Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 12 gennaio 2018

Il prof. Seifert commenta la "rilettura" di Humanae vitae da parte del prof. Chiodi

Nella nostra traduzione da OnePeterFive pubblichiamo un testo in cui il prof. Josef Seifert, già Rettore delle Università cattoliche del Cile e del Liechtenstein, fondatore dell'Accademia Internazionale di Filosofia, già membro a vita della Pontificia Accademia della Vita, insigne filosofo cattolico, amico personale di San Giovanni Paolo II, confuta le gravi affermazioni del prof. Chiodi [qui], che palesemente contraddicono l'insegnamento di Paolo VI e Giovanni Paolo II.

Il prof. padre Maurizio Chiodi non solo rifiuta apertamente un insegnamento morale basilare della Chiesa sulla contraccezione, mirabilmente affermato in Humanae Vitae, cioè che esiste un mirabile e profondo legame tra l'unione d'amore coniugale e la procreazione, sicché ogni singolo atto contraccettivo che separi il significato unitivo dal significato procreativo dell'atto coniugale è intrinsecamente sbagliato in ogni situazione.
Al di là della sua negazione di questo insegnamento, Chiodi afferma persino che, in certe circostanze, la contraccezione è anche moralmente obbligatoria. Secondo lui, la genitorialità responsabile può obbligare una coppia sposata ad usare il controllo artificiale delle nascite.
Ciò suggerisce una risposta data dal prof. Don Chiodi a due dei famosi dubia dei quattro cardinali. Una risposta implicita che può essere formulata nei seguenti termini: "In effetti, non ci sono azioni umane intrinsecamente sbagliate in tutte le circostanze".

Chiodi richiama l'esortazione apostolica di papa Francesco sulla famiglia, Amoris Laetitia, come nuovo modello e paradigma per la teologia morale che elimina la nozione (solennemente e magisterialmente enunciata in Humanae Vitae, Familiaris Consortio e Veritatis Splendor) che la contraccezione è un atto umano intrinsecamente malvagio che è sbagliato ovunque e in qualsiasi momento. Chiodi aggiunge, in radicale e diretta contraddizione con l'insegnamento del Magistero della Chiesa in Humanae Vitae, che ci sono "circostanze - mi riferisco ad Amoris Laetitia, capitolo 8 - che proprio in nome della responsabilità, richiedono la contraccezione". Egli ha sostenuto: " Quando i metodi naturali sono impossibili o irrealizzabili, occorre trovare altre forme di responsabilità".

La posizione di Chiodi costituisce una difesa inequivocabile dell'etica consequenzialista e proporzionalista che ha attaccato l'Humanae Vitae fin dall'inizio della sua pubblicazione, e non solo contesta il suo insegnamento secondo cui la contraccezione è intrinsecamente sbagliata, ma afferma che non ci sono atti intrinsecamente malvagi; e che ogni azione umana è determinata nel suo carattere morale unicamente dalla proporzione tra i suoi effetti buoni e cattivi. Questo parere è stato chiaramente e inequivocabilmente rifiutato e respinto dalla Veritatis Splendor.

Allo stesso modo, Chiodi propone posizioni filosofiche ed etiche più generali che sono profondamente erronee e totalmente distruttive non solo dell'insegnamento morale della Chiesa cattolica, ma anche dell'essenza della morale e, di fatto, di ogni verità e di ogni insegnamento della Chiesa: 1) un relativismo storico, 2) una teoria consensuale della verità e 3) l'etica della situazione.
  1. Dicendo che le norme del diritto naturale "conservano il bene e istruiscono sulla via del bene, ma sono storiche", Chiodi nega la perenne verità e validità delle norme che ci dicono che la contraccezione e molti altri atti sono intrinsecamente sbagliati, in un modo che non sono relative a, e dipendenti da, opinioni storicamente mutevoli, come se Humanae Vitae potesse essere vera nel 1968 ma non più nel 2018.
  2. Oltre a questo, Chiodi, pur non rivendicandolo direttamente, suggerisce ancora con forza che il fatto che una grande percentuale di coniugi cattolici pratichi la contraccezione e non accetti le norme morali giustifichi il silenzio su di esse, o addirittura dimostri che queste norme non sono più valide, come se fosse il consenso maggioritario a determinare la verità.[1] Con lo stesso diritto, egli potrebbe sostenere che non è più giustificato parlare del primo comandamento di amare Dio sopra ogni altra cosa, o che questa norma non è più valida perché la maggioranza dei cattolici non la adempiono, o che il comandamento che proibisce di dare false testimonianze contro il prossimo non è più valido perché la maggior parte delle persone mentono e calunniano gli altri.
  3. Affermando che alcune "circostanze - mi riferisco ad Amoris Laetitia, capitolo 8 - richiedono la contraccezione, soprattutto in nome della responsabilità [genitoriale]" nega infatti direttamente l'intrinseca immoralità della contraccezione magisterialmente insegnata da Paolo VI e dai suoi predecessori e successori, e rende ciò che è moralmente buono o cattivo nella trasmissione della vita umana interamente dipendente da situazioni concrete. Disegnando le linee di un'etica della contraccezione puramente teleologica o proporzionalista consequenzialista, Chiodi suggerisce che in generale non esistono atti intrinsecamente sbagliati e che la qualità morale di un'azione umana non può mai essere determinata universalmente "da una regola generale", ma dipende dalla proporzione tra le conseguenze positive e negative dell'azione umana in situazioni concrete. Intesa in questo modo generale, la situazione etica difesa dal prof. Chiodi negherebbe anche  l'intrinseca ingiustizia dell'aborto e dell'eutanasia, e di molti altri atti elencati in Veritatis Splendor come atti moralmente sbagliati in tutte le circostanze e in tutte le situazioni. Vale la pena di notare che questo parere non ha nulla a che vedere con la cecità della coscienza, la mancanza di conoscenza etica o l'imputabilità personale invocata così spesso dal prof. Rocco Buttiglione nel presente dibattito. No, Chiodi implica un "dovere di contraccezione" del tutto oggettivo in certe situazioni.
Così la relazione di don Chiodi contiene, oltre al suo aperto rifiuto dell'Insegnamento della Chiesa sulla contraccezione espresso nella Humanae Vitae, disastrosi errori filosofici generali che sono stati magistralmente e con forza respinti da papa Giovanni Paolo II con l’enciclica Veritatis Splendor. Si può solo sperare che Papa Francesco, l’arcivescovo mons. Paglia [presidente della Pontificia Accademia della Vita (PAV)], e la stragrande maggioranza dei membri della PAV chiedano al prof. Don Chiodi di disconoscere questi gravi errori, o di dimettersi immediatamente dalla sua appartenenza a questa illustre Pontificia Accademia, il cui fondatore e padre spirituale papa Giovanni Paolo II ha combattuto senza ambiguità e con coerenza proprio contro questi stessi errori che il prof. Chiodi ora ci propone, errori che Giovanni Paolo II ha condannato in modo definitivo.

San Giovanni Paolo II fondò inoltre il PAV proprio perché illustrasse e difendesse le verità che Chiodi nega. (Prima della riforma della PAV, attuata da papa Francesco nel 2016, come membro ordinario a vita della PAV, dovevo prestare giuramento di non negare mai queste verità [cosa che, dopo la riforma, non è più obbligatoria], io non potrei che provare profonda tristezza per questo tradimento della PAV, particolarmente cara al cuore di Giovanni Paolo II, se vedute come quella di Chiodi non venissero ritrattate da lui stesso, dalla PAV, o da papa Francesco).

La verità etica e la falsità di questo proporzionalismo, tuttavia, non sono soggetto soltanto della fede cattolica, ma possono essere riconosciute anche dalla ragione umana[2]. Esse sono state difese con forza dai grandi filosofi pagani come Socrate, Platone e Cicerone e sono difese da membri di altre religioni, alcuni dei quali sono membri della nuova Accademia Giovanni Paolo II per la Vita Umana e la Famiglia che continua, senza ambiguità, il suo servizio alle grandi verità fondanti e agli scopi della PAV.
Prof. Josef Seifert
Presidente dell’Accademia Giovanni Paolo II per la Vita Umana e la Famiglia [vedi]
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[1] Mi affido qui al riassunto del discorso in LifeSite : "Mentre negli anni '50 e '60 era imperativa per i credenti, ora la grande maggioranza delle coppie di sposi credenti vive come se la norma non esistesse".
"Ufficialmente e oggettivamente la norma è rimasta", ma "anche molti pastori" non ne parlano. In pubblico, nella catechesi e nella predicazione, preferiscono non parlarne" mentre "negli incontri personali mantengono un atteggiamento molto indulgente quando viene sollevata la questione". "E quindi è significativo che Amoris Laetitia ne parli così poco".

[2] Vedi Josef Seifert, "Lo splendore della verità e gli atti intrinsecamente immorali I: Una difesa filosofica del rigetto del Proporzionalismo e del Consequenzialismo in Veritatis Splendor". Studia Philosophiae Christianae UKSW 51 (2015) 2, pp. 27-67; "Lo splendore della verità e le azioni intrinsecamente immorali II: una difesa filosofica del rigetto del proporzionalismo e del consequenzialismo in Veritatis Splendor". Studia Philosophiae Christianae UKSW 51 (2015) 3, pp. 7-37.
[Traduzione a cura di Chiesa e post-concilio]

5 commenti:

Anonimo ha detto...

https://remnantnewspaper.com/web/index.php/articles/item/3651-schism-rising-seven-bishops-resist-pope-s-revolution

Anonimo ha detto...

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/01/12/perche-francesco-non-e-profeta-in-patria-i-suoi-improvvidi-amici-argentini/

Anonimo ha detto...

"L'impero del bene"
http://www.lanuovabq.it/it/la-dittatura-del-bene-che-si-fa-caricatura

irina ha detto...

E' impossibile e fuorviante la pretesa di imbastire una teologia sulle circostanze, sulla situazione. Impossibile perchè le circostanze e/o le situazioni sono sempre nuove ed imprevedibili. Fuorviante perchè quand'anche avessimo legiferato su tutto il possibile, il prossimo fatto simile sarebbe completamente diverso dall'ultimo legiferato.
E' molto più efficace la norma fissa, certa, che al momento sarai tu ad applicare secondo ragione nella situazione, comunque e sempre, imprevista ed imprevedibile. Si dirà che nel caso del coito si sa come va sempre a finire, no, non si sa; ripeto, molto dipende dall'educazione e dall'ambiente che si frequenta. L'ambiente oggi è da postribolo, cerchiamo di modificarlo, no? Il Cardinal Carlo Caffarra, parlava degli sposi come di due monaci medievali. Che significa? Che al primo posto nel loro cuore era l'amor di Dio. Impensabile oggi un'affermazione di tal genere quando la PAV è diventata nei fatti la religione PeneAnoVulva.

Anonimo ha detto...

Trasbordo ideologico inavvertito e dialogo
Note sulla guerra psicologica contro i cattolici
https://www.atfp.it/trasbordo-ideologico-inavvertito-e-dialogo/169-capitolo-1