Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 3 maggio 2022

La Russia è Europa, chiedere a Cirillo e Metodio

L’Europa, e quindi l’Occidente, nascono dalla civiltà cristiana. Ricondotti alla loro essenza essi sono la civiltà cristiana. Se è così, e intesa la cosa in questo senso “essenziale”, anche la Russia ne fa parte. Non è molto utile alla pace intendere la guerra in atto come una guerra dell’Occidente contro qualcosa di essenzialmente avverso a sé, né far coincidere l’Europa (e l’Occidente) con alleanze militari o con artificiose costruzioni sovra-statali. Se si vuole guardare le cose dall’alto, allora vale la pena recuperare il concetto ampio di Europa, dall’Atlantico agli Urali, che illuminerà anche le esigenze del diritto delle genti, non rispettate nell’attuale conflitto.

Nei primi anni Ottanta del secolo scorso, Giovanni Paolo II si era molto impegnato a presentarci le origini cristiane di questa Europa dilatata e capace di respirare a pieni polmoni. Lo aveva fatto soprattutto valorizzando pienamente l’opera missionaria di Cirillo e Metodio. Il 31 dicembre 1980 egli pubblicò la Lettera Apostolica Egregiae virtutis con cui proclamava Cirillo e Metodio co-patroni d’Europa, in continuità con (e a completamento di) Paolo VI che il 24 ottobre 1964, con la Lettera Apostolica Pacis Nuntius, aveva proclamato san Benedetto patrono d’Europa. L’Europa latina e l’Europa slava sono un’unica Europa nata dall’annuncio del Vangelo.

Il 2 giugno 1985 Giovanni Paolo II pubblicò poi l’enciclica Slavorum apostoli con la quale completava la sua visione dell’unica Europa dall’Atlantico agli Urali. Questa enciclica richiamava espressamente l’enciclica Grande munus di Leone XIII del 30 settembre 1980 con cui venne esteso a tutta la Chiesa il culto dei due santi Cirillo e Metodio, apostoli degli Slavi. Essi non furono solo gli inviati tra i popoli slavi del Patriarcato di Costantinopoli, da cui dipendeva la loro città di origine, Salonicco (l’antica Tessalonica), non dovevano essere venerati nel culto solo in Oriente ma appartenevano all’unica Chiesa universale, apostolica e romana. L’unità della Chiesa e del suo Annuncio si proiettava sull’unità dell’Europa e la costituiva. Per questo Leone XIII aveva accostato Cirillo e Metodio a Agostino, il monaco evangelizzatore degli angli, Patrizio degli irlandesi, Bonifacio dei germani, Villibrodo dei frisi, dei batavi e dei belgi. A ciò si aggiunge l’accostamento a san Benedetto da parte di Giovanni Paolo II.

Leone XIII ci ricorda che Cirillo e soprattutto Metodio, data la morte precoce del primo, furono apostoli della Grande Moravia, dei croati, dei serbi, degli ungari, dei bulgari, dei dalmati, dei carinzi, dei boemi, dei polacchi, degli abitanti della galizia e “In seguito, secondo alcune testimonianze, recatosi nella Moscovia propriamente detta, [Metodio] fondò la sede apostolica di Kiev”. Secondo Leone XIII, quindi, l’apostolato missionario dei due santi pose le basi anche della futura Russia, dato che a seguito di questo annuncio fu poi possibile, nel 988, il battesimo di Vladimiro il Grande che iniziò la storia nazionale della Russia cristiana.

Giovanni Paolo II, nella Slavorum apostoli, conferma questa visione e la precisa. In particolare, essendo egli il primo pontefice slavo, ha cura di definire la dipendenza della sua Polonia dalla missione dei due Apostoli degli Slavi: “Il primo principe storico della Boemia, Borivoi, fu battezzato probabilmente secondo il rito slavo. Più tardi questo influsso raggiunse … i territori della Polonia meridionale … i primordi del cristianesimo in Polonia si collegano in qualche modo con l’opera dei Fratelli partiti dalla lontana Salonicco”. Anche Giovanni Paolo II collega l’opera dei due Tessalonicesi alla nascita della Russia: “Di qui il cristianesimo passò in altri territori, fino a raggiungere, attraverso la Romania, l’antica Rus’ d Kiev ed estendersi quindi da Mosca verso oriente”.

Giovanni Paolo II non ha dubbi: “La loro opera costituisce un contributo eminente per il formarsi delle comuni radici dell’Europa, quelle radici che per la loro solidità e vitalità configurano uno dei più solidi punti di riferimento, da cui non può prescindere ogni serio tentativo di ricomporre in modo nuovo e attuale l’unità del continente … Attuando il loro carisma, Cirillo e Metodio recarono un contributo decisivo alla costruzione dell’Europa non solo nella comunione religiosa cristiana, ma anche ai fini della sua unione civile e culturale. Nemmeno oggi esiste un’altra via per superare le tensioni e riparare le rotture e gli antagonismi”. Nemmeno oggi!

Sia Leone XIII che Giovanni Paolo II insegnano che l’annuncio del Vangelo è sempre anche fonte di civilizzazione. I popoli slavi, afferma il primo, “furono condotti a una convivenza umana e civile” e ricevettero “non solo il beneficio della fede, ma anche quello della civiltà”. Per il secondo “tutte le culture della nazioni slave debbono il proprio inizio o il proprio sviluppo ai Fratelli di Salonicco. Questi, infatti, con la creazione, originale e geniale, di un alfabeto per la lingua slava, diedero un contributo fondamentale alla cultura e alla letteratura di tutte le Nazioni slave”. Fu una provvidenziale epopea di “inculturazione”  derivante dalla “scelta generosa di identificarsi con la loro stessa vita e tradizione, dopo averle purificate ed illuminate con la rivelazione”.

Un’opera che ha il suo proprio inizio ancora più indietro, quando nella visione notturna che San Paolo ebbe a Troade nell’Asia Minore, un Macedone, quindi un abitante del continente europeo, lo implorò di recarsi in viaggio nel suo Paese per annunziarvi la Parola di Dio: “Passa in Macedonia e aiutaci” (At 16, 9). (Stefano Fontana - Fonte)

45 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma la ue le radici cristiane non le ha volute considerare,essendo essa altamente saputa. Tutti grandi ignoranti e grandissimi superbi.

Anonimo ha detto...

Bello l'articolo. Tuttavia la domanda che mi pongo ė la seguente: come consideriamo la civiltà greco-romana che precede il Cristianesimo?
Roberto

mic ha detto...

Eh sì Roberto. Ma ne abbiamo parlato altrove. Qui l'accento era su slavorum Apostoli...

... L’Occidente e l’Europa sono quindi una civiltà. Si tratta della civiltà nata dalla provvidenziale sintesi tra Divina Rivelazione, filosofia greca e diritto romano, vale a dire la civiltà cristiana. Cristianità, Europa ed Occidente sono concetti sovrapponibili. Il significato essenziale e non geografico di Occidente è la civiltà cristiana nata dall’incontro tra la classicità greco-romana e il Vangelo. Un incontro favorito, in modo straordinario dal monachesimo, che ha portato a sintesi il Vangelo, la latinitas e la germanitas, in un’unica peculiare realtà storica. La civiltà sorta da questa sintesi trascende i confini geografici, perché il suo centro non è geometrico, ma divino (Gesù Cristo). La stessa distinzione, in seno alla Cristianità, tra monachesimo d’Oriente e d’Occidente è effimera e non sostanziale: si tratta di uno stesso monachesimo, differente dai monachesimi non cristiani e incarnato nelle molteplici tradizioni popolari. Ciò fa dell’Occidente (inteso come Cristianità) una civiltà essenzialmente altra dal mondo islamico e dalle civiltà dell’India, della Cina, del Giappone, etc. ...

Quanto alla Russia attuale ha esplicitato che intende difendere i valori dell'occidente romano calpestati o piuttosto addirittura invertiti dalla post-modernità... che noi purtroppo contestiamo con voci che restano sommerse dalle grancasse di regime. Con questo non intendo dire che la Russia sia il nostro miglior difensore...

Anonimo ha detto...


La disputa sull'appartenenza o meno della Russia all'Europa è antica.

Nell'Ottocento si cristallizzò fra Occidentalisti e Slavofili. Da una parte c'era la tendenza ad identificarsi con l'Europa del progresso, della scienza, della democrazia insomma dello sviluppo industriale, civile e materiale però tendenzialmente edonista, atea, materialista, cosa che è diventata (l'Europa) in questi ultimi tempi.
Dall'altro, c'era invece la tendenza opposta. Invece di respingere quella che appariva l'arretratezza russa (civiltà patriarcale e contadina, religione nazionale : autocrazia, ortodossia, principio di nazionalità (grande russa), gli slavofili contrapponevano la "Santa Russia" all'Europa Occidentale. L'autocrazia moscovita si considerava erede, da Ivan il Terribile in poi, di Bisanzio, dell'Europa bizantina nemica di quella latina, che considerava e considera tuttora il Papa un eretico per via della sua pretesa alla Summa Potestas su tutta la Chiesa universale.
Dopo l'implosione della Russia Sovietica, sembra essersi affermata un'ideologia nazionalista detta nazional-bolscevica che rielabora le antitesi del passato secondo una prospettiva che vuole essere "euro-asiatica" (vedi il discusso A.Dugin e l'influenza che avrebbe avuto sull'élite russa attuale).
Quindi da un lato la Russia attuale si sente europea ed anzi più europea dell'attuale decadente e corrotta Europa Occidentale (Unione Europea), di contro alla quale ha rivalutato il valore della religione cristiana tradizionale; dall'altro la Russia attuale non si sente solo europea ma anche "asiatica" e non solo perché le sue classi dirigenti hanno sempre avuto una componente asiatica, sin da quando l'aristocrazia moscovita sposava le principesse mongole, ai tempi dell'Orda d'Oro - anche perché è uno Stato euro-asiatico, geograficamente. Ma lo "asiatismo" non è solo geografico.
In che misura queste due componenti si conciliano? E in che misura la componente "mistica" del nazionalismo russo evita di tradursi in un disegno di dominio (come in passato) che la porta a prevaricare sul resto dell'Europa?
Insomma: giusto ricordare e rivalutare l'origine cristiana dell'Europa slava, includendovi anche la Russia. Ma la Russia ha un'anima che non è solo "europea" nel senso positivo del termine. La questione è abbastanza complessa.
H

Anonimo ha detto...

Credo che le giovano generazioni in Russia ( tra cui i soldati che purtroppo combattono in Ucraina ) si sentano europee e vogliano vivere all'europea. Ciò detto, non ho dubbi che la Russia almeno fino ali Uralia, sia parte dell'Europa. Geograficamente, storicamente e spiritualmente. In una Europa correttamente organizzata, la Russia sarebbe Europa Orientale, rispetto al centro, che sarebbe la vecchia, ma non morta, Mitteleuropa. Se escludiamo la Russia, sarà Occidente rispetto a Pechino.
A me non garba.

Anonimo ha detto...

Al commento di H rispondo: la Russia ha una componente asiatica, se ben capisco preoccupante, ma noi dovremmo preoccuparci di più per l'Italia, Noi abbiamo una componente africana molto più preoccupante. E mi riferisco a invasioni storiche, peggiorate dalla odierna invasione programmata.
Pure ci sentiamo europei.

Anonimo ha detto...

”A Kiev per ora non vado. Ho inviato il cardinale Michael Czerny e il cardinale Konrad Krajewski, (l’elemosiniere del Papa) che si è recato lì per la quarta volta. Ma io sento che non devo andare. Io prima devo andare a Mosca, prima devo incontrare Putin. Ma anche io sono un prete, che cosa posso fare? Faccio quello che posso. Se Putin aprisse la porta…”. Poi il Pontefice riflette brevemente sulle cause della guerra, con un j’accuse piuttosto chiaro: “L’abbaiare della Nato alla porta della Russia” ha portato Putin a reagire male e a scatenare la guerra. ”Un’ira che non so dire se sia stata provocata – si chiede Bergoglio – ma facilitata forse sì”.

Anonimo ha detto...

È la prima volta che dice una cosa sensata !!! Persino il Papa si è accorto che questa guerra l’ha voluta l’America! Per favore vada a Mosca Bergoglio e faccia tornare il senno a Putin!!
Magari Zelenskj dirà che debba andare prima da lui come ha già detto al Segretario dell' ONU. Questo perché Zelenskj è forte dalla presa di posizione di Biden che si trova tranquillo in USA lontano dalla guerra in Europa. Se il Papa si recasse a Mosca forse si potrebbe risolvere la guerra

Anonimo ha detto...

Quindi il professor Orsini scrive i testi al Papa? Francesco è putiniano? Verrà escluso l'Angelus dai palinsesti televisivi? Fa piacere constatare, giorno dopo giorno, che l'idillio costruito dal mondo progressista della menzogna stia cadendo, ormai da mesi all'interno delle mura leonine si è tornati a dire sì, sì, no, no, abbandonando una finta diplomazia che forse stava condizionando pure il Santo Padre. Che avrà avuto i suoi motivi nel lasciarci un po' dubbiosi con certe affermazioni, soprattutto "aeree" e servite dai media sul loro vassoio avvelenato, sta di fatto che questo è un attacco diretto alla Nato, cioè alla follia europea e, soprattutto, a Joe Biden, il vero responsabile del conflitto ucraino, l'abusivo alla Casa Bianca che sta scherzando col fuoco, burattino mosso dalle lobby sataniche che governano il pianeta, in seria difficoltà per un barlume di luce che stava conducendo al risveglio. Mi piacerebbe ascoltare anche un mea culpa per aver partecipato attivamente alla campagna elettorale americana contro Trump e una rettifica delle parole di stima a Draghi e al suo governo di inetti, non in grado di prendere una posizione autonoma sull'invio di armi a Kiev. Queste parole di Francesco, che i media non possono ignorare ma che occupano uno spazio limitato rispetto all'importanza contenuta in esse, segnano una svolta. Speriamo che servano per mettere fine alla follia bellica in atto.
Attilio Negrini

Anonimo ha detto...

Mi domando se il Papa sia davvero rinsavito, oppure se la sua antipatia verso gli USA sia piu forte dell'adesione al Grande Reset. Fatto sta che questa guerra ha sparigliato le carte,determinando nuove inimicizie e strane alleanze. Si può essere filo Putin o filo URSS o filo Russia, E sono tre posizioni diverse in cui si possono ritrovare veterocomunisti come cattolici rigorosi. Si può essere contro la guerra perché pacifisti, o perché realisticamente si conviene che non ci possiamo permettere di fare una guerra. E questa sarebbe la posizione dei moderati di destra, Si può essere anti NATO e anti UE: qui si incontrano estrema destra ed estrema sinistra. Oppure belligeranti e filo USA- UE: sono i cattocomunisti, i dem, i radicali, i verdi e gli ex- comunisti convertiti al globalismo.

Anonimo ha detto...

«Abbaiare della Nato alla porta della Russia». Posto che, nell'intervista di oggi al Corriere, non c'è manco mezza giustificazione pro Mosca (anzi, ne viene segnalata, finora, la chiusura alla mediazione vaticana), queste parole del Papa sono senza dubbio forti. Nell'equilibratissimo dibattito italiano, c'è chi si è beccato del putiniano per molto meno.

Anonimo ha detto...

Da AdnKronos:
Secondo Papa Francesco forse ''l’abbaiare della Nato alla porta della Russia'' ha indotto il capo del Cremlino a reagire male e a scatenare il conflitto. ''Un’ira che non so dire se sia stata provocata - si interroga - ma facilitata forse sì''.

Se devo essere sincero, non mi aspettavo che il Papa dicesse una verità del genere. Sì, l'avrà detta perché capisce che se vuole avere una chance per andare a Mosca, almeno deve ammettere pubblicamente questo. Però l'ha detta. Gli fa onore.

Da Fb ha detto...

Il fatto che il Papa di Roma, contrariamente alle aspettative, abbia condannato l'espansionismo della controparte atlantica dimostra che alla fine la sola forza credibile, katekontica in senso pieno e mediatrice è l'Augusta Sposa di Cristo poiché la sua forza proviene non dai meriti dei suoi membri, come sostenevano errando i Donatisti, bensì dalla sua origine divina come insegna l'ortodossia di sant'Agostino e con lui quella della Chiesa.

Se il potere civile vuole a sua volta essere freno al regno dell'anticristo non può fare a meno di farsi scudiero e palafreniere della Chiesa e della sua Ortodossia, capace di vedere oltre la politica e il guadagno terreno; sarà dunque interessante capire, alla luce delle dichiarazioni del Papa di Roma, quale sarà la risposta del Cremlino.

Con questa dichiarazione, infatti, si è riconosciuto quel principio valido nel 90% dei conflitti ovvero che la guerra si fa sempre in due. E questo può essere l'inizio di un serio discorso diplomatico fra i Cesari, spronati alla pace dal Vicario di Cristo.

Ai colli torti di sacrestia ha detto...

Attenti alle trappole di Bergoglio!

Da Fb ha detto...

Immagini simboliche del nostro tempo,per me deprimente , prese dal tg1 di stasera : il presidente USA Biden sedicente cattolico che in totale contrasto con la fede cattolica sostiene con forza l'aborto; il cantante degli orrendi Maneskin , quotidianamente esaltato dal tg1, ripreso stavolta in giacca e cravatta mentre accompagna , tra giornalisti e fotografi , la propria fidanzata addirittura in Parlamento per appoggiare una proposta di legge per la cura di una malattia rara riguardante anche lei;
l'ennesima scadente persona di spettacolo Lady Gaga che attacca spavaldamente Putin.
Meglio tornare ai miei carissimi Dante, Dostoevskij e Hitchcock

Anonimo ha detto...

È accettabile che sulle nostre reti sia stato concesso di sera in sera, a esponenti del Popolo ucraino, di esortare gli italiani a compiere sacrifici per la loro improbabile vittoria contro il russo invasore? Ci rendiamo conto che ciò equivale a chiedere a un padre di famiglia, peraltro pure in modo imperioso e arrogante, di sacrificare i suoi figli per il bene dei figli degli altri?

E tutte queste persone hanno potuto esprimere simili assurdità con i conduttori televisivi che li lasciavano sproloquiare rimanendo in religioso silenzio e senza alcuna possibilità di un doveroso contraddittorio.

Anonimo ha detto...


La malattia rara della cantante dei Maneskin.

Sembra che ce l'abbia più di una donna, riguarderebbe un'infezione della vulva o qualcosa del genere. Non sarebbe quindi tanto rara.
Non dipenderà dal modo di vivere di tante donne di oggi?
Esisteva anche in passato?

Anonimo ha detto...

https://www.vietatoparlare.it/lucraina-in-breve-fino-al-2014-un-utile-contributo-per-la-comprensione-del-contesto-storico/amp/
La guerra ucraina è ormai una guerra che – dopo la sua genesi iniziale di conflitto regionale – ha assunto l’aspetto di un conflitto esteso a livello mondiale che coinvolge diversi attori. Quanto segue, è stato scritto il 13 mar 2015 da Nicolai N. Pietro, professore di Scienze Politiche all’Università di Rhode Island, che ha servito come assistente speciale per la politica nel Dipartimento di Stato degli Stati Uniti. Il lavoro è l’illustrazione della storia della terra ucraina fino agli avvenimenti del 2014. Data l’epoca in cui è stato scritto, il testo è di una importanza fondamentale perché dimostra che è possibile una valutazione oggettiva dei fatti, solo attraverso lo studio approfondito della storia: questo un metodo di comprensione della realtà incredibilmente eluso dai media mainstream. (...)

Anonimo ha detto...


Sul passato dell'Ucraina, per capire meglio.

Cito dallo storico russo trapiantato in Italia, medievista insigne, specialista della Firenze comunale, Nicola Ottokar, che nel secondo dopoguerra scrisse una eccellente "Breve storia della Russia", Laterza, 1945.
Siamo nel Seicento, nell'ambito delle lotte in Ucraina tra Polacchi, Cosacchi, Tartari (o Tatari), Russi.

"L'hetman [capo, forse dal tedesco Hauptmann] Vygovskij trattò con la Polonia circa l'unione della Piccola-Russia [l'Ucraina] con questo Stato, e coll'aiuto dei Tartari [della Crimea] riuscì a sconfiggere le forze moscovite. Ma i semplici cosacchi rimasero assai scontenti della politica dell'hetman. Questi fu costretto ad abdicare. Il nuovo hetman prestò di nuovo giuramento allo czar, ma dopo una vittoria della Polonia sulle forze moscovite cambiò atteggiamento e si rivolse verso i nemici dello Stato moscovita. Per alcuni anni la piccola Russia si trovò in preda a torbidi, con vari candidati al posto di hetman, alcuni dei quali trascinavano il Paese verso la Polonia [al tempo grande Potenza] mentre altri si mantenevano fedeli a Mosca.

In genere si può constatare che la riva destra del Dnjepr è favorevole alla Polonia, mentre MOsca trova i propri alleati sulla riva sinistra del fiume. Tutte queste lotte finiscono per esaurire le forze di Mosca, il cui governo conclude finalmente con la Polonia un nuovo armistizio, quello di Antrusovo, che lascia a Mosca tutta la riva sinistra [includente l'attuale Donbass etc], e sulla riva destra soltanto la città di Kiev ed una piccola zona nei dintorni di essa. Però le lotte fra Mosca e la Polonia riprendono di nuovo e questa volta vengono complicate dall'intervento della Turchia, alla quale il re di Polonia si vede obbligato a cedere la riva destra del Dnjepr.
Questo fatto provoca una guerra fra la Turchia e la Russia, la quale pretende nuovamente tutta la Piccola Russia, non esclusa la riva destra del Dnjepr. Non essendo riuscito a conquistare la riva destra, il governo di Mosca concluse nel 1686 con la Polonia la c.d. "pace perpetua" che gli concedette per sempre la riva sinistra, e, sulla riva destra, la città di Kiev ed il suo distretto. Tale pace sta a perpetuare la divisione della piccola Russia in due parti, l'una polacca e l'altra moscovita" (op.cit., pp. 74-75)

[a cura di H.] I ricorsi storici, diceva G.B. Vico.

Anonimo ha detto...

Mettiamo le cose in chiaro: la Russia non sta combattendo, come racconta la propaganda, contro "uno staterello" che l'ha "umiliata". La Russia sta combattendo contro uno stato-fantoccio che combatte una guerra per procura per conto di altri. Uno stato che, è ormai evidente, veniva armato e addestrato già da tempo in funzione anti-russa, e che doveva solo formalizzare il suo ingresso in una coalizione militare di natura ostile per Mosca. Il vero nemico della Russia, quello che l'ha spinta ad intervenire preventivamente in Ucraina, è sempre stato la NATO, che a sua volta è il braccio armato degli USA in Europa. Pertanto, ribadisco, la Russia non sta combattendo contro uno "staterello" malmesso, ma contro una coalizione di diversi paesi occidentali capitanati dagli USA che sta foraggiando, con armi e intelligence, un paese vassallo o aspirante tale da tempo. Per questa ragione, non mi sorprenderebbe affatto il richiamo dei riservisti e l'uso di armi più sofisticate da parte di Mosca nelle prossime fasi del conflitto.

Anonimo ha detto...

Riposte laïque

Ukraine : à partir du 9 mai, les Russes vont passer aux choses sérieuses

L'articolo sopra citato, molto interessante, dice proprio le stesse cose. Sinceramente sono rimasto assai colpito dalla "mitezza" russa in questa guerra, e mi riesce difficile pensare che si tratti veramente di una grande potenza mondiale. Vedremo nei giorni a venire quel che succederà e, soprattutto, se Dio si degnerà finalmente di venire in aiuto dei Suoi amici.

mic ha detto...

La Russia apre alle parole del papa
«Il Pontefice è sempre un gradito, desiderato, interlocutore»

mic ha detto...

Fa capire la drammaticità della situazione politica italiana il fatto che, mentre il governo è un servitore silente e prono degli Usa, il Papa e il Vaticano hanno la capacità e la volontà di condurre una linea di politica estera autonoma dagli USA e che apre qualche spiraglio rispetto ai due disastri biblici che abbiamo davanti: la Terza guerra mondiale e la rottura di ogni rapporto culturale, economico e politico tra Europa, Russia e Cina.

Speriamo che questo governo dei peggiori vada presto a casa

mic ha detto...

Sì ma con l'avvertenza di non trasferire i rapporti di sudditanza alla Cina, mutuandone metodi di coercizione. Con la necessità di sviluppare una politica industriale tale da non depauperare noao e creatività
produttive senza subire l'invasione di prodotti a basso costo ma di infima qualità

Viator ha detto...

È della scorsa settimana la notizia che la UE punirà Google con una legge chiamata DSA Digital Services Act se non censurerà “la disinformazione su internet”.

In linea con questa “nuova normalità” che si va delineando sempre più chiaramente, il premier Draghi è intervenuto criticando aspramente l’intervista al ministro degli esteri Lavrov su Rete 4, perché avrebbe diffuso disinformazione. Il Primo ministro italiano ha giudicato i commenti del ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov “osceni ed aberranti” e ha detto che l’intervista è stata ” un comizio politico.

Draghi ha affermato che Lavrov “appartiene ad un paese in cui non c’è libertà di espressione, mentre invece in Italia c’è libertà di espressione”. Ma non è chiaro che tipo di libertà di espressione egli intenda, visto che si è sentito in dovere di bollare il pensiero di Lavrov come aberrante e criticare duramente il giornalista autore dell’intervista, senza entrare nel merito e dettagliare la critica alle idee ritenute ‘aberranti’.

Anonimo ha detto...

I latrati crescono di intensità, accompagnati dal coro propagandistico di TV e spettatori acefali. Invece di promuovere la diplomazia inviamo armi e prolunghiamo il conflitto.

Anonimo ha detto...

Noi dobbiamo liberaci dei nostri traditori interni, ricordando però che dobbiamo essere fermissimi, ma mooolto schisci. Ricordiamo che appena appena abbiamo cercato di rialzare la testa, non solo ci hanno messi gli uni contro gli altri, ma anche valenti Italiani industriali, uomini politici, magistrati sono stati uccisi. Occorrerebbero politici di altissimo livello almeno per un quarto di secolo. Non si tratta solo di liberarsi di tizio, caio e sempronio, si tratta di ritrovare il meglio di noi stessi in ogni ambito della vita religiosa, culturale, politica, giuridica, economica. Gli anziani, anzianissimi Italiani colti, interiormente cristianamente preparati, hanno il dovere di passare il testimone a due o tre valenti giovani che hanno le loro stesse disposizioni verso Dio, Uno e Trino, verso l'Italia e verso la propria famiglia. Bisogna passare il testimone!

Anonimo ha detto...

Draghi si esprime in questo modo riguardo a Lavrov perché ha la certezza della capitolazione della Russia, altrimenti farebbe uso di maggior prudenza. Visto l'andamento della guerra, a meno di qualche sorpesa, il trionfo definitivo del mondialismo è alle porte.

Forse che sì forse che no ha detto...

Bergoglio farà di tutto per ottenere una capitolazione indolore della Russia, che significherà certamente la fine della guerra, ma anche e soprattutto la resa della Russia al great reset e al nuovo ordine mondiale, da Bergoglio intensamente agognati. Abboccherà all'amo la Russia?

Anonimo ha detto...

A mio parere la Russia non si farà condizionare dal papa di Roma. La Russia è ortodossa. Ho l'impressione che Bergoglio non sia putiniano, bensì comunista come buona parte del clero sudamericano. In questo momento il suo buon senso popolano lo spinge ad appianare il conflitto, per timore dell'Apocalisse nucleare. Non ci terrebbe molto ad essere l'ultimo papa.

Anonimo ha detto...

Condivido pienamente.

Anonimo ha detto...


Dire "il papa di Roma" è tipico degli Ortodossi, scismatici ed eretici, e dei Mussulmani. Non so se lo dicono anche i Protestanti, credo di no.
In ogni caso non è un modo corretto di indicare il Romano Pontefice, in quanto istituzione. Basterebbe dire "il Papa", così non si offenderebbe nessuno.
T.

Da Fb ha detto...

Dunque, vediamo.
Ho ascoltato l’intervista a Lavrov.
Oltre quaranta minuti durante i quali il Ministro degli Esteri russo ha, con molta calma, risposto alle domande dell’intervistatore.
Dell’intera intervista, prima, conoscevo solo (e mal riportata) la battuta su Hitler.
Ora che l’ho ascoltata so cosa ha davvero detto Lavrov, al di là della solita ignobile canea mediatica.
L’intervistatore aveva posto in dubbio la possibilità stessa che l’Ucraina possa essere nazista.
Il motivo della impossibilità starebbe nel fatto che Il presidente Zedelsky e’ ebreo.
Lavrov ha risposto, semplicemente, che questo non significa nulla.
Ha aggiunto che, per quanto lo riguarda, lui è convinto che Hitler stesso fosse ebreo.
Ora, qui si continuano a non capire le cose semplici.
Il nazismo non è cresciuto in Germania come una peculiarità dei tedeschi.
I quali tedeschi erano, sono, immersi nella realtà complessiva dei popoli, in specie di quelli occidentali.
Norimberga fu chiusa in modo parecchio frettoloso per il motivo molto semplice che i tedeschi si difesero rivendicando il fatto di essere perfettamente inseriti, pur con le loro particolarità, all’interno del processo di sviluppo culturale sassone.
Sulla linea di continuità malthusiana, darvinista ed eugenetista.
In particolare, proprio sull’eugenetica asserirono di condividere le ragioni della sterilizzazione di massa dei malati mentali operata negli USA; anzi di averli imitati.
E ricordarono che l’eugenetica era nata in Inghilterra, dove esisteva (esiste) una influentissima associazione.
Chi ha letto Chesterton sa di cosa parlo.
Una associazione nella quale confluivano i medesimi intellettuali socialisti che si riunivano nei circuiti Fabiani e che permeano le istituzioni britanniche.
La London School of Economics e’ solo la più importante.
E non sottaciamo il fatto che costoro erano socialisti, alla stessa maniera dei nazional socialisti.
Non sto parlando di oscure comparse ma di gente come George Bernard Shaw, H.G. Wells o John Maynard Keynes.
Non dimenticando affatto la famiglia Huxley.
Ora, tornando ai socialisti nazionalisti tedeschi.
Il ministro delle finanze, Schacht, era un ebreo.
Ed i lager nacquero come campi di lavoro e non di sterminio, organizzati di concerto con alcuni finanzieri ed industriali ebrei.
Il libro in foto fu scritto da uno scrittore (Buio a mezzogiorno...), ebreo kazaro, di notevole successo, Alfred Koestler.
Spiega due cose.
La prima e’ la, altrimenti inspiegabile, numerosità degli ebrei specie nell’Europa centrale.
Koestler dice che vi fu la conversione all’ebraismo di un intero popolo, potente e quasi dimenticato: quello kazaro.
La seconda e’ che molti ebrei non discendono affatto da quelli sparsi per il mondo da Tito.

Anonimo ha detto...


La componente ebraica nel nazismo.

Irrilevante. Che il nonno paterno di Hitler fosse ebreo non è comunque dimostrato. Risulta solo dalle dichiarazioni di Frank. Poco dopo sarebbe stato impiccato per crimini contro l'umanità, perché avrebbe dovuto mentire? Non ha però potuto portare pezze d'appoggio.
Ma anche se Hitler avesse avuto un nonno paterno ebreo, sarebbe per questo da considerare ebreo? Secondo i rabbini conta la madre per definire l'appartenenza etnica. Quindi, Hitler non può considerarsi ebreo. Anche se non si adotta il criterio dei rabbini, il fatto di un nonno non sembra per nulla decisivo, ai fini della appartenenza all'etnia o ad una determinata razza.
Non so se sia vero che Schacht era ebreo. Di nuovo, questo non dimostra nulla. C'erano degli ebrei isolati nell'entourage di Hitler che costui manteneva (per i loro meriti) avendoli fatti dichiarare "ariani d'onore" (cose da pazzi). Con un Reichsdiplom diventavano da ebrei ariani! Tra di essi uno dei suoi migliori generali, von Manstein, il cui vero nome finiva in nski credo, come quello di tanti ebrei polacchi.
Penso che la frase di Lavrov volesse esser soprattutto polemica, una battuta, come quella sull'antisemitismo che si riscontra tra certi intellettuali ebrei, tra i quali il più famoso è stato forse Marx.
Ma anche quella di Marx era, a ben vedere, una battuta, anche se un
po' velenosa. Marx era comunque ostile all'ebraismo, come credenze e stile di vita, anche'esso avrrebbe dovuto sparire nella futura società senza classi, dopo la Rivoluzione e la dittatura del proletariato.
Se i famosi "campi" nacquero come campi di lavoro, furono poi trasformati in campi di sterminio, una volta decisa da Hitler la "soluzione finale".
Ma Koestler non era un ebreo ungherese? In Ungheria dopo tanti secoli c'erano ancora i Khazari?
Non cerchiamo di cambiare le carte in tavola, cercando di dare agli ebrei la colpa degli stermini hitleriani.

Valeria Fusetti ha detto...

Nessuno da la colpa agli ebrei degli sterminio hitleriani, si tranquillizzi, ma è incontrovertibile che vi furono ebrei nazisti ed ebrei comunisti. Ferocemente nazisti e ferocemente comunisti. Questo fatto è la risposta, storicamente documentata e non ideologica, del fatto che il suonatore di pianoforte che sta difendendo l'Ucraina sino al sacrificio dell' ultimo ucraino, non possa essere nazista perché è ebreo, come sostenuto dal giornalista che ha intervistato il Ministro Lavrov. Per cui se ne deduce che, come ci sono cristiani comunisti e pure nazisti, abortisti e felicemente favorevoli all'eutanasia, alla sodomia al lesbismo e ad ogni perversione antica e moderna (cioè resa possibile dallo sviluppo della tecnologia), nella stesso modo ci sono pure degli ebrei. Riconoscerlo è solo riconoscere uno degli aspetti della realtà. Pretendere che lo sterminio degli ebrei abbia reso tutti gli ebrei incapaci di ogni nefandezza è frutto di propaganda sionista da una parte, di sensi di colpa cretini dall'altra.

Anonimo ha detto...

Ho scritto infatti "Papa di Roma "ponendomi dal punto di vista russo. Appunto.

Valeria Fusetti ha detto...

Draghi non entra mai nel merito. Egli esprime con spot non tanto ciò che pensa ma quello che vuole che pensino gli altri. Ha acquisito alcune tecniche per mediare l'idea di autorità, e che sostituiscono la riflessione e la spiegazione. Non è un leader, è una persona che concepisce il potere come dominio. Ed anche gli spot, probabilmente, sono elaborati da esperti della manipolazione di massa. Il che la dice lunga sul disprezzo che i davosiani sentono nei riguardi degli "altri". Noi, i non transumani.

Anonimo ha detto...


"nessuno dà la colpa agli ebrei dello sterminio hitleriano etc."

Un certo tipo di discorso proprio lì vuol andare a parare, per chi lo vuol capire. È il discorso di quelli che credono nella autenticità dei c.d. "Protocolli dei savi di Sion" (un falso della polizia zarista) e dell'esistenza di una cospirazione giudaico-massonica universale, responsabile di ogni avvenimento storico negativo. Una genia indistruttibile, a quanto pare.

Anonimo ha detto...

Ci credeva anche San Massimiliano Maria Kolbe!

Tolle et lege ha detto...

Maurice Pinay, Complotto contro la Chiesa, Edizioni Effedieffe, Euro 20

Anonimo ha detto...

"Protocolli dei savi di Sion"

Non credo che sia importante che questi protocolli siano autentici o no, certamente non lo sono, ma quello che descrivono, in qualche modo, si avvicina ad una realtà forse trasfigurata, ipotizzata, presagita, intuita. Frammenti forse di parole e fatti raccolti nel tempo ed assemblati insieme in maniera verosimile.

Anonimo ha detto...


La teoria cospirazionista o del complotto sempiterno serve solo ad evitare di parlare delle magagne interne, degli Stati o della Chiesa.
Utilissima per non approfondire le cause dei fatti storici e restare ignoranti. Un'etichetta buona a tutti gli usi.

Anonimo ha detto...

Figuriamoci! Perché non dovrebbero essere autentici? Perché lo hanno deciso coloro che hanno "per padre il diavolo"?

Anonimo ha detto...

"...serve solo ad evitare di parlare delle magagne interne, degli Stati o della Chiesa..."

Certamente, sì. Ma bisogna restar vigili su entrambi i piani: su quello interno e su quello esterno. Visto come funzionano i media, case editrici incluse, diventa un lavoro titanico solo quello di liberarsi dalla mondezza, conservando la perla trovata per caso. Veniamo sepolti da parole e da immagini e nessuno che si prenda lo sgradito compito di fare da reale e sano filtro. Per far propaganda 'sovvenzionata' tutti corrono, per un' onesta scelta e/o presentazione del buon pane...il vuoto.

Anonimo ha detto...


I primi ad inflazionare la teoria del complotto per spiegare tutto furono i protestanti, che vedevano dappertutto congiure e complotti organizzati dai Gesuiti. Un'autentica psicosi, una schizofrenia.
I cattolici hanno copiato, come forma mentis.
Credono anche che la s. Casa di Loreto sia stata trasportata dagli Angeli dalla Palestina a Loreto. Si tratta solo di una pia leggenda.

Non è che non esistano complotti, cospirazioni e simili, il mondo è pieno di gente e organizzazioni di esaltati, squilibrati, fanatici; di persone dedite all'esoterismo, al culto delle organizzazioni riservate e segrete. L'errore sta nel credere che costoro possano effettivamente dirigere la storia mondiale, restando per di più nell'ignoto.
Oggi incidono assai più negativamente della massoneria tradizionale sulla situazione politica e morale le reti "arcobaleno", maschili e femminili, presenti ormai a tutti i livelli della governance mondiale.
Una "cospirazione" di nuovo tipo. E ancora più letale.
Queste "reti" si sviluppano autonomamente, per intima forza del vizio non più condannato e bandito dalle leggi, tuttavia incidono sulla politica solo perché determinate forze politiche ed economiche hanno deciso di servirsene.