Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

domenica 27 febbraio 2022

Fare gli eroi con le vite degli altri

È la Vergine Orante della Cattedrale di Santa Sofia di Kiev. 
La verità è che nessuno si è speso davvero per la pace in Ucraina. E di certo non l'hanno fatto coloro che oggi sventolano arcobaleni (squallidi stendardi dell'Occidente svirilizzato, ma anche disumanizzato, che ha rinnegato le sue radici cristiane) e gridano indignati senza più alcun valore autentico da difendere perché sono già stati calpestati su tutti i fronti. Ma la Vergine intercederà per tutti, anche per la manica di ipocriti automi senza cervello che illuminano i monumenti d'Europa, che non considerano le cause prossime e remote di questa guerra e ancora vanno dietro a chi soffia sul fuoco anziché tentare di spegnerlo. L'ennesima guerra per la quale al solito sono sempre gli innocenti a pagare — e non solo in Ucraina — per via dei temibili effetti incontrollabili di un incendio che rischia di allargarsi diventando inestinguibile finché, Dio non voglia,  non avrà divorato quel che resta dell'Occidente europeo e della sua morente civiltà.
Di seguito un post di Toni Capuozzo che fotografa il momento puntale e riflette.

Fare gli eroi con le vite degli altri
Nelle ore più buie ci si aggrappa all’unica domanda urgente: dov’è il Male in questo momento, e dove il Bene? Non c’è dubbio che il Male è l’aggressione di Putin, e che il Bene sia fermarla. Come? Scommettere che la resistenza di Kiev avrà ragione di un’invasione via via più pesante, e sperare che logori Putin sul campo e persino in casa sua fino a impantanarlo? Le sanzioni, armi a doppio taglio, funzionano nel lungo periodo, non ora e adesso [e fanno più male ai sanzionatori più fragili e meno avveduti che ai sanzionati -ndr]. Gli aiuti in armi salvano la coscienza, non cambiano la battaglia. Serve sacrificare Zelensky sull’altare, immolare migliaia di vite per vincere la guerra dell’immagine e incollare la figurina gelida di Putin per sempre sull’album dei cattivi della Storia?
Quando vedo la distribuzione delle armi ai cittadini, quando vedo donne confezionare bottiglie molotov, quando sento di trattative rifiutate perché non si tratta con la pistola alla tempia, la mia memoria da vecchio cronista mi riporta ai luoghi in cui la dignità è morta, ed è rimasta solo la sopravvivenza e la pietà. Alle bombe Nato sui colleghi della televisione di Belgrado, ai curdi di Kobane, alle donne afghane illuse e abbandonate, alle doppie morali e alle sovranità sussultanti, sacre ora, relative domani.
So per esperienza che dietro le parole delle guerre c’è il cinismo dei fatti, e la modestia preziosa e ingannata delle vite della gente qualunque. Non predico la resa, né fisica né morale: si dice che la Russia può reggere solo dieci giorni di attacco, se Zelesky e i suoi reggono l’urto. E del resto siamo solo spettatori, che possono tifare, stupirsi di una colonna cecena spazzata via, o preoccuparsi di un deposito di scorie radioattive sotto tiro, temere e pregare, guardare o chiudere gli occhi.
Mi sembra però che i leader – e noi tutti – immaginiamo molto come combattere senza farci male (noi, qui) e poco come far cessare il fuoco. Negoziati in Bielorussia? Magari.
Intanto abbraccerei quegli anziani disarmati che rallentano mezzi corazzati, e perfino ne prendono in giro gli occupanti, quella resistenza passiva che forse è la sola distanza possibile a noi vecchi, quando la gioventù mette l’elmetto, e pronuncia parole di marmo, come la gloria. Preferiamo passare alla geografia, nascondendo i cartelli stradali, che alla Storia. Se guerre le hai viste, ogni tregua è buona come il pane. 

77 commenti:

Anonimo ha detto...

Ricordo un episodio della fine degli anni ottanta, a Medjugorje. Parlavo con una persona fuori della chiesa parrocchiale, mentre dentro era già cominciato il rosario. Sopraggiunse padre Slavko Barbarić, il quale, con il suo solito tono deciso, disse: "Cosa state qui a parlare? In chiesa a pregare, non c'è più tempo". Un paio d'anni dopo capii perché non c'era più tempo.
E anche adesso non c'è più tempo.
Sebbene ovviamente la mia simpatia, in questo momento vada verso il popolo ucraino che soffre (non dimenticatevi: vivo in Croazia e sono sposato con una croata, che ha sofferto simili orrori solamente trent'anni fa) vorrei invitare tutti a non farsi strumento di propaganda dell'una e dell'altra parte (ovviamente, la propaganda di guerra è fatta così), e di usare il tempo in modo più uitile... prendendo in mano la corona del Rosario e pregare.
Dio non voglia che nel giro di poco tempo queste scene vengano anche da noi (so quello che dico, e non parlo a vanvera) e allora non avremo più tempo, rimpiangeremo il tempo perso quando ancora ce l'avevamo.
(Guido Villa)

Anonimo ha detto...

Dunque il governo Draghi è l'unico governo occidentale ad aver proclamato lo stato di emergenza per la crisi Ucraina. L'unico.

"Per consentire gli interventi della Protezione Civile all'estero", dice.

Quindi, se ho ben capito, altri tre mesi di sospensione di quote rilevanti dello stato di diritto perché la Protezione Civile deve intervenire in fatti che si svolgono a 2000 (duemila) e passa km di distanza.

Ma questo, non pone qualche dubbio anche sul precedente stato di emergenza che, anche in quel caso, l'Italia è stato il solo Paese a non voler, pervicacemente, revocare?

Non pone il dubbio che questo Governo, senza emergenza, sia il nulla esattamente come Salvini senza la questione immigrati o gli antifascisti senza emergenza fascismo?

Non pone il dubbio che qualcuno, al Quirinale, sia sornionamente tornato in ibernazione controllata?

Intanto, l'Italia ha fatto il suo dovere; il Ragioniere di Di Maio ha dato pieno appoggio alla sospensione dello SWIFT per la Russia, con la conseguenza che 33miliardi di crediti delle imprese italiane diverranno inesigibili e dovranno essere compensati da Stato e BCE, con aumento delle tasse e contrazione di ulteriori prestiti verso la banca privata più grande del mondo. Finalmente, sanzioni decise, che colpiscono duro... chi le commina.

Da prendere con le molle ha detto...

Attenzione che c'è uno scenario del tutto inaspettato e piuttosto interessante che sta avendo luogo a Kiev. In questo momento si sentono degli spari di artiglieria da una parte e dall'altra. Non sono i russi. La Russia non sta portando avanti operazioni militari nella capitale ucraina. È piuttosto probabile che siano forze dell'esercito ucraino che si sparano addosso a vicenda. Sono stati segnalati episodi del genere anche in altre parti del Paese. Se tutto questo fosse confermato, vuol dire che una parte dell'esercito ucraino si è già staccato da Zelensky e ha iniziato a combattere contro i nazisti rimastigli fedeli. A questo punto, Putin non deve fare veramente nulla. Lui ha dato il segnale ai militari ucraini che sono stufi di vedere il loro Paese ridotto a landa desolata dell'Euro-Atlantismo. I militari ucraini ora stanno facendo il resto e portando a termine la demolizione del regime nazista appoggiato dalla NATO e dall'UE.

https://t.me/intelslava/20741

Fonte Cesare Sacchetti Telegram

Anonimo ha detto...

Entrare a far parte dell'Occidente è l'ultima cosa che oggi si possa augurare al popolo ucraino, volendogli bene.
L'Occidente oggi è dissoluzione, droga libera, perversione legalizzata, sterilità. Insomma, la morte dei popoli. Compreso quello ucraino. E compreso quello italiano.
E' chiaro nei commenti di tutti che l'interesse della NATO e dei suoi alleati, prima ancora di obiettivi strategici, è conservare l'Ucraina nell'alveo delle democrazie occidentali.
Quali? E cosa sarebbero?
Quelle dei cosiddetti diritti civili, della negazione delle identità, dei polpettoni arcobaleno. Sarà un caso che la bandiera della pace che sventola a orologeria ha gli stessi colori antiumani della bandiera delle ammucchiate contronatura?
Essere divorati da una tigre può essere morte più degna di essere imputriditi dalle muffe e dai vermi.
Ruggero Righetti

mic ha detto...

Tra tante valide riflessioni, la cosa più importante.

"Il desiderio di pace è certamente un sentimento comune a tutti, e non vi è alcuno che non la invochi ardentemente. La pace, tuttavia, una volta che si rinneghi la Divinità è assurdamente invocata: dove è assente Dio, la giustizia è esiliata; e tolta di mezzo la giustizia, invano si nutre la speranza della pace."
(San Pio X)


Anonimo ha detto...

"Siamo lavorando per soffocare Putin economicamente... Stiamo lavorando per fare della Russia uno Stato paria del sistema finanziario...Stati Uniti ed Europa superano ancora qualsiasi altra potenza per la potenza della moneta e della finanza; è grazie a queste che stiamo portando la guerra a casa di colui che l'ha dicharata: Vladimir Putin". ( Federico Fubini, dirigente Open Society e vicedirettore del Corriere della Sera).

Per chi non lo sapesse, Open Society ,del quale il Fubini è membro attivo nel settore giornalistico, è la principale ONG di George Soros, che è un bankster di prima grandezza. Quindi il Fubini parla, anzi scrive con grande cognizione di causa.
E come spesso accade, quando la figliolanza delle tenebre rivela se stessa, dice persino una verità.
Il mondo anglosassone- cioè il cuore direttivo del cosiddetto Occidente - ha costruito il suo immenso potere, da secoli, sull'economia monetaria. Ed esercita questo immenso potere, grazie ad essa, su gran parte dei popoli della terra. I suoi plutocrati, i suoi mercanti arricchiti che la comandano, in balia del loro delirio di onnipotenza, come abbiamo constatato anche con la crisi santitaria, fanno il bello e il cattivo tempo. Amano "resettare" il mondo.
Sono i veri padroni impazziti di una civiltà che, avendo abolito lo spirito, si sta autodistruggendo a colpi di ideologia politicamente corretta e di "cultura della cancellazione". Ma prima di distruggere se stessa, essa vuole corrompere tutti i popoli della terra.
Opporsi è un dovere supremo.
Martino Mora

Dal Corriere della sera ha detto...

Il premier sa che potranno esserci conseguenze pesanti anche per gli italiani, a causa delle sanzioni. Ma non si tira indietro

mic ha detto...

"In guerra la verità è la prima vittima"

* * * *

Cercando questa frase, il precario destino della verità emerge immediatamente: dal web non è chiaro se l'abbia detta per prima Eschilo, Arthur Ponsonby o il senatore americano Hiram Johnson. O chissà chi altro.

Ma Internet non è, per il vero, il luogo più affidabile nel quale cercarla, la verità, specie se vogliamo rinvenire la verità sulla verità, quindi...

All'amico che mi chiedeva stamattina cosa ne pensassi, mi viene da dire cose che rimbombano (il termine non è appropriato) il Vangelo di oggi, che -con tutto questo parlare di pagliuzze e travi- pare distaccarsi dall'ennesima polarizzazione.

La verità non è mai trovata, non è mai appresa, insaccata per intero, posseduta in esclusiva. Specie nei rapporti, nei confronti, nelle relazioni ad ogni livello.

La verità è rivelata: avrà sempre il potere di sconvolgerci, di stupirci, di spiazzarci. Quindi di liberarci. Perchè la verità ci fa liberi nella misura in cui -accogliendola- illumina la menzogna di cui spesso sono fatti i nostri pensieri, sensazioni, convinzioni o convenienze.

Cosa significa questo, che le tante persone che -qui e altrove- si schierano, postano e prendono posizione sbagliano?

No di certo, anzi: esse evidenziano in modo cristallino che siamo fatti di conflitti, siamo conflitto e che il conflitto è l'humus di ogni guerra. Esse colgono, sposano, esasperano ma, in fondo, servono la verità servendone una o alcune in particolare. Certo per convenienza, per vanagloria, per narcisismo come per sincera adesione, dolore, solidarietà: ma sempre una sola, o poche al massimo.

L'estremizzazione va accettata, accolta, rimurginata. Inclusa quella estremizzazione che è l'abuso di moderazione, di mediazione, di volontà di confronto ed accoglienza.

Questo, mi pare, sia 'essere cattolici': ricercare la verità e -al contempo- trovarsi pronti ad esserne investiti in pieno, anche se fosse un Tir. A qualunque costo.

Perchè la guerra, come ho scritto tempo fa, è 'rivelatrice di verità'.

E ne sta tirando fuori parecchie, qui ed altrove, da tutti noi.
E non solo da noi.
Cito Sebastiano Mallia

Un altro punto di vista ha detto...

Questa riflessione la trovo azzeccata:
Dunque, UE e USA sanzionano la Russia. La Russia e l'Ucraina sono i più grandi fornitori di grano dell'Europa, Canada e Australia. Il grano che non compreremo più noi, i Cinesi, hanno detto che lo comprano loro. Che poi trasformeranno in farina che venderanno in Europa. Ovviamente guadagnandoci. Siamo furbi, cavolo se siamo furbi. Diventare dipendenti anche dal punto di vista alimentare verso la Cina è una vera genialata.

Abbiamo decretato grandi sanzioni tecnologiche alla Russia: in pratica non potranno più comprare tecnologia Europea e Americana. Ottimo: dove è prodotta la tecnologia Europea e Americana? Dove sono prodotti gli iPhone ? Di nuovo, i Cinesi prenderanno di qua e venderanno di là. Si, siamo dei geni.

Vi ricordo che la stragrande maggioranza dei politici Italiani hanno business in Cina. Soprattutto quelli di sinistra. Mica scemi.

Dal canale socialTV network

Anonimo ha detto...

Cosa penso della guerra in Ucraina

Il regime russo è violento e le democrazie indignate che accendono candele sono pericolose tigri di carta. Ora pagheremo il prezzo della nostra vanità intellettuale

Giulio Meotti


"Certo, non faremo nulla." Questa fu l'ammissione di Claude Cheysson, ministro degli Esteri di François Mitterrand, dopo il colpo di stato in Polonia nel dicembre 1981. Durante la Guerra Fredda, tutti sapevano che l'America e i paesi liberi non potevano risolvere ogni crisi. Quando l'Unione Sovietica invase l'Ungheria nel 1956 e di nuovo quando i sovietici usarono le forze del Patto di Varsavia contro la Cecoslovacchia nel 1968, i leader occidentali riconobbero che c'era poco da fare. Ciò non significava manifestare indifferenza morale per le sofferenze dei cechi, degli slovacchi e degli ungheresi, che oggi sono fra gli europei più veri e forti nella propria identità. Oggi è lo stesso dietro i paroloni e gli slogan altisonanti del campo occidentale, più pusillanime che mai, dopo la guerra terribile di Putin all’Ucraina.

Le democrazie indignate sono tigri di carta. Si accontenteranno delle solite proteste e sanzioni economiche, che saranno fatte pagare interamente alla classe media e alle piccole e medie imprese. Se la minaccia è davvero quella descritta dall'Unione Europea e dagli Stati Uniti, doveva essere necessaria la mobilitazione militare. Ma, come dice lo storico francese Jean-Francois Colosimo a Le Figaro, “gli Occidentali non hanno alcun desiderio di sacrificare la vita di un solo soldato per difendere l'integrità dell'Ucraina”. Putin lo sa: è libero nelle sue azioni, di fronte a un campo disarmato. Il padrone del Cremlino riesce a malapena a controllare il disprezzo che gli ispirano questi chiacchieroni che accendono candele, cantano inni che non capiscono ed espongono bandiere giallo-blu.

Dov’erano i chiacchieroni, un anno fa, quando gli azeri e la Turchia (il secondo esercito della Nato) massacrarono 5.000 armeni nel Karabakh dove era nato l’alfabeto armeno (un’altra autoproclamata repubblica in barba ai confini internazionali) e in assenza del sostegno del "blocco democratico" occidentale l’Armenia democratica ebbe bisogno dell'autoritaria Russia per sopravvivere all’autoritaria Turchia?

Certi riflessi restano irresistibili a Occidente, non solo tra i politici ma anche nei media. Uno di questi è la tendenza a vedere ogni conflitto come una “nuova seconda guerra mondiale”. Un altro è credere che una “forza sufficiente” e una "risolutezza" possano raggiungere qualsiasi obiettivo, che si tratti dei nostri obiettivi in ​​Iraq o in Afghanistan. E un terzo è l'abitudine di considerare coloro che non si allineano durante i periodi di crisi come traditori o utili idioti dei nemici dell’Occidente.

Questi riflessi sono stati in piena luce con la crisi in Ucraina. "Questa è la regione dei Sudeti", ha detto la presidente della Camera Nancy Pelosi, una che paragonava Trump a Hitler, a proposito del tentativo della Russia di giustificare la sua guerra come difesa delle "repubbliche" separatiste a Luhansk e Donetsk. È un grave atto di aggressione, ma non il nazismo, e l'irredentismo ha tanti altri precedenti (dall’Artsakh armeno conquistato in una guerra offensiva nel 1991 alla Giudea e Samaria israeliane conquistate in una guerra difensiva nel 1967).

Anonimo ha detto...

...segue
Quello che vuole Putin in Ucraina è chiaro: mettere al sicuro le due Repubbliche separatiste dopo la violazione da entrambe le parti degli accordi di Minsk, “smilitarizzare” l’Ucraina e installarvi un potere non ostile a Mosca che suggellerà la “finlandizzazione”.

Sapevamo tutti che la sconfitta americana e della Nato a Kabul sarebbe stata l’inizio di una capitolazione più generale e che Joe Biden non sarebbe stato all’altezza dello choc di civiltà (dalla Libia all’Ucraina, i Democratici americani hanno anche uno strano istinto per generare il caos). Eppure, in tv e sui giornali italiani in questi giorni non si legge una sola analisi sulla debacle americana. Siamo in un clima da crociata moralistica e il prossimo sarà l’Iran nuclearizzato, tanto che Israele, che non esita a bombardare qualsiasi camion militare passi sopra e sotto il Litani, in questi giorni di guerra ucraina non segue il copione americano.

Ha ragione Pierre Lellouche, già presidente dell’Assemblea Parlamentare della Nato, quando su Le Figaro scrive che “alla fine ‘Monaco II’ ha prodotto il peggior risultato possibile. Non abbiamo voluto imparare le lezioni della storia: che non costruiamo la pace umiliando e stabilendoci militarmente ai confini altrui e gli occidentali, in primis gli americani, alla fine avranno consentito a Putin di iniziare a realizzare il suo sogno più caro: ricostruire l'Impero. Per favore, Sir Winston Churchill, torna!”.

Indicare la responsabilità dei paesi europei, della Nato e dell’America più in declino della storia non significa essere al soldo di Putin, significa non accettare di fomentare uno scontro di civiltà con la Russia (John McCain, pace all’anima sua, definì la Russia “una stazione di gas”). Significa non accettare di definire "Hitler" il presidente di un paese di 150 milioni di persone, il più grande del mondo e con cui abbiamo legami culturali ed economici (le parole hanno un peso e "Hitler" va lasciato a chi gassa e uccide milioni, la reduction ad hitlerum è una vuota scorciatoia moralistica, mentre “Stalin” a chi imprigiona e ne uccide milioni nei Gulag). Basterebbe leggere non l'ufficio stampa del Cremlino, ma l'uomo più libero del Novecento, Alexandr Solzenicyn, per capire che questa storia non è bianco o nero. La Russia è molto più di Putin e gli ucraini meritano la libertà che hanno rivendicato per se stessi nel 1991.

Potrei pubblicare il sorprendente messaggio che una amica e una grande storica, Bat Ye’Or, mi ha mandato due sere fa per far capire che non tutti accettano la lettura univoca dei fatti.

Ha ragione Toni Capuozzo, l’unico che sulla pietosa televisione italiana dice cose non banali, e Talleyrand, per il quale "la diplomazia è sapersi mettere nei panni del proprio interlocutore": lo sapevano tutti che l’Ucraina per i Russi non era la Polonia, l’Ungheria, la Romania, l’Estonia e tutti gli altri paesi entrati nell'Alleanza Atlantica e che ora dovremo difendere con un nuovo Vallo di Adriano e che invitarla a entrare nella Nato rischiava di essere un casus belli. Eppure, abbiamo seguito quella strada e non quella del realismo, come chiedevano Henry Kissinger, come chiese George Kennan l’architetto del containment e come chiesero atlantisti europei di vario grado (da Sarkozy a Merkel). Dalla “politica della porta aperta” alla guerra aperta il passo è stato breve. Putin ha fatto esattamente quello che ci aveva avvertito che avrebbe fatto.

Anonimo ha detto...

...segue
La guerra ucraina segna il definitivo fallimento del sistema internazionale post Guerra Fredda, che nei giorni inebrianti del 1989-1991 ci portò a dichiarare la "fine della storia" e l'inizio di una nuova era di egemonia liberale e razionale. La prima grande consapevolezza che non stavamo convergendo tutti alla stessa tavola era arrivata con l'11 settembre e l'ascesa dell'estremismo islamico, che da allora destabilizza l’Europa come i carri armati di Putin.

Il vento dell'Occidente soffia ancora? Ma cosa è diventato questo “Occidente”?

Il regime russo è violento nel suo autoritarismo, centralismo e brutalità (è un paese passato dalla monarchia feudale più longeva della storia alla dittatura del proletariato e poi all'autocrazia in cui i lunghi anni in condizioni di non libertà sono entrate nel loro stesso codice genetico). Biasimare Putin per aver voluto difendere i “suoi” russi (sì, li considera suoi), la sua storia e la sua zona di influenza, non ci farà dimenticare che questi sono valori considerati fuori moda dal “progressismo” occidentale imperante. “Putin è intelligente, i nostri leader stupidi”, ha sintetizzato ieri il solito grillo parlante Donald Trump.

Dobbiamo essere non solo “buoni”, come ci piace tanto essere, ma saggi, se vogliamo aiutare gli ucraini e garantire che la Russia non diventi una Corea del Nord più grande e più letale. Solo il realismo potrà aiutarci a prendere decisioni migliori di quelle che i nostri leader hanno preso dalla fine della Guerra Fredda.

E dobbiamo sapere che la decadenza eccita i nostri nemici.

Nel 2014, mentre Putin faceva sfilare i soldati sulla Piazza Rossa e poi in Crimea, l’Eurovision premiava Conchita Wurst, l'austriaca nata Thomas Neuwirth, transessuale barbuta che i pappagalli della stampa acclamarono come il simbolo dell'Europa "tollerante" e "non discriminatoria", quando era il prodotto dell'ideologia in voga che rifiuta di differenziare tra sessi, culture e popoli, un mondo intercambiabile senza identità. Conchita riassunse la mancanza di ambizione di un'Europa in declino e che si può leggere nel cinico piacere che ora il nuovo zar Putin prova nell'umiliarla sul suolo ucraino.

È la nostra decadente futilità che a Kiev pagano con la vita e noi europei sotto forma di una spaventosa destabilizzazione.

Giulio Meotti

Anonimo ha detto...

Mi sembra che nel 1959, anno della brutale annessione del Tibet da parte del regime komunista di Maodzedong non ci siano stati neanche mici da divano, altro che tigri di carta, tutti zitti e della tragedia di quel popolo nessuno mai parlò neanche per sbaglio, Putin è quello che è, gli altri non sono santarelline, sono solo ipocriti e sepolcri imbiancati, mi spiace solo per il popolo ucraino di cui ne ho conosciuto personalmente alcuni coi quali ho sempre conservato un fraterno rapporto di amicizia e che sono tutt'altro che camerieri/e, badanti e amanti come detto dai due geni della comunicazione della Rai, di tutto e di pus.

mic ha detto...

IL TAVOLO DI LUNEDI'
Domattina si parlano, in Bielorussia. La regia dell'incontro, discreta, è cinese. Del resto Putin non si sarebbe permesso di accendere la minaccia nucleare senza un via libera da Pechino. Che è irritata dal coinvolgimento di Taiwan. Gli Usa hanno chiesto e ottenuto la sopsensione di rifornimento di semiconduttori - Taiwan è la fabbrica del mondo dei microchip - alla Russia. E la Cina lo considera un'ingerenza in fatti interni, uno schiaffo alla propria sovranità. Le escalation nascono da incidenti per caso o vecchie ruggini, dai vicoli ciechi degli invasori e dalle trappole che non si vuole disinnescare. Dobbiamo sperare che quel tavolo, domattina, non traballi.
Cito Toni Capuozzo

Anonimo ha detto...

La Russia è Occidente ed è parte dell'Europa. Se col cuore siamo per gli ucraini, sul piano geopolitico è bene che la Russia si riprenda la sua sfera d'influenza.

Anonimo ha detto...

Non credo che mai sia esistito un turismo di massa come negli ultimi cento e passa anni, un turismo che non sdegna i luoghi perigliosi, non solo e non tanto dal punto di vista naturale, quanto politico. Mettere i piedini italioti su terreni ieri insanguinati o forse domani o dopodomani sventrati da qualche imminente bomba si è dimostrato un valore aggiunto al sinistro viaggio avventuroso italiota. Vi sono state così laiche processioni dem, sganciate dalla cultura vera e propria ed anche dalla avventura vera e propria,ove il turistico gruppone italiota ha inseguito, fino a ieri, l'attualità politica in una magica azione corale come di levatrice del domani che sta nascendo, roseo naturalmente. Forse questa nostra epoca è intrisa di magia, finite le religioni, le filosofie orientali, lo gnosticismo, l'esoterismo che, nella loro versione migliore richiedono studio e applicazione seri, si è scivolati nel dem pressapochismo il cui approdo naturale è la superstizione magica agita in favore del nascente mondo migliore di quello creato. Ed anche le menzogne del quarto potere, l'ipocrisia imperante sono azioni magiche suggestive, incantesimi che addormentano lasciando apparentemente svegli.

Anonimo ha detto...

Penso sia interessante leggere il seguente articolo di Barbara Spinelli, non per giustificare Putin, ma per capire che le colpe della situazione drammatica che stiamo vivendo non sono solo sue.

UNA GUERRA NATA DALLE TROPPE BUGIE
di Barbara Spinelli

Paragonando l’invasione russa dell’Ucraina all’assalto dell’11 settembre a New York, Enrico Letta ha confermato ieri in Parlamento che le parole gridate con rabbia non denotano per forza giudizio equilibrato sulle motivazioni e la genealogia dei conflitti nel mondo.

Perfino l’11 settembre aveva una sua genealogia, sia pure confusa, ma lo stesso non si può certo dire dell’aggressione russa e dell’assedio di Kiev. Qui le motivazioni dell’aggressore, anche se smisurate, sono non solo ben ricostruibili ma da tempo potevano esser previste e anche sventate. Le ha comunque previste Pechino, che ieri sembra aver caldeggiato una trattativa Putin-Zelensky, ben sapendo che l’esito sarà la neutralità ucraina chiesta per decenni da Mosca. Il disastro poteva forse essere evitato, se Stati Uniti e Unione europea non avessero dato costantemente prova di cecità, sordità, e di una immensa incapacità di autocritica e di memoria.

È dall’11 febbraio 2007 che oltre i confini sempre più agguerriti dell’Est Europa l’incendio era annunciato. Quel giorno Putin intervenne alla conferenza sulla sicurezza di Monaco e invitò gli occidentali a costruire un ordine mondiale più equo, sostituendo quello vigente ai tempi dell’Urss, del Patto di Varsavia e della Guerra fredda. L’allargamento a Est della Nato era divenuto il punto dolente per il Cremlino e lo era tanto più dopo la guerra in Jugoslavia: “Penso sia chiaro – così Putin – che l’espansione della Nato non ha alcuna relazione con la modernizzazione dell’Alleanza o con la garanzia di sicurezza in Europa. Al contrario, rappresenta una seria provocazione che riduce il livello della reciproca fiducia. E noi abbiamo diritto di chiedere: contro chi è intesa quest’espansione? E cos’è successo alle assicurazioni dei nostri partner occidentali fatte dopo la dissoluzione del Patto di Varsavia? Dove sono oggi quelle dichiarazioni? Nessuno nemmeno le ricorda. Ma io voglio permettermi di ricordare a questo pubblico quello che fu detto. Gradirei citare il discorso del Segretario generale Nato, signor Wörner, a Bruxelles il 17 maggio 1990. Allora lui diceva: ‘Il fatto che noi siamo pronti a non schierare un esercito della Nato fuori dal territorio tedesco offre all’Urss una stabile garanzia di sicurezza’. Dove sono queste garanzie?”.

Per capire meglio la sciagura ucraina, proviamo dunque a elencare alcuni punti difficilmente oppugnabili.

Primo: né Washington né la Nato né l’Europa sono minimamente intenzionate a rispondere alla guerra di Mosca con una guerra simmetrica.

Biden lo ha detto sin da dicembre, poche settimane dopo lo schieramento di truppe russe ai confini ucraini. Ora minaccia solo sanzioni, che già sono state impiegate e sono state un falso deterrente (“Quasi mai le sanzioni sono sufficienti”, secondo Prodi). D’altronde su di esse ci sono dissensi nella Nato.

Alcuni Paesi dipendenti dal gas russo (fra il 40 e il 45%), come Germania e Italia, celano a malapena dubbi e paure. Non c’è accordo sul blocco delle transazioni finanziarie tramite Swift. Chi auspica sanzioni “più dure” non sa bene quel che dice. Chi ripete un po’ disperatamente che l’invasione è “inaccettabile” di fatto l’ha già accettata.

Anonimo ha detto...

...segue

Secondo punto: l’Occidente aveva i mezzi per capire in tempo che le promesse fatte dopo la riunificazione tedesca – nessun allargamento Nato a Est – erano vitali per Mosca. Nel ’91 Bush sr. era addirittura contrario all’indipendenza ucraina. L’impegno occidentale non fu scritto, ma i documenti desecretati nel 2017 (sito del National Security Archive) confermano che i leader occidentali– da Bush padre a Kohl, da Mitterrand alla Thatcher a Manfred Wörner Segretario generale Nato – furono espliciti con Gorbaciov, nel 1990: l’Alleanza non si sarebbe estesa a Est “nemmeno di un pollice” (assicurò il Segretario di Stato Baker). Nel ’93 Clinton promise a Eltsin una “Partnership per la Pace” al posto dell’espansione Nato: altra parola data e non mantenuta.

Terzo punto: la promessa finì in un cassetto, e senza batter ciglio Clinton e Obama avviarono gli allargamenti. In pochi anni, tra il 2004 e il 2020, la Nato passò da 16 a 30 Paesi membri, schierando armamenti offensivi in Polonia, Romania e nei Paesi Baltici ai confini con la Russia (a quel tempo la Russia era in ginocchio economicamente e militarmente, ma possedeva pur sempre l’atomica). Nel vertice Nato del 2008 a Bucarest, gli Alleati dichiararono che Georgia e Ucraina sarebbero in futuro entrate nella Nato. Non stupiamoci troppo se Putin, mescolando aggressività, risentimento e calcolo dei rischi, parla di “impero della menzogna”. Se ricorda che le amministrazioni Usa non hanno mai accettato missili di Paesi potenzialmente avversi nel proprio vicinato (Cuba).

Quarto punto: sia gli Usa che gli europei sono stati del tutto incapaci di costruire un ordine internazionale diverso dal precedente, specie da quando alle superpotenze s’è aggiunta la Cina e si è acutizzata la questione Taiwan. Preconizzavano politiche multilaterali, ma disdegnavano l’essenziale, cioè un nuovo ordine multipolare. Il dopo Guerra fredda fu vissuto come una vittoria Usa e non come una comune vittoria dell’Ovest e dell’Est. La Storia era finita, il mondo era diventato capitalista, l’ordine era unipolare e gli Usa l’egemone unico. La hybris occidentale, la sua smoderatezza, è qui.

Il quinto punto concerne l’obbligo di rispetto dei confini internazionali, fondamentale nel secondo dopoguerra. Ma Putin non è stato il primo a violarlo.

L’intervento Nato in favore degli albanesi del Kosovo lo violò per primo nel ’99 (chi scrive approvò con poca lungimiranza l’intervento).

Il ritiro dall’Afghanistan ha messo fine alla hybris e la nemesi era presagibile. Eravamo noi a dover neutralizzare l’Ucraina, e ancora potremmo farlo. Noi a dover mettere in guardia contro la presenza di neonazisti nella rivoluzione arancione del 2014 (l’Ucraina è l’unico Paese europeo a includere una formazione neonazista nel proprio esercito regolare). Noi a dover vietare alla Lettonia – Paese membro dell’Ue – il maltrattamento delle minoranze russe.

Non abbiamo difeso e non difendiamo i diritti, come pretendiamo. Nel 2014, facilitando un putsch anti-russo e pro-Usa a Kiev, abbiamo fantasticato una rivoluzione solo per metà democratica. Riarmando il fronte Est dell’Ue foraggiamo le industrie degli armamenti ed evitiamo alla Nato la morte cerebrale che alcuni hanno giustamente diagnosticato. Ammettere i nostri errori sarebbe un contributo non irrilevante alla pace che diciamo di volere.

http://barbara-spinelli.it/2022/02/26/una-guerra-nata-dalle-troppe-bugie/

Pio ha detto...

Acuta l'analisi di Spinelli.
L'Ucraina avrà tutto da guadagnare dallo stare alla larga dai "valori occidentali", ridotti a pervertimento totale della morale, scristianizzazione profonda e gangsterismo finanziario come prassi.
Si pensi solo alla levatura di un Lavrov, un gigante della politica estera russa, da anni senza pari in Europa e Usa.
Non c'è partita.
Forse questo sarà l'antipasto della guerra civile europea prossima ventura. Il mondo islamico sta solo aspettando il momento propizio; è solo questione di tempo. Sarà bene cominciare a preoccuparci di questo, altrimenti il risveglio sarà tragico.

Anonimo ha detto...

Inviare missili anticarro all'Ucraina, come sta facendo la Germania, e poi parlare di pace, è come dire che il grinpasss è uno strumento di libertà.
In pratica l'Occidente ha dichiarato guerra alla Russia, ma senza dirlo ufficialmente. La prossima mossa saranno i soldati Nato che entrano in Ucraina con un pretesto.
Antonio Rossix

Anonimo ha detto...

“Le forze che cambiano la storia sono le stesse che muovono il cuore dell’uomo”.
(L. Giussani)

Ma in questo frangente che possiamo fare noi, gente da nulla?

“Vivere con responsabilità e come offerta quello che dobbiamo fare, nel luogo dove siamo messi.
E la preghiera non è l’ultima spiaggia, ma l’inizio e la fine, e il contenuto, di ciò che dobbiamo essere e di ciò che siamo”.
(Mons. Paolo Pezzi, arcivescovo della Madre di Dio, a Mosca)

Uno spiraglio di luce ha detto...

“Parole di conforto dall'arcivescovo cattolico in Kiev:

Cristo sia lodato!
Cari fratelli e sorelle in Cristo, vi saluto dalla Kyiv ucraina.
Oggi è domenica, 27 febbraio 2022. Abbiamo superato un’altra terribile notte. Ma dopo la notte viene il giorno, viene la mattina, dopo il buio arriva la luce. Allo stesso modo, dopo la morte arriva la resurrezione che noi tutti oggi festeggiamo con gioia. Questa domenica festeggeremo Cristo risorto presente tra noi, presente in Ucraina.
Però questa domenica gli abitanti di Kyiv non potranno venire in chiesa perché è stato indetto il coprifuoco, e tutte le persone devono rimanere a casa per non rischiare la vita.
Sarà la Chiesa dunque a venire da loro. I nostri sacerdoti scenderanno nelle cantine, scenderanno nei rifugi antiaerei, e lì celebreranno le Divine Liturgie. La Chiesa è con il suo popolo.
La Chiesa di Cristo porta con se il Salvatore eucaristico a quelli che vivono momenti critici della loro vita, che hanno bisogno di forza e di speranza nella Resurrezione.
Oggi vorrei chiedere a tutti quanti hanno la possibilità di venire in chiesa: andate e partecipate alla Divina Liturgia. Confessatevi oggi e comunicatevi tutti. Ricevete Cristo eucaristico e offritelo per quelli che questa domenica non possono partecipare alla Liturgia.
Offrite la Santa Comunione per i nostri militari.
La nostra vita oggi è nelle loro mani. Offritela oggi per quelli che sono feriti, emarginati, per quelli che sono diventati dei rifugiati da questa guerra sanguinosa in Ucraina”.

Anonimo ha detto...

Siamo ufficialmente in guerra. Chi lo ha deciso? Quale Parlamento lo ha deciso? Quale fonte democraticamente legittimata ha deciso, per NOI ITALIANI, di entrare in guerra? “L’Unione Europea finanzierà l’acquisto e la consegna di armi per un paese sotto attacco” (Ursula von der Leyen).
Un paese appartenente alla Nato?
Allora forniremo armi anche ai sei Paesi africani scossi da colpi di Stato?

Anonimo ha detto...

Anche nelle proteste per una causa che si ritiene giusta occorre equilibrio. Non si può reagire in maniera sguaiata dipingendo l'altro come il nemico e il mostro senza volerne capire ragioni e paure. Se l'altro percepisce tale condotta come un atto di guerra sono guai seri per tutti perché qualcosa può sfuggire di mano e si può innescare un processo inarrestabile. Bisogna agire in maniera non violenta ed avere il coraggio di riconoscere che si può non essere sempre nel giusto e si possono aver fatto nel passato degli errori, non provocare in maniera forsennata, isterica ed aggressiva l'altro, anche mettendo in giro fake news per demonizzarlo, invocando nel contempo la pace, perché in tal caso non si è credibili. Lo capiranno i politici, i mass media e i pacifisti nostrani a senso unico, subdolamente pilotati da chi ha interesse a creare il caos per imporre la sua idea di un Nuovo Ordine Mondiale?
Salvatore Canto

Anonimo ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/zelenski-ha-capito-cosa-e-swift-draghi-no-letta-meno-ancora/
Ci vogliono occhiali neri rifrangenti per vedere i sacrifici degli eroi della guerra del breakfest.

mic ha detto...

UNA COPERTA O UN PO’ DI BENZINA SUL FUOCO ?
Stamattina si parlano. Non sono così ottimista. Immagino che la parte ucraina cercherà di non essere sbrigativa, perché ogni giorno in più di resistenza è un giorno vinto. Dall’altra parte i russi devono ottenere qualcosa presto, per la stessa opposta ragione. Hanno incontrato una resistenza più forte del previsto, e l’Occidente si è compattato, invece di dividersi. Possono i carri sovietici invertire il senso di marcia ? Ho visto accanite discussioni sulle colpe, e non mi sembra più il momento. Ho ascoltato recriminazioni sul passato degli uni e degli altri: nessuno ha tutte le ragioni, nessuno ha tutti i torti. Ho sentito liti sull’indole di Putin, e non è quel che conta, adesso. Non è equidistanza, conta chi ha invaso, e iniziato una guerra: sono fatti. Ma conta come reagire. Mi sorprende che i leader europei, e in generale i media e i commentatori, non si siano buttati sull’arsenale della pace, che è fatto di soluzioni, di proposte, di mediazioni, di dilazioni, non di sola speranza. Si sono studiate sanzioni, si è fatta molta retorica sulla resistenza, si inviano armi.

Ancora Toni Capuozzo ../..

mic ha detto...

... segue
Non vorrei che a Washington qualcuno, ringalluzzito dalla tenuta dell’esercito e dei cittadini ucraini, pensasse che è l’occasione per far pagare l’azzardo a Putin, per farlo ritornare vinto a casa, a vedersela con un paese umiliato, con qualcuno che pensi di soppiantarlo. Certo, mi auguro che un giorno non lontanissimo anche la Russia trovi una sua democrazia, se lo vorranno i cittadini russi. Ma so bene che, davanti all’imbarazzo del vicolo cieco e al fantasma della sconfitta, Putin può essere tentato dal tanto peggio tanto meglio. Le donne che confezionano le molotov, i ragazzi che imbracciano i fucili, gli ucraini tutti che non siano davvero molto anziani non hanno visto una guerra, non ancora. La Russia di Putin ha usato solo una parte degli uomini schierati al confine, e solo una parte delle sue armi. Ho visto cento volte in televisione il grattacielo colpito da un missile, come una rarità. Vi ricordate Grozny ? Vi ricordate Aleppo ? Sapete cos’è non un missile balistico, ma un bombardamento aereo ? Putin vi sembra una belva ? Immaginatevi una belva ferita, senza i guardiani di una vera opposizione, un vero parlamento. Certo, possiamo incoraggiare gli ucraini seduti al tavolo, stamane, a non cedere in niente. Che devono solo chiedere il dietrofront dei russi, e rivendicare il diritto a entrare nella Nato, come la Macedonia o il Montenegro (è molto più facile entrare nella Nato che nell’Unione Europea, si). Possiamo pretendere che Putin si ammansisca, mandarlo a quel paese. Io non so quale sia il laccio emostatico, se si possa a quel tavolo impegnarsi a non entrare nella Nato e però avere subito il diritto indisturbato a entrare nell’Unione Europea. Non so cosa succederebbe se quattro o cinque dei premier combattenti a distanza delle capitali europee, Roma o Berlino, si dirigessero dopodomani a Kiev con il biglietto d ‘ingresso omaggio per gli ucraini nel parlamento di Bruxelles, scudi umani e politici della libertà fatta di diritti, non di missili puntati da una parte o dall’altra. Non so, non è il mio mestiere. Ma noto che non è neppure il mestiere delle cancellerie europee, e neanche delle forze politiche, tutte inadeguate al caso, sembrano in una campagna elettorale anche in questa vicenda più grande e più tragica. Trovo debole persino la voce dei leader religiosi, e di quelli morali. Quando ero ragazzo la chiamavamo “la cartolina”. Era la chiamata di leva, la chiamata alle armi. I postini sono indaffarati, in questi giorni.
Ricordatevi però che il 4 di febbraio Putin andò a Pechino e forse ricevette un via libera. Ricordatevi che il tavolo di questa mattina l’ha allestito la Cina, non le Nazioni Unite. Ricordatevi pure tutti i valori che volete, ma siate realisti. Sul fuoco si getta una coperta, lo si soffoca. Non benzina. Tra sconfiggere Putin ed evitare un conflitto mondiale, scelgo la seconda. La solidarietà migliore a chi in questa settimana è stato aggredito è fermare la guerra. Per discutere come ci si è arrivati, e i torti e le ragioni di un conflitto sordo iniziato otto anni fa, e della lunga marcia della Nato a est, per quello ci sarà tempo dopo.

Sono andato lungo, lo so. Però sto per tacere un po’. Oggi inizio a scendere nei Balcani a fare un piccolo lavoro cui tengo molto, a lungo rinviato per la pandemia. Poco computer e poco telefonino, dunque. Grazie per avermi seguito, apprezzato o criticato, ma sempre senza urlare. Arrivederci.

Ancora Toni Capuozzo

Anonimo ha detto...

Mr Putin e il circolo vizioso

Putin, pur con le sue buone ragioni, sta consegnando l'Occidente e se stesso alla Cina, con il grande godimento dei nichilisti sanguinari che odiano l'uomo fin dal concepimento, e che hanno conquistato Washington, Bruxelles e gran parte dei governi europei. Dunque il movimento generale: un circolo vizioso in cui ogni parte ha la sua quota di perfidia e di iniquità.
Andrea Sandri

Anonimo ha detto...

Con tutto il rispetto per l'Ucraina e per gli ucraini ma questa non è la nostra guerra, è una guerra che è l'esito di molte complicità ed egoismi, non è giusto scaricare sui cittadini italiani, anche perché l'Ucraina non è nella UE né fa parte della Nato. Le Istituzioni italiane devono rispondere ed operare prioritariamente per il bene del popolo italiano, cosa che non hanno mai fatto negli ultimi anni nei momenti decisivi. Il loro servizio non deve essere funzionale al rispondere innanzitutto agli enti sovranazionali (che hanno parecchi scheletri negli armadi in fatto di guerre) ma agli italiani. Vedo inoltre che non è stata messa in opera NESSUNA seria MEDIAZIONE tra le due parti in guerra ma solo una infuocata retorica di guerra con invio di armi che faranno scorrere più sangue e che per il diritto internazionale ci fa di fatto belligeranti.
Quindi sì a tutta la solidarietà fattiva civile ai profughi ucraini ma un no deciso ad estendere la guerra e ad erigere altri muri.

Inoltre non temo l'olocausto nucleare, perché non ci credo, temo che avremo una coda invernale piuttosto fredda. Non mi importa neppure del direttore e di tutte le orchestre. Vedo tutti molto presi da quest'altra arma di distrazione di massa, che per me è buona solo per qualche collegamento con l'unico grande dramma di questo paese.
Il greenpazz deve sparire, gli attacchi alla siringa bianca devono finire. I bambini non devono essere avvelenati. Questo solo mi preme, questo solo mi angoscia, questo solo mi uccide. Lo vedete che non ne parlano più? Pensate sia un bene?

Anonimo ha detto...

Enzo Gallo
A differenza di non pochi fra i miei contatti non ho mai considerato, per una serie di ragioni che non è qui il caso di riproporre, la Russia un faro, Mosca la terza Roma, Putin il paolino katechon di fronte alla dissoluzione dei valori naturali in Occidente. Né in passato, né tanto meno ora. E però non si può tacere l'assoluta omologazione e la profonda ipocrisia che contraddistingue, non solo le cancellerie europee, ma la quasi totalità dell'informazione nel non ricostruire con onestà la genesi dei fatti, senza fermarsi alle ultime mosse russe, che in ordine alla violazione del diritto internazionale, vera araba fenice, hanno numerosi antecedenti riferibili agli attuali censori. Una breve silloge è offerta in questo interessante articolo


https://www.vietatoparlare.it/linvasione-russa-e-la-sordita-occidentale-nel-sentire-le-ragioni-dellaltro/amp/

Se può interessare ha detto...

RUSSIA: STORIA ED ETIMOLOGIA

Ricordiamo la storia. Prima di Mosca venne Kiev. "La Rus’ di Kiev è il primo stato russo, fondato – secondo le antiche cronache – intorno alla metà del IX secolo. Esso si estendeva su parte dell’attuale territorio ucraino, bielorusso e russo, e aveva come capitale Kiev. Dalla frantumazione di quello stato, avvenuta quattrocento anni più tardi a causa delle invasioni tataro-mongole, si formeranno nuovi principati dai quali, nel XV secolo, emergerà quello di Mosca. La Rus’ di Kiev sarebbe quindi la “culla” della moderna Russia, e così l’hanno descritta i nazionalisti di ogni epoca omettendo però un dettaglio importante. Come tutti sanno i russi sono un popolo slavo, ma il termine “rus” non indicava gli slavi.

Rus’ era il termine con cui gli slavi che vivevano nelle pianure dell’attuale Russia, lungo il corso del Volga, del Dnepr e del Dnestr, chiamavano le popolazioni scandinave, quelle che noi chiamiamo vichinghi o normanni e che i bizantini chiamavano variaghi. Il termine “rus” tuttavia non appartiene alla lingua slava, è un termine che deriva dal balto-finnico. Già, poiché tra i vichinghi e gli slavi delle pianure c’erano le terre dei balto-finni, e gli slavi – non sapendo come chiamare quelle genti – mutuarono il nome dai loro vicini. Non a caso ancora oggi, in finlandese, la Svezia è chiamata “Ruotsi”. (Fonti internet)

Anonimo ha detto...

“Sono solito domandarmi, spesso meravigliato, cosa mai spinga, non dico i cristiani, ma gli uomini tutti, a tale punto di follia da adoperarsi, con tanto zelo, con tante spese, con tanti sforzi, alla reciproca rovina generale della guerra. Che altro infatti facciamo nella vita se non la guerra o prepararci alla guerra? Neppure tutte le bestie combattono tanto. E neppure queste combattono fra loro, ma solo se sono di specie diverse. Combattono con mezzi naturali. Non come noi con macchine escogitate da un'arte diabolica.”

Erasmo da Rotterdam

Anonimo ha detto...

Direi di spostarci dai punti cardinali al terreno, quindi cancelliamo l'onnicomprensivo Occidente con Europa e nello specifico i singoli stati che, geograficamente, lo compongono siano o non siano parte della unione monetaria europea, parimenti con l'America del nord e del sud e gli stati e l'unione degli stati che la compongono e così per l'Oriente, medio o estremo che sia. Abbiamo bisogno di concretezza e verità, liberiamoci anche dagli anglismi e da tutti gli altri ismi linguistici, in questa lunga battaglia per essere quelli che siamo stati chiamati ad essere da NSGC.

Forse non tutti sanno ha detto...

Il Presidente della Russia, Vladimir Putin, ha confessato in un documentario televisivo di essere stato battezzato all’insaputa del padre, membro del Partito Comunista dell’Unione Sovietica.

“Mia madre mi ha battezzato di nascosto da mio padre… Lui lavorava in fabbrica, ma era un attivista del partito nell’organizzazione della fabbrica”, ha spiegato Putin.

Secondo la stampa locale, il leader russo è stato battezzato nella cattedrale della Santa Trasfigurazione di San Pietroburgo (all’epoca Leningrado), dov’è nato nel 1952, un anno prima della morte di Stalin.

Dopo essersi laureato in Giurisprudenza, Putin ha iniziato la sua carriera come agente del KGB, ed è rimasto per cinque anni nel servizio di spionaggio in Germania.

Il capo del Cremlino ha ricordato le circostanze del suo Battesimo nel documentario, sottolineando la persecuzione dei cristiani durante l’era sovietica.

Putin ha ordinato che molte proprietà confiscate dalle autorità sovietiche venissero restituite alla Chiesa ortodossa.

Anonimo ha detto...

Gli stessi che hanno umiliato e svenduto l'Italia ora parlano di sovranità sacra e intangibile.

Anonimo ha detto...

Non ascoltate chi dice che soccombe il più buono.
Soccombe il più debole, che non è necessariamente il più buono.

Oriana Fallaci

Anonimo ha detto...

Prima mossa emergenziale in vista del 'non avrete nulla e sarete felici': alberghi, caserme e case private italiane messi a disposizione dei profughi ucraini, al momento. ...Poi saranno venduti al miglior offerente, ovviamente alla grande finanza, che li ristrutturerà secondo le regole che loro hanno individuato, per poi affittarli a caro prezzo agli italioti. Questa guerra si prospetta come il cacio sui maccheroni per il governo emergenziale iniziato nell'era covid...riusciremo presto a saperne una più del diavolo e liberarci di loro?

Anonimo ha detto...


TANTO PER NON FARE (non infrequente) CONFUSIONE

-- Lo "stato di emergenza" proclamato l'altro giorno dal governo Draghi, non ha nulla a che vedere con lo stato di emergenza per il covid, che Draghi ha detto finirà il 31 marzo.
Si tratta di una procedura già attivata in passato : "stato di emergenza per intervento all'estero". L'intervento è quello a supporto della Nato in Romania, per i profughi ucraini, etc. Tale dichiarazione è indispensabile per reperire i fondi necessari a sostenere tutto questo.
-- INoltre: il governo (articolo su il Giornale di ieri) intende riattivare alcune centrali a carbone per supplire alla deficienza di gas. Coprirebbero il 15% del fabbisogno. Costretto dalla necessità ad andare in controtendenza rispetto alla famosa (e sciagurata) "transizione" all'economia ecologica. (Questo per chi sostiene faziosamente che lo scopo di Draghi sarebbe quello di svendere l'Italia al miglior offerente).
-- Si ironizza sul termine "armi letali". Ma è un termine tecnico, usato in tutto il mondo. Significa ogni arma capace di produrre (come sua ratio essendi) danni al corpo o la morte ( armi da taglio, da fuoco di ogni tipo). Ogni arma e ogni sostanza capace di tanto. Armi "non letali" sarebbero p.e. i bastoni, anche se uno può morire per una bastonata. Inviare armi "letali" all'Ucrainaa significa in pratica inviare armi da guerra, con il relativo munizionamento. Alcuni paesi europei hanno dichiarato che invieranno armi "non letali". Non credo che pensassero ai bastoni, ovviamente. Bisogna vedere nella prassi che cosa si intende con armi "non letali".
Su internet si trovano tutte queste notizie. Basta informarsi.

Anonimo ha detto...

I POTENTI DEL MONDO FANNO LA GUERRA, MA IL CETRIOLO RESTA SEMPRE UNA PERTINENZA DELL’ORTOLANO

L’Italia segue sempre il carro, i nostri rappresentanti ormai rispondono al sistema e non al popolo che li ha votati. È il sistema che decide della loro carriera. Quel sistema che decide chi debba guidare il paese a prescindere dal popolo.

Negli ultimi vent’anni la nostra produttività è al palo, nonostante tutto si pagano persone perfettamente abili per non lavorare. Ed ogni occasione è buona per far stare a casa la gente. Un eterno riposo che già inizia nella vita terrena.

La pandemia ha ucciso intere categorie di lavoratori soprattutto quelli senza tutele senza che il Paese abbia offerto alcuna prospettiva per il futuro per il lavoro. Ci siamo indebitati garantendo sussidi, peraltro necessari, al presente, senza però, tener conto del domani.

Ma intanto, mentre le multinazionali pagano tasse ridicole fagocitando l’intero mercato italiano, si pretende, con una economia a pezzi, che chi non ha più nulla continui a pagare al fisco quello che non ha.

Dopo aver ceduto marchi prestigiosi e brevetti inarrivabili spolpando le nostre, allora prestigiose, partecipate pubbliche, il Paese ha lasciato il nostro sistema produttivo agonizzante, senza prospettiva e sempre meno in grado di competere. Oggi con la Bolkestain hanno puntato le nostre coste, le più belle al mondo, perché probabilmente anche quel patrimonio di incommensurabile bellezza dovrà giungere a consolidare i profitti delle lobbies internazionali. Un giro di affari di circa 40 miliardi l’anno di cui evidentemente dovevamo essere espropriati.

Decenni di politiche del nulla ci sbattono dinanzi la cruda realtà di un paese sprovvisto di infrastrutture per l’approvvigionamento energetico con le bollette che ormai piegano le gambe anche all’ultima parte del Paese che ancora continuava a resistere.

Eppure, nonostante l’Italia versi in una condizione assai critica, sento parlare di nuove sanzioni. Quindi, vedremo bloccare le esportazioni dei nostri artigiani, viticoltori, operatori del settore tessile, del legno ... con i loro prodotti di qualità già venduti su commissione e che invece prenderanno la strada del macero o della svendita.

Soldi e sacrifici in fumo. Per chi vedeva un po’ di luce sta per arrivare l’ennesima legnata.

Ci autosanzioniamo visto che siamo il Paese occidentale che da sempre aveva i rapporti commerciali più proficui con la Russia, al contrario di altri che non avendo relazioni economiche beneficeranno del nostro disastro per venire a fare shopping.


Qualcuno contestava le mie dimissioni dal consiglio comunale di Roma. Avrei fatto volentieri il Sindaco della mia città ma il popolo ha legittimamente deciso diversamente. Una decisione che rispetto profondamente tornando a fare quello che so’ fare, il mio lavoro, con cui da sempre sfamo onestamente la mia famiglia e offro occupazione ad altri. Non avevo bisogno di surrogati, di poltrone, di indennità, di titoli o comunque, di vivere con i soldi della politica.

Anonimo ha detto...

...segue
Per carità non entrò nel merito delle ragioni di un conflitto, latente da vent’anni, che nessuno ha mai pensato seriamente di risolvere.

Ricordo che la Russia subisce la nostre sanzioni da tempo immemore con un danno enorme per la nostra economia. Ma oggi irrobustire quelle sanzioni, che sulla Russia influirebbero molto relativamente, avrebbe un effetto devastante su quel che è rimasto del nostro paese, a cui si chiedono continuamente soltanto sacrifici e restrizioni.

Le imprese, i trasportatori, le famiglie, ma chiunque ... quanto potranno reggere con la benzina a 3 euro al litro ed il gasolio a due e ottanta?

Il governo e la sua informazione per anni ci hanno preconizzato una catastrofe ecologica eppure dinanzi alle prime schermaglie si rimangia tutto e propone di riaprire le centrali a carbone !?!?! Le più inquinanti del pianeta.

È una presa in giro continua.

Fanno poco o nulla da anni sull’approvvigionamento energetico ed in qualche giorno ci preannunciano, quale soluzione prodigiosa, il ritorno all’età della pietra.

Assenza, retorica, disinformazione ... equivale a tanta inutile carriera.

È mai possibile che altri fanno la guerra ed il bersaglio siamo sempre noi.

Mentre i produttori di armi fanno soldi a palate, noi dovremo accogliere i profughi, povera gente verso la quale la protezione internazionale non soltanto è un obbligo insindacabile, ma un atto di civiltà.

Invece di trovare il modo per determinare gli eventi cercando di favorire il dialogo, evitando che qualcuno insista per mettere i missili sull’uscio di casa di qualcun altro, proteggendo le economie dei paesi europei, favorendo gli scambi commerciali ed i rapporti di buon vicinato, lavorando per la civiltà dei popoli e non per gli interessi di pochi oligarchi da una parte e di ciniche lobbies dall’altra, magari con una diplomazia più volta all’emancipazione economica ed allo sviluppo della pace piuttosto che alle visite di piacere ed ai banchetti ... la crisi si sarebbe risolta da tempo.

Oggi tutta l’informazione è schierata ad assecondare il gioco dei potenti ed irretisce chiunque soltanto osi pensare.

Occorre soltanto ascoltare, allinearsi ed obbedire.

E’ facile dire dobbiamo, dobbiamo, dobbiamo, ... che poi è dovete, dovete, dovete, ... chiedendo ulteriori sacrifici in nome di una presunta libertà che poi non si perde occasione ogni giorno per calpestare ... cercando di creare sensi di colpa a chi già non ce la fa più e magari dovrà continuare a mantenere la famiglia con le bollette che raddoppieranno ed il lavoro che diminuirà.

È facile pontificare e chiedere ulteriori sacrifici da parlamentare con ventimila euro al mese in tasca. Tutti i mesi senza pericoli per il proprio salario e per la propria carriera.

Anonimo ha detto...

Viviamo da due anni come cinesi, in regime di sospensione della costituzione, ci sono oppositori in galera senza processo, ma secondo i media e i partiti (che sono in realtà correnti di un partito unico) dovremmo indignarci per il modo in cui si vive in Russia.
Andrea Sandri

Anonimo ha detto...

Questi amerikani di Biden sono nemici dell'Europa cristiana dall'Atlantico agli Urali.

Si può condividere ha detto...

"IL PIÙ PULITO C'HA LA ROGNA

Chiedo venia per non far mostra di emozioni, ma dovete capirmi: ho superato i sessanta e sono fiorentino, pertanto vieppiù cinico.
Ne ho lette e viste tante in questi giorni circa il conflitto russo-ucraino, con gli ucraini dipinti, nella maggioranza dei casi, come i buoni e i russi, di conseguenza, come i cattivi. In questo palleggio ha tenuto banco l'intero arsenale propagandistico da entrambe le parti: dai russi responsabili per lo "holodomor" [la carestia mortale che colpì l'Ucraina nei primi anni '30] agli ucraini alleati di Hitler durante la Seconda guerra mondiale, con le odierne ricadute neonaziste. Naturalmente si potrebbe ribattere che tra i responsabili dello "holodomor" c'era anche l'ucraino Lazar Kaganovich e che un intero battaglione ucraino della "30. Waffen-Grenadierdivision der SS" si unì alla resistenza francese dopo aver ammazzato i propri ufficiali tedeschi. Notizie del genere fanno titolo, ma in sostanza lasciano il tempo che trovano.
La storia del conflitto è, in realtà, atavica. Tutti sanno che i polacchi, anche senza scomodare le fosse di Katyn, temono il revanchismo russo; meno noto è che i russi hanno un paura fottuta che con l'ingresso dell'Ucraina nella NATO si ricrei l'asse polacco-ucraina, con la possibile ripetizione del "Periodo dei Torbidi" [смутное время] e magari l'apparizione di qualche altro "falso Dimitri". La possibilità di un'invasione da ovest ha agitato per secoli gli incubi dei russi; e se ciò vi pare esagerato, basti pensare a Carlo XII di Svezia, Napoleone e Hitler. Forse tale paura non sarà razionale, ma non per questo - con buona pace di Hegel - non reale: con l'Ucraina nella NATO, un possibile invasore dall'occidente potrebbe arrivare in breve tempo agli Urali, per la difficoltà di difendere le vaste pianure russe. Il problema è che i politici del blocco occidentale non conoscono il passato, mentre quelli russi lo conoscono talmente bene da esserne ossessionati.
Ora mi sentirò rinfacciare che sto giustificando l'aggressione di Putin. Io non giustifico nessuno: la colpa, si sa, nacque orfana e morì fanciulla; e in quanto a colpe, in questa faccenda il più pulito c'ha la rogna."

QUALE CIVILTÀ VOGLIAMO? ha detto...

Ormai senza mezzi termini la maschera è stata deposta e quello che era considerato lo slogan dei "complottisti" (il New World Order) ora è certificato come lo scopo da perseguire attraverso il Great Reset, sul piano socioeconomico, e la guerra in Ucraina con gli obiettivi diplomatici connessi, sul piano politico e strategico.
L'impero USA, altrimenti detto "Occidente", non ammette altre visioni del mondo da quella liberal-progressista ed è pronto a tutto per imporla.
Ecco perché, ad esempio, i movimenti indipendentisti finanziati cospicuamente sono solo quelli aderenti all'ideologia mondialista (liberal-progressista appunto) e sempre in funzione di opposizione a Governi di ispirazione conservatrice o cristiana. Gli altri movimenti indipendentisti (come quelli degli stati preunitari del'Europa Subalpina, altrimenti detta Italia) sono combattuti strenuamente, con disprezzo, perché con il loro richiamo identitario tradizionale sarebbero una minaccia alla realizzazione del Nuovo Ordine Mondiale.
Del resto, lo stato unitario italiano non va discusso. Come non si deve discutere la ragione della politica estera imperiale USA, né quando bombarda Belgrado e smembra la Serbia, né quando nel 2019 insedia un comico cooptato dal WEF nel piano "Young Global Leaders" al vertice dell'Ucraina con il chiaro intento di creare le condizioni per un conflitto, attraverso l'adozione di misure (richiesta di ingresso in UE e NATO) che la Russia aveva dichiarato inaccettabili fin dal 2014.
Con questo, da cristiano affermo la necessità di far tacere le armi e di dare il massimo sostegno ai civili perseguitati. Tutti, senza esclusioni, anche quelli del Donbass vessati negli anni recenti, poiché anch'essi sono persone degne di pietà e titolari di diritti da tempo negati con violenza.

Viator ha detto...

Oggi la nostra nazione, più che dell’energia atomica, più che degli aerei, o della potenza finanziaria e industriale, addirittura ha bisogno di energia intellettuale… Non confondiamo però la forza intellettuale con la forza verbale.

Le parole non bastano. I missili non bastano. Gli atomi non bastano. Non sono la soluzione. Noi abbiamo bisogno soprattutto di un flusso costante di idee nuove – e di un governo, di una stampa, di un’opinione pubblica che rispettino coloro che esprimono idee nuove. Dobbiamo essere pronti alla critica, alle idee nuove, alla polemica e alla scelta, alla riflessione e ai ripensamenti. Solo in questo modo possiamo dimostrare che la libertà è pegno di sicurezza, e che la verità può farci liberi.

John F. Kennedy, Congresso sulle libertà civili

Unam Sanctam ha detto...

Il sacerdote che battezzò Putin, p. Mikhail Gundjaev, era padre dell'attuale patriarca di Mosca Kirill, per una curiosa coincidenza.

Anonimo ha detto...

È aberrante la chiamata alle armi da parte della sinistra italiana, radical chic e pacifista, da Letta a Tajani.

Anonimo ha detto...

Ci sono alcune ultimissime, pare che Dragonball abbia attivato il codice di uso riserve di gas disponibili in caso non arrivassero più dai gasdotti, si riaprono le 2 centrali a carbone, ma servono solo per la Sardegna, quello che mi preoccupa di più è che la Germania si appresta a destinare 800. mld.€ per ricomporre l'esercito tedesco dotandolo delle più sofisticate tecnologie belliche disponibili, ivi incluse armi nucleari, e la cosa non mi piace affatto, quando la Germania torna ad armarsi sull'Europa scende la notte più nera, io spero non arrivino a schiacciare il famoso bottone rosso, ma i venti di guerra si fanno sempre più gelidi e non solo per colpa dell'inverno russo e dei sibili di aria altrettanto fredda provenienti da Beijing e dintorni.

Condivisibile ha detto...

Sottoscrivo queste parole di Gianluca Marletta.
Posto che tutte le guerre fanno schifo e anche una pace astratta sta sulla bocca di troppi, da una parte, dobbiamo pure schiararci.

LA RUSSIA E' IL PARADISO? NO.
MA L'ALTERNATIVA E' QUESTA...
In privato mi scrivono persone per farmi notare come la Russia non sia il Paradiso e che, per questa ragione, prendere posizione per essa o attendersi un cambiamento positivo é un'ingenuità.
Io li ringrazio per la solerzia, un po' meno per avermi preso per cretino: so benissimo che la Russia non è il Paradiso; anzi, so bene che i Russi sono cattivi, esattamente come lo sono gli Occidentali, gli Arabi, gli Africani e pure gli Aborigeni dell'Australia.
Gesù diceva che "tutti gli uomini sono cattivi" (letteralmente "schiavi", illusi dalle proprie passioni e dalle proprie macchie). Eppure, non vi è nulla di più idiota e qualuquista - perdonatemi la sincerità- di fare di tutta l'erba un fascio.
LA NEUTRALITA' NELLA VITA E' IMPOSSIBILE (ED E' IPOCRITA)
Chi oggi, dall'alto (?) della propria saccenza pseudo-spirituale (conosco molti uomini religiosi, di confessione cristiana o islamica o seguaci bulimici di Guenon o di qualsivoglia maestro spirituale che hanno letto moltissimo e digerito un bel niente), caldeggia di fronte agli eventi una pseudo-indifferenza, in realtà, piaccia o meno, ha già fatto la sua scelta. Non scegliere é già una scelta e quasi sempre una scelta ipocrita: in particolare, mi riferisco esplicitamente a cattoliconi che, in tempi non lontani, applaudivano ai massacri israeliani a Gaza ed esaltavano l'esportazione della democrazia USA a suon di fosforo bianco; a pseudo-iniziati islamici di improbabili turuq sufiche (non sono tutti così ma molti si) che sbandieravano la loro finta equidistanza in Siria tra i Russi/Siriani e Daesh e che adesso "piangono per l'Ucraina".
Lo stesso discorso - ma ho quasi tenerezza a parlarne - vale per quei qualunquisti "di sinistra" che stanno scendendo in piazza per la Pace (Cos'é la Pace, un'amica vostra? Un'ente astratto? Esiste forse una Pace senza contestualizzazione degli eventi?), come se il mondo senza Putin fosse "il migliore dei mondi" (perché si, la TV, che é "de sinistra", dice che é Putin a distruggere la Pace!).
CIECHI GUIDE DI CIECHI
Ma ritornando allo scontro in atto, qui vale la pena di ricordare che non si tratta di uno scontro tra popoli. I Russi non sono migliori degli Occidentali, ma tuttavia hanno la grazia di avere delle guide - in campo politico e spirituale - almeno degne di questo nome. L'Occidente ormai non ha nessuna guida - né politica né tantomeno spirituale - se si eccettuano gli oscuri rimestatori del mondialismo che agiscono ormai allo scoperto, sostenitori della dissoluzione della società e dell'uomo.
A VOI LA SCELTA: non sul futuro - su cui forse non abbiamo molto potere - ma sulla vostra dignità: appoggiate la Russia con i suoi limiti o sostenete l'essere post-umano che stanno forgiando a suon di restrizioni pandemiche o conseguenti alle transizioni ecologico/digitali ad usum dei manovratori.
Perché sappiatelo, non c'é una terza scelta e anche l'ignavia é comunque una colpa che darà i suoi cattivi frutti.
L'unico modo per non scegliere é non nascere.

Due pesi e due misure ha detto...

Sulla prima pagina del Corriere, Paolo Mieli accenna alle "atrocità compiute dai russi in Ucraina", prima di proporci lo zerbino americanista Enrico Letta come modello di saggezza politica.
Mi chiedo se si tratti dello stesso Paolo Mieli, ex sessantottino ed ex comunista, che da direttore del Corriere schierava il suo giornale a sostegno dei bombardamenti della Nato e dell'occupazione Usa in Iraq e in Afganistan.
Ovviamente non è un caso di omonimia. Semmai di supremo servilismo ed ipocrisia.
Martino Mora

Anonimo ha detto...

@28 febbraio 2022 14:44
Due facce della stessa medaglia.

Anonimo ha detto...

Giulio Meotti
"Dov'erano le pance occidentali zeppe di gas azero quando 5000 miei fratelli armeni venivano uccisi?". Articolo per la newsletter di uno scrittore armeno. "La Russia è violenta e difende la sua storia e zona di influenza. Noi no! Sostenere la giustizia degli armeni che reclamano la loro terra e la loro libertà avrebbe significato irritare la Turchia. A noi armeni a difesa del confine estremo della civiltà occidentale ci avete lasciati soli..."

mic ha detto...

Si sono conclusi i negoziati aperti oggi. Continueranno...

Cremlino: prossimi colloqui al confine Polonia-Bielorussia

"I negoziati tra Russia e Ucraina proseguiranno al confine tra Polonia e Bielorussia". Lo fa sapere il Cremlino, citato dalla Tass. Secondo il negoziatore di Mosca, Vladimir Medinsky, "i colloqui si terranno nei prossimi giorni".

Negoziatore di Mosca: "Trovate basi per trattative con Kiev"

"Abbiamo trovato alcuni punti su cui e' possibile trovare un terreno comune". Lo ha detto il negoziatore russo Vladimir Medinsky al termine dei colloqui con Kiev, citato da Interfax.

Anonimo ha detto...

Il Monastero dorato di San Michele patrono di Kiev ,capitale dell'Ucraina si erge maestoso sulla cima di una collina posta alla destra del fiume Dnepr. Precedentemente distrutto negli anni ‘30 dalle autorità sovietiche fu poi ricostruito nel lontano 1991 in occasione dell’Indipendenza . Non è un caso che proprio San Michele sia patrono di questa città. Chiediamo a Lui di intercedere oggi per il popolo di Kiev e per tutte le nazioni del mondo. Ognuno di noi può recitare una preghiera perché cessi questo conflitto. Illumini la mente ed il cuore dei governanti. Le mediazioni politiche fin ora purtroppo a nulla sono valse, l’unico che può donarci la pace è Dio.
San Michele potente guerriero, custode della Chiesa e degli uomini vieni presto in nostro aiuto.

San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia, contro la perfidia e le insidie del diavolo. Sii tu il nostro sostegno. Che Dio eserciti il suo domino su di lui, noi supplichevoli Lo preghiamo! ... O Arcangelo San Michele, difendici nel combattimento, affinché non periamo nel terribile giorno del Giudizio

Articolo di Antonella Mare

mic ha detto...

La preghiera a San Michele Arcangelo corretta

Sancte Michael Archangele, defende nos in proelio; contra nequitiam et insidias diaboli esto praesidium. Imperet illi Deus, supplices deprecamur: tuque, Princeps militiae caelestis, Satanam aliosque spiritus malignos, qui ad perditionem animarum pervagantur in mundo, divina virtute, in infernum detrude. Amen”.

Traduzione: “San Michele Arcangelo, difendici nella battaglia, contro le malvagità e le insidie del demonio sii nostro aiuto. Ti preghiamo supplici: che il Signore lo comandi! E tu, Principe delle milizie celesti, con la potenza che ti viene da Dio, ricaccia nell’inferno Satana e gli altri spiriti maligni che si aggirano per il mondo a perdizione delle anime”.



Anonimo ha detto...

BRESCIA, BANDIERE ROSSE ALLA PROTESTA CONTRO LA GUERRA: GLI UCRAINI LASCIANO LA PIAZZA

Anonimo ha detto...

Si ha un po’ la sensazione che abbiamo cambiato il film ma non il regista
Andrea Sandri

Anonimo ha detto...

In questo momento con tanti morti in Ucraina e nel Donbass, la UE (e l'Italia) invece di instaurare un serio dialogo tra le parti, stanzia soldi per le armi. Sono semplicemente dei pazzi!

Anonimo ha detto...

28 febbraio 2022 14:02

La possibile chiamata alle armi della classe medio bassa italiana, sfoltita dalla guerra, lascerà il posto ai pieds-noirs africani...e nel 2030 la popolazione italica sarà per buona parte di colore.

Non è pazzia. Si son venduti l'anima al diavolo. Vanno fermati.

Per questi affaristi ogni pretesto e' buono. Domani sara' perche' il vento e' troppo gelido o troppo caldo. ha detto...

https://www.maurizioblondet.it/italia-verso-la-moneta-digitale-e-prolunga-la-dittatura-fino-a-dicembre-2022/

Fuori tema? Tremate tremate... ha detto...

La mia ombra digitale
https://gloria.tv/post/VyMeVa4SVkpj3YBbNRiLJQgcP
Sapevate che i vostri dati personali hanno un prezzo? Ed eravate al corrente del fatto che c’è chi vende e compera le vostre informazioni personali?

Sapevate che i vostri dati personali hanno un prezzo? Sapevate che c’è chi vende e compera le vostre informazioni personali? Patti chiari ha raccolto le testimonianze di chi con i nostri dati fa affari, chi li raccoglie e chi li fa fruttare. Abbiamo incontrato chi è disposto a pagare per sapere ogni cosa su di voi: cosa mangiate, che musica ascoltate, che sport praticate, che ristorante frequentate. A Patti chiari le rivelazioni sorprendenti di chi per lavoro ascoltava le conversazioni private degli utenti attraverso il microfono del loro telefonino. Non era un agente dei servizi segreti ma un semplice dipendente di una multinazionale del Big Tech, che oggi ha deciso di vuotare il sacco. I giganti del web vivono di dati, il petrolio del 21esmio secolo. Di noi sanno oramai tutto, non solo gusti e preferenze personali, ma anche ciò che non confideremmo nemmeno al nostro migliore amico: malattie, opinioni politiche, credenze religiose. Roba da far sembrare lo scandalo delle schedature come una barzelletta. Quali e quante informazioni vengono raccolte su di noi? A cosa servono? Che fine fanno? E soprattutto, quali rischi comportano? Patti chiari si è immerso nel grande business dei dati personali. Viviamo in un’epoca senza privacy? E quali armi abbiamo per difenderci?

Leggi le prese di posizione di Apple e Google su Patti chiari

È una figura controversa ma qui dice il vero ha detto...

"Cosa significa la rottura della Russia con l'Occidente? Questa è la salvezza. L'Occidente moderno, dove trionfano i Rothschild, Soros, Schwab, Bill Gates e Zuckerberg, è il fenomeno più disgustoso della storia mondiale. Questo non è più l'Occidente greco- La cultura mediterranea romana, non il medioevo cristiano, e nemmeno il violento e controverso Novecento.
È un cimitero dei rifiuti tossici della civiltà, è l'anti-civiltà. E prima e più completamente la Russia ne sarà tagliata fuori, prima tornerà alle proprie radici. A cosa? Alle radici cristiane, greco-romane, mediterranee... - alle radici europee... Cioè, alle radici comuni con il vero Occidente. Queste radici sono le loro! - l'Occidente moderno si è interrotto. Ma sono rimasti in Russia.
Solo ora l'Eurasia sta alzando la testa. Solo ora il liberalismo nella stessa Russia sta perdendo completamente terreno sotto i suoi piedi.
La Russia non è l'Europa occidentale. La Russia seguì i Greci, Bisanzio e il Cristianesimo orientale. E va ancora così. Sì, con zigzag e deviazioni. A volte si blocca. Ma va.
La Russia si è alzata per difendere i valori della Tradizione contro il mondo moderno. Questa è la vera "rivolta contro il mondo moderno". Non lo avete riconosciuto?
E l'Europa ha bisogno di rompere con l'Occidente, e anche gli Stati Uniti devono seguire coloro che rifiutano il globalismo. E allora tutti capiranno qual è il significato della guerra moderna in Ucraina. Molti in Ucraina lo avevano già capito. Ma la terribile e frenetica propaganda liberal-nazista non ha lasciato nulla di intentato nella mente degli ucraini. Torneranno in sé e combatteranno insieme a noi per il Regno della Luce, per la tradizione e la vera identità cristiana europea. Gli ucraini sono nostri fratelli. Erano, sono e saranno.
Una rottura con l'Occidente non è una rottura con l'Europa. È una rottura con la morte, la degenerazione e il suicidio. Questa è la chiave del recupero. E la stessa Europa - i popoli d'Europa - dovrebbe seguire il nostro esempio: rovesciare la giunta globalista antipopolare. E costruire una vera Casa Europea, un Palazzo Europeo, una Cattedrale Europea."
(Aleksandr Dugin)

Anonimo ha detto...

Ci vorrebbe rispetto anche per la storia. Se gli ucraini hanno le loro "ragioni" a vedere nei russi i comunisti sovietici, l' imperialismo sovietico, anche i russi hanno le loro nel vedere nei tedeschi i discendenti dei nazisti.
Lo dico, da europeo, alla Van der Layen: puntare su milioni di euro in armi letali e su continue dichiarazioni ostili, e non muovere un dito sul piano della diplomazia, l' unica che ci può salvare, è follia.

PS in generale, non essendo russo, non posso che guardare alla mia Europa, e ricordare che le sanzioni all' Italia nel 1935-36 portarono il duce a gettarsi tra le braccia di Hitler. Le sanzioni, solitamente, servono a ben poco, anzi risultano spesso controproducenti: oltre a chiudere le porte agli sforzi di pace, rafforzano il potere dei governanti verso cui sono rivolte, spingendoli di norma a posizioni ancora più estreme, ad un isolamento molto pericoloso.
Ora tutto l' Occidente dovrebbe puntare alla PACE, invece in tanti sembrano buttare benzina sul fuoco per rendere il terribile incendio ancora peggiore.
Quando due persone litigano e si picchiano, qualunque sia il colpevole, chi assiste farebbe bene ad intervenire finché possibile, non ad alzare il livello dello scontro limitandosi al tifo.
Cit. Francesco Agnoli

mic ha detto...

In effetti bisognava e bisogna spingere sulla via diplomatica, chiedendo una tregua immediata e favorendone le condizioni. Non solo l'Ue non lo sta facendo, ma soffia sul fuoco e manda le armi... Una delusione profonda.

Anonimo ha detto...

Lorenzo CaperchioneAvendo amicizie personali sia in Russia che in Ucraina, avendo studiato il russo ed essendo immatricolato in relazioni internazionali, questa guerra mi colpisce dal punto vista emotivo più di quanto non colpisca già la popolazione in generale.

Vorrei dire molte cose, così tante che faticherò a riassumerle, ma ci proverò. Spero che mi perdonerete la lunghezza contando che siamo in un momento veramente storico.

1. Con il senno di poi, quella russa-ucraina è un esempio magistrale di guerra ibrida. La guerra non è iniziata giovedì: è iniziata alla fine del 2013 con il sostegno dell'ambasciata americana ad Euromaidan, è proseguita con la rivoluzione che depose Yanukovich, ha avuto due salti di qualità con gli omini verdi in Crimea e le proteste nel sud-est ucraino poi degenerate in guerra aperta nel Donbass, e infine nell'ultimo anno è tornata al centro della scena per finire nella prima guerra tra stati in Europa dal 1945.

2. Le aspirazioni di libertà e progresso del popolo ucraino sono legittime. Non credo che sia un caso se quasi tutti gli stati confinanti con la Russia non ne siano propriamente amici. Il problema è che queste aspirazioni sono state manipolate da forze esterne ben lontane dal conflitto, che invece di spingere per comporre i dissidi hanno man mano incentivato posizioni sempre più radicali nel governo di Kiev, fino alle proposte che stiamo vedendo in questi giorni come una no-fly zone NATO e l'espulsione della Russia dal consiglio di sicurezza ONU, i cui rischi immensi sono istintivamente comprensibili. In altre parole, gli ucraini sono stati usati come carne da cannone.

3. Sono stato simpatizzante di Putin in passato, non credo abbia senso nascondermi dietro un dito, anche se da tempo un mio cambiamento di posizione su vari temi mi ha allontanato da questa simpatia. Ciononostante credevo che il suo fosse un abile bluff. Purtroppo mi sbagliavo, e se anche l'azzardo dell'invasione dovesse pagare, il prezzo sarà molto alto per il suo governo e soprattutto per il popolo russo.

4. La posizione di Pentagono e State Department fin dal 2014 (quella di fare dell'Ucraina una sorta di spina nel fianco della Russia, anche e soprattutto dal punto di vista militare) è stata una provocazione estremamente riprovevole e ha contribuito non poco alla mancata risoluzione della crisi. Facile, del resto, mandare gli europei al reciproco massacro da un oceano di distanza.

5. Nelle ultime ore sto assistendo a proposte che, più che punire gli artefici della guerra, assomigliano a un'autentica caccia al russo. Russi banditi dalle competizioni sportive. I russi devono fare la fame. I conti correnti di tutti i russi vanno congelati. Idiozia suprema, gli studenti russi (probabilmente il gruppo più anti-Putin del paese) vanno ESPULSI dalle università americane ed europee. Meno male che voi criticavate il nazismo e il travel ban di Trump.

Sempre dalla parte delle nazioni libere, del popolo ucraino, dei soldati e della gente comune di entrambi i paesi.
Mai dalla parte di oligarchi, guerrafondai, UE e NATO.
No alla guerra.

Anonimo ha detto...

Le istituzioni ucraine hanno pubblicato un video con il quale illustrano ai cittadini come realizzare ed utilizzare molotov. Per inciso, i nostri media hanno pubblicato video in cui si vedono anche bambini fabbricarle perché, evidentemente, se un bambino imbraccia un fucile in Africa è un orrore, se fabbrica bombe da usare contro i russi è bellissimo. Tutto normale. Ma non è finita qui: dopo aver distribuito decine di migliaia di fucili da guerra a cani e porci, il presidente ucraino oggi ha annunciato di voler liberare dalle patrie galere criminali incalliti con esperienza militare per combattere contro i russi. Vi lascio immaginare cosa potrebbe accadere se questo Stato, con questa dirigenza, entrasse nell'UE, con conseguente libertà di movimento all'interno dell'Unione dei suoi cittadini.
La cosa tragica è che in Europa abbiamo davvero qualcuno disposto a dargli retta.

Anonimo ha detto...


Le richieste di PUtin, comunicate a Macron per telefono e che si stanno verosimilmente discutendo tra i negoziatori, sono quelle che si potevano immaginare: riconoscimento della accessione della Crimea alla Russia, neutralizzazione dell'Ucraina.

Tutto sommato richieste legittime. Già Kissinger qualche anno fa aveva detto che queste due richieste erano quelle che si dovevano riconoscere alla Russia.
Vedremo adesso la risposta di Zelinski. Su "Russia today", blog ufficioso della Russia in lingua inglese, c'è un lungo articolo sull'Ucraina,dove si parla della componente neo-nazista ucraina. I commenti dei lettori sono assolutamente liberi, molti stranieri e violentemente ostili a Putin. Un lettore scrive : voi dite che Zelinski incoraggia i neo-nazisti? Eppure Zelinski è ebreo. Com 'è possibile? Vero o falso?
Certo, sembra che l'appoggio popolare alla resistenza contro l'invasore sia abbastanza nutrito. Difficile pensare che siano tutti neo-nazisti.
Ma gli americani saranno d'accordo sulle richieste di Putin? Infatti, è difficile pensare che Zelinski non sia in contatto con Washington.
Intanto, come era prevedibile, Putin ha minacciato di severe rappresaglie i paesi europei che stanno allegramente facendo una sorta di colletta per inviare armi a Kiev. Li considera responsabili della guerra anche loro. Elementary, Watson! verrebbe voglio di dire (in qualche commento lo si era già detto).
Questa sciagurata Unione, piena di femministe e gay nei ruoli direttivi, si sta lanciando su una china sempre più folle. Gli ucraini non hanno bisogno di armi ma di un intervento diplomatico-politico autorevole che dia da un lato ragione alle giuste richieste russe (a quelle giuste), dall'altro garantisca con l'avallo delle potenze la neutralità assoluta dell'Ucraina, lasciata libera di governarsi come meglio crede (ma "smilitarizzata"). Certo, con qualche perdita territoriale. Ma c'è poco da scegliere.
In tal modo, agli ucraini andrebbe ancora bene. Checché ne dicano i Media occidentali, l'Ucraina ha la testa nelle fauci del leone. Resiste valorosamente, ma le sue città principali sono circondate , dopo solo cinque giorni, e i russi hanno il dominio dell'aria e delle vie di comunicazione. La situazione non è ancora disperata sul piano delle distruzioni e dei morti, nonostante i drammi della guerra e le difficoltà. I russi non vogliono usare tutto il loro potenziale per immergersi in una sanguinosa lotta urbana che distruggerebbe le città e massacrerebbe la popolazione. Le perdite sembrano ancora limitate.
Un accordo sulla base di quanto richiesto da Putin chiuderebbe il conflitto in termini ancora accettabili.
Anche per l'Unione Europea che stoltamente si è messo dentro la guerra. C'è anche l'emergenza profughi: dove li mettiamo?
Ma prevarrà la ragione?
Se falliscono i negoziati e si costringono i russi a picchiare duro, con il coinvolgimento della UE, il pericolo di un attacco russo al centro europa diventa concreto e sarebbe una cosa terribile, anche senza l'uso delle armi atomiche. Tutti questi, la guerra l'hanno vista solo al cinema, finora.
Insomma, se non si fa quest'accordo, c'è il pericolo che la situazione sfugga di mano.
Speriamo che questo Zelinski e chi lo consiglia l'imbrocchi giusta.
Politicus

Anonimo ha detto...


"No alla guerra"

A qualsiasi guerra? Ci sono guerre giuste e guerre ingiuste.
In genere chi si difende, crede di combattere una guerra giusta.
Ma anche chi attacca perchè accerchiato, come nel caso dei russi.
La politica folle degli americani ha portato a farli sentire accerchiati e nemmeno si può dar loro tutti i torti.
L'Ucraina ha diritto alla sua indipendenza, se così vuole, ma deve tener presente anche le necessità strategiche dei vicini. Si è vista attribuire da Krusciov una Crimea che storicamente non le appartiene.
E la Crimea, a parte la grande base di Sebastopoli, è una delle porte d'accesso della Russia da Sud. Toglierla alla Russia con il suo contorno geografico significherebbe ricacciare i russi all'interno, farli tornare indietro di due secoli e mezzo (i khanati tatari della Crimea - tribù turcofone mussulmane dedite alle razzie, strumento per secoli della politica ottomana di aggressione) furono dissolti alla fine dalla zarina Caterina, a metà del Settecento.
I russi non accetteranno mai di perdere la Crimea. Speriamo Zelinski lo capisca e si sottragga al carro della folle politica americana, inaugurato dai Clinton.
Come dice Machiavelli, i popoli giudicano i loro capi dal conseguimento o meno del fine, dal successo (frase intesa nel senso che 'il fine giustifica i mezzi' - frase che Machiavelli non ha mai scritto). Se si arriverà ad un accordo sulla base delle proposte russe, allora questa guerra sarà considerata dai popoli un'ottima cosa perché, durando solo 5 giorni e provocando poche vittime e danni in asosluto, avrà risolto una situazione che si trascina da tanti anni.
SE...
Ma condannare a priori la guerra, anche difensiva, quando si cerca con le rivoluzioni e le sudditanze economico-finanziarie di soggiogare i popoli e addirittura di stravolgerli etnicamente, nascondendosi dietro la retorica dei buoni sentimenti umanitari, questo è del tutto sbagliato.
POl.

Anonimo ha detto...

28 febbraio 2022 12:03

La CONFUSIONE, nei fatti, è stata ed è la loro arma di difesa e di offesa; noi facciamo ipotesi basandoci sul loro metodo di governo pregresso, presente e annunciato per riprendere, per ritrovare, se possibile, la nostra dignità il nostro onore di Cattolici, di Cittadini Italiani, di Creature di Dio, Uno e Trino, tra Creature di Dio, Uno e Trino.

Anonimo ha detto...

INFORMAZIONE CON L’ELMETTO, SENTIMENTI PILOTATI, MAGGIOR COINVOLGEMENTO IN UNA GUERRA VOLUTA DAGLI USA
Ieri sera verso le undici vado sulla piattaforma polacca Playok dove gioco le mie partite a scacchi e scopro che ogni tavolo include due bandierine ucraine, al che mando al gestore una mail per dire che non mi sta bene, che quello è il modo di esprimere solidarietà non al popolo ucraino ma al governo filo Nato Zelensky, una scelta di campo che non posso avallare. Mi rispondono: «If you justify Putin’s war, you are an idiot. Leave the site as soon as possible» (Se giustifichi la guerra di Putin sei un idiota. Lascia il sito al più presto possibile). Non giocherò più a scacchi su quel sito, me ne troverò un altro. Qualche giorno fa, il portiere polacco della Juve Szczesny: «Spero che la Fifa escluda la Russia dal Mondiale». Ieri, l’ex calciatore polacco Boniek, ora vicepresidente Uefa: «Oggi nel calcio non c’è posto per la Russia, per un paese che ha invaso un altro paese». Tre chiari segnali che la Polonia è stata energicamente chiamata in campo nella guerra contro la Russia.
Da noi si fanno passi da gigante. Sempre nel calcio, le dichiarazioni si sprecano, e domenica le partite sono cominciate con cinque minuti in ritardo in solidarietà con l’Ucraina. Sabato manifestazioni di piazza per lo più antirusse. Oggi il governo italiano si presenterà al Parlamento per chiedere il sì all’invio di blindati leggeri, mitragliatrici, munizioni, armi anticarro e forse pure missili Stinger, leggeri ma capaci di abbattere un elicottero.
E mentre la nostra “informazione” cala sempre più giù l’elmetto (gli ingenui si domandano: perché molti giornalisti si mostrano in elmetto quando non c’è n’è bisogno?), si inventa immagini di guerra – il Tg2 che trasmette immagini di un videogioco e di una vecchia parata spacciandoli per bombardamenti a Kiev. Nei più, addestrati da due anni di gestione pandemica che guarda caso sfocia nel prolungamento dello stato d’emergenza per tutto il 2022, alberga un sentimento di mortificata partecipazione agli eventi ucraini. Come se lì si stesse consumando un eccidio di massa. A dimostrazione di quanto sia pilotabile l’emotività collettiva, per nulla sollecitata nei violenti bombardamenti iracheni o afghani o libici o siriani, per non citare quelli della nostra vicina Belgrado. È sempre così: quando vengono a mancare centri politici significativi in grado di orientare le masse nella comprensione degli eventi, le agenzie informative dominanti hanno campo libero per condizionare la sensibilità collettiva. Così ci troviamo pur brave persone, nostri amici conoscenti parenti e colleghi, che con gran semplicità ma con convinta indignazione ti rampognano: «Però la guerra non va bene, qui ci vanno di mezzo i bambini!».
La propaganda di guerra veicola menzogne di guerra, come accadde nel 1989 in Romania a Timisoara, dove, per dimostrare la spietatezza del tiranno di turno, in questo caso Ceausescu, per la prima volta nella storia dell’umanità dei cadaveri appena sepolti o allineati sui tavoli degli obitori furono disseppelliti e torturati per simulare davanti alle telecamere il genocidio che doveva giustificare il cambio di regime (i famosi “regime change” con cui gli Usa deliziano paesi non allineati da una trentina d’anni, lasciando stare il passato remoto). Così come per i presunti bambini prelevati dalle incubatrici dalle milizie dell’altro spietato Saddam o per le fosse comuni dell’ancora spietato Gheddafi, che in realtà riguardavano un normale cimitero di Tripoli con tombe pre-scavate pronte per l’inumazione delle salme.
Propaganda di guerra che non si fa scrupolo di agitare lo spauracchio di profughi ucraini; ucraini fuori microfono definiti nel programma di Lucia Annunziata beffardamente «camerieri, badanti e… amanti». Propaganda di guerra che non si fece scrupolo qualche anno fa di usare i profughi siriani per suscitare il riflesso condizionato dell’indignazione contro un altro spietato dittatore, Assad, il cui popolo era allietato dai bombardamenti dei prezzolati Isis e “democratici” siriani.

Anonimo ha detto...

...segue
Propaganda di guerra che accompagna il coinvolgimento crescente nello scenario ucraino dei paesi “liberi” con equipaggiamenti, armi e finanziamenti; e che abbisogna del necessario coinvolgimento dei popoli. Gli stessi popoli ai quali si è fatto ignorare il dato che la guerra in quell’area è in corso da ben otto anni, da quando cioè è stato foraggiato il colpo di stato nel 2014 (“regime change”) con armate neonaziste alla caccia dei russi d’Ucraina – come il famigerato reggimento “Azov” inquadrato nella Guarda Nazionale dell’Ucraina – con migliaia e migliaia di morti nel russo Donbass (la separazione lì è stato un atto dovuto!) e nelle altre aree russofone. Quanta indignazione si è manifestata in seguito al terribile eccidio del 2014 di 48 (ma in verità molti di più) lavoratori e lavoratrici brutalizzati (donne prima stuprate e quelle incinte sventrate) e poi bruciati vivi nella Casa dei Sindacati di Odessa dove si erano rifugiati per sfuggire alle bande neonaziste? DOVE ERANO e DOVE SONO ora gli antifascisti nostrani?
Un coinvolgimento ben preparato dalla propaganda ambientalista sulla necessità della “transizione ecologica” di stampo gretino. Uno stordimento ambientalista funzionale alla preparazione delle popolazioni europee ad abituarsi all’idea di fare a meno del fondamentale gas russo, senza del quale gran parte della produzione rallenta paurosamente (specialmente per noi italiani che dipendiamo al 40% da quel gas, con Di Maio corso ad Algeri a mendicare un aumento di fornitura). Con gli Usa che hanno costretto l’UE a darsi martellate sui cosiddetti rinunciando al gas russo (la Germania ha “dovuto” sospendere l’approvazione del concluso Nord Stream 2) perché si rifornisca del SUO altamente inquinante e impattante gas da scisti, estratto dal sottosuolo con chimica ed esplosioni, poi liquefatto e messo a -160° su navi cisterna speciali, scaricato in porti attrezzati (ce ne sono pochissimi) e rigassificato nelle altrettanto pochissime centrali speciali (in Italia solo due), e infine messi in tubi che non ci sono.
Una “transizione ecologica” per la quale dovremmo seguire i consigli della Gabanelli, o andare per boschi a tagliar legna, o mettere pale sui balconi… ma quale energia muoveranno gli apparati produttivi? Gas che mancherà (il consiglio dei ministri di ieri ha licenziato un decreto nel quale, tra l’altro, «si rende immediatamente attuabile» il razionamento di gas utilizzato «dalle centrali elettriche» e «nel settore termoelettrico»), carburante alle stelle, migliaia e migliaia di aziende che chiuderanno, licenziamenti di massa, insomma una bella e rassicurante prospettiva di povertà… il tutto per assicurare agli Usa il mantenimento della sua supremazia. Generosi o minchioni?
Obiettivi Usa? Dichiarato: la Russia. Non dichiarato: l’asse Berlino-Mosca. Intanto sul fronte della vendita del gas la Russia dirotta sui mercati asiatici: oltre alla Cina intasca anche l’India. Due paesi che insieme fanno più di due miliardi e mezzo di persone (contro i circa 400 milioni dei paesi Ue).
Mia modesta convinzione. Almeno per il momento non scoppierà la terza guerra mondiale. Perché ciò possa accadere dovrà essere soddisfatta una precisa precondizione: che tutti i principali contendenti abbiano eserciti regolari di leva addestrati alla bisogna e che le armi trabocchino negli arsenali militari. Gli Usa non difettano in armamenti ma mancano di un esercito di leva, l’Ue non ha né gli uni né gli altri, la Cina ha bisogno ancora di tempo per dotarsi del necessario armamentario. Attenzione, in Sudamerica c’è uno stato non di poco conto che non si è associato alla condanna alla Russia: il Brasile di Bolsonaro (e te credo, è fascista! strepitano i nostri cari antifà).
Antonio Catalano

Anonimo ha detto...


"lo stato di emergenza in Italia prolungato a tutto il 2022"

Si continua a confondere il recente "stato di emergenza per missione all'estero", necessario per pagare queste "missioni" o impegni all'estero, con lo stato di emergenza causato dal covid.
Quest'ultimo finirà il 31 marzo corrente, ha detto ufficialmente Draghi.
Rimproveriamo giustamente l'informazione di regime per i suoi falsi (veri ma anche presunti, visto che i bombardamenti in Ucraina sono veri a prescindere) ma non dobbiamo poi a nostra volta incorrere in un'informazione abborracciata e imprecisa.
P.

Anonimo ha detto...

Lo sport dovrebbe essere al di sopra delle questioni politiche. Dovrebbe unire, anziché dividere. Le esclusioni di atleti e rappresentanze russi sono una cosa ignobile, mai vista, segno tangibile del moralismo ipocrita che ormai pervade ogni ambito

Viator ha detto...

L'Ucraina ha l’appoggio incondizionato di Soros… è qui che le cose non tornano e si svelano i retroscena.

Anonimo ha detto...

@1 marzo 2022 09:47
Colgo l'occasione per dire quanti soldi l'Italia ha sprecato!
Poteva essere neutrale, una piccola Svizzera, e invece NO!
Hanno scelto per noi di essere servi di chiunque sia che manovra le sorti della penisola.

Anonimo ha detto...

Ulteriori notizie raccolte in qua e in là, non dalla Tass UE, la Cina, zitta zitta ha già acquistato 42 mln. di ettari di terreni per il grano in UA, poi ha intessuto stretti rapporti finanziari coll'attuale governo ed i precedenti, il gas che la Russia non manda in UE andrà in Cina, ovvio, mentre noi euroinomani attendiamo le navi USA piene di gas liquido a -120/160° che scaricheranno in porti in via di allestimento ( da noi ne sono previsti 3) nel Mediterraneo ormai mare eorum e non nostrum, la FIFA e la UEFA brillano a 18 karati per ipocrisia, esclusi i Russi da ogni competizione, tolta la sponsorizzazione a Gazprom, il tutto viene consegnato nelle mani degli emiri, facendo finta di non sapere come Saudi Arabia and.co. stanno massacrando impunemente Yemeniti ed altre tribù o popolazioni non gradite, quanto ai polacchi avrei molte cose da dire, mi limito allo 'state zitti che fate più bella figura', ultima news, in tutta la costiera adriatica si aprono alberghi già destinati alla chiusura o all'abbattimento, per accogliere i profughi, COOP , Caritas e S.Egidio ringraziano per la manna dorata scesa dal cielo, 78€ al dì per ogni rifugiato in fuga dalla guerra vera, mai se li sarebbero sognati, in tutto questo, un ringraziamento molto speciale ad A. Merkel, Danke, viele danke.

Con le vite degli altri.. ha detto...

Parte 21: LA VERITÀ NON DETTA SUI TAMPONI NASALI
https://gloria.tv/post/X9Hx7hdNzqW62n4x8oWVdxzbC