Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

giovedì 11 gennaio 2018

Una testimonianza appassionata e coraggiosa - Danilo Quinto

Ringrazio Danilo Quinto per questa sua recensione alla nuova edizione aggiornata e ampliata del mio testo su La Questione liturgica.

Maria Guarini, laureata in Teologia ed esperta in Comunicazione e nuove tecnologie, titolare dell’autorevole blog “Chiesa e Post Concilio”, molto seguito ed apprezzato, autrice di libri di grande spessore (“La Chiesa e la sua continuità. Ermeneutica e istanza dogmatica dopo il Vaticano II, Ed. DEUI, Rieti 2012) e “Agorà Telematica” (Edizioni Vivere in, Roma 2001), ha pubblicato di recente, per le Edizioni Solfanelli, la seconda versione – rivista e ampliata rispetto a quella uscita nel 2015 – di “La questione liturgica”, che ha un sottotitolo molto significativo: “Il rito Romano usus Antiquior e il Novus Ordo Missae dal Concilio Vaticano II all’epoca dei ‘due Papi’”.

Come per la prima edizione, il libro si avvale della prestigiosa prefazione di Mons. Brunero Gherardini, recentemente scomparso, teologo, direttore della rivista di studi teologici “Divinitas” e canonico di San Pietro, decano emerito della Facoltà di Teologia della Pontificia Università Lateranense, maestro di generazioni di sacerdoti.

Scrive mons. Brunero Gherardini nella prefazione: “L’importanza dello scritto della Guarini sta nella sua riaffermazione della centralità di Cristo, soggetto ed oggetto, attraverso il ministero ecclesiastico, dell’azione liturgica e della sua preghiera. (…) Lo scritto ha un’incidenza d’evidente portata esemplaristica e metodologica: non si nega alla discussione, ma del dibattito teologico all’interno d’un legittimo scopo di comprensione e d’approfondimento, trova sempre la soluzione nella Parola della Chiesa”. Non poteva essere diversamente per una persona come Maria Guarini, da molti anni impegnata a testimoniare la presenza della Chiesa sulla Rete Internet, nuova frontiera di libertà e crogiolo per la formazione di correnti di pensiero svincolate dalle culture dominanti e tendenti al vero, in quanto radicate nella tradizione perenne, ritrovando e rivendicando il primato della verità sull’azione, della conoscenza sulla prassi ateoretica., come lei la definisce.

A parere di Maria Guarini – che ha sviluppato un lavoro appassionato, frutto del suo impegno di molti anni - lo scenario della Chiesa di oggi, riformata secondo le applicazioni del Concilio Vaticano II, presenta un mosaico di “criticità” che non sfuggono ai fedeli – soprattutto a quelli che sono in condizione di informarsi e di conoscere la situazione – ed agli studiosi più competenti e, aggiungiamo noi, scevri da pregiudizi ideologici e che coltivano l’amore per la verità. Le criticità non hanno risparmiato – anzi, questo è il loro focus – la Liturgia, culmine e fonte della vita di fede nella sua espressione culturale e sacramentale (“Sacrosantum Concilium”, 10).

Soprattutto dopo l’abdicazione di Benedetto XVI (febbraio 2013), la Liturgia rischia ulteriori, improprie e gravissime manipolazioni, che diventano veri e propri abusi. Lo status quaestionis viene analizzato dal punto di vista filosofico e teologico, in ambito liturgico, della crisi, che ha radici lontane, ma caratterizza in particolare gli ultimi cinquant’anni. Vengono quindi sviluppati in termini essenziali alcuni dei punti rilevanti di un dibattito ancora aperto, da diffondere ed allargare. L’obiettivo è quello di alimentare una “pastorale” secondo la Tradizione che è vita e giovinezza della Chiesa, scrive Maria Guarini, che per questa nuova edizione del suo libro ha scritto due capitoli inediti che riguardano gli anni di pontificato di Papa Francesco. L'analisi condotta, dall'approccio prevalentemente teologico, è ampia e registra quanto accaduto in diretta man mano che parole gesti e documenti si imponevano all'attenzione.

Nel primo dei 2 capitoli – intitolato “Prove tecniche di un nuovo rito ecumenico?” – oltre a soffermarsi, con argomentazioni puntuali e significative sulle dimissioni (o, piuttosto, abdicazione di Benedetto XVI, come giustamente sottolineato) – la Guarini dedica alla situazione attuale una premessa da meditare:
“Il nuovo pontificato – scrive – si è aperto con un’impronta decisamente rivoluzionaria. Ne abbiamo visto gli effetti in numerosi gesti e documenti che hanno innestato un clima nuovo. Se prima si parlava di riforma (travestita da aggiornamento), oggi si parla senza mezzi termini di rivoluzione. Non poteva sfuggire ad essa la Liturgia, che è fons et culmen della fede. In ambito liturgico, oltre all’accento insistente su un vago pauperismo, si può notare l’ulteriore avanzata della desacralizzazione in atto: il nuovo papa nec rubricat nec cantat e neppure s’inginocchia alla Consacrazione”. 
L’autrice, in particolare, riprende le parole pronunciate da Bergoglio agli Evangelisti tedeschi ricevuti il 6 febbraio 2017:
“(…) Al tempo stesso, nella realtà dell’unico Battesimo che ci rende fratelli e sorelle e nel comune ascolto dello spirito, sappiamo, in una diversità riconciliata, apprezzare i doni spirituali e teologici che dalla Riforma abbiamo ricevuto. A Lund, il 31 ottobre scorso, ho ringraziato il Signore di questo e ho chiesto perdono per il passato; per l’avvenire desidero confermare la nostra chiamata senza ritorno a testimoniare insieme il Vangelo e a proseguire nel cammino verso la piena unità. Facendolo insieme, nasce anche il desiderio di inoltrarsi su percorsi nuovi”.
Afferma Maria Guarini:
“Non si saprebbe davvero come commentare il grado di erroneità contenuti in ogni singola parola di tutto il discorso, nonché tutto ciò che accade ogni giorno a ritmi sempre più vertiginosi e apparentemente inarrestabili. Non solo c’è da preoccuparsi, ma anche da gridare che chi tace approva. (…) Si tratta di un vero e proprio revisionismo pervenuto alle sue fasi conclusive”.
Ѐ la Santa Messa il nucleo centrale di questa rivoluzione revisionista e non si può non concordare con quanto Maria Guarini sostiene in maniera documentata:
“Si vuole abbracciare l’eresia protestante, che sostituisce la riattualizzazione del Sacrificio di Cristo con un revival della Cena Pasquale. (…) L’Eucaristia non ripete la Cena, ma riattualizza il sacrificio del Calvario. Ed è solo in compimento e in virtù di esso che si è ammessi al ‘banchetto’. Tutto il resto è eresia. (…) La nostra Pasqua è nell’Agnello senza macchia (poi gloriosamente Risorto) che si è offerto in espiazione per noi e che a noi si offre in carne, sangue, anima e divinità una volta compiutosi il Sacrificio, dopo averci liberati dal peccato, per assimilarci a Lui e rendere gradita al Padre, nella Sua, anche la nostra offerta. Ѐ questo che non è più significato nella Liturgia. Il fatto che si sia arrivati persino a sostituire l’Altare con una mensa è un segno più che eloquente di questo sviamento; allo stesso tempo, quel versato usato al passato [anziché al futuro: effundetur] nella traduzione in lingua volgare sembra narrare più che compiere. Inoltre, Gesù nella Cena non proclama la sua morte salvifica, bensì la anticipa, introducendo all’evento che sta per compiersi sul Calvario e che rimane come eterno presente in ogni istante della storia della salvezza che è la nostra storia”.
Considerazioni altrettanto pregnanti vengono fatte nel secondo capitolo inedito del libro, intitolato “Un altro serio ‘vulnus’ a La Catholica. La revisione dell’Istruzione Liturgiam Autheticam”, nel quale Maria Guarini svolge un esame analitico sia dei tentativi già programmati e iniziati di riforma liturgica, sia della cosiddetta conversione del papato (“Evangelii Gaudium”, n. 32), che vorrebbe conferire alle Conferenze Episcopali, definite “soggetti di attribuzioni concrete” tra le quali “anche qualche autentica autorità dottrinale”. Su quest’ultimo punto, l’autrice si chiede:
“Ѐ mai possibile che nessuno obietti che se la Chiesa – fin dal suo nascere e ad opera del Salvatore – non fosse stata e rimasta innanzitutto ‘comunione’ dei Suoi in Lui, non sarebbe mai stata La Chiesa? E che l’ordine gerarchico, lungi dal creare una visione rigida e statica della realtà, configura un dinamismo che non è alternativo alla comunione, intrinsecamente strutturale ad essa?”.
Sulla riforma liturgica, la Guarini sostiene che
“Siamo al culmine del processo innescato da cinquant’anni, con la trasformazione del santo sacrificio voluta per motivi pastorali. Trasformazione che, piuttosto che un rinnovamento della mentalità per la maggior gloria di Dio e la salvezza delle anime, appare sempre più come la gestazione di una nuova fede non più autenticamente cattolica, ma dalle derive sempre più protestantizzanti coniugate col ribaltamento dell’universalismo cattolico nel mondialismo più sfrenato”.
Affermazione, quest’ultima, ampiamente condivisibile, che corrisponde alla cifra di quest’importante lavoro di Maria Guarini: una testimonianza appassionata e coraggiosa, rimarchevole soprattutto per il fatto che il parlare esplicito e chiaro - dire la verità, insomma - non è la cifra del politically ed ecclesially correct del nostro tempo.
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/bergoglio-prepara-messa-i-luterani-ecco-svolta-1476639.html

13 commenti:

Fabiano G. ha detto...

Questo libro mi ha sorpreso perchè ho scoperto molte cose che non conoscevo.
Grazie e preghiamo per ciò che minaccia altri scempi alla liturgia.

mic ha detto...

Posso chiedere quanti di voi lo hanno letto? ;)

Anonimo ha detto...

Premetto che io sono un pessimo lettore di libri, nel senso di "leggerli tutti interi, dall'inizio alla fine", per limiti personali di organizzazione della mia vita :-) Il rapporto tra libri comprati e letti è 10:1, grosso modo. Ma va meglio se contiamo quelli che leggo parzialmente, puntando a certi capitoli tematici. Del tuo libro ho letto per ora alcuni capitoli, approfondendo questioni che sono state sollevate qui, ed è stato molto proficuo nella mia progressiva comprensione del VO e dell'abbandono di certe false convinzioni che avevo.

Qui aggiungo un paio di considerazioni personali, nate dall'osservazione. Avendo iniziato a frequentare stabilmente il VO, mi pare di poter dire di vedere periodicamente facce nuove, che mi ricordano certi atteggiamenti che avevo io all'inizio (sono sicuro che sono "neofiti", anche perché ogni tanto qualcuno mi chiede qualcosa). Il fenomeno mi pare chiaro: è gente che percepisce che ci sono cose che non vanno e "fugge" per vari motivi dalle chiese che frequentava normalmente: vuoi per abusi liturgici, vuoi per altre follie del prete o per prediche non ortodosse (o non incisive). Che però arrivino perplessi è ovvio: nonostante si voglia dire che VO e NO sono "due forme" dello stesso rito, le evidenze sono notevoli e possono spaesare. Mi pare che esistano anche un po' di differenze da chiesa a chiesa (certamente certe sono collegate alla forma, ordinaria, cantata, solenne, pontificale, eccetera). Libri come il tuo sono utilissimi; però, pur essendo sufficientemente brevi, sarebbe utile avere un compendio essenziale, di poche pagine (che poi magari rimanda al libro per approfondire) che possano essere lette molto velocemente e, magari, distribuito gratuitamente a questi nuovi frequentatori, per dissipare i dubbi iniziali. Poi il percorso richiede del tempo, certamente: l'importante però è evitare che lo sconcerto iniziale possa causare un "rimbalzo".

mic ha detto...

Grazie caro Fabrizio, il tuo intervento è utile. Il compendio c'è ed è una prima stesura di una quarantina fi pagine redatta come documentazione per il mio primo gruppo Messa di Via Merulana.
L'avevo messo anche liberamente scaricabile in pdf. Ora non sono in postazione. Più tardi cerco il link e lo inserisco!
Un abbraccio

Alfonso ha detto...

Cara Maria, il tuo libro è sulla mia scrivania. L'ho letto il mese scorso, ma lo rileggerò per ruminarci sopra ed assimilarlo come merita. Tu, amica mia, metti troppa carne sul fuoco (intendo il blog), e mangiarne molta rallenta la digestione. Con fraterno affetto, Alfonso da Cesena.

Anonimo ha detto...

Io l'ho divorato vario tempo fa. Poi ci sono ritornata. Mi ha aiutato a capire tante cose. Mi riprometto di tornarci ancora, per maturarle appieno. Perché é lì, nella santa messa, il Centro di irraggiamento, é lì che hanno colpito duramente. Lì puntano per assestare il colpo di grazia.

Grazie Maria

Anonimo ha detto...

Ah mic! Tra gli aficionados l'hanno letto solo in 2 e mezzo! Io tirerei le recchie a tutti! :)

Emanuele A. ha detto...

Gentile dottoressa Guarini, come si può avere il suo libro?
Emanuele Amat

Anonimo ha detto...

Anche io l'ho letto (2015 Edizioni Solfanelli) questa estate e me lo sono DIVORATO (mi sono ripromesso di rileggerlo a breve per analizzare con maggiore attenzione e consapevolezza alcuni capitoli). Apre la mente e di conseguenza il cuore al VO, con immediato desiderio di allontanarsi il prima possibile dal Novus Horror. La ringrazio molto Dott.ssa Guarini anche per il grande servizio che ci offre con i tanti articoli del blog che ci stimolano ad intraprendere un lavoro di approfondimento, ma soprattutto ci permettono di "monitorare" con grande attenzione la situazione della Chiesa.
Francesco.

Anonimo ha detto...

Una quarantina di pagine non è quello che avevo in mente... Vanno benissimo, come passo intermedio, ma non è ancora un "primo passo". Io pensavo a qualcosa tipo pamphlet, che si può anche riprodurre facilmente in molte copie e distribuire (*). Certo, non ci sarebbe spazio per spiegare niente: ma basterebbe un elenco di punti, con rimandi ad approfondire, tanto per togliere il neo-frequentatore dal limbo.

(*) Mi rendo conto che l'idea di lasciarlo insieme ad altri pamphlet sui banchi delle chiese non è praticabile in molti casi: gran parte dei vescovi tollerano il VO come roba esotica per pochi fondamentalisti, che devono rimanere pochi, e pubblicazioni che puntano esplicitamente al "proselitismo" potrebbero anche indurli a reazioni repressive. Ma questi pamphlet potrebbero essere distribuiti p.es. durante convegni "amici".

mic ha detto...

Gentile Emanuele A.
Dovrebbe essere nelle librerie.
Ma si può procedere all'acquiato on line dal sito dell'editore
http://tabulafati.com/ec/product_info.php?products_id=1231

oppure ordinare via mail a tabulafatiordini@yahoo.it

Anonimo ha detto...

"Gesù ha molto insistito su qualcosa che sconvolge i puristi. Diceva: ascoltatemi, vi conviene. ...

Gesù ci avverte di non farci ingannare su quel rapporto definitivo con Dio: esso, cioè la religiosità , conviene per salvare la propria persona. Notiamo che niente è più farisaico dello stracciarsi le vesti per un dovere compiuto in vista di un premio, niente è più schiavizzante del cosiddetto dovere per il dovere. La coincidenza del dovere con la felicità è la cosa più concreta che, sia pure per approssimazioni, la natura ci insinui."
(Luigi Giussani da “All'origine della pretesa cristiana, pag. 108)

Questo mi sconvolse la vita, in quel lontano iniziare.
Nessuno più mi diceva “devi”.
In tempi in cui il dovere risuonava ovunque, senza ragioni decifrabili.
Oggi chissà non capiterebbe più.
Rimasti solo diritti.
E la parola ‘convenienza’ sporcata dall’economicismo dilagante e dannata dall’ideologia trionfante.
A riacquistare il suo senso profondo.
Qualcosa pensato, fatto proprio per te.
Che non l’avresti potuto progettare.
Ma era lì. Accadeva come un miracolo e un compito.
A dare profondità alla domanda, e risposta al desiderio purificato nel sacrificio.
Una questione di ‘interesse’. Una questione di ‘gratuità’.
Un dovere felice, cioè fecondo.
L’economia della speranza e il profitto della vita.
Oggi, come allora, ma quanto più vero.
(Franca Negri)

Cate ha detto...

Emanuele A.,
io l'ho ordinato su ibs: https://www.ibs.it/la-questione-liturgica-il-rito-romano-usus-antiquior-e-il-novus/mp/9788833050157
Vedo che ore non è più disponibile, ma due giorni fa, quando lo ho ordinato, c'era e spero mi arrivi presto!
Per Maria. Non è in previsione la versione elettronica? Per motivi di vista, preferisco leggere i libri in quel formato, perché posso aumentare la dimensione del carattere fino a vederci bene.