C'è una realtà che dobbiamo guardare in faccia senza le deformazioni buoniste del politicamente corretto, nella speranza che il potere finora egemone, supportato dai burattinai sovranazionali, non riesca a soffocare le forze sane che tentano di formare il nuovo governo. Purtroppo è solo uno dei tanti problemi che il nostro Paese, e l'intero Occidente europeo, si trovano a dover affrontare. Per troppo tempo la sinistra si è fatta paladina di un buonismo che maschera la connivenza con un progetto della fratellanza musulmana avviato ormai da anni, mettendo in pericolo il paese e il popolo da una invasione senza controllo sempre più difficile da gestire.
Souad Sbai, ex parlamentare e giornalista esperta di terrorismo a Lo Speciale:
Sbarchi fantasma di presunti jihadisti. A scoprirli sono stati gli uomini della Guardia di Finanza di Palermo che hanno fermato all’alba tredici persone. Uno dei protagonisti del traffico che dalla Tunisia arrivava fino a Marsala, è sospettato di essere vicino ad ambienti terroristici, nelle intercettazioni si parla di un suo viaggio in Francia senza ritorno e di azioni pericolose: “Dio mi aiuti per quello che devo fare”, diceva. Il prezzo di una traversata variava dai 3.000 ai 5.000 euro. Ad ogni viaggio, che partiva dalla provincia tunisina di Nabeul, venivano imbarcate dalle 10 alle 15 persone. In compenso il viaggio avveniva su gommoni ultra sicuri e non pericolosi come le sgangherate imbarcazioni che trasportano normalmente i migranti e che rischiano di affondare durante le traversate.
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Quale imam "deradicalizzerà" il giovane algerino?
Radicalizzazione e de-radicalizzazione, un binomio di cui finora si è sempre sentito parlare molto poco e che dopo l'arresto del sedicenne italo-algerino che attraverso la chat del canale di Telegram dedicato al Califfato riusciva a gestire due gruppi di propaganda in favore dell’Isis, è tornato alla ribalta. Il giovane, secondo le risultanze delle indagini oltre che all'attività telematica di cyber propaganda radicalista si stava auto-formando nella preparazione di ordigni artigianali ed era, questo dicono gli inquirenti, pronto a realizzare un dispositivo rudimentale per compiere un’azione presso la sua scuola.
Ma non è questo a necessitare una riflessione diversa da quelle già portate avanti relativamente ad altri casi simili, bensì la strada che per lui è stata scelta e cioé un percorso di de-radicalizzazione con un imam. Di cui al momento non si conosce nulla. Chi è? Di che nazionalità è? Quale corrente dell'Islam professa e insegna? Quali i limiti della sua azione sul giovane? Presso quale moschea è stato selezionato? Da chi è frequentata? Tutte domande a cui, per il momento, non è possibile rispondere e c'è da chiedersi a chi sia venuta l'idea di sottoporre il ragazzo, che viene descritto già profondamente radicalizzato, ad un percorso del genere con un personaggio pressoché sconosciuto.
Una considerazione semplice, di carattere geografico e geopolitico ad esempio ci dice che potrebbe creare qualche problema associare un imam marocchino ad un soggetto di origine algerina, visto il clima non favorevole da anni in corso fra i due Paesi. È un imam somalo? O piuttosto indonesiano? La domanda non è campata in aria, perché non poche volte abbiamo assistito alle ''performance'' di sedicenti imam fai da te capaci di diffondere una versione religiosa agghiacciante, che più lontana dal dettato originale non c'è.
La de-radicalizzazione è una cosa seria, va messa in campo con professionisti formati e specializzati. Ho avuto la fortuna di portare avanti dei corsi in tal senso presso la Penitenziaria, con l'ausilio di personalità scientifiche di altissimo profilo che hanno spiegato come si 'eradica' una convinzione di morte dalla mente di una persona. Affidarsi ad un imam di cui al momento non è dato sapere nulla in tema di convinzioni e di modalità di insegnamento non mi pare, visto il personaggio che si va a trattare, una scelta di grande lungimiranza.
Un esempio? Quello della Francia, dove è stata la senatrice Esther Benbassa che dopo aver co-guidato una commissione per valutare l'esperienza della de-radicalizzazione con imam così si è espressa: ''Ad oggi la deradicalizzazione in Francia è un vero fallimento'', condendo la sua affermazione con l'espressione ''principianti allo sbaraglio''. Non conoscere il fenomeno del proselitismo made in Fratellanza Musulmana, le sue origini e la sua metamorfosi rischia solo di stoppare per un po' di tempo qualcuno che quando avrà finito il percorso non avrà intaccato di un millimetro il suo radicalismo.
Con un'età di radicalizzazione che, come abbiamo visto da Torino a quest'ultimo fenomeno, si abbassa sempre più, come testimonia l'inchiesta francese ''La Tentation Radicale'' che fotografa l'estremizzazione giovanile già nel periodo in cui si è fra i banchi di scuola. Dove il ragazzo radicalizzato dovrebbe tornare praticamente subito, senza che il percorso sia nemmeno stato valutato. Scelta che lascia sgomenti, specialmente in relazione ai provvedimenti presi nel frattempo nei suoi confronti. Radicalizzato, torna fra i banchi di scuola. Quale sia la ratio della decisione, non è dato capire. Souad Sbai - Fonte
11 commenti:
Interessante analisi (anche se parziale) di Lucia Annunziata sull'accaduto di ieri. :
Livido, deluso e arrogante. Il gran fallimento della seconda giornata di consultazioni ci svela il vero volto di Di Maio. Spettacolo ultraterreno vedere quel viso levigato, impassibile sotto ogni pressione, quella fronte senza mai una ruga di fatica, cedere sotto la umanissima mazzata della delusione. Sembra un po’ di rivedere la stessa trasformazione che ha attraversato poche ore prima, oltreoceano, un altro trentenne di successo, Mark Zuckerberg, la cui immacolata immagine di sicurezza si è sciolta nelle gocce di sudore che hanno alla fine invaso la sua implacabile fronte, sotto lo sgarbato interrogatorio del Congresso americano.
Capita ai giovani leader quando escono dal terreno di sicurezza che si sono costruiti intorno. Nulla di male. Son giovani e si faranno. Le loro debolezze non gli fanno male sul piano personale. Quello che ci riguarda è invece che il nuovo Di Maio, nell’ora della sua difficoltà, ci ha anche rivelato la debolezza e la supponenza etica che si celano dietro il teorema politico su cui si sono mossi i 5 Stelle in questo periodo.
Abbandonato da Salvini, irriso da Silvio Berlusconi, anche di fronte alle macerie in cui un anziano leader ha ridotto l’attento piano di arrivare a palazzo Chigi, Luigi Di Maio si presenta sulla tribuna del Quirinale e non fa un minimo di autocritica. Ripropone i propri mirabili sforzi, la propria giustezza, e ancora ha la forza di dare ordini e condanne a tutti. “Berlusconi deve fare un passo di lato”, “la posizione di Salvini non la comprendo”, “il Pd è fermo su posizioni che non aiutano”.
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A che titolo gli altri debbano fare quello che lui dice loro si fa finalmente chiaro nell’affanno del momento. I pentastellati sono i possessori unici del diritto morale nella terra della politica. Per cui ognuno deve fare quello che loro vogliono, se vogliono essere salvati.
Che è poi il vero pensiero accuratamente nascosto della presenza politica dei 5 Stelle. È proprio infatti con la stizza da predicatore stufo dei suoi peccatori che Di Maio chiude con secchezza il discorso e se ne va. Lasciando il povero elettore che lo segue da casa senza un straccio di proposta per la sua resurrezione, per non parlare del futuro prossimo.
Eppure, bastava che Di Maio, o chi per lui, facesse meno giochi, avesse un minor alto senso di sé, e forse avrebbe capito che è difficile mettere qualcuno nel sacco in politica. La politica essendo il posto dove si scaricano, in generale, tutti i più competitivi e furbi del pianeta. In politica valgono reti di rapporti seri, costruzioni di relazioni non strumentali, e concretezza. Ma i pentastellati si sentono al di sopra di queste cose. In questo senso sembrano già Renzi senza nemmeno essere andati a palazzo Chigi.
E infatti alla fine sono stati messi nel sacco proprio da colui che è il più resistente inquilino della politica, nonché il più furbo dei furbi, Silvio Berlusconi.
Un Silvio doc che esercitando la sua forza di trattativa in privato e accennando qualche mossa da cabaret in pubblico ha in un colpo solo distrutto il piano “dei due vincitori”, ha sminuito Di Maio, ha convinto Salvini a stare nel centrodestra, dandogli il diritto all’incarico, e si è intestato una leadership moderata e rassicurante sulla politica estera in un momento in cui il Quirinale ha bisogno di ogni possibile aiuto per formare un governo che appaia solido a sufficienza da reggere i tremori delle esplosioni in Siria. Anche questa nel centrodestra è stata una molto dovuta operazione chiarezza.
Sul Pd invece non c’era da far chiarezza perché la inadeguatezza dell’organizzazione è stata alla luce del sole per tutto questo mese post elettorale: oggi alle consultazioni questa assenza di iniziativa è stata solo confermata dalla catatonica fibra delle dichiarazioni della delegazione. L’unica verità che luccicava, dietro le solite parole di ragionevole necessità di “dare al più presto un governo al paese” è che il Pd oggi ha un’unica speranza: quello di essere la plastilina in mano a Mattarella. A sei settimane dal voto possiamo dire che un giro vero di vincitori e vinti cominciamo a vederlo.
https://infosannio.wordpress.com/2018/04/12/lucia-annunziata-di-maio-come-zuckerberg/
Segnalo http://roma.bakeca.it/dettaglio/eventi-feste/incontro-nazionale-del-movimento-umn4159390212
Il Cognoscente
http://m.ilgiornale.it/news/2018/04/13/chiede-fondi-per-padri-italiani-divorziati-governo-dice-no-solo-ai-mig/1515212/
Don Carlo Rocchetta aveva chiesto fondi per i padri divorziati. Il governo li nega "perché non destinato ai rifugiati, bensì ai padri separati in difficoltà"
Dire che non è normale è razzismo?
Francesco Carnelutti, uno dei più grandi giuristi ed avvocati italiani, scrisse questo testo contro l'assurda idea che avvocati, magistrati, studiosi e docenti di materie giuridiche dovessero occuparsi e dedicare il loro tempo solo allo studio del Diritto. Carnelutti, al contrario, amava occuparsi dell'Uomo, approfondendo temi di antropologia, filosofia e teologia. Tutto questo, dai suoi colleghi che gli rimproveravano queste "evasioni", era considerato "tempo perso". E da qui, il titolo di questo libro oggi come mai attuale: per i tecnici del diritto, amare la conoscenza e l'Uomo sarà sempre tempo perso. Ma, ironizzava Carnelutti, "chi non sa altro che il diritto, in realtà non sa il diritto..."
Maurizio Blondet, excellent comme toujours :
https://www.maurizioblondet.it/siria-memoria-corta/
Predoni magrebini sono risultati i responsabili della tragedia di p.za San Carlo a Torino. Hanno spruzzato gas urticanti.
E, in ossequio al politicamente corretto, la televisione sorvola sul fatto.
FINALE CHAMPIONS LEAGUE 2017
La follia in piazza San Carlo a Torino, costata la vita ad una ragazza italiana, è stata causata da un branco di migranti islamici che volevano derubare i tifosi e chissà cos’altro fare.
Ad un anno dal fattaccio, le indagini hanno portato ai colpevoli, tutti arabi, tutti irregolari, tutti giovani stranieri dunque che dimostrano così la loro voglia di integrazione.
«Una conferma dell’usuale impiego della taqiyya (dissimulazione, ndr) si è avuta recentemente con il jihadista algerino Farid Ikken, responsabile a giugno 2017 dell’aggressione ai poliziotti francesi a colpi di martello all’esterno della cattedrale di Notre Dame. Ebbene Ikken, come riportato dal Daily Mail , aveva precedentemente ricevuto niente meno che un premio dalla Commissione europea per la sua attività di giornalista contro la discriminazione ed era stato capace di non far sorgere alcun dubbio o sospetto riguardo le sue convinzioni islamiche a nessuno dei suoi colleghi» (L. Glori, Corrispondenza Romana, 6. 9. 17).
http://www.ilgiornale.it/news/mondo/partito-islamista-ora-fa-paura-introdurre-sharia-belgio-1516099.html
Il partito islamista ora fa paura: "Introdurre la sharia in Belgio"
Il Partito islamico belga correrà alle prossime elezioni amministrative
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Anche esponenti del movimento liberale come il deputato federale Richard Miller hanno dichiarato ‘inaccettabili’ le proposte, ammettendo la loro preoccupazione per un possibile successo di rilievo del partito islamista.
Proprio un’affermazione elettorale di questo movimento si aggiungerebbe allo spuntare di altri movimenti politici rappresentanti un Islam radicale come già successo in altri paesi d’Europa come in Olanda o Svezia. Ora, senza tante sorprese a questi paesi si aggiunge il Belgio. La domanda da porsi è chi sarà il prossimo paese ad ammettere tali partiti politici?
La democrazia viene strumentalizzata dagli islamici come il Cavallo di Troia per accedere al potere, porre fine alla democrazia e imporre lo Stato islamico retto dalla sharia. Ecco perché la democrazia diventa controproducente in questa Europa decadente, quando ci si limita alla dimensione formale e non sostanziale, senza verificare se l’attuazione della democrazia corrisponda al bene dei cittadini e alla salvaguardia della stessa democrazia dal nuovo totalitarismo islamico (Magdi Allam TgCom24, 17 aprile 2018)
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