Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 18 ottobre 2025

Grave appello del vescovo Strickland

Sulla nomina del Card. Cupich in Vaticano, Qui l'indice dei precedenti.
Grave appello del vescovo Strickland

Miei cari fratelli e sorelle
Oggi, 15 Ottobre, con profondo dolore per lo stato della nostra amata Chiesa, devo parlare. Papa Leone XIV ha nominato il Cardinale Blasé Cupich di Chicago al Consiglio di Governo della Città del Vaticano. Non si tratta di un piccolo atto amministrativo; è una dichiarazione di indirizzo.

Il cardinale Cupich si è pubblicamente opposto alla Messa latina tradizionale, ha tollerato e persino celebrato i politici che promuovono l'aborto e ha costantemente indebolito coloro che difendono la sacralità della vita e la pienezza della dottrina cattolica. Elevare un uomo simile a uno degli organi di governo del Vaticano significa inviare un messaggio ai fedeli cattolici di tutto il mondo: la fedeltà alla tradizione e alla legge morale è ora considerata un ostacolo piuttosto che una luce.

Non posso rimanere in silenzio. La Chiesa che amo sta venendo smantellata, non dai suoi nemici esterni, ma da coloro che, al suo interno, barattano il Vangelo di Gesù Cristo con l'approvazione del mondo. I fedeli meritano chiarezza, non confusione.

Non parlo per ribellione, ma per obbedienza alla verità di Cristo, che disse: «Sia il vostro parlare sì, sì; no, no» (Matteo 5:37). La mia lealtà all'ufficio papale rimane, ma la lealtà non significa silenzio di fronte all'errore.

Tuttavia, le sole parole di dolore non bastano. L'ora è troppo tardi e l'inganno troppo profondo. Stiamo assistendo allo smantellamento della fede dei nostri padri con il pretesto del rinnovamento. Coloro che un tempo difendevano la Sposa di Cristo ora corteggiano l'applauso del mondo. Costruiscono altari alla tolleranza mentre Cristo viene nuovamente crocifisso dal silenzio e dal tradimento.

Parliamo chiaro: quando vengono nominati al potere uomini che rifiutano la legge morale, che deridono la Sacra Liturgia, che disprezzano i fedeli che si inginocchiano davanti al Signore Eucaristico, questo non è rinnovamento, è rivolta contro Cristo stesso. E nessun cattolico, vescovo o laico, può restare a guardare mentre la luce della verità si eclissa.

Imploro i miei fratelli vescovi: questo non è il momento di sussurrare. Le pecore sono disperse. I lupi indossano mitre. Rimanere in silenzio significa condividere il peccato. La chiamata all'unità non può significare unità nell'errore. Deve significare unità nel Cuore trafitto del Redentore.

Ai fedeli dico: non perdetevi d'animo. Non abbandonate la Chiesa, perché è ancora la Sposa di Cristo, anche se sanguina. Rimanete saldi. Pregate e riparate. Adorate il Signore Eucaristico con più amore che mai. Insegnate ai vostri figli la fede inalterata. State sotto la Croce con la Madonna.

Cristo non chiede la nostra diplomazia, chiede la nostra fedeltà. Non possiamo più fingere che questi tradimenti siano semplici incomprensioni. Il mondo può chiamarla sfida; il Cielo la chiama verità. "Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini" (Atti 5:29).

Che il Sacro Cuore di Gesù regni di nuovo nella Sua Chiesa e che ogni pastore sia trovato fedele quando apparirà il Pastore Supremo. Amen.
Vescovo emerito Joseph E. Strickland

14 commenti:

Anonimo ha detto...

San Pietro ( 2 volte) san Giovanni negli atti dicono di fronte al collegio cardinalizio e pontefice ( come oggi) : dobbiamo obbedire a Dio. Prima che a chiunque altro. San Paolo dice invece anatema, scomunicato ipso facto chi pred8ca un altro vangelo fosse pure un angelo, o un papa, o un sinedrio cardinalizio o vescovile.

Il Santo del giorno ha detto...

Ieri 17ottobre

Sant'Ignazio di Antiochia, vescovo, martire a Roma

Antiochia, nell’attuale Siria, è la terza metropoli per grandezza del mondo antico, dopo Roma e Alessandria d’Egitto. Ignazio ne diventa vescovo intorno al 69, succedendo a Sant’Evodio, ma soprattutto all’apostolo Pietro che aveva fondato la Chiesa in quella città. Originario di una famiglia pagana non romana, Ignazio si era convertito al cristianesimo in tarda età, grazie alla predicazione di San Giovanni Evangelista, che era giunto fino a quelle terre.

In viaggio verso il martirio
Ignazio è un vescovo forte, un pastore ardente di zelo. I seguaci della sua Chiesa lo definiscono un credente “di fuoco”, proprio come suggerisce l’etimologia del suo nome. Durante il suo episcopato inizia la terribile persecuzione dell’imperatore Traiano. Ne resta vittima anche il vescovo, che si rifiuta di abiurare e per questo viene condannato a essere trasportato in catene a Roma dove sarà sbranato dalle bestie feroci nel Colosseo durante le celebrazioni per l’imperatore vittorioso in Dacia. Inizia così il suo lunghissimo viaggio verso il patibolo, durante il quale sarà spesso torturato dalle guardie, fino all’arrivo a Roma e all’esecuzione della condanna, nel 107.

Le sette lettere
Del viaggio verso la morte del vescovo Ignazio ci restano sette bellissime lettere da lui scritte, che costituiscono anche un inimitabile documento della vita della Chiesa dell’epoca. Giunto a Smirne scrisse le prime quattro, tre delle quali indirizzate ad altrettante comunità dell’Asia Minore: Efeso, Magnesia e Tralli. In esse ringrazia per le numerose dimostrazioni d’affetto. La quarta lettera, invece, è indirizzata alla Chiesa di Roma e contiene la supplica di non ostacolare il proprio martirio, del quale il vescovo si sente onorato, considerandolo una possibilità di ripercorrere la vita e la Passione di Gesù. Di passaggio nella Troade, Ignazio scrive altre tre lettere: alla Chiesa di Filadelfia, di Smirne e al vescovo di quest’ultima città, Policarpo. Nelle missive chiede ai fedeli di sostenere la Chiesa di Antiochia, provata dall’imminente sorte del proprio pastore, e al vescovo offre interessanti direttiva sull’esercizio della funzione episcopale. Ci restano, inoltre, pagine di vere e proprie dichiarazioni d’amore a Cristo e alla sua Chiesa che per la prima volta viene definita “cattolica”; testimonianze della concezione tripartita del ministero cristiano tra vescovo, presbiteri e diaconi; oltre a direttive su come controbattere all’eresia docetista che credeva l’Incarnazione del Figlio solo apparente e non reale. Ma soprattutto, nelle sue lettere, si legge il desiderio, quasi la preghiera, ai fedeli, di mantenere la Chiesa unita contro tutto e contro tutti.

Anonimo ha detto...

https://youtu.be/PZAAnfCCpXU?si=uCpqTwssvOvFNjZR

Può un successore degli Apostoli parlare così?
Bastano i primi 7 minuti ...

Anonimo ha detto...

Questo si chiama parlare, e parlar chiaro ! Anatema è il minimo che possiamo fare e dire, il minimo sindacale, tanto per dire. Come dice Valli, se ne devono andare loro, non dobbiamo farci buttare fuori noi; però è sempre più difficile confrontarsi, o anche solo parlale con questi preti, vescovi, cardinali : sono letteralmente cotti, bolliti, quando non possono fare i dittatori fanno le vittime, vogliono aver ragione ad ogni costo; sembra quasi che aspirino al ruolo di martiri a rovescio, aspirando al martirio per diffondere il Male, la menzogna, la falsità, l'inganno, la bruttezza (avete presenti gli edifici sacri modernisti? che di sacro non hanno più niente? sono dissacranti al massimo grado, come i prelati che li hanno commissionati). Per questo dico che agli effetti della restaurazione cattolica sono irrecuperabili, anime perdute (solo Dio sa dove andranno a finire, nell'altra vita, ma io non vorrei essere nei loro panni per niente al mondo). Bene fa mons. Strickland a parlar forte, fuori dai denti, speriamo che molti lo seguano; è fondamentale essere in molti ed essere uniti, come le formazioni delle legioni romane, a testuggine, per fermare l'avanzata dell'armata delle tenebre, oggi guidata dal clero traditore. Sursum corda, Christus Vincit ! LJC Catholicus

Anonimo ha detto...

Per i consacrati anziani restati cattolici assistere a questo caos sarà straziante.Mi auguro che presto si uniscano tra loro insieme alle famiglie ed a tutti quei giovani che in verità vogliono diventare Santi. Solo se ci si allontana dalle mele marce sarà possibile vivere una nuova primavera di Fede.

Anonimo ha detto...

Oh, evviva!!! Ma come può ancora qualcuno dire "Diamogli tempo..." se più il tempo passa e più la sua azione di governo peggiora? Più il tempo passa e più getta la maschera. Non che sia in cattiva fede, suppongo. Ma è molto sviato su tutto o quasi. Forse, comunque, se non avessero saputo in anticipo che era cosi, non l'avrebbero fatto papa.

Anonimo ha detto...

18 ottobre, San Luca, patrono dei pittori, degli artisti in generale, dei medici e degli operatori sanitari.

Anonimo ha detto...

Mais existe-t-il désormais tellement de "pédés" (comme on les appelait autrefois) dans l'Église, et notamment dans le clergé, que ce secteur en fait ultra-minoritaire de la société semble aujourd'hui constituer l'objet principal des préoccupations des pasteurs et des théologiens ? Est-ce qu'il n'y a pas dans ces préoccupations un peu et même beaucoup d'exagération ? Et n'est-ce pas Talleyrand, ex-archevêque, qui disait que « ce qui est excessif est insignifiant » ?

Anonimo ha detto...

Ogni cardinale sa se è diventato cardinale perché cattolico o perché non cattolico. Siccome le cose vanno selvaggiamente e vanno selvaggiamente perché la Chiesa del Signore Gesù Cristo ha deragliato mostruosamente, tutti i cardinali, vescovi, parroci, sacerdoti che sanno di non essere cattolici ma, di essere al passo dei tempi, si facciano da parte almeno per salvarsi l'anima e lascino, zitti e mosca, il passo ai Cattolici.

Anonimo ha detto...

Robert Prevost è nato a Chicago. Ha parenti in quella città. Conosce Chicago.
Blaise Cupich è il vescovo di Chicago. Viene dalla cordata di Theodore McCarrick.
Theodore McCarrick fu sospeso a divinis nel 2018 e ridotto allo stato laicale nel 2019.
Accusato di essere un abusatore sessuale seriale su adulti e su minori (maschi).
Blaise Cupich ha conferito un premio a Theodore McCarrick nel 2016.
Theodore McCarrick risulta essere stato un grande elettore di Bergoglio.
Robert Prevost è un cardinale nominato da Bergoglio, come Blaise Cupich.
Robert Prevost è nato a Chicago. Ha parenti in quella città. Conosce Chicago.
Spostare di là Blaise Cupich indebolisce l'ala liberal della Conferenza Episcopale USA.
Andrei cauto a considerare la mossa solo in negativo. La resa dei conti avanza.

Aloisius ha detto...

Che Dio benedica chi parla quando bisogna parlare, con rispetto e chiarezza, senza tacere come coloro che, come "cani muti", diventano complici e propagatori degli errori. E come dice giustamente Mons. Strickland ai fedeli rimasti cattolici:

".... non perdetevi d'animo. Non abbandonate la Chiesa, perché è ancora la Sposa di Cristo, anche se sanguina. Rimanete saldi. Pregate e riparate. Adorate il Signore Eucaristico con più amore che mai. Insegnate ai vostri figli la fede inalterata. State sotto la Croce con la Madonna.

Cristo non chiede la nostra diplomazia, chiede la nostra fedeltà. Non possiamo più fingere che questi tradimenti siano semplici incomprensioni. Il mondo può chiamarla sfida; il Cielo la chiama verità. "Bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini" (Atti 5:29).

Che il Sacro Cuore di Gesù regni di nuovo nella Sua Chiesa e che ogni pastore sia trovato fedele quando apparirà il Pastore Supremo. Amen".
Vescovo emerito Joseph E. Strickland

Anonimo ha detto...

Cupich continua ad essere anche arcivescovo di Chicago, non va a vivere a Roma. Mauro

Anonimo ha detto...

Allontanarsi dalle mele marce = prendere le distanze dal falso clero cattolico, in particolare dalla falsa e ipocrita gerarchia, anche fisicamente, oltre che con la mente ed il cuore. Con Bergoglio al timone evitavo di guardarlo anche in TV, sui giornali, sui social : ricordate il basilisco, il cui sguardo trasformava il malcapitato in statua di pietra ? ebbene, a me bastava guardare il suo volto accigliato, adirato, con chi anche solamente odorava di cattolico tradizionale, per sentirmi a disagio, scandalizzato. Adesso non voglio ripetere la stessa esperienza con Prevost. Vescovi e cardinali già li evito, sia fisicamente che virtualmente, col basso clero, spesso sinceri amici, anche quasi novantenni ( ma completamente bolliti, accecati dalla propaganda modernista) mi limito a parlare del tempo e del traffico...come quel tassista palermitano con Roberto Benigni, nel film Johnny Stecchino. Christus Vincit, anche se restasse solo un pugno di fedeli cattolici e i santi sacerdoti si contassero sulle dita di una mano. Catholicus

Anonimo ha detto...

L’AUTOBIOGRAFIA DI FULTON SHEEN IN ITALIANO: LA MIA VITA – UN TESORO IN UN VASO D’ARGILLA

Ringraziamo la casa editrice Ares per la traduzione italiana e la pubblicazione dell’autobiografia di Fulton Sheen.

UN LIBRO IMPERDIBILE

Qui il link per l’acquisto dal sito della casa editrice: https://www.edizioniares.it/prodotto/la-mia-vita/

Come vedo la mia vita? La vedo come un sacerdote. Ciò significa che io non sono più me stesso, ma che in ogni momento dell’esistenza agisco nella persona di Cristo. Come un ambasciatore degli Stati Uniti in un Paese straniero, sia nel tempo libero che nelle riunioni ufficiali, viene sempre visto come un rappresentante del nostro Paese, così un sacerdote è sempre un ambasciatore di Cristo. Ma questa è soltanto una faccia della medaglia. Il sacerdote è pur sempre un uomo. Ecco perché il titolo di questa autobiografia è "Un tesoro in un vaso d'argilla".

È tratto da una lettera che san Paolo scrisse ai Corinzi parlando di sé e degli altri apostoli del Signore che non erano meglio di «vasi» di terracotta pieni di oggetti preziosi. L’esempio potrebbe essere quello delle lampade di argilla in cui si metteva l’olio per fare luce. Ho scelto queste parole per indicare il contrasto tra la nobiltà della vocazione al sacerdozio e la fragilità della natura umana che la ospita. Abbiamo l’impressionante potere di agire in Persona Christi, cioè di perdonare i peccati più gravi, di trapiantare la croce del Calvario sull’altare, di far nascere alla grazia divina migliaia di bambini nel fonte battesimale e di accompagnare le anime sul letto di morte verso il Regno dei cieli. Ma, d’altra parte, siamo simili a chiunque altro. Abbiamo le stesse debolezze degli altri uomini, alcune legate alla bottiglia, o a una donna, o al denaro, o al desiderio di essere un po’ più in alto nella gerarchia del potere. Ogni sacerdote è un uomo con un corpo di modellabile argilla. Per mantenere puro quel tesoro, deve essere steso su una croce di fuoco. La nostra caduta può essere più grave di quella di chiunque altro a causa dell’altezza da cui precipitiamo.

Tra tutti gli uomini cattivi, i cattivi religiosi sono i peggiori, perché sono stati chiamati a essere più vicini a Cristo. Ecco perché è difficile per chi ha questa vocazione scrivere un’autobiografia, perché si crea una tensione spaventosa tra la dignità della sua vocazione e la corruttibilità della sua argilla. Come scrisse il cardinale Newman: «Non potrei nemmeno sopportare lo sguardo di un angelo; come potrei allora vederti e vivere? Sarei incenerito come paglia, se fossi esposto allo splendore del Tuo volto». Ma proprio al centro di questa tensione tra la divinità della missione e la povera e debole fragilità umana c’è sempre l’effusione dell’amore di Cristo. Egli non permette mai a nessuno di noi di essere tentato al di sopra delle nostre forze; e anche nelle nostre debolezze ci ama, perché il Buon Pastore ama i pastori smarriti tanto quanto le pecorelle smarrite. La tensione è maggiore, forse, per coloro che cercano di amarlo con un abbandono totale.

(Fulton J. Sheen, da "La mia vita. Un tesoro in un vaso d'argilla" edizioni Ares)