Peregrinatio Summorum Pontificum 2022

sabato 8 marzo 2025

Europa al bivio tra economia di vita o di guerra.

No a una economia di guerra. Serve un piano Marshall per risollevare l’Ucraina. L’Europa ritrovi sé stessa e le sue classi dirigenti siano di nuovo artefici di pace e di progresso. L’intervento di Benedetto Delle Site, presidente nazionale Movimento Giovani Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti) e di Roberto Mezzaroma, architetto, imprenditore nel settore delle costruzioni e già deputato al Parlamento europeo. Qui l'indice degli articoli sulla guerra in Ucraina.

Europa al bivio tra economia di vita o di guerra.
Di Benedetto Della Site e Roberto Mezzaroma

Come persone d’impresa e come cattolici, non possiamo restare silenti di fronte al tentativo di instradare l’Europa verso una corsa al riarmo, allontanando pericolosamente le due sponde dell’Atlantico. Non è un’economia di guerra ciò di cui ha bisogno oggi l’Europa bensì, come ci ha insegnato il Santo Padre Francesco a cui restiamo uniti spiritualmente anche in queste ore difficili, una economia della vita, che la difenda in tutte le sue fasi e dimensioni. Una economia di pace.

La grande forza morale dell’Europa risiede precisamente nel binomio fra pace e sviluppo, secondo i principi dell’economia sociale di mercato e della dottrina sociale della Chiesa, abbracciati dai padri fondatori, i quali fedeli a questa ispirazione hanno garantito mezzo secolo di assenza di conflitti nel Vecchio Continente.

Al ritorno dell’incubo hobbesiano dell’“homo homini lupus” e di una protervia delle burocrazie statuali, facciamo nostra la visione dell’abate Antonio Genovesi, padre della prima cattedra di economia in Europa: “Homo homini natura amicus”. Crediamo infatti che da un solido rilancio del commercio internazionale, animato da un ritorno alle regole dell’arte della mercatura, possano venire le migliori condizioni per scongiurare la follia della guerra mondiale.

Per questo chiediamo al governo italiano di attivarsi per correggere la rotta europea proponendo di convertire il piano di riarmo annunciato in un nuovo piano Marshall per la ricostruzione dell’Ucraina, che convogli gli investimenti europei e occidentali verso un Paese in macerie martoriato dalla guerra ma che, con il suo coraggio e la sua voglia di riscatto, ha tutte le carte in regola per risollevarsi.

È altresì necessario, vista anche l’iniziativa degli Stati Uniti nello stesso senso, aprire un tavolo diplomatico con la Federazione Russa allo scopo di negoziare una sicurezza comune. Gli investimenti italiani ed europei nella difesa puntino soprattutto alla crescita e al rafforzamento della forza diplomatica e dell’intelligence per prevenire e risolvere pacificamente i conflitti.

Infine, in questa nuova traiettoria l’Europa può e deve farsi capofila di un piano di conversione degli arsenali atomici mondiali in energia di pace (nucleare ad uso civile), un segnale non solo di distensione ma anche un ulteriore investimento contro l’innalzamento dei costi energetici che gravano su famiglie e imprese. Questa iniziativa perseguirebbe anche lo scopo di diversificare le fonti di approvvigionamento in favore di fonti non inquinanti.

L’Europa ritrovi sé stessa, sia sé stessa, con le parole di San Giovanni Paolo II, e diradata la coltre di cenere torni a respirare con i suoi due polmoni: l’est e l’ovest. Le sue classi dirigenti siano di nuovo artefici di pace e di progresso. Di fronte ai partigiani della guerra le piazze del mondo piene di persone comuni che invocano la pace rappresentano il vero mediatore, è il “potere dei senza potere” che chiede ai cosiddetti potenti della terra di mettere fine alla guerra.

I credenti che hanno fornito la linfa vitale alla civiltà e all’unità politica europea, mettendovi al centro la persona e la famiglia, il lavoro e lo sviluppo, non abdichino alle proprie responsabilità, che richiedono la preghiera – è più che mai necessaria una rete di preghiera mondiale per i “sapienti di questo mondo, affinché non guerreggino e non impediscano la propagazione del Suo regno” (San Pio da Pietrelcina) – e l’azione, attraverso un audace protagonismo nella politica, nell’amministrazione pubblica, nell’impresa e in tutti i settori della vita civile senza timore di vivere questi impegni con coerenza e unità di vita, operando insieme a tutti coloro che perseguono la via della pace e dello sviluppo.
07/03/2025 - Fonte

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Si vuole riconvertire l'industria dell'automobile tedesca in industria militare, dopo il disastro del green deal? Lo si dica chiaramente, evitando di vendere fumo.

Anonimo ha detto...

Articolo utopistico, in relazione all'incancrenita situazione militare e politica attuale.
Tra l'altro, i 50 anni di assenza di guerre in Europa non sono il frutto dell'azione positiva degli imprenditori fedeli allo spirito cattolico quanto dell'equilibrio del terrore (atomico) e del fronteggiarsi di due imponenti schieramenti militari, Nato e Patto di Varsavia, che però, per via del potenziale pericolo atomico, non osavano affrontarsi apertamente con la guerra.
Giusta l'idea di un Piano Marshall per l'Ucraina. Ma per quale Ucraina? Solo quella che fosse riuscita a sopravvivere alla presente guerra, come Stato ancora indipendente pur se mutilato di alcuni territori. Siamo lontani da una simile conclusione.
C'è anche l'impressione che Trump stia sbagliando politica. Per portare i russi al tavolo dei negoziati di pace non servono le sanzioni, che al Cremlino fanno un baffo, oltre ad offendere l'umbratile orgoglio moscovita. Serve che l'Ucraina si dimostri impossibile da conquistare interamente, che insomma non crolli militarmente.
Pertanto, sbaglia Trump col diminuire le capacità difensive dell'Ucraina, azzerando il contributo dell'intelligence militare USA (fondamentale per la difesa aerea) e sospendendo gli aiuti americani in toto, come sembra. Rendere l'Ucraina più debole sul campo favorisce di fatto l'avanzata russa. Pertanto, i russi, vedendo gli USA indebolire l'Ucraina a loro vantaggio, perché dovrebbero sedersi al tavolo a negoziare? Si convincerebbero, piuttosto, che il vantaggio a loro offerto da Trump su un piatto d'argento, sarebbe tale da farli perseverare nella guerra fino al crollo dell'avversario.
Putin ha sempre detto che la Russia continuerà la guerra sino al perseguimento di tutti i suoi obbiettivi. Quali siano tutti gli obbiettivi, però, non mi sembra che l'abbia detto.

Insomma, la politica di Trump, volta a penalizzare l'Ucraina indebolendone le capacità difensive, rischia seriamente di prolungare la guerra sino alla vittoria russa sul campo; rischia di dar vita a risultati opposti a quelli cui aspira Trump.
Un'eventuale occupazione russa di tutta l'Ucraina renderebbe indispesabile agli occhi di molti il mantenimento della Nato e il programma di riarmo dell'Europa occidentale. Ovviamente, sempre a scopo difensivo non per attaccare la Russia.
Negli anni scorsi l'idea assurda che gli ucraini potessero vincere i russi l'hanno tirata fuori gli americani soprattutto.
Il no alla guerra deve esser ponderato non irrazionale. Ricordiamoci: "si vis pacem para bellum".
Miles

Anonimo ha detto...

Nella Europa e nell'Occidente si è privilegiata la finanza sopra  la religione, la  cultura, l'economia, la politica. Meglio la religione, la cultura, l'economia, la politica, in due parole il 'bene comune' è  stato piegato alla finanza, che lo ha corrotto in ogni sua diramazione affinché  illudesse, plagiasse i popoli,  cioè nel far loro credere che stavano progredendo, mentre li facevano regredire nello spirito, nell'anima, nel corpo, salute intelligenza, volontà. I vizi sono stati equiparati a diritti, le virtù indietriste, non più al passo dei tempi, sono state buttate nel fosso. Non tutti ovviamente sono caduti nella manipolazione magna della finanza, in ogni Stato parte della popolazione non è caduta nella grande trappola. Notizia recente, il mondo ribaltato sta istigando i manipolati doc a denunciare quanti non sono caduti nella manipolazione magna. Questo significa che, all'interno di ogni Stato l'alta finanza sta mettendo gli uni contro gli altri. Forse la guerra che vorrebbero apparecchiare è  proprio quella fratricida. Se così  fosse che siano doppiamente maledetti in eterno!
m.a.

Laurentius ha detto...

Le élites arcobaleno non si rassegnaneranno mai alla sconfitta.

Anonimo ha detto...

Leggo da un post di Francesco Giubilei la conferma che in Romania è stata appena formalmente respinta la candidatura alle presidenziali del candidato della destra Calin Georgescu in Romania. Cioè dopo aver annullato la prima tornata delle elezioni presidenziali ora vietano al candidato che ha ricevuto più voti di ricandidarsi, agghiacciante (indifferentemente il soggetto che piaccia o meno si viene a negare ogni valore democratico).

Con questo gesto la UE ha compiuto l’errore più grande, giacchè di certo non sarebbe accaduto senza supporti da Bruxelles.

E contemporaneamente si sente parlare di togliere il diritto di voto all’Ungheria che continua ad opporsi alla volontà della Baronessa Von Der Leyen, un loro diritto giusto o sbagliato che sia.

Questo accade in un grande silenzio delle principali testate di comunicazione europee, imbarazzante.

Sono ora certo di una cosa, ASSOLUTAMENTE CONTRARIO a un esercito europeo fuori dal controllo del Governo Italiano, che un giorno ove la TecnoCasta di Bruxelles lo volesse e decidesse di annullare le votazioni in Italia poi potrebbe venire a imporre “l’ordine con la forza”.

Preciso che non mi permetto mai di esprimere giudizi sull’esercizio della democrazia in un paese che non sia il mio e in cui voto è che quindi per me questo candidato avrebbe potuto vincere o perdere a seconda della decisione del suo popolo è non mi sarei permesso di esprimere posizioni, ma di certo è preoccupante che a qualcuno che abbia ricevuto una così elevata percentuale dei voti pari a milioni di persone venga vietato di esercitare il suo diritto elettorale attivo.

La situazione è estremamente grave, ma assolutamente non seria.

Anonimo ha detto...

Per completare la disamina dell'anonimo delle 20:47, si può dire che la UE ha gettato la maschera. Chi ancora si ostina a considerare questa creatura come un baluardo contro tutti gli autoritarismi, ora ha di che ricredersi. L'esperimento COVID è servito a testare il terreno. E ricordiamoci che una certa magistratura è la spalla ideale del mostro burocratico europeo.

Anonimo ha detto...

Quali valori dovremmo difendere di questa Europa? La dittatura del woke? Il green deal? Il gender? I diritti che sono il trionfo del male (aborto in primis)? L'indebitamento degli Stati? Il neoliberismo dal Maastricht ad oggi? Vergogna!!!