“INSTRUMENTUM LABORIS” E ATTENZIONE VERSO LE PERSONE
CON TENDENZA OMOSESSUALE: LACUNE E SILENZI
CON TENDENZA OMOSESSUALE: LACUNE E SILENZI
L’OMOSESSUALITÀ NON È SEDE DI DIRITTO
di Enrico Maria Radaelli
1) Sulle pagine della Instrumentum laboris che riguardano coloro che anche in tale documento vengono eufemisticamente chiamati “persone a tendenza omosessuale” vorrei manifestare una riserva di carattere generale: dai tempi infatti del Nuovo Catechismo della Chiesa Cattolica (1993), sostitutivo di quello di san Pio V, o Tridentino (1566), la Chiesa ha scelto di accettare e di includere, come se la cosa fosse possibile, una realtà supposta ontologica di “persone con tendenza omosessuale”.
Prima di questo Catechismo di tali persone il magistero della Chiesa ha parlato di sfuggita, p. es., nelle 45 Proposizioni condannate nei decreti del S. Uffizio del 24-09-1665 [contro i lassisti], nella Proposizione 28: « La pederastia, la sodomia e le congiunzioni con animali, sono peccati della stessa specie più infima: perciò nella confessione è sufficiente dire che ci si è procurati una polluzione » (Denz 2044), e naturalmente nel Catechismo Tridentino (p. 469 edizione Cantagalli): « Disonesti e adulteri, effeminati e pederasti non erediteranno il Regno di Dio » (I Cor 6,9). Ora, invece, nel testo del sopra detto Nuovo Catechismo, che vorrebbe supplire alle carenze del primo, si dà per scontata e per reale una tendenza la cui consistenza è invece tutta da vedere, e di cui potrebbe essere messa in dubbio l’esistenza ontologica almeno con tre considerazioni (i sotto indicati punti A, B e C), accettando unicamente il fatto ahimè storicamente riscontrabile di uomini che peccano contro la castità e dunque di uomini che, come tutti i peccatori, vanno certamente accettati, amati accolti e ascoltati, ma rigettando ogni pretesa ontologista del loro status, che è solo quello di una situazione peccaminosa, transeunte, accidentale e storica, deviante dall’innata tendenza dell’uomo al bene, qui quello della castità, elargita da Dio a tutti gli uomini.
Ecco le tre considerazioni:
A), L’uomo – tutti gli uomini – tende naturalmente al bene. Ma la « tendenza omosessuale innata » (CCC 2358) contrasta sia col Vecchio che col Nuovo Testamento, che non la ammettono. Per il Vecchio Testamento si possono segnalare almeno i seguenti passi scritturali:
- L’episodio di Sodoma (Gn 19,1-11);
- « Non avrai con maschio relazioni come si hanno con donna: è abominio » (Lv 18,22);
- « Se un uomo ha rapporti con un altro uomo come con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio; dovranno essere messi a morte; il loro sangue ricadrà su di essi » (Lv 20,13).
Per il Nuovo Testamento:
- « Non illudetevi: …né effeminati, né sodomiti, … erediteranno il regno di Dio » (Loc. cit.);
- « La legge … è fatta per … i fornicatori, i pervertiti … » (I Tim 1,8;10);
- « Per questo Dio li ha abbandonati a passioni infami; le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in rapporti contro natura. Egualmente gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in sé stessi la punizione che si addiceva al loro traviamento » (Rm 1,26-7).
Quindi, se le Sacre Scritture sono inerranti (almeno in fide et moribus), e le Sacre Scritture sono certamente inerranti (almeno in fide et moribus), v. Denz 3292s, 3652-4, tale tendenza non può essere né un bene, né innata, perché Dio non punisce l’uomo per ciò che l’uomo è, anche accidentalmente, p. es. per nascere cieco, o senza qualche organo corporeo, come a volte avviene, ma punisce l’uomo per ciò che egli fa, e che fa adempiendo tre precisi parametri: piena avvertenza, deliberato consenso, materia grave.
Ma se la « tendenza omosessuale » non è un bene, gli uomini che dicono di tendervi, tendono verso il male: tendono verso una direzione anomala, perversa, contro natura, e ciò fanno per desiderio, per concupiscenza; inoltre, secondo, non essendo tale tendenza innata, perché il suo innatismo metterebbe in errore, come visto, le Sacre Scritture, tali uomini vanno instradati con opportuni consigli spirituali, forse uniti anche a terapie collaterali, così da correggersi presto e compiutamente, tirandosi fuori dal loro peccato.
B), L’uomo – tutti gli uomini – tende naturalmente al bene. Se vi fossero persone con « tendenze omosessuali innate » (v. sopra), ciò significherebbe che tale tendenza sarebbe un bene. Ma non può essere un bene cui tendere ciò che dalla Chiesa, nelle azioni di un uomo conseguenti alla tendenza, viene con termini inequivocabili indicato come atti
« intrinsecamente disordinati, contrari alla legge naturale » (CCC 2357, dunque articolo che, pur precedendo di un solo numero quello visto sopra, lo contraddice): se le azioni sono “intrinsecamente disordinate”, non può non essere “intrinsecamente disordinata” anche la cosiddetta “tendenza” allo status che li porta a compiere tali azioni, anzi: lo dev’essere di più, come la causa (la tendenza) dev’essere di certo più dell’effetto (l’azione).
C) Tali persone, che pretendono essere riconosciute intrinsecamente “omosessuali”, quasi che la loro condotta disordinata, anomala e contro natura sia ontologica (non accettano neanche una prospettiva clinico-psico-terapeutica, sostenendo di essere tali geneticamente), asseriscono che le Sacre Scritture non si riferiscono a loro, quando parlano di sodomiti o di sodomia, ma a persone che compiono “atti omogenitali”, ma qui andrebbe chiarito invece che agli occhi di Dio (sia nel V. T che nel N. T.) ogni scelta, atteggiamento o atto sessuale che non sia teso alla vita, che non sia teso cioè a “dare figli a Dio”, è male, è atto intrinsecamente e gravemente peccaminoso. Posto che l’inclinazione al proprio genere sessuale (meglio: il desiderio, anzi l’impuro desiderio, anche per il CCC, il quale, p. es. al n. 377, lo chiama “concupiscenza”) è cosa che non porta ad atti fecondi per la vita, per dare “figli a Dio”, essa è intrinsecamente cattiva, in odio o quantomeno in disprezzo a Dio e ai suoi disegni (per orgoglio, perché tutto nasce dall’orgoglio: il narcisismo è una forma di orgoglio).
Queste tre considerazioni rigettano ab ovo ogni pensiero sul tema che sia fondato su pretese ontologiste, cioè sulle premesse attualmente in voga universalmente e che oggi allignano, come visto, pur se di certo senza suo dolo, anche nella stessa Chiesa.
Su questo punto la Chiesa odierna dovrebbe correggere il proprio insegnamento, come l’ha già corretto una volta nel passaggio dal Catechismo di San Pio V, il Tridentino, al Nuovo Catechismo, perché un sano e santo sviluppo della società e del mondo non può avviarsi che a partire da un insegnamento moralmente corretto. Esso, invece, in primo luogo si presenta fortemente disorganico nei confronti dell’insegnamento precedente, come si può osservare – il che non significa che anche l’insegnamento precedente, posto nel Tridentino, non vada corretto e migliorato, e anche in più punti –; e in secondo luogo, specialmente, non sembra essere veridico come dovrebbe, e in questi quarant’anni di vita mi pare si sia mostrato fortemente lacunoso, omettendo, Dio non voglia, per gran paura delle potenti lobbies sessiste, ma anche, in generale, dei loro fiancheggiatori, gli intellettuali a tendenza liberale, più o meno crudamente anticattolica, verità imperdibili, senza cadere peraltro in vero e grave difetto di magistero, perché tali insegnamenti sono stati dati sempre (un “sempre” relativo: esplicitamente, e in documenti conservati e ufficiali, solo dal 1566) in qualità di “verità connesse ai dogmi”, similmente a quelle “verità connesse ai dogmi” della cui forza chi scrive ha con ogni dovizia illustrato estensione e limiti in Dogma e pastorale (Editrice Leonardo da Vinci, Roma 2015, pp. 53-66).
Verità imperdibili, dunque, tali “verità connesse ai dogmi” su cui si soffermano i due più conosciuti Catechismi stilati nei secoli dalla Chiesa, ma non esse stesse dogmi, e dunque compatibili con qualche imperfezione, come mostra lo stesso Catechismo Tridentino, o, in altro ambito, mostrano i due Codex Iuris Canonici (il primo del 1917, il secondo del 1983), o le canonizzazioni dei santi (che a volte, come si sa, furono anche di santi inesistenti); le “verità connesse”, va ribadito, sono verità storiche, dunque defettibili, sicché, dogmaticamente parlando, la Chiesa è salva. Ma lo scandalo dell’errore, allorché individuato, andrebbe tolto di mezzo sempre al più presto, correggendo l’errore e pubblicizzando la correzione nella misura in cui fu fatto e fatto conoscere l’errore.
Da come stanno le cose, potrebbe sembrare quasi che le lobbies sessiste e i loro fiancheggiatori siano riuscite a spostare la linea di demarcazione che la Chiesa dovrebbe riconoscere tra bene e male inducendola, con impropri, inaccettabili e tendenziosi argomenti cosiddetti “scientifici”, a farle includere nel bene anche gli atti di coloro che sarebbero “affetti” da tali « tendenze omosessuali innate », ma la vera e originale linea di demarcazione è quella tra purezza e impurità, tra carnale e spirituale, tra castità e incontinenza, come dicono le Scritture: « Chi semina nella sua carne raccoglierà corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna » (Gal 6,8).
Le lobbies omosessuali e i loro fiancheggiatori sono riusciti anche a spostare l’attenzione di tutta la società su un suo aspetto marginale (non accidentale, ma marginale, circoscritto), come la sessualità, moralmente corrompendo tutta la società come materialmente la corruppe la peste nera nel 1347, così che ora viviamo in una società ipersessualizzata, ipercarnale, potremmo dire anche insatanassata, dove cioè il sesso è presente come fosse il sale della terra, con grave perdita della sua spiritualità, che è invece il suo elemento davvero non marginale, non circoscritto, ma sostanziale e illimitato (v. Mc 5,13). Al contempo di questa invadente e abietta ipertrofia sessista, inaspettatamente avviene che, in sgradevole simmetria eguale e contraria, ci tocca vivere anche in una società che oggi si rivela gravemente e volutamente infeconda, destinata perciò alla propria atrofia, al proprio autoannientamento. D’altronde, né il singolo uomo né la società può vivere etsi Deus non daretur, “come se Dio non ci fosse”, che è il principio che si è voluta dare la società occidentale e liberaloide d’oggi, a partire dalle sue stesse Costituzioni. Sicché questa tendenza autodistruttiva è destinata a essere prima o poi corretta da Dio, con una correzione che Dio stesso, nella sua bontà, garantisce col suo celebre giuramento: « Portæ Inferi non prævalebunt » (Mt 16,18).
La Chiesa è l’unica Società che può salvare i popoli e le Nazioni, ma si ha l’impressione che forse qualche suo Pastore – come d’altronde è avvenuto in altri secoli in duri confronti avutisi con altri potentati – si sia lasciato prendere da un eccessivo timore delle lobbies sessiste dominanti, così da produrre senza volere delle convinzioni come quelle viste al punto A), e il combattimento dunque per la necessaria correzione degli insegnamenti da dare sul tema potrebbe essere portato anche intra mœnia e potrebbe non essere privo di grandi scosse.
Ma la purissima Vergine ha sempre protetto e sempre proteggerà la sua santa Chiesa, specie quei suoi figli che ciò vogliono e chiedono, salvaguardandola, lei e i suoi figli, dagli schizzi di impurità anche minimi con cui il Nemico vorrebbe infangarla, spingendola presto alla purezza dogmatica che la guida.
A proposito, infine, della castità, cui ora si è accennato, andrebbe ricordato – e questo vale anche per i cosiddetti divorziati risposati, cioè i concubini) – che la castità e la purezza di cuore sono dovuti a una condotta di vita richiesta dal Signore come status naturale da tenere sia nella condizione di celibi, sia in quella di sposati, sia infine in quella di consacrati, come indicato dal Signore: « Se non vi farete piccoli come questo bambino non entrerete nel Regno dei cieli » (Mt 18,4): l’impudicizia, la concupiscenza, è una tentazione; la purezza non è uno dei tanti possibili modi di vivere il matrimonio (e la vita in generale), ma è lo status ontologico dell’uomo, fuori e dentro il matrimonio che sia.
Certo, per mantenerla è necessaria la grazia, ma lo status dell’uomo, anche nel matrimonio, è la purezza, è la castità, non l’impurità, non la lussuria. È vivere secondo lo Spirito, non vivere secondo la carne: « Chi semina nella sua carne, dalla carne raccoglierà corruzione, chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccoglierà vita eterna » (Loc. cit.).
La grazia è decisiva per il combattimento, ma l’uomo, di suo, non è che dopo il battesimo sia costretto quasi a guadagnare un territorio di santità e di purezza in cui non si troverebbe originariamente, ma, dopo il battesimo, e ancor più dopo la cresima, e ancora più poi dopo ogni comunione eucaristica, dovrebbe ricordare che il suo status naturale è la purezza, dunque lontano da ogni tendenza malsana, da ogni tentazione-inclinazione impura: per grazia, si manterrà puro come puri sono i bambini, ossia come puro era stato egli stesso fin quando era stato bambino.
La purezza del cuore è l’unica via a essere atta, oltre che per la santità, anche per tornare a rendere feconda la società, viva la civiltà, promettente il futuro. La castità e la legge morale garantiscono e donano un benessere sociale anche materiale, perché il Signore, Cristo Gesù, premia con grazie anche materiali, se pur secondarie rispetto alle spirituali, la condotta morale di una società che segue i suoi comandamenti, il suo Vangelo, come suggeriscono anche alcune dottrine economico-finanziarie cattoliche che sollecitano intraprendere politiche che sappiano legare con rigore ambiti solo apparentemente lontani tra loro, come parrebbero essere il morale e l’economico-finanziario, ma le Scritture sono piene di vivi suggerimenti in tal senso: « Il Signore annulla i disegni delle nazioni, rende vani i progetti dei popoli » (Sal 32,10), « Il Signore ha dato, il Signore ha tolto » (Gb 1,21), e, nel N. T., Lc 12,6: « Cinque passeri non si vendono forse per due soldi? Eppure nemmeno uno di essi è dimenticato davanti a Dio », o anche I Cor 3,7: « Né chi pianta, né chi irriga è qualche cosa, ma è Dio che fa crescere ». Il Signore, padrone anche della materia, premia chi segue con purezza d’animo e con apertura alla vita (anche il rifiuto di metodi contraccettivi fa parte della castità) i misericordiosi e santi insegnamenti della Chiesa, dando alla società fecondità e benessere: spirituali sempre, e a volte, per i Suoi fini superiori e dunque sempre squisitamente spirituali, anche materiali.
Prof. Enrico Maria Radaelli
14 commenti:
Grazie.Riordinate le confusioni con rigore e con carità indicati i rimedi.
VIVA LA FACCIA!!!!!
ERA ORA CHE QUALCUNO LO RICORDASSE al cattolico moderno !!!
Altro che chi sono io per giudicare.... Sei il papa ecco chi sei.... o almeno dovresti esserlo ... ma evidentemente.... sei solo un equivoco.
Grande Prof. Radaelli !!!!
Molto bello quello che ci ricorda il professor Radaelli! Sta di fatto che i veri amici degli omosessuali e dei pubblici concubini sono quelli che ricordano loro la Verità e non quelli che danno loro pacche sulle spalle, perchè a forza di pacche si arriva prima all'inferno. Sinceramente ho pena per tutti questi omosessuali e questi divorziati risposati e i conviventi, perchè non sono amati nè dallo Stato, che si comporta come un padre irresponsabile che essendo un eterno Peter Pan non si prende cura con virilità dei suoi figli, nè dagli uomini di Chiesa glaciali (tiepidi è troppo poco)che pur di rimanere in auge o per codardia e tradimento vendono le anime al demonio. Se sapessero questi peccatori quanto Dio li ama e quanto ha pagato per riscattarli porterebbero con gioa la loro croce. Oggi il problema è che non si vuol portare la croce, come se la croce fosse una maledizione (idea un po' farisaica), mentre solo portando la croce si arriva alla santità e la croce non la si porta mai da soli, c'è sempre Gesù che la porta con noi, come il Cireneo. Non saremo mai abbandonati quando vogliamo servire Dio, mentre se vogliamo fare da noi e cerchiamo l'aiuto umano, l'aiuto di leggi inique, falliremo e non saremo certo felici. Che il buon Dio illumini queste anime ingannate e le liberi da chi le usa per fini poco nobili.
Ottimo, Enrico!
Osservatore
http://www.corrispondenzaromana.it/la-penitenza-chiesta-dal-cielo-e-odiata-dal-mondo/
Dopo il placet del Cardinal Bagnasco al Family Day del prossimo 30 gennaio, molti vescovi hanno preso coraggio ed hanno benedetto tale iniziativa nata dalla base laicale. Ad esprimere appoggio è scesa in campo anche la Conferenza episcopale piemontese con un suo comunicato.
In esso c’è un passaggio assai critico. «Ribadiamo che tutte le unioni di coppie – si legge nel comunicato – comprese quelle omosessuali, non possono essere equiparate al matrimonio e alla famiglia. Tenuto fermo questo principio, anche le unioni omosessuali, come tutte le unioni affettive di fatto, richiedono una regolamentazione chiara di diritti e di doveri, espressa con saggezza». In breve: “matrimonio” gay no, ma unioni civili omosessuali sì. Peccato che il Magistero sia di avviso opposto in merito alla regolamentazione delle unioni omosessuali.
....
http://www.corrispondenzaromana.it/family-day-la-fuorviante-dichiarazione-dei-vescovi-del-piemonte/
“Il potere temporale è soggetto a quello spirituale come il corpo all’anima”
(Tommaso, De regimine principum, l.1, c.10; Cfr. R. SPIAZZI O.P.,Enciclopedia del pensiero sociale cristiano,ESD, Bologna, 1992, pp. 188-194, 212-215).
"anche le unioni omosessuali, come tutte le unioni affettive di fatto, richiedono una regolamentazione chiara di diritti e di doveri, espressa con saggezza".
Una tale buaggine è contro il Magistero della Chiesa:
Cito testualmente il catechismo della chiesa cattolica al 2357:
« gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati ». Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.
Evidentemente la Conferenza Episcopale Piemontese ha deciso di abbandonare la retta fede e dottrina e pertanto non può più essere seguita in retta coscienza.
L'apostasia oramai dilaga.
Pessimo articolo.
La Sacra Scrittura non è in fallibile "almeno" in materia "de fide et moribus", ma è inffalibile nella sua totalità.
Detto questo, non sembra che i passi scritturisti citati siano dirimenti circa la questione relativa all'innatismo della tendenza omosessuale.
Neppure il magistero precedente dirime la questione.
Ora : o la tendenza omosessuale è innata oppure è scelta.
Affermare che tutti gli omosessuali scelgono di essere tali non è veramente corrispondente al vero.
Ciò non significa legittimare la pratica omosessuale, ben inteso.
Io vivo sulla mia pelle un'attrazione per il mio stesso sesso, proprio non me la sono scelta, l'ho avvertita sin da bambino.
Detto ciò sono conscio che il mio "status" come del resto quello di tutti in modo diverso pone delle precise responsabilità morali davanti a Dio e davanti agli uomini come testimonianza.
Sono sempre stato convinto che l'unica via che potessi percorrere è quella della castità, anche se ahimè in passato ho deviato un po', conscio però di sbagliare e senza rivendicare il diritto di poterlo fare.
Mi aiuta molto seguire l'apostolato di Courage, che è vuole essere l'accompagnamento pastorale delle persone omosessuali che vogliono seguire ciò che la Chiesa insegna.
Chi di voi conosce persone con questa tendenza, potrebbe segnalarlo loro, dopo aver preso visione di cosa si tratta:
www.courageitalia.it
Sono certo che si farà del bene a queste persone. ch magari vivono questo problema nel buio della solitudine.
GGG
@ Sull'attrazione omosessuale e come combatterla
Vediamo innanzitutto alcuni dati di fatto.
a. Non esiste in natura, nel senso che la sua origine biologica non e' stata affatto provata. 50 anni di ricerche non sono affatto riusciti a dimostrare l'esistenza di un "gene gay" o di un "cervello gay". Oggi si e' sparsa la convinzione che gli omosessuali siano nati cosi, ma si tratta di un falso, diffuso dai media e dalla pseudo-scienza.
b. L'attrazione come tale, che cristianamente ci appare nella forma di "tentazione" ad avere pensieri o a compiere atti contrari ai comandamenti divini, non e' in se' peccato. Il peccato richiede la partecipazione del nostro libero arbitrio. E' peccato anche "desiderare la donna d'altri" e quindi anche aderire con la mente a certe immaginni, che nutrono la tentazione, quale che sia. Il fatto della tentazione non deve indurre allo smarrimento. Essa va combattuta con le armi della preghiera e dell'uso frequente dei Sacramenti (confessione, S. Messa, Comunione). La tentazione, qui nella forma di un'attrazione contro natura, noi sappiamo venire anche dal demonio. Anche da lui o in certi casi solo da lui. E' un mistero. L'azione del demonio va comunque messa nel conto, essa si sovrappone a quella della nostra natura anche se sembra venire solo da essa. A maggior ragione la preghiera e la volonta' di chiedere l'aiuto della Grazia per vincersi sono necessarie.
3. Sussidiariamente l'aiuto della vera scienza: psicoterapia (psicoanalisi seria, psichiatria, psicologia).
4. La castita' e' il primo passo, contro tutti i peccati della carne, ma bisogna giungere a "rinascere nello Spirito" cioe' ad esser capaci di respingere le tentazioni che si presentino nella nostra mente, ogni volta che si presentino. Opera difficile ma non impossibile, con l'aiuto appunto della Grazia.
5. L'ideologia gay e' una pericolosa forma di pazzia con la quale si vuole imporre "lo stile di vita gay" all'intera societa', distruggendo il matrimonio secondo natura in quanto tale e quindi il fondamento stesso di ogni societa'. Essa va combattuta in tutti i modi.
Chi la combatte non odia gli omosessuali, semplicemente non accetta che attivisti gay e femministe diventino i nostri padroni, tutto pervertendo, a cominciare dalla scuola e dalla famiglia, portando cosi' il popolo italiano alla rovina piu' completa. parvus
Bella testimonianza di Anonimo che si firma GGG, anch'io ho amici che fin dall'infanzia avevano modi effeminati, pertanto non sempre credo sia una tendenza voluta. Diciamo che c'è un mistero: forse troppi alimenti contenenti ormoni? Non so, so solo che ogni cosa può essere offerta a Dio, che Dio è la risposta a tutti e a tutto, perchè ognuno di noi ha una croce da portare, sicuramente non voluta, ma l'eroismo si vede da questo da come si combatte contro le nostre miserie e con quanto amore portiamo le nostre ferite, sicuri e speranzosi nella grazia di Dio. Non solo gli omosessuali sono tenuti alla castità, anche glieterosessuali non sposati e in una certa misura anche quelli sposati. Non è un castigo, è certamente una prova amorevole per farci guadagnare un premio infinitamente più grande della prova a cui siamo sottoposti, perchè oltretutto abbiamo sempre (se lo chiediamo) l'aiuto di Dio e della Madonna che mai abbandonano un figlio nella battaglia.
Bisogna tener conto anche della biografia della persona, in particolare i primi anni di vita, la composizione familiare e quali sono state le persone più vicine al bambino o alla bambina. Senza fare processi a posteriori, spesso inutili e traumatici per tutti, ma per avere un quadro più veritiero possibile. Sono certa che ottime guide spirituali e mediche esistono e possono aiutare. Molto d'accordo con la castità della vita e una sana e seria religiosità;questi due elementi sono il terreno sul quale fluisce la Grazia di NSGC che solo dona la capacità di guardare a tutta la propria condizione e di accettarla comprendendone il senso ed il fine (senso e fine che sono unici,proprio di quella persona unica e di nessun'altra).
Nella mia esperienza i bambini che sembravano femminucce, erano tali perché la mamma, la nonna o altre donne di famiglia li combinavano cosi e li inducevano a praticare attivita' più adatte ad una bambina ( giochi, sport o altro). Viceversa per certe bambine eccessivamente mascoline. Inoltre in molti casi c'è stato un abuso di un adulto o un giovane su di loro. Abuso sessuale o anche solo psicologico.
Iin questo senso non e' voluta l'omosessualità. I bambini, purtroppo, non possono scegliere da chi nascere e come venire educati e protetti dagli "orchi". Io non ho ancora conosciuto un omosessuale maschio o femmina con alle spalle una fmiglia veramemte sana di mente e di corpo. C'e' sempre un qualcosa che non va in modo molto serio. Molti di quelli che ho conosciuto, non sono persone psichicamente a posto, e penso che prima sviluppano problemi psichiatrici, poi diventano omosessuali. Per es.molti sono affetti da un narcisismo patologico e da manie di protagonismo.
Rr
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