso ha continuare a discutere su chi si deve prendere i clandestini? Questa gente non deve proprio entrare in Europa, bisogna iniziare con i respingimenti ed i rimpatri. Attivare le diplomazie e fare progetti concreti per questo.
Il problema è che i poteri forti si stanno scatenando.
Da parte nostra serve il Santo Rosario!

irina ha detto...

Ipotesi:

Abbiamo il solito complotto alla 2011 organizzato fuori sede, naturalmente.

L'europa simula davanti al mondo di prendere in considerazione l'equa ripartizione dei cosiddetti migranti, che migrano fino alle itale sponde e poi si fermano e non migrano più.

Intanto il conte uscente aveva nominato i traditori giusti ai posti giusti, sia mai le elezioni avessero dato risultati non conformi al vecchio andazzo.

Il cambio di sede dello scrittore napoletano avrebbe dovuto essere un segnale da interpretare non nel senso della sua sicurezza personale ma, della nostra insicurezza organizzata, fuori sede, con cerchie cosmopolite a noi sconosciute.

E' stato lui un provocatore, stabile e stabilito Oltreoceano, del Ministro dell'Interno Italiano.Intanto la muta di cani si arricchiva di altri nomi in europa, per non dire in Italia stessa, con tutto il carrozzone politico e massmediatico che rosica visceralmente,

Come Berlusconi, anche Salvini è da defenestrare. La storia però non si ripete mai pedissequamente. Le persone sono diverse e diverso, in modo particolare, è il seguito che oggi ha questo governo.

L'altro giorno Antonio Socci ha scritto che con Genova è iniziata la Terza Repubblica, perchè, in sintesi, non si era mai visto un Governo accolto, durante un funerale di Stato, da un lungo e caloroso applauso, cioè la gente è con loro. Quindi attenti! Con tutte le loro umane debolezze, le persone sanno , capiscono che loro stanno cercando di difenderle. E li seguono docili.

Affari italiani ha detto...

Savona puntualizza:
"Sono stato e vengo condannato, lo dico tra virgolette, non per le idee che porto ma per le idee che si ritiene che io porti. Sarebbe gia' stato grave se lo fossi stato per le mie idee, e' vergognoso che cio' sia accaduto per le idee che altri mi hanno liberamente attribuito". Quindi una denuncia: "Vi e' un tentativo dei gruppi dominanti sconfitti alle elezioni del 4 marzo - dichiara Savona a L'Unione Sarda - di causare una crisi del nostro debito pubblico, per far fallire l'esperimento del Governo in atto. Hanno messo in campo tutti i mezzi e gli opinion leader al loro servizio per propiziare l'evento, senza indicare le alternative simili a quelle che ho indicato io".

irina ha detto...

Rosario Marcianò sul crollo del ponte Morandi:

https://www.youtube.com/watch?v=Fj5HchfGt7Y

Anonimo ha detto...


Quello che dice il prof. Savona sui gruppi di potere interni che vorrebbero una crisi provocata dai mercati contro l'Italia, pur di far cadere il governo Conte-Di Maio-Salvini, l'unico, dal 1943, che stia cercando di fare a spada tratta i veri interessi dell'Italia, difendendone i diritti, mi ricorda l'atteggiamento della parte più faziosa dell'antifascismo, che si augurava apertamente la sconfitta militare, con le relative devastazioni, dell'Italia, pur di veder crollare il fascismo. Del resto, quei gruppi di potere provengono sempre dall'antifascismo viscerale e "professionale", una delle malattie politiche che ci affligge da 73 anni, da quando cioè è scomparso il fascismo.

irina ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/ho-un-orribile-presentimento-nessuno-ricostruira-il-ponte-morandi-e-salvini-in-galera/

"...Ma è colpa vostra , italiani.

Perché non avete ascoltato il consiglio urgente di Danilo Quinto, fuoriuscito dai Radicali perché convertito alla fede, e rimasto grande animal politico:

“Di fronte all’ennesima iniziativa della magistratura contro Salvini, ai processi mediatici che ogni giorno Salvini subisce, a una Guardia Costiera che non obbedisce agli ordini ricevuti, bisogna agire nell’immediatezza, convocando il popolo italiano ad una grande, immensa manifestazione di piazza. Fatelo subito ed azzerate le responsabilità a tutti i livelli nei Ministeri, prima che sia troppo tardi”:

Forse è già tardi.

Come sempre,quando l’oligarchia sinistra perde, a fare il lavoro entra “la giustizia”..."

Anonimo ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/ricordate-attilio-befera-da-equitalia-a-united-colors-anche-lui/

Perche' vanno tutti coi Benetton ?
Perche' probabilmente pagano bene .