Chi ama e vive la tradizione non leggerà nulla di nuovo. Ma purtroppo quello che per noi è scontato e che troviamo sistematizzato di seguito, non lo è per tutti i cattolici di questa generazione. Ed ecco che lo proponiamo ad maiorem Dei gloriam.
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L'Eucaristia, oltre essere sacramento, è anche il sacrificio permanente della nuova legge, che Gesù Cristo lasciò alla sua Chiesa, da offrirsi a Dio per mano dei suoi sacerdoti.
- Che cos'è la santa Messa?La santa Messa è il sacrificio del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo offerto sui nostri altari sotto le specie del pane e del vino, in memoria del sacrificio della Croce.
- Il sacrificio della Messa è il medesimo della Croce?Il sacrificio della Messa è sostanzialmente il medesimo della Croce in quanto lo stesso Gesù Cristo, che si è offerto sulla Croce, è quello che si offre per mano dei sacerdoti, suoi ministri, sui nostri altari; ma in quanto al modo con cui viene offerto il sacrificio della Messa differisce dal sacrificio della Croce, pur ritenendo con questo la più intima ed essenziale relazione.
- Quale differenza e relazione vi è tra il sacrificio della Messa e quello della Croce?Tra il sacrificio della Messa e quello della Croce vi è questa differenza e relazione: che Gesù Cristo sulla Croce si offrì spargendo il suo sangue e meritando per noi; invece sugli altari Egli si sacrifica senza spargimento di sangue e ci applica i frutti della sua passione e morte.
- Quale altra relazione ha il sacrificio della Messa con quello della Croce?Un'altra relazione del sacrificio della Messa con quello della Croce è che il sacrificio della Messa rappresenta in modo sensibile lo spargimento del sangue di Gesù Cristo sulla Croce; perché in virtù delle parole della consacrazione si rende presente sotto le specie del pane il solo Corpo, e sotto le specie del vino il solo Sangue del nostro Salvatore; sebbene per naturale concomitanza e per l'unione ipostatica sia presente sotto ciascuna delle specie Gesù Cristo vivo e vero.
- Non è forse il sacrificio della Croce l'unico sacrificio della nuova legge?Il sacrificio della Croce è l'unico sacrificio della nuova legge, inquantoché per esso il Signore placò la Divina Giustizia, acquistò tutti i meriti necessari a salvarci, e così compì da parte sua la nostra redenzione. Questi meriti però Egli ci applica pei mezzi da lui istituiti nella sua Chiesa, tra i quali è il santo sacrificio della Messa.
- Per quali fini si offre il sacrificio della santa Messa?Il sacrificio della santa Messa si offre a Dio per quattro fini:
- per onorarlo come si conviene, e per questo si chiama latreutico;
- per ringraziarlo dei suoi benefici, e per questo si chiama eucaristico;
- per placarlo, per dargli la dovuta soddisfazione dei nostri peccati e per suffragare le anime del purgatorio; e per questo si chiama propiziatorio;
- per ottenere tutte le grazie che ci sono necessarie, e per questo si chiama impetratorio.
- Chi è che offre a Dio il sacrificio della santa Messa?Il primo e principale offerente del sacrificio della santa Messa è Gesù Cristo, e il sacerdote è il ministro che in nome di Gesù Cristo offre lo stesso sacrificio all'Eterno Padre. Ogni fedele e il popolo credente rinnova l'offerta di sé in quella di Cristo Signore
- Chi ha istituito il sacrificio della santa Messa?Il sacrificio della santa Messa lo istituì Gesù Cristo medesimo quando istituì il sacramento dell'Eucaristia; e disse che si facesse in memoria della sua passione.
- A chi si offre la santa Messa?La santa Messa si offre a Dio solo.
- Se la santa Messa si offre a Dio solo, perché si celebrano tante Messe in onore della santissima Vergine e dei Santi?La Messa celebrata in onore della Vergine e dei Santi è sempre un sacrificio offerto a Dio solo: si dice però celebrata in onore della santissima Vergine e dei Santi per ringraziare Dio dei doni che loro ha fatto e ottenere da Lui con la loro intercessione più abbondantemente le grazie di cui abbiamo bisogno.
- Chi partecipa dei frutti della Messa?Tutta la Chiesa partecipa dei frutti della Messa, ma particolarmente: 1º il sacerdote e quelli che assistono alla Messa, i quali si considerano uniti al sacerdote; 2º quelli per cui si applica la Messa, che possono essere sia vivi che defunti.
Il modo di assistere alla santa Messa
- Quali cose sono necessarie per ascoltare bene e con frutto la santa Messa?Per ascoltare bene e con frutto la santa Messa sono necessarie due cose:
- la modestia della persona;
- la devozione del cuore.
- In che consiste la modestia della persona?La modestia della persona consiste nell'essere modestamente vestito e nell'osservare silenzio e raccoglimento.
- Il miglior modo di praticare la devozione del cuore nell'ascoltare la santa Messa è il seguente:
- Unire da principio la propria intenzione a quella del sacerdote, offrendo a Dio il santo sacrificio per i fini per i quali è stato istituito.
- Accompagnare il sacerdote in ciascuna preghiera e azione del sacrificio.
- Meditare la passione e morte di Gesù Cristo e detestare di cuore i peccati che ne sono stati la cagione.
- Fare la Comunione sacramentale.
22 commenti:
Mala tempora per il Rito antico!
https://rorate-caeli.blogspot.com/2018/01/mariawald-trappist-abbey-closed-down.html
Oggi, poiché ne ricorre l'anniversario (20 gennaio), ho celebrato la s.Messa all'altare dove l'Immacolata è apparsa a Ratisbonne. Vi avevo celebrato pure la prima s.Messa.
SK224
San Massimiliano Maria Kolbe
Deve consolidarsi e non schiodarsi piu' dal cuore e , ribadire , ribadire e ribadire non e' mai abbastanza .
Siamo fatti di dura cervice .
La Santa Chiesa Romana prega affinché coloro che, per le frodi del diavolo, hanno abbandonato il suo seno con lo scisma o l'eresia ritornino a lei, unico vero Ovile di Gesù Cristo fuori dal quale non v'è salvezza.
Ricordo agli amici romani la nostra Santa Messa oggi alle 16:30
Visto che siamo in tema di Messa vorrei ringraziare l'anonimo rev.do al commento 2 e se posso chiedergli una delucidazione. Stante il fatto che si può e si deve specie quando è lui a chiederlo pregare per il Papa che conseguenze si hanno se "una cum fámulo tuo Papa nostro Francisco et Antístite nostro" muta in "una cum Papa nostro et Antístite nostro" ad esempio?
Dubito che sia fattibile ma vorrei capire.Grazie!
Caro Michele,
L'Anonimo n.2 ha inserito una citazione
diladre Kolbe nella ricorrenza, oggi, dell'apparizione della Vergine del miracolo a sant'Andrea delle Fratte. E rivorda che lì ha celebrato la sua prima Messa. Più tardi rivorfo la supplica che si recita oggi e 27 novembre. Magari ti chiamo e la diciamo insieme.
Molto grato Mic, a dopo!
OT:
BABY GANG ECCETERA: A CHE PUNTO E’ IL COLLASSO?
Maurizio Blondet 20 gennaio 2018
https://www.maurizioblondet.it/baby-gang-eccetera-punto-collasso/
Ho letto SK 224 ma mancando le virgolette credevo che l'anonimo fosse un prete. Scusate :)
La S. Messa: celebrazione del Sacrificio della Croce o della Risurrezione?
La nozione della S. Messa NO, ripetuta di recente anche dal card. Sarah, non si incentra invece sulla Risurrezione di NS?
Questo spostamento d'accento, che accosta la Messa per un verso al "banchetto di gioia e di lode" dei protestanti, mettendo in primo piano l'Avvento finale di Cristo, non rappresenta una rottura evidente con la Tradizione della Chiesa?
Se la S. Messa celebra soprattutto la Risurrezione del Signore, allora il suo fondamentale significato propiziatorio ossia di misericordia per i nostri peccati per i meriti della Croce, non viene ad oscurarsi, sino a sparire completamente?
Di che cosa è la S. Messa "il rinnovamento incruento" se non del Sacrificio della Croce (passione e morte del Signore)? Un "rinnovamento incruento" dell'evento della Risurrezione sarebbe nozione del tutto priva di senso. Ma anche un semplice "rinnovamento" della Risurrezione, lo sarebbe. Tale "rinnovamento" non può costituirsi altro che come semplice ricordo del fatto della Risurrezione. Se poi si intende riprodurla nella S. Messa la Risurrezione quale ultimo momento del "mistero pasquale", attraverso un nuovo modo di intendere la "presenza" di Cristo nella Messa, ciò ci farebbe uscire del tutto dal seminato, a mio modesto avviso. Oltre a contrastare con le parole espresse della Institutio della S. Messa da parte di NS in persona.
Nella sua struttura la Consacrazione del NO mantiene il "rinnovamento incruento" del Sacrificio della Croce, nonostante i mutamenti nel Canone; tuttavia, spostando il "mistero della fede" a dopo la Conscr., in modo da collegarlo all'invocazione dell'attesa della venuta del Signore (utilizzando una frase di san Paolo), ha provocato questo mutamento nel significato dell'intera Messa; mutamento graduale ma ora assestatosi, a quanto pare, nel concetto del tutto non conforme alla Tradizione della Chiesa di una Messa il cui significato è soprattutto quello di celebrare la Risurrezione del Signore!
PP
Segnalo:
https://www.riscossacristiana.it/nuove-eresie-e-bestemmie-contro-il-santissimo-sacramento-di-cesare-baronio/
Antonio
Sull'enfasi in ordine alla nuova concezione del 'mistero pasquale' ho parlato brevemente qui
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/08/enfasi-su-una-nuova-concezione-del.html
vi trovate un brano stralciato dalla prima edizione de La questione Liturgica, ampliato nell'ultimma edizione del 2017.
Lasciamo perdere per un attimo la boiata (scusate il francesismo) di "Lutero che voleva rinnovare la Chiesa, non di dividerla".
C'è un'altra frase interessante:
"Il Papa prega il Signore affinché 'accompagni con la sua benedizione la Commissione di dialogo luterana-cattolica della Finlandia, che sta lavorando con dedizione ad una interpretazione sacramentale comune della Chiesa, dell’Eucaristia e del ministero ecclesiale'.
Notare questo passaggio: "interpretazione sacramentale comune della Chiesa, dell’Eucaristia e del ministero ecclesiale".
Tradotto in soldoni: abolire l'Eucaristia - per essere più precisi il Sacrificio eucaristico, e la Messa come riproposizione del Sacrificio di Gesù sul Calvario - e mettere al suo posto un ibrido che soddisfi tutti, altrimenti chiamato "l'abominio della desolazione".
Vade retro satana!
Guido Villa su Fb
Vecchio messaggio tuttora attuale...
Le cose spesso le si imparano attraverso un confronto: bisogna affermare la verità, ma per farla meglio risaltare è utile confrontarla con la falsità, per farne risaltare il contrasto, in modo che il fruitore possa prendere coscienza della realtà e trarne le debite conseguenze.
Perciò sono andato a ripescare quel paragrafo dell'Insititutio originale del Messale di PVI:
art. 7 dell’Institutio Generalis del nuovo Messale Romano promulgato da Paolo VI nel 1969:
"La cena del Signore, o messa, è la sacra sinassi o assemblea del popolo di Dio, presieduta dal sacerdote, per celebrare il memoriale del Signore. Vale perciò eminentemente per questa assemblea locale della Santa Chiesa, la promessa del Cristo: "Là dove due o tre sono radunati nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Mt. XVIII, 20)."
Non c'è che dire: un'impostazione apertamente protestante, che tace... omette... ignora... nasconde... in pratica vuol negare la concezione sacrificale della Messa, come ben descritto nell'articolo sopra.
Probabilmente essendosi accorto di averla sparata troppo grossa o reso attento al riguardo, nell'anno successivo PVI emette un emendamento, dove in pratica cambia l'etichetta del prodotto, prodotto che però -notate bene- rimane identico a prima, aggiustando un po' il tiro nell'ottica cattolica di sempre.
Ora io mi domando: se andassi in un negozio e scoprissi che un'etichetta recante un certo contenuto di un tal prodotto appena l'anno prima era tutt'altra in quanto annunciava ingredienti completamente diversi, mi fiderei e acquisterei quel tal prodotto?
In realtà l'ho fatto senza accorgermi per anni, ma dal momento in cui me ne sono accorto mi dico: ora basta.
Emendamento 1970:
"Nella Messa o Cena del Signore, il popolo di Dio è chiamato a riunirsi insieme, sotto la presidenza del sacerdote, che agisce nella persona di Cristo, per celebrare il memoriale del Signore, cioè il sacrificio eucaristico. Per questo raduno locale della santa Chiesa vale perciò in modo eminente la promessa di Cristo: «Là dove sono due o tre radunati nel mio nome, io sono in mezzo a loro» (Mt XVIII, 20). Infatti nella celebrazione della Messa, nella quale si perpetua il sacrificio della croce, Cristo è realmente presente nell’assemblea riunita in suo nome, nella persona del ministro, nella sua parola e in modo sostanziale e permanente sotto le specie eucaristiche."
Aggiungo una riflessione conclusiva:
a quel tempo ci vollero delle persone coraggiose ed incuranti del giudizio umano, persone che fecero una scelta determinata ed univoca per salvare dall'oblio, per amore a NSGC e alla sua Chiesa, il venerabile rito di sempre. Se esse fossero state possibiliste, biunivoche, "aperte", tolleranti, a quest'ora la vera Messa cattolica sarebbe preservata solo sotto gli strati di polvere delle sagrestie tra gli oggetti in disuso.
Anche al giorno d'oggi abbiamo bisogno di persone così, perché, se tutti si accontentassero di andare alla vera Messa solo quando si presenta un'occasione simile -in quanto a praticità- a quella offerta in modo ordinario col NO, la fatica, l'inerzia, gli impedimenti le complicazioni e le contrarietà della vita farebbero 'sì che di conseguenza la situazione più comoda avrebbe di nuovo il sopravvento.
Quindi ringraziamo e ammiriamo i monoritualisti.
https://rorate-caeli.blogspot.com/2018/01/aldo-maria-valli-interviews-pope.html#more
Il problema sollevato da PP è reale. Ma è un sintomo del fatto che la croce si vuole superata, tanto ormai Cristo ci ha già salvati.
Raramente si sente dire che invece noi la sua salvezza ancora la dobbiamo accogliere, che noi ci dobbiamo ancora accostarci all'altare dove nell'Eucaristia Gesù Cristo ci applica i meriti del suo sacrificio per nutrirci col Suo stesso corpo. Nutrimento più che necessario per poter a nostra volta santificarci portando la nostra croce che nella fede uniamo a quella di Cristo.
La Risurrezione è importante, senza di lei vana sarebbe la nostra fede perché se non fosse avvenuta la Risurrezione di Cristom, noi non avremmo la certezza che Lui ha vinto la morte. Anzi potremmo pensare che il demonio abbia vinto, che la morte ha vinto. Invece no, ha vinto Cristo e la Resurrezione ce lo mostra. Ma l'apice del combattimento è stata la morte in croce di Cristo. È lì che la morte paradossalmente è stata vinta.
Nella Messa non è che la Risurrezione sia assente, tra l'altro la domenica è proprio il giorno dopo il sabato, il giorno in cui Gesù è risorto dai morti e in cui noi dobbiamo gioire per la sua vittoria. Non è assente, ma è presente in prospettiva. La storia per noi non ha più alcun segreto: Dio ha già vinto, ma ora ci applica ancora i Suoi meriti, col sacrificio incruento, per donare la salvezza ad ognuno di noi.
La domenica é festosa per noi, gioiosa anche, ma di una gioia che nasce dalla coscienza del prezzo che è costata a Nostro Signore e per questo più matura, più profonda e meno altalenante.
"Là dove due o tre sono radunati nel mio nome, io sono in mezzo a loro" (Mt. XVIII, 20)."
Questo è anche uno dei passaggi che in rottura col NO è stato applicato alla Messa.
Mi si corregga ma queste parole sono dette da Gesù a coloro che si riuniscono per pregare, e fin qui nulla da dire, ma la Messa non è semplice preghiera come per i protestanti.
Nella nostra Messa oltre a pregare, Dio stesso si fa presente sostanzialmente sotto le specie del pane e del vino.
E questo fatto non richiede la presenza di più persone, ma solo quella di Cristo che si offre per mezzo del sacerdote, l' Alter Christus!
Da una falsa interpretazione di quel passaggio ne deriva che alcuni arrivano addirittura a dire che una Messa senza fedeli non sia valida, inutile o inopportuna!
Invece non è il numero di fedeli che rende infinito il valore di una Messa, ma l'offerta che Cristo fa di se stesso al Padre. "Una sola goccia (del sangue di Cristo) può salvare tutto il mondo da qualsiasi colpa" (Adoro Te devote).
Oggi invece vanno di moda le Messe con folle oceaniche, ma queste nulla sono senza quella piccola goccia!
E poi, ma ora non ho tempo, si potrebbe dire molto sul fatto che meglio dieci Messe celebrate da sacerdoti senza fedeli che una sola con dieci concelebranti e dei fedeli...
Senza la Resurrezione del Signore "vana è la nostra fede" ma senza la morte in Croce niente Resurrezione
Possiamo dire che tra la morte in croce del Signore e la sua resurrezione vi sia un rapporto di causa ed effetto:
"Però quel Gesù, che è stato per breve tempo inferiore agli Angeli [in quanto uomo, in questa vita], noi lo vediamo ora coronato di gloria e di onore, a motivo della morte che ha sofferto, affinché per grazia di Dio, la morte da lui sopportata fosse di vantaggio per tutti"(Ebrei, 2, 9).
A causa della sua morte in croce, del suo Sacrificio liberamente accettato, Gesù è nella Gloria, alla Destra del Padre. Il sacrificio della Croce mostra l'obbedienza di Gesù alla volontà del Padre, sino in fondo, obbedienza perfetta (Ebrei, 5, 7-10). E come Lui, così noi.
Da lui dobbiamo imparare l'obbedienza perfetta, imparare a portare la Croce e salirvi su, perché "nella Croce è la salvezza" (Imitazione di Cristo) ossia la Resurrezione.
La Croce e l'idea sel Sacrificio, della lotta contro se stessi per diventare l'uomo nuovo in Cristo, per meritare la Resurrezione. L'idea del sacrificio non per nulla è scomparsa dal nostro orizzonte culturale, anche tra i cattolici, si parla solo di diritti, di ogni tipo, anche perverso [!].
"Dure sembrano a molti codeste parole - Rinuncia a te stesso, prendi la tua croce e segui Gesù! (Mt 16, 24). Ma ben più duro sarà sentirsi dire queste altre, in ultimo - Via da me, maledetti, andate nel fuoco eterno!"(Mt 25, 41) [Imitaz. di Cristo, II, XII].
Il Santo Sacrificio che è la Messa ci deve ricordare che siamo sempre "servi inutili" anche quando pensiamo di aver fatto tutto il possibile per ottemperare ai comandamenti del Signore; quanto siamo sempre lontani dal modello rappresentato dal divino Maestro:
"Voi non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato, e vi siete dimenticati dell'esortazione diretta a voi, come a dei figli: Figlio mio, non disprezzare la disciplina del Signore e non ti scoraggiare quand'egli ti riprende, perché il Signore corregge colui che egli ama, percuote di verga chiunque riceve per figlio" (Ebrei, 12, 4-6).
E sembrano essersene dimenticati oggi tanti sacerdoti di Cristo, anche posti molto in alto nella Gerarchia della Chiesa visibile.
PP
Il minimalismo, malattia del Cattolicesimo contemporaneo
https://www.radioromalibera.org/cultura-cattolica/minimalismo-malattia-del-cattolicesimo-contemporaneo/
"Il mio tempio è una casa di orazione”: partendo dalla frase del Vangelo il cardinale arcivescovo di Valencia, Antonio Llovera Canizares, ha scritto qualche giorno fa una lettera ai sacerdoti della sua diocesi per indicare come si possa – e soprattutto come non si possa – usare una chiesa. È un argomento particolarmente attuale e interessante, soprattutto da noi, dove l’abitudine – la moda? – di usare le chiese per allestire pranzi e cene, e altri usi ancora, sta dilagando...
Un fenomeno di imitazione cominciato con la mensa in San Petronio durante la visita del Pontefice, e che si è diffuso qua e là anche altrove; nonostante in moltissimi casi non siano certo i locali a disposizione che mancano alle chiese e alle diocesi…
E il card. Canizares raccomanda anche di ricevere l’eucarestia in ginocchio e in bocca, anche se è permesso ricevere l’ostia nella mano.
“Cari fratelli sacerdoti, cari tutti: vi scrivo questa lettera con tutto l’affetto a la preoccupazione e il massimo interesse affinché i templi – cattedrale, basiliche, chiese parrocchiali, cappelle, eremitaggi con culto abituale –siano case di orazione e non si trasformino, o non le convertiamo in luoghi profani”.
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