Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

venerdì 19 aprile 2019

Gli appunti di Benedetto XVI "correggono" Amoris laetitia

Riproponendo l'enciclica di San Giovanni Paolo II "Veritatis Splendor" come argine al "collasso" della morale cattolica, Benedetto XVI in realtà entra in contrasto con quanto descritto dall'esortazione apostolica "Amoris Laetitia".
Quando un testo viene reso pubblico, acquista una sua autonomia anche dal suo autore e deve essere considerato per se stesso. Anche le Note di Benedetto XVI [qui] sulla crisi della Chiesa a seguito dei fenomeni di pedofilia non sfuggono a questa regola. Esse dicono oggettivamente qualcosa: tacerne vorrebbe dire rinunciare a prendere atto dell’autonomia del testo il che, dal punto di vista delle regole dalla interpretazione, sarebbe un atteggiamento scorretto.

Ora, il testo di Benedetto ristabilisce senza ombra di dubbio il valore della teologia morale così come illustrata dall’enciclica Veritatis splendor di Giovanni Paolo II. Di più: attribuisce a quel documento il grande valore di aver contrastato il “collasso” della teologia morale iniziato negli anni Sessanta per tentare di trattenerne i danni. La conseguenza logica da tirare è chiara: se viene incrinato l’impianto della teologia morale della Veritatis splendor, il “collasso” della teologia morale cattolica è destinato a continuare.

Capita ora che, esaminando un altro testo, quello della Esortazione apostolica Amoris laetitia di papa Francesco, si debbano riscontrare – sempre per la fedeltà all’autonomia del testo – alcune non marginali discontinuità con la Veritatis splendor (VS). Una vasta letteratura si è interessata (e si interessa) al tema. Qui mi limito ad elencarle sinteticamente: la legge divina come “ideale” e non anche come prescrizione; nessun riferimento alla legge morale naturale a fronte dell’ampia trattazione del tema nella VS; l’inesistenza di precetti morali negativi assoluti mentre nella VS se ne sistema la dottrina; il ruolo della coscienza come co-produttiva della legge morale e non solo interpretativa o applicativa di essa come nella VS; la trasformazione delle attenuanti alla norma in eccezioni alla stessa; il peccato presentato come “fragilità” e la indistinzione tra peccato mortale e veniale; il dubbio che l’aiuto della grazia renda possibile seguire la legge morale divina nelle situazioni difficili; la concezione della misericordia divina che, secondo Veritatis splendor non significa mai adattamento del bene e del male alle circostanze mentre in Amoris laetitia permetterebbe l’accesso all’Eucarestia nonostante la perdurante situazione oggettiva di peccato.

A molti queste discontinuità non risultano. Però se fosse vero che in Amoris laetitia non c’è nessuna discontinuità dottrinale rispetto a Veritatis splendor, perché nella Chiesa si sarebbe messa in moto un’ampia iniziativa nientemeno che per per rifondare la teologia morale cattolica a partire da Amoris laetitia?  Perché i teologi si starebbero mobilitando per rivedere la teologia del matrimonio a partire da questa Esortazione? Perché molte istituzioni accademiche cattoliche, prima di tutte la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale, si starebbero impegnando per realizzare la cosiddetta “conversione pastorale” della teologia morale richiesta da Amoris laetitia? E perché si continuerebbe a dire che Veritatis splendor deve essere letta a partire da Amoris laetitia e non viceversa? Se la discontinuità non ci fosse, le due encicliche sosterrebbero le medesime idee di fondo e non ci sarebbe bisogno di rileggere niente né tanto meno di rifondare.

Nel testo delle Note di Benedetto XVI si dice anche un’altra cosa di grande interesse: si fa dipendere l’inizio del “collasso” della teologia morale dalla rinuncia alla prospettiva giusnaturalista, ossia del diritto naturale, pensando di riuscire a fondare la teologia morale solo su basi bibliche (faccio notare di sfuggita che il biblicismo è anche condannato dalla Fides et ratio). Ora, non si può non constatare che in Amoris laetitia non si parla mai di legge morale naturale o di diritto naturale: tali espressioni sono completamente assenti. 

La Veritatis splendor, invece, approfondisce molto la nozione di legge naturale, sicché la differenza di impostazione tra i due documenti risulta lampante. Essa ribadisce che, in teoria, la ragione umana è in grado di conoscere la legge naturale anche da sola, anche se di fatto non riesce a farlo senza la rivelazione. L’ordine morale stabilito dalla legge naturale è in linea di principio accessibile alla ragione umana ma dato il presente stato di natura decaduta, la divina rivelazione è efficace anche per la conoscenza delle verità morali di ordine naturale.

Per non essere infedeli all’autonomia dei testi, credo si debba osservare che Amoris laetitia non tiene conto della prospettiva giusnaturalista, mentre Benedetto XVI, nelle sue Note, la considera fondamentale. Ed infatti per la teologia morale cattolica l’aggancio con la morale naturale è di fondamentale importanza in quanto segnala la continuità organica delle due dimensioni della natura e della soprannatura che sgorgano dal medesimo Logos Divino. La legge nuova della sequela di Cristo non contraddice ma assume e trasfigura la legge della ragione, sicché non è da considerarsi come un positivismo cristiano o come prescrizioni per gli appartenenti ad una setta. ma come verità destinata a tutti gli uomini e che interpella l’uomo in tutte le sue dimensioni. La misericordia della legge nuova nulla toglie alla giustizia della legge antica. 
Stefano Fontana - Fonte

18 commenti:

mic ha detto...

Andrea Zambrano sulle Viae Crucis snaturate di oggi. In particolare al Colosseo la solfa sui migranti....

Questo non significa che nel corso delle meditazioni non ci debbano essere delle attualizzazioni sulla stazione che viene vissuta: ma sempre tenendo presente che il protagonista è Cristo, attraverso le cui sofferenze tutti siamo salvati. Non siamo di fronte ad una commemorazione umana di una vittima di soprusi e violenze. Ma siamo di fronte a quella sofferenza di Cristo: nella carne, nel costato, nelle spine. Quella sofferenza, non una metafora di tutti i mali del mondo.

Ma anche queste viae crucis ideologiche, fanno il paio con la moda dei presepi a tema, come abbiamo giù denunciato. Questo è causato dalla perdita del significato della Passione e redenzione del Dio Uomo. Si deve ormai giustificare sociologicamente la via Crucis, ribaltando totalmente i termini della questione: nella nostra cultura secolarizzata non è più la Croce di Cristo a dare senso ad ogni dolore umano, ma é il dolore umano a giustificare la croce e il perdurare del “pio esercizio” in un mondo ateo.

Insomma: è ancora una volta una fotografia di una chiesa che si vergogna di Cristo crocifisso e così facendo tradisce l’uomo, abbandonandolo nell’abissale solitudine del male e del dolore. 

Amici della Tradizione Cattolica - Forlì ha detto...

Se la Via Crucis del Sicario di Cristo si trasforma in un comizio mondialista, il cattolico ha un solo dovere: restare a casa (se sta a Roma) e (dovunque) spegnere la tv e meditare la dolorosa passione del nostro Salvatore chiedendogli perdono anche per quest'ultima sconcezza.

Anonimo ha detto...

Non so come, non so quando ma, il 'popolo di Dio' risponderà a tono. Meraviglioso! Sarà meraviglioso!

fabrizio giudici ha detto...

La Via Crucis si può benissimo recitare in casa e senza TV, come si è fatto per secoli.

Elle ha detto...

Mi permetto di aggiungere la stessa conclusione di Fabrizio perche' proprio l'anno passato , presa dagli scrupoli , volli partecipare alla Via Crucis nella mia Parrocchia (tenuta da 2 giovani preti sui 30 anni laureati alla Sant'Anselmo) . Urlantemente in tutte le stazioni hanno "pianto" per i poveri , per gli emarginati , per i disperati . In conclusione quella Via Crucis sembrava la bozza del CNL della CGIL-CISL-UIL , c'era la Croce di legno ma Cristo non c'era , e' stata tutto un " Guardatevi attorno , date la mani ai mendicanti , scambiate una parola con loro , non voltate lo sguardo dall'altra parte , e così via...) .
Per me una via Crucis , per me , tant'e' che mi sono detta :
" Per i miei peccati merito questa via Crucis " !
L'ho rifatta il giorno dopo in Chiesa , da sola ( nel pomeriggio non c'e' nessuno e la Chiesa alle 16,30 e' aperta e vuota ) così ho potuto aiutarmi con le meditazioni di Padre Pio , piangere la infinita sofferenza di Gesu' patita per me , per lavare i peccati miei , ho potuto finalmente piangere per tutte le spine e i chiodi che Gli ho confitto !
Santa Via Crucis a tutti .

Ecce Homo ! ha detto...

I Santi tutti i giorni meditavano la Via Crucis .
https://padrepiopietr.wordpress.com/2016/03/25/meditazione-di-padre-pio-sulla-passione-di-cristo/

Anonimo ha detto...

I "campi di raccolta simili a lager", le "navi a cui viene rifiutato un porto sicuro", le "lunghe trattative burocratiche per la destinazione finale", i "centri di permanenza, gli hotspot, i campi per i lavoratori stagionali". Sono queste le meditazioni per la Via Crucis di questa sera al Colosseo. Forse Papa Francesco, in quel Colosseo dove si uccidevano i cristiani, poteva parlare dei milioni di cristiani perseguitati oggi nel mondo. Come fece Giovanni Paolo II in più occasioni, come nel 1979 e nel 2000. E al tempo la persecuzione dei cristiani era niente rispetto a quella di oggi. Stasera alla Via Crucis si parlerà delle prostitute nigeriane. Tema importantissimo. Ma i cristiani nigeriani uccisi a migliaia in questi anni? Alla Via Crucis mancano soltanto Saviano e Greta, puberale ventriloquo dell'ambientalismo apocalittico. Il migrante in mare è il nuovo cristo, i cristiani morti a terra non sono niente.
Giulio Meotti

mic ha detto...

https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2014/04/venerdi-santo-silenzio-e-adorazione.html

Anonimo ha detto...


Giuste osservazioni sugli Appunti di Ratzinger da parte di S. Fontana

Nonostante i ben noti limiti di Ratzinger, che resta al fondo sempre un progressista moderato, i suoi Appunti rappresentano un elemento di rottura con la "pastorale" del papa attuale per ciò che riguarda la crisi morale della Chiesa, innanzitutto per il fatto di non ricondurla al c.d. "clericalismo", secondo la spiegazione ufficiale dei media adottata da papa Francesco, ma alla crisi della fede e della teologia cattoliche. Solo che questa crisi non è cominciata a partire dal 68, come sostiene R., ma nettamente prima e nel Concilio, invece di trovare un argine (come avrebbe dovuto), ha trovato le mine per far saltare gli argini. Questa verità R. si ostina a non volerla vedere, siamo pur costretti a dirlo e ripeterlo. E con lui si ostinano a non volerla vedere anche commentatori pur per molti aspetti validi.

Importante, oltre che giusta, è anche la rampogna di R. per l'abbandono del diritto naturale. Nella Amoris laetitia si nota lo sforzo pertinace di trovare sempre l'eccezione alla legge, naturale o meno, di fondare (di sfondare) la morale mediante il discernimento della situazione concreta cioè occasionale, di sostituire insomma la morale cristiana con la (non)etica della situazione, affidata al giudizio (discernimento) del singolo. Non dobbiamo dimenticare che quelle pagine di AL sembrano scritte come per legittimare un malcostume preesistente e a quanto pare abbastanza diffuso, cioè la comunione data a persone in pervicaci situazioni gravemente irregolari, di ogni tipo.

Occorre sicuramente l'aiuto della Grazia per seguire come si deve la legge naturale. Ma il pensiero antico aveva comunque ben chiaro il concetto della legge naturale, da preferirsi alla legge positiva ingiusta, che doveva esser sottoposta al suo giudizio. Vedi Aristotele, Retorica, tr. it. A. Plebe, Laterza, 1961, p. 64 (1373b): "Vi è infatti un giusto e un ingiusto per natura di cui tutti hanno come un'intuizione e che è a tutti comune, anche se non vi è nessuna comunanza reciproca e neppure un patto: così come sembra dire l'Antigone di Sofocle, che cioè è giusto seppellire contro le disposizioni [che vietavano di dar sepoltura al cadavere del fratello perché morto combattendo contro la città] perché ciò è giusto per natura: 'non infatti da ora o da ieri, ma da sempre vive questa legge, e nessuno sa donde sia apparsa"".
Ultimo punto: l'uso dei Padri della Chiesa contro la dottrina della Chiesa. Questa era la tecnica dei "nuovi teologi", in particolare di de Lubac SI, che riempie i suoi libri (vedi Catholicisme) di quintali di citazioni, per dare un apparentemente fondamento alle sue bislacche teorie, come quella della salvezza collettiva (idea peraltro approvata da R. nella sua prima enciclica!). Qui R. mette giustamente il dito su una piaga e dovrebbe approfondire, anche contro ciò che ha scritto in passato, quando approvava un de Lubac. PP

Anonimo ha detto...

Ossessione immigrofila e bugie anche nel Giovedì di Passione.
Messa del Giovedì Santo, card. Bassetti: “I migranti sono una risorsa. Il fatto emigratorio è un’osmosi”.

Sono diventati intollerabili!

irina ha detto...

@PP
Grazie!

Anonimo ha detto...

Ottimo articolo che condivido in toto, con una postilla: differenza tra tomismo pre-concilio e giusnaturalismo di Ratzinger, differenza tra giusnaturalismo conciliare e nuova religione unitaria post-conciliare berogliana. I passaggi sono 3, buono averne notati 2, ma si deve andare alla radice del male, che pubblicamente è dal concilio.

Anonimo ha detto...

Il card. Tobin (nominato cardinale da Bergoglio nel 2016) in una intervista televisiva ha parlato anche di omosessualità e si è detto molto in disaccordo sul linguaggio usato dal Catechismo della Chiesa Cattolica. Ci si chiede: solo sul linguaggio?

Anonimo ha detto...

Quantunque utili al nostro rinvigorimento,non abbiamo più bisogno di ulteriori conferme circa le eresie e le apostasie della neochiesa bergogliana! Ciò di cui abbiamo bisogno è una strategia concreta, accompagnata dalla preghiera, che agisca all’interno della Chiesa per rendere vani tutti questi attacchi da parte dei nemici di sempre, già smascherati dal beato Pio IX e da s. Pio X! Bisogna allontanare questi apostati, e fare in modo che da essi non venga fuori il successore di Bergoglio! Ma come far rinsavire i cosiddetti neocattolici?
(Antonio Manzionna)

Anonimo ha detto...

Il card. Muller sostiene che “iI nebuloso concetto di clericalismo”, al centro del summit e delle analisi di Bergoglio, costituisce un “approccio sbagliato”. Il che, spiega, è molto grave, perché “con una diagnosi falsa non si può mai trovare la terapia giusta, ma, al contrario, la malattia peggiora”.
https://www.lifesitenews.com/blogs/cardinal-mueller-pope-benedicts-letter-more-intelligent-than-all-contributions-at-rome-abuse-summit

Anonimo ha detto...

Segnalo:
https://www.riscossacristiana.it/lenciclica-emerita-del-cardinale-joseph-ratzinger-sedicente-papa-merito-della-sedicente-chiesa-cattolica-di-giovanni-servodio/

irina ha detto...

... Bisogna allontanare questi apostati, e fare in modo che da essi non venga fuori il successore di Bergoglio! Ma come far rinsavire i cosiddetti neocattolici?

Di questo sono certissima. Non conosco il come. Ieri l'omelia, denunciava in modo lampante che il vescovo la mattina aveva fatto alcune considerazioni, che in serata sono state riproposte dal celebrante senza cambiare una virgola. Purtroppo o menomale, avendo vagato nei miei anni della gioventù e prima maturità, ho colto subito la stranezza e dove andava e andrà a parare e da dove la stranezza proveniva. Che fare? Mi alzo e spiego all'assemblea? Aspetto che tutto sia finito e parlo con il sacerdote, che certamente non sa, non conosce il percorso della traccia che ho colto? Nel mentre quelle parole sono state accolte da tutti in rispettoso silenzio. Impotente, sono uscita. Non solo siamo davanti ad una contaminazione del clero in stato avanzato ma, anche i fedeli sono stati già ampiamente contaminati. La religione politica è già avanzata di molto nel suo mix di globalismo di sinistra ora liberale, ecumenismo, esoterismo,impastato con un cristianesimo modernista svuotato del Cattolicesimo Dogmatico, Dottrinario, Tradizionalista per Liturgia, Morale, Storia; quella Tradizione che ha portato Nostro Signore Gesù Cristo in ogni angolo della terra dove è potuta arrivare fin qui. Non so cosa possiamo fare, essendo non solo senza guide, essendo anche diversissimi tra noi. Molte volte trovo questo commentare obsoleto, inutile, intravedo mille imprese Cattoliche che potrebbero essere iniziate, mentre non riusciamo a smuoverci dalla denuncia dei soliti errori e dal commento a caldo. Non lo so, vorrei andare altrove, scappare da questo incubo, pregare bene, studiare con metodo...Quello che mi trattiene è che insieme, cooperiamo a non lasciar spegnere la fiammella, come oscuri amanuensi scriviamo i migliori, i più veritieri pensieri che ognuno cerca di riordinare giornalmente, questo ha una sua forza intrinseca, buona, vera, bella, Cattolica.

Anonimo ha detto...

Mi sembra significativo che la risposta dei teologi morali tedeschi non citi la Bibbia, la Tradizione e il Magistero ... segno chiaro di profonda estraneità rispetto ad essi ... e quindi alla vera dottrina cattolica. Questi teologi si sono dati con forza la zappa sui piedi!! COMPLIMENTI!! Con il vostro documento fate capire molto chiaramente che Ratzinger ha ragione e che voi siete fuori dalla sana dottrina ... e siete tanto fuori dalla sana dottrina che proprio per questo vi da fastidio la VERITÀ che Ratzinger diffonde.
... Mi domando se questi teologi non siano in realtà autori ratzingeriani .... perché scrivere un documento del genere significa firmare la condanna delle idee che presentano... e far risaltare la VERITÀ espressa da Ratzinger ... L' attacco di questi teologi è quindi un boomerang che ritorna pesantemente contro di loro e distrugge le loro affermazioni ; pensando questo mi viene in mente la famosa frase: chi scaglia pietre contro il Cielo se le vede piovere potentemente addosso. Chi attacca la VERITÀ mostra solo di avere torto.
Don Tullio Rotondo