Nella nostra traduzione da Riposte Catholique l'evolversi della vicenda dei fedeli legati alla Messa antica di Saint-Germain-en-Laye. Precedenti qui - qui - qui - qui - qui - qui. Qui l'indice degli articoli riguardanti la Traditionis custodes e restrizioni successive.
Saint-Germain-en-Laye:
la messa tradizionale fuori le mura mantenuta per tutta l'estate
Perché questa decisione?
Ma molti fedeli vanno in vacanza...
Ma forse la diocesi non può sempre fornire questo servizio...
Ma allora, secondo lei, perché questo rifiuto?
Che cosa vuol dire con questo ?
Ma ci sono altri motivi di questa durezza pastorale?
Un'ultima parola caro Germain?
La messa tradizionale “fuori le mura”, davanti alla cappella dell'ospedale Saint Germain en Laye, avrà luogo ogni domenica di quest'estate.
Sull'argomento è stato interrogato un parrocchiano:
Se ho capito bene, domenica prossima, 9 luglio, continuerete a celebrare una messa tradizionale davanti alla cappella dell'ospedale di Saint-Germain-en-Laye?
Germain de Paris : Assolutamente, e non solo domenica 9 luglio alle 11, ma tutte le domeniche di luglio e agosto e ovviamente martedì 15 agosto, per la festa dell'Assunzione della Vergine Maria.
Perché questa decisione?
Germain de Paris : Semplicemente perché i fedeli cattolici, e quindi anche quelli di Saint-Germain, hanno il dovere di assistere alla messa ogni domenica e non capirebbero l'interruzione della celebrazione dell'usus antiquior per quasi due mesi.
Ma molti fedeli vanno in vacanza...
Germain de Paris : Certo... ma alcuni non ci vanno... e altri non ci vanno per due mesi. Questo spiega la nostra richiesta che la liturgia tradizionale sia celebrata a Saint-Germain tutte le domeniche e le feste dell'anno, senza eccezioni.
Ma forse la diocesi non può sempre fornire questo servizio...
Germain de Paris: È del tutto possibile ed è per questo che abbiamo sempre proposto che quando la diocesi non può garantire la celebrazione di una o più messe domenicali, dovrebbe essere normale che possiamo comunque garantire questa celebrazione da parte di sacerdoti ben pronti ad assicurarla e in tal caso l'obiezione diocesana non sarebbe più rilevante. E posso affermare che questi sacerdoti esistono.
Ma allora, secondo lei, perché questo rifiuto?
Germain de Paris : Direi che è difficile da spiegare. Si può naturalmente immaginare che parte di questo rifiuto derivi dal nervosismo della diocesi del tipo “Noi abbiamo detto no, dunque è no”. Si capisce che i nostri pastori non hanno figli! Non sanno come adattarsi alle circostanze in modo flessibile e intelligente.
Che cosa vuol dire con questo ?
Germain de Paris : Basta ricordare che per quasi trent'anni la linea diocesana è stata quella di negare persino l'esistenza della richiesta dei fedeli di Saint-Germain. Posso capire che la doccia debba essere stata gelata quando hanno scoperto una chiesa piena presso i francescani fin dalla prima celebrazione concessa ma anche dalla constatazione che davanti all'ospedale continuava a riunirsi ogni domenica un gruppo più che numeroso. Non dimentichiamo nemmeno che molti Saint-Germinois praticano altrove, sia a Saint-Louis du Port-Marly che a Villepreux o Versailles proprio in mancanza di una soluzione chiara e definitiva.
Ma ci sono altri motivi di questa durezza pastorale?
Germain de Paris : Il segreto – e stupido – desiderio di costringerci a partecipare alla nuova liturgia come se non la conoscessimo: un'assurdità ovviamente, dal momento che è perché conosciamo molto bene la nuova liturgia che desideriamo vivere la nostra fede cattolica al ritmo dell'antica liturgia che è per noi più vivificante, pia, bella e arricchente per le nostre anime.
Un'ultima parola caro Germain?
Germain de Paris: Tutti coloro che desiderano venire a partecipare alle nostre celebrazioni, sono amici che amiamo e che scopriremo o riscopriremo ben volentieri.
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A I U T A T E, anche con poco,
l'impegno di Chiesa e Post-concilio per le traduzioni
IBAN - Maria Guarini
IT66Z0200805134000103529621
Codice BIC SWIFT : UNCRITM1731
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4 commenti:
Dal momento che l'anima ha radici talmente profonde nella vita personale e sociale e i suoi valori si pongono in tale contrasto con gli interessi della società contemporanea, prendersi cura dell'anima potrebbe ben rivelarsi come un atto sovversivo, una sfida alle norme accettate.
Thomas More (1478-1535), giustiziato nella Torre di Londra il 6 luglio 1535
Sedici anni fa il motu proprio Summorum Pontificum.
E quando nel 2013 salì al trono il Bergoglio, un caro amico, con aria da professorino pedante, mi chiese sarcasticamente: "non vorrai mica credere che questo Papa cancellerà il Summorum Pontificum?"
Per dirla con parole di Iron Man: «oh, boy!»
Alcuni amici Inglesi mi hanno mandato le foto delle Messe che celebrano all'interno dei resti delle antiche abbazie benedettine distrutte dalla furia di Enrico VIII, ad alcune manca solo il tetto, erano fatti di piombo e servivano, talvolta navate ed altare principale sono miracolosamente intatti, sono foto commoventi....
PERDONARE NON SIGNIFICA NEGARE LA TERRIBILE REALTÀ DEL PECCATO
Perdonare non significa negare il peccato. Nostro Signore non nega la terribile realtà del peccato, ed è qui che il mondo moderno si inganna, cercando di spiegarlo: lo ascrive a qualche errore nel processo di evoluzione, a un residuo di antichi tabù, lo identifica in termini psicologici. In una parola, il mondo moderno nega il peccato. Nostro Signore ci ricorda che è la realtà più tremenda. Altrimenti, perché crocifiggere Colui che è senza peccato? Perché spargere sangue innocente? (...)
Ecco, Colui che ha amato gli uomini fino alla morte ha permesso al peccato di vendicarsi su di Sé, affinché potessero coglierne per sempre l’orrore nella crocifissione di Colui che li ha amati a tal punto: qui non c’è la negazione del peccato, eppure, tra tanto orrore, la Vittima perdona. Nello stesso unico evento c’è il segno della totale depravazione del peccato e il sigillo del perdono divino.
Da quel momento in poi, nessun uomo potrà guardare un crocifisso e affermare che il peccato non è qualcosa di grave, né dire che non può essere perdonato. Nella sua sofferenza, Egli ha rivelato la realtà del peccato; nella sopportazione, ha mostrato la sua misericordia verso il peccatore. A perdonare è la stessa Vittima che ha sofferto: e in quella combinazione di una Vittima così umanamente splendida, così divinamente amante, così completamente innocente, si riscontrano un crimine enorme e un perdono ancora più grande.
Al riparo del Sangue di Cristo c’è posto per il peggior peccatore; poiché in quel Sangue c’è un potere in grado di arginare le ondate della vendetta che minacciano di abbattersi sul mondo.
(Fulton J. Sheen, da “Il Calvario e la Messa”, opera all’interno del libro “Signore, insegnaci a pregare” edizioni Ares)
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