Il Pantheon è un monumento alla grandezza della Roma antica (e moderna). È rimasto in piedi per più di duemila anni, resistendo ai terremoti, agli incendi e alle inondazioni del Tevere.
L’oculo aperto della cupola ha turbato architetti e scrittori. Perché la calotta del Pantheon non è chiusa da una lanterna? Il fascio di luce che penetra da lì sembra una lancia che fende il buio interno. Molti autori l’hanno considerato simbolo di una presenza divina, che affronta le tenebre e giunge in soccorso degli uomini.
Un tempo, quando la città era pagana, lì si veneravano tutti gli dei del politeismo romano. Nel 608 l’imperatore bizantino Foca lo donò a Papa Bonifacio IV e si organizzò la suggestiva cerimonia per consacrarlo al Dio cristiano.
Il 13 maggio 609 una folla immensa si radunò nei pressi del Pantheon per assistere all’evento. Le cronache raccontano del trambusto e delle urla agghiaccianti che si avvertivano dall’interno: i demoni pagani erano consci di ciò che stava per accadere. Le porte furono spalancate e il Papa, di fronte all’ingresso, iniziò a recitare le formule per l’esorcismo.
Le grida degli idoli aumentarono d’intensità e il trambusto stordiva le orecchie degli astanti. La paura attanagliò la folla e nessuno era in grado di reggersi all’impiedi guardando e udendo quel terribile spettacolo.
Solo Bonifacio IV resistette e imperterrito pregava e consacrava il Pantheon a Cristo. Si racconta che i demoni lasciarono disordinatamente e con un gran baccano l’antico tempio, fuggendo dall’oculo aperto della cupola o dal portone.
Quando la cerimonia fu conclusa, il Papa dedicò l’edificio alla Madonna dei Martiri, in ricordo, forse, dei tanti cristiani uccisi in onore a quegli immondi idoli.
La cristianizzazione di Roma fu un processo graduale, che comportò la contina riconversione degli antichi luoghi di culto, dedicati un tempo alle divinità pagane.
La renovatio Urbis [rinnovamento dell’Urbe], in chiave cristiana, iniziata da San Gregorio Magno, fu portata a termine dai suoi successori e si protrasse fino al Cinquecento, con Papa Sisto V.
Fu difficile scacciare le vecchie credenze da Roma, e tuttora le storie popolari sono affollate di questi idoli che continuamente tentano di rientrare in città.
Fonte: «Il Settimanale di Padre Pio», 10 dicembre 2017, n. 48.
2 commenti:
Ecco come la Beata Caterina Emmerich vide in visione gli eventi della consacrazione del Pantheon come chiesa cattolica:
"13 maggio 1820:
Questa notte, dalle undici alle tre del mattino, ho avuto una visione delle più meravigliose su due Chiese e due Papi e su un'infinità di cose antiche e nuove. [...]
Vidi improvvisamente Roma com'era in un'epoca anteriore, e vidi un Papa di nome Bonifacio [Bonifacio IV] ed un imperatore di cui non mi ricordo più il nome [Phocas].
Non sapevo orizzontarmi nella città: tutto era diverso, anche le cerimonie del culto: tuttavia riconobbi che era il culto cattolico.
Vidi anche un grande edificio rotondo, somigliante ad una cupola. Era un tempio di falsi dei, pieno di belle statue di idoli. Non vi erano finestre, ma la luce proveniva attraverso un'aperture praticata nell'alto della volta [...]. Non vi vidi celebrare culti idolatrici: ma tutto era ben conservato.
Vidi degli inviati del Papa Bonifacio recarsi dall'imperatore e richiedergli il tempio per farne una chiesa. Udii distintamente quest'ultimo dichiarare che il Papa doveva lasciarvi stare le antiche statue degli idoli ed erigervi la Croce alla quale lui, l'imperatore, avrebbe fatto rendere i più grandi onori. Questa proposta mi sembrò fatta in tutta semplicità e senza malizia.
Vidi gli inviati ritornare, e Bonifacio riflettere per sapere come si sarebbe potuto conformare su certi aspetti alla volontà dell'imperatore.
Vidi allora, mentre egli stava riflettendo, un sacerdote semplice e pio in preghiera davanti ad una Croce: aveva una lunga veste bianca che aveva come uno strascico. Vidi un angelo apparire accanto a lui, poi si alzò, andò subito a trovare Bonifacio dicendogli che non doveva in nessun modo acconsentire al desiderio dell'imperatore.
Vidi un inviato recarsi presso l'imperatore, il quale consentì che il tempio fosse vuotato.
Vidi anche arrivare le persone [delegate] dell'imperatore: molte statue di idoli furono rimosse e portate nella città imperiale: ma ne restarono anche molte a Roma.
Vidi ancora tutta la cerimonia della consacrazione del tempio: i santi martiri vi assistevano con Maria alla loro testa. L'altare non era posto nel mezzo, ma addossato al muro. Vidi portare nella chiesa più di trenta carri di ossa sacre. Molte di esse furono poste nei muri: altre potevano essere vedute, vi erano nel muro delle aperture rotonde, chiuse da qualcosa che assomigliava al vetro."
(p. Schmoeger, 'Vie d'Anne Catherine Emmerich', tomo III, pp. da 69 a 71 -
traduzione mia).
Grazie.
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