Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

martedì 23 gennaio 2018

La ferita cilena diventa più profonda

Nella nostra traduzione dal Catholic Herald, un articolo sul rimprovero implicito del cardinale Seán O'Malley, rivolto al papa, per le sue accuse di calunnia contro le vittime di abusi sessuali in Cile. Il cardinale, arcivescovo di Boston è anche presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori, oltre che membro, perché scelto direttamente dal Papa, del comitato ristretto, il C9, che aiuta il Pontefice nel progetto di riforma della Chiesa universale. Immaginate cosa sarebbe successo sui media se le stesse parole fossero state pronunciate da Papa Benedetto?
Da notare, nella critica del cardinale, il tributo dato al papa citando sue corrette espressioni in altro contesto; un tributo che qualcuno chiamerebbe marchetta e che ricorre fin troppo frequentemente nell'eloquio di sacerdoti e vescovi, che pure predicano le verità cattoliche, quasi a assicurarsi un salvacondotto con l'aria che tira.
Ora qui non si tratta di preservare l'integrità della dottrina; ma viene messo in luce una volta ancora un comportamento contraddittorio rispetto alla tanto enfatizzata misericordia.

Il massimo consigliere di Papa Francesco per gli abusi sessuali nella Chiesa ha implicitamente rimproverato il Pontefice per le sue accuse di calunnia contro le vittime di abusi sessuali cilene, dicendo che le sue parole sono state "fonte di grande dolore per coloro che hanno subìto abusi sessuali".

Il cardinale Seán O'Malley, arcivescovo di Boston, ha detto di non poter spiegare perché Francesco "abbia scelto le parole particolari che ha usato" e che tali espressioni hanno prodotto l'effetto di abbandonare le vittime e relegarle ad uno "screditato esilio".

Nello sforzo immane di controllare i danni il cardinale O'Malley, nella sua dichiarazione, ha detto che Francesco "riconosce pienamente i gravi fallimenti della Chiesa e del suo clero che ha abusato dei bambini e l'impatto devastante che questi crimini hanno avuto sui sopravvissuti e sui loro cari".

Francesco ha innescato un clamore nazionale lasciando il Cile giovedì, quando ha accusato le vittime del più famoso prete pedofilo del paese di aver calunniato un altro vescovo, Juan Barros. Le vittime dicono che Barros era a conoscenza degli abusi di P. Fernando Karadima, ma non ha fatto nulla per fermarlo - accusa che Barros nega. Papa Francesco ha detto ai giornalisti cileni nella città settentrionale di Iquique:
“Il giorno in cui mi porteranno la prova contro il vescovo Barros, parlerò. Non c'è un solo briciolo di prova contro di lui. È tutta una calunnia. È chiaro?".
Le osservazioni del papa hanno sconvolto i cileni, disegnando un diretto rimprovero alle vittime e ai loro sostenitori (...).
Lo scandalo di Karadima ha sconvolto la credibilità della Chiesa cattolica in Cile, e i commenti di Francesco verosimilmente la oscureranno per il prossimo futuro.

L'attenta critica formulata dal cardinale O’Malley è rimarchevole poiché è raro che un cardinale rimproveri pubblicamente il Papa in questi termini. Ma le osservazioni di Francesco sono state così potenzialmente tossiche per gli sforzi profusi in lunghi anni dal Vaticano per invertire la tendenza su decenni di abusi sessuali clericali e di occultamento, che egli chiaramente ha sentito il dovere di replicare. 

Il cardinale O'Malley ha diretto il tanto pubblicizzato comitato voluto da Papa Francesco per la tutela dei minori fino alla scadenza del suo iniziale mandato di tre anni avvenuta lo scorso mese. Francesco non ha nominato nuovi membri e il futuro del comitato rimane incerto. Nella sua dichiarazione, il cardinale ha affermato:
“È comprensibile che le dichiarazioni di papa Francesco... siano state fonte di grande dolore per i sopravvissuti agli abusi sessuali da parte del clero o di chiunque altro",  “Parole che veicolano il messaggio ‘se non riesci a dimostrare le tue rivendicazioni, allora non sarai creduto’, abbandonano coloro che hanno subito riprovevoli violazioni criminali della loro dignità umana e relegano i sopravvissuti ad uno screditato esilio".
I commenti di Francesco si sono rivelati tanto più problematici se si tiene conto che le vittime di Karadima sono state giudicate tanto credibili dal Vaticano da condannarlo, nel 2011, ad una vita di "penitenza e preghiera". Anche un giudice cileno ha considerato le vittime credibili, dichiarando che, mentre era costretto a far decadere le accuse penali contro Karadima per il troppo tempo passato, non mancava la prova dei suoi crimini.

Le stesse vittime hanno accusato Barros di aver assistito agli abusi. Ciò nonostante, Francesco ha considerato le loro accuse "tutta calunnia" e che non avrebbe dato loro credito senza prove.

Per anni i funzionari cattolici hanno cercato di screditare le vittime di abusi accusandole di calunnia e di attaccare la chiesa con le loro rivendicazioni. Ma molti nella Chiesa e in Vaticano sono giunti con riluttanza a riconoscere che le vittime di solito dicevano la verità e che la Chiesa aveva erroneamente cercato di proteggere i propri membri, demonizzando e screditando i più vulnerabili del suo gregge.

Il cardinale O'Malley ha detto che non poteva adeguatamente riferire del caso Barros perché non conosceva i dettagli e non era stato coinvolto. Tuttavia ha insistito che il papa si impegna con "tolleranza zero" per gli abusi, dicendo: “Accompagnando il Santo Padre in numerosi incontri con i sopravvissuti ho assistito al suo dolore di conoscere la profondità e l'ampiezza delle ferite inflitte a coloro che sono stati abusati e che il processo di guarigione può durare una vita".

Le vittime di Karadima, già nel 2002, riferirono alle autorità ecclesiali  di essere state baciate e toccate nella parrocchia di Santiago da lui diretta. Ma solo nel 2010, quando resero pubbliche le loro accuse, il Vaticano avviò un'indagine che portò alla rimozione di Karadima dal ministero.
L'arcivescovo emerito di Santiago si è poi scusato per essersi rifiutato di credere alle vittime fin dall'inizio.

Francesco ha riaperto le ferite dello scandalo quando, nel 2015, ha nominato Barros, un protetto di Karadima, vescovo della diocesi meridionale di Osorno. La sua nomina ha offeso i cileni, diviso gravemente la diocesi di Osorno e ha ulteriormente minato la credibilità della Chiesa nel paese.

22 commenti:

marius ha detto...

si sa quando avennero i fattacci?

Anonimo ha detto...

Diciamo che adesso anche O'Malley ha alcuni Dubia :-))

grazie

Anonimo ha detto...

Per quel che ho letto, prima del 1984, data in cui furono denunciati privatamente all'allora vescovo della diocesi, che ignorò la denuncia.

viandante ha detto...

Gerusalemme (fede), Grecia (logos), Roma (ius) sono sempre stati i bastioni del nostro essere cristiani, ancor prima che cattolici. Probabilmente la pienezza dei tempi per la venuta di Cristo presupponeva queste tre realtà.
Ora sembra che il diritto non sia più necessario e che sia stato sostituito da personali intuizioni del ponteficie o di altri alti prelati. La cosa sta diventando molto pericolosa non solo per la fede ma anche per la nostra pelle. Le dittature sono spesso nate prevaricando la legge e il diritto.

Anonimo ha detto...

Seguendo la riflessione di Viandante: venendo meno lo ius, vedete forse in giro tracce sicure di fede e logos? Sembra maggiormente un panem et circenses globale, in cui per molti solo briciole, mentre il circo la rete per gli acrobati ce l'ha solo virtuale: chi cade, cade.

Anonimo ha detto...

OT Più di 40.000 alla Marcia per la Vita di Parigi, oltretutto - a giudicare dalle foto - con cattivo tempo:

https://www.corrispondenzaromana.it/notizie-brevi/marcia-la-vita-parigi-un-trionfo-oltre-40-mila-presenti/

Alex da roma ha detto...

Bergoglio in aereo ha chiesto scusa per le sue parole dicendo che si è spiegato male, ma che non ha prove....
Ha anche detto che il viaggio in Cile non è stato un flop...perchè le poche persone che sono andate da lui hanno pagato il viaggio da sole.....

Ostpolitik anni ‘70 riesumata ha detto...

S'ode a destra uno squillo di tromba ; A sinistra risponde uno squillo : D'ambo i lati calpesto rimbomba
http://traditiocatholica.blogspot.it/2018/01/tradimenti-schifosi-e-eroi-che.html#more

E' "obbligatorio" prendersi per mano e fare il girotondo intorno al mondo ..

Fael ha detto...

Sandro Magister in questo articolo spiega che Bergoglio prima ha ammesso gli abusi poi per una infrazione cambio il suo giudizio.
L' ambiguità è ricorrente in questo pontificato.
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2018/01/16/in-cile-francesco-si-sdoppia-e-non-si-sa-quale-sia-quello-vero/

Alex da roma ha detto...

Bergoglio si è avviluppato in un groviglio di contraddizioni. Sandro Magister le mette in rilievo. Il suo pezzo è tutto da leggere. Io qui anticipo solo una delle sue considerazioni:
"In Cile, rispondendo seccamente alla domanda di un giornalista, Francesco aveva parlato non di 'evidenze' mancanti, ma di 'prove'. E dell'uso di quest'ultima parola – in realtà poco o per niente diversa dalla precedente – ha chiesto scusa in aereo. Ha mantenuta ferma, invece, la correttezza della parola 'calunnia' da lui applicata a chi si dice vittima di abusi sessuali di cui il vescovo sarebbe stato a conoscenza.
Ha anche detto, però, di non aver mai dato retta alle 'vittime' perché né 'sono venute' né 'si sono presentate' da lui. Quando in realtà esse hanno chiesto più e più volte, pubblicamente, di essere ascoltate dal papa, affinché potesse verificare sulla base delle loro testimonianze proprio quelle "evidenze" che egli continua a dire mancanti".
http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/…/perche…/

Anonimo ha detto...

L'ideale ? Una bella frittura :
https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/01/22/papa-francesco-i-retroscena-sul-pontificato-tra-nomine-vita-privata-e-false-malattie/4108220/

Aloisius ha detto...

Ieri il papa, in ripresa televisiva, ha pubblicamente chiesto perdono alle vittime per aver chiesto loro le prove e averli per questo feriti.

Se ne desume che ha parlato senza pensare adeguatamente alle conseguenze di cio' che diceva, contraddicendo il suo impegno, perlomeno proclamato, di tolleranza zero contro la pedofilia.

E' una mia illazione, ma si puo' ragionevolmente pensare che, dietro questa uscita infelice, ci sia un'amicizia con Barros e che per tale motivo, di impulso, lo abbia voluto difendere.
Cadendo nello stesso errore dei prelati responsabili che, consapevoli o meno, hanno insabbiato, aggravando il disastro causato nelle le vite delle vittime e deturpando la Santa Chiesa.

Rammento un'altra contraddizione del papa in materia di pedofilia, quando perdono' un prete pedofilo per misericordia, creando la solita confusione tra l'assoluzione di chi si pente, riguardante pero' il segreto della Confessione,la giustizia terrena della Chiesa, che deve infliggere la giusta punizione e adottare le tutele necessarie a tutelare i bambini affidati alla Chiesa, i loro genitori e la stessa Santa Chiesa.

Almeno la riduzione allo stato laicale di un prete pedofilo, il cui crimine sua stato accertato, oltre alla pena prevista per l'orrendo crimine.

Il solo pensiero che i miei figli, in tenera eta' ( soprattutto il maschio, visto che la maggioranza dei pedofili sono omosessuali), possa aver subito una molestia sessuale da un prete, approfittando della fede e della fiducia di noi credenti, mi fa rabbrividire daldolore e infuriare.
La reazione della Chiesa, su questo orrore davanti a Dio e agli uomini, dovrebbe essere sicuramente scrupolosa nell'accertamento della verità, ma nel reprimerlo deve essere capillare, efficiente, dura e implacabile.

Anonimo ha detto...

Per ore 10:20 :

"Coloro che fanno la volontà del Padre sono i fratelli, le sorelle e la madre di Gesù ."
Svendere la Verita' per avere l'umana considerazione ?
Nel diabolico programma di abbattere la Fede ci sembra di comprendere un colossale peccato contro lo Spirito Santo .

by Tripudio ha detto...

Per evitare di applaudire istintivamente O'Malley, giova ricordare che è finanziatore e membro del board della Domus Galilaeae, l'enorme tempio neocatecumenale di Kiko Argüello in Israele. Un po' come dire che lui paga i devastatori della liturgia e i cristiani bramosi di convertirsi all'ebraismo.

irina ha detto...

Come si verifica una vocazione al sacerdozio? Attraverso un dialogo, una relazione, inclusiva, comunitaria, tra omosessuali volti a fondersi, negli altri e per gli altri, in un amore che, pur svuotando il singolo nella accoglienza di tutti, farà a tutti ritrovare nella kulandra, l'uomo nuovo? Se questi sono i parametri, la meta è stata egregiamente raggiunta. Complimenti.

Anonimo ha detto...


ABusi veri e presunti

Gli abusi sessuali ci sono stati e le coperture pure, ma è anche vero che c'è anche chi ci ha marciato e ci marcia.
Cosa si intende con "abuso"? Si intende oggi una forma di violenza triplice: morale o psichica, fisica, sessuale. Questa etichetta dell'abuso, in certi paesi, l'hanno applicata, senza distinguere, a certe istituzioni scolastiche e caritative ecclesiastiche del passato, in blocco.
Le madri singole, 50 o 60 anni fa, in certi paesi, venivano cacciate di casa. Venivano accolte da istituti di suore che le mantenevano, le facevano lavorare nei lavori umili delle suore, davano il bambino in adozione (c'era il disonore sociale etc.), e la madre naturale non lo vedeva più. Le giovani entravano e uscivano liberamente da queste case. Adesso, queste donne vengono presentate come vittime di un "abuso" e chiedono anche risarcimenti per la loro maternità "ferita". Le suore le hanno salvate dalla strada e forse dalla prostituzione e questa è la ricompensa, oggi. Ma quegli istituti, calunniati qualche anno fa da un noto film pieno di falsità (The Magdalene Sisters), non accoglievano solo ragazze madri (una minoranza) ma ragazze e donne che avevano problemi, di vario tipo, spesso con le loro famiglie. Alcune stavano poco tempo, altre più a lungo, se ne andavano poi ritornavano, a seconda.
Accanto ai casi (non pochi anche se sempre opera di una minoranza) di abusi e coperture provati e condannati, si è creata la figura dell'abuso presunto, cioè subito per il solo fatto di aver frequentato certe scuole per i poveri o gli orfani o certe istituzioni caritatevoli. In tal modo si sono ottenuti robusti risarcimenti ad personam, a cifra fissa, senza dibattito processuale, per migliaia di persone, catalogate in massa come "sopravvissuti"(survivors) per il solo fatto di aver frequentato quelle istituzioni. Per gli studi legali è stata una pacchia gigantesca.
La Chiesa ha fatto male a subire questa prassi, contraria a principi giuridici fondamentali, che ha permesso di criminalizzare l'intera Chiesa, oggi impunemente presentata dai media mondiali (noti propugnatori della virtù) come una sorta di associazione a delinquere, la cui attività principale sarebbe stata quella di "abusare" ragazzi e ragazze. Z.

Anonimo ha detto...

Riprendo il commento qui sopra di Z. da bambino abitavo di fronte ad un istituto di aiuto materno a ragazze/ donne madri che ivi partorivano poi davano il bambino in affido, ma non tutte, molte continuavano a vivere col figlio/a in istituto fino al compimento dei 18 anni dei minori, ne ho conosciute tantissime, speso venivano da altre regioni, adesso l'istituto si occupa solo di disabili gravi, tra cui il figlio di Grillo che fa 'generose' ,si fa per dire, donazioni, da buon genovese, ma mai lo viene a trovare, ma tant'è, le ragazze madri non ci sono più perché qui ti danno la pillola a 12 anni e vai col tango, tornando al quibus, spassionatamente, il Barros è visto in Cile come belzebù in persona e dato che con gli argentini non corre buon sangue, si può capire il perché del flop del viaggio con buchi neri al posto dei fedeli, non menziono Wojtyla, ma anche l'odiatissimo pastore tedesco faceva pienoni e non lo ammettevano mai, tra l'altro gli è anche andata bene perché in un video si vede che gli tirano un pacco o straccio bianco, non si vede bene, che gli arriva dritto in faccia, sarà meglio per lui che si esponga di meno, invece di stare in piedi senza protezioni, in Cile e Perù ci sono state violentissime manifestazioni contro, vuoi politicizzate, vuoi perché ormai ha stufato tutti quanti; per la Cina, il card.emerito Zen sono anni che denuncia che il vaticano ha venduto la vera chiesa sotterranea al partito, tutti patrioti i cattolici cinesi hanno da essere, chi si oppone sparisce e sono decine......scusate il lungo. Lupus et Agnus.

Anonimo ha detto...

Due cose: io non vedo commenti qui (né ne ho visti nei principali articoli che hanno riportato la pessima performance del Papa) che sostengono l'una o l'altra parte (innocentisti o colpevolisti), anche perché per cercare di farsi un'idea fondata bisognerebbe conoscere di più la vicenda, cosa che ci è sostanzialmente impossibile da questa parte del mondo. Per me Barros potrebbe pure essere innocente. Quello che si sottolinea è la totale incoerenza di Papa Francesco sulla questione, specialmente grazie al documento recentemente pubblicato da Magister, come pure l'aver rifiutato di dare udienza a tutte le parti coinvolte.

Quanto a O'Malley, so bene che è un progressista, e non mi è simpatico. Potrebbe anche avere interessi non chiarissimi nella vicenda. Così come non mi è simpatico il Sismografo, che dice che il vescovo andrebbe sospeso, ritengo puramente per populismo (ovvero: il popolo ha sempre ragione, a prescindere). Ma proprio per questo queste due uscite sono rilevanti, a testimoniare una situazione che il Papa non è più in grado di governare.

Anonimo ha detto...

https://cronicasdepapafrancisco.com/2018/01/23/la-neo-chiesa-costretta-alla-difensiva/
La neo chiesa costretta alla difensiva: effetti d’alta quota o strategia modernista?

Aloisius ha detto...

Quello che dice Anonimo Z. delle 12.35, sul gran calderone degli abusi, è vero.
Ricordo l'esempio del fratello di BXVI, direttore del coro, che avrebbe occultato 500 abusi...Scava, scava, per abuso si intendeva qualche scappellotto o qualche punizione un poco severa, o semplicemente inesistente.
E ogni volta che Ratzingher ha detto qualcosa di non allineato, è ricicciata la storia falsa del fratello insabbiatore/pedofilo.

Il solito trattamento riservato alla Chiesa cattolica, ingigantire a dismisura qualche colpa ed estenderla a tutta la Chiesa e negare, nascondere, manipolare o sminuire i meriti, di gran linga superiori.

Ma non bisogna passare all'eccesso opposto, negando mali che invece ci sono per difendere la Chiesa da questo trattamento spregevole.
La pedofilia nella Chiesa esiste, come la omosessualità, strettamente legata alla prima, soprattutto maschile.
Va individuata e accertata con competenza e prudenza, senza lasciarsi condizionare dai media, accertando caso per caso.
Ma va stroncata, e con le cattive.
Questo va detto e ripetuto.

Bergoglio sembra preoccuparsi solo di chiedere perdono a destra e a manca, anche con la pedofilia vedo parole, grancassa, contraddizioni come quella segnalata, ma pochi fatti.
Benedetto XVI, invece, fatto passare per una specie di mostro insabbiatore, se non ricordo male ridusse allo stato laicale circa 800 preti, dopo opportune indagini e senza grancassa.

Felice ha detto...

Bergoglio non vuole combattere la pedofilia. I cosiddetti pedofili in realtà sono omosessuali a cui piacciono non i bimbi ma i ragazzini (maschi) appena sviluppati. Combattere la cosiddetta pedofilia significa combattere la potentissima lobby gay del Vaticano, lobby che probabilmente ha avuto un ruolo importante sia nella abdicazione di Benedetto XVI sia nella elezione di Bergoglio. Bergoglio li copre (vedasi caso di mons. Ricca o del segretario di Coccopalmerio, come anche il mancato rinnovo degli incarichi per i membri della commissione di contrasto a questo fenomeno), altro che combatterli! La celebre frase "chi sono io per giudicare" è una sorta di garanzia di impunità per i preti e i
vescovi gay, come dire: "tranquilli, finché ci sono io nessuno vi darà fastidio!"

mic ha detto...

A seguito di alcune informazioni recentemente pervenute in merito al caso di S.E. Mons. Juan de la Cruz Barros Madrid, Vescovo di Osorno (Cile), il Santo Padre ha disposto che S.E. Mons. Charles J. Scicluna, Arcivescovo di Malta e Presidente del Collegio per l’esame di ricorsi (in materia di delicta graviora) alla Sessione Ordinaria della Congregazione per la Dottrina della Fede, si rechi a Santiago del Cile per ascoltare coloro che hanno espresso la volontà di sottoporre elementi in loro possesso.

Comunicato della Sala Stampa della Santa Sede, 30.01.2018