Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 30 gennaio 2025

Il Presidente del consiglio non dovrebbe rinunciare all'immunità

Nel pomeriggio dell'altro ieri, con un video, la presidente del Consiglio ha reso noto di essere indagata insieme al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, a quello della Giustizia Carlo Nordio e al sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano.
Il reato contestato a Giorgia Meloni sarebbe quello di favoreggiamento e peculato in relazione alla vicenda riguardante Njeim Osama Almasri, capo della polizia giudiziaria libica arrestato la scorsa settimana a Torino per crimini di guerra su mandato della Corte penale internazionale poi liberato e rispedito in Libia in tutta fretta con un volo di Stato senza che venisse consegnato all’Aja. A nulla sono valse le serie ragioni politiche attinenti la sicurezza nazionale, come specificato dal Presidente del consiglio.

Forse sarebbe opportuno reintrodurre l'immunità parlamentare per i politici eletti dal Popolo, come era stato previsto dai Padri costituenti e come esiste ovunque in Europa, incluso il Parlamento Europeo e come si rende necessario indiscutibilmente nel nostro Paese per proteggere la politica che non può essere esposta alle bizzarrie di qualche denuncia o di qualche magistrato in odore di casta o in cerca di popolarità mediatica. La situazione che si è venuta a creare dopo che il parlamento ha abrogato l’immunità per i parlamentari lascia campo libero a chiunque di avviare un’azione contro un esponente politico, e molto frequentemente queste azioni si risolvono nel nulla dopo alcuni anni.
Il caso esemplare più recente è quello contro Salvini accusato di sequestro di persona che si è concluso in un nulla di fatto dopo oltre 5 anni di tempo e risorse sprecate.
Valeva la pena montare questo circo mediatico? È servito a qualcosa?
Sembrerebbe proprio di no.

Il Capo del Governo, al tempo di Mussolini, aveva una serie di poteri esecutivi che poteva esercitare. Fu comunque solo dopo la crisi e lo stallo provocati dal delitto Matteotti che Mussolini chiese poteri straordinari al Re, approvati dal Parlamento, che lo rendevano di fatto dittatore.
Lui li restituì questi poteri il 25 luglio del 43 quando andò (correttamente) a dimettersi dal Re, che a tradimento lo fece arrestare, sciogliendo poi il partito fascista, iniziando un caos che non si sarebbe più fermato. Comunque, pochi sanno che uno dei primi provvedimenti presi dal futuro Duce fu quello di espellere dall'Italia il "mago" e "satanista" Alistair Crowley, che abitava a Palermo con due o più donne. Come tutti quelli del suo genere era un imbonitore ma creava un esempio di torbido malcostume con il suo modo di vivere corrrotto.

Oggi il capo dell'esecutivo, il Presidente del Consiglio, ha poteri di indirizzo e coordinamento cosiddetti ma un vero potere esecutivo, che gli consenta singoli provvedimenti amministrativi autonomi per il bene del Paese, non ce l'ha. Non può neanche cacciare un ministro dal governo. I costituenti, evidentemente terrorizzati dal fantasma di Mussolini, hanno voluto così.
Questa è una delle pecche della nostra Costituzione, che non si riesce ad eliminare. I comunisti e le sinistre si sono sempre opposti a qualsiasi riforma costituzionale.
Adesso, ieri, con l'avviso di garanzia a Meloni e agli altri ministri la guerra indetta dalla magistratura al governo di CD sta entrando in una nuova fase, decisiva forse. Questo governo ha osato l'inosabile, attaccare strutturalmente il potere che i giudici si sono costruiti, p.e. con la famosa separazione delle carriere.
La lotta è mortale, la corporazione toghe-rosse non intende cedere di un millimetro. Diceva Il Giornale che Meloni penserebbe di rinunciare all'immunità parlamentare per sfidare i giudici ad un processo che affronterebbe a testa alta, forte del suo buon diritto a difendere l'Italia. Così ha fatto Salvini e gli è andata bene, ci sono stati ancora dei giudici imparziali, intenti ad applicare la legge e non "teoremi".
Ma qui la lotta è molto più dura, stavolta è in sostanza l'intera corporazione a voler distruggere il governo di CD che ha osato incidere il bisturi nel tumore. Meloni farebbe un grave errore a rinunciare all'immunità. Che sia il Parlamento a prendersi la responsabilità di farlo, se se la sente. Che gli omertosi vengano allo scoperto.

22 commenti:

Anonimo ha detto...

Diciamo che è un'operazione mediatica del fronte popolare unito giustizialista del centrosinistra, collaterale al Deep State, che cerca di sfruttare ogni atto governativo per i suoi scopi di logoramento istituzionale. Nulla di nuovo da 30 anni a questa parte, quando a governare va il centrodestra. Operazione che non avrà alcuno sbocco, dato che la maggioranza è coesa e non c'è il rischio di un processo come toccò a Salvini, nel momento in cui i 5stelle gli voltarono la faccia. Piuttosto, la pur brava e abile Meloni dovrebbe osare di più, specie oggi che ha un alleato in Usa. Sento dire, ad es., dal ministro Schillaci che l'Italia non uscirà dalla Oms, ma esigerà maggior trasparenza. Come dire: cambiamo, affinché nulla cambi.
Snellire la burocrazia è un imperativo sia in Italia che in UE. Qui ci sarebbe molto da lavorare per il governo. Ridurre il parassitismo, che è il prodotto principe dell'ideologia socialista, questo deve essere un obiettivo qualificante.

Serge ha detto...

Requiescat in pace.
https://www.wmreview.org/p/rip-bishop-richard-williamson

Anonimo ha detto...

Sono pessimista. Se il logoramento istituzionale questa volta raggiungesse il suo obiettivo ? Riuscisse cioe' a far cadere il governo ? Le manovre che tutti possono vedere fanno pensare che all'assalto dei giudici possano seguire nuove elezioni. Prodi e Gentiloni scaldano i motori per un nuovo centro sinistra che sia vicino alla baronessa Ursula e sia lontano dal presidente USA. La loro fiduciaria cioe' Elisabetta Belloni e' approdata alla corte di Ursula mentre l'ex direttore dell'agenzia delle entrate ma con zio cardinale si e" allineato con Prodi e Gentiloni.
In questo desolante panorama sulla Stampa di qualche giorno fa Albano Carrisi ci comunica di aver ricevuto una telefonata da Mosca in cui gli si chiedeva di tenersi pronto per un concerto sulla Piazza Rossa per Settembre o al piu' tardi per Ottobre.

Anonimo ha detto...

Iddio benedica Giorgia Meloni : che gli dia la forza e la salute per sconfiggere i satanisti che vogliono la sua rovina e la rovina dell'Italia intera.
Padre Nostro, Ave , Gloria.

Anonimo ha detto...

È guerra, diversa, ma guerra aperta

Anonimo ha detto...

Ho scarsa fiducia e ancor meno stima di questo governo, tuttavia la realtà va riconosciuta. L' operazione parte da lontano ed è studiata a livelli più alti... il libico era attenzionato dalla Corte Penale , mentre già da una decina di giorni viaggiava per l'Europa.
Stranamente ( o forse no...) il mandato di cattura scatta quando è appena giunto in Italia.
Ovvio che si tratti di una trappola ai danni del governo orchestrata dalla "corte di Ursula" , non per nulla gli ululati più alti li lanciano i suoi locali scudieri e vassalli.
Se i pretesi sovranisti volessero realmente reagire dovrebbero decidersi a tagliare finalmente le catene che legano questo Paese alla U.E.
La cosa non è nè facile, nè priva di rischi ma se non si recidono in primis quelle catene, diventa inevitabile ritrovarsi avviluppati nelle reti dei fiduciari locali ed a poco valgono lagnanze e piagnistei di soggetti che dovremmo considerare dei sempliciotti, degli incapaci che l'ignavia trasforma in complici.
Sinbad.

Anonimo ha detto...

Dovrebbe starsene a casa a educare la figlia (possibilmente con un legittimo marito), altro che immunità. Ma mica mi sorprende che queste cose ovvie non vengano ricordate nel nostro ambiente. Anzi...

Anonimo ha detto...

E mandare magari al suo posto un discepolo di Prodi? Ma mi faccia il piacere!

mic ha detto...

Beh, l'incoerenza su questo aspetto nulla toglie alla sua indubbia abilità e vocazione politica, tolti alcuni aspetti di eccessiva acquiescenza atlantista nei confronti dell'Ucraina e le enormi difficoltà a causa di un mainstream tuttora potente nonostante alcuni evidenti venti di cambiamento secondo il comune buon senso, da tempo oscurato...

Anonimo ha detto...

𝐈 𝐯𝐞𝐫𝐢 𝐬𝐩𝐨𝐧𝐬𝐨𝐫 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐚 𝐌𝐞𝐥𝐨𝐧𝐢
Il governo Meloni regge su tre forze, ma non sono Fratelli d’Italia, Forza Italia e la Lega, bensì i giudici, la stampa e la sinistra. Ogni volta che si appanna il suo consenso, che sorgono dubbi sull’efficacia dell’azione di governo, che si allargano delusioni su quello che fa e soprattutto su quello che non fa, basta lasciar fare e dire loro, i giudici nostrani ed europei, gli opinionisti, i giornali, le reti ostili, e naturalmente l’opposizione di sinistra, i loro attacchi, il loro disprezzo, il loro modo di ragionare, e ti sorprendi a dire: lunga vita al governo Meloni. Finché ci sono loro, i bellaciao, che resti lei al governo, perché loro sono infinitamente peggio, in malafede, e contro ogni buon senso, anzi contro ogni elementare senso della realtà. Poi criticate pure, con qualche fondamento, il vittimismo e il complottismo della Meloni, le sue dichiarazioni sopra le righe e la sua strategia dell’incasso elettorale di ciò che dicono e fanno i suoi avversari. Resta che fino a quando avvelenate i pozzi del buon senso, sputtanate il vostro Paese agli occhi del mondo, rinfacciate al governo le stesse cose che avete praticato voi, massacrate galantuomini come Nordio, Piantedosi e Mantovano, stracciate ogni ragion di stato e ogni ragion pratica, spargete odio, con la scusa di denunciarlo e cancellate ogni senso della realtà, sarete voi la colonna portante del governo Meloni, la polizza che garantisce la sua durata e il suo consenso. Offrite in ogni momento un esempio efficace di pubblicità comparativa: possiamo pensare qualunque cosa sull’azione o l’inerzia del governo Meloni ma se il termine di paragone siete voi, se l’alternativa siete voi, preferiamo senza dubbio la Meloni e il suo governo, a vita.
Marcello Veneziani

Anonimo ha detto...

Per qualsiasi persona di buon senso Meloni, pur con i suoi difetti, è molto meglio della Schlein, settaria postcomunista, nemmeno italiana, lesbica dichiarata e convivente, woke sino alla radice dei capelli, una versione made in Europe della Kamala di triste esperienza...
Non faccimo a Meloni critiche da baciapile, please.

Viandante ha detto...

L'ex pm di Mani Pulite Antonio Di Pietro: "Il caso Almasri ha grande rilevanza politica ma nessuna rilevanza penale"
Chi l'avrebbe detto? È proprio Antonio di Pietro, 75 anni, l'ex magistrato di ferro, l'ex capo di un partito fieramente antiberlusconiano e anti-destra, a dire che il governo non ha commesso neanche l'ombra di un reato decidendo di rispedire in Libia il capo della polizia giudiziaria di Tripoli Osama Almasri. Di Pietro poi parla del suo passato e ammette: la morte di Gardini ce l'ho sulla coscienza
Dottor Di Pietro, non le sembra una enormità indagare mezzo governo per peculato e favoreggiamento?
«Ritengo che usare un aereo di Stato, da parte dello Stato, per ragion di Stato, non sia peculato».
E favoreggiamento?
«Il reato di favoreggiamento prevede che qualcuno, dolosamente, favorisca qualcun altro che ha commesso o è accusato di aver commesso un reato. Ripeto: dolosamente. In questo caso - a ragione o a torto - il governo ha compiuto un atto che riteneva nell'interesse dello Stato e dei cittadini. Quindi non c'è il reato».
Si potrebbe non essere d'accordo sul fatto che il governo abbia agito nell'interesse dello Stato
«Certo che si può essere in disaccordo. Ma sarà l'elettore a decidere se la scelta è stata giusta o sbagliata».
Allora entriamo nel merito.
«Innanzitutto io penso che sia una foglia di fico coprirsi dietro l'esposto del mio amico Li Gotti. Il peculato è un reato per il quale si procede d'ufficio. Se la Procura di Roma pensava che ci fosse peculato, doveva procedere senza aspettare Li Gotti. Dopodiché c'è un altro problema che riguarda il modo nel quale è stato mandato l'incartamento al tribunale dei ministri».
Quale problema?
«Dice la legge che va inviata la pratica al tribunale dei ministri con le richieste della Procura. Allora bisogna capire se il Procuratore ha mandato la pratica al tribunale dei ministri chiedendo l'archiviazione oppure chiedendo di indagare su precisi reati, come favoreggiamento e peculato. Capisce che sono due cose molto diverse».
E se l'ha mandate chiedendo di indagare?
«Allora secndo me ha sbagliato. Io credo che il caso Almasri sia un fatto di grande rilevanza politica e di nessuna rilevanza penale».
Ma il governo ha fatto bene ad espellere Almasri?
«Mi pare che il governo sostenga di averlo espulso per ragioni di Stato. Se chiede a me cosa avrei fatto se fossi stato ministro le dico che l'avrei tenuto in galera. Ma rispetto la ragion di Stato».
Lei lo avrebbe tenuto in galera?
«Beh, mi conosce. Io per deformazione professionale cerco sempre il sistema per tenerli in galera i delinquenti».
Nella battaglia tra politica e magistratura il clima, da quando è entrata in campo la separazione delle carriere, si è ulteriormente surriscaldato. Lei che ne pensa della separazione?
«Penso che vada seguito il dettato costituzionale. Che prevede quattro voti del Parlamento e poi eventualmente anche un referendum. Sarà il popolo italiano a decidere per il sì o per il no. L'Anm, se lo riterrà, metterà su un comitato per il no. Ma che l'associazione magistrati faccia azioni per impedire la separazione delle carriere prima ancora che sia votata dal Parlamento, a me sembra un fatto grave: una offesa alla costituzione».
Me lei è favorevole?
«Sì, io sì».
L'Anm dice che la separazione è il primo passo verso la subordinazione del Pm all'esecutivo.
«È una sciocchezza mostruosa. Se si volesse colpire l'indipendenza del Pm bisognerebbe modificare l'articolo 104 della Costituzione. E questa cosa nessuno l'ha proposta».

Viandante ha detto...

Segue
Ha fatto bene Nordio ad abolire il reato di abuso d'ufficio?
«Ha fatto bene. Le spiego. Se io, pubblico ufficiale, scrivo che 2 più 2 fa 5, ci sono due possibilità. O che mi sia clamorosamente sbagliato, magari per ignoranza, allora non c'è dolo e quindi non c'è reato. O che l'abbia fatto per imbrogliare e averne dei vantaggi, e allora si chiama corruzione. L'abuso d'ufficio non esiste».
Cosa pensa delle correnti della magistratura?
«Non mi sono mai iscritto ad una corrente né all'Anm. Se l'Anm resta una associazione culturale, benissimo. Mi pare che da un po'di tempo il correntismo abbia portato la Anm ad essere una terza Camera. E questo non va bene».
È favorevole al sorteggio per designare i membri del Csm?
«Sì».
Io ho un gran rammarico. Di avere creato tanti dipietrini»
Cioè?
«Io vedevo un reato e cercavo chi l'aveva commesso. I dipietrini pensano che qualcuno abbia commesso un reato e cercano quale sia il reato. Non va bene. Si chiama pesca a strascico. Se io arresto 400 persone e ne condannano 200 io non so se il bicchiere sia mezzo pieno o mezzo vuoto».

Anonimo ha detto...

Nuovo affondo di Meloni contro la magistratura politicizzata
Il punto centrale del suo discorso è stato chiaro: una parte della magistratura non si limita ad applicare la legge, ma tenta di indirizzare la politica nazionale, scegliendo su quali temi intervenire e quali decisioni contrastare.

“Ci sono alcuni giudici, fortunatamente pochi, che vogliono decidere la politica industriale e quella ambientale, la politica dell’immigrazione, vogliono decidere se e come riformare la giustizia, per cosa possiamo spendere e per cosa no”, ha dichiarato Meloni, evidenziando il rischio che un potere non eletto possa influenzare in modo indebito l’azione di governo.

Ma la Premier ha anche sottolineato una grande differenza tra la responsabilità politica e quella giudiziaria: “Se io sbaglio, gli italiani mi mandano a casa. Se sbagliano loro, nessuno può fare o dire niente. Nessun potere al mondo, in uno Stato democratico, funziona così”.

Anonimo ha detto...

intanto anche la corte d'appello ha detto no ai migranti clandestini in Albania. Dobbiamo riprenderceli. Il fronte dei giudici antigoverno e antiMeloni appare compatto, compatto nell'odio per l'Italia, sponsorizzato dalle vecchie e nuove cariatidi della sinistra.

Anonimo ha detto...

Voluto, ma anche dovuto, è questo mio post.
Vedo, infatti, prevedo e stravedo -forse- come frate Indovino. Nel mio precedente articolo del 13 Gennaio profetizzavo uno scontro imminente tra i poteri dello Stato e davo la data dello sciopero della magistratura come inizio della resa dei conti, ma la realtà mi ha anticipato e il duello è già iniziato, come è sotto gli occhi di tutti. Norberto Bobbio affermava che la differenza tra destra e sinistra, contrariamente a quanto cantava Gaber, c’è ed è che la prima pensa che gli uomini siano differenti uno dall’altro e la sinistra dice, invece, che sono uguali. Il filosofo, pensava così di rendere un buon servigio a quella parte da lui preferita, mentre, invece, a mio modesto avviso, si dava la zappa sui piedi, poiché gli uomini sono profondamente diversi. A questo proposito, è un’altra differenza che io vedo tra coloro che si definiscono “progressisti” e noi ed è che i primi colpiscono alle spalle metaforicamente armati di quel lungo coltello che da il nome ai sicari.
I sinistri non affrontano il nemico a viso aperto, preferiscono nascondersi nell’ombra come serpenti ammantandosi di finta bontà e giustizia per poi colpire a tradimento. Così, in questi giorni i “magistrati” sostengono fantasiose tesi pseudo giuridiche per affondare il governo, come quella dell’atto “dovuto”. Forse credono che tutti siano ignoranti e non conoscano la facoltà che hanno di archiviare prima di indagare, se vogliono, col famigerato modello 45. Purtroppo per loro ormai c’è un avvocato quasi per ogni famiglia e non possono contrabbandare la pervicace ed incostituzionale volontà di colpire i loro avversari politici per “Giustizia”, decidendo quale paese sia “sicuro” e quale no e colpendo chi e quando vogliono, come inquisitori medioevali
Falletti blog

mic ha detto...

Le recenti vicende politico-giudiziarie italiane, che godono dell’esclusività nel panorama mondiale, mi fanno ripensare a un vecchio pallino, coltivato nell’intimità dei miei pensieri. Nell’Italia delle 999 tasse manca la millesima, meno indigesta delle altre: una “tassa di disturbo” a carico di chi voglia mettere in moto il meccanismo della giustizia penale. Gli apparati dell’amministrazione della giustizia hanno un costo e i loro servizi, nel campo delle cause civili, non sono gratuiti per i diretti interessati. Al contrario gli innumerevoli “espostomani-querelomani-denunciomani” – dei quali ognuno di noi conosce almeno un campione condominiale o parentale o in ambito lavorativo, orientato all’umanitarismo, dedito al bene comune e fedele ai “principi” – godono del privilegio della scrittura gratuita e dell’assenza di responsabilità. Nel supremo interesse della giustizia, espongono i fatti conosciuti o anche semplicemente ipotizzati e si rimettono alla valutazione che ne darà la Procura della Repubblica, all’esito delle indagini. Dunque sono dei benefattori, giacché si limitano a suggerire e ipotizzare. Non asseriscono responsabilità altrui, ma ne formulano la congettura in forma suggestiva. E se poi la suggestione si rivelasse assolutamente infondata e l’amministrazione della giustizia avesse solo perso tempo e denaro, che ne sarebbe dell’espostomane? Nessun problema, costui potrebbe sempre riprovarci la seconda, la terza, l’ennesima volta, godendo comunque del privilegio della gratuità/irresponsabilità.
Di tal fatta è la denuncia dell’avv. Li Gotti a carico del Presidente del Consiglio e dei suoi ministri. L’esimio professionista, specializzato nella difesa di chi accusa, non poteva tollerare che il generale libico Almasri fosse sfuggito alla pretesa punitiva della Corte internazionale dell’Aja. Per ragioni di “principio”, si è messo alla ricerca dei “colpevoli”, in surroga alla Procura della Repubblica. Ha scartato immediatamente l’ipotetico “reo” principale, il collegio della Corte d’Appello che ha disposto la scarcerazione; ma anche il presunto complice, il Procuratore Generale che ha chiesto alla Corte la medesima scarcerazione. Ha dunque congetturato che i colpevoli siedano sugli scranni governativi e ha formulato una denuncia per favoreggiamento e peculato, ingiustificata ab origine per una lunga serie di ragioni.
A) Il denunciante non informa la Procura della Repubblica di fatti nuovi (che giustificherebbero la notitia criminis), bensì propone una sua discutibilissima lettura di fatti notori. Veste gli strani panni del consigliere della Procura, i cui consigli, non richiesti, entrano in collisione con il parere espresso dal Procuratore Generale. 

mic ha detto...

Segue
B) In questa strana ipotesi di favoreggiamento, mancano l’autore principale e il fatto illecito “reggente”. È stata aperta la porta del carcere in maniera del tutto legittima, sicché siamo innanzi a quest’assurda congettura: mentre chi ha aperto la porta ha agito correttamente, ha commesso reato colui che avrebbe agevolato la legittima apertura della porta.
C) Il peculato sarebbe stato commesso nell’esecuzione della procedura di espulsione. Si deve perciò supporre che la permanenza sul suolo italiano del cittadino libico Almasri fosse l’opzione gradita al denunciante; ma ciò contraddice tutto l’impianto della denuncia.
D) Che fine ha fatto la divisione dei poteri? La politica ha ancora una sfera di autonomia o qualunque decisione politica del governo deve essere sottoposta al parere della Magistratura? La valutazione delle opportunità politiche nei rapporti internazionali appartiene ancora al governo?
E) Si tratta di reati dolosi, i quali postulano una volontà criminosa diretta e intenzionale, non già un mero errore di valutazione e ponderazione.
Ebbene: seppure, con estrema fantasia, fosse possibile ipotizzare il secondo, sarebbe comunque da escludere la prima. E tuttavia l’ipotesi d‘accusa, palesemente infondata, destinata al cestino nelle altre parti del mondo, è stata immediatamente ufficializzata con grande risalto mediatico, arrecando un grande disturbo alla serena attività di governo e all’immagine internazionale dell’Italia. Il flop dell’accusa è dietro l’angolo, ma, comunque finisca, il disturbatore rimarrà indisturbato.

mic ha detto...

Fonte:
https://www.lidentita.it/liberalmente-corretto-chi-paga-il-disturbo-arrecato-dallavvocato-li-gotti/

Anonimo ha detto...

Forse alliscia perchè è della cricca Von der Leyen

"Giorgia Meloni"? Per Kenneth Rogoff, professore di Harvard, già capo economista del Fondo monetario internazionale "è decisamente il miglior leader politico che oggi abbia l’Europa. È concreta, pragmatica, capace. L'Unione Europea ha l’occasione di risvegliarsi dall’attuale irrilevanza geopolitica, e Giorgia Meloni può essere cruciale in ciò"
(fonte Il Secolo d'Italia)

Anonimo ha detto...

L’ex ministro che fece accordi con i capitribù: “La Libia è strategia, è sicurezza nazionale. Non sempre automatico aprire le inchieste”

Alla fine a chiudere la partita non poteva che essere lui, Marco Minniti, ex ministro dell’Interno, piddino, ma che sulla Libia conosce dossier che voi umani non potreste neppure immaginare. Minniti sa che “la Libia è strategica”, conosce l’avversione che il suo stesso partito ha avuto nei confronti degli accordi che fece con guardiacoste e capitribù libici, sa che il caso Almasri non riguarda solo la Corte Penale Internazionale o i cavilli giuridici, ma si porta dietro delle delicate questioni “generali”. E soprattutto geopolitiche.

Anonimo ha detto...

Ecco La Verità di oggi

Il giornale delle toghe rosse assolve il governo su Almasri

L’ex consigliere di Cassazione Nappi spiega che Nordio era ininfluente nella scarcerazione del libico: «Errore grossolano dei giudici romani. Meloni ha ragione sull’interesse nazionale, ma allora bisogna uscire dalla Cpi».

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